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Considerato un parallelogramma $ABCD$, le rette parallele ai lati passanti per un punto interno $P$ intersecano i lati in $A'$, $B'$, $C'$ e $D'$, come in figura. I perimetri (in metri) dei parallelogrammi $D'AA'P$, $C'DD'P$ e $B'CC'P$ sono quelli indicati in figura. Quanti metri misura il perimetro del parallelogramma $A'BB'P$? (image)[image-0.jpg]
[]
A
[ "(A) 24", "(B) 22", "(C) 26", "(D) 28", "(E) 27" ]
yes
italian
high
math
math
2022
[ "image-0.jpg" ]
null
Nel triangolo acutangolo $ABC$, i lati $AB$ e $BC$ misurano 17 m e 25 m, l'altezza $BH$ misura 15 m. Consideriamo il triangolo $A'B'C'$, contenuto in $ABC$, i cui lati sono paralleli a quelli di $ABC$ e si trovano a 2 m di distanza da questi. Quanti m^2 misura l'area di $A'B'C'$? (image)[image-1.jpg]
[]
B
[ "(A) 315/2", "(B) 280/3", "(C) 140", "(D) 105", "(E) 126" ]
yes
italian
high
math
math
2022
[ "image-1.jpg" ]
null
Nel mese di Settembre 2010 ci sono stati più giorni di pioggia che nel mese di Settembre 2011
[ "Osserva il grafico che riporta alcuni dati raccolti dalla stazione meteorologica di Udine. \n(image)[image-2.png]", "Sulla base dei dati riportati nel grafico indica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
A
[ "A. V", "B. F" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-2.png" ]
null
Nel periodo 2001-2011, Aprile è stato il mese con il maggior numero medio di giorni di pioggia
[ "Osserva il grafico che riporta alcuni dati raccolti dalla stazione meteorologica di Udine. \n(image)[image-2.png]", "Sulla base dei dati riportati nel grafico indica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
B
[ "A. V", "B. F" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-2.png" ]
null
Nel 2010, Giugno è stato il mese con il minor numero di giorni di pioggia
[ "Osserva il grafico che riporta alcuni dati raccolti dalla stazione meteorologica di Udine. \n(image)[image-2.png]", "Sulla base dei dati riportati nel grafico indica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
A
[ "A. V", "B. F" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-2.png" ]
null
Nei mesi di Maggio e Giugno 2010 sono caduti complessivamente circa 500 mm di pioggia
[ "Osserva il grafico che riporta alcuni dati raccolti dalla stazione meteorologica di Udine. \n(image)[image-2.png]", "La figura seguente mostra la precipitazione mensile <u>cumulata</u> del 2010 e del 2011. Per esempio, come si vede, a Udine, nel 2010, dall'inizio dell'anno fino ad Aprile sono caduti all'incirca 400 mm di pioggia. \n(image)[image-3.png]\nSulla base dei dati rappresentati in figura, indica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
A
[ "A. V", "B. F" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-2.png", "image-3.png" ]
null
Da Aprile in poi la precipitazione mensile cumulata del 2010 è stata maggiore della precipitazione mensile cumulata del 2011
[ "Osserva il grafico che riporta alcuni dati raccolti dalla stazione meteorologica di Udine. \n(image)[image-2.png]", "La figura seguente mostra la precipitazione mensile <u>cumulata</u> del 2010 e del 2011. Per esempio, come si vede, a Udine, nel 2010, dall'inizio dell'anno fino ad Aprile sono caduti all'incirca 400 mm di pioggia. \n(image)[image-3.png]\nSulla base dei dati rappresentati in figura, indica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
A
[ "A. V", "B. F" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-2.png", "image-3.png" ]
null
Sia nel 2010 sia nel 2011, a partire da Gennaio ogni mese è piovuto sempre di più fino ad avere un massimo di precipitazioni in Dicembre
[ "Osserva il grafico che riporta alcuni dati raccolti dalla stazione meteorologica di Udine. \n(image)[image-2.png]", "La figura seguente mostra la precipitazione mensile <u>cumulata</u> del 2010 e del 2011. Per esempio, come si vede, a Udine, nel 2010, dall'inizio dell'anno fino ad Aprile sono caduti all'incirca 400 mm di pioggia. \n(image)[image-3.png]\nSulla base dei dati rappresentati in figura, indica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
B
[ "A. V", "B. F" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-2.png", "image-3.png" ]
null
Un capitano vede dalla sua nave che il faro A sulla costa si trova esattamente in direzione Nord-Est (NE), mentre il Faro B si trova esattamente in direzione Est (E). Se il lato di ogni quadretto della mappa corrisponde a 1 miglio nautico, qual è la distanza del faro A dall'Isola Rotonda? (image)[image-4.png]
[]
C
[ "A. 13 miglia nautiche", "B. Dalle 9 alle 10 miglia nautiche", "C. Dalle 10 alle 11 miglia nautiche", "D. 12 miglia nautiche" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-4.png" ]
null
Per frequentare una palestra Paolo deve pagare quest'anno una quota fissa di 60 euro e 5 euro per ogni ingresso. Quale fra i seguenti grafici descrive il costo C (in euro) della palestra in funzione del numero n di ingressi? (image)[image-5.png]
[]
D
[ "A. Grafico 1", "B. Grafico 2", "C. Grafico 3", "D. Grafico 4" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-5.png" ]
null
La differenza fra la frequenza massima e la frequenza minima a 70 anni è maggiore di quella a 20 anni
[ "Le persone, durante le attività sportive, non dovrebbero superare una determinata frequenza del battito cardiaco, frequenza che varia in funzione dell'età. Il numero massimo di battiti al minuto che non dovrebbe essere superato (frequenza cardiaca massima consigliata) si può calcolare sottraendo a 220 l'età x del soggetto. Inoltre, affinché un allenamento in palestra sia efficace, il numero dei battiti y dovrebbe essere mantenuto in un intervallo compreso tra il 70% e il 90% della frequenza cardiaca massima consigliata.", "Sul seguente diagramma cartesiano sono rappresentate, in funzione dell'età (x), le frequenze cardiache (F) massima e minima entro le quali si ha un allenamento efficace per soggetti che hanno un'età compresa tra 20 e 70 anni. \n(image)[image-6.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
B
[ "A. V", "B. F" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-6.png" ]
null
A vent'anni un allenamento è efficace quando la frequenza cardiaca si mantiene all'incirca tra 140 e 180 battiti al minuto
[ "Le persone, durante le attività sportive, non dovrebbero superare una determinata frequenza del battito cardiaco, frequenza che varia in funzione dell'età. Il numero massimo di battiti al minuto che non dovrebbe essere superato (frequenza cardiaca massima consigliata) si può calcolare sottraendo a 220 l'età x del soggetto. Inoltre, affinché un allenamento in palestra sia efficace, il numero dei battiti y dovrebbe essere mantenuto in un intervallo compreso tra il 70% e il 90% della frequenza cardiaca massima consigliata.", "Sul seguente diagramma cartesiano sono rappresentate, in funzione dell'età (x), le frequenze cardiache (F) massima e minima entro le quali si ha un allenamento efficace per soggetti che hanno un'età compresa tra 20 e 70 anni. \n(image)[image-6.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
A
[ "A. V", "B. F" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-6.png" ]
null
Perché un allenamento sia efficace, chi ha 70 anni non deve superare la frequenza cardiaca di circa 120 battiti al minuto
[ "Le persone, durante le attività sportive, non dovrebbero superare una determinata frequenza del battito cardiaco, frequenza che varia in funzione dell'età. Il numero massimo di battiti al minuto che non dovrebbe essere superato (frequenza cardiaca massima consigliata) si può calcolare sottraendo a 220 l'età x del soggetto. Inoltre, affinché un allenamento in palestra sia efficace, il numero dei battiti y dovrebbe essere mantenuto in un intervallo compreso tra il 70% e il 90% della frequenza cardiaca massima consigliata.", "Sul seguente diagramma cartesiano sono rappresentate, in funzione dell'età (x), le frequenze cardiache (F) massima e minima entro le quali si ha un allenamento efficace per soggetti che hanno un'età compresa tra 20 e 70 anni. \n(image)[image-6.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
B
[ "A. V", "B. F" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-6.png" ]
null
Si è costruita la figura che vedi inserendo nel quadrato più grande un secondo quadrato i cui vertici sono i punti medi dei lati del primo. Si è ripetuta la stessa procedura, inserendo altri due quadrati. Se la superficie del quadrato più grande misura 64 cm2 , quanto misura il lato del quadrato più piccolo? (image)[image-7.png]
[]
B
[ "A. 2 cm", "B. $ 2\\sqrt{2}$ cm", "C. 4 cm", "D. $ 4\\sqrt{2}$ cm" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-7.png" ]
null
AD è anche l'altezza relativa al lato BC
[ "Il triangolo ABC è isoscele sulla base AB. L'angolo in C è la metà dell'angolo in B e AD è la bisettrice dell'angolo BÂC. \n(image)[image-8.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
B
[ "A. V", "B. F" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-8.png" ]
null
L'angolo in B misura 72°
[ "Il triangolo ABC è isoscele sulla base AB. L'angolo in C è la metà dell'angolo in B e AD è la bisettrice dell'angolo BÂC. \n(image)[image-8.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
A
[ "A. V", "B. F" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-8.png" ]
null
L'area del triangolo ADC è il doppio dell'area del triangolo ABD
[ "Il triangolo ABC è isoscele sulla base AB. L'angolo in C è la metà dell'angolo in B e AD è la bisettrice dell'angolo BÂC. \n(image)[image-8.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
B
[ "A. V", "B. F" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-8.png" ]
null
AD : AC = BD : AB
[ "Il triangolo ABC è isoscele sulla base AB. L'angolo in C è la metà dell'angolo in B e AD è la bisettrice dell'angolo BÂC. \n(image)[image-8.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
A
[ "A. V", "B. F" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-8.png" ]
null
"Prato fiorito" è un gioco per computer che si gioca su una scacchiera. Cliccando sui riquadri della scacchiera, a volte si può scoprire un fiore nascosto. Per esempio, nella scacchiera di 9×9 riquadri rappresentata in figura sono nascosti 10 fiori. (image)[image-9.png] Qual è la probabilità di scoprire al primo tentativo un fiore nella scacchiera rappresentata in figura?
[]
D
[ "A. 1/9", "B. 1/81", "C. 10/80", "D. 10/81" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-9.png" ]
null
Osserva la seguente figura. (image)[image-10.png] Il triangolo A'B'C' è stato ottenuto dal triangolo ABC attraverso
[]
D
[ "A. una simmetria di centro (0;3)", "B. una rotazione antioraria di centro (0;0) e ampiezza 90°", "C. una simmetria assiale rispetto all'asse y", "D. una rotazione antioraria di centro (1;1) e ampiezza 90°" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-10.png" ]
null
Il seguente grafico rappresenta le posizioni assunte da un corpo in funzione del tempo. La posizione s è espressa in chilometri (km) e il tempo t in ore (h). (image)[image-11.png] Quale fra le seguenti è una corretta descrizione del movimento del corpo?
[]
D
[ "A. Si muove con velocità costante per 2 ore, poi si ferma per 6 ore e infine riparte con una velocità maggiore di quella con cui si è mosso nelle prime 2 ore", "B. Si muove con velocità costante per 2 ore, poi si ferma per 4 ore e infine riparte con una velocità minore di quella con cui si è mosso nelle prime 2 ore", "C. Si muove con velocità costante per 2 ore, poi si ferma per 6 ore e infine riparte con una velocità minore di quella con cui si è mosso nelle prime 2 ore", "D. Si muove con velocità costante per 2 ore, poi si ferma per 4 ore e infine riparte con una velocità maggiore di quella con cui si è mosso nelle prime 2 ore" ]
yes
italian
high
math
math
2014
[ "image-11.png" ]
null
Dopo aver letto questo racconto quattro ragazzi dicono quello che hanno capito. Chi di loro tiene conto dell'<u> intero racconto</u> e dimostra di averlo compreso?
[ "Gli occhiali musicali\n-1-\nAlessandro non amava il solfeggio, e addirittura confondeva le note: do re mi\nsal fo li so da. Che pasticci! Il suo violino strideva: criiiiiiiiiii-ing!\n-È un tormento! - diceva Alessandro. \n-Faresti meglio a comprarti un paio di occhiali! - sogghignava il maestro di\n(riga 5) musica. \nE così Alessandro si comprò gli occhiali. \nIl venditore di occhiali musicali era un vecchio cinese curvo e grinzoso; non\nfaceva che ridere con aria beffarda, stropicciandosi le mani: \n-Ih-ih-ih! So bene che cosa ti occorre! Eccoti degli occhiali per leggere il tuo \n(riga 10) metodo di solfeggio!\n-2-\nErano occhiali prodigiosi. Più nessun bisogno di studiare. \nAlessandro inforcava gli occhiali e suonava tutto lo spartito senza sforzo. \n-Che progressi! - esclamò il maestro di musica. - Mai visto niente di simile! \nAlessandro tornò a casa tutto compiaciuto e ripose il violino in un angolo. Non\n(riga 15) valeva più la pena di affaticarsi. Ma il mercoledì seguente, che disastro!\nAperto il «Metodo di violino», Alessandro inforcò gli occhiali, sollevò l'archetto, \ne...non riusciva a leggere l'esercizio!\n-Che aspetti per cominciare? - chiese il maestro, impaziente. \n-Eeeh .... lo ...Glub\tNon so\t-farfugliò penosamente Alessandro. \n(riga 20) Ripose il violino nell'astuccio, richiuse il «Metodo»; e allora capì che cos'era \nsuccesso! Aveva comprato degli occhiali per il metodo numero uno, e invece \nera il numero due quello che avrebbe dovuto decifrare: si era sbagliato!\nE allora?\n-È vero - disse il vecchio venditore di occhiali sfregandosi le mani. - Per ogni\n(riga 25) singolo metodo esistono occhiali particolari. Bisogna cambiare occhiali ogni volta\nche cambi metodo!\n-È un tormento! - gemeva Alessandro. \nComprò un secondo paio di occhiali. \n-3-\n- Sono contento di te, - dichiarò il maestro di musica - potresti studiarmi questo\n(riga 30) pezzo di Bach per la settimana prossima?\nEra una partitura difficile. Corse dal vecchio cinese, che lo rassicurò. Ma sì, \nvendeva anche gli occhiali per suonare quel pezzo di Bach. \nAlessandro comprò gli occhiali. E nelle settimane che seguirono, comprò altri \nocchiali per suonare pezzi di Mozart, Beethoven e perfino Esposito-Brambilla. \n(riga 35) Dicevano che era dotato, che leggeva a meraviglia i pezzi più arzigogolati. \nUn bel giorno il maestro di musica annunciò: \n-Daremo un concerto. \n-Eeeh.... lo\tGlub...No grazie...- farfugliò Alessandro. \nSi vergognava, aveva paura; però possedeva una cinquantina di paia di occhiali\n(riga 40) musicali. \nIl concerto fu un successo. Alessandro venne invitato a suonare alla radio, alla\ntelevisione, la sua fotografia era sul giornale. Ma ora possedeva quasi trecento\npaia di occhiali. (Gli succedeva d'altronde di comprare dei pezzi di musica che il \nmaestro non gli aveva chiesto: li suonava a casa, per suo piacere personale. )\n(riga 45)-Ih-ih-ih! Cominci ad amare la musica! - ridacchiava il vecchio cinese, \nsfregandosi le mani. \nAlessandro non rispondeva. Di nascosto, aveva cercato di leggere dei pezzi di \nmusica senza occhiali. Un disastro! Le note si confondevano come prima. Do rol \nma fi sa lo si da! Saltabeccavano sugli spartiti come migliaia di pulci! Si \n(riga 50) nascondevano dietro le stanghette delle battute come tante pecore quando \nsaltano le staccionate! Erano bianche, nere, di tanti colori! E c'erano pause \ndappertutto, ma le pause più angosciose erano quelle di Alessandro! - È un \ntormentooooo! - piagnucolava. Aveva una gran voglia di essere smascherato!\n-4-\nUn giorno che era a scuola, successe il disastro. La sua mamma, nel fare le \n(riga 55) grandi pulizie, scoprì la collezione di occhiali. \nLi prese per degli stupidi gadget e buttò ogni cosa nella spazzatura! Al suo \nritorno, Alessandro non trovò più niente. Si mise a piangere, a gridare, a \npestare i piedi. - È un tormentoeeee! - urlava. Alessandro corse dal venditore \ndi occhiali. \n(riga 60) Ma il vecchio cinese gli spiegò, sfregandosi le mani, che non possedeva duplicati \ndei famosi occhiali musicali. \nPoverino! Come confessare al maestro di musica, ai genitori, ai compagni, agli \nammiratori e alle ammiratrici di essere un imbroglione!\nTornò a casa e si mise a letto per farsi credere malato. Pensa e ripensa.... Di \n(riga 65) colpo balzò giù dal letto e tornò dal venditore di occhiali: \n-Voglio imparare i vecchi pezzi ! - gli disse. \n-Può lasciarmi esercitare qui da lei, in segreto?\nIl cinese si sfregò le mani con un sorriso largo così, perché era proprio \nquello che aveva sperato. \n-5-\n(riga 70) Per settimane, per mesi, a mezzogiorno e alla sera, Alessandro prese la strada \ndel piccolo negozio invece di andare a giocare con gli amici. E un po' alla volta \nimparò il solfeggio. Do re mi fa sol la si do. Facile. Imparò la chiave di sol, la \nchiave di fa, la chiave di do e tutto il resto del mazzo di chiavi. Un giorno, \nsuonando i vecchi pezzi, riuscì a far cantare il violino. Allora, la pigrizia (o \n(riga 75) l'abitudine) lo riprese: \n-Per il prossimo pezzo mi comprerò un paio di occhiali. \nIl venditore glieli procurò sfregandosi le mani con aria sorniona. Alessandro \ninforcò gli occhiali e suonò il pezzo senza errori. Era contento. Ma il vecchio \nscoppiò a ridere riprendendosi i famosi occhiali, ih-ih-ih. Passò le dita nei fori: \n(riga 80) erano occhiali senza lenti!\n-Ma allora...? Che significa tutto questo?\n-Significa - ridacchiò il venditore - che ora conosci la musica e non hai più\nbisogno di occhiali! Alessandro aggrottò le sopracciglia, «È ancora un \ntormento» pensò. Ma sollevò l'archetto e suonò di nuovo il pezzo senza \n(riga 85) occhiali. Quando \nebbe terminato, senza una sola nota falsa, restò un momento in silenzio con l'archetto in aria. \nEra commosso. \n\n(Tratto e adattato da: Y. Rivais, Calma e sangue freddo!, Trieste, EMME EDIZIONI, 1993)" ]
A
[ "(A) (image)[image-12.jpg]", "(B) (image)[image-13.jpg]", "(C) (image)[image-14.jpg]", "(D) (image)[image-15.jpg]" ]
yes
italian
low
italian
language
2018
[ "image-12.jpg", "image-13.jpg", "image-14.jpg", "image-15.jpg" ]
null
Leggi la frase che segue: "L'astronauta, dopo aver compiuto il suo primo viaggio, ha dichiarato che il viaggio è stato veramente emozionante. " Nella frase che hai letto, "astronauta" è un nome di persona di genere maschile o femminile? Quattro bambini hanno risposto alla domanda in modo diverso: chi ha ragione?
[]
C
[ "(A) (image)[image-16.jpg]", "(B) (image)[image-17.jpg]", "(C) (image)[image-18.jpg]", "(D) (image)[image-19.jpg]" ]
yes
italian
low
italian
language
2018
[ "image-16.jpg", "image-17.jpg", "image-18.jpg", "image-19.jpg" ]
null
Che cosa accade la sera dell'open day nella palestra della scuola di Alec?
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)" ]
D
[ "(A) Gruppi di ragazzi partecipano a giochi e gare di fronte ai genitori", "(B) Gruppi di ragazzi fanno vedere ai genitori le ricerche svolte nella biblioteca scolastica", "(C) Gruppi di ragazzi si esibiscono nello spettacolo di fine anno di fronte ai genitori", "(D) Gruppi di ragazzi illustrano ai genitori le attività svolte a scuola durante il pomeriggio" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-20.jpg" ]
null
Nella prima parte del testo (da riga 1 a 32) l'autore dà molte informazioni su come si sente Alec all'inizio della sera dell'open day. Come si sente Alec?
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)" ]
B
[ "(A) È tranquillo e a suo agio perché conosce tutti nella scuola", "(B) È in ansia per il compito che deve svolgere", "(C) È eccitato per la presenza di tanti genitori", "(D) Si annoia perché deve aspettare a lungo prima di parlare" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-20.jpg" ]
null
Di seguito trovi quattro frasi prese dal testo. Quale frase contiene un'informazione che aiuta a capire <u>il motivo</u> dello stato d'animo di Alec la sera dell'open day?
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)" ]
C
[ "(A) \"Alec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli rivolgevano la parola, sorrideva qua e là\"", "(B) \"Alec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il 'Club dei perdenti', che sarebbe stato l'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni\"", "(C) \"Alec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque cosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente\"", "(D) \"La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello diciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio\"" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-20.jpg" ]
null
Da riga 15 a riga 22 l'autore racconta come i gruppi che precedono quello di Alec espongono i loro lavori e ricevono applausi. A che cosa serve questa parte nel racconto?
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)" ]
A
[ "(A) A evidenziare il contrasto tra la disinvoltura degli altri gruppi e il disagio di Alec", "(B) A far capire che a volte i genitori applaudono anche quando non dovrebbero", "(C) A mettere in evidenza la partecipazione dei genitori alle iniziative della scuola di Alec", "(D) A introdurre altri personaggi che interagiscono con Alec la sera dell'open day" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-20.jpg" ]
null
"Si mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il nostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla." (righe 33-35) Perché quando Alec dice il nome del Club si sente una risatina di imbarazzo tra il pubblico?
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)" ]
B
[ "(A) Il pubblico pensa che con quel nome i ragazzi stiano facendo uno scherzo divertente", "(B) Al pubblico sembra strano che i ragazzi abbiano scelto un nome che richiama un'idea di sconfitta", "(C) Il pubblico non approva che il gruppo di Alec abbia scelto un nome che può offendere chi assiste alla presentazione", "(D) Nel pubblico, il nome scelto dal gruppo di Alec suscita simpatia e ammirazione" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-20.jpg" ]
null
In che cosa consiste la presentazione che Alec fa dell'attività del Club dei perdenti?
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)" ]
C
[ "(A) Nel distribuire al pubblico le copertine dei libri letti durante l'anno da tutti i membri del Club", "(B) Nel lanciare in aria fotocopie di pagine di libri, ricoprendo il pavimento di tutta la palestra", "(C) Nel correre tirandosi dietro strisce di copertine di libri attaccate tra loro, creando una scena spettacolare", "(D) Nel mostrare alcuni libri costruiti in modo creativo da Alec e dai suoi compagni nel corso dell'anno" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-20.jpg" ]
null
apprezzano come Alec ha valorizzato il loro lavoro
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)", "Quando Alec fa la sua presentazione, gli altri ragazzi del Club scoppiano a ridere e lo imitano. Per quale motivo scoppiano a ridere e lo imitano? \nMetti una crocetta per ogni riga.\nI ragazzi…" ]
A
[ "(A) Vero", "(B) Falso" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-20.jpg" ]
null
hanno voglia di sfogarsi e di muoversi
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)", "Quando Alec fa la sua presentazione, gli altri ragazzi del Club scoppiano a ridere e lo imitano. Per quale motivo scoppiano a ridere e lo imitano? \nMetti una crocetta per ogni riga.\nI ragazzi…" ]
B
[ "(A) Vero", "(B) Falso" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-20.jpg" ]
null
riconoscono che quella di Alec è un'idea originale
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)", "Quando Alec fa la sua presentazione, gli altri ragazzi del Club scoppiano a ridere e lo imitano. Per quale motivo scoppiano a ridere e lo imitano? \nMetti una crocetta per ogni riga.\nI ragazzi…" ]
A
[ "(A) Vero", "(B) Falso" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-20.jpg" ]
null
vogliono fare ridere il pubblico
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)", "Quando Alec fa la sua presentazione, gli altri ragazzi del Club scoppiano a ridere e lo imitano. Per quale motivo scoppiano a ridere e lo imitano? \nMetti una crocetta per ogni riga.\nI ragazzi…" ]
B
[ "(A) Vero", "(B) Falso" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-20.jpg" ]
null
Quale risultato produce la presentazione fatta da Alec e dal suo gruppo, quando i ragazzi si fermano?
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)" ]
C
[ "(A) Crea una grande confusione tra i genitori e permette ai ragazzi di infrangere le regole scolastiche", "(B) Crea un momento di silenzio e di imbarazzo negli altri gruppi di ragazzi e nei genitori", "(C) Crea un'occasione di comunicazione e di condivisione con gli altri ragazzi e i genitori", "(D) Crea una situazione comica in cui ragazzi e genitori non riescono a trattenere le risate" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-20.jpg" ]
null
Che cosa intende dire Alec con la frase "Ci perdiamo nei libri per ore e ore"? (riga 64)
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)" ]
D
[ "(A) Non troviamo mai le pagine che ci interessano anche se le cerchiamo a lungo", "(B) Ci mettiamo molto tempo a ritrovare il punto dove avevamo interrotto la lettura", "(C) Passiamo così tante ore a studiare che non abbiamo più tempo per noi", "(D) Ci immergiamo nella lettura dimenticando dove siamo e il tempo che passa" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-20.jpg" ]
null
"Quando torniamo, portiamo con noi un sacco di roba interessante" (righe 65-66). Con questa affermazione Alec vuole dire che lui e i suoi amici
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)" ]
A
[ "(A) dopo aver letto si ritrovano arricchiti di nuove idee, emozioni e conoscenze", "(B) quando tornano dalla biblioteca sono sempre carichi di libri affascinanti", "(C) quando escono da scuola si scambiano materiale utile per lo studio", "(D) dopo aver studiato sono più interessati anche a quello che succede intorno" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-20.jpg" ]
null
Alec pensa " <u>questo</u> è meglio del più bel libro che abbia mai letto!" (riga 74) riferendosi a qualcosa che ha raccontato. Come si può sintetizzare ciò che intende Alec con la parola "questo"? "Questo" è tutto quello che…
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)" ]
C
[ "(A) Alec sta leggendo in un libro affascinante", "(B) i vari gruppi hanno fatto durante le loro presentazioni", "(C) Alec vive dopo essersi lanciato nella presentazione", "(D) il pubblico dice e fa durante la sera dell'open day" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-20.jpg" ]
null
serve a far passare il tempo quando non si ha altro da fare
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)", "Dopo aver letto l'intero racconto si capisce che cosa pensano della lettura i membri del Club dei perdenti. Indica quali potrebbero essere i loro pensieri e quali no. \n<i>Metti una crocetta per ogni riga.</i>\nLa lettura…" ]
B
[ "(A) Sì", "(B) No" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-20.jpg" ]
null
è l'attività ideale per chi non ha fantasia
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)", "Dopo aver letto l'intero racconto si capisce che cosa pensano della lettura i membri del Club dei perdenti. Indica quali potrebbero essere i loro pensieri e quali no. \n<i>Metti una crocetta per ogni riga.</i>\nLa lettura…" ]
B
[ "(A) Sì", "(B) No" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-20.jpg" ]
null
permette di entrare in mondi nuovi e sconosciuti
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)", "Dopo aver letto l'intero racconto si capisce che cosa pensano della lettura i membri del Club dei perdenti. Indica quali potrebbero essere i loro pensieri e quali no. \n<i>Metti una crocetta per ogni riga.</i>\nLa lettura…" ]
A
[ "(A) Sì", "(B) No" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-20.jpg" ]
null
dà nuove conoscenze e rende più sicuri
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)", "Dopo aver letto l'intero racconto si capisce che cosa pensano della lettura i membri del Club dei perdenti. Indica quali potrebbero essere i loro pensieri e quali no. \n<i>Metti una crocetta per ogni riga.</i>\nLa lettura…" ]
A
[ "(A) Sì", "(B) No" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-20.jpg" ]
null
Dopo aver letto l'intero racconto come si può completare il titolo? IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO...
[ "IL LIBRO PIÙ BELLO DEL MONDO\n\nEra la sera dell'open day. \nAlec si trascinava da un'aula all'altra, si sedeva, si alzava, rispondeva se gli \nrivolgevano la parola, sorrideva qua e là. Ma non sentiva quasi niente, non si \nrendeva conto di niente se non di quanto era arida la sua bocca e di quante volte \n(riga 5) doveva deglutire. E più si avvicinavano le otto, peggio si sentiva. \nLa preside fece un annuncio all'altoparlante: «Vi invitiamo a recarvi in palestra \nper una breve presentazione del Programma di Attività Pomeridiane». \nAlec notò con piacere che molti genitori e molti ragazzi andavano verso l'uscita. \nCiò nonostante, il corridoio che portava in palestra era affollatissimo. \n(riga 10) Alle otto e un quarto la Preside fece un breve discorso di benvenuto. Poi disse:\n«E ora ogni gruppo dirà qualcosa su come passa il pomeriggio». \nAlec si avvicinò al tavolo del suo gruppo, il \"Club dei perdenti\", che sarebbe stato \nl'ultimo a fare la presentazione; si asciugò le mani sui pantaloni, ma quelle \ncontinuavano a sudare. \n(riga 15) I ragazzi del gruppo degli scacchi parlarono a turno delle mosse che avevano\nimparato, una delle ragazze del Club dell'origami raccontò un po' di storia \ndell'origami. \nAlec deglutì più volte. Da un momento all'altro sarebbe arrivato il suo turno. \nUn ragazzo e una ragazza del Club di robotica illustrarono i diversi tipi di circuiti \n(riga 20) elettronici che avevano usato. I ragazzi del Lego mostrarono un castello che \navevano progettato e costruito. Il Club di cinese aveva organizzato una piccola \nrecita. Tutti ricevettero applausi. \nAlec si ritrovò a sperare in un terremoto, o in un allarme antincendio, qualunque \ncosa pur di non alzarsi e parlare davanti a tutta quella gente. Ma non poté fare \n(riga 25) altro. \nA un suo cenno, fu tirato fuori un carrello da uno dei ripostigli e fu portato \naccanto al tavolo. La palestra rimase in silenzio mentre Alec prendeva dal carrello \ndiciotto scatole di plastica, ciascuna con il suo coperchio. \nSu ciascuna scatola era scritto il nome di uno dei membri del suo club e Alec le \n(riga 30) dispose davanti ai legittimi proprietari: nessuno dei membri del club sapeva che \ncosa stava per fare. Alec cercò di sorridere, ma era talmente nervoso che gli \nvenne fuori un ghigno da scimpanzé. \nSi mise davanti al tavolo e si rivolse alla folla. «Mi chiamo Alec Spencer e... il \nnostro gruppo ha diciotto membri e si chiama Club dei perdenti». \n(riga 35) Quando lo disse, una risatina imbarazzata echeggiò tra la folla. «Voglio dire \nqualcosa a proposito del nome del club, ma prima invito ogni membro ad aprire \nla scatola che ha davanti, a prendere il primo foglio in cima alla pila e a correre \nin quella direzione, così!». \nAlec tolse il coperchio alla sua scatola. Dentro sembrava che ci fosse una risma \n(riga 40) di carta, ma in realtà ogni foglio era attaccato al successivo per il margine, con il \nnastro adesivo, come una lunga fisarmonica. E quando Alec prese il primo foglio \ne partì di corsa verso l'angolo opposto della palestra, la striscia di carta lo seguì \ndispiegandosi come la coda di un drago cinese. \nEra questa la grande idea che gli era venuta il lunedì precedente. Voleva \n(riga 45) mostrare a tutti cosa facevano i cosiddetti perdenti durante il pomeriggio. Aveva \nchiesto ai membri del club di spedirgli per e-mail un elenco di tutti libri che \navevano letto e aveva poi stampato tutte le coperttne. La fisarmonica di \ncopertine di Alec era talmente lunga che dovette girare a destra e continuare a \ntirare i fogli dalla scatola. \n(riga 50) Gli altri ragazzi del club scoppiarono a ridere e lo imitarono, tirando fuori i loro \nfiumi di copertine e attraversando la palestra di corsa. Diciotto lunghissime \nstrisce di carta che partivano dall'angolo della palestra: sembrava l'immagine \nsatellitare dell'enorme delta di un fiume. \nQuando tutti ragazzi si fermarono, gli altri alunni e i genitori si avvicinarono per \n(riga 55) vedere di cosa si trattava. Tutti si misero a parlare, indicando qua e là tttoli che\nricordavano di aver letto, libri che avevano amato. Alec parlò con voce forte e \nchiara, una voce che non aveva mai avuto prima. «Potrei riavere la vostra \nattenzione per un minuto?» Tutti tacquero e lui conttnuò: «Quelli che state \nvedendo sono tutti i libri che ognuno di noi ha \n(riga 60) letto finora nel corso della sua vita. È questo che \nfacciamo nel Club dei perdenti: leggiamo. Nella \nbiblioteca della scuola c'è un vecchio poster che \ndice \"Perdetevi in un libro\". È quello che facciamo \nnoi. Ci perdiamo nei libri per ore e ore... Libri su \npersone e postt diversi. Quando torniamo, \n(riga 65) portiamo con noi un sacco di roba interessante \nperché i libri fanno proprio questo: ci fanno \nperdere un po' di ignoranza e un po' di paura. E \nperdere la paura significa anche perdere un po' di \n(riga 70) rabbia... Perciò eccoci. Siamo il Club dei perdenti». \nGli applausi furono così fragorosi che Alec si sentì in imbarazzo. Come faceva \nsempre, una parte della sua mente, cercò di trovare una scena di un libro che \ndescrivesse quel momento pieno di gioia, di intensità, di vita. Ma gli venne in \nmente un solo pensiero: questo è meglio del più bel libro che abbia mai letto! \n(riga 75) E aveva ragione. \n \n(image)[image-20.jpg]\n(Tratto e adattato da: Clements A., Il club dei perdentt, ne Il libro più bello del mondo, Rizzoli, 2018)" ]
B
[ "(A) è il libro che Alec legge insieme ai ragazzi del Club dei perdenti", "(B) è vivere un'esperienza reale ricca di emozioni", "(C) è il libro che Alec ha presentato la sera dell'open day", "(D) è superare le paure grazie all'aiuto di amici veri" ]
yes
italian
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italian
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2022
[ "image-20.jpg" ]
null
Nel sottotitolo trovi la parola "illuminazione". Indica in quale frase questa parola viene usata con lo stesso significato che ha nel testo.
[ "SERENDIPITY: LE INVENZIONI NATE PER CASO \nTi è mai capitato di avere un'illuminazione mentre pensavi ad altro? \nAllora anche tu sei stato vima della \"serendipità\".\n \nParagrafo 1.\nUn'antica favola persiana narra di tre principi, figli di Jafer, re di Serendip (antico nome di Ceylon, attuale SriLanka), che durante il loro viaggio alla scoperta del \nmondo scoprono continuamente, per caso e per intuito, cose che non stavano cercando: piante, animali, pietre preziose e oggetti sconosciuti. \nDal titolo della favola \"Viaggi e avventure dei tre Principi di Serendip\", lo scrittore britannico Horace Walpole, nel 1754, inventò il termine serendipity per indicare una scoperta fatta per caso mentre si sta cercando qualcos'altro, come accadde ai tre principi. \n(image)[image-21.jpg]\nIl meccanismo di queste scoperte è simile a quello che succede a voi quando vi viene in mente la soluzione a un problema di matematica mentre state pensando a tutt'altro, tipo il compito di italiano o la partita di calcio. \nUn celebre esempio di serendipità ce lo dà Cristoforo Colombo: nel 1492 scoprì l'America mentre cercava un passaggio verso occidente per arrivare alle Indie.\n\nParagrafo 2. PER CASO, MA STUDIATE \nSolo dagli anni Trenta del '900, però, grazie a Walter B. Cannon, professore di fisiologia della Harvard Medical School, il termine viene associato alle invenzioni nate per caso (o per sbaglio) in campo scientifico. Se oggi cercate sul dizionario la parola \"serendipità\", infa, trovate questa definizione: \"capacità di rilevare e \ninterpretare correttamente un fenomeno occorso in modo del tutto casuale durante una ricerca scientifica orientata verso altri campi di indagine\". \nTuttavia il caso non basta per fare scoperte così: lo scienziato francese Louis Pasteur diceva che \"nel campo dell'osservazione la casualità favorisce solo le menti preparate\", in grado insomma di notare l'imprevisto e renderlo costruvo. \n\nParagrafo 3. DALL'ANTIBIOTICO... AL DOLCE\nOltre al caso, infatti, ci vuole l'intuito, che si affina grazie a una solida preparazione, come quella che avevano Alexander Fleming e Wilhelm Röntgen, inventori rispettivamente della penicillina e dei raggi X (leggi le storie nei riquadri), scoperte per caso, ma comunque nel corso di esperimenti scientifici. \n\nLA PENICILLINA\n(image)[image-22.jpg]\nQualcuno sostiene che già gli egizi usassero la penicillina per curare le infezioni. Peccato che non avessero scritto la ricetta! Duemila e 500 anni dopo, nel 1929, il medico scozzese Alexander Fleming riparò la dimenticanza. Infatti, si accorse che su un vetrino di coltura batterica contaminato dalla muffa, la crescita dei batteri si era interrotta. Incuriosito volle approfondire la cosa e inventò il primo antibiotico, uno dei mezzi più potenti che abbiamo per curare le malattie! \n\nRAGGI X \n(image)[image-23.jpg]\nL'8 novembre del 1895, 120 anni fa, il fisico tedesco Wilhelm Röntgen scoprì per caso l'esistenza dei raggi X, novità che nel giro di pochi mesi avrebbe rivoluzionato la medicina: l'anno successivo nel Regno Unito era già in funzione il primo dipartimento di radiologia all'interno di un ospedale e nel giro di poco tempo i raggi X \ncominciarono ad essere usati in tutto il mondo per ottenere immagini delle fratture di ossa e di ferite d'arma da fuoco. Nel 1901 la scoperta fece vincere a Röntgen il premio Nobel. \n\nFu invece proprio un caso se il chimico James Schlatter nel 1965 scoprì un dolcificante: per girare le pagine di un libro, si leccò il dito sporco di aspartame, che quel giorno aveva sintetizzato per fare esperimenti su un farmaco antiulcera. Assaggiandolo scoprì che era dolce come lo zucchero, ma ci vollero quasi 10 anni perché fosse approvato il suo utilizzo in campo alimentare e dietetico. \n\nParagrafo 4. INVENZIONI CREATIVE\nA volte la serendipità non viene dall'essere i primi a vedere qualcosa, ma dall'essere il primo a vederlo in un modo nuovo. Come fece Percy Spencer quando notò che le microonde dal magnetron (strumento inventato nel 1921 che generava le microonde del segnale radar) avevano sciolto la barretta di cioccolato nella sua tasca. Non era stato il primo a notare che le microonde generavano calore, ma è stato l'unico a pensare di utilizzarle per cucinare cibo. Nella figura del suo brevetto appare la prima cosa che Spencer e i suoi colleghi provarono a cucinare col nuovo forno: il pop-corn. \n\nE come finisce la storia dei principi di Serendip?\nA furia di scoprire le cose per caso o per intuito, divennero i più saggi di tutto il regno.\n\n(Tratto e adattato da: www.focusjunior.it; www.ilpost.it)" ]
C
[ "(A) Nelle case moderne gli architetti curano molto l'illuminazione degli ambienti", "(B) Nel mio paese l'illuminazione pubblica spesso funziona male e crea grossi problemi", "(C) Sfogliando il libro ho avuto un'illuminazione su come svolgere il tema", "(D) L'illuminazione era così scarsa che non si potevano distinguere i visi delle persone" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-21.jpg", "image-22.jpg", "image-23.jpg" ]
null
Nel Paragrafo 1 l'autore parla di un'antica favola persiana per spiegare
[ "SERENDIPITY: LE INVENZIONI NATE PER CASO \nTi è mai capitato di avere un'illuminazione mentre pensavi ad altro? \nAllora anche tu sei stato vima della \"serendipità\".\n \nParagrafo 1.\nUn'antica favola persiana narra di tre principi, figli di Jafer, re di Serendip (antico nome di Ceylon, attuale SriLanka), che durante il loro viaggio alla scoperta del \nmondo scoprono continuamente, per caso e per intuito, cose che non stavano cercando: piante, animali, pietre preziose e oggetti sconosciuti. \nDal titolo della favola \"Viaggi e avventure dei tre Principi di Serendip\", lo scrittore britannico Horace Walpole, nel 1754, inventò il termine serendipity per indicare una scoperta fatta per caso mentre si sta cercando qualcos'altro, come accadde ai tre principi. \n(image)[image-21.jpg]\nIl meccanismo di queste scoperte è simile a quello che succede a voi quando vi viene in mente la soluzione a un problema di matematica mentre state pensando a tutt'altro, tipo il compito di italiano o la partita di calcio. \nUn celebre esempio di serendipità ce lo dà Cristoforo Colombo: nel 1492 scoprì l'America mentre cercava un passaggio verso occidente per arrivare alle Indie.\n\nParagrafo 2. PER CASO, MA STUDIATE \nSolo dagli anni Trenta del '900, però, grazie a Walter B. Cannon, professore di fisiologia della Harvard Medical School, il termine viene associato alle invenzioni nate per caso (o per sbaglio) in campo scientifico. Se oggi cercate sul dizionario la parola \"serendipità\", infa, trovate questa definizione: \"capacità di rilevare e \ninterpretare correttamente un fenomeno occorso in modo del tutto casuale durante una ricerca scientifica orientata verso altri campi di indagine\". \nTuttavia il caso non basta per fare scoperte così: lo scienziato francese Louis Pasteur diceva che \"nel campo dell'osservazione la casualità favorisce solo le menti preparate\", in grado insomma di notare l'imprevisto e renderlo costruvo. \n\nParagrafo 3. DALL'ANTIBIOTICO... AL DOLCE\nOltre al caso, infatti, ci vuole l'intuito, che si affina grazie a una solida preparazione, come quella che avevano Alexander Fleming e Wilhelm Röntgen, inventori rispettivamente della penicillina e dei raggi X (leggi le storie nei riquadri), scoperte per caso, ma comunque nel corso di esperimenti scientifici. \n\nLA PENICILLINA\n(image)[image-22.jpg]\nQualcuno sostiene che già gli egizi usassero la penicillina per curare le infezioni. Peccato che non avessero scritto la ricetta! Duemila e 500 anni dopo, nel 1929, il medico scozzese Alexander Fleming riparò la dimenticanza. Infatti, si accorse che su un vetrino di coltura batterica contaminato dalla muffa, la crescita dei batteri si era interrotta. Incuriosito volle approfondire la cosa e inventò il primo antibiotico, uno dei mezzi più potenti che abbiamo per curare le malattie! \n\nRAGGI X \n(image)[image-23.jpg]\nL'8 novembre del 1895, 120 anni fa, il fisico tedesco Wilhelm Röntgen scoprì per caso l'esistenza dei raggi X, novità che nel giro di pochi mesi avrebbe rivoluzionato la medicina: l'anno successivo nel Regno Unito era già in funzione il primo dipartimento di radiologia all'interno di un ospedale e nel giro di poco tempo i raggi X \ncominciarono ad essere usati in tutto il mondo per ottenere immagini delle fratture di ossa e di ferite d'arma da fuoco. Nel 1901 la scoperta fece vincere a Röntgen il premio Nobel. \n\nFu invece proprio un caso se il chimico James Schlatter nel 1965 scoprì un dolcificante: per girare le pagine di un libro, si leccò il dito sporco di aspartame, che quel giorno aveva sintetizzato per fare esperimenti su un farmaco antiulcera. Assaggiandolo scoprì che era dolce come lo zucchero, ma ci vollero quasi 10 anni perché fosse approvato il suo utilizzo in campo alimentare e dietetico. \n\nParagrafo 4. INVENZIONI CREATIVE\nA volte la serendipità non viene dall'essere i primi a vedere qualcosa, ma dall'essere il primo a vederlo in un modo nuovo. Come fece Percy Spencer quando notò che le microonde dal magnetron (strumento inventato nel 1921 che generava le microonde del segnale radar) avevano sciolto la barretta di cioccolato nella sua tasca. Non era stato il primo a notare che le microonde generavano calore, ma è stato l'unico a pensare di utilizzarle per cucinare cibo. Nella figura del suo brevetto appare la prima cosa che Spencer e i suoi colleghi provarono a cucinare col nuovo forno: il pop-corn. \n\nE come finisce la storia dei principi di Serendip?\nA furia di scoprire le cose per caso o per intuito, divennero i più saggi di tutto il regno.\n\n(Tratto e adattato da: www.focusjunior.it; www.ilpost.it)" ]
A
[ "(A) da dove viene il termine serendipità", "(B) che quello che il testo dice sulla serendipità è frutto di fantasia", "(C) che il concetto di serendipità è poco scientifico", "(D) in quanto tempo il termine serendipità si è diffuso" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-21.jpg", "image-22.jpg", "image-23.jpg" ]
null
Qual è l'elemento di novità introdotto nel Paragrafo 2 rispetto al significato della parola serendipità?
[ "SERENDIPITY: LE INVENZIONI NATE PER CASO \nTi è mai capitato di avere un'illuminazione mentre pensavi ad altro? \nAllora anche tu sei stato vima della \"serendipità\".\n \nParagrafo 1.\nUn'antica favola persiana narra di tre principi, figli di Jafer, re di Serendip (antico nome di Ceylon, attuale SriLanka), che durante il loro viaggio alla scoperta del \nmondo scoprono continuamente, per caso e per intuito, cose che non stavano cercando: piante, animali, pietre preziose e oggetti sconosciuti. \nDal titolo della favola \"Viaggi e avventure dei tre Principi di Serendip\", lo scrittore britannico Horace Walpole, nel 1754, inventò il termine serendipity per indicare una scoperta fatta per caso mentre si sta cercando qualcos'altro, come accadde ai tre principi. \n(image)[image-21.jpg]\nIl meccanismo di queste scoperte è simile a quello che succede a voi quando vi viene in mente la soluzione a un problema di matematica mentre state pensando a tutt'altro, tipo il compito di italiano o la partita di calcio. \nUn celebre esempio di serendipità ce lo dà Cristoforo Colombo: nel 1492 scoprì l'America mentre cercava un passaggio verso occidente per arrivare alle Indie.\n\nParagrafo 2. PER CASO, MA STUDIATE \nSolo dagli anni Trenta del '900, però, grazie a Walter B. Cannon, professore di fisiologia della Harvard Medical School, il termine viene associato alle invenzioni nate per caso (o per sbaglio) in campo scientifico. Se oggi cercate sul dizionario la parola \"serendipità\", infa, trovate questa definizione: \"capacità di rilevare e \ninterpretare correttamente un fenomeno occorso in modo del tutto casuale durante una ricerca scientifica orientata verso altri campi di indagine\". \nTuttavia il caso non basta per fare scoperte così: lo scienziato francese Louis Pasteur diceva che \"nel campo dell'osservazione la casualità favorisce solo le menti preparate\", in grado insomma di notare l'imprevisto e renderlo costruvo. \n\nParagrafo 3. DALL'ANTIBIOTICO... AL DOLCE\nOltre al caso, infatti, ci vuole l'intuito, che si affina grazie a una solida preparazione, come quella che avevano Alexander Fleming e Wilhelm Röntgen, inventori rispettivamente della penicillina e dei raggi X (leggi le storie nei riquadri), scoperte per caso, ma comunque nel corso di esperimenti scientifici. \n\nLA PENICILLINA\n(image)[image-22.jpg]\nQualcuno sostiene che già gli egizi usassero la penicillina per curare le infezioni. Peccato che non avessero scritto la ricetta! Duemila e 500 anni dopo, nel 1929, il medico scozzese Alexander Fleming riparò la dimenticanza. Infatti, si accorse che su un vetrino di coltura batterica contaminato dalla muffa, la crescita dei batteri si era interrotta. Incuriosito volle approfondire la cosa e inventò il primo antibiotico, uno dei mezzi più potenti che abbiamo per curare le malattie! \n\nRAGGI X \n(image)[image-23.jpg]\nL'8 novembre del 1895, 120 anni fa, il fisico tedesco Wilhelm Röntgen scoprì per caso l'esistenza dei raggi X, novità che nel giro di pochi mesi avrebbe rivoluzionato la medicina: l'anno successivo nel Regno Unito era già in funzione il primo dipartimento di radiologia all'interno di un ospedale e nel giro di poco tempo i raggi X \ncominciarono ad essere usati in tutto il mondo per ottenere immagini delle fratture di ossa e di ferite d'arma da fuoco. Nel 1901 la scoperta fece vincere a Röntgen il premio Nobel. \n\nFu invece proprio un caso se il chimico James Schlatter nel 1965 scoprì un dolcificante: per girare le pagine di un libro, si leccò il dito sporco di aspartame, che quel giorno aveva sintetizzato per fare esperimenti su un farmaco antiulcera. Assaggiandolo scoprì che era dolce come lo zucchero, ma ci vollero quasi 10 anni perché fosse approvato il suo utilizzo in campo alimentare e dietetico. \n\nParagrafo 4. INVENZIONI CREATIVE\nA volte la serendipità non viene dall'essere i primi a vedere qualcosa, ma dall'essere il primo a vederlo in un modo nuovo. Come fece Percy Spencer quando notò che le microonde dal magnetron (strumento inventato nel 1921 che generava le microonde del segnale radar) avevano sciolto la barretta di cioccolato nella sua tasca. Non era stato il primo a notare che le microonde generavano calore, ma è stato l'unico a pensare di utilizzarle per cucinare cibo. Nella figura del suo brevetto appare la prima cosa che Spencer e i suoi colleghi provarono a cucinare col nuovo forno: il pop-corn. \n\nE come finisce la storia dei principi di Serendip?\nA furia di scoprire le cose per caso o per intuito, divennero i più saggi di tutto il regno.\n\n(Tratto e adattato da: www.focusjunior.it; www.ilpost.it)" ]
D
[ "(A) Viene sottolineato che alla base delle scoperte fatte per caso ci sono degli errori", "(B) Viene detto che la definizione di serendipità presente nei dizionari è sbagliata", "(C) Vengono elencati i molti significati che la parola serendipità ha assunto dal '900", "(D) Viene specificato che a partire dal 1930 il concetto è usato nell'ambito della ricerca scientifica" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-21.jpg", "image-22.jpg", "image-23.jpg" ]
null
Nel box sulla penicillina si dice che il medico Alexander Fleming "riparò la dimenticanza". A che cosa si riferisce nel testo la parola "dimenticanza"?
[ "SERENDIPITY: LE INVENZIONI NATE PER CASO \nTi è mai capitato di avere un'illuminazione mentre pensavi ad altro? \nAllora anche tu sei stato vima della \"serendipità\".\n \nParagrafo 1.\nUn'antica favola persiana narra di tre principi, figli di Jafer, re di Serendip (antico nome di Ceylon, attuale SriLanka), che durante il loro viaggio alla scoperta del \nmondo scoprono continuamente, per caso e per intuito, cose che non stavano cercando: piante, animali, pietre preziose e oggetti sconosciuti. \nDal titolo della favola \"Viaggi e avventure dei tre Principi di Serendip\", lo scrittore britannico Horace Walpole, nel 1754, inventò il termine serendipity per indicare una scoperta fatta per caso mentre si sta cercando qualcos'altro, come accadde ai tre principi. \n(image)[image-21.jpg]\nIl meccanismo di queste scoperte è simile a quello che succede a voi quando vi viene in mente la soluzione a un problema di matematica mentre state pensando a tutt'altro, tipo il compito di italiano o la partita di calcio. \nUn celebre esempio di serendipità ce lo dà Cristoforo Colombo: nel 1492 scoprì l'America mentre cercava un passaggio verso occidente per arrivare alle Indie.\n\nParagrafo 2. PER CASO, MA STUDIATE \nSolo dagli anni Trenta del '900, però, grazie a Walter B. Cannon, professore di fisiologia della Harvard Medical School, il termine viene associato alle invenzioni nate per caso (o per sbaglio) in campo scientifico. Se oggi cercate sul dizionario la parola \"serendipità\", infa, trovate questa definizione: \"capacità di rilevare e \ninterpretare correttamente un fenomeno occorso in modo del tutto casuale durante una ricerca scientifica orientata verso altri campi di indagine\". \nTuttavia il caso non basta per fare scoperte così: lo scienziato francese Louis Pasteur diceva che \"nel campo dell'osservazione la casualità favorisce solo le menti preparate\", in grado insomma di notare l'imprevisto e renderlo costruvo. \n\nParagrafo 3. DALL'ANTIBIOTICO... AL DOLCE\nOltre al caso, infatti, ci vuole l'intuito, che si affina grazie a una solida preparazione, come quella che avevano Alexander Fleming e Wilhelm Röntgen, inventori rispettivamente della penicillina e dei raggi X (leggi le storie nei riquadri), scoperte per caso, ma comunque nel corso di esperimenti scientifici. \n\nLA PENICILLINA\n(image)[image-22.jpg]\nQualcuno sostiene che già gli egizi usassero la penicillina per curare le infezioni. Peccato che non avessero scritto la ricetta! Duemila e 500 anni dopo, nel 1929, il medico scozzese Alexander Fleming riparò la dimenticanza. Infatti, si accorse che su un vetrino di coltura batterica contaminato dalla muffa, la crescita dei batteri si era interrotta. Incuriosito volle approfondire la cosa e inventò il primo antibiotico, uno dei mezzi più potenti che abbiamo per curare le malattie! \n\nRAGGI X \n(image)[image-23.jpg]\nL'8 novembre del 1895, 120 anni fa, il fisico tedesco Wilhelm Röntgen scoprì per caso l'esistenza dei raggi X, novità che nel giro di pochi mesi avrebbe rivoluzionato la medicina: l'anno successivo nel Regno Unito era già in funzione il primo dipartimento di radiologia all'interno di un ospedale e nel giro di poco tempo i raggi X \ncominciarono ad essere usati in tutto il mondo per ottenere immagini delle fratture di ossa e di ferite d'arma da fuoco. Nel 1901 la scoperta fece vincere a Röntgen il premio Nobel. \n\nFu invece proprio un caso se il chimico James Schlatter nel 1965 scoprì un dolcificante: per girare le pagine di un libro, si leccò il dito sporco di aspartame, che quel giorno aveva sintetizzato per fare esperimenti su un farmaco antiulcera. Assaggiandolo scoprì che era dolce come lo zucchero, ma ci vollero quasi 10 anni perché fosse approvato il suo utilizzo in campo alimentare e dietetico. \n\nParagrafo 4. INVENZIONI CREATIVE\nA volte la serendipità non viene dall'essere i primi a vedere qualcosa, ma dall'essere il primo a vederlo in un modo nuovo. Come fece Percy Spencer quando notò che le microonde dal magnetron (strumento inventato nel 1921 che generava le microonde del segnale radar) avevano sciolto la barretta di cioccolato nella sua tasca. Non era stato il primo a notare che le microonde generavano calore, ma è stato l'unico a pensare di utilizzarle per cucinare cibo. Nella figura del suo brevetto appare la prima cosa che Spencer e i suoi colleghi provarono a cucinare col nuovo forno: il pop-corn. \n\nE come finisce la storia dei principi di Serendip?\nA furia di scoprire le cose per caso o per intuito, divennero i più saggi di tutto il regno.\n\n(Tratto e adattato da: www.focusjunior.it; www.ilpost.it)" ]
B
[ "(A) Al fatto che gli egizi usavano già la penicillina per curare le infezioni", "(B) Al fatto che gli egizi non hanno scritto la ricetta della penicillina", "(C) Al fatto che Fleming ha usato un vetrino contaminato dalla muffa", "(D) Al fatto che il numero dei batteri sul vetrino non era cresciuto" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-21.jpg", "image-22.jpg", "image-23.jpg" ]
null
Nel Paragrafo 4 "INVENZIONI CREATIVE" si parla di quello che ha fatto Percy Spencer. Per quale ragione la sua vicenda è stata inserita in questo testo sulla serendipità? Perché la vicenda di Percy Spencer
[ "SERENDIPITY: LE INVENZIONI NATE PER CASO \nTi è mai capitato di avere un'illuminazione mentre pensavi ad altro? \nAllora anche tu sei stato vima della \"serendipità\".\n \nParagrafo 1.\nUn'antica favola persiana narra di tre principi, figli di Jafer, re di Serendip (antico nome di Ceylon, attuale SriLanka), che durante il loro viaggio alla scoperta del \nmondo scoprono continuamente, per caso e per intuito, cose che non stavano cercando: piante, animali, pietre preziose e oggetti sconosciuti. \nDal titolo della favola \"Viaggi e avventure dei tre Principi di Serendip\", lo scrittore britannico Horace Walpole, nel 1754, inventò il termine serendipity per indicare una scoperta fatta per caso mentre si sta cercando qualcos'altro, come accadde ai tre principi. \n(image)[image-21.jpg]\nIl meccanismo di queste scoperte è simile a quello che succede a voi quando vi viene in mente la soluzione a un problema di matematica mentre state pensando a tutt'altro, tipo il compito di italiano o la partita di calcio. \nUn celebre esempio di serendipità ce lo dà Cristoforo Colombo: nel 1492 scoprì l'America mentre cercava un passaggio verso occidente per arrivare alle Indie.\n\nParagrafo 2. PER CASO, MA STUDIATE \nSolo dagli anni Trenta del '900, però, grazie a Walter B. Cannon, professore di fisiologia della Harvard Medical School, il termine viene associato alle invenzioni nate per caso (o per sbaglio) in campo scientifico. Se oggi cercate sul dizionario la parola \"serendipità\", infa, trovate questa definizione: \"capacità di rilevare e \ninterpretare correttamente un fenomeno occorso in modo del tutto casuale durante una ricerca scientifica orientata verso altri campi di indagine\". \nTuttavia il caso non basta per fare scoperte così: lo scienziato francese Louis Pasteur diceva che \"nel campo dell'osservazione la casualità favorisce solo le menti preparate\", in grado insomma di notare l'imprevisto e renderlo costruvo. \n\nParagrafo 3. DALL'ANTIBIOTICO... AL DOLCE\nOltre al caso, infatti, ci vuole l'intuito, che si affina grazie a una solida preparazione, come quella che avevano Alexander Fleming e Wilhelm Röntgen, inventori rispettivamente della penicillina e dei raggi X (leggi le storie nei riquadri), scoperte per caso, ma comunque nel corso di esperimenti scientifici. \n\nLA PENICILLINA\n(image)[image-22.jpg]\nQualcuno sostiene che già gli egizi usassero la penicillina per curare le infezioni. Peccato che non avessero scritto la ricetta! Duemila e 500 anni dopo, nel 1929, il medico scozzese Alexander Fleming riparò la dimenticanza. Infatti, si accorse che su un vetrino di coltura batterica contaminato dalla muffa, la crescita dei batteri si era interrotta. Incuriosito volle approfondire la cosa e inventò il primo antibiotico, uno dei mezzi più potenti che abbiamo per curare le malattie! \n\nRAGGI X \n(image)[image-23.jpg]\nL'8 novembre del 1895, 120 anni fa, il fisico tedesco Wilhelm Röntgen scoprì per caso l'esistenza dei raggi X, novità che nel giro di pochi mesi avrebbe rivoluzionato la medicina: l'anno successivo nel Regno Unito era già in funzione il primo dipartimento di radiologia all'interno di un ospedale e nel giro di poco tempo i raggi X \ncominciarono ad essere usati in tutto il mondo per ottenere immagini delle fratture di ossa e di ferite d'arma da fuoco. Nel 1901 la scoperta fece vincere a Röntgen il premio Nobel. \n\nFu invece proprio un caso se il chimico James Schlatter nel 1965 scoprì un dolcificante: per girare le pagine di un libro, si leccò il dito sporco di aspartame, che quel giorno aveva sintetizzato per fare esperimenti su un farmaco antiulcera. Assaggiandolo scoprì che era dolce come lo zucchero, ma ci vollero quasi 10 anni perché fosse approvato il suo utilizzo in campo alimentare e dietetico. \n\nParagrafo 4. INVENZIONI CREATIVE\nA volte la serendipità non viene dall'essere i primi a vedere qualcosa, ma dall'essere il primo a vederlo in un modo nuovo. Come fece Percy Spencer quando notò che le microonde dal magnetron (strumento inventato nel 1921 che generava le microonde del segnale radar) avevano sciolto la barretta di cioccolato nella sua tasca. Non era stato il primo a notare che le microonde generavano calore, ma è stato l'unico a pensare di utilizzarle per cucinare cibo. Nella figura del suo brevetto appare la prima cosa che Spencer e i suoi colleghi provarono a cucinare col nuovo forno: il pop-corn. \n\nE come finisce la storia dei principi di Serendip?\nA furia di scoprire le cose per caso o per intuito, divennero i più saggi di tutto il regno.\n\n(Tratto e adattato da: www.focusjunior.it; www.ilpost.it)" ]
A
[ "(A) presenta un caso particolare di serendipità, in cui una scoperta già nota viene letta e applicata in modo nuovo", "(B) chiarisce l'idea che per fare una nuova scoperta è necessario essere esperta in tanti campi", "(C) mostra che anche le scoperte fatte per caso devono essere approvate con un brevetto", "(D) evidenzia la necessità di collaborare con altri anche quando le scoperte sono fatte per caso" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-21.jpg", "image-22.jpg", "image-23.jpg" ]
null
La capacità di riconoscere un fenomeno inaspettato e riflettere su di esso
[ "SERENDIPITY: LE INVENZIONI NATE PER CASO \nTi è mai capitato di avere un'illuminazione mentre pensavi ad altro? \nAllora anche tu sei stato vima della \"serendipità\".\n \nParagrafo 1.\nUn'antica favola persiana narra di tre principi, figli di Jafer, re di Serendip (antico nome di Ceylon, attuale SriLanka), che durante il loro viaggio alla scoperta del \nmondo scoprono continuamente, per caso e per intuito, cose che non stavano cercando: piante, animali, pietre preziose e oggetti sconosciuti. \nDal titolo della favola \"Viaggi e avventure dei tre Principi di Serendip\", lo scrittore britannico Horace Walpole, nel 1754, inventò il termine serendipity per indicare una scoperta fatta per caso mentre si sta cercando qualcos'altro, come accadde ai tre principi. \n(image)[image-21.jpg]\nIl meccanismo di queste scoperte è simile a quello che succede a voi quando vi viene in mente la soluzione a un problema di matematica mentre state pensando a tutt'altro, tipo il compito di italiano o la partita di calcio. \nUn celebre esempio di serendipità ce lo dà Cristoforo Colombo: nel 1492 scoprì l'America mentre cercava un passaggio verso occidente per arrivare alle Indie.\n\nParagrafo 2. PER CASO, MA STUDIATE \nSolo dagli anni Trenta del '900, però, grazie a Walter B. Cannon, professore di fisiologia della Harvard Medical School, il termine viene associato alle invenzioni nate per caso (o per sbaglio) in campo scientifico. Se oggi cercate sul dizionario la parola \"serendipità\", infa, trovate questa definizione: \"capacità di rilevare e \ninterpretare correttamente un fenomeno occorso in modo del tutto casuale durante una ricerca scientifica orientata verso altri campi di indagine\". \nTuttavia il caso non basta per fare scoperte così: lo scienziato francese Louis Pasteur diceva che \"nel campo dell'osservazione la casualità favorisce solo le menti preparate\", in grado insomma di notare l'imprevisto e renderlo costruvo. \n\nParagrafo 3. DALL'ANTIBIOTICO... AL DOLCE\nOltre al caso, infatti, ci vuole l'intuito, che si affina grazie a una solida preparazione, come quella che avevano Alexander Fleming e Wilhelm Röntgen, inventori rispettivamente della penicillina e dei raggi X (leggi le storie nei riquadri), scoperte per caso, ma comunque nel corso di esperimenti scientifici. \n\nLA PENICILLINA\n(image)[image-22.jpg]\nQualcuno sostiene che già gli egizi usassero la penicillina per curare le infezioni. Peccato che non avessero scritto la ricetta! Duemila e 500 anni dopo, nel 1929, il medico scozzese Alexander Fleming riparò la dimenticanza. Infatti, si accorse che su un vetrino di coltura batterica contaminato dalla muffa, la crescita dei batteri si era interrotta. Incuriosito volle approfondire la cosa e inventò il primo antibiotico, uno dei mezzi più potenti che abbiamo per curare le malattie! \n\nRAGGI X \n(image)[image-23.jpg]\nL'8 novembre del 1895, 120 anni fa, il fisico tedesco Wilhelm Röntgen scoprì per caso l'esistenza dei raggi X, novità che nel giro di pochi mesi avrebbe rivoluzionato la medicina: l'anno successivo nel Regno Unito era già in funzione il primo dipartimento di radiologia all'interno di un ospedale e nel giro di poco tempo i raggi X \ncominciarono ad essere usati in tutto il mondo per ottenere immagini delle fratture di ossa e di ferite d'arma da fuoco. Nel 1901 la scoperta fece vincere a Röntgen il premio Nobel. \n\nFu invece proprio un caso se il chimico James Schlatter nel 1965 scoprì un dolcificante: per girare le pagine di un libro, si leccò il dito sporco di aspartame, che quel giorno aveva sintetizzato per fare esperimenti su un farmaco antiulcera. Assaggiandolo scoprì che era dolce come lo zucchero, ma ci vollero quasi 10 anni perché fosse approvato il suo utilizzo in campo alimentare e dietetico. \n\nParagrafo 4. INVENZIONI CREATIVE\nA volte la serendipità non viene dall'essere i primi a vedere qualcosa, ma dall'essere il primo a vederlo in un modo nuovo. Come fece Percy Spencer quando notò che le microonde dal magnetron (strumento inventato nel 1921 che generava le microonde del segnale radar) avevano sciolto la barretta di cioccolato nella sua tasca. Non era stato il primo a notare che le microonde generavano calore, ma è stato l'unico a pensare di utilizzarle per cucinare cibo. Nella figura del suo brevetto appare la prima cosa che Spencer e i suoi colleghi provarono a cucinare col nuovo forno: il pop-corn. \n\nE come finisce la storia dei principi di Serendip?\nA furia di scoprire le cose per caso o per intuito, divennero i più saggi di tutto il regno.\n\n(Tratto e adattato da: www.focusjunior.it; www.ilpost.it)", "Diversi fattori possono favorire la serendipità. In base al testo, quali sono questi fattori? \n<i>Metti una crocetta per ogni riga</i>" ]
A
[ "(A) FAVORISCE la serendipità", "(B) <u>NON</u> FAVORISCE la serendipità" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-21.jpg", "image-22.jpg", "image-23.jpg" ]
null
L'abitudine a essere organizzati nel lavoro
[ "SERENDIPITY: LE INVENZIONI NATE PER CASO \nTi è mai capitato di avere un'illuminazione mentre pensavi ad altro? \nAllora anche tu sei stato vima della \"serendipità\".\n \nParagrafo 1.\nUn'antica favola persiana narra di tre principi, figli di Jafer, re di Serendip (antico nome di Ceylon, attuale SriLanka), che durante il loro viaggio alla scoperta del \nmondo scoprono continuamente, per caso e per intuito, cose che non stavano cercando: piante, animali, pietre preziose e oggetti sconosciuti. \nDal titolo della favola \"Viaggi e avventure dei tre Principi di Serendip\", lo scrittore britannico Horace Walpole, nel 1754, inventò il termine serendipity per indicare una scoperta fatta per caso mentre si sta cercando qualcos'altro, come accadde ai tre principi. \n(image)[image-21.jpg]\nIl meccanismo di queste scoperte è simile a quello che succede a voi quando vi viene in mente la soluzione a un problema di matematica mentre state pensando a tutt'altro, tipo il compito di italiano o la partita di calcio. \nUn celebre esempio di serendipità ce lo dà Cristoforo Colombo: nel 1492 scoprì l'America mentre cercava un passaggio verso occidente per arrivare alle Indie.\n\nParagrafo 2. PER CASO, MA STUDIATE \nSolo dagli anni Trenta del '900, però, grazie a Walter B. Cannon, professore di fisiologia della Harvard Medical School, il termine viene associato alle invenzioni nate per caso (o per sbaglio) in campo scientifico. Se oggi cercate sul dizionario la parola \"serendipità\", infa, trovate questa definizione: \"capacità di rilevare e \ninterpretare correttamente un fenomeno occorso in modo del tutto casuale durante una ricerca scientifica orientata verso altri campi di indagine\". \nTuttavia il caso non basta per fare scoperte così: lo scienziato francese Louis Pasteur diceva che \"nel campo dell'osservazione la casualità favorisce solo le menti preparate\", in grado insomma di notare l'imprevisto e renderlo costruvo. \n\nParagrafo 3. DALL'ANTIBIOTICO... AL DOLCE\nOltre al caso, infatti, ci vuole l'intuito, che si affina grazie a una solida preparazione, come quella che avevano Alexander Fleming e Wilhelm Röntgen, inventori rispettivamente della penicillina e dei raggi X (leggi le storie nei riquadri), scoperte per caso, ma comunque nel corso di esperimenti scientifici. \n\nLA PENICILLINA\n(image)[image-22.jpg]\nQualcuno sostiene che già gli egizi usassero la penicillina per curare le infezioni. Peccato che non avessero scritto la ricetta! Duemila e 500 anni dopo, nel 1929, il medico scozzese Alexander Fleming riparò la dimenticanza. Infatti, si accorse che su un vetrino di coltura batterica contaminato dalla muffa, la crescita dei batteri si era interrotta. Incuriosito volle approfondire la cosa e inventò il primo antibiotico, uno dei mezzi più potenti che abbiamo per curare le malattie! \n\nRAGGI X \n(image)[image-23.jpg]\nL'8 novembre del 1895, 120 anni fa, il fisico tedesco Wilhelm Röntgen scoprì per caso l'esistenza dei raggi X, novità che nel giro di pochi mesi avrebbe rivoluzionato la medicina: l'anno successivo nel Regno Unito era già in funzione il primo dipartimento di radiologia all'interno di un ospedale e nel giro di poco tempo i raggi X \ncominciarono ad essere usati in tutto il mondo per ottenere immagini delle fratture di ossa e di ferite d'arma da fuoco. Nel 1901 la scoperta fece vincere a Röntgen il premio Nobel. \n\nFu invece proprio un caso se il chimico James Schlatter nel 1965 scoprì un dolcificante: per girare le pagine di un libro, si leccò il dito sporco di aspartame, che quel giorno aveva sintetizzato per fare esperimenti su un farmaco antiulcera. Assaggiandolo scoprì che era dolce come lo zucchero, ma ci vollero quasi 10 anni perché fosse approvato il suo utilizzo in campo alimentare e dietetico. \n\nParagrafo 4. INVENZIONI CREATIVE\nA volte la serendipità non viene dall'essere i primi a vedere qualcosa, ma dall'essere il primo a vederlo in un modo nuovo. Come fece Percy Spencer quando notò che le microonde dal magnetron (strumento inventato nel 1921 che generava le microonde del segnale radar) avevano sciolto la barretta di cioccolato nella sua tasca. Non era stato il primo a notare che le microonde generavano calore, ma è stato l'unico a pensare di utilizzarle per cucinare cibo. Nella figura del suo brevetto appare la prima cosa che Spencer e i suoi colleghi provarono a cucinare col nuovo forno: il pop-corn. \n\nE come finisce la storia dei principi di Serendip?\nA furia di scoprire le cose per caso o per intuito, divennero i più saggi di tutto il regno.\n\n(Tratto e adattato da: www.focusjunior.it; www.ilpost.it)", "Diversi fattori possono favorire la serendipità. In base al testo, quali sono questi fattori? \n<i>Metti una crocetta per ogni riga</i>" ]
B
[ "(A) FAVORISCE la serendipità", "(B) <u>NON</u> FAVORISCE la serendipità" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-21.jpg", "image-22.jpg", "image-23.jpg" ]
null
La capacità di dare una nuova interpretazione a fenomeni noti
[ "SERENDIPITY: LE INVENZIONI NATE PER CASO \nTi è mai capitato di avere un'illuminazione mentre pensavi ad altro? \nAllora anche tu sei stato vima della \"serendipità\".\n \nParagrafo 1.\nUn'antica favola persiana narra di tre principi, figli di Jafer, re di Serendip (antico nome di Ceylon, attuale SriLanka), che durante il loro viaggio alla scoperta del \nmondo scoprono continuamente, per caso e per intuito, cose che non stavano cercando: piante, animali, pietre preziose e oggetti sconosciuti. \nDal titolo della favola \"Viaggi e avventure dei tre Principi di Serendip\", lo scrittore britannico Horace Walpole, nel 1754, inventò il termine serendipity per indicare una scoperta fatta per caso mentre si sta cercando qualcos'altro, come accadde ai tre principi. \n(image)[image-21.jpg]\nIl meccanismo di queste scoperte è simile a quello che succede a voi quando vi viene in mente la soluzione a un problema di matematica mentre state pensando a tutt'altro, tipo il compito di italiano o la partita di calcio. \nUn celebre esempio di serendipità ce lo dà Cristoforo Colombo: nel 1492 scoprì l'America mentre cercava un passaggio verso occidente per arrivare alle Indie.\n\nParagrafo 2. PER CASO, MA STUDIATE \nSolo dagli anni Trenta del '900, però, grazie a Walter B. Cannon, professore di fisiologia della Harvard Medical School, il termine viene associato alle invenzioni nate per caso (o per sbaglio) in campo scientifico. Se oggi cercate sul dizionario la parola \"serendipità\", infa, trovate questa definizione: \"capacità di rilevare e \ninterpretare correttamente un fenomeno occorso in modo del tutto casuale durante una ricerca scientifica orientata verso altri campi di indagine\". \nTuttavia il caso non basta per fare scoperte così: lo scienziato francese Louis Pasteur diceva che \"nel campo dell'osservazione la casualità favorisce solo le menti preparate\", in grado insomma di notare l'imprevisto e renderlo costruvo. \n\nParagrafo 3. DALL'ANTIBIOTICO... AL DOLCE\nOltre al caso, infatti, ci vuole l'intuito, che si affina grazie a una solida preparazione, come quella che avevano Alexander Fleming e Wilhelm Röntgen, inventori rispettivamente della penicillina e dei raggi X (leggi le storie nei riquadri), scoperte per caso, ma comunque nel corso di esperimenti scientifici. \n\nLA PENICILLINA\n(image)[image-22.jpg]\nQualcuno sostiene che già gli egizi usassero la penicillina per curare le infezioni. Peccato che non avessero scritto la ricetta! Duemila e 500 anni dopo, nel 1929, il medico scozzese Alexander Fleming riparò la dimenticanza. Infatti, si accorse che su un vetrino di coltura batterica contaminato dalla muffa, la crescita dei batteri si era interrotta. Incuriosito volle approfondire la cosa e inventò il primo antibiotico, uno dei mezzi più potenti che abbiamo per curare le malattie! \n\nRAGGI X \n(image)[image-23.jpg]\nL'8 novembre del 1895, 120 anni fa, il fisico tedesco Wilhelm Röntgen scoprì per caso l'esistenza dei raggi X, novità che nel giro di pochi mesi avrebbe rivoluzionato la medicina: l'anno successivo nel Regno Unito era già in funzione il primo dipartimento di radiologia all'interno di un ospedale e nel giro di poco tempo i raggi X \ncominciarono ad essere usati in tutto il mondo per ottenere immagini delle fratture di ossa e di ferite d'arma da fuoco. Nel 1901 la scoperta fece vincere a Röntgen il premio Nobel. \n\nFu invece proprio un caso se il chimico James Schlatter nel 1965 scoprì un dolcificante: per girare le pagine di un libro, si leccò il dito sporco di aspartame, che quel giorno aveva sintetizzato per fare esperimenti su un farmaco antiulcera. Assaggiandolo scoprì che era dolce come lo zucchero, ma ci vollero quasi 10 anni perché fosse approvato il suo utilizzo in campo alimentare e dietetico. \n\nParagrafo 4. INVENZIONI CREATIVE\nA volte la serendipità non viene dall'essere i primi a vedere qualcosa, ma dall'essere il primo a vederlo in un modo nuovo. Come fece Percy Spencer quando notò che le microonde dal magnetron (strumento inventato nel 1921 che generava le microonde del segnale radar) avevano sciolto la barretta di cioccolato nella sua tasca. Non era stato il primo a notare che le microonde generavano calore, ma è stato l'unico a pensare di utilizzarle per cucinare cibo. Nella figura del suo brevetto appare la prima cosa che Spencer e i suoi colleghi provarono a cucinare col nuovo forno: il pop-corn. \n\nE come finisce la storia dei principi di Serendip?\nA furia di scoprire le cose per caso o per intuito, divennero i più saggi di tutto il regno.\n\n(Tratto e adattato da: www.focusjunior.it; www.ilpost.it)", "Diversi fattori possono favorire la serendipità. In base al testo, quali sono questi fattori? \n<i>Metti una crocetta per ogni riga</i>" ]
A
[ "(A) FAVORISCE la serendipità", "(B) <u>NON</u> FAVORISCE la serendipità" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-21.jpg", "image-22.jpg", "image-23.jpg" ]
null
La capacità di dialogare con esperti di campi diversi
[ "SERENDIPITY: LE INVENZIONI NATE PER CASO \nTi è mai capitato di avere un'illuminazione mentre pensavi ad altro? \nAllora anche tu sei stato vima della \"serendipità\".\n \nParagrafo 1.\nUn'antica favola persiana narra di tre principi, figli di Jafer, re di Serendip (antico nome di Ceylon, attuale SriLanka), che durante il loro viaggio alla scoperta del \nmondo scoprono continuamente, per caso e per intuito, cose che non stavano cercando: piante, animali, pietre preziose e oggetti sconosciuti. \nDal titolo della favola \"Viaggi e avventure dei tre Principi di Serendip\", lo scrittore britannico Horace Walpole, nel 1754, inventò il termine serendipity per indicare una scoperta fatta per caso mentre si sta cercando qualcos'altro, come accadde ai tre principi. \n(image)[image-21.jpg]\nIl meccanismo di queste scoperte è simile a quello che succede a voi quando vi viene in mente la soluzione a un problema di matematica mentre state pensando a tutt'altro, tipo il compito di italiano o la partita di calcio. \nUn celebre esempio di serendipità ce lo dà Cristoforo Colombo: nel 1492 scoprì l'America mentre cercava un passaggio verso occidente per arrivare alle Indie.\n\nParagrafo 2. PER CASO, MA STUDIATE \nSolo dagli anni Trenta del '900, però, grazie a Walter B. Cannon, professore di fisiologia della Harvard Medical School, il termine viene associato alle invenzioni nate per caso (o per sbaglio) in campo scientifico. Se oggi cercate sul dizionario la parola \"serendipità\", infa, trovate questa definizione: \"capacità di rilevare e \ninterpretare correttamente un fenomeno occorso in modo del tutto casuale durante una ricerca scientifica orientata verso altri campi di indagine\". \nTuttavia il caso non basta per fare scoperte così: lo scienziato francese Louis Pasteur diceva che \"nel campo dell'osservazione la casualità favorisce solo le menti preparate\", in grado insomma di notare l'imprevisto e renderlo costruvo. \n\nParagrafo 3. DALL'ANTIBIOTICO... AL DOLCE\nOltre al caso, infatti, ci vuole l'intuito, che si affina grazie a una solida preparazione, come quella che avevano Alexander Fleming e Wilhelm Röntgen, inventori rispettivamente della penicillina e dei raggi X (leggi le storie nei riquadri), scoperte per caso, ma comunque nel corso di esperimenti scientifici. \n\nLA PENICILLINA\n(image)[image-22.jpg]\nQualcuno sostiene che già gli egizi usassero la penicillina per curare le infezioni. Peccato che non avessero scritto la ricetta! Duemila e 500 anni dopo, nel 1929, il medico scozzese Alexander Fleming riparò la dimenticanza. Infatti, si accorse che su un vetrino di coltura batterica contaminato dalla muffa, la crescita dei batteri si era interrotta. Incuriosito volle approfondire la cosa e inventò il primo antibiotico, uno dei mezzi più potenti che abbiamo per curare le malattie! \n\nRAGGI X \n(image)[image-23.jpg]\nL'8 novembre del 1895, 120 anni fa, il fisico tedesco Wilhelm Röntgen scoprì per caso l'esistenza dei raggi X, novità che nel giro di pochi mesi avrebbe rivoluzionato la medicina: l'anno successivo nel Regno Unito era già in funzione il primo dipartimento di radiologia all'interno di un ospedale e nel giro di poco tempo i raggi X \ncominciarono ad essere usati in tutto il mondo per ottenere immagini delle fratture di ossa e di ferite d'arma da fuoco. Nel 1901 la scoperta fece vincere a Röntgen il premio Nobel. \n\nFu invece proprio un caso se il chimico James Schlatter nel 1965 scoprì un dolcificante: per girare le pagine di un libro, si leccò il dito sporco di aspartame, che quel giorno aveva sintetizzato per fare esperimenti su un farmaco antiulcera. Assaggiandolo scoprì che era dolce come lo zucchero, ma ci vollero quasi 10 anni perché fosse approvato il suo utilizzo in campo alimentare e dietetico. \n\nParagrafo 4. INVENZIONI CREATIVE\nA volte la serendipità non viene dall'essere i primi a vedere qualcosa, ma dall'essere il primo a vederlo in un modo nuovo. Come fece Percy Spencer quando notò che le microonde dal magnetron (strumento inventato nel 1921 che generava le microonde del segnale radar) avevano sciolto la barretta di cioccolato nella sua tasca. Non era stato il primo a notare che le microonde generavano calore, ma è stato l'unico a pensare di utilizzarle per cucinare cibo. Nella figura del suo brevetto appare la prima cosa che Spencer e i suoi colleghi provarono a cucinare col nuovo forno: il pop-corn. \n\nE come finisce la storia dei principi di Serendip?\nA furia di scoprire le cose per caso o per intuito, divennero i più saggi di tutto il regno.\n\n(Tratto e adattato da: www.focusjunior.it; www.ilpost.it)", "Diversi fattori possono favorire la serendipità. In base al testo, quali sono questi fattori? \n<i>Metti una crocetta per ogni riga</i>" ]
B
[ "(A) FAVORISCE la serendipità", "(B) <u>NON</u> FAVORISCE la serendipità" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-21.jpg", "image-22.jpg", "image-23.jpg" ]
null
L'avere molte conoscenze ed essere competenti
[ "SERENDIPITY: LE INVENZIONI NATE PER CASO \nTi è mai capitato di avere un'illuminazione mentre pensavi ad altro? \nAllora anche tu sei stato vima della \"serendipità\".\n \nParagrafo 1.\nUn'antica favola persiana narra di tre principi, figli di Jafer, re di Serendip (antico nome di Ceylon, attuale SriLanka), che durante il loro viaggio alla scoperta del \nmondo scoprono continuamente, per caso e per intuito, cose che non stavano cercando: piante, animali, pietre preziose e oggetti sconosciuti. \nDal titolo della favola \"Viaggi e avventure dei tre Principi di Serendip\", lo scrittore britannico Horace Walpole, nel 1754, inventò il termine serendipity per indicare una scoperta fatta per caso mentre si sta cercando qualcos'altro, come accadde ai tre principi. \n(image)[image-21.jpg]\nIl meccanismo di queste scoperte è simile a quello che succede a voi quando vi viene in mente la soluzione a un problema di matematica mentre state pensando a tutt'altro, tipo il compito di italiano o la partita di calcio. \nUn celebre esempio di serendipità ce lo dà Cristoforo Colombo: nel 1492 scoprì l'America mentre cercava un passaggio verso occidente per arrivare alle Indie.\n\nParagrafo 2. PER CASO, MA STUDIATE \nSolo dagli anni Trenta del '900, però, grazie a Walter B. Cannon, professore di fisiologia della Harvard Medical School, il termine viene associato alle invenzioni nate per caso (o per sbaglio) in campo scientifico. Se oggi cercate sul dizionario la parola \"serendipità\", infa, trovate questa definizione: \"capacità di rilevare e \ninterpretare correttamente un fenomeno occorso in modo del tutto casuale durante una ricerca scientifica orientata verso altri campi di indagine\". \nTuttavia il caso non basta per fare scoperte così: lo scienziato francese Louis Pasteur diceva che \"nel campo dell'osservazione la casualità favorisce solo le menti preparate\", in grado insomma di notare l'imprevisto e renderlo costruvo. \n\nParagrafo 3. DALL'ANTIBIOTICO... AL DOLCE\nOltre al caso, infatti, ci vuole l'intuito, che si affina grazie a una solida preparazione, come quella che avevano Alexander Fleming e Wilhelm Röntgen, inventori rispettivamente della penicillina e dei raggi X (leggi le storie nei riquadri), scoperte per caso, ma comunque nel corso di esperimenti scientifici. \n\nLA PENICILLINA\n(image)[image-22.jpg]\nQualcuno sostiene che già gli egizi usassero la penicillina per curare le infezioni. Peccato che non avessero scritto la ricetta! Duemila e 500 anni dopo, nel 1929, il medico scozzese Alexander Fleming riparò la dimenticanza. Infatti, si accorse che su un vetrino di coltura batterica contaminato dalla muffa, la crescita dei batteri si era interrotta. Incuriosito volle approfondire la cosa e inventò il primo antibiotico, uno dei mezzi più potenti che abbiamo per curare le malattie! \n\nRAGGI X \n(image)[image-23.jpg]\nL'8 novembre del 1895, 120 anni fa, il fisico tedesco Wilhelm Röntgen scoprì per caso l'esistenza dei raggi X, novità che nel giro di pochi mesi avrebbe rivoluzionato la medicina: l'anno successivo nel Regno Unito era già in funzione il primo dipartimento di radiologia all'interno di un ospedale e nel giro di poco tempo i raggi X \ncominciarono ad essere usati in tutto il mondo per ottenere immagini delle fratture di ossa e di ferite d'arma da fuoco. Nel 1901 la scoperta fece vincere a Röntgen il premio Nobel. \n\nFu invece proprio un caso se il chimico James Schlatter nel 1965 scoprì un dolcificante: per girare le pagine di un libro, si leccò il dito sporco di aspartame, che quel giorno aveva sintetizzato per fare esperimenti su un farmaco antiulcera. Assaggiandolo scoprì che era dolce come lo zucchero, ma ci vollero quasi 10 anni perché fosse approvato il suo utilizzo in campo alimentare e dietetico. \n\nParagrafo 4. INVENZIONI CREATIVE\nA volte la serendipità non viene dall'essere i primi a vedere qualcosa, ma dall'essere il primo a vederlo in un modo nuovo. Come fece Percy Spencer quando notò che le microonde dal magnetron (strumento inventato nel 1921 che generava le microonde del segnale radar) avevano sciolto la barretta di cioccolato nella sua tasca. Non era stato il primo a notare che le microonde generavano calore, ma è stato l'unico a pensare di utilizzarle per cucinare cibo. Nella figura del suo brevetto appare la prima cosa che Spencer e i suoi colleghi provarono a cucinare col nuovo forno: il pop-corn. \n\nE come finisce la storia dei principi di Serendip?\nA furia di scoprire le cose per caso o per intuito, divennero i più saggi di tutto il regno.\n\n(Tratto e adattato da: www.focusjunior.it; www.ilpost.it)", "Diversi fattori possono favorire la serendipità. In base al testo, quali sono questi fattori? \n<i>Metti una crocetta per ogni riga</i>" ]
A
[ "(A) FAVORISCE la serendipità", "(B) <u>NON</u> FAVORISCE la serendipità" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-21.jpg", "image-22.jpg", "image-23.jpg" ]
null
L'autore ha scritto questo testo per far capire al lettore che cos'è la serendipità. Come ha "costruito" il testo?
[ "SERENDIPITY: LE INVENZIONI NATE PER CASO \nTi è mai capitato di avere un'illuminazione mentre pensavi ad altro? \nAllora anche tu sei stato vima della \"serendipità\".\n \nParagrafo 1.\nUn'antica favola persiana narra di tre principi, figli di Jafer, re di Serendip (antico nome di Ceylon, attuale SriLanka), che durante il loro viaggio alla scoperta del \nmondo scoprono continuamente, per caso e per intuito, cose che non stavano cercando: piante, animali, pietre preziose e oggetti sconosciuti. \nDal titolo della favola \"Viaggi e avventure dei tre Principi di Serendip\", lo scrittore britannico Horace Walpole, nel 1754, inventò il termine serendipity per indicare una scoperta fatta per caso mentre si sta cercando qualcos'altro, come accadde ai tre principi. \n(image)[image-21.jpg]\nIl meccanismo di queste scoperte è simile a quello che succede a voi quando vi viene in mente la soluzione a un problema di matematica mentre state pensando a tutt'altro, tipo il compito di italiano o la partita di calcio. \nUn celebre esempio di serendipità ce lo dà Cristoforo Colombo: nel 1492 scoprì l'America mentre cercava un passaggio verso occidente per arrivare alle Indie.\n\nParagrafo 2. PER CASO, MA STUDIATE \nSolo dagli anni Trenta del '900, però, grazie a Walter B. Cannon, professore di fisiologia della Harvard Medical School, il termine viene associato alle invenzioni nate per caso (o per sbaglio) in campo scientifico. Se oggi cercate sul dizionario la parola \"serendipità\", infa, trovate questa definizione: \"capacità di rilevare e \ninterpretare correttamente un fenomeno occorso in modo del tutto casuale durante una ricerca scientifica orientata verso altri campi di indagine\". \nTuttavia il caso non basta per fare scoperte così: lo scienziato francese Louis Pasteur diceva che \"nel campo dell'osservazione la casualità favorisce solo le menti preparate\", in grado insomma di notare l'imprevisto e renderlo costruvo. \n\nParagrafo 3. DALL'ANTIBIOTICO... AL DOLCE\nOltre al caso, infatti, ci vuole l'intuito, che si affina grazie a una solida preparazione, come quella che avevano Alexander Fleming e Wilhelm Röntgen, inventori rispettivamente della penicillina e dei raggi X (leggi le storie nei riquadri), scoperte per caso, ma comunque nel corso di esperimenti scientifici. \n\nLA PENICILLINA\n(image)[image-22.jpg]\nQualcuno sostiene che già gli egizi usassero la penicillina per curare le infezioni. Peccato che non avessero scritto la ricetta! Duemila e 500 anni dopo, nel 1929, il medico scozzese Alexander Fleming riparò la dimenticanza. Infatti, si accorse che su un vetrino di coltura batterica contaminato dalla muffa, la crescita dei batteri si era interrotta. Incuriosito volle approfondire la cosa e inventò il primo antibiotico, uno dei mezzi più potenti che abbiamo per curare le malattie! \n\nRAGGI X \n(image)[image-23.jpg]\nL'8 novembre del 1895, 120 anni fa, il fisico tedesco Wilhelm Röntgen scoprì per caso l'esistenza dei raggi X, novità che nel giro di pochi mesi avrebbe rivoluzionato la medicina: l'anno successivo nel Regno Unito era già in funzione il primo dipartimento di radiologia all'interno di un ospedale e nel giro di poco tempo i raggi X \ncominciarono ad essere usati in tutto il mondo per ottenere immagini delle fratture di ossa e di ferite d'arma da fuoco. Nel 1901 la scoperta fece vincere a Röntgen il premio Nobel. \n\nFu invece proprio un caso se il chimico James Schlatter nel 1965 scoprì un dolcificante: per girare le pagine di un libro, si leccò il dito sporco di aspartame, che quel giorno aveva sintetizzato per fare esperimenti su un farmaco antiulcera. Assaggiandolo scoprì che era dolce come lo zucchero, ma ci vollero quasi 10 anni perché fosse approvato il suo utilizzo in campo alimentare e dietetico. \n\nParagrafo 4. INVENZIONI CREATIVE\nA volte la serendipità non viene dall'essere i primi a vedere qualcosa, ma dall'essere il primo a vederlo in un modo nuovo. Come fece Percy Spencer quando notò che le microonde dal magnetron (strumento inventato nel 1921 che generava le microonde del segnale radar) avevano sciolto la barretta di cioccolato nella sua tasca. Non era stato il primo a notare che le microonde generavano calore, ma è stato l'unico a pensare di utilizzarle per cucinare cibo. Nella figura del suo brevetto appare la prima cosa che Spencer e i suoi colleghi provarono a cucinare col nuovo forno: il pop-corn. \n\nE come finisce la storia dei principi di Serendip?\nA furia di scoprire le cose per caso o per intuito, divennero i più saggi di tutto il regno.\n\n(Tratto e adattato da: www.focusjunior.it; www.ilpost.it)" ]
A
[ "(A)\nIntroduce il termine di serendipità con una fiaba.\nDefinisce il concetto di serendipità. \nSviluppa il concetto di serendipità anche con esempi", "(B)\nNarra una fiaba sulla serendipità.\nSpiega il senso della fiaba.\nDimostra il rapporto tra la fiaba e i casi reali di serendipità", "(C) \nSpiega come il termine serendipità viene usato in una fiaba.\nPresenta i personaggi o le persone che hanno utilizzato il termine serendipità.\nMostra in quali casi concreto si può utilizzare il termine serendipità", "(D) \nRacconta una fiaba sulla serendipità per spiegare alcune scoperte scientifiche \nIllustra l'utilità di queste scoperte \nSpiega che cosa differenzia la fiaba dalla serendipità" ]
yes
italian
low
italian
language
2022
[ "image-21.jpg", "image-22.jpg", "image-23.jpg" ]
null
Nella sezione "Descrizione del prodotto" gli autori della scheda
[ "Scheda web di presentazione di un libro\n(image)[image-24.png]\n\nII cavaliere inesistente\ndi Italo Calvino\npubblicato da Mondadori\nPrezzo: € 9,50\nEdizioni e formati disponibili:\nEbook €6,99\nRilegato €13,60\nLibro €10,08\n\nDescrizione del prodotto\nAgilulfo, paladino di Carlomagno, è un cavaliere valoroso e nobile d'animo. Ha un unico difetto: non esiste. O meglio, il suo esistere è limitato all'armatura che indossa: lucida, bianca e...vuota. Non può mangiare, né dormire perché, se si deconcentra anche solo per un attimo, cessa di essere. Una storia ambientata nell'inverosimile medioevo dei romanzi cavallereschi, ma vicina più che mai alla realtà del nostro tempo. \n\nDettagli\nGenere: Narrativa\nEditore: Mondadori\nCollana: Oscar junior\nFormato: Tascabile\nPubblicato: 12/04/2010\nPagine: 182\nLingua: Italiano\nISBN-13 9788804598886\nIllustratore: F. Maggioni\nRecensione di una lettrice\natena72-31/05/2013 04:13 \n\nLa lucida armatura di Agilulfo è bianca come l'onore del nobile cavaliere che, per conservarlo, dovrà superare ostacoli e prove, come nella migliore tradizione. Ed il suo valore e la sua maestria saranno tanto notevoli e profonde, quanto evanescente ed eterea è la sua natura, la cui fisicità è indissolubilmente legata alla vuota armatura che siporta dietro. Pur non esistendo concretamente, Agilulfo suscita il più grande degli amori e il più grande degli odii. Al punto che, sembra molto più concreto lui, dei suoi superficiali e vanitosi commilitoni. E finoalla fine lotterà, per affermare la superiorità della nobiltà del suo animo e della sua esistenza. \n\n(Tratto e adattato da: http://www. inmondadori. it/ll-cavaliere-inesistente-ltalo-Calvino/eai978880459888/;giugno 2014)" ]
A
[ "(A) riassumono e anticipano il contenuto del libro", "(B) descrivono il libro con giudizi entusiastici", "(C) promuovono il libro e ne mettono in evidenza il valore letterario", "(D) presentano i personaggi del libro e ne sottolineano il coraggio" ]
yes
italian
high
italian
language
2016
[ "image-24.png" ]
null
La recensione di un libro è
[ "Scheda web di presentazione di un libro\n(image)[image-24.png]\n\nII cavaliere inesistente\ndi Italo Calvino\npubblicato da Mondadori\nPrezzo: € 9,50\nEdizioni e formati disponibili:\nEbook €6,99\nRilegato €13,60\nLibro €10,08\n\nDescrizione del prodotto\nAgilulfo, paladino di Carlomagno, è un cavaliere valoroso e nobile d'animo. Ha un unico difetto: non esiste. O meglio, il suo esistere è limitato all'armatura che indossa: lucida, bianca e...vuota. Non può mangiare, né dormire perché, se si deconcentra anche solo per un attimo, cessa di essere. Una storia ambientata nell'inverosimile medioevo dei romanzi cavallereschi, ma vicina più che mai alla realtà del nostro tempo. \n\nDettagli\nGenere: Narrativa\nEditore: Mondadori\nCollana: Oscar junior\nFormato: Tascabile\nPubblicato: 12/04/2010\nPagine: 182\nLingua: Italiano\nISBN-13 9788804598886\nIllustratore: F. Maggioni\nRecensione di una lettrice\natena72-31/05/2013 04:13 \n\nLa lucida armatura di Agilulfo è bianca come l'onore del nobile cavaliere che, per conservarlo, dovrà superare ostacoli e prove, come nella migliore tradizione. Ed il suo valore e la sua maestria saranno tanto notevoli e profonde, quanto evanescente ed eterea è la sua natura, la cui fisicità è indissolubilmente legata alla vuota armatura che siporta dietro. Pur non esistendo concretamente, Agilulfo suscita il più grande degli amori e il più grande degli odii. Al punto che, sembra molto più concreto lui, dei suoi superficiali e vanitosi commilitoni. E finoalla fine lotterà, per affermare la superiorità della nobiltà del suo animo e della sua esistenza. \n\n(Tratto e adattato da: http://www. inmondadori. it/ll-cavaliere-inesistente-ltalo-Calvino/eai978880459888/;giugno 2014)" ]
D
[ "(A) un resoconto fatto dall'autore per ottenere il permesso di pubblicazione", "(B) un articolo di giornale nel quale un lettore riassume il contenuto di un libro appena pubblicato", "(C) la scheda informativa predisposta dai responsabili di un sito web per promuovere un libro di recente pubblicazione", "(D) la presentazione di un libro accompagnata da valutazioni critiche" ]
yes
italian
high
italian
language
2016
[ "image-24.png" ]
null
Un libro dal formato tascabile è un libro
[ "Scheda web di presentazione di un libro\n(image)[image-24.png]\n\nII cavaliere inesistente\ndi Italo Calvino\npubblicato da Mondadori\nPrezzo: € 9,50\nEdizioni e formati disponibili:\nEbook €6,99\nRilegato €13,60\nLibro €10,08\n\nDescrizione del prodotto\nAgilulfo, paladino di Carlomagno, è un cavaliere valoroso e nobile d'animo. Ha un unico difetto: non esiste. O meglio, il suo esistere è limitato all'armatura che indossa: lucida, bianca e...vuota. Non può mangiare, né dormire perché, se si deconcentra anche solo per un attimo, cessa di essere. Una storia ambientata nell'inverosimile medioevo dei romanzi cavallereschi, ma vicina più che mai alla realtà del nostro tempo. \n\nDettagli\nGenere: Narrativa\nEditore: Mondadori\nCollana: Oscar junior\nFormato: Tascabile\nPubblicato: 12/04/2010\nPagine: 182\nLingua: Italiano\nISBN-13 9788804598886\nIllustratore: F. Maggioni\nRecensione di una lettrice\natena72-31/05/2013 04:13 \n\nLa lucida armatura di Agilulfo è bianca come l'onore del nobile cavaliere che, per conservarlo, dovrà superare ostacoli e prove, come nella migliore tradizione. Ed il suo valore e la sua maestria saranno tanto notevoli e profonde, quanto evanescente ed eterea è la sua natura, la cui fisicità è indissolubilmente legata alla vuota armatura che siporta dietro. Pur non esistendo concretamente, Agilulfo suscita il più grande degli amori e il più grande degli odii. Al punto che, sembra molto più concreto lui, dei suoi superficiali e vanitosi commilitoni. E finoalla fine lotterà, per affermare la superiorità della nobiltà del suo animo e della sua esistenza. \n\n(Tratto e adattato da: http://www. inmondadori. it/ll-cavaliere-inesistente-ltalo-Calvino/eai978880459888/;giugno 2014)" ]
B
[ "(A) buono per tutte le tasche, e quindi molto economico", "(B) di dimensioni ridotte, solitamente in edizione economica", "(C) di forma quadrata come le tasche di un vestito", "(D) facile da maneggiare e poco curato nella veste tipografica" ]
yes
italian
high
italian
language
2016
[ "image-24.png" ]
null
Fra il 2002 e il 2005 i maschi erano più numerosi delle femmine
[ "Il seguente grafico rappresenta la popolazione straniera residente in Italia, suddivisa per sesso, negli anni dal 2002 al 2009 (fonte ISTAT). \n(image)[image-25.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
A
[ "(A) V", "(B) F" ]
yes
italian
high
math
math
2015
[ "image-25.png" ]
null
Nel 2009 la differenza tra numero di femmine e numero di maschi era massima
[ "Il seguente grafico rappresenta la popolazione straniera residente in Italia, suddivisa per sesso, negli anni dal 2002 al 2009 (fonte ISTAT). \n(image)[image-25.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
A
[ "(A) V", "(B) F" ]
yes
italian
high
math
math
2015
[ "image-25.png" ]
null
Nel 2008 il numero delle femmine ha superato per la prima volta il numero dei maschi
[ "Il seguente grafico rappresenta la popolazione straniera residente in Italia, suddivisa per sesso, negli anni dal 2002 al 2009 (fonte ISTAT). \n(image)[image-25.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
B
[ "(A) V", "(B) F" ]
yes
italian
high
math
math
2015
[ "image-25.png" ]
null
Dal 2002 al 2007 i maschi sono più che raddoppiati
[ "Il seguente grafico rappresenta la popolazione straniera residente in Italia, suddivisa per sesso, negli anni dal 2002 al 2009 (fonte ISTAT). \n(image)[image-25.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
A
[ "(A) V", "(B) F" ]
yes
italian
high
math
math
2015
[ "image-25.png" ]
null
Uno dei seguenti grafici rappresenta la funzione definita da $y\ =\ 1\ –\ 4x$nell'insieme dei numeri reali. Quale?
[]
A
[ "(A) (image)[image-26.png]", "(B) (image)[image-27.png]", "(C) (image)[image-28.png]", "(D) (image)[image-29.png]" ]
yes
italian
high
math
math
2015
[ "image-26.png", "image-27.png", "image-28.png", "image-29.png" ]
null
Nella seguente tabella, d rappresenta la distanza in metri fra l'abitazione e la scuola di ciascuno degli alunni di una classe. (image)[image-30.png] Qual è la percentuale di alunni che abitano a meno di 1,5 km dalla scuola?
[]
D
[ "(A) $15\\%$", "(B) $20\\%$", "(C) $40\\%$", "(D) $60\\%$" ]
yes
italian
high
math
math
2015
[ "image-30.png" ]
null
$f( x) \ =\ g( x)$se e solo se $x\ =\ 1,2$
[ "Su un piano cartesiano sono rappresentati i grafici delle funzioni f e g definite nell'insieme dei numeri reali e rappresentate dalle formule $f( x) \\ =\\ 2x\\ –\\ 5$e $g( x) \\ =\\ –\\ 3x\\ +\\ 1$. \n(image)[image-31.png]\nAiutandoti anche con i grafici di f e di g, indica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
A
[ "(A) V", "(B) F" ]
yes
italian
high
math
math
2015
[ "image-31.png" ]
null
$f( x) \ >\ 0$se e solo se $x\ >\ 0$
[ "Su un piano cartesiano sono rappresentati i grafici delle funzioni f e g definite nell'insieme dei numeri reali e rappresentate dalle formule $f( x) \\ =\\ 2x\\ –\\ 5$e $g( x) \\ =\\ –\\ 3x\\ +\\ 1$. \n(image)[image-31.png]\nAiutandoti anche con i grafici di f e di g, indica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
B
[ "(A) V", "(B) F" ]
yes
italian
high
math
math
2015
[ "image-31.png" ]
null
$f( x) \ =\ 0$se e solo se $x\ =\ 2,5$
[ "Su un piano cartesiano sono rappresentati i grafici delle funzioni f e g definite nell'insieme dei numeri reali e rappresentate dalle formule $f( x) \\ =\\ 2x\\ –\\ 5$e $g( x) \\ =\\ –\\ 3x\\ +\\ 1$. \n(image)[image-31.png]\nAiutandoti anche con i grafici di f e di g, indica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
A
[ "(A) V", "(B) F" ]
yes
italian
high
math
math
2015
[ "image-31.png" ]
null
$g( x) \ >\ f( x)$se e solo se $\ x\ < \ 1,2$
[ "Su un piano cartesiano sono rappresentati i grafici delle funzioni f e g definite nell'insieme dei numeri reali e rappresentate dalle formule $f( x) \\ =\\ 2x\\ –\\ 5$e $g( x) \\ =\\ –\\ 3x\\ +\\ 1$. \n(image)[image-31.png]\nAiutandoti anche con i grafici di f e di g, indica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)." ]
A
[ "(A) V", "(B) F" ]
yes
italian
high
math
math
2015
[ "image-31.png" ]
null
L'oggetto ha impiegato 3,5 h per compiere l'intero percorso
[ "Il seguente grafico rappresenta la posizione s (in km) in funzione del tempo t (in h) di un oggetto che si muove su una traiettoria rettilinea. \n(image)[image-32.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)" ]
A
[ "(A) V", "(B) F" ]
yes
italian
high
math
math
2015
[ "image-32.png" ]
null
L'oggetto ha percorso in totale 2,5 km
[ "Il seguente grafico rappresenta la posizione s (in km) in funzione del tempo t (in h) di un oggetto che si muove su una traiettoria rettilinea. \n(image)[image-32.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)" ]
B
[ "(A) V", "(B) F" ]
yes
italian
high
math
math
2015
[ "image-32.png" ]
null
L'oggetto è rimasto nella stessa posizione per 1 h
[ "Il seguente grafico rappresenta la posizione s (in km) in funzione del tempo t (in h) di un oggetto che si muove su una traiettoria rettilinea. \n(image)[image-32.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)" ]
A
[ "(A) V", "(B) F" ]
yes
italian
high
math
math
2015
[ "image-32.png" ]
null
Nella prima ora e mezza, l'oggetto si è mosso alla velocità media di circa 2,5 km/h
[ "Il seguente grafico rappresenta la posizione s (in km) in funzione del tempo t (in h) di un oggetto che si muove su una traiettoria rettilinea. \n(image)[image-32.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera (V) o falsa (F)" ]
B
[ "(A) V", "(B) F" ]
yes
italian
high
math
math
2015
[ "image-32.png" ]
null
La foresta tropicale è un sistema che mantiene
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)" ]
C
[ "(A) il suo equilibrio adattandosi a ogni situazione", "(B) in equilibrio i rapporti complessi fra le specie vegetali", "(C) il suo equilibrio se non subentrano fattori esterni", "(D) in equilibrio i ruoli nei quali si sono specializzati i vegetali" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Un "ecosistema" è un sistema in cui
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)" ]
B
[ "(A) le relazioni tra organismi e ambiente sono controllate dall'uomo", "(B) si sviluppano precise relazioni tra organismi e ambiente", "(C) tutti gli organismi restano integri allo stato naturale", "(D) si proteggono con leggi apposite la natura e tutti i suoi organismi" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Nella frase «adattatisi a ruoli molto particolari» (riga 5), puoi sostituire "adattatisi" con
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)" ]
C
[ "(A) poiché si sono adattati", "(B) prima che si siano adattati", "(C) che si sono adattati", "(D) nello stesso tempo si sono adattati" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
La foresta tropicale produce molto ossigeno
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)", "In base a quanto si dice nel secondo capoverso (righe 6-13), indica quali tra le seguenti sono una conseguenza della relativa costanza del clima e quali no (metti una crocetta per ogni riga)." ]
B
[ "(A) È una conseguenza", "(B) Non è una conseguenza" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Nella foresta tropicale si sono sviluppate molte varietà di specie vegetali
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)", "In base a quanto si dice nel secondo capoverso (righe 6-13), indica quali tra le seguenti sono una conseguenza della relativa costanza del clima e quali no (metti una crocetta per ogni riga)." ]
A
[ "(A) È una conseguenza", "(B) Non è una conseguenza" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
La foresta tropicale risente di ogni cambiamento dell'habitat
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)", "In base a quanto si dice nel secondo capoverso (righe 6-13), indica quali tra le seguenti sono una conseguenza della relativa costanza del clima e quali no (metti una crocetta per ogni riga)." ]
A
[ "(A) È una conseguenza", "(B) Non è una conseguenza" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Nelle foreste tropicali le piante sono "sempreverdi" (riga 6), cioè non perdono mai le foglie, perché
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)" ]
A
[ "(A) non hanno bisogno di adattarsi alle variazioni stagionali", "(B) ricevono in ogni stagione l'acqua di cui hanno bisogno", "(C) crescono in continuazione per la particolare fertilità del suolo", "(D) appartengono tutte ad una specie con particolari caratteristiche" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Nella frase «nel contempo non ne ha stimolato» (riga 8), "ne" si riferisce a
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)" ]
C
[ "(A) foreste tropicali", "(B) differenti microambienti", "(C) specie vegetali", "(D) fattori esterni" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
I climi a "marcata stagionalità" (riga 10) sono quelli in cui le variazioni stagionali sono
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)" ]
C
[ "(A) forti ma graduali", "(B) moderate ma improvvise", "(C) forti e improvvise", "(D) moderate e graduali" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Il disboscamento ha effetti diversi nelle zone temperate e nelle zone tropicali a causa
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)" ]
B
[ "(A) del clima e del tipo di vegetazione", "(B) del clima e del tipo di suolo", "(C) della presenza di zone montuose e di frane", "(D) della piovosità e della perdita di verde" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Quale delle seguenti frasi ha lo stesso valore di «Se la vegetazione è rigogliosa» nel periodo da riga 19 a riga 23?
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)" ]
D
[ "(A) Nel caso in cui la vegetazione sia rigogliosa", "(B) Finché la vegetazione è rigogliosa", "(C) Poiché la vegetazione è rigogliosa", "(D) Il fatto che la vegetazione sia rigogliosa" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
In base a quanto si dice nel quarto capoverso (righe 18-25), in Amazzonia la vegetazione è molto ricca perché
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)" ]
A
[ "(A) si alimenta attraverso le radici che assorbono rapidamente il nutrimento dai resti organici nel primo strato del terreno", "(B) la superficie del terreno è ricoperta di materiale vegetale in decomposizione, che fa da nutrimento alle piante", "(C) i resti organici che affondano profondamente nel terreno nutrono le piante", "(D) le piante hanno una fitta rete di radici che assorbe l'acqua in profondità" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Nella frase «che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire» (riga 21), "che" si riferisce a
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)" ]
D
[ "(A) vegetazione", "(B) strato di humus", "(C) terreno", "(D) rete di radici" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Nell'espressione «questi processi di degrado» (riga 39), "degrado" significa
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)" ]
A
[ "(A) deterioramento", "(B) diminuzione", "(C) disboscamento", "(D) decrescita" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Il clima ai tropici è caratterizzato da
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)" ]
A
[ "(A) una stagione umida in cui si concentrano le precipitazioni", "(B) una distribuzione uniforme delle precipitazioni durante l'anno", "(C) una variazione equilibrata delle temperature dal caldo al freddo", "(D) una scarsità di piogge che rischia di rendere il terreno arido" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Osserva l'illustrazione. L'evaporazione dovuta alla forte insolazione ha l'effetto di
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)" ]
B
[ "(A) distruggere le sostanze nutrienti", "(B) far salire i sali in superficie", "(C) favorire la formazione di nubi", "(D) prosciugare il suolo permettendone la coltivazione" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
La pioggia porta via lo strato superficiale di humus
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)", "Osservando l'illustrazione e riferendoti al testo, indica se le seguenti affermazioni, relative al processo di desertificazione ai tropici, sono vere o false (metti una crocetta per ogni riga)." ]
A
[ "(A) Vero", "(B) Falso" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Il suolo viene eroso dalle piogge
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)", "Osservando l'illustrazione e riferendoti al testo, indica se le seguenti affermazioni, relative al processo di desertificazione ai tropici, sono vere o false (metti una crocetta per ogni riga)." ]
A
[ "(A) Vero", "(B) Falso" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Il suolo si inzuppa di acqua
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)", "Osservando l'illustrazione e riferendoti al testo, indica se le seguenti affermazioni, relative al processo di desertificazione ai tropici, sono vere o false (metti una crocetta per ogni riga)." ]
B
[ "(A) Vero", "(B) Falso" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Il sole fa morire le giovani piante
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)", "Osservando l'illustrazione e riferendoti al testo, indica se le seguenti affermazioni, relative al processo di desertificazione ai tropici, sono vere o false (metti una crocetta per ogni riga)." ]
B
[ "(A) Vero", "(B) Falso" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Il vento solleva il suolo polverizzato
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)", "Osservando l'illustrazione e riferendoti al testo, indica se le seguenti affermazioni, relative al processo di desertificazione ai tropici, sono vere o false (metti una crocetta per ogni riga)." ]
A
[ "(A) Vero", "(B) Falso" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Il terreno adibito a pascolo diventa più fertile
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)", "Osservando l'illustrazione e riferendoti al testo, indica se le seguenti affermazioni, relative al processo di desertificazione ai tropici, sono vere o false (metti una crocetta per ogni riga)." ]
B
[ "(A) Vero", "(B) Falso" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Si alternano siccità e inondazioni
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)", "Osservando l'illustrazione e riferendoti al testo, indica se le seguenti affermazioni, relative al processo di desertificazione ai tropici, sono vere o false (metti una crocetta per ogni riga)." ]
A
[ "(A) Vero", "(B) Falso" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Il vento deposita nuove sostanze organiche
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)", "Osservando l'illustrazione e riferendoti al testo, indica se le seguenti affermazioni, relative al processo di desertificazione ai tropici, sono vere o false (metti una crocetta per ogni riga)." ]
B
[ "(A) Vero", "(B) Falso" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
L'argomento principale del testo è
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)" ]
D
[ "(A) la differenza tra le foreste tropicali e gli ambienti desertici", "(B) la siccità e le inondazioni nella foresta tropicale", "(C) la trasformazione della foresta tropicale a causa della siccità", "(D) la foresta tropicale e gli effetti della sua distruzione" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Lo scopo principale del testo è di
[ "Foreste e desertificazione\n\nLa fragilità delle foreste tropicali\nLa foresta è un ecosistema complesso in naturale equilibrio, quando non\nintervengono a mutarne l'assetto fattori esterni; gli ecosistemi complessi sono\ninfatti sensibili a ogni perturbazione, reggendosi su delicati rapporti fra gli\n(riga 5) organismi componenti, adattatisi a ruoli molto particolari.\nNelle foreste tropicali sempreverdi la relativa costanza del clima ha permesso\nl'evolversi di un gran numero di specie vegetali adatte ad utilizzare al meglio i\ndifferenti microambienti, ma nel contempo non ne ha stimolato la capacità\nd'adattamento a brusche variazioni dell'habitat, come avvenuto nei climi a\n(riga 10) marcata stagionalità in cui i vegetali hanno dovuto sviluppare capacità di\nsuperare improvvisi e bruschi cambiamenti. Da questo deriva la grande fragilità\ndegli ecosistemi forestali tropicali, attualmente i più importanti nel mondo per la\nproduzione di ossigeno e la ricchezza naturalistica che racchiudono.\nIl suolo delle foreste tropicali\n(riga 15) Se si disbosca nelle zone temperate, si possono creare danni come la perdita di\nverde o la caduta di frane in zone montuose. Ma non c'è il rischio che si\nformino deserti, perché le condizioni del clima e dei terreni sono diverse.\nIl suolo su cui crescono le foreste tropicali è povero di elementi nutritivi. In\nAmazzonia, ad esempio, quasi non esiste strato di humus. Se la vegetazione è\n(riga 20) rigogliosa è grazie a una fitta rete di radici collocate nei primi 30 centimetri di\nterreno, che con l'aiuto di particolari microrganismi riesce ad assorbire ogni\nmateriale organico in decomposizione (foglie, escrementi, carogne di animali,\necc.) prima che sprofondi nello strato sottostante. Ogni elemento nutritivo che\nnon viene assorbito subito è come perduto, perché il substrato della foresta tropicale\n(riga 25) ha una scarsa capacità di trattenere materiale organico.\nDa foresta a deserto\nQuando il terreno della foresta tropicale è messo a nudo, esso soccombe sotto\nl'effetto devastante del clima ai tropici.\nIl primo colpo lo dà la pioggia che batte violentemente e porta via lo strato\n(riga 30) superficiale di humus. La diminuzione di humus abbassa la capacità del suolo di\ntrattenere acqua. \nUn ulteriore colpo lo dà il sole. I suoi raggi potenti distruggono altro humus,\ntrasformano l'azoto e il carbonio in gas volatili, induriscono il terreno. Sulla\nsuperficie indurita si forma uno strato di polvere contenente sostanza organica\n(riga 35) che sarà portata via dal vento o dalla pioggia. Mentre le particelle più fini sono\ntrascinate via dal vento o dall'acqua, le formazioni più grosse, corrispondenti a\ngranelli di sabbia, rimangono sul terreno. A ogni nuova ondata erosiva, il\nterreno diventa sempre più sabbioso e quindi meno adatto alla vita vegetale.\n(riga 40) Purtroppo questi processi di degrado non si arrestano neanche se le zone\ndeforestate sono seminate a pascolo o ad altre colture stagionali.\nL'effetto sui corsi d'acqua\nDove si eliminano le foreste si assiste anche a un altro fenomeno devastante:\nl'alternanza siccità – inondazione. \nAi tropici c'è una parte dell'anno in cui piove moltissimo, in maniera anche\n(riga 45) violenta. Nella zona ben coperta a foresta, il 95% dell'acqua piovana viene\nassorbita dalla fitta rete di radici che funziona da spugna. L'acqua\nimmagazzinata durante la stagione umida è rilasciata nel resto dell'anno e le\nfalde acquifere si mantengono sempre ad un buon livello facendo scorrere acqua\nnei fiumi anche durante la stagione secca.\n(riga 50) Quando la foresta è distrutta, viene a mancare la \"spugna\" e l'acqua che cade\ndurante la stagione delle piogge si dirige immediatamente ai torrenti e ai fiumi,\nprovocando straripamenti e allagamenti di città e campagne. Al contrario,\ndurante la stagione secca i fiumi si prosciugano e tutto diventa arido.\n(image)[image-33.jpg]\n\n(Tratto e adattato da: Mara Clementi, Nicola Scognamiglio, Popoli in movimento. Percorsi didattici interdisciplinari per educare alla mondialità, EMI, Bologna, 1993)" ]
A
[ "(A) far capire i rischi di interventi che modificano l'ambiente", "(B) analizzare le caratteristiche di un ecosistema", "(C) dimostrare l'interdipendenza tra vegetazione e clima", "(D) convincere il lettore a impegnarsi per l'ambiente" ]
yes
italian
mid
italian
language
2010
[ "image-33.jpg" ]
null
Ill direttore di un negozio vuole sapere quanti computer con hard disk da 250 GB (gigabyte) sono stati venduti nell'ultimo trimestre. In riferimento a tale periodo, l'addetto commerciale fornisce i dati rappresentati nel grafico e nella tabella seguenti. (image)[image-34.png] Quanti computer con hard disk da 250 GB sono stati venduti?
[]
D
[ "A. 35", "B. 40", "C. 100", "D. 140" ]
yes
italian
mid
math
math
2010
[ "image-34.png" ]
null
Un barattolo di pelati da 0,4 kg è alto 11 cm e ha la base di 6 cm di diametro. Qual è il volume del barattolo? (image)[image-35.png]
[]
C
[ "A. Circa 100 cm^{3}", "B. Circa 200 cm^{3}", "C. Circa 300 cm^{3}", "D. Circa 400 cm^{3}" ]
yes
italian
mid
math
math
2010
[ "image-35.png" ]
null
Il grafico mostra che Manuela nel tratto 3 ha camminato più velocemente che nel tratto 1
[ "Manuela è uscita da casa per fare una passeggiata lungo un viale. Il grafico seguente rappresenta la posizione di Manuela in funzione del tempo.\n(image)[image-36.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera o falsa." ]
A
[ "A. Vera", "B. Falsa" ]
yes
italian
mid
math
math
2010
[ "image-36.png" ]
null
Il grafico mostra che Manuela nel tratto 5 è tornata indietro
[ "Manuela è uscita da casa per fare una passeggiata lungo un viale. Il grafico seguente rappresenta la posizione di Manuela in funzione del tempo.\n(image)[image-36.png]\nIndica se ciascuna delle seguenti affermazioni è vera o falsa." ]
A
[ "A. Vera", "B. Falsa" ]
yes
italian
mid
math
math
2010
[ "image-36.png" ]
null