source
stringlengths
2
27k
target
stringlengths
19
1.08k
Non so lo aspettava proprio Pamela Compagnucci, ex corteggiatrice e poi scelta di Federico Mastrostefano a Uomini e Donne. La ragazza, che solo qualche settimana fa aveva confessato di avere avuto una breve relazione con Alessio Lo Passo appena prima che lui salisse sul trono di Uomini e Donne, ha provato a sfruttare il momento di visibilità del tronista ligure, presentandosi a sorpresa tra le sue corteggiatrici. Il ragazzo, che ha già avuto una relazione con Valeria Bigella venuta alla luce pochissimo tempo fa, ha evidentemente deciso di chiudere con il suo passato e, sorprendendo tutti, ha deciso di non tenere Pamela tra le sue corteggiatrici, interrompendo sul nascere i suoi sogni di gloria. La ragazza, amareggiata perché proprio non si aspettava questo deciso rifiuto, ha voluto commentare su Facebook lo smacco subito, e lo ha fatto insieme all’amica Mara Adriani, a sua volta ex di un altro tronista, Giorgio Alfieri. Pamela, infatti, era sicura che in virtù di quanto era accaduto tra loro a telecamere spente, il neo tronista Lo Passo avrebbe acconsentito di buon grado a tenerla in trasmissione e si è invece trova spiazzata dal suo rifiuto. E dire che, come testimonia lo screenshot in basso, la Compagnucci era partita armata delle migliori intenzioni. Sicura che le avrebbe permesso di rimanere a Uomini e Donne, ha deciso di non ascoltare alcun consiglio, imbarcandosi speranzosa alla volta di Roma. Alessio, però, ha deciso di darle filo da torcere e, accampando una scusa, l’ha immediatamente mandata via appena pochi minuti dopo il suo ingresso in studio.
Su Facebook, con la sua amica Mara Adriani, l’ex corteggiatrice di Uomini e Donne sfoga il malcontento relativo alla decisione di Alessio Lo Passo di eliminarla. La ragazza, infatti, presentatasi in studio per corteggiarlo, si è vista rifilare un secco no dal neo tronista.
Florida: Miami e le Isole Keys | Orlando e i suoi parchi | Verso Washington: Charlotte | Washington DC | Philadelphia | New York | Cape Cod e Boston Se un viaggio coast to coast degli Stati Uniti richiede troppo tempo e un budget davvero elevato, l'ottima alternativa è un itinerario che prevedere la visita di una solo una costa. Gli Stati Uniti offrono così tanti posti da vedere ed un incredibile ventaglio di opportunità che è veramente difficile saper scegliere quale zona visitare e quali città prediligere. Ma se amate le grandi città e le atmosfere dell'America vera il vostro viaggio ideale è on the road sulla costa Atlantica, dalla Florida alla caotica città di New York fino ad arrivare ai paesaggi incontaminati del Massachusetts, un'esperienza che sicuramente resterà nella vostra memoria per sempre. Questa zona è quella più facilmente raggiungibile dall'Europa e ospita le città più famose e che più mostrano la vera anima degli Stati Uniti. Il tour della Est Coast è un viaggio all'insegna della libertà, lontano dal turista all inclusive, infatti se volete vivere appieno la vera essenza delle grandi città dei grattacieli delle immense metropoli alle palme delle spiagge della Florida, non dovrete far altro che prenotare il biglietto aereo di andata e quello di ritorno, tutto il resto potrete organizzarlo sul posto. Infatti, come in tutti gli Stati Uniti, lungo il vostro percorso troverete sempre un motel o un ostello dove alloggiare. Per quanto riguarda i costi del viaggio, se prenotate per tempo potreste trovare delle buone occasioni con scalo in Europa con arrivo a Miami, la prima tappa del nostro tour, dai 500 ai 700 euro. Per dormire, molto dipende dal vostro grado di adattamento, ma comunque dovrete mettere in conto un costo dai 12 euro a notte in ostello, fino ai 30 euro in un motel. Per girare in piena libertà indispensabile sarà il noleggio dell'auto, per il costo molto dipenderà dal tipo di veicolo e dalla compagnia di noleggio, è sempre consigliabile una macchina non troppo piccola in vista dei chilometri che dovrete macinare, comunque per 15 giorno la spesa dovrebbe superare di poco i 1000 euro. La prima tappa del nostro viaggio negli Usa sarà la fantastica Miami, un luogo stupendo per iniziare il nostro itinerario all'insegna di sole e mare. Appena giunti in aeroporto dovrete ritirare la macchina a noleggio che avete prenotato, così potrete finalmente iniziare il vostro tour on the road. Per l'alloggio è consigliabile pernottare nei pressi di Miami Beach, in modo da poter raggiungere tutte le varie attrazioni a piedi. I costi non sono proprio economici, è difficile trovare qualcosa a meno di 60 dollari a notte per una camera doppia. Tra le cose che meritano una visita in questa stretta lingua di terra bagnata dall'Oceano Atlantico, sicuramente c'è l'art deco district, ed i vari quartieri residenziali, come Coral Gables e Coconut Grove, il Financial District con i suoi grattacieli e il porto. Molto bella è la piscina veneziana, la Venetian Pool. Percorrendo la strada che costeggia Miami Beach, sulla Ocean Drive, si incontrano le costruzioni in stile decò, tra cui la villa di Versace che si trova nella zona di South Beach. Questa strada, oltre a possedere tanti edifici lussuosi e colorati, è anche il passeggio della sera, è il centro della mondanità, infatti appena dopo il tramonto tutti questi posti diventano ristoranti e bar all'aperto e più tardi si trasformano in locali notturni. Lontano dalla frivolezza di Miami Beach, l’Holocaust Memorial è invece un toccante monumento USA alla memoria dei sei milioni di ebrei sterminati durante la Seconda Guerra Mondiale. Però, ovviamente a Miami Beach c'è soprattutto la spiaggia chilometrica, formata da una splendida sabbia chiara. L'itinerario continuerà con l'esplorazione della parte della Florida che si trova a sud di Miami, fino ad arrivare al punto più meridionale degli Stati Uniti, vale a dire l'isola di Key West, molto famosa per aver dato i natali a Ernest Hemingway. Da Miami beach si percorre la strada panoramica Highway Overseas, circa 300 chilometri, che collega molte delle isole Keys; una serie di 1.700 isole più o meno grandi che formano una specie di arco in direzione sud-ovest fungendo da spartiacque tra l’Oceano Atlantico e il Golfo del Messico. Lungo il tragitto non si può non fermarsi al John Pennekamp Coral Reef State Park, dove è possibile effettuare una favolosa gita sulle barche con la chiglia trasparente tra le mangrovie e tra qualche squalo. La visita costa 4 euro per auto all'ingresso e 18 euro per la gita in barca. Altre tappe consigliate nell'itinerario vi permetteranno di vedere delfini, nel Dolphin Research Center e spiagge bianchissime , come quella di Bahia Honda. Poi attraverserete il nuovo ponte 7-mile bridge verso la tappa finale di Key West. Qui non vi perdete il romantico tramonto a Mallory Square e la casa di Hemingway, trasformata in museo. Se vi interessa, al ritorno da Key West potete includere nell'itinerario una visita all'importante parco nazionale delle Everglades, un'immensa palude dove è possibile ammirare i coccodrilli, anche a bordo di canoe ed imbarcazioni, avventurandosi tra i fiumi e gli acquitrini. Nella zona di Key West si trovano molti motel dove pernottare. [Foto di Ricymar] Il giorno seguente possiamo tornare a Miami Beach per pernottare e ricominciare il nostro itinerario verso nord. Lungo il percorso verso nord si può visitare l'isola di Key Biscayne, sede del torneo internazionale di tennis e ricca di belle e lussuose ville. Sempre zona di lusso è Fort Lauderdale, detta la Venezia d'America, dove le ville hanno parcheggiati gli yacht al posto delle auto. Tappa successiva può essere Boca Raton, e la città di Palm Beach, con le sue lussuosissime abitazioni e le eleganti strade ideali per lo shopping un pò costoso. Per chi è appassionato di lanci spaziali, spostandovi un pò più a Nord nella cittadina di Cap Canaveral, potrete visitare la sede principale delle missioni spaziali della Nasa, e con un pò di fortuna potreste assistere al lancio di una navicella Shuttle.
Dopo la scoperta della costa Ovest degli Usa, ci dirigiamo verso le le grandi città della costa est. Un viaggio on the road di 15 giorni che racchiude tutto il meglio che gli Stati Uniti hanno da offrire, dalle spiagge della Florida, ai grattacieli di New York ai pallazzi di governo di Washington, passando per Philadelphia la cittò dell’amore e arrivando nel paradiso naturale di Cape Cod nel Massachusetts.
Ancora una tragedia nel Grand Canyon.
Tre morti in meno di due settimane nel Grand Canyon, una delle principali attrazioni turistiche degli Stati Uniti. L’ultima vittima è un sessantasettenne caduto nel vuoto. Nei giorni scorsi erano morte altre due persone, tra cui un turista precipitato facendo una foto. I responsabili del parco hanno invitato i visitatori a fare attenzione.
Nessuno come lui, in Italia, ha saputo usare il mezzo cinematografico per esternare le sue idee politiche, fare satira sociale, scardinare i luoghi comuni della sua generazione, parlare di inadeguatezza, incomunicabilità e, in altri casi, portare il concetto di famiglia ad un livello superiore, senza patetismo o moralismo spicciolo. Nanni Moretti compie 65 anni il 19 agosto e ha da sempre diviso il pubblico ma è stato costantemente premiato nei più grandi festival mondiali riuscendo a collezionare 8 David di Donatello, 11 Nastri d’Argento e poi il Leone d’Argento a Venezia per “Sogni d’oro”(1981); l’Orso d’argento al Festival di Berlino per “La messa è finita”(1986) mentre al Festival di Cannes ha vinto il Prix de la mise en scène per “Caro Diario”(1994) e l’ambita Palma d’oro per “La stanza del figlio”(2001). Ecco, allora, 6 film essenziali della sua filmografia che non possono mancare nella vostra collezione. Il secondo film da regista di Moretti viene presentato in concorso al Festival di Cannes e riceve un ottimo riscontro al botteghino raccontando la storia di Michele (Moretti) e dei suoi amici, tutti ex-sessantottini, che si dividono tra i tavolini del bar e sedute di “autocoscienza” per risolvere i loro problemi. La pellicola è simbolo di una generazione e, già dal 1978, Moretti include alcuni dei suoi elementi più cari che svilupperà anche nei film seguenti come l’individualismo, l’incomunicabilità e le difficoltà dei giovani in una società allo sbando che non da alcuna garanzia per il futuro. Nel 1984, il regista passa al thriller con “Bianca”, dove assolda alcuni dei suoi attori preferiti, Laura Morante e Vincenzo Salemme. Nella pellicola è ancora Michele Apicella (il suo alter ego più riuscito che riprende il cognome della mamma, Agata), un professore di matematica pieno di manie e fobie che osserva e studia la vita privata dei suoi vicini con attenzione maniacale. Intorno a lui, però avvengono strani omicidi e la polizia inizia ad indagare. Intanto Michele intreccia una relazione con l’insegnante di francese Bianca (Morante) e i sospetti della polizia si concentrano proprio su di lui. Moretti qui è bravissimo a mescolare il genere giallo a quello della commedia, aggiungendo il suo parere sulla precarietà dei sentimenti e, ancora una volta, sulla solitudine (voluta e imposta) e sulle speranze che rimangono tali. Capolavoro. Ne “La messa è finita”, Moretti smette i panni di Michele Apicella per indossare quelli di Don Giulio. Il prete, tornato a Roma dopo una missione in un’isoletta del Tirreno, avrà tutte brutte sorprese: i suoi amici si sono totalmente persi, il padre è fuggito, sua madre si è suicidata e la sorella non vuole più il bimbo che aspetta. Toccherà a lui risolvere tutte le situazioni. Stavolta, di fronte ai problemi sociali che lo circondano il Don Giulio di Moretti, pur con tutta la volontà del mondo, si sente impotente mostrando quindi tutte le debolezze di un uomo comune. L’incomunicabilità qui è imposta dagli altri, nessuno vuole l’aiuto di Don Giulio e a lui non resta quindi che accettare il fatto di non poter cambiare il destino altrui. La critica lo osanna e la pellicola vince l’Orso d’argento al Festival di Berlino. E’ probabilmente il film più rappresentativo dell’intera carriera di Nanni Moretti. Il regista torna nei panni di Michele Apicella, qui deputato del PCI e giocatore di pallanuoto che, dopo un incidente, perde la memoria. Da quel momento, mentre riprende a giocare a pallanuoto, nella mente di Michele riaffiorano ricordi della sua infanzia, di tribune politiche e altri eventi di una realtà in cui non si riconosce per nulla. Naturalmente, attraverso i ricordi sfocati di Michele, il regista ha voluto raccontare la crisi della sinistra italiana nell’anno della caduta del muro di Berlino. Un piccolo gioiellino del nostro cinema che andrebbe visto all’infinito. “Caro diario”, film di carattere autobiografico e ad episodi in cui Moretti interpreta se stesso. Il primo episodio è “In Vespa”, in cui il regista si aggira sul mezzo in una Roma bellissima e stranamente deserta. Mentre è in sella alla Vespa, Moretti si lascia andare alle sue riflessioni sul cinema e sugli aspetti urbanistici della città, arrivando fino al monumento di Pier Paolo Pasolini, a Ostia. Nel secondo, “Le isole”, è in viaggio verso le Eolie, in fuga dallo stress cittadino. Nel terzo, “Medici”, racconta la sua lotta contro il linfoma di Hodgkin diagnosticatogli solo dopo una serie di pareri medici discordanti e sbagliati. Ironica, personale, originale e drammatica, la pellicola colpisce pubblico e critica, ricevendo il Premio per la Miglior regia al Festival di Cannes, 2 David di Donatello, 1 Nastro D’Argento e 4 Ciak d’Oro.
E’ uno dei pochi registi italiani capaci di usare il cinema per esternare le sue idee politiche, fare satira sociale, scardinare i luoghi comuni e parlare d’inadeguatezza, incomunicabilità e a portare il concetto di famiglia ad un livello superiore, senza patetismo o moralismo spiccioli. Nanni Moretti, il 19 agosto, compie 65 anni ed ecco quindi 6 suoi film che non possono mancare nella vostra collezione.
In fuga, minacciate, spaventate e private di quella foresta amazzonica che, un tempo, costituiva la loro casa: la storia di molte popolazioni indigene del Sud America che, sempre più, si trovano ad affrontare pericoli che hanno i volti di taglialegna, coloni, istituzioni governative, grandi compagnie per l'estrazione del petrolio e giganti della produzione dell'energia. Tra queste anche quelle tribù «incontattate» per le quali gli sforzi di conservazione e tutela dovrebbero essere massimi, sebbene, non di rado, rimangano tali solo nelle intenzioni: come i Mascho-Piro che, pur vivendo da anni in uno stato di relativo isolamento, hanno già subito aggressioni in passato di vario tipo ed oggi rischiano di vedere il proprio territorio tagliato in due da un'autostrada il cui progetto di costruzione sta per essere approvato dal Congresso del Perù. Una strada che ha fatto discutere, creando un saldo fronte di oppositori, ma che potrebbe vedere in poco tempo iniziare i lavori per la sua realizzazione: attraversando l'Amazzonia sud orientale del Perù, partendo dalla regione del Purus, confinante con il Brasile, giungendo fino a Iñapari. Sostanzialmente, devastando e contaminando aree protette importantissime, non solo per il proprio altissimo valore naturalistico ma anche perché istituite per la salvaguardia degli indigeni: come la Riserva Nazionale Madre de Dios, dove si ritiene che vivano ancora due delle ultime comunità incontattate di indiani.
Una strada che potrebbe tagliare in due un’area del continente Sudamericano, passando attraverso l’Amazzonia peruviana sud-orientale: lungo il suo percorso aree protette riservate agli indigeni, che ancora una volta si vedono minacciati da nuovi pericoli.
Tra le 40 e le 100 balene pilota sono state massacrate con armi da taglio alle isole Faroe nel primo pomeriggio di giovedì 9 maggio. I cetacei, avvistati al mattino nella della regione di Suðuroy, sono stati spinti da una flotta di piccole imbarcazioni verso una baia nei pressi del villaggio di Sandvik; una volta a riva gli sono stati assaltati da una folla inferocita armata di grossi coltelli e uncini chiamati “blasturkrokur”, che vengono infilzati con violenza nello sfiatatoio. L'intero branco (tecnicamente un pod) è stato sterminato, senza risparmiare piccoli e femmine incinte. A dare l'annuncio dell'ennesimo massacro di mammiferi marini nel protettorato del Regno di Danimarca è stata l'organizzazione senza scopo di lucro Sea Shepherd Conservation Society, impegnata da anni nel contrasto a questa e ad altre atrocità ai danni della fauna marina. Massacro. Quella compiuta nel cuore di un fiordo sulla costa nord-orientale di Sandoy, una delle 18 isole dell'arcipelago delle Faroe, è stata la terza grindadrap del 2019, ovvero la spietata caccia “tradizionale” ai cetacei. Il primo massacro fu compiuto a Capodanno, quando una settantina di globicefali (Globicephala sp.), conosciuti anche col nome di balene pilota, furono uccisi in una baia dell'isola di Suðuroy. Il secondo è avvenuto alla fine di aprile nei pressi di Sandavagur, sull'isola di Vagar; in questo caso a morire sotto le lame furono tra gli 80 e i 100 mammiferi marini, molti dei quali femmine incinte e giovanissimi. Nell'ultima mattanza sono stati uccisi i globicefali “dalle pinne lunghe” (Globicephala melas), che si distinguono dalle balene pilota “dalle pinne corte” (Globicephala macrorhynchus), conosciuti anche come globicefali di Gray. Nessuna pietà. I cetacei vengono uccisi attraverso la recisione del midollo spinale, una morte orribile che può sopraggiungere dopo diversi minuti di agonia. Alla sofferenza per le devastanti ferite inferte dai coltelli e dagli uncini, si aggiunge il terrore provocato dalle grida dei propri compagni e famigliari mentre vengono massacrati dagli uomini. Questi intelligenti mammiferi marini sono infatti estremamente sociali, e soffrono per la separazione dai membri del proprio pod. Basti pensare al comportamento dei globicefali rimasti accanto a un esemplare agonizzante con la pinna tranciata da un'imbarcazione, poi soppresso tra le lacrime dai biologi marini e dai veterinari giunti in suo soccorso. A rendere questo spettacolo di morte ancor più agghiacciante le risa dei bambini, educati sin da piccoli alla vista del lago di sangue e alla sofferenza degli animali, che li desensibilizza alla violenza. In molti si divertono a "cavalcare" le carcasse brutalmente violate dei cetacei.
Nel pomeriggio di giovedì 9 maggio alle isole Faroe si è consumata la terza “grindadrap” del 2019, la barbara caccia tradizionale ai cetacei. Nel nuovo massacro sono state uccise a coltellate e uncinate tra le 40 e le 100 balene pilota (globicefali), assalite da una folla inferocita nei pressi del villaggio di Sandvik.
"Non dobbiamo montarci la testa. Dobbiamo cominciare bene il 2021, andare avanti una partita alla volta e avere voglia e fame. Sempre, tutti i giorni, in ogni momento". Zlatan Ibrahimovic è pronto per tornare in campo e ha già fissato l'obiettivo che insieme ai suoi compagni vuol centrare nel prossimo anno. L'attaccante svedese, che sta cercando di forzare i tempi del suo rientro in modo da poter affrontare Cristiano Ronaldo il prossimo 6 gennaio a San Siro, ha tracciato un breve bilancio di questi ultimi mesi rossoneri in una lunga intervista concessa a Sportweek. "Per quello che abbiamo fatto e per quello che stiamo facendo meritiamo i complimenti – ha spiegato Ibrahimovic – Ne abbiamo perse pochissime. Non so se è grazie a me, ma qualcosa ho fatto e portato. Quando sono arrivato a gennaio scorso, il Milan era dodicesimo. E avevano già scritto il finale, avevano già giudicato prima di vedere i risultati. Invece siamo arrivati al top e ora bisogna continuare così". Dopo aver confermato di avere un feeling particolare con i compagni ("Ho portato i regali come Babbo Natale ai miei 27 bimbi: 2 in Svezia e gli altri 25 a Milanello"), Zlatan Ibrahimovic ha confermato di aver visto il cambio di mentalità della squadra: "Quando sono in campo io devo vincere a tutti i costi. Adesso è così anche per la squadra. Dopo il pareggio col Parma erano tutti incazzati e il giorno dopo lo erano ancora. Forse sei mesi fa sarebbero stati contenti. Ho giocato in tanti club e ho rispetto e grandi ricordi per tutti, ma il Milan è il club dove mi sento a casa. Vado a Milanello ogni mattina e non ho fretta di tornare a casa, perché sono a casa".
In attesa di rientrare in campo dopo l’infortunio, l’attaccante svedese ha parlato dell’obiettivo rossonero per il prossimo anno: “Quando sono in campo io devo vincere a tutti i costi e adesso è così anche per la squadra. Ho vinto in tutti i club dove ho giocato ma quest’anno è di sicuro la sfida più bella e più difficile. Se riusciremo a vincere qualcosa sarà la mia vittoria più bella”.
Non è un momento facile per Thomas Strakosha, 26enne portiere albanese della Lazio che già era caduto in disgrazia nella scorsa stagione, quando sotto la gestione di Simone Inzaghi era scivolato alle spalle di Pepe Reina. Una subalternità confermata anche quest'anno da Maurizio Sarri, che nello spagnolo ha ritrovato uno dei suoi pretoriani dai tempi del Napoli. E poiché quando piove può grandinare, ecco arrivare giovedì scorso in Europa League la madre di tutte le papere contro il Galatasaray, un erroraccio decisivo per la vittoria dei turchi per 1-0. Nella circostanza, Strakosha ha compiuto non uno ma tre errori – tra valutazione e tecnica – dovendo incassare prima in campo le risate di Fatih Terim, poi nel dopo partita i messaggi di scherno dei tifosi dal Galatasaray ma anche numerosi insulti da parte dei sostenitori della Lazio, che non gli hanno perdonato un errore che è costato la sconfitta all'esordio nella seconda competizione continentale. Un atteggiamento ostile che tuttavia non appartiene all'intera tifoseria biancoceleste, che oggi – prima del match di campionato all'Olimpico contro il Cagliari – ha inviato al portiere albanese tutt'altro messaggio, stavolta di incoraggiamento. "Non ti curar di loro ma guarda e para. Daje Strakosha!", è il contenuto dello striscione esposto in Curva Nord dallo zoccolo duro della tifoseria laziale. Poi parte il coro "olé olé olé, Thomas Thomas" ed è inevitabile per Strakosha prima ricambiare il saluto e poi commuoversi, nascondendo il volto nella maglia. Perché ci sono cose altrettanto – se non più importanti – di quello che succede su un campo di calcio.
Prima del match della Lazio contro il Cagliari, Thomas Strakosha ha ricevuto l’abbraccio della tifoseria biancoceleste a poche ore dall’erroraccio in Europa League che è costata la sconfitta in casa del Galatasaray. Il 26enne portiere albanese si è visibilmente commosso, coprendosi il volto con la maglia.
Uno dei problemi che affligge ogni anno il libero professionista (nella specie l’avvocato) è l’accumulo dei crediti per la c.d. formazione continua ed obbligatoria o per il c.d. aggiornamento professionale. Alla base di quest’ulteriore onere e obbligo a carico del professionista c’è un’esigenza (giusta) di garantire il consumatore che il professionista (avvocato) dal momento dell’iscrizione all’albo professionale fino alla pensione continui nella propria opera di studio, preparazione, miglioramento ed aggiornamento professionale. Si tratta, come si è già detto, di un’esigenza opportuna, non solo se si vede quest’ulteriore onere in termini di certezza per il consumatore finale, ma anche (e soprattutto) se ci rapporta al sistema universitario attuale. Infatti, occorre considerare che quest’opera di formazione continua (o post iscrizione all’albo professionale) potrebbe servire a colmare (oppure completare) quelle lacune di preparazione prodotte dall’attuale sistema universitario. Questo perché il sistema tradizionale universitario in vigore dal 1942 al 2000 è stato sostituito, da un sistema più volte modificato (riforma del 3+2 o della laurea breve e specialistica poi il c.d. 1+4), che ha di molto abbassato lo standard qualitativo dei laureati. Senza dilungarsi troppo sul tema, basta sottolineare che alla laurea ci si arriva studiando su dei libri “fumetti” (che sono il riassunto, del riassunto, del riassunto dei manuali usati nel vecchio ordinamento), ma cosa ancora più grave è il fatto che al giovane laureato viene inculcata l’idea che anche il post laurea sarà tutto un fumetto (si sorvola sui gravi danni che questo sistema comporta). Purtroppo, prima o poi i giovani laureati, si scontrano con la dura e cruda realtà, poiché il mondo del lavoro richiede un altro tipo di preparazione e dovranno fare i conti con un tipo di libri, per spessore, mole ed approfondimento, che non aveva mia visto prima e che non sono in grado di gestire. Anche l’immediato post laurea la situazione rimane invariata (almeno per la facoltà di giurisprudenza), infatti, la riforma dell’università (iniziata da Berlinguer) ha soppresso le vecchie specializzazioni in diritto civile, amministrativo e penale presenti nel vecchio ordinamento e ha creato un'unica specializzazione in “professioni legali” (SSPL), il cui scopo dovrebbe essere quello di creare un substrato comune a tutti i professionisti legali, ma che nei fatti si limita a cercare di colmare le lacune derivanti dalla laurea acquisita studiando sui fumetti. Sul punto basta osservare che lo studente è specializzato (o dovrebbe essere a conoscenza) di tutto l’ordinamento giuridico (!) Già in questo momento è evidente la illogicità del sistema didattico universitario, infatti, in un mondo economico e professionale (almeno per il campo giuridico) che vede e richiede professionisti sempre più iper-specializzati e abituati alla ricerca scientifica (o all’approfondimento), al contrario, il sistema didattico universitario offre studenti che considerano i libri approfonditi degli scherzi della natura e/o specializzanti in tutto lo scibile giuridico. Chiuso questo ciclo di formazione, il giovane laureto affronta il modo del lavoro e inizia il c.d. periodo di pratica professionale, ma mentre la pratica professionale, prima della riforma dell’università, era considerata come un periodo in cui il giovane professionista doveva approfondire il sistema giuridico, specializzandosi, con gli opportuni studi, in una data materia, dopo la riforma dell’università il giovane professionista usa tale periodo per riprendere (rifare) ex novo il ciclo di studi universitari. Si lascia all’immaginazione cosa potrebbe accadere se, come sembra dalle varie proposte legislative, il periodo di pratica professionale scomparisse. Dopo l’iscrizione all’albo professionale, si innesta l’obbligo della formazione obbligatoria o dei crediti formativi (ed è intuitivo comprendere che, per quanto detto in precedenza, il sistema dell’aggiornamento professionale serve, in parte, anche a sopperire alle carenze del sistema universitario nazionale post riforma, mentre, al contrario, dovrebbe avere come unica finalità l’aggiornamento e/o specializzazione del professionista).
L’intero sistema della formazione professionale deve essere ripensato, mettendo al centro il singolo professionista. Per accumulare i crediti, bisogna potenziare le alternative ai corsi – lezioni attuali. Altrimenti, c’è il rischio che la formazione professionale diventi una mera occasione di lucro per operatori economici mossi solo dal mero guadagno.
"Drunk In Love" è una delle canzoni più apprezzate dell'ultimo album di Beyoncé. Il brano vanta la collaborazione del marito rapper della cantante Jay Z e numerosi remix al quale se ne aggiunge uno di tutto rispetto in queste ore. A rifare il singolo, infatti, ci ha pensato Kanye West, autore, nel 2013, del fortunato "Yeezus". Il cantante, infatti ha aggiunto versi e beat al pezzo originale, con le lyrics presumibilmente dedicate alla moglie Kim Kardashian, con versi, talvolta, abbastanza espliciti come: “You will never need another lover / cause you a MILF / and I’m a motherfucka… I’m not a pastor / don’t do missionary / I know good pussy when I see it / I’m a visionary”. A lavorare ai beat, oltre al rapper è stato anche il suo storico collaboratore Mike Dean. Se questa parte è stata modificata, stravolgendone l'inizio e la dedica, la restante parte, quella cantata da Beyoncé, è grossomodo la stessa, soprattutto nel testo. Per l'occasione la cantante ha fatti uscire anche un breve teaser video che potete vedere più in basso.
Uno dei pezzi più amati dell’ultimo album omonimo di Beyoncé è stato rifatto da Kanye West, autore di uno degli album più apprezzati dello scorso anno “Yeezus”, il quale aggiunge versi (dedicati a Kim Kardashian) e beat.
46 colonne che raggiungono gli 8 metri di altezza all’interno di un parco di 2.500 mq stanno per prendere forma sul lungomare Falcomatà di Reggio Calabria. È "Opera", la nuova installazione permanente di arte pubblica di Edoardo Tresoldi, promossa e commissionata dal Comune e dalla Città Metropolitana, che sarà inaugurata il 12 e il 13 settembre Opera durante un weekend di eventi gratuiti di musica, performance e poesia. Opera delinea una sorta di antica agorà. Tramite giochi di altezze e profondità con il parco, l'installazione fatta di rete metalliche suscita nella mente di chi la guarda la monumentalità delle rovine antiche. "Opera nasce per celebrare la relazione contemplativa tra il luogo e l’essere umano attraverso il linguaggio architettonico classico e la trasparenza della Materia Assente, espressa tramite la rete metallica.", spiega l'artista milanese Edoardo Tresoldi, "L’architettura aperta – composta da un colonnato di 46 colonne che raggiungono gli 8 metri di altezza all’interno di un parco di 2.500 mq – offrirà un nuovo monumento attraversabile e completamente fruibile a cittadini e visitatori. L’installazione si inserisce all’interno di uno dei più ampi spazi pubblici europei e si propone come un nuovo landmark del territorio". L'artista usa la trasparenza della rete metallica e i materiali industriali ma con forme antiche e archetipe per superare la dimensione spazio-temporale e immergere il visitatore in un paesaggio onirico che non conosce limiti fisici.
La nuova installazione permanente di arte pubblica di Edoardo Tresoldi sul lungomare Falcomatà di Reggio Calabria sarà inaugurata il 12 e il 13 settembre. Si chiama Opera e nasce per celebrare la relazione tra il luogo e l’essere umano attraverso una struttura metallica monumentale che evoca gli antichi templi.
Napoli città di mistero e di leggende. Dai fantasmi che aleggiano in alcuni dei palazzi più famosi del centro storico alle strane figure che vivono sotto terra fino alle opere realizzate con l'alchimia, ci sono tante storie legate al capoluogo partenopeo da raccontare anche ai bambini. La loro fama è diffusa dappertutto, e sono numerosi i turisti che ogni anno decidono di vedere con i propri occhi i luoghi dove sono nati e si alimentano questi miti e superstizioni. A loro sono state dedicate anche opere letterarie, la più importante delle quali è proprio "Storia e leggende napoletane" di Benedetto Croce. Ecco, allora, le sei credenze su Napoli e i napoletani più conosciute al mondo. La leggenda di Partenope I fantasmi di Castel Sant'Elmo Le maledizioni della Gaiola L'alchimia del Cristo Velato I munacielli e Napoli sotterranea Il culto delle anime pezzentelle Il mito più famoso riguarda la nascita stessa della città di Napoli ed ha per protagonista la sirena Partenope. La leggenda di Partenope, che in greco significa "vergine", è narrata anche da Omero nel dodicesimo canto dell'Odissea. Ulisse voleva ascoltare a tutti i costi il canto delle sirene spinto dalla sua incontenibile curiosità: queste erano solite attirare a sè i pellegrini in mare con la loro voce per poi ucciderli. Avvisato, però, dalla Maga Circe, l'uomo con i suoi compagni fece di tutto per non cedere a quella tentazione. Le sirene non accettarono quel rifiuto e si suicidarono schiantandosi contro gli scogli. Tra di loro, Partenope fu trasportata dalle correnti marine nei pressi dell'isolotto di Megaride, dove oggi sorge il famoso Castel dell'Ovo. I pescatori che ritrovarono il suo corpo cominciarono a venerarla come una dea, ma questo, una volta approdato sulla terraferma, si dissolse trasformandosi nella morfologia della città, di cui divenne ben presto il simbolo e protettrice. Il suo capo sarebbe poggiato sull'altura di Capodimonte, mentre i piedi sono adagiati su quella di Posillipo. Napoli è una delle città con il maggior numero di credenze sui fantasmi nel mondo. Tra i luoghi da sempre considerati più infestati dagli spiriti, ci sono i sotterranei di Castel Sant'Elmo e la cosiddetta Pedamentina, cioè la piccola scalinata che fiancheggia la collina del Vomero su cui si erge la fortezza. Qui vivrebbe uno spettro vestito di bianco che si diverte a spaventare i visitatori dell'imponente struttura. Di notte, inoltre, si avvertirebbero dei lamenti sempre in questa zona: secondo un'antica credenza, si tratta delle anime di coloro che volevano assalire la dimora reale e che venivano uccisi dalle guardie. I loro corpi venivano poi lasciati nei sotterranei per essere divorati dai topi. Storie simili ci sono anche sulla Pignasecca, sulla chiesa di Santa Chiara, dove fu uccisa Giovanna I d'Angiò, il cui spirito ancora si manifesterebbe ai visitatori, e sulla Basilica dell'Incoronata del Buonconsiglio, dove pare appaia, per invidia o per tristezza, solo alle nubili il fantasma di una donna vestita da sposa, che morì di tisi poco prima del suo matrimonio. Sull'isolotto della Gaiola, dove oggi sorge l'omonimo parco naturale, meta delle giornate estive di cittadini napoletani e turisti, sorge un'antica villa abbandonata appartenuta a personaggi noti, come Gianni Agnelli e Paul Getty, che è tra i palazzi dei fantasmi più terrificanti della città. Secondo la leggenda, qui si troverebbe lo spettro senza volto di una donna. Per i pescatori della zona si tratta dello spirito di una persona morta durante il naufragio di San Giorgio del 1911. Da quel momento una serie di maledizioni hanno colpito gli abitanti della struttura circondata dal mare, con numerosi morti violente, bancarotte e rapimenti. Una delle opere più conosciute al mondo si trova a Napoli ed è il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, conservato nella Cappella Sansevero, nei pressi della centralissima piazza San Domenico Maggiore. La storia di questa incredibile scultura di marmo, che rappresenta il corpo di Gesù a grandezza naturale, è però avvolta dal mistero. Secondo la leggenda, l'opera sarebbe stata frutto di un processo alchemico di marmorizzazione compiuto dal principe Raimondo di Sangro, proprietario della Cappella Sansevero, famoso scienziato e alchimista. Questi avrebbe insegnato all'autore dell'opera il processo di calcificazione del tessuto in cristalli di marmo alla base dell'effetto realistico del velo, che ancora oggi è possibile ammirare. Napoli è una città che non si sviluppa solo alla luce del sole. Il suo sottosuolo è ricco di storia e leggende quasi al pari della parte superficiale, grazie soprattutto alla presenza di cisterne e cunicoli di collegamento che si nascondono sotto i palazzi, anticamente utilizzate dai romani per far funzionare il sistema idrico del centro storico. Si narra che Napoli sotterranea sia abitata da strane figure, spiriti benevoli o maligni a seconda dei casi, denominati "munacielli", letteralmente "piccoli monaci". Niente folletti o gnomi, però. Si trattava probabilmente dei cosiddetti pozzari, una classe di liberi professionisti che si occupava della gestione delle cavità idriche e che per questo sapeva ben destreggiarsi tra un cunicolo e l'altro, coperti da un elmetto e un mantello di lavoro che somigliava all'abito di un prete. Spesso, per risalire dal sottosuolo, giungevano nelle case del centro storico, dove ne approfittavano per fare uno spuntino, per rubare qualche oggetto di valore e per conquistare le donne del focolare. Le persone, che cominciarono a nascondersi per scoprire l'arcano, vedevano queste figure tozze e dalla fisionomia simile a quella dei frati francescani addentrarsi nelle loro abitazioni. Per questo cominciarono a chiamarli "munacielli".
Dalla leggenda della sirena Partenope ai fantasmi che abitano Castel Sant’Elmo e la Pedamentina, dal mito dei munacielli alle maledizioni della Gaiola: ecco le leggende su Napoli che forse ancora non conoscete.
L'incidente in elicottero all'alba di domenica 26 gennaio 2020 che ha causato la tragica scomparsa del campione di basket Kobe Bryant, della figlia tredicenne Gianna e di altre sette persone, ha scosso il mondo intero. Dallo sport all'arte, dal cinema alla letteratura sono in tanti ad essersi espressi in memoria di Bryant. L'onda di commozione in omaggio a Kobe e Gianna Bryant è stata enorme e ancora di recente vede manifestazioni di partecipazione elevata. Dal mondo della street art i segnali di coinvolgimento sono tanti e rilevanti in tutto il mondo dove sono apparsi murales in onore del campione di basket e della figlia tredicenne da Los Angeles a Napoli passando per l'Australia e le Filippine. A Napoli ha inaugurato di recente il Kobe Memorial Park, il campo di basket di Montedonzelli risorto dal grave stato di abbandono in onore di Kobe Bryant, grazie all'associazione americana Venice Basketball League VBL, alla mano di Jorit e alla partecipazione dell'intera comunità. L'associazione americana di Nick Ansom, filantropo francese già noto per aver riqualificato una quindicina di campi da basket periferici in giro per il mondo, dopo aver saputo della morte del campione di basket, lo scorso 26 gennaio 2020, ha deciso di dedicargli un campo da basket a Napoli. Lo street artist napoletano Jorit aveva già completato un murale con il volto di Kobe il 28 gennaio 2020 su un muro del campo di basket di Montedonzelli. L'incredibile opera di street art è stata affiancata il 2 febbrai dal progetto di riqualificazione dell'intero campo: "Nick Ansom di Venice Basketball League VBL è stato una scarica di energia e positività.", racconta Luca Mazzella di "Overtime – Storie a spicchi" che ha collaborato al progetto, "Per me, per la città che amo, per un giocatore che andava celebrato e ricordato nel migliore dei modi, per tutta la comunità che non vedeva l’ora di vivere una giornata del genere".
Da Los Angeles a Napoli, dalle Filippine all’Australia, l’improvvisa scomparsa di Kobe Bryant con la figlia tredicenne in un incidente con l’elicottero all’alba di domenica 26 gennaio 2020 ha scosso il mondo intero e la street art commemora il grande campione con una serie di toccanti murales in tutto il mondo.
Nelle settimane di lockdown i consumi online hanno subito una decisa mutazione: smart tv, notebook, laptop, smartphone e smart speaker hanno mostrato trend di utilizzo a due cifre, così come le consolle per videogame. Proprio l’utilizzo di videogiochi è cresciuto in aprile del 35%, secondo i dati di We are social e Hootsuite, mentre l’ascolto di musica in streaming del 39% e la visione di film e show in streaming del 57%. Naturalmente, anche l’utilizzo di social media è schizzato a livelli mai visti prima. Con il fermo dei concerti abbiamo tutti seguito esibizioni live, molte direttamente su Instagram, con artisti attivi dal proprio domicilio in singole performance o in veri e propri eventi dei quali molti con l’obiettivo di raccogliere fondi per iniziative di charity come Global Citizen promosso da Lady Gaga. Si è parlato molto in queste settimane delle tempistiche di ripresa dei live e di quali strategie adottare nella lunga fase di stop che occorrerà affrontare. Molte sono state anche le ipotesi di come supplire alla prolungata sosta, dai drive in ai concerti in streaming, senza tuttavia per ora individuare delle soluzioni accettabili. Vale la pena analizzare da vicino l’operazione portata a termine da Travis Scott su Fortnite, una delle piattaforme di gaming preferite dalla generazione Z e dai millennial. L'idea di un concerto su Fortnite non era certo una novità: già Marshmello aveva realizzato un progetto simile con un certo successo. Ma ciò era avvenuto in un contesto nel quale le performance live erano in piena e sembrò poco di più che un esperimento promozionale. La diretta del concerto di Travis Scott di circa nove minuti, che è possibile rivedere su YouTube, ha avuto un’audience di oltre 12 milioni di spettatori: ad una prima analisi, si tratta di poco di più degli oltre dieci di Marshmello, ma in realtà qui si celano altri significativi risultati. Anzitutto l’evento di Travis Scott è stato trasformato in una specie di “residency” con diverse repliche che in pochi giorni hanno aggiunto altri 15 milioni di spettatori per un totale di 27 milioni di player unici con oltre 48 milioni di visualizzazioni dei cinque show. L’impatto promozionale è stato così enorme da portare a un incremento dei fan di Travis Scott su Spotify e sulle altre piattaforme di streaming e a generare un +26 % di stream sul catalogo dell’artista con punte fino al 50% per hit come "Stargazing" nelle ore immediatamente successive all’evento. E ben sei registrazioni sono tornate nella top 200 di Spotify nei giorni successivi. A questo si è aggiunta la vendita di skin per Fortnite brandizzate Travis Scott del valore di 25 dollari e altri prodotti di merchadising come un Nerf a 65 dollari, oltre naturalmente a CD e vinile in tirature limitate. L’operazione è forse la prima in assoluto a caratterizzare quella che possiamo già definire la lockdown economy, ovvero un modello di biz che si è adattati all’inevitabile situazione individuando opportunità che resteranno anche in futuro. Lungi naturalmente dal costituire un sostituto dell’esperienza live, questa operazione dimostra come nell’era dello streaming ci si possa trovare di fronte a enormi opportunità per l’industria discografica e in questo contesto i game live costituiscono un elemento di congiunzione fortissima se pensiamo, ad esempio, alla sovrapposizione dei fan di musica con il profilo dei gamer di titoli come appunto Fortnite, Call of Duty e FIFA.
L’esibizione di Travis Scott su Fortnite, una delle piattaforme di gaming preferite dalla generazione Z e dai millennial, può essere considerata come la prima in assoluto a caratterizzare quella che possiamo già definire la lockdown economy e ha avuto ottimi riscontri numerici per l’artista che ha visto moltiplicarsi stream e views.
Va ribadito: è sciocco irridere qualcuno, specie chi è investito di alte responsabilità politiche, per errori nel parlare e nello scrivere. Gli errori, che siano strafalcioni grammaticali o malapropismi (anche noti come ‘paronimie') si riprendono in maniera costruttiva e si passa oltre senza spenderci sopra altre energie. La tendenza all'irrisione e all'indignazione non consolida l'attenzione condivisa per l'espressione elegante e sorvegliata: la rende odiosa a chi sbaglia e a chi sostiene chi sbaglia, finché la tendenza all'errore non diventa oggetto di rivendicazioni fiere. Questo articolo dev'essere quindi letto senza fini derisori, anzi: voglio mostrare come certi malapropismi siano ponti fra concetti, e un veicolo (quasi) poetico che rende la comunicazione politica incisiva. "[…] siccome noi stiamo mettendo il tetto di 100.000 euro, non ci interessano gli scudi penali per gli evasori perché sotto quella soglia le persone oneste che hanno difficoltà a pagare e che adesso possono pagare non incombono nei grandi problemi di indagini penali." Lo trascrivo dall'intervista a "W l'Italia" di due giorni fa. Qui il verbo ‘incombere' non ci va, c'è poco da fare. Ci sarebbe stato magari il verbo assonante ‘incorrere', che significa giusto ‘venire a trovarsi in una situazione spiacevole'. Ed era questo che intendeva Di Maio: la non punibilità della dichiarazione infedele (lo ‘scudo penale‘ come la chiama pittorescamente) non poteva essere inserita perché superflua prima che immorale, se la soglia d'evasione contemplata dalla norma resta al di sotto della rilevanza penale, e quindi se già adesso la persona onesta non incorrerebbe nei grandi problemi di indagini penali. Ciò che è curioso e bello, è che invece sono i grandi problemi a incombere sulla persona onesta: l'incombere ci racconta proprio un sovrastare minaccioso e allarmante, che toglie la pace, che grava sulla vita quotidiana. Insomma, la paronimia di incombono per incorrono non rende la frase meno trasparente, anzi: introduce l'inatteso in una struttura prevedibile di significati, sostituendo un incorrere notarile col cupo dramma dell'incombere che, bisdrucciolo, si allarga nel cuore metrico dell'endecasillabo ‘non incómbono nei gràndi problèmi‘.
Certi errori che consistono nello scambiare una parola per un’altra (‘paronimie’ o ‘malapropismi’) a volte riescono a darci uno scorcio su associazioni e prossimità fra concetti che altrimenti, in un parlare corretto e liscio, non verrebbero nemmeno considerati. Se fossero pensati e voluti, insomma, sarebbero poetici. Ne vediamo uno straordinario pronunciato giovedì da Luigi Di Maio a “W l’Italia”, che scambia ‘incombere’ per ‘incorrere’.
Si è consumato questa sera il “mini dramma” che il pubblico del Grande Fratello Vip stava aspettando da circa due settimane. Luca Onestini, che non era al corrente di quanto stava accadendo fuori dalla Casa, è stato messo al corrente degli incontri tra la fidanzata Soleil Sorgè e Marco Cartasegna, suo ex collega di trono e nemico giurato. C’è un dettagli in particolare, però, a proposito del quale il pubblico si sta arrovellando. A fornirlo è Cecilia Rodriguez che conosce Soleil per motivi professionali. A seguire la Sorgè per alcuni eventi, infatti, è Stefano, fratello di Francesco Monte e quindi “cognato” di Cecilia. La sorella di Belén ha chiamato da parte Luca per poi dirgli che sapeva già da tempo che sarebbe accaduto qualcosa del genere una volta cominciato il reality, quasi come se si fosse trattato di un piano preventivamente stabilito attirare la luce dei riflettori. A raccontare a Luca che cosa sta accadendo fuori dalla Casa è stato il fratello Gianmarco, già protagonista di alcuni scontri con Soleil avvenuti nel corso delle ultime settimane. Coadiuvato da un video realizzato dal GF per Luca, il fratello di Onestini ha cercato di spiegargli quali ritiene siano le colpe della modella e gli ha consigliato di lasciarla perdere: Va tutto bene, ti guardiamo sempre. Soleil non si è comportata nella maniera migliore, ti ha mancato di rispetto. Ti chiedevi perché non ti dimostrasse la sua vicinanza. È uscita con un’altra persona. Lasciala perdere. Luca è sembrato essere sconvolto dall’apprendere quanto sta accadendo e si è sciolto in lacrime. Sulle prime, però, ha lasciato intendere di voler rivedere Soleil prima di esporsi quasi come se non volesse rischiare di compromettere il rapporto con la sua compagna, la donna che ha scelto a Uomini e Donne e della quale si dice innamorato: Io sono entrato qua fidanzatissimo e pensavo di aver costruito cose importanti. Fino a quando non avrò modo di confrontarmi con lei rimango fedele alle mie sensazioni prima di entrare. Ho visto tanta falsità. Io non ho mai nascosto niente alla mia ragazza, non l’ho mai tradita. Attaccare la mia famiglia è inaccettabile. Giulia Latini è stata importante e non l’ho mai nascosto a Soleil. Lei mi ha anche chiesto di andarle contro pubblicamente ma io non l’ho mai fatto. Soleil non sapeva che ci fossimo sentiti è stata solo una telefonata in amicizia. Non gliel’ho detto perché solo a nominare Giulia, Soleil si arrabbiava. Soleil ha deciso di non entrare nella Casa del Grande Fratello Vip per rivedere Luca e chiarire insieme a lui quanto sta accadendo. Ilary Blasi a fatto sapere all’ex tronista di averla invitata a entrare in Casa per un confronto, possibilità che la giovane avrebbe rifiutato, così come ha rifiutato di essere in studio per vedere la puntata. È stata quindi offerta a Onestini la possibilità di lasciare la Casa per potersi chiarire con la Sorgè una volta fuori. Luca, però, non ha voluto sentire ragioni: Ma che persona è? Ho preso ancora una volta un granchio. Cosa penso? Penso che ci sono persone cattive che si approfittano dei momenti in cui non puoi difenderti. Puoi attaccare tutto ma non la mia famiglia. Mio fratello mi ha detto lasciala perdere, mi ha detto che sta facendo di tutto fuori. Che devo chiarire? Non è nemmeno venuta in studio, vigliacca! Non do soddisfazione a nessuno e rimango qua.
Si rafforza l’ipotesi secondo la quale Soleil Sorgè avrebbe organizzato tutto quello che sta accadendo con Marco Cartasegna e Luca Onestini da prima che cominciasse il GF Vip. Lo svela Cecilia che la conosce per motivi professionali.
Mancano meno di due settimane all'uscita dell'atteso nuovo album di Marco Mengoni, Solo 2.0, ed iniziano ad emergere nuovi particolari sulla nuova uscita discografica del vincitore della terza edizione di X-Factor. Dopo la pubblicazione del singolo omonimo, "Solo (Vuelta al ruedo)", schizzato subito in vetta alla classifica di iTunes, il cantante di Ronciglione ha rivelato la copertina e la tracklist del follow-up di Re Matto. Solo 2.0 si preannuncia come il disco della maturazione per Mengoni. Contiene due anni di esperienze artistiche, di confronti col mainstream italiano (e non solo). I brani tasteranno tematiche molto delicate, ma soprattutto vedranno il quasi 23enne artista co-autore di tutti i pezzi (tranne "Tonight"). A quanto pare ci sarà un cambiamento anche nel sound di diverse tracce: denso e cupo come per il primo singolo, un brano che rappresenta una sorta di denuncia, messa in musica, “l’eterna lotta tra il bene e il male, tra il giusto dei pochi e l’ingiustizia prepotente dei molti”. Marco Mengoni presenterà Solo 2.0 lunedì 26 settembre alle ore 18.30 presso La Feltrinelli libri e musica di Piazza Piemonte 2, Milano, dove sarà possibile acquistarlo in anteprima esclusiva. Dal 27 sarà quindi possibile acquistare l'album. Intanto sul circuito TicketOne sono state aperte le prevendite ufficiali per il SoloTour 2.0, che sarà anticipato da due date speciali: il 26 Novembre al Mediolanum Forum di Assago (Milano) e il 29 Novembre a Roma, al Palalottomatica.
Il seguito di Re Matto sarà pubblicato il prossimo 27 settembre. Dopo l’uscita del primo singolo estratto, il cantante 23enne vincitore di X-Factor 3, ha rivelato la copertina e le canzoni che andranno a comporre Solo 2.0.
Falso allarme per L'Isola dei Famosi, la prima puntata dovrà infatti essere rimandata a causa del maltempo. Un nubifragio ha infatti coinvolto l'arcipelago ed ha reso impossibile lo sbarco sull'isola per i naufraghi partecipanti alla trasmissione. Si erano già avvertite le prime avvisaglie con l'aggiornamento sulla pagina Facebook della trasmissione, nella quale si avvertiva come ci fossero problemi meteorologici. Ad inizio trasmissione è arrivata la conferma, prima con il collegamento con Alvin, incappucciato e sotto la pioggia, che ha appunto fatto intuire come il trasferimento sull'isola dei naufraghi fosse stato impossibile. Poi, dopo pochi minuti, contestualmente al collegamento con la base dove i concorrenti si trovavano, è stata Alessia Marcuzzi a confermare ufficialmente il rinvio della prima puntata alla prossima settimana. Solo qualche scambio di battute con i naufraghi e i commentatori in studio Alfonso Signorini e Mara Venier, che hanno scherzato con Patrizio Oliva e, naturalmente, Rocco Siffredi (già preoccupato per questo lungo annunciato periodo di astinenza dal sesso). L'attore dà vita al primo siparietto scherzando con la Venier in merito al fatto che fosse posizionato dietro al gruppo: "Io sto sempre dietro non perché sono più alto". Ma sono stati solo l'antipasto di questa prima puntata dell'Isola, che è stata appunto rimandata ufficialmente alla prossima settimana, un imprevisto che ha sorpreso anche gli ospiti in studio, i quali hanno concluso che sarebbero andati a mangiare una pizza, lasciando il povero Alvin da solo, sulla spiaggia dell'isola.
Falso allarme per la prima puntata del reality, i naufraghi non riescono a raggiungere l’Isola causa maltempo e il debutto su Canale 5 del reality viene dunque rinviato di una settimana. Primi dubbi per Catherine Spaak: “Finora non è stata una grandissima esperienza”.
Adele ha chiuso il suo tour mondiale in Nuova Zelanda e stando a quanto riportano le cronache locali pare che la cantante abbia di nuovo parlato della possibilità di abbandonare le scene. Potrebbe essere stato, insomma, l'ultimo tour per la cantante inglese che con il suo terzo album "25" ha rivoluzionato ancora una volta il mercato discografico, confermandosi come una delle popstar più amate al mondo, come ha confermato anche il tour, che ha visto riempirsi gli stadi di tutto il mondo. La scorsa notte ha chiuso il tour di "25" allo Mt. Smart Stadium di Auckland, in Nuova Zelanda, cantando per altre 40 mila persone in festa, che hanno potuto ascoltare le parole di possibile commiato, almeno per ora, dai live. Stando a quanto riportato dal NZ Herald, infatti, l'inglese avrebbe detto: "Andare in tour non è una cosa con cui mi trovo a mio agio… Gli applausi mi fanno sentire un po' vulnerabile, non so se tornerò mai in tour. In realtà l'unico motivo per cui lo faccio siete voi, non sono sicura che il tour sia una cosa che fa per me". Se fosse vero l'ultimo suo concerto di sempre sarebbe quello vissuto nel pieno di una tempesta, con la pioggia che ha accompagnato lei e il pubblico per tutto lo spettacolo. In un'intervista al Telegraph della scorsa settimana il promoter della cantante, Michael Coppel, aveva già detto: "Potremmo non vederla più", ma era stato il Sun, lo scorso settembre, a spiegare che la sua volontà era quella di prendersi un lungo stop, una decina di anni, diceva, per badare alla famiglia e al figlio, in particolare:
Durante il concerto di chiusura del suo tour mondiale Adele ha spiegato che quello potrebbe essere l’ultimo concerto live della sua vita: “Non mi sento a mio agio”.
Quando si arriva a Napoli dall'autostrada una delle prime cose che si nota, dopo l'affacciarsi della linea iconica del Vesuvio all'orizzonte, è un complesso di grattacieli che sembrano in contrasto con l'edilizia urbana dominante. Quell'insieme di moderni edifici, vicini e compatti da creare una sorta di cittadella, costituisce il Centro Direzionale di Napoli, progettato nel 1995 dall'architetto giapponese Kenzō Tange, nel quartiere Poggioreale. In pochi sanno che il progetto del Centro Direzionale di Tange in realtà occupa solo una parte, di proprietà privata, dei lotti edificabili a disposizione, e di preciso l'area occidentale del quartiere. Dal 2007 il Centro Direzionale di Napoli è oggetto di un progetto di completamento, promosso dal Comune già dal 1998, che interessa l'area orientale del distretto, di proprietà pubblica. Tuttavia nessun intervento ancora è stato mai realizzato. Oggi l'area occidentale del Centro Direzionale vessa in totale abbandono e degrado. Il Centro Direzionale, così come concepito negli anni Sessanta, è stato edificato in seguito solo nel settore occidentale di proprietà del principale lottizzatore privato (Mededil) che ha realizzato un quartiere ad alta densità edilizia, per di più terziaria, senza provvedere all'integrazione delle attrezzature pubbliche. Per lungo tempo il settore orientale di proprietà comunale è stato dimenticato. Il suo completamento era previsto a partire dal 2007 ma nessun lavoro è stato ancora mai cominciato. La scelta fatta con il Piano urbanistico era quella di abbandonare l’uso generalizzato della piastra sopraelevata, che caratterizza il vecchio Centro direzionale di Kenzo Tange, e realizzare un progetto di raccordo tra vecchio, nuovo Centro direzionale e la città attraverso la costruzione di residenze pubbliche, spazi commerciali, nuove attrezzature sportive, scuole e un grande parco urbano. I vari lotti del comparto privato sono stati oggetti di bandi di concorso per la realizzazione del Piano di ampliamento del Centro Direzionale di Napoli (committente Agorà6). I Vulcanica Architettura hanno progettato alcune delle residenze previste dal Piano. Il nuovo Centro Direzionale avrà innanzitutto un grande parco urbano, posto tra il vecchio centro direzionale e il nuovo comprensorio, caratterizzato da una maglia di viali pedonali e ciclabili in due aree separate da una strada di nuova progettazione. Nell’area tra la nuova strada e via Gianturco verranno realizzato il sistema degli spazi pubblici con un centro sportivo (già esistente ma da recuperare), un cinema multisala, parcheggi e spazi attrezzati pedonali. Nuove attrezzature sportive sono previste nell'area di progettazione rivolta verso via Vesuvio. Sarà costruita una scuola elementare con palestra, mensa e biblioteca. Infine il lotto di proprietà comunale sarà dotate di varie residenze pubbliche, alcune destinate alla locazione agevolata a categorie sociali protette. Lungo il margine orientale del parco saranno integrati alcuni interventi privati, posti in sei lotti di edifici a destinazione residenziale, con i servizi commerciali. I Vulcanica Architettura progettano un quartiere di edifici residenziali a torre, in linea e di case sul parco con le relative attrezzature di pertinenza. Dove ora c'è una grande zona abbandonata, un tempo adibita a mercato ortofrutticolo (costretto da anni a trasferirsi fuori dai confini urbani con la conseguente perdita di un'attività storica per la città), ci sarà una piccola cittadella a dimensione uomo dotata di tutti i servizi, le attrezzature e soprattutto immersa nel verde urbano.
Tutti conoscono il Centro Direzionale di Napoli come il complesso di grattacieli nell’area orientale della città ma in pochi sanno che la zona è edificata solo in parte, attorno regna degrado e abbandono. Per i Vulcanica Architettura è tempo di completare tutta l’area con residenze pubbliche, nuove attrezzature sportive, scuole e tanto verde urbano.
var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; if(windowWidth >= 0 && windowWidth <= 1023) { document.getElementById('widget-banner-5').id = 'div-banner-2'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-2"); }); }); } else { document.getElementById('widget-banner-5').style.display = 'none'; } "The Cube è un’architettura nomade, apolide e cosmopolita, un padiglione contemporaneo destinato, per un lasso di tempo ben definito, ad ospitare un ristorante di piccole dimensioni" spiegano gli architetti dello studio Park Associati. Il tour europeo del ristorante pop up arriva a Stoccolma. var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; if(windowWidth >= 0 && windowWidth <= 767) { document.getElementById('widget-banner-6').id = 'div-banner-3'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-3"); }); }); } else { document.getElementById('widget-banner-6').style.display = 'none'; } var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; if(windowWidth >= 768) { document.getElementById('widget-banner-7').id = 'div-banner-3'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-3"); }); }); } else { document.getElementById('widget-banner-7').style.display = 'none'; } Leggi anche Apre il sipario su Cersaie 2013 Progettato per inserirsi nei più suggestivi luoghi storici delle città europee, il padiglione è stato inaugurato a Bruxelles da aprile a luglio 2011 sull’arco del Parc du Cinquantenaire; nel dicembre 2011 il ristorante si è spostato a Milano ospitato sul tetto di un edificio a pochi metri dalle guglie del Duomo, fino alla fine di aprile 2012; il tour è continuato a Londra, sul tetto dell’edificio della Royal Festival House dal 1 giugno al 30 settembre e ora a Stoccolma, ospitato sulla sommità della Royal Opera House,dal 18 giugno al 21 novembre. The Cube è concepito come un modulo leggero e versatile, caratteristiche sottolineate dal colore bianco e dall’utilizzo di un rivestimento in alluminio tagliato al laser che ricopre l’intera superficie esterna. La base dell’edificio si colloca sempre in posizione leggermente sopraelevata rispetto alla pavimentazione su cui poggia, amplificando il senso di leggerezza formale che caratterizza tutta la struttura. La struttura si ispira evidentemente all'iconico "Pianeta come Festival" di Ettore Sottsass: “Anche sulla palla del pianeta, il tempo oramai è compresso come un foglio di laminato plastico". L'idea di Park Associati per Electrolux è quella di costruire una piccola architettura, una cabina, "forse un nido, in alto, in cima a una scogliera, su un monumento, su un edificio pubblico, non importa dove, ma in un posto bellissimo e con una vista bellissima e originale". L'idea è quindi di creare un ristorante che dia il benevenuto ai propri clienti in un posto incantevole e unico. Il padiglione resta aperto per sei mesi per poi cambiare posizione, cambiare città, nazione, per nuove sorprese, nuovi menu, nuovi clienti. Continua a leggere su Fanpage.it var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; document.getElementById('widget-banner-8').id = 'div-banner-6'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-6"); }); }); Eventi 17 CONDIVISIONI commenta condividi chiudi "The Cube è un’architettura nomade, apolide e cosmopolita, un padiglione contemporaneo destinato, per un lasso di tempo ben definito, ad ospitare un ristorante di piccole dimensioni" spiegano gli architetti dello studio Park Associati. Il tour europeo del ristorante pop up arriva a Stoccolma. Leggi anche Apre il sipario su Cersaie 2013 Progettato per inserirsi nei più suggestivi luoghi storici delle città europee, il padiglione è stato inaugurato a Bruxelles da aprile a luglio 2011 sull’arco del Parc du Cinquantenaire; nel dicembre 2011 il ristorante si è spostato a Milano ospitato sul tetto di un edificio a pochi metri dalle guglie del Duomo, fino alla fine di aprile 2012; il tour è continuato a Londra, sul tetto dell’edificio della Royal Festival House dal 1 giugno al 30 settembre e ora a Stoccolma, ospitato sulla sommità della Royal Opera House,dal 18 giugno al 21 novembre. The Cube è concepito come un modulo leggero e versatile, caratteristiche sottolineate dal colore bianco e dall’utilizzo di un rivestimento in alluminio tagliato al laser che ricopre l’intera superficie esterna. La base dell’edificio si colloca sempre in posizione leggermente sopraelevata rispetto alla pavimentazione su cui poggia, amplificando il senso di leggerezza formale che caratterizza tutta la struttura. La struttura si ispira evidentemente all'iconico "Pianeta come Festival" di Ettore Sottsass: “Anche sulla palla del pianeta, il tempo oramai è compresso come un foglio di laminato plastico". L'idea di Park Associati per Electrolux è quella di costruire una piccola architettura, una cabina, "forse un nido, in alto, in cima a una scogliera, su un monumento, su un edificio pubblico, non importa dove, ma in un posto bellissimo e con una vista bellissima e originale". L'idea è quindi di creare un ristorante che dia il benevenuto ai propri clienti in un posto incantevole e unico. Il padiglione resta aperto per sei mesi per poi cambiare posizione, cambiare città, nazione, per nuove sorprese, nuovi menu, nuovi clienti. Continua a leggere su Fanpage.it var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; document.getElementById('widget-banner-8').id = 'div-banner-6'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-6"); }); }); Eventi 17 CONDIVISIONI commenta condividi chiudi Progettato per inserirsi nei più suggestivi luoghi storici delle città europee, il padiglione è stato inaugurato a Bruxelles da aprile a luglio 2011 sull’arco del Parc du Cinquantenaire; nel dicembre 2011 il ristorante si è spostato a Milano ospitato sul tetto di un edificio a pochi metri dalle guglie del Duomo, fino alla fine di aprile 2012; il tour è continuato a Londra, sul tetto dell’edificio della Royal Festival House dal 1 giugno al 30 settembre e ora a Stoccolma, ospitato sulla sommità della Royal Opera House,dal 18 giugno al 21 novembre. The Cube è concepito come un modulo leggero e versatile, caratteristiche sottolineate dal colore bianco e dall’utilizzo di un rivestimento in alluminio tagliato al laser che ricopre l’intera superficie esterna. La base dell’edificio si colloca sempre in posizione leggermente sopraelevata rispetto alla pavimentazione su cui poggia, amplificando il senso di leggerezza formale che caratterizza tutta la struttura.
Dopo Bruxelles, Milano e Londra, il tour del ristorante The Cube, disegnato da Park Associati, atterra sul tetto della Royal Opera House di Stoccolma.
Reduce dalla separazione con il marito Umberto D'Aponte, Guendalina Tavassi ha ritrovato l'amore e il sorriso. Era marzo quando l'ex gieffina annunciava un periodo difficile con D'Aponte, "siamo separati in casa", raccontava ai suoi follower su Instagram. Lui avrebbe provato a riconquistarla, convinto che l'amore che provava ancora per lei fosse sufficiente, ma a quanto pare così non è stato, tanto che Guendalina si sta godendo le sue vacanze da mamma single a Mykonos. Raggiante e serena, oggi ha al suo fianco una nuova fiamma, come conferma lei stessa sui social. Gli indizi social segnalano già da qualche settimana la presenza di un nuovo amore al fianco di Guendalina Tavassi, ma finora non c'era stata nessuna conferma sul fatto che, a pochi mesi dalla separazione, l'ex gieffina avesse davvero ritrovato il sorriso. L'uomo in questione, ormai non più misterioso, sarebbe Federico Perna, un giovane ristoratore romano che gestisce un locale green di sushi e non solo, a Nord della Capitale. Finito nel mirino del gossip, si era lasciato scappare uno scatto di una donna misteriosa di spalle. Lo scambio di commenti e reazioni tra lui e Guendalina avevano intensificato le voci, fino a quando la Tavassi ha deciso di uscire allo scoperto: Grazie a tutti per le segnalazioni, purtroppo la gente non si fa mai gli affari propri, non devo dare spiegazioni né tanto meno devo giustificarmi, ma se volevo farlo uscire l’avrei fatto io, se sto aspettando è semplicemente perché ho dei figli e avrei preferito un po’ più di tatto e tempo per dire le cose. Detto questo auguro a tutti di essere felici come finalmente lo sono io.
Guendalina Tavassi ha ritrovato il sorriso a pochi mesi dalla dolorosa separazione dal marito Umberto D’Aponte. L’uomo in questione sarebbe Federico Perna, un giovane ristoratore romano che gestisce un locale green a Nord della Capitale. In vacanza a Mykonos, Guendalina Tavassi ammette: “Sono finalmente felice, ma ho dei figli: avrei preferito più tempo e tatto”.
La comunione derivante da titoli diversi e soggetti parzialmente diversi Per comprendere immediatamente cos si intende per comunione derivante da titoli diversi e/o comunione tra soggetti parzialmente diversi è opportuno usare degli esempi: Se in tutte queste ipotesi (A – D) si pone la domanda quante comunioni esistono, la risposta potrebbe variare se si considerano le norme civili o tributarie, inoltre, occorre valutare se la risposta è influenzata dal variare dei soggetti che compongono la comunione (ipotesi D – E), in seguito al trasferimento di una quota della comunione. Cercando di individuare il numero delle comunioni, partendo dall'ipotesi più semplice, si potrebbe dire che le ipotesi C e D rappresentano comunioni diverse, sia per la presenza di diversi titoli (costitutivi della comunione: acquisti effettuati in comune), sia per la presenza di soggetti diversi, la parziale coincidenza soggettiva (tizio e caia) non permette di considerare le ipotesi C e D come un'unica comunione. Passando agli esempi A e B la sussistenza di un titolo diverso per l'acquisto dovrebbe par pensare all'esistenza di due comunioni distinte ed autonome, ma la medesima situazione (ipotesi B) potrebbe anche essere letta come mero incremento dell'originaria comunione (ipotesi A) ed essere considerata come un'unica comunione (ipotesi A – B). Dal punto di vista civile la situazione cambia poco, mentre potrebbe avere una sua rilevanza in sede tributaria. La presenza (o meno) di diverse comunioni ha acquisisce rilevanza in sede tributaria. Infatti, la presenza di diverse comunioni i contitolari potrebbero avere interesse a procedere (contemporaneamente) alla divisione delle diverse comunioni anche redigendo un unico atto di divisione. Se dal punto di vista civile la questione potrebbe essere facilmente inquadrata nell'ambito dei contratti collegati (se le parti ricevono beni di cui sono titolari) oppure di una divisione con annesso atto traslativo (se le parti ricevono beni di cui non sono titolari: ad esempio nelle ipotesi C e D sempronio riceve una parte del terreno, mevio riceve una parte del terreno). Infatti, l'autonomia privata consente ai condividenti di regolare i propri interessi come meglio credono.
La Cassazione del 28.3.2018 n. 7604 ha affermato che una massa originariamente unica non può dare vita a masse plurime per il fatto che ad un contitolare sia sostituito o aggiunto un altro. I successori o cessionari delle quote subentrano nella posizione del dante causa, sostituendosi a lui nella titolarità dell’unico titolo di comunione, in quanto, a seguito dei trasferimenti di quota, si considera come se alla comunione partecipi l’originario contitolare.
Una exit strategy per sopravvivere al tracollo dell'Euro è in studio da parte delle maggiori banche mondiali, lo rivela il New York Times in un editoriale in prima pagina. Gli istituti finanziari non si fiderebbero delle parole del cancelliere tedesco, Angela Merkel, che aveva chiaramente affermato che il fallimento della moneta unica europea è uno scenario “che non potrà mai verificarsi”. Il NyT sottolinea che la crisi del debito ha contagiato anche la grande Germania, visto che gli investitori hanno acquistato con maggior fatica i Bund tedeschi questa settimana. Nella giornata di ieri Standard & Poor's ha declassato il rating del Belgio da AA+ ad AA, mentre l'agenzia Fitch ha dichiarato il downgrade di otto banche italiane, definendo il paese “già in recessione”. Le agenzie, inoltre, paventano la possibilità che la Francia possa perdere la tripla A in caso di un aumento del debito dovuto alla crescita dello spread con i titoli di stato della Germania. Una settimana all'insegna del ribasso, dopo che giovedì anche i rating di Portogallo e Ungheria erano stati accostati a titoli spazzatura dalle stesse agenzie internazionali. “Mentre i leader europei sostengono che non ci sia ancora bisogno di approntare un piano B – scrive il New York Times – alcune delle principali banche mondiali, ed i loro supervisori, stanno predisponendo proprio questo”. Andrew Bailey, funzionario dell’Autorità dei Servizi Finanziari della Gran Bretagna, ribadisce al quotidiano americano che tra le prospettive che i mercati valutano c'è “un allontanamento disordinato di alcuni Paesi dall’eurozona”. Merrill Lynch, Barclays Capital e Nomura sono le banche che per prime hanno predisposto un piano di emergenza nel caso di tracollo dell'eurozona: “A meno che la Banca Centrale Europea intervenga per aiutare dove i politici hanno fallito, un collasso dell’euro al momento sembra più probabile che possibile” si legge nei dispacci della Nomura. Anche le banche britanniche, come la Royal Bank of Scotland, stanno studiando misure da mettere in pratica qualora la crisi dell'Euro diventi irreversibile. Stessa cosa accade negli Stati Uniti, dove sono le authority indipendenti a ridurre l'esposizione verso i titoli della zona Euro. Anche nelle piazze asiatiche di Hong Kong, il panico si diffonde assieme alla sfiducia.
Il fallimento dell’Euro è una prospettiva concreta, lo scrive in New York Times in un editoriale in prima pagina. Le grandi banche mondiali si preparano alla fine della moneta unica europea, mentre i governi del Continente continuano a ritenere impossibile questa ipotesi. Chi avrà ragione?
Jennifer Aniston gongola. Nonostante le voci di una presunta, precocissima separazione da Justin Theroux, sostenute nelle scorse ore dal National Enquire e mai effettivamente confermate (né smentite, il che in qualche modo è la conferma che le voci non esistano), l'attrice, 47 anni, può contentarsi di un fregio tutt'altro che irrilevante, specie in considerazione della sua età anagrafica. A dodici anni di distanza dalla prima volta, la protagonista di Friends è stata nuovamente nominata la donna più bella del mondo. E a farlo non è stata la più insulsa e irrilevante delle riviste, bensì People, la più autorevole e influente in merito. Ebbene, la moglie in gran segreto dell'attore Justin Theroux, pur sfiorando i 50 anni d'età, a metà strada tra questi e i 45, non accenna a perdere un colpo e si dimostra ancora una volta una donna capace di risorse infinite, che col tempo acquisisce uno splendore particolare, cosa di cui non tutte le sue colleghe sembrano essere capaci. Bellezza naturale, candida, assolutamente lontana dall'apparire artefatta, la Aniston si sta tecnicamente prendendo una sorta di rivincita rispetto a quella che tutti hanno definito negli ultimi anni come le delusione amorosa pubblica che avrebbe creato in lei un complesso di inferiorità nei confronti di Angelina Jolie, la donna che di fatto ha messo fine al suo matrimonio con Brad Pitt.
A dodici anni di distanza la moglie di Justin Theroux eletta donna più bella del mondo per la seconda volta dalla rivista People. Succede ad un’altra attrice “matura” come Sandra Bullock, ma la bellissima Jennifer è ancora lontana dal record di Julia Roberts, premiata da People per ben quattro volte.
Periodo intenso per la reginetta del pop. Tra gossip e novità discografiche non ha un attimo di sosta e si continua a parlare di lei in questi tempi. Nonostante i vari rumors e gossip sul suo conto, Britney Spears pare riesca a trovare del tempo anche per dedicarsi alla musica e così sono già trapelate le prime indiscrezioni per quanto riguarda l'uscita del suo prossimo album, prevista proprio per quest'anno, molto probabilmente a maggio. Sembra che Britney per questo nuovo lavoro si stia facendo affiancare dal produttore Jon Asher, originario dell'Arizona, e che vorrebbe portare la reginetta verso un nuovo sound da lui definito epic-pop: "un genere che sto sperimentando al momento. Della musica che abbia un significato. Non è il solito sound da canzone pop d'amore. Ha un ritmo upbeat e un sound con delle parole ricche di emozione e significato che le persone possono sentire. Altri collaboratori previsti per l'album sarebbero Darkchild e David Guetta. La grande notizia, però, è quella di un possibile riavvicinamento tra Britney e il suo ex per eccellenza, Justin Timberlake. Si parla, infatti, di un possibile duetto fra i due ex innamorati nel nuovo album di Britney. Per il prossimo marzo è prevista l'uscita di un nuovo singolo della reginetta del pop che dovrebbe preannunciare proprio la pubblicazione di questo nuovo album, prevista appunto per maggio.
Svolta epic-pop per Britney Spears e probabile collaborazione con Justin Timberlake: ecco cosa possiamo aspettarci dal nuovo album della reginetta del pop.
Per allontanarsi dal clamore della stampa e dalle vicende processuali legate all'ex marito Silvio Berlusconi, Veronica Lario si è concessa qualche giorno da trascorrere al mare in Sardegna insieme alla sua famiglia. Con lei le figlie Eleonora e Barbara – anche lei reduce dalla rottura con Pato – e i nipoti da loro avuti. Veronica e le sue figlie hanno rappresentato un richiamo irresistibile per i paparazzi che le hanno spiate durante la giornata di relax che le tre si sono concesse in barca in Sardegna. Bellissime come al solito, le tre donne sono state fotografate in compagnia dei loro figli che si sono divertiti un mondo nel tuffarsi in acqua insieme alle rispettive madri.
Veronica Lario si gode le vacanze su una barca al largo della Costa Smeralda. Con lei le figlie Eleonora Berlusconi e Barbara, reduce dalla rottura con Alexandre Patto, e i loro figli.
In Norvegia quando un cittadino compra una bottiglia di acqua, di coca-cola o di qualsiasi altra bevanda dal contenitore in plastica paga sul prezzo di vendita del prodotto un sovrapprezzo, pari a circa 12 centesimi di euro per le bottiglie piccole, a capienza di massimo mezzo litro, e intorno ai 31 centesimi per le bottiglie da 75cl, 1 litro, o comunque più grandi. Poi, nel momento in cui il cittadino riporta da casa al negozio la bottiglia vuota e la consegna alla cassa o alle macchine automatiche, riceve uno scontrino grazie al quale gli verranno restituiti quei soldi pagati in precedenza. I risultati, di cui scrive in un articolo il quotidiano Repubblica, sono eccellenti: grazie all'introduzione di questo sistema che si chiama DRS, deposit-refund system, in Norvegia il 96 percento delle bottiglie di plastica viene riconsegnato e riciclato. Una percentuale altissima simile a quelle registrate anche in Danimarca e in Germania, dove si sfiora il 90 percento.
In Norvegia, grazie all’introduzione del sistema deposit-refund system, il 96 per cento delle bottiglie di plastica viene riconsegnato e riciclato. Percentuali altissime anche in Danimarca e in Germania.
La prima classifica di settembre sulle canzoni più trasmesse in radio nell'ultima settimana di agosto dà ai Thegiornalisti quello che hanno seminato in questi mesi, confermandoli come una delle (la) canzone dell'estate 2017. La loro "Riccione", infatti, chiude al primo posto la top 10 di agosto, seguito da una mai doma Francesca Michielin che dopo aver annunciato di essere la prossima a cantare l'Inno di Mameli durante il Gran Premio d'Italia di Formula 1, arriva in seconda posizione con l'ultimo singolo "Vulcano", mettendosi alle spalle l'ex n.1 Charlie Puth con "Attention". Quarta la coppia formata da Takagi e Ketra con "L'esercito del selfie", seguita da Bruno Mars con "Versace On The Floor" e dai Coldplay di "Miracles (Someone special).
L’ultima classifica di agosto delle canzoni più trasmesse in radio dice Italia, con i Thegiornalisti primi e Francesca Michielin seconda.
L'onda di una marea che travolge, la rabbia e la danza che prendono vita nell'ultimo episodio della vita musicale di Francesca Calearo, in arte Madame. Il brano, pubblicato lo scorso 4 giugno, nelle ultime ore è stato accompagnato anche dal videoclip ufficiale, un cortometraggio che alterna alle lenzuola che coprono il corpo di Madame, la sabbia del deserto in cui la stessa cantante si esibisce con le sue melodie. Il singolo estivo, prodotto da Dardust e da Bias, sarà sicuramente contenuto nella deluxe del progetto "Madame" e ne continua quel filo narrativo e melodico di istinto, con la ricercatezza di un suono estivo, ma che si allontana nettamente dal reggaeton latino che si sta imponendo nel Bel Paese. "Marea" è un viaggio ritualistico, sostenuto dal ritmo di Dardust e Bias, che per l'occasione raccolgono la voce di Madame in un concerto di pitch e synth digitali, con cambiamenti di ritmo repentini che favoriscono anche l'estrosità vocale della cantante. Un mondo che Attilio Cusani, regista del videoclip ufficiale, ha cercato di riprodurre in due contesti ben distanti tra loro: dal chiaro scuro tra il vestito bianco immacolato di Madame e le coperte che la avvolgevano, si è poi passati ai colori caldi del deserto, dove il marrone e il rosso si scontrano con l'azzurro della marea che sconvolge i piani. Il contrasto ritorna sempre ben definito nella narrazione di Madame, che utilizza figure e immagini distanti, come "Sarò rose e spine sui fianchi, sarò ghiaccio е vino, e tremerai, trеmerai". Il ritornello è il capolavoro del brano, la ripetizione continua della parola Marea, che candida il brano a essere uno dei più virali di quest'estate, anche grazie alla sua permeabilità al contesto TikTok. Sarà, sarà l’oasi in mezzo al Sahara Sarà pioggia e nubi dal mar Sarà un corso d’acqua in salita, salita Samba, coi tuoi occhi samba Labbra nella carne, fiori nella sabbia, eh, eh Santa, nei tuoi occhi santa Nei tuoi tocchi salto, danzo, salta, eh, eh Mama, liberata dal karma Calipso, fai l’alta marea (Marea) A sud nelle tue labbra Foresta, caligo, marea (Marea) Liberata da rabbia Calipso, fai l’alta marea (Marea) A sud nelle tue labbra Foresta, caligo, marea Ma-ma-ma-ma-marea Ma-ma-ma-ma-marea Ma-ma-ma-ma-marea Marea, marea Ma-ma-ma-ma-marea Ma-ma-ma-ma-marea Ma-ma-ma-ma-marea Marea, marea Sarò, sarò come non immaginavi Sarò rose e spine sui fianchi Sarò ghiaccio е vino, e tremerai, trеmerai Samba, coi tuoi occhi samba Lividi alle gambe, mani sulla faccia, eh, eh Santa, nei miei occhi santa Nei miei tocchi salti, danzi, salta, eh, eh Mama, liberata dal karma Calipso, fai l’alta marea (Marea) A sud nelle tue labbra Foresta, caligo, marea (Marea) Ma-ma-ma-ma-marea Ma-ma-ma-ma-marea Ma-ma-ma-ma-marea Marea, marea Ma-ma-ma-ma-marea Ma-ma-ma-ma-marea Ma-ma-ma-ma-marea Marea, marea
Le ultime settimane per Madame sono state tra le più difficili della sua carriera, dopo l’attacco da parte del web per la polemica sulle foto coi fan, iniziata dopo una stories pubblicata dalla stessa cantante su Instagram. Il peggio sembra passato, anche grazie alla pubblicazione del video di “Marea”, l’ultimo singolo di Madame che si candida a essere una delle hit di questa estate.
L’incidente automobilistico in cui rimase coinvolto a febbraio ha avuto conseguenze clamorose per Bruce Jenner, patrigno di Kim Kardashian. L’uomo è stato denunciato per omicidio colposo da Kim Howe, figliastro 69enne della donna morta nell’incidente automobilistico dello scorso febbraio. Secondo il racconto fornito dall’uomo, la Cadillac Escalade di Jenner avrebbe urtato l’auto a bordo della quale viaggiava la vittima, scaraventandola nel pieno di un incrocio. Lì, un enorme Hummer si sarebbe improvvisamente trovato di fronte la Lexus della donna, centrandola in pieno e uccidendola sul colpo. Secondo Howe, la responsabilità dell’incidente mortale sarebbe da imputare all’ex campione olimpionico di decathlon, nonché star dei reality. La polizia ha però fatto presente che Jenner avrebbe collaborato in ogni modo alle indagini messe in piedi per verificare ogni eventuale responsabilità nell’incidente. L’uomo si sarebbe prestato inoltre ai test anti alcol e anti droga, risultando completamente sobrio al momento dell’impatto. Quello in corso non è un momento semplice per Jenner. Il patrigno di Kim Kardashian ha recentemente fatto outing nel corso di un’intervista rilasciata alla ABC che ha tenuto incollati allo schermo milioni di telespettatori. L’uomo ha ammesso di sentirsi donna e ha inoltre rivelato di aver iniziato la trasformazione fisica e ormonale che lo porterà finalmente a diventare se stesso: Sono una donna a tutti gli effetti. Bruce vive una menzogna. Lei non è una menzogna… Ma io non posso reggerla più. La mia testa è molto più femminile che non maschile e così la mia anima. Sono qui, intrappolato, e odio questa parola; una ragazza intrappolata nel corpo di un uomo. Ma al momento ho tutte le mie parti maschili.
Bruce Jenner, patrigno di Kim Kardashian che ha recentemente fatto outing, è stato denunciato per omicidio colposo. Avrebbe provocato la morte di una donna in un incidente stradale.
È finito in manette il romano di 48 anni che ha rapinato una farmacia di via Tiburtina la sera del 15 marzo 2020. Il giudice per le indagini preliminari di Roma mercoledì 15 settembre ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un quarantottenne romano, che dovrà rispondere di rapina. Il registratore di cassa, sradicato durante l'azione e abbandonato per strada, è stato decisivo per raccogliere le impronte e indirizzare le ricerche. Dopo un anno e mezzo, l'uomo è finito in manette, ma le indagini dei carabinieri continuano. Secondo quanto emerso in sede d'indagine il quarantottenne nei primi giorni di pandemia si è presentato in una farmacia di via Tiburtina con il volto coperto dalla mascherina e una siringa in mano. Così ha intimidito la cassiera ed è riuscito a rubare l'incasso della giornata. Con l'apparecchio in mano è fuggito a piedi. Una pattuglia di carabinieri della Stazione Roma Casalbertone è arrivata sul posto a una manciata di minuti dall'allarme. Una volta accertata la dinamica della rapina, i militari hanno subito avviato le ricerche. Hanno battuto innanzitutto la zona intorno all'esercizio commerciale: dell'uomo nessuna traccia, del registratore di cassa sì. Giaceva a terra in via Renzo Renzi.
Ha minacciato con una siringa la cassiera e rubato il registratore di cassa. Un 48enne romano è stato arrestato ed è finito in carcere per la rapina alla farmacia di via Tiburtina avvenuta il 15 marzo dell’anno scorso. Decisive le impronte lasciate sull’apparecchio abbandonato in strada, che hanno rilevato la sua identità.
Il primo giugno del 2001 veniva uccisa Serena Mollicone, il delitto di Arce è una delle pagine di cronaca nera che hanno scosso profondamente l'opinione pubblica. In occasione del ventennale del suo omicidio avvenuto all'interno della caserma dei carabinieri, a Fontana Cupa, località in cui è stato rinvenuto il cadavere della giovane, tre giorni dopo la sua scomparsa, è stata indetta una cerimonia, dove il sindaco insieme ai famigliari si riuniranno per una commemorazione e per ricordare anche la scomparsa del padre Guglielmo, sempre presente alle udienze in tribunale, una vita di battaglie per chiedere giustizia per la morte della figlia, venuto a mancare lo scorso anno per una grave malattia, alla vigilia dell'anniversario della sua scomparsa. A Serena Mollicone sarà intitolato l'auditorium del liceo Gioberti, che la diciottenne frequentava e dove era prossima al diploma. Serena Mollicone è scomparsa a diciotto anni, dopo essere uscita di casa per un'ortopanoramica, il primo giugno del 2001. Di lei per tre giorni si sono perse le tracce, poi, il tragico ritrovamento del suo corpo senza vita, con mani e piedi legati con delle fascette e una busta di plastica in testa, in un bosco. Inizialmente i sospetti degli investigatori sono ricaduti sul padre Guglielmo, indagato e portato via dai carabinieri durante i funerali della figlia, ma nel 2006 la Cassazione lo ha prosciolto da ogni accusa.
Il primo giugno del 2001 moriva Serena Mollicone, uccisa nella caserma dei carabinieri di Arce. Nel ventennale della sua scomparsa la città la ricorda con una cerimonia nel bosco in cui è stata ritrovata e con l’intitolazione a suo nome dell’auditorium del liceo Gioberti, che la studentessa frequentava.
Mel Gibson firma il suo quinto film da regista, “La battaglia di Hacksaw Ridge”, dramma biografico, presentato fuori concorso all’ultimo Festival di Venezia, vincitore di 3 Satellite Awards e nominato a tre Golden Globe 2017 (Miglior film drammatico, Miglior regista e Miglior attore in un film drammatico). Gibson ha assoldato Andrew Garfield e gli ha affidato il difficile e intenso ruolo di Desmond T. Doss, il primo obiettore di coscienza della storia a ricevere la medaglia d’onore per aver salvato 75 soldati durante la battaglia di Okinawa, nella seconda guerra mondiale, senza mai utilizzare un'arma. La sceneggiatura di questo straordinario kolossal è stata curata da Andrew Knight, Robert Schenkkan e Randall Wallace e, ad affiancare Garfield, Gibson, che come al solito amare fare le cose in grande, ha chiamato un plotone di star, tra cui Vince Vaughn, Sam Worthington, Hugo Weaving e Teresa Palmer. “La battaglia di Hacksaw Ridge” arriverà nelle nostre sale a partire dal prossimo 9 febbraio e, al 99%, ne sentiremo parlare anche ai prossimi Oscar. 1942, il giovane Desmond Doss, obiettore di coscienza per motivi religiosi, decide di arruolarsi per servire il proprio Paese. Senza mai imbracciare un'arma, Doss dimostrerà a tutti di essere un grandissimo eroe salvando la vita a 75 uomini e diventando il primo obiettore insignito della Medaglia d’Onore del Congresso, la più alta onorificenza militare Americana. Gli attori che compongono il cast sono: Andrew Garfield (Desmond T. Doss); Vince Vaughn (Sergente Howell); Sam Worthington (Capitano Glover); Luke Bracey (Smitty); Hugo Weaving (Tom Doss); Ryan Corr (Tenente Manville); Teresa Palmer (Dorothy Schutte); Rachel Griffiths (Bertha Doss); Richard Roxburgh (Colonnello Stelzer); Luke Pegler (Milt "Hollywood" Zane); Richard Pyros (Randall "Teach" Fuller); Ben Mingay (Grease Nolan) e Firass Dirani (Vito Rinnelli). 1. Nel film, recita anche il figlio di Mel Gibson, Milo ed è la prima volta che i due lavorano assieme. 2. Mel Gibson ha cronometrato la standing ovation ricevuta dal film al Festival di Venezia. E’ durata 48 secondi. 3. Gibson, in un’intervista, ha dichiarato che se Desmond T. Doss fosse ancora vivo, lo vorrebbe come Presidente degli Stati Uniti. 4. Inizialmente, la produzione aveva scelto Randall Wallace come regista, ma poi è stato assoldato Gibson e Wallace ha curato la sceneggiatura.
Mel Gibson, alla sua quinta prova da regista, ha assoldato Andrew Garfield per il ruolo di Desmond T. Doss, il primo obiettore di coscienza della storia a ricevere la medaglia d’onore per aver salvato 75 soldati durante la battaglia di Okinawa, nella seconda guerra mondiale, senza mai utilizzare un’arma.
Nei giorni scorsi, la rivista "Diva e Donna" ha pubblicato delle foto che ritraevano Michelle Hunziker e Tomaso Trussardi in auto. La didascalia associata alle immagini, lasciava intendere che tra i due fosse scoppiata una brutta lite. Le foto hanno suscitato grande clamore e in pochissimo tempo hanno fatto il giro della rete. In un'intervista rilasciata al settimanale "Chi", Michelle Hunziker ha voluto chiarire un paio di episodi che l'hanno vista al centro del gossip, negli ultimi giorni. Innanzitutto ha spiegato le motivazioni alla base di uno sfogo pubblicato sui social alcuni giorni fa, in cui parlava delle batoste della vita. Un post per il quale ha ricevuto una tirata d'orecchie anche dalla figlia Aurora: "Anche Aurora mi ha tirato le orecchie. Mi ha detto: "Mamma, ma hai scatenato l'inferno su Instagram. […] Non succede nulla. Sono anche io una persona normale. Ho avuto uno sfogo come tanti. Il mio era dedicato a una mia amica che non attraversa un bel periodo. Tutto qui. Non lo avessi mai fatto! Prima hanno dato per morta la povera Lilly, che come lei vede, sta benissimo. Menomale. Poi hanno scritto: "Chissà quale crisi universale starà attraversando la Hunziker con Tomaso". Al contrario, con Tomaso Trussardi va tutto benissimo. La coppia si sta concedendo una vacanza in Versilia: "Abbiamo scelto la Versilia per agevolare gli spostamenti di mio marito, che durante la settimana lavora e può raggiungerci comodamente quando vuole. Passeremo quasi tutta l'estate qui". Così, ha dato la sua versione dei fatti sulle foto in cui sembrava litigare con il marito: "Sembriamo una famiglia in crisi? Eppure poi escono delle fotografie scattate in macchina che riprendono un momento, un istante che davvero può non voler dire nulla e iniziano a sparare titoli come: "Eccoli, sono in crisi". Ma secondo lei Tommaso e io, se dobbiamo discutere, cosa che comunemente fanno tutte le coppie, ci diamo appuntamento in auto alle due di notte? Cioè la scena potrebbe essere la seguente: "Amore, andiamo giù a litigare così non svegliamo i bambini". No dai, non è credibile. Ma fa parte del gioco. Amen". Infine, ha parlato dei paparazzi che ogni giorno si appostano sotto casa sua:
Nei giorni scorsi, Michelle Hunziker ha pubblicato uno sfogo sui social, in cui ha parlato delle batoste della vita. I fan hanno pensato fosse morta la sua cagnolina. In realtà, Lilly gode di ottima salute. La showgirl ha smentito anche la presunta crisi con Tomaso Trussardi.
Le emissioni di anidride carbonica (CO2) derivate alle attività umane – dai processi industriali ai trasporti – rappresentano il principale volano per i cambiamenti climatici, la più grave minaccia che incombe sull'umanità. Non a caso l'Unione Europea, la Cina e altri Stati hanno annunciato di voler raggiungere la neutralità carbonica nei prossimi decenni; un percorso virtuoso (per ora soprattutto a parole) ma non di facile applicazione, che potrebbe essere coadiuvato da una straordinaria tecnologia in sviluppo presso alcuni laboratori. Gli scienziati sono stati infatti in grado di convertire l'anidride carbonica in un carburante (il metano) attraverso un processo di catalizzazione/reazione sperimentale, sensibilmente più rapido ed efficiente di quelli testati in passato. Questa nuova tecnologia non solo potrebbe aiutarci a combattere il riscaldamento globale, ma anche a promuovere i viaggi spaziali. Un dispositivo di questo tipo, infatti, se posizionato su Marte – la cui atmosfera è ricchissima di CO2 – potrebbe ottenere grandi quantità di metano per alimentare le navicelle spaziali da far rientrare sulla Terra. Va sottolineato che la conversione di anidride carbonica in metano non è assolutamente una novità; è infatti ciò che si ottiene attraverso la reazione di Sabatier o processo Sabatier, una reazione chimica messa a punto dallo scienziato francese Paul Sabatier, vincitore del Premio Nobel per la Chimica nel lontano 1912. Tale reazione ha già applicazioni di grande successo; basti pensare che vi è un reattore sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), progettato per trasformare l'anidride carbonica rilasciata dal respiro degli astronauti in carburante per alimentare il laboratorio orbitante stesso. Ma tale procedura non è applicabile con efficienza per i grandi emettitori di CO2, come le attività industriali. Un team di ricerca internazionale composto da scienziati dell'Università di Cincinnati, dell'Università Rice, dell'Università di Shanghai e dell'Università della Scienza e della Tecnologia della Cina Orientale sembra tuttavia sulla strada giusta per trovare una soluzione; ha infatti messo a punto un dispositivo che è cento volte più produttivo rispetto a quelli sviluppati appena 10 anni fa.
Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Università di Cincinnati (Stati Uniti) ha messo a punto un catalizzatore sperimentale di carbonio che inserito in un reattore è in grado di trasformare l’anidride carbonica (CO2) in carburante con una produttività cento volte superiore rispetto ai dispositivi sviluppati appena dieci anni fa.
DECRETO-LEGGE 31 maggio 2014, n. 83 Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo. in G.U. Serie Generale n.125 del 31-5-2014 note: Entrata in vigore del provvedimento: 01/06/2014 Il legislatore, considerata la straordinaria necessita' e urgenza di emanare disposizioni per il rilancio del turismo al fine di promuovere l'imprenditorialita' turistica e di favorire la crescita di un settore produttivo strategico per la ripresa economica del Paese, nonche' di assicurare la competitivita' dell'offerta turistico-culturale italiana, spinge l'intero settore turistico ad adeguarsi alle nuove tecnologie mediante processi di digitalizzazione e informatizzazione del settore. Questo è il fine dell'art. 9 del Decreto legge del 31 maggio 2014 n. 83 rubricato con il titolo di "Disposizioni urgenti recanti introduzione di un credito d'imposta per la digitalizzazione degli esercizi ricettivi" prevede un credito di imposta per le spese sostenute al fine di dotarsi di impianti digitali. Il credito di imposta può essere riconosciuto agli esercizi turistici singoli o aggregati (quindi, anche più imprenditori possono "consorziarsi" per sostenere la spesa per l'adeguamento tecnologico dei loro locali o imprese.
In base al Decreto Legge del 31.05.2014 n. 83 art. 9 le imprese turistiche (con finalità ricettive e ricreative) che affronteranno una spesa per impianti wi-fi, siti web ottimizzati per sistemi mobili, il commercio elettronico del turismo, pubblicità elettronica delle offerte turistiche, otterranno un credito di imposta pari al 30% della spesa (fino al massimo di € 12.500) per i periodi 2015, 2016 e 2017.
var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; if(windowWidth >= 0 && windowWidth <= 1023) { document.getElementById('widget-banner-5').id = 'div-banner-2'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-2"); }); }); } else { document.getElementById('widget-banner-5').style.display = 'none'; } Il Design e il nuovo volto dei locali pizzeria sono il tema centrale del “Premio Le 5 Stagioni – Progettare il futuro dei locali pizzeria. Nuove aperture, spazi e concept innovativi”, il concorso internazionale di design promosso dalla linea di farine specializzate “Le 5 Stagioni” in collaborazione con POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano. var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; if(windowWidth >= 0 && windowWidth <= 767) { document.getElementById('widget-banner-6').id = 'div-banner-3'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-3"); }); }); } else { document.getElementById('widget-banner-6').style.display = 'none'; } var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; if(windowWidth >= 768) { document.getElementById('widget-banner-7').id = 'div-banner-3'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-3"); }); }); } else { document.getElementById('widget-banner-7').style.display = 'none'; } La manifestazione Tuttofood, Milano World Food Exhibition 2013 (19-22 maggio, Fiera Milano), è stata scelta per presentare la seconda edizione del concorso. La presentazione è prevista domenica 19 maggio alle ore 10.30 presso lo Spazio Anfiteatro, nel Padiglione 13 di Fiera Milano, nell’ambito di una tavola rotonda che analizzerà le tendenze internazionali del settore. Nicola R.Ticozzi, direttore dei corsi di specializzazione per architetti “Design Experience” di POLI.design – Consorzio del Politecnico di Milano, introdurrà gli interventi di Giorgio Agugiaro (Presidente di Agugiaro & Figna Molini SpA), Gianpietro Sacchi (Docente corsi POLI.design), Anna Kolomiyets (Coordinatrice Corsi HoReCa Design in lingua russa di POLI.design) e Svetoslava Georgieva (Vincitrice della 1° edizione del Premio Le 5 Stagioni). Il Premio Le 5 Stagioni attraverso questa nuova edizione, che si concluderà il 1° febbraio 2015 in concomitanza con Expo 2015, propone ad architetti e designer attenti all’evoluzione degli spazi rivolti al pubblico la sfida di interpretare ed esprimere in termini di progetto, evoluzione delle funzioni, del rapporto e della comunicazione al pubblico, la trasformazione che i ristoranti e i locali pizzeria stanno vivendo in Italia e nel mondo, e che sta cambiando letteralmente il volto di spazi storicamente molto caratterizzati dalla tradizione e da linguaggi estetici quasi immutati nel tempo. Il design degli spazi diventa oggi la chiave essenziale per affermare e comunicare, attraverso la qualità estetica e le nuove funzioni degli spazi, la qualità del prodotto, la consapevolezza dell’importanza del servizio, il nuovo valore dell’interazione con i clienti. Afferma Giorgio Agugiaro, presidente di Agugiaro & Figna Molini SpA: Leggi anche Il premio Mies van der Rohe 2013 “Il Premio di progettazione Le 5 Stagioni di cui abbiamo voluto essere promotori guarda ad un mondo sempre più ampio, perché il settore dei locali con consumo di pizza a cui è orientato, ha dimensioni molto significative in tutti i Paesi, anche se con caratteristiche diverse, e da ogni Paese del mondo posso provenire suggerimenti d’innovazione importanti e utili a tutti. La ricerca e l’innovazione, in tutti gli aspetti, sono alla base dell’attività di Agugiaro & Figna Molini, azienda di grande tradizione e orientata al futuro. Nel mondo dei ristoranti e locali pizzerie, che ci è particolarmente caro, e in cui siamo leader attraverso la linea di prodotti specializzati Le 5 Stagioni, è nata l’esigenza di stimolare l’innovazione anche oltre il prodotto. La qualità oggi è indispensabile ma è solo un punto di partenza: l’innovazione, anche dal punto di vista delle funzioni, dell’arredamento e dell’immagine complessiva può essere determinante per il successo dei locali.” Il concorso ha il patrocinio di ADI (Associazione per il Disegno Industriale), AIPi (Associazione Italiana Progettisti in Architettura d’interni), AIAP (Associazione per la Progettazione Visiva) e Restaurant Design – Corso di design per l’innovazione di ristoranti e locali pizzeria. La Giuria del “Premio Le 5 Stagioni” sarà presieduta da Arturo Dell’Acqua Bellavitis, Preside della Facoltà del Design del Politecnico di Milano. Il concorso si concluderà il 1° febbraio 2015, e la premiazione dei progetti vincitori si svolgerà in concomitanza con Expo 2015. Il “Premio Le 5 Stagioni” prevede due sezioni: “Opening”, per locali realizzati, e “Concept”, per proposte progettuali e concept di locali pizzeria. Il montepremi complessivo è di € 15.000. Continua a leggere su Fanpage.it var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; document.getElementById('widget-banner-8').id = 'div-banner-6'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-6"); }); }); Concorsi di design 19 CONDIVISIONI commenta condividi chiudi Il Design e il nuovo volto dei locali pizzeria sono il tema centrale del “Premio Le 5 Stagioni – Progettare il futuro dei locali pizzeria. Nuove aperture, spazi e concept innovativi”, il concorso internazionale di design promosso dalla linea di farine specializzate “Le 5 Stagioni” in collaborazione con POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano. La manifestazione Tuttofood, Milano World Food Exhibition 2013 (19-22 maggio, Fiera Milano), è stata scelta per presentare la seconda edizione del concorso. La presentazione è prevista domenica 19 maggio alle ore 10.30 presso lo Spazio Anfiteatro, nel Padiglione 13 di Fiera Milano, nell’ambito di una tavola rotonda che analizzerà le tendenze internazionali del settore. Nicola R.Ticozzi, direttore dei corsi di specializzazione per architetti “Design Experience” di POLI.design – Consorzio del Politecnico di Milano, introdurrà gli interventi di Giorgio Agugiaro (Presidente di Agugiaro & Figna Molini SpA), Gianpietro Sacchi (Docente corsi POLI.design), Anna Kolomiyets (Coordinatrice Corsi HoReCa Design in lingua russa di POLI.design) e Svetoslava Georgieva (Vincitrice della 1° edizione del Premio Le 5 Stagioni). Il Premio Le 5 Stagioni attraverso questa nuova edizione, che si concluderà il 1° febbraio 2015 in concomitanza con Expo 2015, propone ad architetti e designer attenti all’evoluzione degli spazi rivolti al pubblico la sfida di interpretare ed esprimere in termini di progetto, evoluzione delle funzioni, del rapporto e della comunicazione al pubblico, la trasformazione che i ristoranti e i locali pizzeria stanno vivendo in Italia e nel mondo, e che sta cambiando letteralmente il volto di spazi storicamente molto caratterizzati dalla tradizione e da linguaggi estetici quasi immutati nel tempo. Il design degli spazi diventa oggi la chiave essenziale per affermare e comunicare, attraverso la qualità estetica e le nuove funzioni degli spazi, la qualità del prodotto, la consapevolezza dell’importanza del servizio, il nuovo valore dell’interazione con i clienti. Afferma Giorgio Agugiaro, presidente di Agugiaro & Figna Molini SpA: “Il Premio di progettazione Le 5 Stagioni di cui abbiamo voluto essere promotori guarda ad un mondo sempre più ampio, perché il settore dei locali con consumo di pizza a cui è orientato, ha dimensioni molto significative in tutti i Paesi, anche se con caratteristiche diverse, e da ogni Paese del mondo posso provenire suggerimenti d’innovazione importanti e utili a tutti. La ricerca e l’innovazione, in tutti gli aspetti, sono alla base dell’attività di Agugiaro & Figna Molini, azienda di grande tradizione e orientata al futuro. Nel mondo dei ristoranti e locali pizzerie, che ci è particolarmente caro, e in cui siamo leader attraverso la linea di prodotti specializzati Le 5 Stagioni, è nata l’esigenza di stimolare l’innovazione anche oltre il prodotto. La qualità oggi è indispensabile ma è solo un punto di partenza: l’innovazione, anche dal punto di vista delle funzioni, dell’arredamento e dell’immagine complessiva può essere determinante per il successo dei locali.”
Progettare il futuro dei locali pizzeria, guardando al mondo. Scade il 1° Febbraio 2015.
Era da un po' che Kim Kardashian aveva detto addio ai colpi di testa ma nelle ultime ore ha soddisfatto i fan che si erano stancati di vederla sempre in versione bruna. Dopo aver sconvolto tutti prima con la chioma biondo platino e poi rosa shocking negli scorsi anni, questa volta la regina dei selfie ha optato per qualcosa di un tantino più sobrio. Ha deciso di cambiare look e di ispirarsi agli anni '90 con delle mèches dorate, anche se non si esclude che possa essere solo una parrucca utilizzata per lo shooting fotografico. Kim Kardashian ha dei meravigliosi capelli scuri ma in più di un'occasione ha dimostrato di non riuscire proprio a stare lontana dal parrucchiere di fiducia, passando a tagli corti oppure a colori sopra le righe come il biondo platino e il rosa acceso. Negli ultimi tempi aveva preferito rimanere al suo colore naturale ma di recente ha optato ancora una volta per un colpo di testa. Obsessed with these beige-brunette chunky 90’s-ass highlights I created on @KimKardashian for the latest @KKWbeauty campaign 🤤 #AndrewFitzsimonsHair @makeupbymario A post shared by Andrew Fitzsimons (@andrewfitzsimons) on Aug 20, 2019 at 2:46pm PDT
Nuovo “colpo di testa” per Kim Kardashian, la regina dei selfie ha cambiato look e si è ispirata agli anni ’90. Ha detto addio ai capelli scuri e ha fatto delle mèches dorate, anche se non si esclude si tratti solo di una parrucca.
"Il caso Spotlight" è miglior film agli Oscar 2016. La pellicola che ha scioccato l’America e il mondo intero, alla fine, ha convinto anche l’Academy, che gli ha conferito l’Oscar più ambito della magica serata. “Il caso Spotlight”, diretto da Tom McCarthy, ha sbaragliato la concorrenza degli altri sette film in lizza, soprattutto “Revenant – Redivivo”, “Mad Max: Fury Road” e “La grande scommessa”. Un successo che farà la felicità, soprattutto, della critica specializzata, che lo ha definito, più volte il miglior film dell’anno, anche se non ha fatto, poi, faville al botteghino, dato che è riuscito a portare a casa “solo” 58.191.251 dollari, segno che l’Academy, la maggior parte della volte, si basa principalmente sulla qualità delle pellicole, tralasciando i guadagni (tutti i vincitori degli Oscar 2016).
Il film di Tom McCarthy che ha scioccato l’America e il mondo intero ha convinto l’Academy, portando a casa l’Oscar come Miglior film. “Il caso Spotlight” ha battuto il favoritissimo “Revenant – Redivivo”, facendo la felicità della critica specializzata che, più volte, lo ha definito il il film più bello dell’anno.
Sembra sia ormai superata la tendenza delle maggiori aziende internazionali che concepivano l'ufficio come la seconda casa di un dipendente. L'era pre e post Google nella creazione di concept per uffici sta ormai volgendo al termine. Sicuramente la sede del grande motore di ricerca ha fatto scuola nella progettazione di spazi di lavoro ma le ultime tendenze stanno andando in direzioni differenti. Prima, bastavano un open space, un Mac e un bar per pensare di lavorare in un posto fantastico. Dopo, senza almeno un scivolo, una sala relax e un campetto da basket, si era convinti di aver sicuramente sbagliato luogo di lavoro. Ma nessuno si sarebbe mai aspettato che il dilagare di questo genere di uffici portasse ad un crollo della produttività del 6%: avere rapporti con i colleghi tutto il giorno, senza luoghi in cui godere di un po' di privacy, è diventato motivo di stress costante.
Mini celle o capsule di isolamento per favorire la concentrazione sul posto di lavoro, così saranno gli uffici in cui lavoreremo.
Finalmente, oggi è stato rilasciato il trailer italiano completo di “Mission Impossible: Rogue Nation”, quinto capitolo con Tom Cruise della fortunata saga action-thriller basato sulla serie tv di culto “Missione: Impossibile“, del 1996 che ha debuttato su grande schermo nel 1996, con il primo capitolo diretto dal grande Brian De Palma. Tom Cruise torna nei panni dell’agente segreto Ethan Hunt, diretto, stavolta, da Christopher McQuarrie, sceneggiatore di “Wolverine – L'immortale” e “Edge of Tomorrow – Senza domani” e che ha già diretto Tom Cruise in “Jack Reacher – La prova decisiva”, thriller del 2012. Naturalmente, il trailer è qualcosa di eccezionale, con due scene già cult – il tuffo di Tom Cruise da un’altezza vertiginosa per centrare un “buco” sommerso e la scena dell’aereo – e staremo a vedere se questo quinto capitolo saprà eguagliare o fare meglio del film precedente (“Mission: Impossible – Protocollo fantasma”, 2011) che è riuscito ad incassare quasi 695 milioni di dollari in tutto il mondo. L’appuntamento è per il prossimo 19 agosto. L’agente Ethan Hunt e il suo team affrontano la loro nuova missione impossibile, la più dura finora: eliminare il Sindacato, un'organizzazione criminale internazionale, altamente addestrata come loro, e incaricata di distruggere la IMF (Impossible Mission Force) e creare un nuovo ordine mondiale. Ethan si allea con Ilsa Faust, un agente britannico che, come Hunt, vuole assolutamente evitare che tutto ciò accada e utilizzerà ogni mezzo in suo possesso per contrastare il Sindacato.
L’agente segreto Ethan Hunt è pronto a tornare in pista, stavolta, per eliminare il Sindacato, un’organizzazione criminale altamente addestrata, che vuole distruggere la IMF e creare un nuovo ordine mondiale.
Abbandonato in strada come fosse qualcosa di vecchio da gettare solo perché è malato di cancro e richiede cure e attenzioni per superare nel migliore dei modi gli ultimi giorni di vita. È la storia del cane Theo, un esemplare di golden retriever con tumore terminale, al cui fianco però si è schierata una coppia di giovani che con l'appoggio di altri volontari hanno deciso di rendere speciale questi ultimi giorni di vita dell'anziano cane. Theo, così come lo hanno ribattezzano i suoi nuovi amici, è stato abbandonato dai vecchi proprietari in un parcheggio Walmart a Crystal Lake, nello stato dell'Illinois. Proprio lì lo hanno trovato, solo e malandato, Jenny e Scott, un coppia del posto che hanno deciso di prenderlo e accompagnarlo in un rifugio per animali
La storia del cane Theo, un esemplare di golden retriever con tumore terminale e abbandonato in strada, al cui fianco però si è schierata una coppia di giovani che, con l’appoggio di altri volontari, ha deciso di rendere speciale questi ultimi giorni di vita dell’anziano cane con una divertente lista di cose da fare.
In corso l'iniziativa contro Trump da parte del Moma: "Vogliamo affermare gli ideali di accoglienza e libertà, alla base della cultura di questo museo e degli Stati Uniti". Il Moma di New York, il più importante museo d'arte moderna d'America, ha in tal modo reagito al bando anti-musulmani, firmato sabato scorso dal presidente americano Donald Trump e tenuto al momento in standby da un giudice di Seattle. La collezione, al quinto piano dell'edificio, si arricchisce così di lavori di artisti provenienti dai sette paesi colpiti, Iran, Iraq, Yemen, Somalia, Sudan, Siria e Libia. Al fianco di ogni opera, la didascalia: "Questo lavoro è stato realizzato da un artista di una nazione ai cui cittadini è stato negato accesso negli Stati Uniti. La sua esposizione vuole affermare gli ideali di accoglienza e libertà, alla base della cultura di questo museo e degli Stati Uniti". Alle undici del mattino di sabato scorso, le sale del quinto piano si sono gremite giusto il tempo di leggere la notizia sul New York Time. Accanto alla celebre Danza di Matisse, un enorme ed intricato lavoro, dove geroglifici e corpi si confondono, dell'iraniano Charles Hossein Zenderoudi. Ed ancora al posto di Picasso un modernista sudanese, Ibrahim el-Salahi, e vicino a "Notte stellata" di Vincent Van Gogh, un panorama di Hong Kong dipinto da Zaha Hadid, l'artista anglo-irachena scomparsa lo scorso anno.
È stato definito “inutilmente distruttivo” il bando anti-musulmani firmato da Donald Trump, lesivo di libertà e pericoloso anche per le forti limitazioni che imporrebbe ad arte e cultura. E il Moma reagisce così.
Lo scioglimento per mafia del comune di Mezzojuso ha generato una reazione importante nell'opinione pubblica. Il Consiglio dei ministri, su proposta della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, ha infatti disposto lo scioglimento del consiglio comunale in provincia di Palermo, per il rischio di infiltrazioni mafiose. L’amministrazione del comune è stata affidata a un commissario straordinario fino a nuove elezioni e da giorni si discute del peso che può aver avuto sulla vicenda l'importante attenzione mediatica che il programma di Massimo Giletti Non è l'Arena ha riservato alla vicenda delle sorelle Napoli. Il conduttore di La7, che alcuni mesi fa aveva portato il suo programma in piazza a Mezzojuso in diretta, oggi non si sente di gioire, ma non può nascondere la soddisfazione per la decisione del prefetto. Giletti, percepisce un senso di rivalsa oggi? Ho ricevuto molti insulti in quella piazza e non solo, sono stato chiamato anche a processo per difendere quelle tre donne e lo rifarei ancora. Quello che è successo dimostra che la televisione, ancora oggi, è capace di fare luce su zone d'ombre che ancora esistono. Non esulto, perché quando un paese viene commissariato per mafia non può essere una vittoria. Ma è giusto per lo Stato: è una vittoria dello Stato. Quanto ha inciso la diretta in piazza ai fini di questa svolta? Andare lì 15 anni dopo che Santoro aveva fatto l'ultima diretta televisiva di quel tipo in Sicilia, ha rafforzato sicuramente l'attenzione su quello che succedeva a Mezzojuso, però io mi porto ancora dentro un'amarezza profonda da quella sera. C'è una parte di questo Paese che ha un problema culturale e che continua a non capire che si deve cambiare modo di vivere. Il sindaco vi ha querelati e stava anche per aggredirla sul palco quella volta. Il sindaco quella sera non ha avuto nessun dubbio nel dire che era andato ai funerali del capomafia del paese, l'uomo che portava i pizzini a Provenzano. Si giustificò dicendo di essere andato ai funerali di tutti, salvo poi smentire il giorno dopo di essere andato a quei funerali. Come diceva Pirandello, in Sicilia ho incontrato molte maschere e pochi volti.
Il conduttore di Non è l’Arena commenta la notizia dello scioglimento per mafia del comune in provincia di Palermo, dopo che con il suo programma ha affrontato per mesi la vicenda delle sorelle Napoli, andando anche in piazza a Mezzojuso: “Spero che tanta gente di Mezzojuso che quelle sere era chiusa in casa trovi il coraggio di uscire e non nascondersi”.
Givenchy ha un nuovo direttore creativo, si tratta di Matthew M. Williams, designer americano di 34 anni che a partire da questo momento firmerà le collezioni femminili e maschili della Maison a partire dal prossimo ottobre, quando presenterà la sua prima linea a Parigi. Era da diverse settimane che giravano voci sul possibile "erede" di Clare Waight Keller, stilista che lo scorso aprile ha detto addio alla griffe dopo tre anni di collaborazione e successi, primo tra tutti la realizzazione dell'abito da sposa di Meghan Markle, ma solo nelle ultime ore è arrivata la conferma ufficiale. A dare l'annuncio è stato Sidney Toledano, ad di LVMH Fashion Group, che ha definito Williams la persona perfetta per scrivere nuovo capitolo della storia di Givenchy. Quale sarà il suo compito? Riconquistare l'attenzione della scena giovane come era accaduto sotto la gestione di Riccardo Tisci, che per oltre 10 anni aveva trasformato il suo stile gotico e rock nel tratto distintivo del marchio. Matthew M. Williams ha 34 anni, è nato nel 1985 nell'Illinois ma è cresciuto a Pismo Beach, in California, e si è avvicinato alla moda come autodidatta. Nonostante sia stato rifiutato dalle più prestigiose scuole fashion, è stato capace di affinare il suo talento con l'esperienza sul campo e con dei rapporti d'amicizia con grandi nomi dell'arte, della musica, della fotografia e del mondo fashion. È stato, ad esempio, il primo direttore artistico di Lady Gaga, collaborando con lei dal 2008 al 2010. L'amicizia con il fotografo Nick Knight lo ha avvicinato ancora di più al fashion system, portandolo a collaborare con Kanye West, Virgil Abloh, Heron Preston e Justin Saunders. Il grande debutto, però, è arrivato solo nel 2015 con il progetto Alyx, marchio di abbigliamento femminile che porta il nome della figlia maggiore, fondato in associazione con Luca Benini, fondatore del distributore Slam Jam. Il brand interpretava alla perfezione la cultura contemporanea, tanto da farlo arrivare tra i finalisti del premio LVMH Prize for Young Fashion Designers. Nel 2018 ha cambiato il nome del brand in 1017 Alyx 9SM, trasferendosi a Ferrara per seguire meglio la produzione. Qui ha dato il via a una serie di collaborazioni, da Nike a Moncler Genius, fino ad arrivare a Dior e Mackintosh. LVMH Fashion Group ha annunciato con orgoglio la nomina del nuovo direttore creativo di Givenchy. Sidney Toledano, ad del gruppo, ha parlato di Matthew M. Williams con queste parole: “La sua peculiare visione del presente rappresenterà un’ottima opportunità per Givenchy per scrivere un nuovo capitolo della propria storia con forza e successo”. La sua missione sarà molto semplice: riconquistare l'interesse e la fiducia della generazione Z, rendendo il brand cool e giovane come già accaduto in passato sotto la gestione di Riccardo Tisci. A differenza del suo predecessore, che da sempre aveva puntato tutto su uno stile rock dai tratti gotici e dark, la Keller aveva preferito dare spazio al bon-ton, all'eleganza senza tempo. Nonostante la bellezza sorprendente dell'Haute Couture della stilista, negli ultimi tre anni il brand ha perso "punti" in fatto di vendite e di popolarità tra i giovanissimi. Ora Matthew Williams dovrà cambiare le carte in tavola. Non a caso l’ad di Givenchy, Renaud de Lesquen, ha dichiarato: "Con il suo approccio senza compromessi al design e alla creatività, in stretta collaborazione con le eccezionali maestranze della maison, Matthew aiuterà il marchio a raggiungere il suo pieno potenziale”. Il designer stesso ha accolto con entusiasmo la nomina, definendosi felice e onorato sui social. La sua speranza? Che riuscirà a dare voce ai numerosi cambiamenti che il mondo sta vivendo da diversi mesi. A message from @givenchyofficial on my new appointment | The House of Givenchy, is pleased to announce the appointment of Matthew M. Williams as Creative Director, effective June 16th, 2020. | Matthew M. Williams will take on all creative responsibilities for Women’s and Men’s collections. | Sidney Toledano, Chairman and CEO of LVMH Fashion Group, declares: “I am very happy to see Matthew M. Williams join the LVMH Group. Since he took part in the LVMH Prize, we have had the pleasure of watching him develop into the great talent he is today. I believe his singular vision of modernity will be a great opportunity for Givenchy to write its new chapter with strength and success.” | Renaud de Lesquen, CEO and President of Givenchy, states: “I want to warmly welcome Matthew M. Williams to the beautiful Maison Givenchy. I am convinced that, with his unapologetic approach to design and creativity and in great collaboration with the Maison's exceptional ateliers and teams, Matthew will help Givenchy reach its full potential.”
Givenchy ha un nuovo direttore creativo, si tratta di Matthew M. Williams, designer americano di 34 anni che prenderà il posto di Clare Waight Keller. Sarà lui a firmare le collezioni della Maison a partire dal prossimo ottobre, nella speranza che grazie al suo stile visionario e moderna riesca a riconquistare le attenzioni dei giovanissimi.
Dimessa dall'ospedale di Treviglio e non avendo un mezzo proprio per tornare a casa, una ragazza di 23 anni ha pensato bene di utilizzare una delle ambulanze parcheggiate all'esterno del pronto soccorso. È successo la scorsa notte, poco dopo la mezzanotte. Per il furto la giovane è stata denunciata a piede libero dai carabinieri. Stando alla ricostruzione delle forze dell'ordine, la 23enne era appena uscita dal pronto soccorso di Treviglio, ospedale che rientra nella Asst Bergamo Ovest. A quel punto ha notato un'ambulanza vuota che aveva le chiavi inserite nel cruscotto. Senza pensarci due volte, è salita a bordo, ha messo in moto il veicolo e l'ha usato per tornarsene a casa. Il suo viaggio però è durato poco. Il personale sanitario ha subito allertato il 112 per segnalare l'accaduto: l'operatore della centrale operativa dei carabinieri di Treviglio ha chiesto alle pattuglie in servizio, impiegate nei servizi di controllo per il contenimento della diffusione del Covid-19, di convergere per intercettare il veicolo in fuga, la cui posizione era costantemente monitorata avvalendosi anche del sistema di tracciamento gps di cui è dotata l'ambulanza. Pochi minuti dopo, il veicolo ha raggiunto Arcene, comune vicino a Treviglio, dove è stato intercettato in via Matteotti. Ora la ventitreenne deve rispondere di furto aggravato.
Dimessa dal pronto soccorso, ha rubato una delle ambulanze parcheggiate all’esterno della struttura e l’ha usata per tornare a casa. È successo la scorsa notte a Treviglio, in provincia di Bergamo. L’autrice del furto, una 23enne, è stata rintracciata e bloccata dai carabinieri: dovrà rispondere di furto aggravato.
Il Festival di Sanremo 2016, si sa, non è solo musica. Intorno all'evento musicale più importante d'Italia c'è tutto un mondo fatto di costume, pettegolezzi, aneddoti irresistibili. A far parlare molto nelle ultime ore è la voce secondo cui tra gli ospiti internazionali ci sarebbe dovuto essere anche Gerard Butler, l'attore hollywoodiano noto per "300" e a brevissimo in sala con il suo nuovo film "Attacco al potere 2 – London Has Fallen" (seguito del noto "Attacco al potere – Olympus Has Fallen"). Il divo, però, avrebbe dato improvvisamente forfait per "impegni professionali". Il dubbio, però, è forte: e se c'entrasse il fatto che tra i conduttori del Festival c'è la sua ex Madalina Ghenea? Tra Butler e la modella e attrice rumena che affianca Carlo Conti sul palco dell'Ariston c'è stata infatti una relazione durata circa un anno, nel 2013. L'attore americano è stato una delle conquiste della bella Madalina, che, nonostante qualche gaffe, ha stregato anche il pubblico del Festival. La Ghenea ha infatti fatto breccia nei cuori di tanti personaggi famosi, da Michael Fassbender a Marco Borriello e Giulio Berruti.
Corre voce che l’attore americano dovesse essere uno degli ospiti internazionali del Festival. Butler avrebbe però dato improvvisamente forfait. Una decisione legata al fatto che nel cast dei conduttori c’è Madalina Ghenea, con cui ha avuto un’importante storia d’amore?
Michelangelo era un mancino naturale, ma tendeva a utilizzare la mano destra a causa dei pregiudizi. In epoca rinascimentale, durante la quale il pittore, scultore, poeta e architetto di Caprese è vissuto, le opinioni negative preconcette nei confronti di chi utilizzava la mano sinistra erano molto forti, in particolar modo verso quegli artisti a stretto contatto con l'ambiente ecclesiastico. A snocciolare l'evoluzione della manualità di Michelangelo Buonarroti il dottor Davide Lazzeri, esperto di medicina applicata all'arte che lavora presso il reparto di Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica della Clinica Villa Salaria (Roma). L'autore degli affreschi della Cappella Sistina continuava a usare la sinistra per i lavori che richiedevano forza, come scolpire e cesellare, ma sin da giovanissimo si è addestrato a usare la destra proprio per evitare problemi con i suoi datori di lavoro. Lo studioso italiano ha dettagliato la teoria attraverso l'analisi del tratto applicato alle opere dipinte dall'artista, compreso l'autoritratto – una caricatura – nascosto nel ritratto dedicato alla poetessa Vittoria Colonna, un'opera eseguita nel 1525 e oggi esposta al British Museum di Londra. In questo disegno Michelangelo si ritrae mentre dipinge con la destra. Recentemente gli studi di Lazzeri hanno anche evidenziato una dolorosissima artrite degenerativa alla mano sinistra di Michelangelo, che tuttavia ha continuato a lavorare fino a pochi giorni prima della morte, avvenuta a 88 anni. A suffragio della teoria sulla manualità di Michelangelo c'è anche una biografia del suo assistente Raffaello da Montelupo, che descrive l'artista come un mancino naturale, addestrato sin da giovane per diventare destrimano. I dettagli della ricerca italiana sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Clinical Anatomy.
Il ricercatore Davide Lazzeri, esperto di medicina nell’arte specializzato in chirurgia plastica, ha analizzato il tratto delle opere di Michelangelo Buonarroti, dimostrando che l’artista rinascimentale era un mancino naturale, ‘costretto’ a utilizzare la mano destra a causa dei pregiudizi.
La maggior parte delle persone vive quotidianamente in città dove le luci urbane, l'inquinamento, i palazzi impediscono di osservare nitidamente il cielo stellato che ogni notte si illumina sulle nostre teste. Sarebbe bello poter vedere nitidamente lo spazio come se lo si guardasse da un cannocchiale ma a meno che non viviate in piena campagna desolata, su una spiaggia deserta o abbiate in programma un viaggio nel Sahara, sarà difficile ammirare pianeti e costellazioni. A volte anche la Luna è difficile da scorgere nelle metropoli. Ma se siete dei sognatori che camminano sempre con il naso all'in sù, non dovete per forza rinunciare alla vostra dose giornaliera di passeggiata tra le stelle: esistono tanti modi creativi e per nulla dispendiosi di portare la galassia all'interno di un qualsiasi appartamento. Vi chiederete "Come?", basta dare un'occhiata alla nostra gallery per capire la facilità di avere in casa il proprio cielo stellato.
Non sempre si riescono a vedere le stelle, i pianeti e le costellazioni in città ma esistono tante idee semplici ed economiche per catturare in casa un pezzo di cielo notturno.
Le scelte a disposizione dell'erede Alla morte del de cuius l'erede (testamentario o designato ex lege) ha una serie di opzioni a sua disposizione: Le differenze tra l'accettazione espressa o tacita dipendono dalle modalità attraverso le quali si decide di acquisire l'eredità. L'accettazione espressa è un atto formale (atto pubblico) con il quale l'erede dichiara di accettare (acquisire) l'eredità ed assume il titolo di erede. L'accettazione tacita dell'eredità raggiunge il medesimo risultato dell'accettazione espressa (l'acquisto dell'eredità), ma in modo indiretto, infatti, la volontà (o l'intento) di acquisire l'eredità si desume da un comportamento o dal compimento di alcuni atti (es. divisione dell'eredità tra i coeredi oppure vendita dei beni ereditari). In poche parole, nell'accettazione tacita dell'eredità manca una dichiarazione espressa di accettare l'eredità, ma c'è un comportamento che equivale alla manifestazione espressa di accettare l'eredità. Il fatto che alla base dell'accettazione tacita c'è il compimento di un atto che equivale ad accettazione espressa (o che equivale alla manifestazione espressa della volontà di accettare l'eredità) significa che si è in presenza di una valutazione discrezionale. questo significa che occorre individuare degli elementi per restringere il campo oppure, quanto meno, degli elementi costanti in ogni accettazione tacita. Ecco, quindi, che si afferma che ai fini del perfezionamento dell'accettazione tacita dell'eredità ex art. 476 c.c., si richiede il compimento di un atto che presupponga necessariamente la volontà di accettare, inoltre, e sono da qualificarsi come atti da accettazione tacita solo quelli per il compimento dei quali è legittimato soltanto chi riveste la qualità di erede. Tali requisiti (atto che presuppone la volontà di accettare e atto che può compiere solo l'erede) , la tesi fatta propria da questa Corte a partire da Cass. n. 497 del 1965, è quella secondo cui i requisiti in esame sono previsti in via cumulativa e sono entrambi necessari per l'accettazione, di modo che la valutazione della Corte distrettuale compiuta sul punto appare immune da qualsivoglia critica.
La Cassazione del 4.8.2016 n. 16315 ha confermato che costituisce accettazione tacita dell’eredità la condotta del chiamato all’eredità che abbia riscosso un assegno rilasciato al de cuius, trattandosi di attività dispositiva e non conservativa; soprattutto quando il chiamato si sia anche appropriato della somma indicata nell’assegno.
Ancora un incidente sul lavoro, questa volta a Livorno: un operaio marittimo filippino di 54 anni è morto durante le operazioni di ormeggio di una nave alla Darsena Petroli del porto della città toscana: stando a quanto accertato un cavo si sarebbe staccato dall'imbarcazione colpendolo in pieno petto e non lasciandogli alcuno scampo. Per l'uomo, nonostante gli immediati soccorsi dei colleghi e di un'ambulanza (con a bordo il medico del 118) della Svs di via San Giovanni, non c'è stato purtroppo niente da fare. La prima chiamata al 112, il numero unico di emergenza, è stata fatta attorno alle 12.10. Secondo una prima e sommaria ricostruzione la petroliera sulla quale era imbarcato l'operaio – l'italiana M/N Meligunis, lunga più di 100 metri – stava ormeggiando in porto quando il cavo si sarebbe strappato, colpendo il marittimo con un "effetto frusta". Naturalmente la dinamica – comprese eventuali responsabilità – è al vaglio dei militari della capitaneria di porto, che stanno indagando sulla vicenda e sono subito intervenuti a bordo dell'imbarcazione. Con loro anche gli agenti della polizia di frontiera marittima. All'arrivo dei soccorritori della Pubblica assistenza labronica il marittimo era in arresto cardiaco da diversi minuti. Il medico, con l'ausilio dei volontari giunti con lui sul mezzo di emergenza, hanno tentato in tutti i modi di riportarlo in vita, sia con il massaggio cardiaco che impiegando un defibrillatore. La petroliera è stata posta sotto sequestro per consentire le indagini del caso, in particolare quelle sul rispetto delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Un operaio marittimo filippino di 54 anni è morto durante le operazioni di ormeggio di una petroliera battente bandiera italiana alla Darsena Petroli del porto della città toscana: l’uomo è stato colpito in pieno petto da un cavo che si è spezzato sulla nave. Per lui, nonostante i soccorsi, non c’è stato niente da fare.
Mattinata di tensione a Lampedusa dove alle 13.30 sono arrivati il leader dell'estrema destra francese, Marine Le Pen, e l'esponente della Lega Nord Mario Borghezio. Giunti all'aeroporto circa con un'ora e mezzo di ritardo rispetto a quanto programmato, i due europarlamentari sono stati accolti da numerosi cittadini dell'isola che hanno dato voce alla loro disapprovazione, con slogan antifascisti e striscioni di protesta a favore degli immigrati: "Liberté, egalité, fraternité: aussi pour les sans-papier", "madame Le Pen non sei la benvenuta" e ancora "Il mondo è a colori, fatevene una ragione". Contro la visita, reazioni anche dell'associazione Askavusa e Legambiente. "Non vogliamo che l'immagine dell'isola sia legata a un personaggio che ha fatto del razzismo e dell'intolleranza la matrice della propria azione politica," dice Paola La Rosa di Askavusa. Le Pen e Borghezio hanno poi evitato i media uscendo dal retro dell'aeroporto. Già prima del loro arrivo, un centinaio di studenti di scuole medie e superiori riunitisi sulla spiaggia dei Guitgia hanno chiesto maggior attenzione da parte delle autorità competenti, "colpevoli di essersi dimenticati di loro". La rivolta in Libia e l'emergenza sbarchi degli ultimi giorni hanno fatto tornare alla ribalta Lampedusa per motivi già tristemente noti e già nei giorni scorsi la protesta degli isolani si è fatta sentire. "Noi esistiamo – chiarisce una studentessa – non vogliamo i riflettori addosso solo perché ci sono i migranti. Vogliamo essere ascoltati". I ragazzi hanno poi voluto esprimere il loro malcontento anche nei confronti di Le Pen e Borghezio: "Non capiamo perché vengano nella nostra isola, non vogliamo entrare nelle polemiche politiche ma la loro presenza non ha senso", fa sapere la portavoce del Comitato dei giovani di Lampedusa. Durante la sua visita sull'isola delle Pelagie, Le Pen, favorita per le elezioni presidenziali francesi del 2012, ha evitato di incontrare i migranti alloggiati nel centro di accoglienza. "Non volevamo disturbare queste persone", ha chiarito il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, che ha seguito la visita di Le Pen e Borghezio.
Numerosi i cittadini che hanno protestato. Contro la visita anche l’associazioni Askavusa e Legambiente, oltre alla manifestazione dei ragazzi di scuole medie e superiori in mattinata.
Kendall Jenner è una delle modelle più amate e seguite al mondo e, nonostante abbia solo 23 anni, viene considerata un'indiscussa icona di stile e di bellezza. Tutti l'hanno conosciuta come la sorella di Kim Kardashian, la star del reality, ma da allora di strada ne ha fatta e, oltre ad apparire sempre in forma impeccabile sui red carpet, a calcare le passerelle internazionali e a sfoggiare look da urlo, ha anche un conto in banca da capogiro. Ad averlo rivelato è Forbes, che ha stilato la classifica delle modelle più pagate del 2018: al primo posto c'è proprio lei.
Forbes ha stilato la classifica delle modelle più pagate del 2018 e per il secondo anno consecutivo ha assegnato il primo posto a Kendall Jenner. La sorella di Kim Kardashian ha guadagnato quasi 20 milioni di euro nell’ultimo anno, sbaragliando la concorrenza.
Sabato 11 settembre all'Autodromo di Monza per la Formula 1 è tempo di Sprint-Race. A partire dalle ore 16:30 sul circuito italiano andrà infatti in scena la Qualifica Sprint del GP d'Italia, quattordicesimo appuntamento del Mondiale F1 2021. La pole position e la griglia di partenza della gara della domenica sarà infatti stabilita dalla mini-gara di 100 km (della durata di circa mezz'ora) senza pit-stop obbligatori che farà anche guadagnare punti iridati ai primi tre classificati. Davanti a tutti in questa Qualifying Sprint Race scatterà Valtteri Bottas che ha conquistato la prima posizione nelle qualifiche del venerdì. Al suo fianco, in prima fila, ci sarà il compagno di squadra Lewis Hamilton. Terzo il leader del Mondiale Max Verstappen. Partiranno invece al 7° e all'8° posto rispettivamente le Ferrari di Carlos Sainz e Charles Leclerc. La qualifica sprint F1 è trasmessa in diretta TV su Sky e in chiaro su TV8. Le qualifiche sprint del GP d'Italia 2021 di Formula 1 iniziano alle ore 16.30. La Sprint Race di Monza si può vedere in diretta TV sui canali Sky Sport F1 HD (canale 207 del decoder) e Sky Sport Uno (canale 201 del decoder satellitare, 472 e 482 del digitale terrestre) e in live streaming sull'app SkyGo o, dopo aver acquistato il singolo ticket, anche sulla piattaforma NOW. Le qualifiche sprint si potranno guardare in diretta anche in chiaro su TV8 (canale 8 del digitale terrestre, 121 del decoder) con collegamento a partire dalle ore 16.00. La telecronaca sarà a cura di Carlo Vanzini, mentre il commento tecnico sarà di Marc Genè e Matteo Bobbi.
Sabato 11 settembre a Monza è in programma la Qualifica Sprint Race del GP d’Italia della Formula 1 2021. L’orario d’inizio è alle ore 16:30. Sarà possibile vedere la mini-gara sul circuito italiano in diretta TV su Sky e in chiaro su TV8. La corsa di 100 km stabilirà la griglia di partenza della gara monzese della F1. Anche con questo nuovo format il duello per la pole position è quello tra Verstappen e Hamilton con Bottas che partirà però davanti a tutti. Tutto da vedere invece il rendimento della Ferrari con Sainz che scatterà 7° davanti a Leclerc 8°.
Quando non possiamo concederci il lusso di farci coccolare in una spa o in un centro benessere possiamo regalarci un trattamento di bellezza fai da te a casa: un momento tutto per noi per prenderci cura del nostro viso, del nostro corpo e persino dei capelli senza andare dal parrucchiere. I trattamenti di bellezza da fare a casa infatti spaziano dalle maschere viso agli scrub, passando per l'esfoliazione corpo, manicure e pedicure e dagli impacchi e maschere per capelli. Per questo tipo di trattamenti si possono spesso utilizzare ingredienti naturali che hai nella dispensa, come frutta, zucchero, miele, limone e olii naturali. Ecco tutti i trattamenti di bellezza fai da te da fare a casa per goderti una pausa di coccole e relax. I trattamenti da realizzare a casa per prenderti cura del tuo viso sono tantissimi e ti permettano di ottenere una pelle perfettamente levigata e morbida. Attraverso esfolianti, maschere e peeling darai nuova luce al tuo viso, rendendolo radioso e fresco. Potrai scegliere di utilizzare i prodotti cosmetici disponibili in commercio oppure di creare da sola i tuoi trattamenti con ingredienti naturali e low cost. Uno dei trattamenti di bellezza più semplici ed efficaci da fare a casa è lo scrub viso: attraverso l'esfoliazione andrai ad eliminare le cellule morte dallo strato superficiale dell'epidermide, rendendo così la pelle più setosa e levigata. Al contrario di quanto si pensa è un passaggio velocissimo della beauty routine: non dovrai fare altro che massaggiare il prodotto con movimenti circolari sul viso, in modo che i microgranuli agiscano sulla pelle. Scegli uno scrub delicato da effettuare una volta alla settimana, se invece hai a disposizione un esfoliante con granuli più grossi distanzia l'applicazione, facendo lo scrub una o due volte al mese. Lo scrub può essere realizzato anche con ingredienti naturali: per creare l'effetto dei microgranuli si può utilizzare lo zucchero, che può essere abbinato al miele per le pelli normali, all'olio di cocco per le pelli secche oppure alla banana per le pelli grasse. Le maschere viso sono l'alleato beauty perfetto quando vuoi prenderti cura della tua pelle. A casa puoi fare le maschere viso in cotone, da appoggiare sulla pelle e lasciare agire, quelle in crema, oppure ricreare la tua maschera viso personalizzata con ingredienti naturali. Se hai la pelle mista può essere utile il multimasking, ovvero applicare maschere diverse a seconda dell'esigenza di ogni zona. Se hai la pelle secca, scegli una maschera idratante che renda la tua pelle morbida e vellutata; se hai impurità e punti neri la maschera che fa per te è quella purificante, mentre se il tuo colorito è spento e opaco potrai indirizzarti su una maschera illuminante. Tra le maschere viso naturali più conosciute c'è quella a base di yogurt e miele, da applicare sul viso umido lasciandola in posa per 15 minuti: una volta risciacquata, la pelle sarà morbidissima e levigata. Quando si parla di trattamenti di bellezza spesso ci concentriamo solamente sul viso, ma anche il corpo ha bisogno di attenzioni: i trattamenti beauty spaziano dallo sbiancamento dei denti fino all'esfoliazione, passando per manicure e pedicure. Trattamenti facili da eseguire a casa anche quando non si ha una manualità perfetta, per prendersi cura di sé in modo completo. Così come il viso, anche il corpo necessita di esfoliazione. La pelle del corpo infatti può apparire secca e squamata, oltre che screpolata. Il consiglio è quello di effettuare uno scrub corpo sotto la doccia una volta alla settimana, partendo dalle caviglie fino ai glutei, senza dimenticare addome e braccia. L'azione esfoliante può essere eseguita con uno scrub cremoso oppure con un guanto in luffa: entrambi andranno a eliminare le cellule morte, rendendo la pelle più levigata e morbida. Non dimenticare poi di idratare la pelle: se è particolarmente secca scegli un olio e massaggialo sulla pelle. Mani e piedi dovrebbero sempre essere in perfetto ordine, anche quando non si può andare dall'estetista. Creare una manicure professionale a casa o prendersi cura dei piedi con une pedicure impeccabile è possibile, e avrai bisogno soltanto di una lima, un bastoncino d'arancio per eliminare le cuticole, una raspa per ammorbidire i talloni e del tuo smalto preferito, avendo cura di applicare il base coat per proteggere l'unghia e il top coat per mantenere il tuo smalto brillante e duraturo. Vuoi un sorriso brillante senza andare dal dentista? Crea il tuo sbiancamento per i denti con ingredienti naturali. Al contrario dei prodotti chimici che puoi trovare in commercio, la maggior parte dei trattamenti creati con ingredienti naturale è delicata e non rende i denti sensibili. In ogni caso è sconsigliato farli frequentemente, per evitare qualunque tipo di danno allo smalto. Tra gli ingredienti più gettonati per creare questo trattamento di bellezza c'è il bicarbonato, che unito al limone oppure al sale e frizionato sui denti permette di illuminare il sorriso. Si possono creare anche delle vere e proprie maschere da lasciare in posa per 5 minuti: unisci bicarbonato e la polpa della fragola per contrastare le macchie gialle sui denti e renderli più brillanti.
Quali trattamenti di bellezza si possono fare a casa in autonomia quando non si può andare dall’estetista o dal parrucchiere? Dallo scrub viso alle maschere, passando per esfoliazione corpo, manicure e pedicure e sbiancamento denti fino agli impacchi per i capelli: tutti i trattamenti beauty fai da te da fare a casa.
Non una brioche o un qualsiasi altro snack acquistato al distributore automatico (sigillato e controllato) o meglio un frutto o magari un panino, ma la pasta al forno come merenda: è accaduto al Liceo Colasanto di Andria, in provincia di Bari, ed ora dieci studenti di una classe prima rischiano la sospensione. Si sarebbero presentati in aula con vaschette monoporzione di tagliatelle cotte al forno. Un piatto prelibato, non c'è che dire, ma una scelta ritenuta assolutamente eccessiva dal Dirigente dell'Istituto, in relazione chiaramente al contesto scolastico. Per questo è scattato il provvedimento disciplinare. "Al Colasanto non facciamo doppi turni, non abbiamo una mensa autorizzata dalla Asl dove poter gestire cibi caldi – ha detto il preside, Cosimo Antonio Strazzeri – oltretutto, siamo in emergenza sanitaria da covid19 ed è inimmaginabile manipolare cibi cotti; è vietato se non autorizzato dagli organismi competenti: questo ci impone un rispetto delle regole e massima attenzione dal punto di vista igienico e sanitario". Lo stessi Dirigente, avvertito da vicepreside e professori, è entrato in classe ed ha ammonito gli alunni facendo scattare un provvedimento disciplinare: "È questo un luogo deputato all’insegnamento e non alla consumazione di pasti caldi che è impossibile consumare in 10 minuti (il tempo previsto per la ricreazione ndr) compromettendo anche la fase digestiva. Al Colasanto non è previsto il rientro ed è ingiustificata l’introduzione di cibi caldi dall’esterno e di incerta provenienza".
Gli studenti di una classe prima, si sarebbero presentati in aula con vaschette monoporzione di tagliatelle al forno. I fatti sono avvenuti al Liceo Colasanto di Andria ed ora i ragazzi rischiano di essere sospesi. Il Dirigente Cosimo Antonio Strazzeri: “In piena emergenza covid è inimmaginabile”.
A circa un mese di distanza dall'inizio del Mobile World Congress di Barcellona (MWC 2015), Samsung ha iniziato a spedire gli inviti per la conferenza stampa in programma per il prossimo 1 marzo. Come riportato nell'immagine che informa la stampa dell'evento, l'azienda sudcoreana utilizzerà la cornice della kermesse spagnola per il primo evento Galaxy Unpacked del 2015, un evento che sarà l'occasione per presentare tutte le ultime novità di Samsung. Le informazioni sul prossimo evento Samsung sono molto limitate, le uniche cose che si possono osservare dall'immagine, che nelle ultime ore ha fatto il giro della rete, si può notare una forma curva accompagnata dallo slogan "What's Next".
A circa un mese di distanza dall’inizio del Mobile World Congress di Barcellona (MWC 2015), Samsung ha iniziato a spedire gli inviti per la conferenza stampa in programma per il prossimo 1 marzo.
La crisi politica che ha investito Hong Kong negli ultimi mesi è sfociata in maniera irruenta anche nel mondo virtuale. Per l'esattezza, quello di GTA V. Lo sconfinato mondo online proposto dal titolo di Rockstar Games è diventato il nuovo teatro di scontri tra i cittadini di Hong Kong e i rivali cinesi. Tutto è iniziato quando i manifestanti hanno scoperto che nel gioco è possibile vestire il proprio avatar con l'outfit simbolo della protesta: completo nero, mascherina per il volto ed elmetto giallo. La notizia è stata diffusa la scorsa settimana dagli utenti su LIHKG, piattaforma social corrispettivo di Reddit, molto popolare nella città semi-indipendente del suolo cinese. GTA V offre una rappresentazione variegata della criminalità americana, in cui è possibile operare in totale libertà, all'interno di una metropoli – esplorabile e interattiva – che riprende Los Angeles. Considerato l'ampio ventaglio di possibilità di gioco, i manifestanti ne hanno approfittato per estendere le proteste anche nel mondo virtuale. Tuttavia, non si tratta di una reazione a senso unico, poiché, in seguito alla diffusione del fenomeno tra i giovani manifestanti, i giocatori cinesi hanno deciso di intervenire. La loro risposta ha origine su Weibo, social network cinese simile a Twitter, utilizzato come chiamata alla armi per rispondere alle provocazioni su GTA V dei giocatori di Hong Kong. "Gli scarafaggi hanno espresso il loro desiderio di uccidere GTA e batterci. La guerra nel gioco potrebbe diventare sempre più feroce. Siete pronti?" così si esprime un utente cinese su Weibo via post, seguito da una serie di "Sono pronto!" di altri utenti. In poco tempo GTA V si è trasformato dunque in scenario di scontri violenti, con i giocatori di Hong Kong, vestiti con il loro caratteristico outfit e armati di molotov, pronti a ingaggiare scontri contro la polizia, quest'ultima invece rappresentata dai giocatori cinesi, che utilizzano come armi lacrimogeni e cannoni. Secondo Mickey Chang, ventenne di Hong Kong molto popolare su YouTube grazie al suo canale Minilife HK, quanto accaduto dentro GTA V aiuta i manifestanti a diffondere i propri ideali e obiettivi al di fuori dei confini asiatici. "[GTA] è un modo divertente per coinvolgere persone di differenti culture, dato che ti ritrovi a giocare in un server con gruppi di 30 sconosciuti che magari poco sanno dei fatti di Hong Kong", afferma Chang alla CNN. Ciononostante, al momento gli scontri virtuali vedono i cinesi vincitori, grazie al numero maggiore di giocatori rispetto a quello dei manifestanti.
Lo sconfinato mondo online proposto da GTA V, titolo di Rockstar Games, è diventato nuovo teatro di scontri tra i cittadini di Hong Kong e i rivali cinesi. Tutto è iniziato quando i manifestanti hanno scoperto che nel gioco è possibile vestire il proprio avatar con l’outfit simbolo della protesta.
"Peaches Geldof non è morta per overdose di droga o per suicidio", è la prima dichiarazione ufficiale della polizia che, ancora adesso, brancola nel buio e non ha ancora chiarito quale siano le circostanze e le cause del decesso della figlia di Bob Geldof. Un velo di mistero si avvolge sulla vicenda, ci si interroga su quell'ultimo tweet, il 6 aprile scorso, dove Peaches si mostrava in una foto con sua madre morta nel 2000, su instagram. Era una sorta di ultimo messaggio? La polizia lo ha escluso. Non ci sono prove di droghe pesanti, non ci sono segni visibili di lesioni che fanno pensare al suicidio all'interno della casa di Wrotham, nel Kent, dove la conduttrice e giornalista viveva.
Non è stato un suicidio o un’overdose di droga a causare la morte di Peaches Geldof che potrebbe essere sopraggiunta per circostanze tragiche ed improvvise. La polizia esclude anche l’omicidio.
var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; if(windowWidth >= 0 && windowWidth <= 1023) { document.getElementById('widget-banner-5').id = 'div-banner-2'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-2"); }); }); } else { document.getElementById('widget-banner-5').style.display = 'none'; } Con 120.000 mattoncini, l'artista della LEGO Duncan Titmarsh ha realizzato 14 delle principali attrazioni di Londra, tra cui Shakespeare Globe Theatre, il London Eye e il Big Ben, per mostrare la skyline della città. La costruzione ha richiesto circa 75 giorni per essere completata. var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; if(windowWidth >= 0 && windowWidth <= 767) { document.getElementById('widget-banner-6').id = 'div-banner-3'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-3"); }); }); } else { document.getElementById('widget-banner-6').style.display = 'none'; } var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; if(windowWidth >= 768) { document.getElementById('widget-banner-7').id = 'div-banner-3'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-3"); }); }); } else { document.getElementById('widget-banner-7').style.display = 'none'; } Le sculture luminose LEGO sono racchiuse all'interno di una cupola di plastica trasparente in mezzo a un turbinio di neve finta facendo brillare la piazza con il loro bagliore festoso. L'installazione, grande abbastanza da far entrare una persona, resterà in mostra a Covent Garden durante tutte le feste natalizie. Leggi anche Uffici LEGO in Danimarca - Versione 2.0: impossibile non divertirsi Continua a leggere su Fanpage.it var windowWidth = window.innerWidth || document.documentElement.clientWidth || document.body.clientWidth; document.getElementById('widget-banner-8').id = 'div-banner-6'; window._fpcmp.push(function (gdpr) { googletag.cmd.push(function () { googletag.display("div-banner-6"); }); }); Tendenze 146 CONDIVISIONI commenta condividi chiudi Con 120.000 mattoncini, l'artista della LEGO Duncan Titmarsh ha realizzato 14 delle principali attrazioni di Londra, tra cui Shakespeare Globe Theatre, il London Eye e il Big Ben, per mostrare la skyline della città. La costruzione ha richiesto circa 75 giorni per essere completata.
LEGO ha realizzato la più grande palla di neve del mondo che sarà in mostra al Covent Garden di Londra durante tutto il periodo invernale.
Presso il The Kangaroo Sanctuary risiede un simpatico, ma estremamente muscoloso, canguro rosso, il cui nome è Roger. Alto 2 metri per 89 kg di peso, questo super marsupiale di 9 anni è ormai una celebrità visto che, insieme al suo padre umano adottivo Chris Bolga, è protagonista dello show televisivo “Kangaroo Dundee” che manda in onda scene di vita quotidiana del santuario per canguri. Le sue foto spopolano sul web perché la sua stazza lo fa sembrare irreale, tant'è che quando sulla pagina Facebook di The Kangaroo Sanctuary pubblicano aggiornamenti che lo riguardano c'è sempre qualcuno che chiede se si tratti di un fotomontaggio o se Roger sia effettivamente così muscoloso. Ciò che lo rende ancor più attraente per gli utenti del web è l'espressione fiera che ha in volto e la postura in perfetto stile body-builder. A dirla tutta, il marsupiale, definito il “boss” del Kangaroo Sanctuary, appartiene alla specie più grande attualmente vivente sul nostro pianeta, quella del Macropus rufus, canguro rosso, quindi la sua forma fisica non dovrebbe sorprenderci. I maschi e le femmine di questa specie sono molto diversi tra loro, sia come taglia, poiché il maschio è molto più grande, che come colore, le femmine tendono infatti al grigio mentre i maschi al rosso. Vivono in Australia, nelle zone semiaride dove preferiscono farsi vedere al calar del sole. Si nutrono principalmente di erba e non sono grandi bevitori. Questi marsupiali hanno bisogno di vivere in gruppo anche se, durante la stagione degli amori, i maschi diventano rivali e combattono tra loro senza esclusioni di colpi che consistono in calci con le zampe posteriori e zuffe con quelle anteriori. La loro vita media è di 25 anni e, ovviamente, dipende dall'habitat che riescono a trovare. Nel caso di Roger, per lo meno secondo quanto dichiarato dagli stessi responsabili del The Kangaroo Sanctuary, siamo di fronte al ‘maschio alfa' della comunità e, a guardarlo, difficilmente viene da dargli torto.
Roger è un enorme canguro rosso australiano di 9 anni diventato celebre perché protagonista di una serie tv sul The Kangaroo Sanctuary dove risiede e del quale è considerato il ‘boss’.
Simona Ventura è tornata in tv con Game of Games, il gioco a premi di Rai 2 che, dopo aver registrato degli ascolti non troppo alti durante le prime puntate, era stato temporaneamente sospeso. Per la gran ripresa la conduttrice non poteva che dare il meglio di lei in fatto di stile, lasciando i fan letteralmente senza parole. Si è infatti presentata in studio con un look glamour ma allo stesso tempo dal tocco vintage, perfetto per le più nostalgiche. Super Simo ha infatti reso omaggio agli anni 2000, abbinando un completo mannish colorato a una t-shirt dedicata all'indiscussa principessa del pop di quel periodo storico, Britney Spears. La nuova puntata di Game of Games andata in onda dopo la temporanea pausa è stata ricca di ospiti speciali, da Marco Carta a Melita Toniolo, fino ad arrivare a Jonathan Kashanian, ma la protagonista indiscussa del programma di Rai 2 continua a essere Simona Ventura. Dopo aver spopolato prima con la giacca personalizzata, poi con il pantalone che "cambia colore", è tornata a incantare il pubblico con il suo stile. A curare il look della conduttrice è stato Nick Cerioni, lo stylist che segue anche Maneskin e Achille Lauro, che ha pensato per lei a un outfit glamour e nostalgico. Super Simo si è infatti presentata in studio con un tailleur in raso verde, un modello con pantaloni a sigaretta e giacca avvitata con le maniche a sbuffo.
Simona Ventura è tornata su Rai 2 con Game of Games e per l’occasione ha sfoggiato un look glamour ma allo stesso tempo nostalgico. Ha infatti abbinato un tailleur in verde brillante a una t-shirt decorata con una foto iconica della principessa del pop Britney Spears.
Si chiudono oggi le campagne elettorali dei candidati a sindaco di Roma. La sindaca uscente Virginia Raggi ha scelto piazza Bocca della Verità per parlare ai suoi elettori, supportata da Giuseppe Conte, Maurizio Costanzo e Beppe Grillo. Carlo Calenda ha optato per piazza del Popolo, mentre Roberto Gualtieri ha organizzato piazze in tutti e quindici i municipi di Roma, presenziando alla piazza di San Basilio. Niente comizio finale per Enrico Michetti, che ha preferito una conferenza stampa a Spinaceto insieme a Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani, Vittorio Sgarbi e Lorenzo Cesa. "Il mio nome è Roma, non Mafia Capitale, non Casamonica, non Fasciani o Roma Ladrona. Non so con quale coraggio chi diceva ‘Roma Ladrona‘ oggi porta un candidato a Roma. Vade retro!". Così comincia il suo comizio Virginia Raggi, accanto alla delegate alle periferie Federica Angeli, nell'evento organizzato a piazza Bocca della Verità. A sostegno della sindaca uscente Beppe Grillo, Giuseppe Conte, ma anche il giornalista e conduttore televisivo Maurizio Costanzo. "Alle scorse elezioni non ti ho votato, a queste ti voterò – ha dichiarato Costanzo in collegamento telefonico – Mi sono accorto di alcune cose che hanno funzionato, ti ho visto andare nei quartieri popolari, ti ho visto attenta alle persone". E scherza poi cinghiali: "Siamo sicuri che non li ha portati qualche altro candidato? Spero di festeggiare lunedì pomeriggio, in bocca al cinghiale". Consensi anche da Beppe Grillo in collegamento video: "Sarò con te, sempre al tuo fianco. Abbiamo progettato anche delle belle cose insieme. Anche se dovessi perdere queste elezioni tu sarai sempre nel M5S nel comitato di Garanzia". “Chi è Michetti? Michetti è un signore che ha gestito oltre 1.200 procedure complesse e miliardi di euro. Ma le mie mani sono pulite. Vivo da 55 anni nella stessa via e mantengo lo stesso tenore di vita da sempre". Così ha esordito Enrico Michetti, nella conferenza stampa tenuta stamattina a Spinaceto. Per il candidato del centrodestra, l'obiettivo è puntare sulle periferie: "Il centrodestra unito riparte dalle periferie. Renderemo le periferie luoghi attrattivi per le imprese. Ripartiremo da tutte quelle categorie che hanno sofferto per la pandemia e sono state messe ai margini dal Governo. E poi faremo le infrastrutture che servono, chiudendo l’anello ferroviario e portando le metropolitane nelle periferie. Lavoreremo perché la Roma-Lido che oggi ha tre treni, ne abbia trenta. Infine ripuliremo la città". Per la chiusura della campagna elettorale, Roberto Gualtieri ha deciso di organizzare delle piazze in tutti e quindici i municipi della capitale. Il candidato sindaco del centrosinistra ha scelto di presenziare a quella di San Basilio. "Non abbiamo voluto riunirci in un unico posto perché Roma deve essere la città dei quartieri, in cui non ci sono quartieri di serie A e di serie B – ha dichiarato – Una città che decentra le competenze ai Municipi, una città che costruisce politiche di prossimità e una città di tutte e di tutti. Io ho voluto essere fortemente a San Basilio. Questo quartiere è importante e non possiamo pensare di lanciare un centrosinistra democratico e popolare se non ripartiamo da qui, da questi quartieri in cui siamo nati e in cui sono nate tante lotte". "Noi faremo funzionare questa città innovando – ha continuato Gualtieri – Ci sono decine di migliaia di persone che non hanno la casa e non può esistere questo in una città europea. Ogni quartiere deve essere unito al resto della città e al tempo stesso avere una capacità di decidere ciò che è fondamentale. Ci sono sindaci che Roma l'hanno governata bene e noi vogliamo ispirarci a loro, come Luigi Petroselli, che ha fatto delle cose straordinarie. Non ci vogliamo limitare a far funzionare le cose ma a farle cambiare. Mi ribello al fatto che un sindaco non si debba occupare del lavoro, perché il lavoro è importante e un sindaco non si può limitare a tappare le buche. Roma può risorgere".
Si sono tenuti oggi, venerdì 1 ottobre, i comizi di chiusura della campagna elettorale dei candidati a sindaco di Roma. La sindaca uscente Virginia Raggi ha scelto di incontrare gli elettori a piazza Bocca della Verità, Carlo Calenda a piazza del Popolo, Roberto Gualtieri a San Basilio. Enrico Michetti ha rinunciato al comizio finale e organizzato una conferenza stampa a Spinaceto.
Daria Nicolodi, la madre di Asia Argento, commenta ancora le azioni di sua figlia a mezzo Twitter. Per la storica musa di Dario Argento, sua figlia è "una Brunilde", citando la regina d'Islanda protagonista della mitologia scandinava. Vale a dire che per mamma Daria, Asia Argento è una donna che trova con difficoltà l'uomo giusto. Che cosa ha scritto Daria Nicolodi su Twitter? Ha paragonato Asia Argento a Brunilde, la regina d'Islanda protagonista delle canzoni e delle leggende dell'anello del Nibelungo. Mia figlia è una Brunilde, difficile per lei trovare l'uomo giusto. Anche nella mitologia norrena, compariva un cappuccio e, per fortuna, era quello dell'invisibilità. Nella mitologia scandinava, Brunilde è la regina d'Islanda di cui Gunther, il re dei Burgundi, si innamora. Per chiedere la sua mano, Gunther chiede aiuto al compagno d'armi Sigfrido, eroe vincitore dei Nibelunghi, il quale chiede in cambio la mano della sorella Crimilde. Brunilde, dotata di forza sovraumana, impone loro una prova durissima: la sposerà solo chi riuscirà a raggiungere d'un balzo un masso scagliato lontano da lei e chi riuscirà a batterla in duello. Sconfitta da Sigfrido, grazie al cappuccio dell'invisibilità, la Brunilde diventa promessa sposa di Gunther che la porta nella sua Worns. Dopo le nozze, quando Gunther cerca di consumare il matrimonio, Brunilde lo appende ad un uncino alla parete. Il re chiede ancora l'aiuto di Sigfrido, il quale riesce a sopraffare ancora una volta la regina con l'aiuto del cappuccio.
La madre di Asia Argento commenta ancora le vicende di sua figlia, ma questa volta si aiuta con la mitologia scandinava: “È come Brunilde, difficile per lei trovare un uomo giusto”. Regina d’Islanda, dotata di grande forza e di un carattere non facile, Brunilde costringe chi la vuole in sposa a prove durissime.
Rihanna si è sentita male ed è stata ricoverata d’urgenza in ospedale, subito dopo il galà al Metropolitan Museum di New York, a cui ha presenziato pallida in volto e stanca. C’era da aspettarsi un crollo della pop star delle Barbados, che aveva dato avvisaglie di malessere già su twitter dove dichiarava ai followers di sentirsi poco bene. L’autoscatto della flebo in ospedale dice tutto, la povera Riri ha bisogno di recuperare le forze e rimettersi in sesto. Ufficialmente si è trattato di un ricovero per esaurimento e disidratazione, come fanno sapere le fonti vicine all’artista, che a quanto pare non ha sopportato il carico di impegni per la sua carriera. @YewMadCunt twitter.com/rihanna/status… — Rihanna (@rihanna) Mag 9, 2012 Ma a ricomporre i pezzi dell’ultimo periodo di follie di Rihanna c’è dell’altro. E’ innegabile che la splendida cantante stia vivendo di eccessi, notti intere fuori casa passate tra club e tanti, tantissimi bicchieri di troppo. Non sono da meno le sue vacanze: come dimenticare gli scatti alle Hawaii dove Riri arrotola uno spinello dalla natura incerta – si giustificherà spiegando che si trattava solo di tabacco – e trascorre perfino le ore in acqua con un bicchiere di birra sempre tra le mani. L’apice della vita dannata lo ha raggiunto al Coachella Festival dove Rihanna traffica con una strana polvere bianca, che allerta tutti, addirittura suo padre che teme una fine alla Whitney Houston per lei. Una spirale inarrestabile verso il basso, a quanto pare Rihanna sta per toccare proprio il fondo, e non ha nessuna intenzione di risalire. La versione di un genitore può essere a tratti apprensiva al punto da non essere obiettiva, ma a notare che il suo non è semplice stress ci sono anche i membri del suo staff, che sulla rivista Star America fanno sapere: Rihanna ama far festa, ma il mese scorso è andata veramente fuori controllo. Ha bevuto quasi tutti i giorni e pare abbia fumato anche molta erba. Tutti noi le stiamo dicendo di rallentare e pensare a una terapia, o addirittura a una riabilitazione. A un passo dal baratro, Rihanna non riesce a porre più un limite agli eccessi e alle bravate, al punto da mettere in allarme le persone che la conoscono meglio, e che vorrebbero affidarla alle mani di medici e terapeuti. Troppi presupposti che confermerebbero la tesi del papà, e le sue preoccupazioni. Ma cosa c’è alla base di tanto malessere? A quanto pare le fonti più vicine all’artista azzardano anche delle motivazioni emotive, spiegando quanto Riri sia debole davanti a fatti che non riesce ad accettare: In realtà lei si sente molto sola. Non è da biasimare, a volte è ossessionata dal rapporto di Chris Brown con la sua fidanzata Karrueche. E’ una questione che l’ha costretta a fronteggiare un sacco di dolore emotivo. Si stufa facilmente della sua solitudine, e pur di non restare sola nella sua stanza d’albergo esce a bere. Si ossessiona con il pensiero che Chris e Karrueche si sposino e lei non potrà più tornarci insieme.
Non ha retto ed è stata ricoverata d’urgenza. Si ritrova in ospedale con la flebo al braccio si dice per disidratazione. Ma non sarà la vita di eccessi, alcol e notti brave a condurre Rihanna a un passo dal baratro?
Ad alcuni mesi dalla fine della loro relazione, Cristina Chiabotto rompe finalmente il silenzio e rivela i motivi che l'hanno spinta a lasciare Fabio Fulco. Da quel lontano 2005, quando la ex Miss Italia e l'attore de "Le 3 rose di Eva" si conobbero a "Ballando con le stelle" sono trascorsi dodici anni: dodici, appassionati, anni di vita insieme, che li hanno resi una delle coppie più belle e invidiate del gossip italiano. Eppure, la scorsa estate qualcosa di si è rotto e lei ha preso l'inattesa e dolorosa decisione: "Purtroppo, alla fine, non ero sicura di formare una famiglia con Fabio", ha rivelato la Chiabotto al settimanale Oggi. Cristina, dunque, non nega di essere stata l'artefice della loro separazione, nel momento in cui ha capito di non essere pronta ad avere figli da Fulco. Più giovane di lui di 16 anni, la 31enne piemontese sente che la relazione con l'attore era arrivata a un punto morto. Questo, tuttavia, non le impedisce di soffrire terribilmente: "Ci siamo dati tantissimo e nel darsi ci siamo esauriti. Fabio mi ha conosciuto che ero una ragazzina di 19 anni. Sono triste, senza Fabio è come se mi avessero tolto un braccio". Ora, Cristina sta sperimentando la sua nuova vita ("Sto facendo un viaggio pazzesco, alla scoperta di me") e difende strenuamente l'ex compagno da eventuali critiche. Non toccatemelo, è un grande. Lui ha aspettato fino a quando ha potuto. Poi, quando ha capito che non mi sarei mai decisa a fare il grande passo, mi ha posto davanti a un bivio. Ci siamo visti a Torino, a inizio agosto. Dopo litri di lacrime, gli ho detto: “Se capirò che sei tu, ti correrò dietro”. Ho passato un’estate da incubo e pure l’autunno è stato duro. Ma non sono ancora corsa da lui.
La Chiabotto rompe il silenzio sulla fine della relazione con l’attore, dopo 12 anni di fidanzamento. Oggi è single e ne sta soffrendo ancora: “Ho passato un’estate da incubo, senza Fabio è come se mi avessero tolto un braccio”.
“Una nevrosi di Harry nei confronti dei media”. Lo scrive l’esperto reale Robert Lacey nel libro Battle of Brothers, citando una fonte autorevole: Cressida Bonas, ex fidanzata del principe. La donna, legata per qualche anno al secondogenito di Carlo e Diana, avrebbe confidato agli amici che l’attuale marito di Meghan Markle, diventato padre per la seconda volta della piccola Lilibet Diana, avrebbe vissuto malissimo l’attenzione dei media nel periodo della loro relazione. “Inveiva contro i fotografi in agguato anche quando era evidente che non ce ne fosse nessuno”, avrebbe confidato la donna, confermando proprio quanto lo stesso Harry ha raccontato a Oprah Winfrey. Era stato lo stesso Harry il primo a parlare di questa difficoltà nella gestione del rapporto con i media. Nel corso di un’intervista rilasciata a Oprah Winfrey per la serie sulla salute mentale The Me You Can’t See, il principe ha ammesso apertamente tale difficoltà definendo un incubo il periodo compreso tra i 28 e i 32 anni: “Sudavo, avevo attacchi di ansia e di panico. Ogni volta che salivo in macchina, e ogni volta che vedevo una telecamera, andavo fuori di testa”.
Un rapporto con i paparazzi e i media in generale da sempre complicato. A parlarne di recente è stato il principe Harry che ha raccontato di avere vissuto “come in un incubo” a causa dell’attenzione dei fotografi. Una versione confermata dalla ex fidanzata Cressida Bonas: “Inveiva contro di loro anche quando non c’erano”.
Dopo la maschera nera che ha fatto impazzire il web, su Instagram spopola una nuova maschera davvero particolare: l'ha indossata Jessica Biel qualche giorno fa e da allora sui social non si parla d'altro che di maschera in pizzo. A differenza delle gettonatissime maschere in cotone quella indossata da Jessica Biel è sicuramente più glamour: ma cosa cambia a livello di trattamento? Su Instagram l'hashtag più cliccato degli ultimi giorni è #laceyourfacemask, e sono già presenti quasi 1000 scatti di donne (e uomini) che indossano la maschera in pizzo, mostrando la pelle prima e dopo il trattamento. Sembra che la maschera più richiesta delle prossime settimane sarà proprio la Lace Your Face di Dermovia. La maschera in pizzo, oltre ad avere i classici fori per il naso, occhi e bocca, è creata con degli appositi spazi per assicurare la maschera alle orecchie: in questo modo non dovrete necessariamente stare coricate durante il tempo di posa. La maschera va indossata per 15 minuti: trascorso il tempo necessario per l'azione del trattamento, si rimuove la maschera in tessuto senza risciacquare il viso. L'eccesso di siero rimasto si può massaggiare con le dita per un'azione benefica ancora più profonda. La maschera esiste in diverse tipologie: la peel off, che promette di purificare a fondo i pori e avere un effetto detossinante sulla pelle grazie al bambù e al carbone attivo, è già sold out ma mentre aspettate che venga riassortita potrete provare le tantissime varianti della maschera in pizzo classica, indossata dalla Biel. Lace your face mask è stata creata in 8 varianti differenti, per soddisfare ogni esigenza della pelle. La maschera illuminante contiene Uva ursina, vitamina C e estratto di foglie di tè bianco per rendere l'incarnato luminoso, mentre se volete ottenere un effetto purificante potrete provare la Clarifying Mulberry Leaf che grazie all'aloe vera controlla la produzione di sebo e previene la comparsa dell'acne. Per le pelli sensibili è perfetta Face Calming Chamomile che contrasta i rossori combinando l'azione delle cellule staminali delle mele all'estratto di erba Cogon. Per chi necessita un'azione esfoliante è perfetta la Exfoliating Papaya, che affina la grana della pelle rendendola più luminosa e vellutata.
Dopo le maschere in tessuto e la black mask arriva la maschera di pizzo: Jessica Biel ha già indossato la sua e sui social spopola il nuovo trattamento, glamour ed efficace. Ecco di cosa si tratta e dove trovare la maschera che utilizzano anche le star.
Tra le artiste italiane che si sono messe maggiormente in vista nel 2018 c'è senza dubbio Beba, rapper torinese che assieme a Rossella Essence ha cominciato a fare una cosa non comune nella discografia italiana, ovvero conquistarsi un posto al sole nel rap, mondo da sempre poco aperto alle donne. Dopo il successo ottenuto con alcuni singoli come "Grizzly", "Chica", "Vaniglia", "3ND" e una serie di freestyle, la cantante è stata messa sotto contratto con la Island per cui ha pubblicato l'ultimo singolo "Groupie" che lei stessa, ai microfoni di Fanpage.it, definisce come "un momento di svolta, l'ingresso in Island è stato il primo passo verso la realizzazione di un sogno che ho da diversi anni, quindi è stata un'emozione grandissima e non l'ho detto a nessuno finché non ho firmato, per scaramanzia". "Groupie" nasce dalla collaborazione con il trapper Lazza, ma non significa che il sodalizio con la Essence sia terminato, anzi, la rapper ci tiene a sottolineare che sono una coppia fissa, un duo e che il progetto che stanno portando avanti è comune così come comune è stata la scelta di affidare la produzione al rapper: "Per me è stato un onore poter lavorare con lui perché è un grande artista, l'ho visto realizzare il beat e ho potuto anche imparare qualcosa, è stata una grande occasione per me. Lo conoscevo già di persona quindi non è stato difficile entrare in contatto con lui, è nata come una cosa spontanea, ha sentito il ritornello di Groupie, gli è piaciuto e si è offerto di lavorare con me al beat, ho accettato subito e direi che il risultato finale è stato ottimo". Beba è senza dubbio una delle prime artiste donne a farsi notare a colpi di barre e rime, in un mondo che è molto maschile e maschilista e lo ha fatto a botta di visualizzazioni, cercando di non scimmiottare i colleghi maschi e definendosi una delle prime, la madre, come rappa anche nell'ultimo singolo ("Ho detto di essere la loro madre e ora hanno tutte quante il complesso di Edipo"): "Quando ho cominciato io di donne ce n'erano veramente poche, col tempo la cosa è diventata più comune e dal momento che siamo stati una minoranza c'è sempre stata poca credibilità, siamo state sempre prese poco sul serio. Io penso che oggi la cosa sia cambiata, infatti siamo di più, il pubblico medio storce meno il naso e comincia a vederla come una cosa meno strana e io sono molto felice di questo, anche perché scherzo sempre sul fatto che quando ho cominciato io, essendo in poche, i complimenti erano tipo: ‘Sei brava, però siete poche quindi diciamo che… ci va anche poco', quindi sono molto contenta che ora ci sia più competizione, che siamo tante e possiamo prenderci il giusto spazio".
Beba è una rapper torinese attiva ormai da qualche anno e a furia di rime e flow è riuscita a conquistarsi un posto di primo piano nel rap game italiano. La rapper torinese ha appena firmato per la Island con cui ha pubblicato “Groupie”, pezzo che vede la produzione Lazza e che segna l’inizio di un nuovo percorso.
Attenzione ai dettagli, lusso, alta gastronomia e servizi al top, questo è ciò che distingue gli hotel di design dalle catene alberghiere e gli alberghi tradizionali. Perché accontentarsi infatti del solito albergo o del villaggio turistico di massa quando nel mondo aprono sempre più strutture attente allo stile con formule innovative che possono servizi di lusso a prezzi concorrenziali. Sono gli hotel di design in giro per il mondo, per chi non può rinunciare al gusto, all'arte e alla qualità anche in vacanza.
È tempo di pensare alle vacanze e scegliere un hotel di design può essere più conveniente di quel che pensiate: ecco quando il lusso è possibile.
Qualche tempo fa vi abbiamo annunciato le nuove date italiane dell’Ali e Radici Summer Tour di Eros Ramazzotti, che in primavera ha attraversato Europa e America Centro-Meridionale per far ascoltare al mondo le canzoni dell’omonimo album. Nella mini-tournée italiana di cinque tappe – di cui una particolarmente attesa in Sicilia – si è aggiunta però un’altra data, inserita in uno dei numerosi eventi musicali che, dall’inizio di luglio, stanno trasformando la Penisola in un palco a cielo aperto – per ricordarne solo alcuni, Umbria Jazz, Milano Jazzin’ Festival, Neapolis Festival. Ramazzotti darà inizio al tour estivo sabato 17 luglio, in Piazza Napoleone a Lucca, la città che in questi giorni sta facendo da cornice al Summer Festival 2010. La manifestazione ha preso il via il 4 luglio con lo show di Fiorello e continuerà sino alla fine del mese, chiudendo in bellezza il 27 con una band internazionale come i Placebo. Sul palco allestito nella piazza di Lucca sono già saliti Mark Knopfler e ZZ Top, mentre nei prossimi giorni sarà la volta di Seal (16 luglio), Crosby Still & Nash (18 luglio), Paolo Nutini (20 luglio), Summer Giovani (22 luglio – concerto gratuito), Simply Red (23 luglio), Karima (24 luglio – concerto gratuito). Tornando a Eros Ramazzotti, i concerti dell’Ali e Radici Tour sono davvero show grandiosi, con una produzione internazionale di oltre ottanta addetti e tecnici e un palco trasportato da dieci tir e quattro sleeping bus. L’artista, comunque, non è estraneo ai grandi numeri: l’album Ali e Radici ha infatti venduto 800mila copie nel mondo, di cui 350mila solo nel nostro Paese.
L’artista partirà per il mini-tour italiano sabato 17 luglio, nel corso della rassegna estiva che vanta la presenza di Simply Red e Placebo.
Martedì 29 ottobre al Forum di Assago, si è tenuto il concerto di Sting. L'evento era il primo organizzato da Live Nation Italia dopo l'entrata in vigore della legge sui biglietti nominali, fortemente voluta dall'On. Sergio Battelli, deputato del Movimento 5 Stelle, per combattere il fenomeno del secondary ticketing. In questo caso, non si può dire ‘buona la prima'. I risultati, infatti, sarebbero stati i seguenti: una considerevole folla accalcata all'ingresso, il concerto cominciato con più di un'ora di ritardo e la delusione delle persone che si sarebbero viste costrette a rinunciare al concerto perché non avevano portato con sé un documento valido o il loro nome non corrispondeva a quello riportato sul biglietto. Ma cos'è e come funziona il biglietto nominale? Innanzitutto, è opportuno precisare che la legge si applica a tutti i concerti che prevedono una capienza superiore ai 5000 spettatori. La legge impone che sul biglietto sia riportato il nome della persona che accederà all'evento. Per accertarsi che il nome riportato sul ticket sia effettivamente quello del suo proprietario, all'ingresso verranno controllati i documenti di identità. Ci sono tuttavia delle eccezioni. Ecco quanto specificato: "L'accesso all'area dello spettacolo è subordinato al riconoscimento personale, attraverso controlli e meccanismi efficaci di verifica dell'identità del partecipante all'evento, compresi i minorenni. Sono esclusi da tale prescrizione gli spettacoli di attività lirica, balletto, sinfonica, cameristica, prosa, jazz, danza e circo contemporaneo". Come riporta Repubblica, l'amministratore delegato di Live Nation Italia Roberto De Luca ha parlato di una "legge sbagliata": "Una legge sbagliata ha portato a quello che è successo questa sera. Abbiamo più di 9.900 spettatori, immaginate cosa potrebbe succedere con 80 mila". L'Onorevole Sergio Battelli ha replicato su Facebook: "Siamo alla follia pura, la scena è questa: Forum di Assago a Milano, concerto di Sting, primo evento con il biglietto nominale obbligatorio (vi ricordo che la legge contro il bagarinaggio, a mia prima firma, è entrata in vigore il 1° luglio scorso). L'organizzatore dell'evento, Live Nation (che da sempre osteggia questa norma e che, lo ricordo per onor di cronaca, in America ha ammesso di aver girato 88.000 biglietti a prezzo maggiorato sui siti di secondary ticketing per il concerto dei ‘Metallica') sale sul palco e avvisa il pubblico che l'artista è pronto ma inizierà a cantare in ritardo perché molte persone sono ancora in coda ai cancelli per i controlli dei documenti imposti da una "legge iniqua". Voglio usare un solo aggettivo per definire questo siparietto: vergognoso. Trovo allucinante e fuori dal mondo che una società privata utilizzi un palco per un comizio contro una legge dello Stato. Aggiungo che se Live Nation che, nei mesi scorsi, ha fatto entrare 60.000 persone allo Stadio Olimpico di Roma in occasione del concerto di Ed Sheeran (evento con biglietto nominale per richiesta dello stesso artista, dunque pre legge), ha avuto difficoltà a far entrare 10.000 spettatori al Forum di Assago, il problema non è la norma bensì l'organizzatore che ha creato un disservizio agli spettatori. Mi spingo a dire: che ha voluto creare un disservizio agli spettatori per demonizzare, ancora una volta, una legge pensata per i cittadini, per consentirgli di partecipare a un evento a un prezzo giusto senza che qualcuno possa lucrare sulle loro passioni".
Quello di Sting al Forum di Assago è stato il primo evento con il biglietto nominale obbligatorio. Tuttavia, il responso non sarebbe stato dei migliori. Live Nation Italia, infatti, ha lamentato il ritardo nell’inizio del concerto per via dei controlli dei documenti di identità all’ingresso previsti dall’entrata in vigore della legge voluta dall’Onorevole Battelli. Quest’ultimo respinge le accuse al mittente: “Indagheremo”.
Dopo la foto scandalo di Lindsay Lohan a seno nudo, l'eccentrica attrice statunitense, oggetto delle chiacchiere dei rotocalchi di tutto il mondo, è stata scelta come modella per la campagna pubblicitaria della Fornarina, la famosa casa di moda italiana. La collaborazione tra la seducente Lindsay e l'autorevole brand Fornarina esalta non solo i capi di abbigliamento della casa di moda e la bellezza dell'attrice, ma – coerentemente all'obiettivo dei dieci scatti – l'idea stessa di femminilità. Nelle foto che vi proponiamo in galleria, la sexy Lindsay ha apportato qualche cambiamento al suo look: capelli neri corvini e labbra rosso fuoco perché la sua immagine possa apparire ancora più trasgressiva agli occhi dei suoi numerosissimi fans. Gli scatti della Fornarina, già diffusi sul web, sono opera del fotografo Patrick Hoelck. Che l'attrice sia destinata a diventarein breve tempo una nuova icona della moda italiana? Nel frattempo Lindsay Lohan, tra foto hot, video sexy, carcere e cliniche di disintossicazione, trova anche il tempo per il cinema. Infatti la sensuale attrice 24enne sarà presto impegnata nelle riprese di Inferno, il film sulla pornostar Gola Profonda.
Lindsay Lohan, l’eccentrica attrice statunitense è stata scelta come modella per la nuova campagna pubblicitaria della Fornarina. Vi proponiamo le foto della sensuale star del cinema.
Otto vite salvate con una semplice donazione di organi. Un vero e proprio record per Jemima Layzell, la ragazzina di 13 anni morta improvvisamente nel 2012 in Inghilterra, all'ospedale Reale di Bristol, a causa di un aneurisma cerebrale. I genitori hanno deciso di donare gli organi della figlia e i dettagli di quella generosa decisione sono emersi soltanto oggi. In genere con una donazione non si superano i 2,6 trapianti. Non è stato il caso di Jemima: la "NHS Blood and Transplant Unit" ha comunicato che il cuore di Jemima, l’intestino piccolo e il pancreas sono stati trapiantati in tre bambini diversi. Altri due invece hanno ricevuto i suoi reni. Il fegato è stato diviso e trapiantato in due persone e i polmoni sono stati donati a un altro paziente. Si tratta della più importante donazione nella storia. Gli otto beneficiari, di cui 5 bambini, provengono tutti dall'Inghilterra. «Jemima era intelligente, compassionevole e creativa e sarebbe stata molto orgogliosa delle donazioni» è il ricordo a cinque anni dalla scomparsa dei genitori di Jemima. Sophia Layzell, 43 anni, insegna recitazione e prima della morte della figlia racconta di aver avuto una discussione con la figlia proprio riguardo la donazione di organi, perché un amico di famiglia aveva avuto un incidente stradale. «Jemima non aveva mai sentito parlare della donazione di organi e lo trovò un pò inquietante, ma capiva completamente l'importanza» dice Sophia.
Una vita spezzata e otto salvate. Gli organi di Jemima Layzell continuano a vivere in Inghilterra. Nonostante la morte prematura i genitori di Jemima aiutano ancora oggi chi è in attesa di un trapianto.
Il portasci per auto è un accessorio indispensabile per trasportare gli sci e le tavole da snowboard sul tetto dell'auto. Per godersi al meglio una gita in montagna è fondamentale poter portare tutta l'attrezzatura e l'abbigliamento sportivo adatto, in totale sicurezza. A tal proposito, il portasci è molto utile perché permette di trasportare tutta l'attrezzatura per sciare senza intralciare la visuale del guidatore e senza il rischio che gli sci cadano durante il tragitto. Inoltre, utilizzando un portasci potrai eliminare l'ingombro sui sedili posteriori e portare in montagna tutta la famiglia. Con il miglior portasci potrai goderti a piena la tua settimana bianca sulla neve. In commercio esistono diversi modelli – magnetico, a barre o posteriore – che si adattano ai diversi tetti delle macchine. Infatti, alcune tipologie non sono adatte ai tettucci bombati mentre altre non possono essere montate sui tettucci in vetro o senza il supporto di staffe già presenti. Si differenziano anche per il numero di sci e snowboard che possono portare, da un minimo di 2 ad un massimo di 6 paia di sci o 4 tavole, adatti per i gruppi di amici e per intere famiglie. Quasi tutti hanno un sistema di sicurezza antifurto con serratura e chiave. Tra i marchi top di gamma abbiamo Thule e Menabò, Fabbri è molto popolare per il miglior rapporto qualità/prezzo mentre tra i brand più economici troviamo Cam. Anche decathlon ha un'ampia gamma di portasci per auto, così come è possibile trovare la soluzioni più adatta alle vostre esigenze nella sezione "Auto e moto" di Amazon. Vediamo insieme le principali tipologie e i i migliori sul mercato. Prima di passare alla classifica analizziamo quali sono le principali tipologie di portasci in commercio e le loro caratteristiche distintive. Ora che conosciamo i modelli presenti sul mercato e abbiamo individuato le singole caratteristiche, diamo un'occhiata alla classifica dei migliori portasci per auto presenti online. Per la scelta abbiamo tenuto conto del miglior rapporto qualità/prezzo e delle opinioni degli utenti che li hanno già acquistato. Il portasci Menabò è realizzato per trasportare fino a 4 paia di sci e o 2 tavole da snowboard. Può essere montato nelle apposite canaline oppure attraverso il kit opzionale 874, non incluso nel prezzo e non presente su Amazon. Le barre sono in alluminio. Possiede una chiusura con serratura con chiave per bloccare la vostra attrezzatura. Gev propone questo portasci magnetico in grado di trasportare fino a 5 paia di sci o 2 paia di sci e 2 tavole di snowboard. Facile da montare e smontare, dopo aver pulito per bene il tetto dell'auto. Per la sicurezza della tua attrezzatura è presente una chiusura con serratura con chiave. È adattabile a quasi tutte le automobili.
Il portasci per auto è un accessorio fondamentale per trasportare sci e snowboard sul tettuccio dell’auto, in sicurezza e senza il rischio che cadano. In commercio sono disponibili quelli magnetici, quelli con aggancio posteriore o su barre. Permettono di trasportare fino a 6 paia di sci o 4 tavole da snowboard. Sono indispensabili per chi ama andare in montagna e sciare. Leggi la nostra guida e scopri qual è il modello più adatto alle tue esigenze.
Paura per Britney Spears. Mercoledì notte, l'artista si stava esibendo a Las Vegas per una tappa del ‘Pieces of me' tour, quando si è verificato un imprevisto. Un uomo si è precipitato sul palco. Solo più tardi è stata diffusa la sua identità. Si tratta del trentasettenne Jesse Webb. All'inizio, la Spears non si è resa conto di ciò che stava accadendo alle sue spalle. Poi, come si vede nel video in alto, è stata raggiunta dalle guardie del corpo che l'hanno allertata sul pericolo. L'artista, allora, ha chiesto loro cosa stesse accadendo e una volta appreso che un uomo era salito sul palco, ha voluto sapere se avesse una pistola. Lo staff della trentaseienne ha riferito al Daily Mail che Britney Spears era "terrorizzata". Nel video diffuso da uno dei fan presenti al concerto, infatti, si vede chiaramente che le cedono le gambe. La cantante è stata accompagnata nel backstage, mentre alcuni dei suoi ballerini e la sicurezza si avventavano sull'intruso, tenendolo fermo al suolo. Così, Jesse Webb è stato portato fuori. Il Daily Mail ha ottenuto un comunicato della Polizia di Las Vegas, tramite il quale si apprende che Jesse Webb è stato arrestato:
Il trentasettenne Jesse Webb è salito sul palco mentre Britney Spears si stava esibendo a Las Vegas. L’uomo è stato bloccato dalla sicurezza, mentre le guardie del corpo scortavano la cantante nel backstage.
Stefano De Martino torna a essere sorpreso in compagnia di Gilda Ambrosio, influencer che fu la fidanzata del conduttore di Made in Sud all’epoca della prima separazione da Belén Rodriguez. Archiviato quel rapporto dopo la pace con la showgirl argentina, adesso che Stefano è tornato single nella sua vita sembrerebbe esserci di nuovo spazio per Gilda. È il settimanale Oggi a sorprendere i due insieme in auto a Milano. Secondo quanto si legge sul sito, De Martino e la famosa influencer e designer avrebbero trascorso la notte all’interno di un loft in zona Mecenate a Milano per poi trasferirsi, al mattino, a casa di Gilda. Nel tragitto tra i due ci sarebbe stato perfino un bacio.
Stefano De Martino torna vicino a Gilda Ambrosio dopo la fine del matrimonio con Belén Rodriguez, ormai legata al giovane Antonino Spinalbese. Il conduttore di Made in Sud è stato sorpreso con l’influencer che fu al sua fidanzata all’epoca della prima separazione da Belén. E il settimanale Oggi che li ha beccati insieme scrive: “Nel tragitto c’è stato un bacio”.
E’ 14esimo nella classifica degli incassi italiani di questo weekend ma è ben lungi dall’essere un fallimento! Song’e Napule è in realtà il film con la migliore media per sala dopo The Amazing Spider-man 2 (che invece è il primo della classifica generale), il che significa che ognuna delle sole 36 sale che l’hanno proiettato ha fatto il tutto esaurito o quasi e per questo per il prossimo weekend gli schermi invece che diminuire aumenteranno a 50, anche in regioni dove prima era assente. Il film dei fratelli Manetti, commedia poliziesca che racconta di un agente con grandi doti di pianista che viene infiltrato in un gruppo neomelodico per indagare su una storia di camorra, è stato insomma l’affare migliore per gli esercenti e di conseguenza, fatte le debite proporzioni, il secondo film di maggiore successo del weekend. Si parla di circa 3.000€ per sala, molto più di Noah, Rio 2 o Gigolò per caso, che sebbene in totale abbiano incassato molto di più erano spalmati su un numero di sale tra le 400 e le 600 e ad ognuna hanno portato al massimo 2.000€. Dunque il merito del successo va sicuramente al film, che funziona e piace (anche il passaparola conta molto), ma non si può trascurare quanto sia stata gestita bene e in maniera oculata la sua distribuzione. Il cinema è cambiato molto in questi ultimi 10 anni, specie dal punto di vista della fruizione, cioè di come e quanto si va in sala, ci siamo accorti tutti che i film adesso stanno molto poco in programmazione e, mentre anni fa avevano circa un mesetto per farsi notare, ora se non incassano bene da subito, dai primi weekend proprio, vengono smontati dalle sale. Dunque è difficile per un’opera che non può contare su un gran battage fare incassi di livello immediatamente e avere quella corsa lunga che consente al passaparola di lavorare. Solitamente infatti la media di permanenza in sala di film dal budget ristretto come quello dei Manetti è di una o due settimane. Assolutamente insufficiente. La strategia di Microcinema (distribuzione che aveva in carico la pellicola) è stata allora quella che i più accorti applicano in questi casi: cominciare con un numero molto ristretto di sale, inferiore a quelle cui il film potrebbe ambire, puntare su luoghi di certo successo e mirare ad aumentarle lentamente. Si è cominciato quindi con 18 schermi (quasi tutti in Campania vista l’ambientazione della storia) e in virtù del successo di quelle prime proiezioni si è aumentato il numero passando alle 36 sale del weekend scorso, così che potesse di nuovo fare una media per sala eccezionale e fruttare molto ai cinema che lo ospitano (per invogliarli a tenerlo in cartellone) fino ad arrivare ad ora, alla terza settimana, momento in cui il passaparola comincia a lavorare e si può osare un po’ di più per, come detto, passare alla cinquantina di copie in più regioni. Il risultato di questa strategia è stato ottimo anche per la produzione che tra primo e secondo weekend di programmazione ha visto gli incassi aumentare del 73% invece del consueto e fisiologico calo di circa il 40% (che è quel che capita a praticamente tutti i film in sala: incassare sempre meno fino a che non vengono smontati).
Grazie ad un’acuta strategia distributiva il piccolo film su un poliziotto infiltrato in un gruppo neomelodico sta diventando un caso ed ha già battuto nelle medie per sala colossi come Rio 2 e Noah con attori del calibro di Russell Crowe.
La novità per la quota 100, l’anticipo pensionistico per chi ha almeno 62 anni di età e 38 di contributi versati, riguarda la data di erogazione per i dipendenti pubblici e la possibilità di ricevere la liquidazione anticipata. Le ultime bozze del decreto che arriva oggi in Consiglio dei ministri confermano le linee già previste sulla quota 100, a cui si aggiunge il via libera agli stanziamenti per il Tfs, il Trattamento di fine servizio, ovvero la buonuscita per gli statali, anticipato per tutti. E non solo per i ‘quotisti’. Per quanto riguarda la data di erogazione del primo assegno pensionistico per i dipendenti pubblici, il ministro per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, afferma che si partirà dal primo agosto 2019. Come confermato dall’ultima bozza del decreto. Chi matura i requisiti per la pensione entro il 31 dicembre 2018, si legge nel decreto, ha diritto “alla decorrenza del trattamento pensionistico dal primo aprile 2019”. La quota 100 sarà sperimentale, per il triennio 2019-2021. Poi potrebbe essere superata, secondo l'auspicio del governo, con la quota 41. Confermati i criteri anagrafici (62 anni) e di contributi (38 anni), così come le finestre trimestrali per i dipendenti privati e semestrali per quelli pubblici. Per quanto riguarda il trattamento di fine servizio, sarà “immediato per tutti i dipendenti pubblici”, assicura ancora Bongiorno facendo riferimento sia ai quotisti che a tutti gli altri pensionati. Il Tfs verrà corrisposto “al momento in cui il soggetto avrebbe maturato il diritto alla corresponsione della stessa". Con un decreto del presidente del Consiglio verranno definite le modalità di erogazione e di accordo con le banche “senza oneri a carico della finanza pubblica”. La quota 100 non è cumulabile con altri redditi da lavoro, se non entro un limite da 5mila euro annui. Un limite che vale per il periodo tra il pensionamento anticipato e il momento in cui il lavoratore si sarebbe ritirato dal lavoro con le regole della legge Fornero (67 anni). Ricapitolando, chi va in pensione con la quota 100 può anticipare il momento di ritiro dal mondo del lavoro. Ma non senza intoppi. Al di là delle restrizioni e dei paletti decisi per scoraggiare gli oltre 300mila lavoratori che potrebbero usufruire della misura, il maggiore disincentivo è la riduzione dell'assegno pensionistico. Versando contributi per meno anni, il lavoratore che aderisce alla quota 100 riceverà un assegno ridotto, nonostante lo riceva per più anni (ma perdendo, così, il reddito da lavoro degli anni di anticipo). Per quanto riguarda la struttura dell’Inps, si prevede uno stanziamento di 50 milioni di euro per l’assunzione di personale nell’istituto di previdenza. “In considerazione della grave carenza di personale dirigenziale di livello non generale dell'Ispettorato nazionale del lavoro e al fine di far fronte tempestivamente alle esigenze di potenziamento ed efficacia degli interventi ispettivi e di tutela del lavoro, le assunzioni possono essere effettuate anche attingendo dalla graduatoria del concorso bandito dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali”, secondo quanto riportato nel decreto.
L’introduzione della quota 100 permetterà a migliaia di lavoratori di anticipare la pensione: per accedere è necessario avere almeno 62 anni di età e 38 di contributi versati. Il decreto che arriva in Consiglio dei ministri prevede le regole riguardanti la quota 100, ma anche le restrizioni, i paletti e le novità per la buonuscita dei dipendenti statali.
Letitia Casta, compagna dell'attore italiano Stefano Accorsi e ormai attrice consolidata, fa parlare nuovamente di se e questa volta non per la sua vita sentimentale nè per le sue prove cinematografiche. Intervenuta ai Cesar, ovvero gli Oscar francesi, la bella ex-modella corsa ha sfoggiato un abito che lasciava davvero poco all'immaginazione, ma che Letitia è riuscita a sfoggiare con gran classe e soprattutto senza alcun imbarazzo. A trentadue anni e dopo ben due gravidanze, la bella Letitia, conosciuta per essere stata una delle poche modelle di successo a poter vantare una decoltèè abbondante, ha sfoggiato un fisico perfetto, dimostrando a tutti di essere ancora in splendida forma, a riconferma di quanto si era già visto nel servizio fotografico che la Casta ha recentemente realizzato per Vogue. E era necessario davvero un fisico perfetto per poter sfoggiare l'abito firmato Yves Saint Laurent, totalmente trasparente, decisamente sexy e decorato solo con dei ricami qua e là che, comunque, lasciavano decisamente scoperte le grazie della bella attrice. L'abito, del 1968, si intonava perfettamente al look che Letitia aveva scelto per questa importante serata: vestito d'epoca e acconciatura decisamente stile anni Sessanta, un mix che non ha potuto fare a meno di attirare gli sguardi. Letitia è stata così al centro dell'attenzione per tutta la serata: applaudita e super-fotografata la splendida Casta ha consegnato il premio di migliore attore non protagonista, ma quel che certo è che una delle protagoniste sul palco del Theatre du Chatelet di Parigi è stata proprio lei.
Letitia Casta, intervenuta ai Cesar è riuscita a rubare gli sguardi di tutti. Il motivo?Un abito decisamente sexy.
La leptospirosi è una malattia che possiamo contrarre toccando l'urina di topi infetti e che, nei casi più gravi, può portare anche alla morte: si tratta comunque di una condizione rara. Vediamo insieme cos'è la leptospirosi e cosa fare nel caso in cui dovessimo ammalarci. La leptospirosi è una malattia infettiva acuta sistemica conosciuta anche come ‘febbre da campo', ‘febbre dei porcai' o ‘febbre dei sette giorni' per le sue caratteristiche. Responsabili della leptospirosi sono i batteri spiraliformi della specie Leptospira. La leptospirosi è una zoonosi, cioè una malattia degli animali che si trasmette anche all'uomo, e si trova in tutto il mondo, ma in particolare in zone in cui scarseggia la sanità pubblica, come i Paesi in via di sviluppo. Stiamo parlando di 500.000 casi di leptospirosi grave nel mondo, con un tasso di mortalità del 10%. Per quanto riguarda l'Europa invece i casi sono meno di 500 l'anno. La leptospirsi si tramesse attraverso le leptospire che si trovano nell'urina dei topi infetti. Gli esseri umani di solito entrano in contatto con la leptospirosi attraverso contatto cutaneo o mucoso con acqua dolce infetta. Dopo un periodo di incubazione che dura circa 10 giorni, i primi segni iniziano a morstrarsi e compare la febbre a cui sono associati tremore e dolori come mialgia, cefalee e dolori addominali. Con il passare dei giorni, la malattia può aggraversi e i sintomi possono mostrarsi simili a quelli influenzali all'insufficienza multisistemica a evoluzione rapida, questo significa che il paziente è a rischio morte. Compare anche l'epatonefrite, ma anche ittero intenso, insufficienza renale, sintomi neurologici, interessamento respiratorio, miocardite, epatomegalia dolorosa associata a splenomegalia e emorragie.
La leptospirosi è una malattia molto grave che prendiamo dall’urina dei topi infetti e che può portare anche alla morte. Vediamo insieme di cosa si tratta, quali sono i sintomi, da quelli più blandi a quelli più gravi, e capiamo come curarla ed evitare il contagio. Attenzione, la leptospirosi può uccidere.
Il rapper emergente di Dallas Lil Loaded si è consegnato alle autorità lo scorso lunedì, dopo aver sparato e ucciso il suo migliore amico Khalia Walker, 18 anni, lo scorso 25 ottobre. L'artista americano si è recato nel dipartimento dello sceriffo della contea di Dallas, affermando di aver sparato erroneamente durante le riprese di un video musicale. Il rapper è stato arrestato con un mandato per omicidio di primo grado, sulla sua testa vige una cauzione di 500mila euro. Il giovane rapper di Dallas Dashawn Roberton, in arte Lil Loaded, dopo alcuni giorni si è consegnato autonomamente alle autorità, confessando l'omicidio del 18enne Khalia Walker. I due erano amici e lo scorso 25 ottobre erano insieme per le riprese del nuovo video di Lil Loaded, da girare nel quartiere Woods di Dallas intorno alle 15. Secondo la testimonianza di Lil Loaded al detective John Valdez, il rapper e Walker erano fuori dall'abitazione del giovane quando sono esplosi due colpi di pistola. La sorella di Walker, Khija, è stata la prima ad accorgersi degli spari, dopo esser corsa in strada e aver visto il fratello sdraiato per strada con una ferita da arma da fuoco al torace. La polizia nel frattempo ha ricevuto telefonate, ma quando si sono presentati sul posto, il ragazzo era stato già trasportato in ospedale. La prima persona ad accorgersi del coinvolgimento di Lil Loaded è stata proprio la sorella della vittima, che ha preso il telefono del rapper, dove ha trovato un video che mostrava lo stesso mentre sparava alla vittima. Nel tragitto verso l'ospedale, nella macchina del rapper erano presenti la vittima, la sorella e l'ultimo testimone: Cameron Walker. Anche la sua testimonianza è stata ascoltata dal detective Valdez, che nel frattempo ha rinchiuso Lil Loaded nel penitenziario dello stato con l'accusa di omicidio di primo grado. Il giudice ha fissato la cauzione per la scarcerazione del rapper attorno ai 500mila euro, una cifra che per adesso scoraggia anche la famiglia del giovane.
Dopo alcuni giorni, Deshawn Robertson, in arte Lil Loaded, si è consegnato alle autorità confessando l’omicidio del suo amico Khalia Walker, 18 anni. Il rapper, lo scorso 25 ottobre era in compagnia della vittima quando accidentalmente sono esplosi due colpi da arma da fuoco, che non hanno lasciato speranze al giovane. L’autore di “Out of my body” è in un penitenziario con una cauzione attorno ai 500mila euro.
Beyoncè è la trionfatrice indiscussa della recente edizione dei Grammy Awards che si sono tenuti lo scorso 31 gennaio, intanto, secondo alcune voci la cantante si esibirà per i prossimi Brit Awards insieme a Lady Gaga, con la quale ha già duettato per il singolo “Telephone”. In questi giorni la cantante è stata paparazzata in pigiama affacciata ad un balcone. Sempre molto bella Beyoncè, che si è mostrata anche in questa occasione molto stilosa con dei pantaloncini bianchi e blu, che mostravano le sue lunghissime gambe, e con una t-shirt blu che manteneva scoprendo la pancia. La cantante che si era appena svegliata ha salutato affettuosamente tutti i paparazzi che le stavano scattando delle foto, ma intanto, qualche giorno fa è ricaduta sul palco. Dopo lo scivolone che prese ad Orlando nel 2007, che è passato alla storia come miglior caduta dal palco della storia, proprio qualche giorno fa durante uno show in Brasile, ci è ricascata. La cantante, visibilmente, imbarazzata è quasi caduta sui fan posizionati in prima fila, ma subito si è alzata e ha continuato a cantare e a ballare. In cima alla pagina vi riproponiamo lo scivolone…
La bella Beyoncè per l’ennesima volta è caduta sul palco. La cantante non è nuova agli “scivoloni”, infatti, durante un concerto ad Orlando nel 2007 le successe la stessa cosa.
Il Lautaro furioso. Conte lo sostituisce perché non gli piace come sta giocando, lui perde il senno litigando prima con l'allenatore e poi con il team manager dell'Inter, Gabriele Oriali. "Ci vediamo dentro… E non rompermi il cazzo", dice ad alta voce il calciatore mentre, stizzito, si alza dalla panchina, volta le spalle al dirigente che gli chiedeva di calmarsi e "stare zitto", beve un sorso d'acqua ma proprio non gli riesce di mandare già la rabbia. Al ‘toro' le sagome dello staff fanno lo stesso effetto del mantello rosso. E carica a testa bassa. Lo aveva fatto poco prima, scalciando una bottiglietta e lanciando occhiatacce, finendo infilzato dalla reazione del tecnico. "I calci in faccia te li devi dare… e fai l'uomo non il fenomeno del cazzo". Vidal, seduto a nemmeno un metro, assiste all'alterco e ha la faccia di uno che ha capito. Sembra dire: non sai in che pasticcio ti stai mettendo. Del resto, ne sa qualcosa. Anche lui ha sbattuto il muso contro l'intransigenza proverbiale dell'ex bianconero. "Ancora… adesso basta e sta zitto", replica Oriali che allarga le braccia e, con self control, cerca di ricondurre alla ragione il giocatore. "Sono cose di campo e sul campo restano – spiegherà Stellini (al posto dell'allenatore è il suo vice a presentarsi ai microfoni) -. Ma fanno capire cosa noi chiediamo alla squadra: che dia il massimo sempre". Folklore a parte, quanto accaduto a San Siro è la testimonianza diretta di quanto sia importante il ruolo di Oriali e, più in generale, di una figura del suo calibro all'interno di una squadra. Tra palco e realtà, dietro le quinte (nemmeno poi tanto…) è il tassello che non può mancare per gestire (anche) le dinamiche, a volte turbolente, di uno spogliatoio. "Voglio ringraziare Oriali, per me è stato molto importante. Mi ha aiutato tantissimo, è stata la persona che ha influito maggiormente in questi due anni", le parole di Conte a corredo della conquista dello scudetto certificano quale sia la forza del loro legame e quanto gli sia grato per il sostegno ricevuto. C'era (e c'è sempre stato) Oriali accanto a lui, mettendoci la faccia, quando ha rischiato grosso come in occasione delle proteste (costate a entrambi l'espulsione) contro l'arbitro Maresca oppure altre reazioni furibonde, a sangue caldo, del tecnico salentino. ‘Lele' è tornato a lavorare al fianco di Conte due anni fa dopo aver condiviso l'esperienza in Nazionale: ha avuto un ruolo fondamentale nell'inserimento dell'ex juventino nell'ambiente nerazzurro, facendo da mastice e da cuscinetto, utilizzando esperienza e diplomazia, bastone e carota divenendo il riferimento per i calciatori nel bene e nel male, raccogliendone confidenze e sfoghi… proprio con Lautaro anche sotto la luce dei riflettori.
Dopo aver litigato con Conte, Lautaro Martinez sbotta anche nei confronti di Oriali. Il suo ruolo è la testimonianza diretta di quanto sia importante e, più in generale, una figura del suo calibro all’interno di una squadra. “Ci vediamo dentro… E non rompermi il cazzo”, attacca a testa bassa il ‘toro’. “Ancora… adesso basta e sta zitto”, la replica del dirigente il cui ruolo s’è rivelato prezioso per il tecnico, in Nazionale come all’Inter.
La Spagna si qualifica per gli ottavi degli Europei. La nazionale guidata da Luis Enrique in modo molto convincente ha sconfitto per 5-0 la Slovacchia, che è parsa davvero poca cosa ma è stata anche condizionata dall'autorete del portiere Dubravka che ha spaccato in due la partita. Agli ottavi anche la Svezia che giocando a modo suo è riuscita a piegare la Polonia, sconfitta 3-2. Decisivo il gol di Claesson al 94′. A Siviglia la tensione si taglia con il coltello. La Spagna anche con un pareggio sarebbe agli ottavi, ma deve spazzare via tante polemiche e due pareggi insulsi nelle prime due gare degli Europei. Luis Enrique se la gioca in avanti con Morata, Gerard Moreno e Sarabia. Il copione della partita è quello previsto. La Slovacchia fa le barricate, la Spagna fa tanto possesso e cerca il gol. L'opportunità di sbloccare il risultato arriva molto presto, esattamente al 10′ quando il VAR assegna un rigore alla Roja. Morata però imita Moreno e sbaglia, Dubravka si tuffa e respinge. La Spagna continua ad attaccare, il gol è nell'aria ma arriva nel modo più inaspettato. Sanabria calcia dalla distanza e colpisce la traversa, il pallone ricade verso la porta di Dubravka che nel tentativo di smanacciarlo lo mette in porta. La partita di fatto finisce in quel momento. Prima dell'intervallo Dubravka ha un'altra incertezza e Laporte raddoppia. Nella ripresa mette in ghiaccio partita e qualificazione Sarabia che capitalizza uno splendido assist di Jordi Alba, poi il poker di Ferran Torres, entrato in campo da meno di un minuto. Arriva, pure, il quinto gol, Pau Torres colpisce, ma è autorete di Kucka. La Spagna giochicchia e aspetta solo notizie, buone da parte della Polonia che però al 94′ perde e spedisce Luis Enrique e i suoi ragazzi nella parte alta del tabellone. A San Pietroburgo la Svezia scende in campo da prima del girone, la Polonia da ultima, ma nessuna delle due ha certezze assolute. La Svezia mette subito bene la sua partita segnando dopo appena 2 minuti con Forsberg. La partita si mette sui binari prediletti dagli scandinavi che si difendono e arroccandosi esaltano Olsen che è nettamente il migliore in campo nei primi 45′. 8 corner, 4 tiri in porta e quasi il 60 percento di possesso palla per la Polonia, che però all'intervallo è sotto di un gol. Nella ripresa Polonia è sempre all'attacco, ma il primo gol della ripresa lo segna la Svezia.
A Siviglia la Spagna batte 5-0 la Slovacchia ottiene il primo successo di questi Europei e si qualifica per gli ottavi di finale, gol di Laporte, Sarabia e Ferran Torres, autoreti di Dubravka e Kucka. La Svezia batte 3-2 la Polonia, a cui non basta la doppietta di Lewandowski. Svezia prima, Spagna seconda, eliminate Slovacchia e Polonia.
Chiara Ferragni e Fedez stanno vivendo uno dei momenti più emozionanti della loro vita: ieri sono diventati genitori per la seconda volta, accogliendo in famiglia la piccola Vittoria Lucia Ferragni. Sono stati loro stessi a dare l'annuncio sui social nelle prime ore del mattino, limitandosi a condividere due foto della bimba tra le braccia della mamma a poche ore dal parto. Nelle didascalie hanno inoltre rivelato il nome di Baby Girl (che fino a quel momento era stato tenuto nascosto). Dopo aver passato l'intera giornata alle prese con l'emozione, mostrando su Instagram solo l'adorabile video in cui Leone annuncia di aspettare la sorellina con amore, oggi i due sono tornati più attivi che mai tra foto e Stories. La fashion influencer ne ha approfittato per mostrare il suo primo adorabile look da neomamma: è rosa, griffato e coordinato a quello della figlia. Avevamo lasciato Chiara Ferragni alle prese con la preparazione del borsone da portare in ospedale (una "chicca" rarissima da oltre 5.000 euro) e oggi la ritroviamo con la piccola Vittoria tra le braccia. Grazie alle prime foto con la bimba tra le braccia postate di recente ha dimostrato che la borsa non era l'unico accessorio rosa che aveva portato con lei. Il primo look da neomamma della fashion influencer è total pink in onore del sesso della seconda figlia. Chiara si è infatti lasciata immortalare con Vittoria e Fedez ancora nel letto d'ospedale con indosso un pigiama della Chiara Ferragni Collection. È a fondo rosa, decorato con l'iconico occhio azzurro simbolo del band, ha i pantaloni ampi e a vita alta e una casacca con i bottoni sul davanti, anche se la Ferragni ha preferito abbassarla piuttosto che sbottonarla per allattare. Il prezzo del completo da notte? 159 euro.
Chiara Ferragni ha partorito la sua seconda figlia, ieri ha messo al mondo la piccola Vittoria Lucia Ferragni e non potrebbe essere più felice. Solo oggi, però, sono arrivate le sue prime foto in versione neomamma, nelle quali è apparsa raggiante in rosa con un look coordinato a quello della bimba.
Sapersi orientare in luoghi sconosciuti è un'abilità che hanno in pochi, mentre camminare per casa e percorrere tragitti molto noti sono azioni talmente naturali che possono sembrare quasi automatiche, come un battito di ciglia, sebbene vengano coinvolti processi cognitivi e percettivi estremamente complessi. Quando tali meccanismi coordinati dal cervello si inceppano per qualche ragione, come lesioni cerebrali o malattie neurodegenerative alla stregua del morbo di Alzheimer, il deficit che ne scaturisce prende il nome di “disorientamento topografico”, una sindrome che rende difficile – quando non impossibile – orientarsi anche in luoghi estremamente familiari. Esistono diverse tipologie di disorientamento topografico; ecco quali sono, come si manifestano e quali sono i trattamenti. Il disorientamento topografico è una condizione clinica nella quale il soggetto colpito non è in grado di orientarsi all'interno di un ambiente familiare, un deficit al quale si aggiunge l'incapacità di apprendere nuovi percorsi. In altre parole, chi è affetto da disorientamento topografico non riesce a creare una rappresentazione mentale dell'area che lo circonda, una cosiddetta mappa cognitiva. Nel caso fosse innescato da una patologia, prende il nome di disorientamento anterogrado quando tornano alla mente i vecchi percorsi noti ma non se ne apprendono di nuovi, è invece globale quando non si ricorda nulla. Il disorientamento topografico si distingue in due tipologie principali: l'agnosia topografica e l'amnesia topografica. Soffre di agnosia topografica colui che non riesce a riconoscere edifici, punti di riferimento e luoghi di interesse all'interno di un percorso, e può dunque perdersi semplicemente percorrendo una strada a ritroso. Chi ha questo tipo di deficit può distinguere le varie classi di edificio (un grattacielo da una chiesa, ad esempio), tuttavia non riuscirebbe a ritrovare la propria casa in un gruppo di villette a schiera. Per questi pazienti si è scoperto che colori e numeri civici sono dettagli fondamentali nell'orientamento. A differenza dell'agnosia topografica, nell'amnesia topografica gli edifici e i punti di riferimento vengono correttamente riconosciuti dai pazienti, ma essi non riescono ad estrapolarne le informazioni necessarie per orientarsi nello spazio. C'è dunque l'incapacità nel visualizzare mentalmente la correlazione tra spazi ed oggetti, impedendo di fatto la creazione di una mappa mentale e dunque anche di visualizzare i percorsi più familiari. Chi ne soffre necessita di accompagnamento ed entra in un forte stato di agitazione e stress nel caso dovesse perdersi. Navigatori satellitari e smartphone con GPS hanno cambiato la vita di molti pazienti colpiti da amnesia topografica. Il disorientamento topografico è comunemente associato a disturbi neurologici, lesioni – come quelle scatenate dagli ictus – e decadimento delle funzioni cognitive; è che noto infatti che tra i primi sintomi delle demenze vi sia proprio quello di non ricordare strade e luoghi, oltre che persone. In rari casi esso si manifesta sin dall'infanzia in soggetti completamente sani, e prende il nome di disorientamento topografico dello sviluppo o DTD. Attraverso risonanze magnetiche cerebrali, in questi pazienti è stata rilevata una ridotta comunicazione tra l'ippocampo e la corteccia prefrontale. Quando il paziente non riesce a percepire e a rappresentare la posizione degli oggetti attorno a sé, soffre di disorientamento egocentrico, un deficit generalmente associato a lesioni del lobo parietale posteriore. In questo caso i soggetti colpiti hanno la difficoltà a raggiungere oggetti e a capire esattamente la loro posizione nello spazio. Il disorientamento topografico viene diagnosticato attraverso una serie di test neuropsicologici, sia nell'ambiente reale che in quello virtuale, per verificare come il paziente percepisce e memorizza percorsi e posizione spaziale degli oggetti. In caso di danni al cervello le risonanze magnetiche aiutano a individuare l'esatta area coinvolta. Il trattamento varia molto da persona a persona, e oltre al recupero delle lesioni cerebrali sono fondamentali esercizi per rafforzare la navigazione spaziale. Negli ultimissimi anni sono stati fatti notevoli passi avanti grazie all'uso di software e realtà virtuale.
L’orientamento nello spazio è legato a una complessa serie di meccanismi attentivi e percettivi guidata dal cervello, che può essere compromessa da disturbi, lesioni e sindromi. Scopriamo cos’è il disorientamento topografico.
Avere un corpo da urlo ed essere in perfetta forma non fa bene solo alla salute ma anche alla propria carriera professionale. Secondo uno studio condotto presso l’University of Alabama di Birmingham, il peso corporeo sarebbe fondamentale per ottenere il lavoro dei sogni o una promozione. In particolare, è stato fatto un test in cui il viso di una donna è stato modificato con una simulazione e i risultati sono stati chiari: quando era più grassa veniva percepita come meno qualificata dai datori di lavoro, cosa che invece non accadeva quando era magra. Certo, si tratta solo di un pregiudizio ma è chiaro che un dettaglio simile è capace di incidere negativamente sui propri successi professionali, rendendo impossibile un potenziale avanzamento di carriera. Questa "discriminazione" vale anche per gli uomini, con l'unica differenza che un maschio comincia ad avere le stesse difficoltà femminili solo quando il suo aspetto è decisamente obeso e malsano. Le persone che registrano maggiormente questi problemi sono quelle che hanno contatti con i clienti per lavoro come commesse, hostess, cameriere, visto che per loro l'estetica è fondamentale.
Sembrerà assurdo ma il proprio peso riesce a influire sulla carriera. Secondo un recente studio, infatti, le donne magre troverebbero lavoro più facilmente rispetto a quelle che hanno qualche chilo di troppo.
Un altro cambio all'interno di una delle band più note del Paese: i Matia Bazar hanno annunciato un cambio di formazione con l'uscita di Silvia Mezzanotte dal gruppo. Da cinque anni quella della cantante era la voce ufficiale della band fondata nel 1975 a Genova da Carlo Marrale (chitarra e voce), Piero Cassano (tastiere e voce), Aldo Stellita (basso e cori) e Antonella Ruggiero (voce) a cui si aggiungerà poco dopo Giancarlo Golzi e che negli anni ha confezionato una serie di successi nonostante i ripetuti cambi di cantante: un percorso tortuoso quello della band, che con prima della Mezzanotte aveva visto alternarsi, oltre alla Ruggiero, che per molti resta la voce per antonomasia della band, anche quelle di Laura Valente e di Roberta Faccani: Cessa dopo cinque anni la collaborazione di Silvia Mezzanotte con i Matia Bazar. Dopo i grandi successi ottenuti in Italia e all’estero con Antonella Ruggiero, Laura Valente, Roberta Faccani la band cambia la sua quarta vocalist ma rinforza la propria attività in vista di un nuovo progetto discografico e nuovi Live. Pochi mesi fa i Matia Bazar hanno pianto la scomparsa del batterista Golzi, deceduto a seguito di un infarto e unico componente che non aveva mai mollato il gruppo. Dopo due anni dalla morte di Stellita e l'abbandono della Valente, la scelta della nuova voce cadde proprio sulla Mezzanotte e dal 200 al 2003 collezionano anche tre partecipazioni al Festival di Sanremo – con una vittoria nel 2002 con la canzone ‘Messaggio d'amore'. Passano un paio d'anni da quel successo prima che la cantante lasci per la prima volta il gruppo per dedicarsi alla carriera solista. Una carriera che dura 6 anni per l'uscita complessiva di due album (‘Il viaggio' e ‘Lunatica') prima di riunirsi al gruppo nel 2010, collezionando anche la quarta partecipazione sul palco dell'Ariston che, però, non avrà la fortuna delle precedenti.
I Matia Bazar hanno annunciato che Silvia Mezzanotte ha lasciato il gruppo per la seconda volta nella Storia della band che, però, sta lavorando a un nuovo progetto discografico.
Con un post su Facebook Alessandra Amoroso ha voluto dare l'ultimo saluto a Giorgia, un'amica, nonché parte di quella che da sempre la cantante definisce Big Family, la grande famiglia che compone la sua fanbase. Un messaggio di dolore che, spiega ancora la Amoroso, non riesce a tramutare in un pensiero positivo: "Provo sempre a trovare il positivo e di sdrammatizzare i momenti più seri ma in questo momento provo dolore" ha scritto nel post in cui mostra anche un paio di foto del loro incontro. Non ci sono notizie in più su quello che è successo, ma solo l'enorme dolore di chi perde una persona a cui ha voluto bene. La Amoroso ha ricordato i momenti passati nella camera dell'amica e racconta di aver sentito i suoi genitori: "Queste siamo noi nella tua cameretta… Tranquilla Gio’ ho appena sentito i tuoi e abbiamo parlato tanto di te, di noi, del nostro volerci bene e sai cosa?! Mi hanno ringraziato tutto il tempo… come facevamo noi a vicenda quando avevamo la possibilità nei vari appuntamenti di scambiarci foto, baci e abbracci! Piccolina, tu mi conosci, sai come sono… provo sempre a trovare il positivo e di sdrammatizzare i momenti più seri ma in questo momento provo dolore, tanto dolore perché non ci sei più. Hai deciso di andare via ed io non posso fare altro che dedicarti una preghiera insieme a tutta la bigfamily che sono sicura farà altrettanto". Infine un pensiero sull'importanza della vita: "Giorgia, adesso che sei lassù, fai in modo che tutti possano capire quanto è importante la vita e che tutti gli alti e i bassi si possono superare. Guardaci da lassù insieme agli altri angeli che ti stanno accanto e salutami tanto mia cugina e mia nonna! Tra poco faremo 10 anni e tu insieme a noi ci sarai. PS: stai tranquilla che non cambierò MAI!".
Con un post su Facebook Alessandra Amoroso ha voluto salutare un’amica scomparsa, condividendo il suo dolore con i suoi fan.
Maurizio Bavaresco è l'attore che ha ucciso il padre a coltellate in seguito ad una lite furibonda. Il delitto, confessato dallo stesso 32enne romano alla prima pattuglia incontrata per strada, è avvenuto quest'oggi e lascia sconcerto nell'ambiente dello spettacolo locale. Maurizio non è conosciuto al grande pubblico ma è sempre stato un ragazzo dei tanti che ogni giorno prova ad emergere e, come tutti, ha all'attivo partecipazioni a diverse tipologie di produzioni. Nella biografia artistica del ragazzo, nato il 9 agosto 1984, troviamo diversi hobby e competenze: body building, calcio, karate, ippica, arti marziali, beach volley, rugby, boxe, pallavolo, nuoto e guida sportiva. Studia recitazione, regia e dizione alla "Filmart" e presso un coach personale e porta a termine uno stage d'improvvisazione al Teatro Agorà di Roma. Una prima grande occasione arriva nel 2007 nel film di Carlo Verdone "Grande grosso e Verdone". Maurizio Bavaresco è l'infermiere di sala al quale Moreno (Carlo Verdone) chiede se sa in quale reparto è ricoverata sua moglie Enza (Claudia Gerini). Un ruolo che è poco più di un comprimario, pochissimi istanti bastano a regalare la soddisfazione di apparire accreditato in un film di uno degli attori più amati di Roma. L'esperienza con il cinema prosegue in una piccola produzione indipendente, "L'altra scuola" di P.M Mancini e E. Castellari, in cui è protagonista di un episodio.
L’attore romano che ha ucciso il padre a coltellate dopo una lite aveva partecipato con un piccolo ruolo al film di Carlo Verdone “Grande grosso e Verdone” e aveva ottenuto piccoli ruoli anche in tv, in serie come “Provaci ancora Prof. 3” e “Fratelli Detective”.