diff --git "a/Mont_2 - 1928-1939 - Le occasioni.txt" "b/Mont_2 - 1928-1939 - Le occasioni.txt" --- "a/Mont_2 - 1928-1939 - Le occasioni.txt" +++ "b/Mont_2 - 1928-1939 - Le occasioni.txt" @@ -1,1797 +1,926 @@ - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - perec/perec OLD/data/Mont/Mont_2 - 1928-1939 - Le occasioni.txt at 61ac71f1879e3191bd4c6a1515f9a2b0232702ff · kastnerkyle/perec · GitHub - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
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- - - +IL BALCONE +Pareva facile giuoco +mutare in nulla lo spazio +che m�era aperto, in un tedio +malcerto il certo tuo fuoco. + +Ora a quel vuoto ho congiunto +ogni mio tardo motivo,sull�arduo nulla si spuntal�ansia di attenderti vivo. +La vita che d� barlumi +� quella che sola tu scorgi. +A lei ti sporgi da questa +finestra che non s�illumina. + +I. VECCHI VERSI +Ricordo la farfalla ch�era entrata dai vetri schiusi nella sera fumida su la costa raccolta, dilavata dal trascorrere iroso delle spume. Muoveva tutta l�aria del crepuscolo a un fioco occiduo palpebrare della traccia che divide acqua e terra; ed il punto atono +del faro che baluginava sulla +roccia del Tino, cerula, tre volte +si dilat� e si spense in un altro oro. + +Mia madre stava accanto a me seduta presso il tavolo ingombro dalle carte da giuoco alzate a due per volta come attendamenti nani pei soldati dei nipoti sbandati gi� dal sonno. + +Si schiodava dall�alto impetuoso +un nembo d�aria diaccia, diluviava +sul nido di Corniglia rugginoso. +Poi fu l�oscurit� piena, e dal mare +un rombo basso e assiduo come un lungo +regolato concerto, ed il gonfiare +d�un pallore ondulante oltre la siepe +cimata dei pit�sfori. Nel breve +vano della mia stanza, ove la lampada +tremava dentro una ragnata fucsia, +penetr� la farfalla, al paralume + +giunse e le conterie che l�avvolgevano +segnando i muri di riflessi ombrati +eguali come fregi si sconvolsero +e sullo scialbo corse alle pareti +un fascio semovente di fili esili. + +Era un insetto orribile dal becco +aguzzo, gli occhi avvolti come d�una + +rossastra fotosfera, al dosso il teschio umano; e attorno dava se una mano +tentava di ghermirlo un acre sibilo che agghiacciava. +Batt� pi� volte sordo sulla tavola, sui vetri ribatt� chiusi dal vento, e da s� ritrov� la via dell�aria, si perse nelle tenebre. Dal porto di Vernazza le luci erano a tratti scancellate dal crescere dell�onde invisibili al fondo della notte. +Poi torn� la farfalla dentro il nicchio che chiudeva la lampada, discese sui giornali del tavolo, scroll� pazza aliando le carte � e fu per sempre con le cose che chiudono in un giro +sicuro come il giorno, e la memoria + +in s� le cresce, sole vive d�una +vita che dispar� sotterra: insieme +coi volti familiari che oggi sperde +non pi� il sonno ma un�altra noia; accanto +ai muri antichi, ai lidi, alla tartana +che imbarcava + +tronchi di pino a riva ad ogni mese, al segno del torrente che discende ancora al mare e la sua via si scava. +BUFFALO +Un dolce inferno a raffiche addensava nell�ansa risonante di megafoni +turbe d�ogni colore. Si vuotavano a fiotti nella sera gli autocarri. Vaporava fumosa una calura sul golfo brulicante; in basso un arco lucido figurava una corrente e la folla era pronta al varco. Un negro sonnecchiava in un fascio luminoso che tagliava la tenebra; da un palco attendevano donne ilari e molli l�approdo d�una zattera. Mi dissi: +Buffalo! � e il nome ag�. +Precipitavo +nel limbo dove assordano le voci +del sangue e i guizzi incendiano la vista +come lampi di specchi. + +Udii gli schianti secchi, vidi attorno curve schiene striate mulinanti nella pista. +KEEPSAKE +Fanfan ritorna vincitore; Molly +si vende all�asta: frigge un riflettore. +Surcouf percorre a grandi passi il cassero, + +Gaspard conta denari nel suo buco. +Nel pomeriggio limpido � discesa + +la neve, la Cicala torna al nido. Fatinitza agonizza in una piega di memoria, di Tonio resta un grido. Falsi spagnoli giocano al castello +i Briganti; ma squilla in una tasca +la sveglia spaventosa. Il Marchese del Grillo � rispedito nella strada; infelice Zeffirino torna commesso; s�alza lo Speziale e i fulminanti sparano sull�impiantito. + +I Moschettieri lasciano il convento,Van Schlisch corre in arcioni, Takiminisi sventola, la Bambola � caricata.(Imary torna nel suo appartamento).Larivaudi�re magnetico, Pitougiacciono di traverso. Venerd� +sogna l�isole verdi e non danza pi�. +LINDAU +La rondine vi porta +fili d�erba, non vuole che la vita passi. +Ma tra gli argini, a notte, l�acqua morta +logora i sassi. +Sotto le torce fumicose sbanda +sempre qualche ombra sulle prode vuote. + +Nel cerchio della piazza una sarabanda s�agita al mugghio dei battelli a ruote. +BAGNI DI LUCCA +Fra il tonfo dei marroni +e il gemito del torrente +che uniscono i loro suoni +�sita il cuore. + +Precoce inverno che borea +abbrividisce. M�affaccio sul ciglio che scioglie l�albore del giorno nel ghiaccio. + +Marmi, rameggi � +e ad uno scrollo gi� +foglie a �lice, a freccia, +nel fossato. + +Passa l�ultima greggia nella nebbia +del suo fiato. + +CAVE D�AUTUNNO +su cui discende la primavera lunare +e nimba di candore ogni frastaglio, +schianti di pigne, abbaglio +di reti stese e schegge, + +ritorner� ritorner� sul gelo +la bont� d�una mano, +varcher� il cielo lontano +la ciurma luminosa che ci saccheggia. + +ALTRO EFFETTO DI LUNA +La trama del carrubo che si profila +nuda contro l�azzurro sonnolento, +il suono delle voci, la trafila +delle dita d�argento sulle soglie, + +la piuma che s�invischia, un trepest�o +sul molo che si scioglie e la feluca gi� ripiega il volo con le vele dimesse come spoglie. +VERSO VIENNA +Il convento barocco di schiuma e di biscotto adombrava uno scorcio d�acque lente e tavole imbandite, qua e l� sparse di foglie e zenzero. +Emerse un nuotatore, sgrond� sotto +una nube di moscerini, +chiese del nostro viaggio, +parl� a lungo del suo d�oltre confine. + +Addit� il ponte in faccia che si passa +(inform�) con un soldo di pedaggio. +Salut� con la mano, sprofond�, +fu la corrente stessa... +Ed al suo posto, +battistrada balz� da una rimessa +un bassotto festoso che latrava, + +fraterna unica voce dentro l�afa. +CARNEVALE DI GERTI +Se la ruota s�impiglia nel groviglio +delle stelle filanti ed il cavallo +s�impenna tra la calca, se ti nevica +sui capelli e le mani un lungo brivido + +1 + +d�iridi trascorrenti o alzano i bimbi +le flebili ocarine che salutano il tuo viaggio ed i lievi echi si sfaldano gi� dal ponte sul fiume, se si sfolla la strada e ti conduce in un mondo soffiato entro una tremula +bolla d�aria e di luce dove il sole saluta la tua grazia � hai ritrovato forse la strada che tent� un istante il piombo fuso a mezzanotte quando fin� l�anno tranquillo senza spari. +Ed ora vuoi sostare dove un filtro fa spogli i suoni e ne deriva i sorridenti ed acri fumi che ti compongono il domani: +ora chiedi il paese dove gli onagri mordano quadri di zucchero alle tue mani e i tozzi alberi spuntino germogli miracolosi al becco dei pavoni. +(Oh il tuo Carnevale sar� pi� triste stanotte anche del mio, chiusa fra i doni 2 tu per gli assenti: carri dalle tinte di rosolio, fantocci ed archibugi, palle di gomma, arnesi da cucina lillipuziani: l�urna li segnava +a ognuno dei lontani amici l�ora +che il Gennaio si schiuse e nel silenzio +si comp� il sortilegio. � Carnevale +o il Dicembre s�indugia ancora? Penso +che se tu muovi la lancetta al piccolo +orologio che rechi al polso, tutto +arretrer� dentro un disfatto prisma +babelico di forme e di colori...). +E il Natale verr� e il giorno dell�Anno +che sfolla le caserme e ti riporta +gli amici spersi, e questo Carnevale +pur esso torner� che ora ci sfugge + +tra i muri che si fendono gi�. Chiedi +tu di fermare il tempo sul paese +che attorno si dilata? Le grandi ali +screziate ti sfiorano, le logge +sospingono all�aperto esili bambole +bionde, vive, le pale dei mulini +rotano fisse sulle pozze garrule. +Chiedi di trattenere le campane +d�argento sopra il borgo e il suono rauco +delle colombe? Chiedi tu i mattini +trepidi delle tue prode lontane? + +Come tutto si fa strano e difficile, +come tutto � impossibile, tu dici. +La tua vita � quaggi� dove rimbombano +le ruote dei carriaggi senza posa + +e nulla torna se non forse in questi disguidi del possibile. Ritorna l� fra i morti balocchi ove � negato pur morire; e col tempo che ti batte +al polso e all�esistenza ti ridona, tra le mura pesanti che non s�aprono +al gorgo degli umani affaticato, +torna alla via dove con te intristisco, +quella che addit� un piombo raggelato + +alle mie, alle tue sere: torna alle primavere che non fioriscono. +VERSO CAPUA +... rotto il colmo sull�ansa, con un salto, il Volturno cal�, giallo, la sua piena tra gli scopeti, la disperse nelle crete. Laggi� si profilava mobile sulle siepi un postiglione, +e appar� su cavalli, in una scia di polvere e sonagli. Si arrest� pochi istanti, l�equipaggio + + +dava scosse, d�attorno volitavano farfalle minutissime. Un furtivo +raggio incendi� di colpo il sughereto scotennato, a fatica ripartiva la vettura: e tu in fondo che agitavi lungamente una sciarpa, la bandiera stellata!, e il fiume ingordo s�insabbiava. + +A LIUBA CHE PARTE +Non il grillo ma il gatto del focolare or ti consiglia, splendido lare della dispersa tua famiglia. La casa che tu rechi con te ravvolta, gabbia o cappelliera?, sovrasta i ciechi tempi come il flutto arca leggera � e basta al tuo riscatto. +BIBE A PONTE ALL�ASSE +Bibe, ospite lieve, la bruna tua reginetta di Saba mesce sorrisi e R�fina di quattordici gradi. +Si vede in basso rilucere la terra fra gli �ceri radi e un bimbo curva la canna sul gomito della Greve. + +DORA MARKUS +I. +Fu dove il ponte di legno +mette a Porto Corsini sul mare alto +e rari uomini, quasi immoti, affondano + +o salpano le reti. Con un segno +della mano additavi all�altra sponda invisibile la tua patria vera. Poi seguimmo il canale fino alla darsena della citt�, lucida di fuliggine, nella bassura dove s�affondava +una primavera inerte, senza memoria. +E qui dove un�antica vita + +si screzia in una dolce +ansiet� d�Oriente, +le tue parole iridavano come le scaglie +della triglia moribonda. + +La tua irrequietudine mi fa pensare +agli uccelli di passo che urtano ai fari +nelle sere tempestose: +� una tempesta anche la tua dolcezza, + +turbina e non appare, +e i suoi riposi sono anche pi� rari. Non so come stremata tu resisti in questo lago d�indifferenza ch�� il tuo cuore; forse ti salva un amuleto che tu tieni +vicino alla matita delle labbra, al piumino, alla lima: un topo bianco, d�avorio; e cos� esisti! +II. +Ormai nella tua Carinzia +di mirti fioriti e di stagni, +china sul bordo sorvegli +la carpa che timida abbocca + +o segui sui tigli, tra gl�irti pinnacoli le accensioni +del vespro e nell�acque un avvampo +di tende da scali e pensioni. + +La sera che si protende sull�umida conca non porta col palpito dei motori che gemiti d�oche e un interno di nivee maioliche dice allo specchio annerito che ti vide diversa una storia di errori imperturbati e la incide dove la spugna non giunge. +La tua leggenda, Dora! Ma � scritta gi� in quegli sguardi di uomini che hanno fedine +altere e deboli in grandi ritratti d�oro e ritorna ad ogni accordo che esprime l�armonica guasta nell�ora +. +che abbuia, sempre pi� tardi. +� scritta l�. Il sempreverde alloro per la cucina resiste, la voce non muta, Ravenna � lontana, distilla veleno una fede feroce. +Che vuole da te? Non si cede + +voce, leggenda o destino... Ma � tardi, sempre pi� tardi. +ALLA MANIERA DI FILIPPO DE PISIS +NELL�INVIARGLI QUESTO LIBRO + +... l�Arno balsamo fino +LAPO GIANNI +Una botta di stocco nel zig zag +del beccaccino � +e si librano piume su uno scr�molo. + +(Poi discendono l�, fra sgorbiature +di rami, al freddo balsamo del fiume). + +NEL PARCO DI CASERTA +Dove il cigno crudele +si liscia e si contorce, +sul pelo dello stagno, tra il fogliame, +si risveglia una sfera, dieci sfere, +una torcia dal fondo, dieci torce, + +� e un sole si bilancia +a stento nella prim�aria, + +su domi verdicupi e globi a sghembo d�araucaria, +che scioglie come liane +braccia di pietra, allaccia senza tregua chi passa e ne sfila dal punto pi� remoto radici e stame. +Le n�cche delle Madri s�inaspriscono, +cercano il vuoto. + +ACCELERATO +Fu cos�, com�� il brivido pungente che trascorre i sobborghi e solleva alle aste delle torri la cenere del giorno, com�� il soffio +piovorno che ripete +tra le sbarre l�assalto +ai salici reclini � +fu cos� e fu tumulto nella dura +oscurit� che rompe +qualche foro d�azzurro finch� lenta +appaia la ninfale +Entella che sommessa +rifluisce dai cieli dell�infanzia +oltre il futuro � + +poi vennero altri liti, mut� il vento, crebbe il bucato ai fili, uomini ancora uscirono all�aperto, nuovi nidi turbarono le gronde � +fu cos�, rispondi? + +II. MOTTETTI +Sobre el volc�n la flor. +G.A. B�CQUER +Lo sai: debbo riperderti e non posso. Come un tiro aggiustato mi sommuove ogni opera, ogni grido e anche lo spiro salino che straripa dai moli e fa l�oscura primavera di Sottoripa. +Paese di ferrame e alberature +a selva nella polvere del vespro. Un ronz�o lungo viene dall�aperto, strazia com�unghia ai vetri. Cerco il segno +smarrito, il pegno solo ch�ebbi in grazia da te. E l�inferno � certo. +II.II +Molti anni, e uno pi� duro sopra il lago straniero su cui ardono i tramonti. Poi scendesti dai monti a riportarmi San Giorgio e il Drago. Imprimerli potessi sul palvese +che s�agita alla frusta del grecale +in cuore... E per te scendere in un gorgo di fedelt�, immortale. +II.III +Brina sui vetri; uniti +sempre e sempre in disparte +gl�infermi; e sopra i tavoli +i lunghi soliloqui sulle carte. + +Fu il tuo esilio. Ripenso +anche al mio, alla mattina quando udii tra gli scogli crepitare la bomba ballerina. +E durarono a lungo i notturni giuochi di Bengala: come in una festa. +� scorsa un�ala rude, t�ha sfiorato le mani, ma invano: la tua carta non � questa. +II.IV +Lontano, ero con te quando tuo padre entr� nell�ombra e ti lasci� il suo addio. Che seppi fino allora? Il logor�o di prima mi salv� solo per questo: +che t�ignoravo e non dovevo: ai colpi +d�oggi lo so, se di laggi� s�inflette un�ora e mi riporta Cumerlotti +o Angh�beni � tra scoppi di spolette e i lamenti e l�accorrer delle squadre. +II.V +Addii, fischi nel buio, cenni, tosse e sportelli abbassati. � l�ora. Forse gli automi hanno ragione. Come appaiono dai corridoi, murati! +����������� +� Presti anche tu alla fioca +litania del tuo rapido quest�orrida e fedele cadenza di carioca? � +II.VI +La speranza di pure rivederti +m�abbandonava; + +e mi chiesi se questo che mi chiude +ogni senso di te, schermo d�immagini, +ha i segni della morte o dal passato +� in esso, ma distorto e fatto labile, + + +un tuo barbaglio: (a Modena, tra i portici, un servo gallonato trascinava due sciacalli al guinzaglio). +II.VII +Il saliscendi bianco e nero dei balestrucci dal palo del telegrafo al mare + +Gi� profuma il sambuco fitto su lo sterrato; il piovasco si dilegua. Se il chiarore � una tregua, la tua cara minaccia la consuma. +II.VIII +Ecco il segno; s�innerva +sul muro che s�indora: +un frastaglio di palma +bruciato dai barbagli dell�aurora. + +Il passo che proviene +dalla serra s� lieve, +non � felpato dalla neve, � ancora +tua vita, sangue tuo nelle mie vene. + +II.IX +Il ramarro, se scocca +sotto la grande fersa +dalle stoppie � + +la vela, quando fiotta e s�inabissa al salto della rocca � +il cannone di mezzod� +pi� fioco del tuo cuore +e il cronometro se +scatta senza rumore � + +. . . . . . . . . . . . . ...... +e poi? Luce di lampo +invano pu� mutarvi in alcunch� + +di ricco e strano. Altro era il tuo stampo. +II.X +Perch� tardi? Nel pino lo scoiattolo +batte la coda a torcia sulla scorza. +La mezzaluna scende col suo picco +nel sole che la smorza. � giorno fatto. + +A un soffio il pigro fumo trasalisce, +si difende nel punto che ti chiude. +Nulla finisce, o tutto, se tu f�lgore +lasci la nube. + +II.XI +L�anima che dispensa +furlana e rigodone ad ogni nuova +stagione della strada, s�alimenta +della chiusa passione, la ritrova +a ogni angolo pi� intensa. + +La tua voce � quest�anima diffusa. +Su fili, su ali, al vento, a caso, colfavore della musa o d�un ordegno,ritorna lieta o triste. Parlo d�altro,ad altri che t�ignora e il suo disegno � l� che insiste do re la sol sol... +II.XII +Ti libero la fronte dai ghiaccioli +che raccogliesti traversando l�alte +nebulose; hai le penne lacerate + +dai cicloni, ti desti a soprassalti. +Mezzod�: allunga nel riquadro il nespolo +l�ombra nera, s�ostina in cielo un sole freddoloso; e l�altre ombre che scantonano nel vicolo non sanno che sei qui. +II.XIII +La gondola che scivola in un forte +bagliore di catrame e di papaveri, +la subdola canzone che s�alzava + + +da masse di cordame, l�alte porte rinchiuse su di te e risa di maschere che fuggivano a frotte � +una sera tra mille e la mia notte � pi� profonda! S�agita laggi� uno smorto groviglio che m�avviva a stratti e mi fa eguale a quell�assorto + +pescatore d�anguille dalla riva. +II.XIV +Infuria sale o grandine? Fa strage +di campanule, svelle la cedrina. +Un rintocco subacqueo s�avvicina, +quale tu lo destavi, e s�allontana. + +La pianola degl�inferi da s� +accelera i registri, sale nelle sfere del gelo... � brilla come te quando fingevi col tuo trillo d�aria Lakm� nell�Aria delle Campanelle. +II.XV +Al primo chiaro, quando subitaneo un rumore di ferrovia mi parla di chiusi uomini in corsa nel traforo del sasso illuminato a tagli da cieli ed acque misti; +al primo buio, quando il bulino che tarla la scrivan�a rafforza +il suo fervore e il passo del guardiano s�accosta: al chiaro e al buio, soste ancora umane se tu a intrecciarle col tuo refe insisti. +II.XVI +Il fiore che ripete dall�orlo del burrato non scordarti di me, non ha tinte pi� liete n� pi� chiare dello spazio gettato tra me e te. +Un cigol�o si sferra, ci discosta, +l�azzurro pervicace non ricompare. + +Nell�afa quasi visibile mi riporta all�opposta tappa, gi� buia, la funicolare. +II.XVII +La rana, prima a ritentar la corda dallo stagno che affossa giunchi e nubi, stormire dei carrubi conserti dove spenge le sue fiaccole un sole senza caldo, tardo ai fiori ronz�o di coleotteri che suggono +ancora linfe, ultimi suoni, avara vita della campagna. Con un soffio l�ora s�estingue: un cielo di lavagna si prepara a un irrompere di scarni +cavalli, alle scintille degli zoccoli. +II.XVIII +Non recidere, forbice, quel volto, +solo nella memoria che si sfolla, +non far del grande suo viso in ascolto + +la mia nebbia di sempre. +Un freddo cala... Duro il colpo svetta. +E l�acacia ferita da s� scrolla il guscio di cicala nella prima belletta di Novembre. + +II.XIX +La canna che dispiuma mollemente il suo rosso flabello a primavera; la r�dola nel fosso, su la nera corrent�a sorvolata di libellule; +e il cane trafelato che rincasa +col suo fardello in bocca, +oggi qui non mi tocca riconoscere; +ma l� dove il riverbero pi� cuoce +e il nuvolo s�abbassa, oltre le sue +pupille ormai remote, solo due +fasci di luce in croce. +E il tempo passa. + +II.XX +... ma cos� sia. Un suono di cornetta +dialoga con gli sciami del querceto. +Nella valva che il vespero riflette +un vulcano dipinto fuma lieto. + +La moneta incassata nella lava brilla anch�essa sul tavolo e trattiene pochi fogli. La vita che sembrava +vasta � pi� breve del tuo fazzoletto. +III. TEMPI DI BELLOSGUARDO +I. +Oh come l� nella corusca +distesa che s�inarca verso i colli, +il brus�o della sera s�assottiglia +e gli alberi discorrono col trito + +mormorio della rena; come limpida +s�inalvea l� in decoro di colonne e di salci ai lati e grandi salti di lupi nei giardini, tra le vasche ricolme che traboccano, questa vita di tutti non pi� posseduta +del nostro respiro; +e come si ricrea una luce di z�ffiro per gli uomini che vivono laggi�: � troppo triste che tanta pace illumini a spiragli +e tutto ruoti poi con rari guizzi su l�anse vaporanti, con incroci +di camini, con grida dai giardini pensili, con sgomenti e lunghe risa sui tetti ritagliati, tra le quinte +dei frondami ammassati ed una coda +fulgida che trascorra in cielo prima che il desiderio trovi le parole! +II. +Derelitte sul poggio fronde della magnolia verdibrune se il vento porta dai frigidari dei pianterreni un travolto +concitamento d�accordi +ed ogni foglia che oscilla +o rilampeggia nel folto +in ogni fibra s�imbeve +di quel saluto, e pi� ancora +derelitte le fronde +dei vivi che si smarriscono + +nel prisma del minuto, le membra di febbre votate al moto che si ripete in circolo breve: sudore che pulsa, sudore di morte, atti minuti specchiati, sempre gli stessi, rifranti echi del batter che in alto sfaccetta il sole e la pioggia, + +fugace altalena tra vita +che passa e vita che sta, +quass� non c�� scampo: si muore +sapendo o si sceglie la vita +che muta ed ignora: altra morte. +E scende la cuna tra logge +ed erme: l�accordo commuove +le lapidi che hanno veduto +le immagini grandi, l�onore, + +l�amore inflessibile, il giuoco, la fedelt� che non muta. E il gesto rimane: misura il vuoto, ne sonda il confine: il gesto ignoto che esprime +se stesso e non altro: passione di sempre in un sangue e un cervello irripetuti; e fors�entra +nel chiuso e lo forza con l�esile sua punta di grimaldello. + +III. +Il rumore degli �mbrici distrutti dalla bufera nell�aria dilatata che non s�incrina, l�inclinarsi del pioppo del Canad�, tricuspide, che vibra +nel giardino a ogni strappo � e il segno di una vita che assecondi il marmo a ogni scalino come l�edera +diffida dello slancio solitario +dei ponti che discopro da quest�altura; +d�una clessidra che non sabbia ma opere +misuri e volti umani, piante umane; +d�acque composte sotto padiglioni +e non pi� irose a ritentar fondali +di pomice, � sparito? Un suono lungo +d�nno le terrecotte, i pali appena +difendono le ellissi dei convolvoli, + +e le locuste arrancano piovute sui libri dalle pergole; dura opera, tessitrici celesti, ch�� interrotta +sul telaio degli uomini. E domani... +IV. +Sap check�d with frost, and lusty leaves quite gone, Beauty o�ersnow�d and bareness every where. SHAKESPEARE, Sonnets, V +LA CASA DEI DOGANIERI +Tu non ricordi la casa dei doganieri sul rialzo a strapiombo sulla scogliera: desolata t�attende dalla sera in cui v�entr� lo sciame dei tuoi pensieri e vi sost� irrequieto. + +Libeccio sferza da anni le vecchie mura +e il suono del tuo riso non � pi� lieto: +la bussola va impazzita all�avventura +e il calcolo dei dadi pi� non torna. +Tu non ricordi; altro tempo frastorna + +la tua memoria; un filo s�addipana. +Ne tengo ancora un capo; ma s�allontana +la casa e in cima al tetto la banderuola +affumicata gira senza piet�. +Ne tengo un capo; ma tu resti sola +n� qui respiri nell�oscurit�. +Oh l�orizzonte in fuga, dove s�accende +rara la luce della petroliera! + +Il varco � qui? (Ripullula il frangente ancora sulla balza che scoscende...). +Tu non ricordi la casa di questa mia sera. Ed io non so chi va e chi resta. + +BASSA MAREA +Sere di gridi, quando l�altalena +oscilla nella pergola d�allora +e un oscuro vapore vela appena +la fissit� del mare. + +Non pi� quel tempo. Varcano ora il muro rapidi voli obliqui, la discesa di tutto non s�arresta e si confonde +sulla proda scoscesa anche lo scoglio che ti port� primo sull�onde. +Viene col soffio della primavera un lugubre risucchio d�assorbite esistenze; e nella sera, + +negro vilucchio, solo il tuo ricordo s�attorce e si difende. +S�alza sulle spallette, sul tunnel pi� lunge +dove il treno lentissimo s�imbuca. Una mandria lunare sopraggiunge poi sui colli, invisibile, e li bruca. +STANZE +Ricerco invano il punto onde si mosse +il sangue che ti nutre, interminato +respingersi di cerchi oltre lo spazio +breve dei giorni umani, + +che ti rese presente in uno strazio +d�agonie che non sai, viva in un putre +padule d�astro inabissato; ed ora +� linfa che disegna le tue mani, +ti batte ai polsi inavvertita e il volto +t�infiamma o discolora. +Pur la rete minuta dei tuoi nervi +rammenta un poco questo suo viaggio +e se gli occhi ti scopro li consuma +un fervore coperto da un passaggio +turbinoso di spuma ch�or s�infitta +ora si frange, e tu lo senti ai rombi +delle tempie vanir nella tua vita +come si rompe a volte nel silenzio +d�una piazza assopita +un volo strepitoso di colombi. + +In te converge, ignara, una ragg�ra di fili; e certo alcuno d�essi apparve ad altri: e fu chi abbrivid� la sera percosso da una candida ala in fuga, e fu chi vide vagabonde larve +dove altri scorse fanciullette a sciami, +o scoperse, qual lampo che dirami, +nel sereno una ruga e l�urto delle +leve del mondo apparse da uno strappo +dell�azzurro l�avvolse, lamentoso. + +In te m�appare un�ultima corolla +di cenere leggera che non dura +ma sfioccata precipita. Voluta, + +disvoluta � cos� la tua natura. Tocchi il segno, trav�lichi. Oh il ronz�o dell�arco ch�� scoccato, il solco che ara il flutto e si rinchiude! Ed ora sale l�ultima bolla in su. La dannazione � forse questa vaneggiante amara oscurit� che scende su chi resta. +SOTTO LA PIOGGIA +Un murmure; e la tua casa s�appanna +come nella bruma del ricordo +e lacrima la palma ora che sordo +preme il disfacimento che ritiene nell�afa delle serre anche le nude speranze ed il pensiero che rimorde. +�Por amor de la fiebre�... mi conduce un vortice con te. Raggia vermiglia una tenda, una finestra si rinchiude. Sulla rampa materna ora cammina, guscio d�uovo che va tra la fanghiglia, poca vita tra sbatter d�ombra e luce. + +Strideva Adi�s muchachos, compa�eros de mi vida, il tuo disco dalla corte: e m�� cara la maschera se ancora +di l� dal mulinello della sorte mi rimane il sobbalzo che riporta al tuo sentiero. +Seguo i lucidi strosci e in fondo, a nembi, il fumo strascicato d�una nave. +Si punteggia uno squarcio... +Per te intendo ci� che osa la cicogna quando alzato +il volo dalla cuspide nebbiosa r�miga verso la Citt� del Capo. +PUNTA DEL MESCO +Nel cielo della cava rigato all�alba dal volo dritto delle pernici il fumo delle mine s�inteneriva, +saliva lento le pendici a piombo. Dal rostro del palabotto si capovolsero +le ondine trombettiere silenziose e affondarono rapide tra le spume +che il tuo passo sfiorava. +Vedo il sentiero che percorsi un giorno +come un cane inquieto; lambe il fiotto, +s�inerpica tra i massi e rado strame +a tratti lo scancella. E tutto � uguale. + +Nella ghiaia bagnata s�arrovella +un�eco degli scrosci. Umido brilla +il sole sulle membra affaticate +dei curvi spaccapietre che martellano. + +Polene che risalgono e mi portano +qualche cosa di te. Un tr�pano incide il cuore sulla roccia schianta attorno pi� forte un rombo. Brancolo nel fumo, +ma rivedo: ritornano i tuoi rari gesti e il viso che aggiorna al davanzale, +mi torna la tua infanzia dilaniata dagli spari! +COSTA SAN GIORGIO +Un fuoco fatuo impolvera la strada. +Il gasista si cala gi� e pedala +rapido con la scala su la spalla. + +Risponde un�altra luce e l�ombra attorno sfarfalla, poi ricade. +Lo so, non s�apre il cerchio +e tutto scende o rapido s�inerpica +tra gli archi. I lunghi mesi +son fuggiti cos�: ci resta un gelo + +e un velo scialbo sulla luna. Un d� brillava sui cammini del prodigio El Dorado, e fu lutto fra i tuoi padri. +Ora l�Idolo � qui, sbarrato. Tende +le sue braccia fra i c�rpini: l�oscuro +ne scancella lo sguardo. Senza voce, +disfatto dall�arsura, quasi esanime, +l�Idolo � in croce. + +La sua presenza si diffonde grave. +Nulla ritorna, tutto non veduto +si riforma nel magico fal�. +Non c�� respiro; nulla vale: pi� +non distacca per noi dall�architrave +della stalla il suo lume, Maritornes. + +Tutto � uguale; non ridere: lo so, +lo stridere degli anni fin dal primo, lamentoso, sui cardini, il mattino +un limbo sulla stupida discesa +e in fondo il torchio del nemico muto +che preme... +Se una pendola rintocca +dal chiuso porta il tonfo del fantoccio +ch�� abbattuto. + +L�ESTATE +L�ombra crociata del gheppio pare ignota +ai giovinetti arbusti quando rade fugace. +E la nube che vede? Ha tante facce +la polla schiusa. + + +Forse nel guizzo argenteo della trota +controcorrente torni anche tu al mio piede fanciulla morta Aretusa. +Ecco l��mero acceso, la pepita travolta al sole, +la cavolaia folle, il filo teso +del ragno su la spuma che ribolle + +e qualcosa che va e tropp�altro che +non passer� la cruna... +Occorrono troppe vite per farne una. + +EASTBOURNE +�Dio salvi il Re� intonano le trombe da un padiglione erto su palafitte che aprono il varco al mare quando sale a distruggere peste umide di cavalli nella sabbia +del litorale. +Freddo un vento m�investe +ma un guizzo accende i vetri +e il candore di mica delle rupi +ne risplende. + +Bank Holiday... Riporta l�onda lunga +della mia vita +a striscio, troppo dolce sulla china. +Si fa tardi. I fragori si distendono, +si chiudono in sordina. + +Vanno su sedie a ruote i mutilati, li accompagnano cani dagli orecchi lunghi, bimbi in silenzio o vecchi. (Forse domani tutto parr� un sogno). E vieni +tu pure voce prigioniera, sciolta +anima ch�� smarrita, +voce di sangue, persa e restituita +alla mia sera. +Come lucente muove sui suoi spicchi + +la porta di un albergo +� risponde un�altra e le rivolge un raggio � m�agita un carosello che travolge tutto dentro il suo giro; ed io in ascolto (�mia patria!�) riconosco il tuo respiro, anch�io mi levo e il giorno � troppo folto. +Tutto apparir� vano: anche la forza +che nella sua tenace ganga aggrega +i vivi e i morti, gli alberi e gli scogli +e si svolge da te, per te. La festa +non ha piet�. Rimanda + + il suo scroscio la banda, si dispiega nel primo buio una bont� senz�armi. +Vince il male... La ruota non s�arresta. +Anche tu lo sapevi, luce-in-tenebra. +Nella plaga che brucia, dove sei +scomparsa al primo tocco delle campane, solo rimane l�acre tizzo che gi� fu Bank Holiday. +CORRISPONDENZE +Or che in fondo un miraggio +di vapori vacilla e si disperde, +altro annunzia, tra gli alberi, la squilla +del picchio verde. + +La mano che raggiunge il sottobosco e trapunge la trama del cuore con le punte dello strame, + +� quella che matura incubi d�oro a specchio delle gore quando il carro sonoro di Bassareo riporta folli m�goli di arieti sulle toppe arse dei colli. +Torni anche tu, pastora senza greggi, e siedi sul mio sasso? Ti riconosco; ma non so che leggi oltre i voli che svariano sul passo. + +Lo chiedo invano al piano dove una bruma +�sita tra baleni e spari su sparsi tetti, +alla febbre nascosta dei diretti +nella costa che fuma. + + +BARCHE SULLA MARNA +Felicit� del s�ghero abbandonato alla corrente che stempra attorno i ponti rovesciati e il plenilunio pallido nel sole: barche sul fiume, agili nell�estate +e un murmure stagnante di citt�. +Segui coi remi il prato se il cacciatore +di farfalle vi giunge con la sua rete, +l�alberaia sul muro dove il sangue +del drago si ripete nel cinabro. + +Voci sul fiume, scoppi dalle rive, +o ritmico scandire di piroghe +nel vespero che cola +tra le chiome dei noci, ma dov�� +la lenta processione di stagioni +che fu un�alba infinita e senza strade, +dov�� la lunga attesa e qual � il nome +del vuoto che ci invade. + +Il sogno � questo: un vasto, +interminato giorno che rifonde + +tra gli argini, quasi immobile, il suo bagliore +e ad ogni svolta il buon lavoro dell�uomo, +il domani velato che non fa orrore. +E altro ancora era il sogno, ma il suo riflesso +fermo sull�acqua in fuga, sotto il nido +del pendolino, aereo e inaccessibile, +era silenzio altissimo nel grido + + +concorde del meriggio ed un mattino +pi� lungo era la sera, il gran fermento +era grande riposo. +Qui... il colore +che resiste � del topo che ha saltato +tra i giunchi o col suo spruzzo di metallo +velenoso, lo storno che sparisce +tra i fumi della riva. +Un altro giorno, +ripeti � o che ripeti? E dove porta +questa bocca che br�lica in un getto +solo? +La sera � questa. Ora possiamo + +scendere fino a che s�accenda l�Orsa. (Barche sulla Marna, domenicali, in corsa nel d� della tua festa). + +ELEGIA DI PICO FARNESE +Le pellegrine in sosta che hanno durato tutta la notte la loro litania s�aggiustano gli zendadi sulla testa, spengono i fuochi, risalgono sui carri. Nell�alba triste s�affacciano dai loro +sportelli tagliati negli usci i molli soriani e un cane lionato s�allunga nell�umido orto tra i frutti caduti all�ombra del melangolo. + +Ieri tutto pareva un macero ma stamane pietre di spugna ritornano alla vita +e il cupo sonno si desta nella cucina, dal grande camino giungono lieti rumori. Torna la salmodia appena in volute pi� lievi, + +vento e distanza ne rompono le voci, le ricompongono. +�Isole del santuario, +viaggi di vascelli sospesi, +alza il sudario, +numera i giorni e i mesi +che restano per finire�. + +Strade e scale che salgono a piramide, fitte d�intagli, ragnateli di sasso dove s�aprono oscurit� animate dagli occhi confidenti dei maiali, archivolti tinti di verderame, si svolge a stento il canto dalle ombrelle dei pini, e indugia affievolito nell�indaco che stilla su anfratti, tagli, spicchi di muraglie. + +�Grotte dove scalfito luccica il Pesce, chi sa quale altro segno si perde, perch� non tutta la vita +� in questo sepolcro verde�. +Oh la pigra illusione. Perch� attardarsi qui a questo amore di donne barbute, a un vano farnetico che il ferraio picano quando batte l�incudine curvo sul calor bianco da s� scaccia? Ben altro � l�Amore � e fra gli alberi balena col tuo cruccio +e la tua frangia d�ali, messaggera accigliata! Se urgi fino al midollo i di�speri e nell�acque specchi il piumaggio della tua fronte senza errore +o distruggi le nere cantafavole e vegli +al trapasso dei pochi tra orde d�uomini-capre, +(�collane di nocciuole, zucchero filato a mano sullo spacco del masso miracolato che porta le preci in basso, parole di cera che stilla, parole che il seme del girasole se brilla disperde�) +il tuo splendore � aperto. Ma pi� discreto allora +che dall�androne gelido, il teatro dell�infanzia da anni abbandonato, dalla soffitta tetra di vetri e di astrolabi, dopo una lunga attesa ai balconi dell�edera, un segno ci conduce alla radura brulla dove per noi qualcuno tenta una festa di spari. E qui, se appare inudibile il tuo soccorso, nell�aria prilla il piattello, si rompe ai nostri colpi! Il giorno non chiede pi� di una chiave. +� mite il tempo. Il lampo delle tue vesti � sciolto entro l�umore dell�occhio che rifrange nel suo 60 cristallo altri colori. Dietro di noi, calmo, ignaro del mutamento, da lemure ormai rifatto celeste, +il fanciulletto Anacleto ricarica i fucili. +NUOVE STANZE +Poi che gli ultimi fili di tabacco al tuo gesto si spengono nel piatto di cristallo, al soffitto lenta sale la spirale del fumo che gli alfieri e i cavalli degli scacchi guardano stupefatti; e nuovi anelli +la seguono, pi� mobili di quelli +delle tue dita. + +La morgana che in cielo liberava +torri e ponti � sparita +al primo soffio; s�apre la finestra +non vista e il fumo s�agita. L� in fondo, + +altro stormo si muove: una tregenda +d�uomini che non sa questo tuo incenso, +nella scacchiera di cui puoi tu sola +comporre il senso. + +Il mio dubbio d�un tempo era se forse tu stessa ignori il giuoco che si svolge sul quadrato e ora � nembo alle tue porte: foll�a di morte non si placa a poco +prezzo, se poco � il lampo del tuo sguardo, +ma domanda altri fuochi, oltre le fitte +cortine che per te fomenta il dio +del caso, quando assiste. + +Oggi so ci� che vuoi; batte il suo fioco +tocco la Martinella ed impaura + +le sagome d�avorio in una luce spettrale di nevaio. Ma resiste e vince il premio della solitaria veglia chi pu� con te allo specchio ustorio +che accieca le pedine opporre i tuoi occhi d�acciaio. +IL RITORNO +Bocca di Magra +Ecco bruma e libeccio sulle dune +sabbiose che lingueggiano + + +e l� celato dall�incerto lembo +o alzato dal va-e-vieni delle spume il barcaiolo Duilio che traversa in lotta sui suoi remi; ecco il pimento dei pini che pi� terso si dilata tra pioppi e saliceti, e pompe a vento battere le pale e il viottolo che segue l�onde dentro +la fiumana terrosa +funghire velenoso d�ovuli; ecco ancora quelle scale a chiocciola, slabbrate, che s�avvitano fin oltre la veranda +in un gelo policromo d�ogive, +eccole che t�ascoltano, le nostre vecchie scale, +e vibrano al ronz�o +allora che dal cofano tu rid�sti leggera +voce di sarabanda + +o quando Erinni fredde ventano angui +d�inferno e sulle rive una bufera +di strida s�allontana; ed ecco il sole + +che chiude la sua corsa, che s�offusca ai margini del canto � ecco il tuo morso +oscuro di tarantola: son pronto. +PALIO +La tua fuga non s�� dunque perduta +in un giro di trottola +al margine della strada: + +le sue spire fin qui, +nella purpurea buca +dove un tumulto d�anime saluta +le insegne di Liocorno e di Tartuca. + +Il lancio dei vessilli non ti muta nel volto; troppa vampa ha consumati +gl�indizi che scorgesti; ultimi annunzi +quest�odore di ragia e di tempesta imminente e quel tiepido stillare delle nubi strappate, tardo saluto in gloria di una sorte +che sfugge anche al destino. Dalla torre cade un suono di bronzo: la sfilata prosegue fra tamburi che ribattono a gloria di contrade. + +� strano: tu +che guardi la sommossa vastit�, +i mattoni incupiti, la malcerta +mongolfiera di carta che si spicca +dai fantasmi animati sul quadrante +dell�immenso orologio, l�arpeggiante +volteggio degli sciami e lo stupore +che invade la conchiglia +del Campo, tu ritieni + +tra le dita il sigillo imperioso ch�io credevo smarrito e la luce di prima si diffonde +sulle teste e le sbianca dei suoi gigli. +Torna un�eco di l�: �c�era una volta...� (rammenta la preghiera che dal buio ti giunse una mattina) + �non un reame, ma l�esile +traccia di filigrana che senza lasciarvi segno i nostri passi sfioravano. +Sotto la volta diaccia grava ora un sonno di sasso, +la voce dalla cantina nessuno ascolta, o sei te. +La sbarra in croce non scande la luce per chi s�� smarrito, la morte non ha altra voce + +di quella che spande la vita�, +ma un�altra voce qui fuga l�orrore del prigione e per lei quel ritornello non vale il ghirigoro d�aste avvolte (Oca e Giraffa) che s�incrociano alte +e ricadono in fiamme. Geme il palco al passaggio dei brocchi salutati da un urlo solo. � un volo! E tu dimentica! +Dimentica la morte +toto coelo raggiunta e l�ergotante +balbuzie dei dannati! C�era il giorno +dei viventi, lo vedi, e pare immobile +nell�acqua del rubino che si popola +di immagini. Il presente s�allontana +ed il traguardo � l�: fuor della selva +dei gonfaloni, su lo scampan�o +del cielo irrefrenato, oltre lo sguardo +dell�uomo � e tu lo fissi. Cos� alzati, +finch� spunti la trottola il suo perno ma il solco resti inciso. Poi, nient�altro. +NOTIZIE DALL�AMIATA +I. +Il fuoco d�artifizio del maltempo sar� murmure d�arnie a tarda sera. +1 + +La stanza ha travature tarlate ed un sentore di meloni penetra dall�assito. Le fumate morbide che risalgono una valle d�elfi e di funghi fino al cono diafano della cima m�intorbidano i vetri, e ti scrivo di qui, da questo tavolo remoto, dalla cellula di miele di una sfera lanciata nello spazio � e le gabbie coperte, il focolare dove i marroni esplodono, le vene di salnitro e di muffa sono il quadro dove tra poco romperai. La vita +che t�aff�bula � ancora troppo breve se ti contiene! Schiude la tua icona +il fondo luminoso. Fuori piove. +II. +E tu seguissi le fragili architetture annerite dal tempo e dal carbone, i cortili quadrati che hanno nel mezzo il pozzo profondissimo; tu seguissi il volo infagottato degli uccelli notturni e in fondo al borro l�allucciol�o della Galassia, la fascia d�ogni tormento. +Ma il passo che risuona a lungo nell�oscuro +� di chi va solitario e altro non vede +che questo cadere di archi, di ombre e di pieghe. +Le stelle hanno trapunti troppo sottili, +l�occhio del campanile � fermo sulle due ore, +i rampicanti anch�essi sono un�ascesa +di tenebre ed il loro profumo duole amaro. +Ritorna domani pi� freddo, vento del nord, + +spezza le antiche mani dell�arenaria, +sconvolgi i libri d�ore nei solai, +e tutto sia lente tranquilla, dominio, prigione +del senso che non dispera! Ritorna pi� forte +vento di settentrione che rendi care +le catene e suggelli le spore del possibile! + +Son troppo strette le strade, gli asini neri +che zoccolano in fila d�nno scintille, +dal picco nascosto rispondono vampate di magnesio. +Oh il gocciol�o che scende a rilento +dalle casipole buie, il tempo fatto acqua, +il lungo colloquio coi poveri morti, la cenere, il vento, +il vento che tarda, la morte, la morte che vive! + +III. +Questa rissa cristiana che non ha se non parole d�ombra e di lamento che ti porta di me? Meno di quanto t�ha rapito la gora che s�interra dolce nella sua chiusa di cemento. +Una ruota di mola, un vecchio tronco, +confini ultimi al mondo. Si disf� +un cumulo di strame: e tardi usciti +a unire la mia veglia al tuo profondo +sonno che li riceve, i porcospini +s�abbeverano a un filo di piet�. +