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È basso, è calvo, è solo e onnipotente. L’Ucraina e le Ucraine in Europa, la Siria e le Sirie in Medio Oriente, il Caucaso e il Caos: un uomo solo tiene in mano i destini di queste mappe. Nella finestra temporale delle prossime settimane le date in cui si muove sono due. La prima è l’11 settembre americano: le elezioni Usa e il fantasma del terrorismo islamico. **La seconda è il 7 ottobre russo: la guerra di Siria e il giorno del suo compleanno. Quando ha compiuto 63 anni, l’anno scorso, Putin ha segnato 7 reti su 15 ad hockey, giocando in una squadra di professionisti qualificati in una partita contro dei dilettanti.** Le telecamere riprendevano, il popolo era in giubilo e il Presidente dello Stato più vasto del mondo ha ovviamente vinto. Quel giorno l’esercito russo avanzava, procedevano più forti dei giorni passati, i raid nella guerra di Siria, ma alla tv, la Russia guardava la partita di Vladimir Vladimorovic. Nel Novecento si sarebbe chiamata propaganda. Oggi si dice storytelling. Happy birthday, Mr Putin.
Questo ottobre e questo compleanno per Putin arrivano difficili e pieni di fronti: **tifa Trump in Usa, Assad in Siria, destre in Europa e in Ucraina per la Russia. Cioè per se stesso.** Comunque Ottobre in Russia è sempre rosso: è quando si festeggia la rivoluzione di quel sistema socialista a cui Putin ha tolto la falce, tolto il martello e del comunismo ha trattenuto solo i metodi. Il sole dell’avvenire è sparito, ma sono rimasti i suoi servizi segreti.
In edicola
## Il ritratto della Russia di Putin continua su _Left_ in edicola dal 17 settembre
[ SOMMARIO](<https://left.it/left-n-38-17-settembre-2016/>) [ ACQUISTA](<http://sfogliatore.left.it/singolo-numero?edizione=38&anno=2016>)
*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| Happy birthday Mr. Putin | Di Novaya Gazeta, Safronov e della difesa della libertà | 0.807716 | https://left.it/2016/09/18/happy-birthday-mr-putin/ | https://left.it/2022/09/06/di-novaya-gazeta-safronov-e-della-difesa-della-liberta/ |
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>> Ieri diversi giornali hanno pubblicato qualche fotogramma preso dai filmati delle telecamere di sorveglianza interne alla questura di Verona dove si vedono alcune delle violenze e delle torture fatte dai poliziotti contro le persone fermate. Per ora a Verona sono stati arrestati cinque poliziotti, che si trovano agli arresti domiciliari, e ce ne sono almeno altri 17 (ma sarebbero 21, [secondo](<https://www.repubblica.it/cronaca/2023/06/08/news/verona_foto_torture_poliziotti_arrestati-403648826/>) _Repubblica_ ) sotto indagine. Per loro il questore Roberto Massucci ha deciso il trasferimento e un cambio di mansioni.
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>> I filmati provengono dalla telecamera di sorveglianza presente nella sala fermati (chiamata "acquario") dell'ufficio del reparto volanti, la sala interna alla questura dove le macchine della polizia che hanno il compito di controllare il territorio portano le persone fermate. I filmati si trovano negli atti allegati all'inchiesta e che ora sono a disposizione degli avvocati difensori delle persone abusate.
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>> I fotogrammi mostrano un uomo messo all'angolo da un poliziotto e che da lì a poco sarà costretto a urinare per terra per poi essere trascinato sulla propria urina «come uno straccio per pulire il pavimento», si spiega nell'inchiesta. In un altro fotogramma si vede un uomo steso a terra e privo di sensi, che sarà poi svegliato da un poliziotto che gli urina sul viso. In un altro ancora ci sono due poliziotti che colpiscono un uomo seduto e poi lo trascinano a terra. Infine c'è il fotogramma in cui si vede un uomo seduto, che viene poi portato fuori dalla stanza dove non ci sono telecamere e che quando rientra ha una grossa ferita alla testa.
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>> Le accuse di arrestati e indagati sono tortura, lesioni, falso, omissione di atti d'ufficio, peculato e abuso di ufficio. Secondo l'inchiesta i poliziotti coinvolti «hanno inteso l’appartenenza alla polizia di stato come occasione per tenere condotte illecite», insieme alla «consuetudine nell’utilizzo ingiustificato di violenza fisica su soggetti sottoposti a controllo o fermo». Gli interrogatori dei cinque poliziotti che si trovano agli arresti domiciliari saranno la prossima settimana.
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>> L’indagine sulla questura di Verona era cominciata a seguito di un’intercettazione compiuta nell’ambito di un'altra indagine il 22 agosto del 2022 nei confronti di Alessandro Migliore, uno dei poliziotti arrestati, sospettato di aver condotto con leggerezza una perquisizione nei confronti di un gruppo di persone albanesi accusate di tentato omicidio e detenzione di armi, per via di presunti legami personali tra Migliore e alcuni parenti delle persone albanesi perquisite. Il 22 agosto Migliore era stato intercettato mentre parlava al telefono con la fidanzata e si vantava delle violenze commesse in questura nei confronti di una persona italiana fermata la sera prima.
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>> Nell’intercettazione il poliziotto aveva aggiunto di aver a sua volta picchiato la persona fermata, stando attento a non farsi riprendere dalle telecamere di sorveglianza dentro la questura. A quel punto la squadra mobile guidata dalla questora Ivana Petricca – sostituita ad aprile da Roberto Massucci – decise di non denunciare Migliore e, d’accordo con la procura di Verona, di continuare a indagare inserendo microspie e telecamere nascoste nei locali della questura per verificare se ci fossero stati altri casi di pestaggio.
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>> Nell’ultima fase dell'indagine i poliziotti coinvolti si erano accorti di essere sotto osservazione e hanno provato a prendere delle precauzioni cominciando ad esempio a cercare telecamere e microspie nelle stanze in cui si incontravano, salendo anche su sedie e scrivanie per vedere se fossero nascoste nei lampadari. Il _Corriere della Sera_ [riporta](<https://www.corriere.it/cronache/23_giugno_08/foto-violenze-questura-verona-scherzi-cucchi-32490a22-0644-11ee-8ac3-5e75c6f27793.shtml>) poi un episodio avvenuto in questura il 5 dicembre del 2022. Durante un incontro tra Loris Colpini, uno dei poliziotti arrestati, e il vice-ispettore Giuseppe Tortora, indagato, quest’ultimo «evidentemente temendo di essere intercettato, prende un foglietto e dopo aver manoscritto qualcosa lo mostra al Colpini, il quale commenta chiedendogli contezza circa il contenuto di quanto appena letto. A questo punto Tortora riprende il foglietto, lo strappa e lo getta nel cestino sito nel corridoio, quindi fa cenno al Colpini di seguirlo e i due escono dall’ufficio».
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>> Nel frattempo, i giornali hanno [raccontato](<https://www.ilgazzettino.it/nordest/verona/poliziotti_arrestati_questura_verona_video_torture_immagini_fotogrammi-7452378.html>) che a Verona, nel febbraio del 2022, era stata avviata anche un'altra indagine in cui sono coinvolti due poliziotti, attualmente sospesi. In quel caso tre persone erano state picchiate dopo essere state fermate per strada e denunciate per resistenza. Due di loro, a loro volta, avevano denunciato ai Carabinieri di aver subito lesioni e torture.
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>> **– Leggi anche:** [Chi controlla la polizia?](<https://www.ilpost.it/2023/04/15/chi-controlla-la-polizia/?utm_source=ilpost&utm_medium=leggi_anche&utm_campaign=leggi_anche?utm_source=ilpost&utm_medium=leggi_anche&utm_campaign=leggi_anche>)
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*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Le immagini delle violenze alla questura di Verona | La nuova versione su come cadde dalla finestra Hasib Omerovic | 0.802772 | https://www.ilpost.it/2023/06/09/immagini-violenze-poliziotti-questura-di-verona/ | https://www.ilpost.it/2022/12/23/accuse-poliziotto-omerovic-roma/ |
C’è un libro, ormai quasi introvabile, che descrive meglio di tanti altri le atmosfere e i personaggi di una Roma popolare che oggi non esiste più. Si chiama “
Vita di un ragazzo di vita
“, è del 1992 e l’autore è l’indimenticabile Franco Citti, noto al grande pubblico come “
Accattone
”. Pensieri, ricordi d’infanzia e di gioventù, ma anche di una vita adulta alquanto movimentata, di un ragazzo nato e cresciuto a Torpignattara nel 1935, diventato famoso grazie al casuale incontro con l’intellettuale italiano più grande del secondo Novecento (Pier Paolo Pasolini, che è stato, come sappiamo, insieme poeta, narratore, cineasta e saggista). Un ragazzo di vita, Franco Citti, che ha conosciuto la fame, le botte, il riformatorio minorile, il duro lavoro di imbianchino nei cantieri, ma che, ad un certo momento della sua esistenza, grazie a quel fortunato incontro, diventa un attore famoso (fin dal suo primo film, il celebre Accattone): guadagna a questo punto molti soldi (e altrettanti ne sperpera) e conosce molte donne che lo amano prima per abbandonarlo poi. L’epilogo della sua vita è però amaro: dimenticato dal grande pubblico, la morte lo raggiunge a Fiumicino nel 2016 e lo trova in una condizione di acuta marginalità e ristrettezza economica.
Negli anni del suo successo Franco Citti non ha mai dimenticato le sue origini umilissime e il suo quartiere,
Torpignattara
, che non ha mai smesso di amare. E chi ha avuto la fortuna di leggere il libro oggetto di questa recensione può testimoniarlo: sono molti i passi nei quali Torpignattara viene ricordata. Questo è il primo: “Torpignattara era allora quello che era, con le scuole occupate prima dai tedeschi e poi dagli americani… e poi c’erano altre “scuole” che si chiamavano via della Marranella – dove abitava con la famiglia – la chiesa di San Marcellino, le mura dell’acquedotto verso la Tuscolana”.
In questo modo viene poi ricordato l’incontro con Pier Paolo Pasolini: “La prima volta che l’ho visto, stava fermo con la bicicletta davanti al bar, al semaforo grosso di via Torpignattara. Parlava tutto serio con mio fratello Sergio. A me, sinceramente, di conoscerlo, non mi fregava proprio niente. Scendevo tutto sporco dal tranvetto azzurro della Casilina dopo una giornata sul cantiere. E mi rodeva un po’ il culo perché avevo viaggiato di fuori, attaccato al predellino. In quegli anni gli operai, in tuta, sporchi di calce o di vernice, in mezzo alla gente non ce li facevano stare: l’unica consolazione rimaneva quella che, per lo meno, non pagavi il biglietto”. Nel brano non si specifica l’anno, ma sappiamo che si tratta del 1952, perché disponiamo, sullo stesso episodio, di una testimonianza di Pasolini, contenuta in una pagina del suo diario del 3 maggio 1962: “Un giorno Sergio, mentre camminavano, lì, al semaforo della Casilina, mi presentò suo fratello Franco che era un ragazzetto di diciassette anni. Ancora cucciolo, timidissimo, con gli occhi d’angoscia della timidezza e della cattiveria che deriva dalla timidezza, sempre pronto a dibattersi, difendersi, aggredire, per proteggere la sua intima indecisione: il senso quasi di non esistere che egli cova dentro di sé”.
Poi c’è l’incontro con il mare: “Ostia per me è il sogno interrotto da uno spavento, una separazione da non so cosa, che mi è rimasta dentro tutta la vita. … Solo l’idea di andare al mare mi pareva un grosso gioco, un salto enorme nelle pieghe della fantasia, un qualcosa che mi avrebbe fatto sembrare diverso agli occhi degli altri pischelletti di Torpignattara, della Borgata Gordiani e di Pietralata, abituati come me a sguazzare nella merda degli acquitrini, nel fango”. Ed ecco come il pischello di Torpignattara racconta la sua prima esperienza amorosa: “Chi era Anna? … Una mignotta del Mandrione. … Ero entrato nella sua casupola- chi non ha conosciuto il Mandrione non sa di cosa si tratti – una stanza in muratura con una tenda sull’ingresso (la via, a quell’epoca era tutta così, una porta dietro l’altra, a destra e a sinistra, dopo aver imboccato l’arco della Tuscolana), una luce dentro, quattro mobili ammucchiati e tenuti in piedi non si sa come, e un letto sempre sbracato con sopra delle coperte di colore assurdo, come quelle dei militari. … Per me era proprio bella. E compresi subito che ero uno scemo che non conosceva proprio le donne. Le saltai addosso come una bestia”.
Particolarmente interessante è il modo in cui Citti descrive il suo primo giorno da attore protagonista in Accattone. Il riferimento è l’inizio della prima scena girata davanti al “baretto” di via Fanfulla da Lodi, quartiere Pigneto: “Al primo ciak io mi cacavo sotto. Ma come al solito non volevo darlo a vedere e assumevo strani atteggiamenti per non farlo capire. Il grugno da coatto sbandierato al vento, le gambe che mi tremavano come quelle di un capretto. Pier Paolo andava avanti e indietro con la macchina da presa in mano. Mi girava intorno come una vespa saltellante e a me pareva una specie di Gesù Cristo”.
Ma i brani che meritano di essere citati sono innumerevoli. Fermiamoci però qui. Ci penseranno i nuovi lettori ad andare avanti. I quali sicuramente non resteranno delusi: questo libro di memorie di Franco Citti si legge tutto d’un fiato, anche perché è scritto con uno stile vivace grazie all’uso ricorrente di termini propri della Roma “borgatara” degli anni cinquanta del secolo scorso. Se lo sfondo è quello di un quartiere e di una città ormai scomparsi, al centro c’è l’omaggio discreto e spoglio di retorica ad un uomo che Citti non ha mai smesso di considerare un amico e un benefattore: Pier Paolo Pasolini. | Franco Citti, un ragazzo di vita | Com’era la scuola elementare italiana e com’è oggi | 0.829309 | https://www.lafionda.org/2021/01/15/7259/ | https://www.internazionale.it/opinione/goffredo-fofi/2017/09/26/scuola-elementare-italiana |
>
> In alcune circostanze, Chromecast di Google [può causare](<http://www.theregister.co.uk/2018/01/15/router_vendors_update_firmware_to_protect_against_google_chromecast_traffic_floods/>) temporanei malfunzionamenti alla rete WiFi cui è collegato. Il problema è stato confermato da Google e diversi produttori di router – i dispositivi collegati a Internet che gestiscono il segnale WiFi – sono al lavoro per rimediare. [Chromecast](<https://www.ilpost.it/2017/11/17/chromecast-apple-tv-fire-stick/>) è uno degli accessori di maggior successo di Google degli ultimi anni: collegato al televisore, serve per vedere i video di YouTube e altri contenuti in streaming senza dover ricorrere a cavi o ad altri sistemi più complicati. I malfunzionamenti riguardano anche [Google Home](<https://www.ilpost.it/2016/05/20/google-ha-presentato-il-suo-nuovo-assistente-vocale-per-la-casa-si-chiamera-google-home/>), il dispositivo per la casa (non in vendita in Italia) che serve per impartire a voce i comandi all’[assistente di Google](<https://www.ilpost.it/2017/11/15/ora-lassistente-google-parla-italiano/>).
>
> Il problema con il WiFi riguarda router di numerose marche, compresi quelli prodotti da ASUS, Linksys, Netgear, TP-Link e Synology. Il malfunzionamento varia a seconda del modello, ma di base si presenta con caratteristiche simili: all’improvviso la rete WiFi smette di funzionare, talvolta per qualche minuto, per poi riprendere normalmente.
>
> Un ingegnere di TP-Link [ha pubblicato una spiegazione](<http://www.tp-link.com/us/faq-2050.html>) su cosa succede quando la connessione senza fili smette di funzionare. Semplificando molto, Chromecast invia una grande quantità di informazioni e richieste al router non appena si attiva. La mole di richieste è tale da mettere in difficoltà molti router o la rete cui sono collegati. In molti casi per motivi di sicurezza i dispositivi si mettono in pausa, rendendo inutilizzabile la connessione anche a smartphone e computer collegati in quel momento alla rete.
>
> Da tempo emergevano ciclicamente segnalazioni circa comportamenti sospetti delle reti WiFi in presenza di un Chromecast o di Google Home, ma finora non c’erano state conferme o analisi approfondite. Ora Google ha ammesso il problema e ha annunciato di essere al lavoro per trovare una soluzione. Aggiornare un router non è semplice, perché in molti casi richiede una certa esperienza e conoscenza informatica. Un aggiornamento per Chromecast dovrebbe essere invece più semplice, considerato che il dispositivo si aggiorna da solo.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Chromecast può farvi impazzire la rete WiFi, per qualche minuto | Google bloccherà YouTube su Fire TV di Amazon dal prossimo anno | 0.824982 | https://www.ilpost.it/2018/01/16/chromecast-wifi-router/ | https://www.ilpost.it/2017/12/06/google-fire-tv-stick-amazon-youtube/ |
"Una riforma della giustizia serve. Stiamo facendo riforme sull'elezione diretta del presidente del Consiglio, un nuovo codice degli appalti, un nuovo codice della strada, stiamo modernizzando il Paese con l'autonomia. **Non ci può essere solo la magistratura che da decenni impedisce qualsiasi tipo di riforma** ". Lo ha detto **Matteo Salvini** , sul palco a La Spezia. Per Salvini, "tutti quelli che sbagliano chiedono scusa e pagano. Non ci può essere una casta al di sopra di tutto che non risponde mai di niente. Io non voglio un Paese in cui esistono caste impunite". E alla domanda diretta se **Giovanni Toti** debba fare un passo indietro ha risposto che "no, non deve dimettersi, si deve attendere il terzo grado di giudizio".
| Salvini attacca i magistrati: "Non voglio una casta impunita". E su Toti: "Non deve dimettersi | Liguria, Crippa (Lega) difende Toti: "Corruzione per soldi regolari ai partiti? Senza finanziamento pubblico, da qualche parte bisogna prenderli | 0.801821 | https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/11/salvini-attacca-i-magistrati-non-voglio-una-casta-impunita-e-su-toti-non-deve-dimettersi/7544711/ | https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/15/liguria-crippa-lega-difende-toti-corruzione-per-soldi-regolari-ai-partiti-senza-finanziamento-pubblico-da-qualche-parte-bisogna-prenderli/7549703/ |
>
> Il prossimo venerdì 8 marzo è stato indetto uno sciopero nazionale e generale dai sindacati CUB (Confederazione Unitaria di base), USB (Unione Sindacale di Base) e SGB (Sindacato Generale di Base), della durata di 24 ore. Tra i motivi dello sciopero ci sono anche la violenza sulle donne – venerdì sarà la Festa della donna – e la discriminazione di genere. Allo sciopero ha aderito anche il movimento femminista [Non una di meno](<https://nonunadimeno.wordpress.com/>).
>
> Sul sito del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti [è possibile consultare](<http://scioperi.mit.gov.it/mit2/public/scioperi>) la durata degli scioperi delle varie categorie di lavoratori nel settore, in aggiornamento. Lo sciopero nel settore dei trasporti è quello che causa i disagi più trasversali, ma oltre a questo ci saranno anche altri due importanti settori coinvolti: sarà sciopero nazionale per tutti i dipendenti della sanità pubblica e del settore scolastico.
>
> Le aziende dei trasporti delle due maggiori città italiane, ATM di Milano e Atac di Roma, hanno già comunicato che potrebbero esserci disagi; in particolare, [ATM ha già fatto sapere](<https://www.atm.it/it/ViaggiaConNoi/InfoTraffico/Pagine/Venerd%C3%AC8marzoscioperogeneralenazionaledi24ore.aspx>) che per i suoi dipendenti lo sciopero inizierà alle 8:45 e finirà alle 15, per poi riprendere dalle 18 fino al termine del servizio.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Venerdì 8 marzo ci sarà uno sciopero generale nazionale | Lo sciopero generale di mercoledì 8 marzo | 0.91936 | https://www.ilpost.it/2019/03/05/sciopero-venerdi-8-marzo/ | https://www.ilpost.it/2023/03/08/sciopero-generale-8-marzo/ |
Domenica 24 marzo le forze ribelli della coalizione centrafricana chiamata "Seleka" [sono entrate](<https://www.ilpost.it/2013/03/24/la-francia-interviene-nella-repubblica-centrafricana/>) nella capitale della Repubblica Centrafricana, Bangui, e hanno assaltato il palazzo presidenziale, senza però trovarvi il presidente François Bozizé. Secondo alcuni testimoni, l'azione dei ribelli è stata accompagnata da pesanti scontri e esplosioni in varie parti della città: alcune fonti vicine al presidente, [sostiene](<https://twitter.com/Reuters/status/315754740489261058>) _Reuters_ , hanno confermato che Bozizé è fuggito nella Repubblica Democratica del Congo.
Il leader dei ribelli, Michel Djotodia, si è [autoproclamato](<http://www.aljazeera.com/news/africa/2013/03/201332565033211834.html>) oggi presidente del paese, assicurando di voler sostenere il governo creato l'11 gennaio scorso da alcuni accordi di pace tra i ribelli e il presidente Bozizé. Nel frattempo questa mattina sono stati uccisi negli scontri con i ribelli almeno 13 soldati sudafricani, che facevano parte di un contingente di 200 militari inviati nel paese a gennaio dal governo del Sudafrica per sostenere il presidente deposto. Gli scontri nella Repubblica Centrafricana erano iniziati sabato 23 marzo ma le tensioni tra i ribelli e il presidente Bozizé proseguono da diversi anni, anche se solo recentemente la cosa ha suscitato un più forte interessamento della Francia e dell'ONU.
**L 'indipendenza e i colpi di stato**
La Repubblica Centrafricana è un paese di quasi 4 milioni e mezzo di abitanti, e si trova al centro del continente africano: non ha sbocchi sul mare, è ricca di risorse naturali - oro, uranio, diamanti - nonostante sia uno dei paesi più poveri del mondo. Gli abitanti sono per l'80 per cento cristiani di varie confessioni ma il nord del paese è abitato per la maggior parte da musulmani.
La Repubblica Centrafricana conquistò l'indipendenza dalla Francia nel 1960 anche se l'influenza francese, come è successo anche per altre ex-colonie, rimase particolarmente forte nei decenni successivi (ancora oggi vivono nel paese circa 1.200 francesi). Nel 1979, per esempio, l'esercito francese intervenne nel paese per deporre uno dei più feroci dittatori africani, Jean-Bédel Bokassa, che che era al potere dal 1966 e che era accusato di crimini efferati, come il cannibalismo. Dal 1960 nella Repubblica Centrafricana ci furono diversi colpi di stato e rivolte armate, l'ultimo dei quali venne organizzato nel marzo 2003 ai danni dell'ex-presidente Ange-Félix Patassé, che portò al potere proprio Bozizé. Da allora Bozizé è stato eletto due volte alla guida del paese, nel 2005 e nel 2011.
**Le forze in campo: i ribelli e gli alleati del presidente**
Da quando François Bozizé ha conquistato il potere nel 2003, nel nord della Repubblica Centrafricana si sono concentrate alcune forze ribelli che combattevano il governo centrale di Bangui, e che aspiravano a sostituirsi ad esso. In passato queste fazioni si sono scontrate tra loro, ma dal 2007 si sono uniti nella coalizione "Seleka" (nella lingua locale Sango significa "alleanza"), che comprende diverse fazioni tra cui le 4 principali, note con le loro sigle in francese (UFDR, CPJP, FDPC e CPSK). La coalizione si formò come [atto di ribellione](<https://www.ilpost.it/2012/12/28/cosa-succede-nella-repubblica-centrafricana/>) nei confronti di Bozizé, accusato di non avere rispettato un accordo di pace siglato nel 2007 tra ribelli e governo, in base al quale i combattenti che avessero deposto le armi avrebbero ricevuto una ricompensa.
Il 10 dicembre 2012, con una decisione improvvisa, i ribelli della coalizione Seleka iniziarono un'avanzata da nord verso la capitale Bangui, conquistando alcune città strategiche per il commercio di oro e diamanti come Bria e Bambari. Per dare supporto all'esercito governativo, la [Comunità Economica degli Stati dell’Africa Centrale](<http://www.ceeac-eccas.org/>) (CEEAC o ECCAS, formata da 10 stati africani tra cui la Repubblica Centrafricana) decise di intervenire e rinforzare il contingente militare del FOMAC, un gruppo di soldati di diversi paesi appartenente alla CEEAC che era già presente dal 2008 nella Repubblica Centrafricana con lo specifico compito di cercare di dare maggior stabilità alla turbolenta situazione del paese. Gran parte dei rinforzi al FOMAC arrivarono dal vicino Ciad, il cui presidente Idriss Deby è da tempo alleato di Bozizé. Altri soldati del FOMAC arrivarono dal Congo e dal Camerun.
**I tentativi di pace e la conquista della capitale**
A fine dicembre François Bozizé chiese aiuto anche a Stati Uniti e Francia contro i ribelli, ma il presidente francese Hollande rifiutò di intervenire, spiegando che la Francia avrebbe potuto farlo solo su mandato dell'ONU. Il 2 gennaio 2013 i ribelli [fermarono](<https://www.ilpost.it/2013/01/04/lintervento-militare-in-repubblica-centrafricana/>) la loro avanzata da nord prima di attaccare l'ultima città in posizione strategica tra loro e la capitale, Damara, che si trova circa a 80 km a nord di Bangui. Tramite il loro portavoce, Eric Massi, annunciarono di volere inviare una delegazione ai negoziati per trovare una soluzione diplomatica alla crisi.
I negoziati si tennero a Libreville, capitale del Gabon. L'11 gennaio venne raggiunto un [accordo](<http://www.aljazeera.com/news/africa/2013/01/201311116235804783.html>) che prevedeva la creazione di un governo di unità nazionale: oltre a un cessate il fuoco tra ribelli e forze governative, l'accordo prevedeva lo scioglimento dell'Assemblea Nazionale e l'organizzazione di nuove elezioni entro un anno. Inoltre il primo ministro sarebbe stato nominato dalle opposizioni, ma i ribelli avrebbero permesso a Bozizé di stare in carica fino al 2016. Giovedì 21 marzo, tuttavia, i ribelli hanno attaccato di nuovo la capitale Bangui, accusando Bozize di non avere rispettato gli accordi di pace di inizio gennaio: il punto più contestato era il fatto di non avere integrato le forze ribelli nell'esercito nazionale centrafricano, come invece era previsto dagli accordi.
**Cosa dicono le forze internazionali**
Quando sabato 23 marzo i ribelli hanno raggiunto la capitale, la Francia ha cambiato la sua posizione, sostenendo di voler proteggere i cittadini francesi presenti nel paese. Il governo francese - [che intanto è ancora militarmente impegnato in Mali](<https://www.ilpost.it/2013/02/23/in-mali-le-cose-si-complicano/>) - ha quindi inviato 300 soldati francesi nella Repubblica Centrafricana per rinforzare la guarnigione di 250 militari che già sorvegliavano l'aeroporto della capitale.
Lunedì 25 marzo il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, ha condannato l'azione dei ribelli e ha chiesto di rispettare gli accordi di gennaio conclusi in Gabon. Ha anche aggiunto di essere «molto preoccupato dalle gravi violazioni dei diritti umani» che si stanno verificando nel paese. Anche il Dipartimento di stato americano [ha chiesto](<http://www.reuters.com/article/2013/03/25/us-centralafrica-rebels-idUSBRE92M0AU20130325>) ai ribelli Seleka di rispettare gli accordi di Libreville e di dare pieno appoggio al governo di Tiangaye.
Foto: Michel Djotodia (AP Photo/Joel Bouopda Tatou)
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Che cosa succede nella Repubblica Centrafricana | Cosa succede nella Repubblica Centrafricana | 0.839705 | https://www.ilpost.it/2013/03/25/che-cosa-succede-nella-repubblica-centrafricana/ | https://www.ilpost.it/2012/12/28/cosa-succede-nella-repubblica-centrafricana/ |
[](<https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2018/09/iausa.jpg>)
>>>>
>>>> Astronomi africani celebrano la decisione di tenere l'Assemblea Generale Iau del 2024 a Città del Capo. Crediti: Saao
>>>>
>>>> È della settimana scorsa la decisione dell'[International Astronomical Union](<https://www.iau.org/>) (Iau) di tenere la 32esima Assemblea generale, nel 2024, a Cape Town, in Sudafrica. Sarà la prima volta per l’Africa in oltre un secolo di storia dell'organizzazione internazionale, che venne fondata a Parigi il 28 luglio 1919. Questa decisione riconosce gli incredibili progressi raggiunti dall'astronomia africana negli ultimi anni.
>>>>
>>>> L’Africa ha una lunga e ricca relazione con l'astronomia – ricorda il [South African Astronomical Observatory](<https://www.saao.ac.za/>) (Saao) – iniziata più di un migliaio di anni fa. Il suo riconoscimento come luogo geografico di importanza unica nell'astronomia globale risale a quasi duecento anni fa, con la creazione del [Royal Observatory](<https://it.wikipedia.org/wiki/Osservatorio_Reale_del_Capo_di_Buona_Speranza>) a Cape of Good Hope nel 1820. Da quel momento in avanti, il contributo africano alla conoscenza astronomica globale è cresciuto sempre più, fino ad arrivare agli inizi del ventunesimo secolo che hanno segnato un rinnovamento del patrimonio culturale africano dell'eccellenza astronomica.
>>>>
>>>> Dal 2008 lau ha tenuto conferenze regionali sia in Africa che in Medio Oriente. Una tappa importante per questo rinnovamento culturale è stata nel 2013, quando l'[Osservatorio di Entoto](<https://www.media.inaf.it/2015/09/10/letiopia-alla-scoperta-delluniverso/>), in Etiopia, è diventato operativo come centro indipendente di ricerca. Da quando è stato creato l'[Office of Astronomy for Development](<https://www.iau.org/development/>) dello Iau, nel 2011, l'Africa è diventata patria di tre di questi uffici regionali di coordinamento delle attività per un'area che si estende dall'Etiopia, alla Nigeria, allo Zambia. Un'altra tappa significativa è stata raggiunta lo scorso anno, nel 2017, con l'installazione da parte dell'[Università di Ouagadougou](<http://www.univ-ouaga.bf/>) del [telescopio Marly](<https://www.eso.org/public/italy/teles-instr/lasilla/marly/>) da un metro in Burkina Faso. Sempre in territorio africano, in Namibia, si trova l'[Osservatorio Hess](<https://www.media.inaf.it/2018/04/11/hess-andrea-santangelo/>), con i suoi telescopi per luce Cherenkov. Per non parlare del Sud Africa, oggi casa del più grande telescopio ottico dell'emisfero australe, [Salt](<https://www.salt.ac.za/>), e sede designata – insieme all'Australia – dei radiotelescopi Ska, lo Square Kilometre Array.
>>>>
>>>> «Aver scelto Città del Capo come sede della Iau 2024 è un esplicito riconoscimento dell’impegno che il Sudafrica sta mettendo nello sviluppo dell’astronomia a livello globale. Progetti come MeerKAT, la cui inaugurazione è avvenuta a luglio 2018 con la grandissima risonanza mediatica internazionale, lo Square Kilometre Array, l’African Very Long Baseline Interferometry Network, Il Southern African Large Telescope e Hirax fanno del Sudafrica un hub astronomico internazionale di primaria importanza», dice a _Media Inaf_ **Pierguido Sarti** , addetto scientifico all'ambasciata italiana in Sudafrica. «Attorno a questi strumenti si concretizzano partnership sul continente che, nelle intenzioni dei governi africani coinvolti, saranno occasione di crescita scientifica, infrastrutturale e sociale per tutto il continente africano. In questo processo l’Italia può giocare un ruolo sempre più importante, rafforzando la collaborazione nel continente condividendo le sue strutture, mettendo a disposizione capacità scientifiche e tecnologiche e contribuendo alla formazione dei giovani scienziati africani».
>>>>
>>>> «Il sostegno alla candidatura non è venuto solo dagli astronomi», aggiunge **Shazrene Mohamed** , astronoma del Saao e dell’Università di Città del Capo, «ma anche da parte dell’industria. Le istituzioni accademiche e il governo sono state fenomenali, e il successo è testimone di quanto si possa raggiungere attraverso l’unione degli sforzi. Per gli astronomi è stato come vincere la gara per ospitare la coppa del mondo di calcio o le olimpiadi. È la prima volta per l’Africa! Siamo molto emozionati e non vediamo l’ora di dare il benvenuto ai nostri colleghi di tutto il mondo alla prima delle molte assemblee generali Iau sul suolo africano».
*[55 minuti fa]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.28
*[1 h]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.05
*[33 minuti fa]: 10.50
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*[HTML]: HyperText Markup Language
*[P:]: Phone
| Iau, nel 2024 per la prima volta in Africa | L'Etiopia alla scoperta dell'universo | 0.855907 | https://www.media.inaf.it/2018/09/04/iau-cape-town/ | https://www.media.inaf.it/2015/09/10/letiopia-alla-scoperta-delluniverso/ |
Porrò alcune domande e darò una risposta: la mia. È molto importante che, giunti a questo punto, ci si cominci veramente ad interrogare intorno al nostro sistema politico-costituzionale, che dà forma (e anche sostanza) al potere pubblico qui, da noi, in Italia. Le domande sarebbero tante; mi limiterò a proporne qualcuna in connessione con la vicenda, recentissima, dei referendum.
Domandiamoci innanzi tutto se sia stato corretto che Giuliano Amato abbia indetto una conferenza stampa per comunicare – al popolo, penso – le ragioni delle decisioni assunte dalla Corte. La (mia) risposta è no. Al di là delle super-affettazioni giuridiche e da giuristi, anche la Corte Costituzionale agisce secondo il modulo della giurisdizione: essa esprime un giudizio su una certa pretesa e così la sua attività (in merito all’ammissibilità di un referendum abrogativo) è percepita dai cittadini. Ora, quel modulo esige che il giudicante (o il presidente di un collegio giudicante) non si presenti pubblicamente ad illustrare – con tono didascalico e persuasivo, anche un poco irritante – il perché di una decisione. D’altra parte, non vi è alcuna lacuna da colmare in quanto è previsto che l’ordinanza decisoria enunci i motivi della decisione.
Ricercare l’obiettivo che Amato avesse inteso perseguire con la conferenza stampa è irrilevante: la sua iniziativa ha la cifra non solo dell’irritualità, ma anche dell’inopportunità perché egli ha parlato quasi fosse un politico e, almeno nel ruolo che attualmente ricopre, non lo è: il suo dire è, ed è apparso, incongruo.
Seconda domanda: a proposito di congruenza, è congrua la disciplina vigente in tema di referendum popolare? Rispondo di no. Il referendum ha una sua
ratio
, una sua ontologia: è un dispositivo volto a rafforzare, e anche a non occultare o far obliare, la sovranità popolare pur quando (anzi, soprattutto) la
res publica
non sia a democrazia diretta, ma (caso nostro) rappresentativa.
Ergo
, il sistema politico-costituzionale di una repubblica deve congruamente favorire l’uso del referendum popolare. Ma la nostra Costituzione fa esattamente il contrario: non prevede il referendum propositivo (il popolo vincola il legislatore a emanare una certa legge); contempla il referendum confermativo (il popolo conferma una legge adottata dal parlamento) ma lo riserva esclusivamente alle leggi di riforma costituzionale che non siano state approvate con la maggioranza dei due terzi; e contempla il referendum abrogativo (il popolo abroga una legge vigente), però restringendone parecchio l’ambito applicativo (leggere l’art. 75, co. 2 Cost.).
L’esito è che, da noi, esiste praticamente il solo referendum abrogativo al quale è tuttavia espressamente interdetto di abrogare le leggi più importanti. Ma vi sono altri, e non irrilevanti, limiti. La proposta di referendum deve essere vagliata prima dalla Corte di Cassazione e poi dalla Corte Costituzionale. Il giudizio di ammissibilità riservato a quest’ultima è alquanto penetrante, alquanto esteso (e la Corte si è assunta
in itinere
anche il potere di stabilire il confine oltre il quale essa non andrà). Infine, non dimentichiamoci, il referendum abrogativo, se ammesso, riuscirà ad abrogare la legge solo se abbia votato la maggioranza degli aventi diritto
Ultima domanda. È congrua la composizione della Corte? La risposta è no. I giudici sono quindici e durano in carica nove anni (il che ne potrebbe inficiare l’indipendenza: negli USA sono nominati a vita). Un terzo è nominato dal Presidente della Repubblica, un altro terzo dal Parlamento in seduta comune, l’ulteriore terzo dalle supreme magistrature. Accade però (vi è una convenzione
ad hoc
che lo stabilisce, peraltro ignota ai più) che queste ultime eleggano solo magistrati. Doppia incongruenza: la prima è che un terzo dei giudici è creato da soggetti che non hanno alcuna investitura popolare; la seconda, più grave, è che questi soggetti eleggono chi appartenga al loro ordine, il che favorisce un certo corporativismo (che poi potrà vedersi quando dovranno assumersi certe decisioni). Allora, andando oltre le discipline in atto e i formalismi, e le finzioni, giuridiche, la conclusione è che quel terzo era in conflitto d’interessi nel giudizio di ammissibilità del quesito referendario in tema di responsabilità civile dei magistrati: quesito che poi, come sappiamo, la Corte non ha ammesso. A tutto ciò, mi pare, il Presidente Amato non ha naturalmente accennato; ma qualcosa del genere avranno pensato non pochi italiani.
Esulando ancora dalle strettoie (e dai trabocchetti) del diritto formale, si propone incidentalmente, pensando ad Amato, un’altra domanda: è congruo rispetto al modello repubblicano che, in una
res publica
, si possano continuare a occupare posizioni di (elevato) potere da un quarantennio? La risposta è sempre no: violazione – sostanziale – del fondamentale, e fondante, principio di alternanza.
La nostra Costituzione reca nel suo
corpus
incongruenze determinanti, divenute perfettamente strumentali alla conservazione di un assetto di potere e poteri tendenzialmente oligarchico. È tempo di avvedersene. Se questa Rivista è poco propensa al vincolo esterno (condivido senza riserve), è bene ricordare che un referendum ben lo potrebbe espungere o attenuare. Ma un referendum del genere è interdetto dalla Carta; e non vi è altra possibilità che riformare l’art. 75 (e altro ancora …). | Amato, i referendum, la Costituzione | Onida: la "riforma" costituzionale è dettata dalla demagogia | 0.874492 | https://www.lafionda.org/2022/02/23/amato-i-referendum-la-costituzione/ | https://altreconomia.it/onida-la-riforma-costituzionale-dettata-dalla-demagogia/ |
È stata chiusa l'inchiesta sulla "vecchia" gestione della Banca Popolare di Bari. I finanzieri del Comando provinciale di Bari hanno notificato **avvisi di conclusione delle indagini preliminari** , emessi dalla Procura nei confronti di **88 persone per truffa aggravata**. Si tratta dei vertici della vecchia gestione della BpB e dei responsabili delle filiali dell’istituto di credito. Tra questi Marco Jacobini, presidente del Cda, suo figlio Gianluca, dg assieme a Vincenzo De Bustis Figarola, l’Ad Giorgio Papa e il funzionario Gianluca Bonerba. I primi tre sono definiti negli atti "determinatori del disegno criminoso" messo in atto con direttive e delibere che risalgono anche a 10 anni fa. Sono indagati in concorso tra loro, in relazione alle loro rispettive funzioni, **per truffa** , per un importo complessivo di oltre **8 milioni** di euro per avere indotto clienti della banca, raggirandoli, ad acquistare **prodotti finanziari illiquidi** e a elevata rischiosità emessi dallo stesso istituto di credito.
[ ](<https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/18/il-nuovo-presidente-orsini-presenta-la-nuova-squadra-di-confindustria-20-incarichi-4-donne-eta-media-607-anni/7518198/>)
###### Leggi Anche
### [Il nuovo presidente Orsini presenta la nuova squadra di Confindustria. 20 incarichi, 4 donne, età media 60,7 anni](<https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/18/il-nuovo-presidente-orsini-presenta-la-nuova-squadra-di-confindustria-20-incarichi-4-donne-eta-media-607-anni/7518198/>)
L'operazione costituisce l’epilogo dell’attività di indagine scaturita dalle **querele presentate nel tempo da 176 persone** che, stando a quanto contestato, sarebbero state "indotte, mediante **artifizi e raggiri** , nonché approfittando della particolare **situazione di vulnerabilità** , all’acquisto di prodotti finanziari **cosiddetti illiquidi** e ad elevata rischiosità emessi dall’istituto bancario". Le investigazioni hanno permesso di accertare che gli indagati non avrebbero fornito agli investitori notizie appropriate per effettuare **consapevolmente le proprie scelte** di investimento, violando altresì i **regolamenti Consob.** Tra le contestazioni agli indagati vi sono la **manipolazione del questionario di profilatura** del rischio al fine di collocare strumenti finanziari inadeguati alle caratteristiche e agli obiettivi dei clienti; l’omissione della raccolta di tutte le informazioni necessarie per valutare gli obiettivi di investimento della clientela.
Secondo il procuratore Roberto Rossi, gli indagati hanno indotto i clienti, raggirandoli, ad acquistare **prodotti finanziari illiquidi e ad elevata rischiosità** emessi dalla banca facendo credere loro che stavano acquistando titoli a basso rischio e facilmente liquidabili. La BpB, dopo il crac provocato dalla gestione di Marco Jacobini, che è al centro di numerose indagini, è stata rilevata da Mediocredito centrale, si chiama Banca del Mezzogiorno (Bdm) ed è estranea ai fatti.
Gli accertamenti hanno permesso di stabilire che gli indagati non avrebbero fornito agli investitori notizie corrette per consentire loro di fare consapevolmente le proprie scelte di investimento. In particolare, avrebbero violato le disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, anche di natura regolamentare emanate dalla Consob. Tra le contestazioni mosse agli indagati la **manipolazione del questionario di profilatura del rischio** e l’omissione della raccolta di tutte le informazioni necessarie per valutare gli obiettivi di investimento della clientela. Ma c'è di più. Gli indagati non avrebbero consegnato ai clienti tutta la documentazione prevista dalla legge; non avrebbero comunicato nulla sulla natura illiquida e particolarmente rischiosa del titolo, non negoziato su mercati regolamentati; e avrebbero predisposto un questionario di profilatura che agevolava l’attribuzione all’investitore di un profilo di rischio sintetico medio/medio-alto, adeguato al collocamento di azioni proprie della BpB. Infine avrebbero trattato gli ordini di vendita dei titoli in palese violazione della parità dei soci con conseguente impossibilità di vendere le azioni.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
| Popolare di Bari, 88 persone indagate per truffa. "Raggiri a risparmiatori in situazione di vulnerabilità" | Infiltrazioni della 'ndrangheta al Nord, arresti e sequestro di quattro locali nella zona della movida milanese | 0.830427 | https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/19/popolare-di-bari-88-persone-indagate-per-truffa-raggiri-a-risparmiatori-in-situazione-di-vulnerabilita/7519415/ | https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/15/infiltrazioni-della-ndrangheta-a-milano-arresti-e-sequestro-di-quattro-locali-nella-zona-della-movida/7513823/ |
>>
>> Almeno 11 persone sono morte e più di 250 sono in osservazione in ospedale a causa dell'intossicazione provocata da una [fuga di cloro gassoso](<https://www.bbc.com/news/world-middle-east-61950965>) nel porto di Aqaba, in Giordania, sul mar Rosso. La fuga è stata provocata dalla perdita di un contenitore contenente 25 tonnellate di cloro gassoso, che è caduto mentre veniva trasportato con una gru da un camion a una nave attraccata in porto. I video della scena trasmessi dalle tv locali mostrano una nuvola di una sostanza giallo acceso che si libera dal contenitore dopo la caduta e alcune persone che si allontanano correndo. Le autorità sono intervenute sul luogo per gestire l'emergenza e hanno raccomandato agli abitanti della città di Aqaba di non stare all'aperto e chiudere le finestre, mentre la località turistica che si trova a sud del porto è stata evacuata.
>>
>>> وفيات وعشرات الإصابات جراء تسرب لغاز سام نتجية لانفجار صهريج في [#العقبة](<https://twitter.com/hashtag/%D8%A7%D9%84%D8%B9%D9%82%D8%A8%D8%A9?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>)[#ميناء_العقبة](<https://twitter.com/hashtag/%D9%85%D9%8A%D9%86%D8%A7%D8%A1_%D8%A7%D9%84%D8%B9%D9%82%D8%A8%D8%A9?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>) [#الأردن](<https://twitter.com/hashtag/%D8%A7%D9%84%D8%A3%D8%B1%D8%AF%D9%86?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>) [#هنا_المملكة](<https://twitter.com/hashtag/%D9%87%D9%86%D8%A7_%D8%A7%D9%84%D9%85%D9%85%D9%84%D9%83%D8%A9?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>) [pic.twitter.com/3l4oWfyob5](<https://t.co/3l4oWfyob5>)
>>>
>>> -- قناة المملكة (@AlMamlakaTV) [June 27, 2022](<https://twitter.com/AlMamlakaTV/status/1541467013171798018?ref_src=twsrc%5Etfw>)
>>
>>
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| 11 persone sono morte per una fuga di gas tossico nel porto di Aqaba, in Giordania | Un capodoglio spiaggiato in Spagna è morto perché aveva mangiato troppa plastica | 0.78811 | https://www.ilpost.it/2022/06/27/fuga-gas-cloro-porto-aqaba/ | https://www.ilpost.it/2018/04/13/balena-morta-plastica/ |
[Crediti: NASA/JPL/University of Arizona/Brown University](<https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2015/12/argi.jpg>)
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>>>> Depositi d'argilla all'interno del Ritchey Crater, situato vicino all'equatore marziano. Crediti: NASA/JPL/University of Arizona/Brown University
>>>>
>>>> La presenza di [argilla](<https://it.wikipedia.org/wiki/Argilla>) sul suolo di Marte, così come di altri [minerali idrati](<https://en.wikipedia.org/wiki/Mineral_hydration>), è ampiamete dimostrata dalle recenti missioni con _orbiter_ e _rover_. Si tratta di minerali alterati dalla presenza di acqua, un’alterazione risalente per lo più al [Noachiano](<https://it.wikipedia.org/wiki/Scala_dei_tempi_geologici_di_Marte#Noachiano>), l’epoca più antica della storia marziana, dunque a oltre 3.7 miliardi di anni fa. Ora però uno studio in uscita sul [_Journal of Geophysical Research: Planets_](<http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/2015JE004918/full>), firmato dai geologi Ralph Milliken e Vivian Sun della Brown University, mostra come questo processo d’alterazione sia stato più comune di quanto non si pensasse anche in tempi più recenti, ovvero nell’arco degli ultimi due miliardi di anni.
>>>>
>>>> Fra i depositi d’argilla rinvenuti fino a oggi su Marte, la parte del leone spetta a terreni che risalgono, appunto, al periodo noachiano. I siti di ritrovamento delle argille, inoltre, tendono a essere collocati attorno e all’interno dei grandi crateri da impatto, dove il materiale è stato scavato in profondità.
>>>>
>>>> L’ipotesi degli scienziati è che le argille presenti nei siti d’impatto si siano formate in epoca noachiana, per poi rimanere sepolte nel corso del tempo, fino a quando l’impatto non le ha riportate in superficie. Una ricostruzione particolarmente appropriata per i depositi d’argilla situati nei picchi centrali dei crateri. I picchi centrali si formano infatti quando, a seguito di un impatto, le rocce che si trovano al di sotto della crosta rimbalzano verso la superficie, facendo affiorare strati sepolti anche a parecchi chilometri di profondità.
>>>>
>>>> Per verificare questa ipotesi, Milliken e Sun hanno analizzato 633 picchi centrali di crateri distribuiti su tutta la superficie di Marte, utilizzando i dati raccolti da due strumenti a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter della NASA: CRISM ( _Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer for Mars_ ) e la camera stereo ad alta risoluzione HiRISE. Minerali idrati, la maggior parte dei quali compatibili con le argille, sono risultati presenti in 265 dei 633 picchi. Si tratta di minerali il cui contesto geologico, ricostruito grazie a HiRISE, nel 65 percento dei casi è in effetti compatibile con un substrato roccioso affiorato in superficie.
>>>>
>>>> È però il restante 35 percento – una minoranza piuttosto cospicua – ad aver suscitato l’interesse degli scienziati. Si tratta, hanno riscontrato Milliken e Sun, d’argille presenti in dune, su terreni non consolidati e in altre formazioni geologiche non associate a substrati rocciosi. In altri casi, le argille sono state rinvenute in depositi di roccia fusa dal calore dell’impatto e quindi solidificata di nuovo mano a mano che si raffreddava.
>>>>
>>>> Entrambi questi scenari rimandano a processi di [autigenesi](<https://it.wikipedia.org/wiki/Autigenesi>), ovvero di formazione sul posto qualche tempo dopo che l’impatto si è verificato, e non di affioramento dal sottosuolo. In alcuni casi, poi, queste argille autigenetiche sono state rinvenute in crateri piuttosto recenti, risalenti agli ultimi due miliardi di anni.
>>>>
>>>> «Questo suggerisce che il processo di formazione delle argille», spiega Milliken, «non sia confinato all’epoca più antica della storia di Marte. Pare che ci siano molti ambienti locali, in questi crateri, dove le argille possono ancora formarsi. E questo potrebbe essere accaduto più spesso di quanto molti di noi immaginassero».
>>>>
>>>> Un meccanismo per la formazione di queste argille potrebbe essere legato al processo d’impatto in sé, dicono i ricercatori. Gli impatti generano calore, e dunque possono portare alla fusione il ghiaccio o i minerali idrati presenti nella crosta circostante. L’acqua liberata potrebbe così filtrare attraverso le rocce e formare le argille. Alcune simulazioni d’impatto suggeriscono che condizioni idrotermali di questo tipo potrebbero persistere anche per migliaia di anni, dando così origine a condizioni di potenziale abitabilità. E questo potrebbe avere implicazioni per la ricerca di prove di vita passata su Marte.
>>>>
>>>> **Per saperne di più:**
>>>>
>>>> * Leggi su _Journal of Geophysical Research: Planets_ l'articolo "[Ancient and recent clay formation on Mars as revealed from a global survey of hydrous minerals in crater central peaks](<http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/2015JE004918/full>)", di Vivian Z. Sun e Ralph E. Milliken
*[55 minuti fa]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.28
*[1 h]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.05
*[33 minuti fa]: 10.50
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*[HTML]: HyperText Markup Language
*[P:]: Phone
| Argilla dal passato recente di Marte | Marte: niente ruggine, niente acqua | 0.914707 | https://www.media.inaf.it/2015/12/15/argilla-marziana/ | https://www.media.inaf.it/2016/11/14/meteoriti-ruggine-acqua-marte/ |
copertina del libro Colonia Basilicata
[di Luca Manes]
La Basilicata è la fotografia perfetta dell'estrattivismo italiano. Non solo perché dalla viscere del suo sottosuolo le multinazionali petrolifere – il campione nazionale Eni in primis – estraggono oro nero e gas in abbondanza, ma anche per come sono sfruttati, e spesso violentati, i territori a causa di tutto il corollario di nefandezze che quelle attività portano con sé. Questo ultimo aspetto ce lo racconta con una mole impressionante di dati, fatti ed evidenze fotografiche il giornalista e attivista Giorgio Santoriello nel suo Colonia Basilicata, cronache di un ambientalista pericoloso, edito dall'associazione [Cova Contro](<http://analizebasilicata.altervista.org/blog/?doing_wp_cron=1579689392.1339330673217773437500>), fondata dallo stesso Santoriello.
Nel volume non si fanno sconti alle diverse categorie di attori coinvolti in una vicenda ormai ultra-decennale: dai petrolieri alle istituzioni pubbliche, ai giornalisti alle autorità giudiziarie, sono in tanti a finire sul banco degli imputati e a essere indicati come responsabili del male che sta fiaccando giorno dopo giorno una regione ricca di bellezze naturalistiche, splendidi borghi e di terre un tempo fertilissime. Lo sfruttamento petrolifero ha inquinato, e parecchio, le menti. Così, come racconta Santoriello, la classe imprenditoriale non si è fatta scrupoli a puntare forte sul business dei rifiuti, in buona parte legati all'estrazione del petrolio. Così, alle discariche “legali” ma spesso controverse, si aggiungono quelle “illegittime”, sparse un po' ovunque. Tante piccole terre dei fuochi, che possono spuntar fuori nei posti più improbabili. Nel libro si documenta come sotto la stessa cosiddetta “pista Mattei”, sita nei pressi di Ferrandina e usata per far atterrare i velivoli su cui viaggiava il fondatore dell'Eni, siano custodite schifezze di ogni risma.
Leggendo Colonia Basilicata si rischia di perdere il conto delle bonifiche da fare, ma che sembrano “osteggiate” dalle autorità preposte ai controlli, segnatamente ARPAB ed affini. Altra annosa questione, quella dei controlli. A Potenza sono in corso processi in cui sono coinvolti esponenti di enti pubblici che avrebbero “scordato” di compiere il loro dovere. E così anche l'invaso creato dalla diga del Pertusillo, che fornisce acqua a mezzo Sud Italia, sembra essere a fortissimo rischio, causa prossimità con il Centro Olio Val d'Agri a Viggiano. Le analisi eseguite a proprie spese da Santoriello e pochi altri coraggiosi dipingono un quadro sconcertante della situazione, ma nulla si muove. Perché nessuno deve disturbare i colonizzatori.
*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| Il libro del mese: Colonia Basilicata | Traffico illecito di rifiuti, Eni condannata al processo a Potenza | 0.840443 | https://www.recommon.org/il-libro-del-mese-colonia-basilicata/ | https://www.recommon.org/traffico-illecito-di-rifiuti-eni-condannata-al-processo-a-potenza/ |
Un dettaglio della copertina della prima edizione di "Alessandra", di Stefano Terra
Una toccante recensione di "Alessandra" romanzo con cui Stefano Terra vinse nel 1974 il Premio Campiello ed ora ripubblicato dall'editore Gammarò
27/04/2023 -
Diego Zandel
L’editore Gammarò, della Oltre Edizioni, torna a pubblicare “Alessandra”, il romanzo dello scrittore Stefano Terra. Nato a Torino nel 1917 e morto a Roma nel 1986, Stefano Terra – il cui vero nome era Giulio Tavernari - è oggi uno scrittore ingiustamente dimenticato. Ingiustamente perché è stato un grande scrittore.
Lo scoprii tale proprio grazie alla lettura di “Alessandra”, romanzo con il quale vinse il Premio Campiello nel 1974. Non era quello il suo primo romanzo, ma, confesso, nei miei allora primi 26 anni di vita, era la prima volta che lo sentivo nominare. Acquistai il libro perché, avevo letto sui giornali, era ambientato in Grecia, a Rodi - ed io avevo una moglie di origine greca, di un’isola, Kos, appartenente allo stesso arcipelago di Rodi, il Dodecanneso - e alla stessa storia degli ultimi secoli.
"Alessandra", Stefano Terra
Gammarò editore, 2023
Presi a leggerlo e ne restai folgorato. Lo lessi, tra l’altro, in Grecia, a Kos, tanto da ritrovare, tornato a Roma, in successive aperture di quelle pagine, qualche granello di sabbia della spiaggia di Tigaki dove lo portavo con me, granelli di sabbia che accolsi come reliquie di un mondo che ormai avevo preso ad amare fin dalla prima volta che vi misi piede. Colto dalla nostalgia di tornarci, la alleviavo rileggendo qualche pagina di “Alessandra”, che la prosa di Stefano Terra riusciva a far lievitare tanto da rimandarmi l’eco di quel mondo, di quei cieli azzurri sui quali si rispecchiava il mare Egeo. Ci penso soltanto adesso, parlando di quel tempo, adesso che sono anziano, che allora ero giovane, poco meno che trentenne, eppure rimasi incantato da quella storia d’amore tra due anziani: Alessandra malata e lui, il protagonista in cui si rispecchia lo stesso Stefano Terra, l’inviato speciale, il corrispondente dai Balcani e dal Levante, come amava chiamare lui il Medio Oriente, il console onorario a Rodi con alle spalle una vita di avventuriero (“L’avventuriero timido” sarà il titolo di un suo libro di poesie, edito da Guanda) che l’accudisce tra i fantasmi della loro vita di lotte libertarie, tra anarchici e trotzkisti.
Cosa affascinava in quel giovane lettore dell’amore tra due anziani, due persone lontane dall’età, dai sentimenti che poteva provare lui? Credo che lo affascinasse il sogno di avere una vita piena come la loro, un’esistenza non comune, avventurosa, romanzesca, verrebbe da dire. Solo che quella esistenza, e il romanzo che la raccontava, a leggerlo, aveva un dono in più: l’afflato di una scrittura che afferrava il lettore alle viscere per trascinarlo dritto al cuore dalla prima all’ultima pagina.
“L’aeroporto dell’isola si chiama Maritza come il fiume della Tracia. La pista è in salita su uno sperone di argilla che si spinge alto sulla piana dei mulini a vento. Quella notte passai fra ulivi e oleandri illuminati dai fari…”
Sta di fatto che dopo la lettura di “Alessandra” andai in cerca degli altri suoi libri. Trovai con difficoltà altri due romanzi scritti in precedenza “La fortezza del Kalimegdan”, edito da Bompiani nel 1956 e “Calda come la colomba” del 1971 per lo stesso editore, al quale Terra sarebbe rimasto sempre fedele, tranne che per un breve periodo quando, convinto dal suo agente letterario Erich Linder, pubblicò un paio di romanzi tra il 1979 (“Le porte di ferro”) e i 1982 (“Albergo Minerva”).
E quei due romanzi, “La fortezza del Kalimegdan” e “Calda come la colomba”, furono non meno folgoranti di “Alessandra”. Non avrei trovato nessuno degli altri suoi precedenti libri: “Morte di italiani”, “Il ritorno del prigioniero”, “Sul ponte di Dragoti”, i libri di poesia, ma anche di reportage come “Il sorriso dell’imperatrice” con la bellissima Soraya in copertina e il sottotitolo “Viaggio in Grecia e nel Medio Oriente”, alcuni dei quali avrei recuperato negli anni sulle bancarelle o, più recentemente, su internet.
Certo, su un lettore come me, nato in un campo profughi, figlio di esuli fiumani, vittime della Jugoslavia titina, e poi sposato a una ragazza di madre greca, perciò legato a filo doppio ai Balcani, i romanzi di Stefano Terra, interamente proiettati verso quel mondo, potevano avere facile presa se non altro per motivi ambientali e culturali. In realtà ciò che più mi avvinceva di essi era la pagina, la scrittura, quelle frasi brevi, come sospirate, venate di poesia, che schiudevano immagini che avevano la forza di un grande fotoreporter, di un Robert Capa, di uno Steve McCurry.
I romanzi, intessuti di memoria, investigavano la coscienza inquieta di personaggi solitari, sullo sfondo di quegli scenari in storie che si dipanavano tra personaggi che avevano il portato esistenziale dello stesso Stefano Terra e che ben presto si sarebbe ritrovato a frequentare un gruppo di giovani antifascisti torinesi. Da qui, dopo aver fatto esplodere una bomba carta durante una manifestazione fascista ed essere stato richiamato in Albania, prenderà le mosse la sua vita raminga.
Nel 1941 ripara al Cairo e ad Alessandria d’Egitto, prendendo a frequentare gli esuli di Giustizia e libertà, Aldo Garosci, Umberto Calosso, Paolo Vittorelli, la scrittrice Fausta Cialente, una storia che Terra racconterà in “La generazione che non perdona”, che avrebbe pubblicato al Cairo nel 1942 “quando Rommel arrivava a El Alamein e si bruciavano gli archivi nel cortile dell’ambasciata britannica”. Un libro che poi, nel 1945, Einaudi avrebbe ripubblicato con il titolo “Rancore”, per scelta di Franco Fortini, ma che poi tornò ad essere “La generazione che non perdona”, molti anni dopo, nel 1979, riproposto da Bompiani con in apertura un dialogo tra Terra e Franco Calamandrei, senatore della Repubblica, figlio del grande Piero Calamandrei, dialogo che io ebbi l’onore di redigere per desiderio dello stesso Terra. E poi, via via, altri libri: di racconti, romanzi, poesie, reportage, mentre si guadagnava la vita facendo il giornalista, ma non il topo di redazione, come si vantava, ma sempre in giro per il mondo, da inviato speciale – per l’Ansa, La stampa, la RAI - corrispondente prima da Parigi poi da Belgrado e i Balcani tutti, quindi Gerusalemme e infine da Atene e il Medio Oriente.
Già nell’immediato dopo guerra era a Belgrado dov’era rimasto tre anni (raccontati in “Tre anni con Tito”, nel 1953), libro che fu fatto sparire dalla circolazione dal Maresciallo che Terra aveva attaccato per Trieste. Sua moglie Emilia Srnić, una serba che lui conobbe a Belgrado, raccontava che l’ordine era quello di comprare tutte le copie in vendita nelle librerie italiane, operazione a cui si prestarono, oltre agli emissari di Tito, anche funzionari di Palazzo Chigi, per ragioni meramente diplomatiche, visto che c’era ancora in ballo, appunto, il futuro di Trieste.
Fu questo amore per i suoi libri, per il mondo che raccontava, a farmi avvicinare a lui per la voglia di conoscerlo di persona. Tante volte si dice che è meglio non conoscere gli scrittori dei libri che ami perché potresti restare deluso al punto da condizionare così il giudizio sulle sue stesse opere. Ma a me non è accaduto. Dal giorno in cui nei lontani anni Settanta l’ho conosciuto fino al 5 ottobre del 1986, il giorno in cui morì, non mi ha mai deluso (tra l’altro la moglie Emilia chiamò me all’alba, tanto eravamo legati, subito dopo aver avvertito la figlia Susanna, che Terra era appena deceduto).
Al funerale, avvenuto nella sala mortuaria dell’ospedale romano di Santo Spirito, con la moglie ed io c’erano solo altre due persone, due vecchi colleghi di Terra: Demetrio Volcic e Giulio Cattaneo. Nessun altro, per discrezione di Emilia, che non voleva dare eco alla morte del marito che nei giorni della malattia, già un po’ orso com’era di carattere, si era chiuso in se stesso, anche nei miei confronti, restio com’era nel farsi vedere sofferente. Ora, per suo espresso desiderio le sue ceneri riposano nella sua casa nell’Attica, sotto un ulivo e “con eucalipti, vigna adagiata sull’argilla, gatti dalla testa piccola e le volpi all’imbrunire”.
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12 settembre 2019 10:17
È uno di quei libri che ci spingono a fermare tutto, perché ci fanno attraversare lo specchio introducendoci in un universo di cui non possiamo immaginare la realtà. Ahmet Altan ha scritto un libro intitolato
Non rivedrò più il mondo
, appena tradotto in francese e pubblicato in Italia un anno fa.
Come avrete indovinato dal titolo, Altan si trova attualmente in prigione, in Turchia,
condannato all’ergastolo
durante l’ondata repressiva seguita al tentativo di
colpo di stato del luglio 2016
.
Altan ha 69 anni ed è un famoso scrittore e giornalista, due professioni a rischio nella Turchia della deriva autoritaria del presidente Recep Tayyip Erdoğan. Arrestato insieme a suo fratello Mehmet, Altan è stato inizialmente accusato di aver inviato un messaggio subliminale durante una trasmissione televisiva.
Una parodia della giustizia
Davanti all’assurdità dell’imputazione, Altan è stato successivamente condannato per sovversione. La sentenza è stata rovesciata dalla corte suprema, ma lo scrittore resta in carcere in attesa di un nuovo processo. Nel 2017 ho assistito a un’udienza del processo contro Altan, una parodia della giustizia che
avevo raccontato qui
.
Nel suo libro, Altan presenta una descrizione dell’ingranaggio oppressivo del sistema turco.
Tutto comincia con l’arresto all’alba, atteso dallo scrittore che aveva già preparato i suoi effetti personali. Una scena che Altan aveva già vissuto quando suo padre era stato arrestato dalla dittatura militare, 45 anni prima. Altan ha mostrato nei confronti dei poliziotti la stessa gentilezza riservata da suo padre ai militari.
Incontra detenuti che non sanno nemmeno perché si trovano in carcere, compresi alcuni magistrati
“Questo paese si muove molto lentamente lungo il corso della propria storia”, scrive Altan.
Lo scrittore descrive da una prospettiva distaccata la vita in prigione, a cominciare dalla scomparsa degli specchi e dunque dall’impossibilità di vedere il proprio viso. “Lo specchio ti guarda, dimostra che esisti”, scrive. L’assenza di un’immagine riflessa, di contro, mina la fiducia in sé e fiacca la resistenza durante gli interrogatori.
Altan racconta tutta l’assurdità della sua esperienza. Incontra detenuti che non sanno nemmeno perché si trovano in carcere, compresi alcuni magistrati che pochi mesi prima avevano mandato in galera altre persone prima di essere denunciati da colleghi che volevano salvare la pelle.
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Lo scrittore descrive la crudeltà di alcuni (una dottoressa che lo costringe a tenere le manette anche durante una visita medica) e la bontà di altri, capaci di gesti umani.
Ad Altan resta una risorsa: la sua immaginazione. “Fino a oggi non c’è stata una sola mattina in cui mi sono svegliato in prigione”, scrive. Immagina di trovarsi in un hotel parigino, o sulla rive del Danubio, aggrappandosi a ricordi di viaggio e letture.
Le ultime parole di Altan suonano come una sfida: “Non potrete mai incarcerarmi, non mi rinchiuderete mai. Come tutti gli scrittori, ho un potere magico: passo attraverso i muri”. Ahmet Altan è un grande scrittore, e sta marcendo in prigione.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
Leggi anche:
Una condanna a vita per Ahmet Altan
Turchia
Giornalisti
| Il carcere non spegne la voce dello scrittore turco Ahmet Altan | Turchia: i 2000 giorni in carcere di Nedim Türfent | 0.820715 | https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2019/09/12/carcere-ahmet-altan | https://www.balcanicaucaso.org/aree/Turchia/Turchia-i-2000-giorni-in-carcere-di-Nedim-Tuerfent-213722 |
>>
>> Nelle edizioni di domenica e lunedì il _Fatto Quotidiano_ ha messo in grande evidenza in prima pagina una [notizia](<https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/03/19/sabaudia-soldati-ucraini-a-scuola-per-sparare-missili-franco-italiani/7101764/amp/>) su un gruppo di circa venti soldati ucraini addestrati in Italia, in particolare a Sabaudia, in provincia di Latina. Il fatto che fosse in corso questo addestramento non era noto, ma si sapeva invece che lo scorso ottobre l'Unione Europea aveva approvato la missione di cui l'addestramento fa parte. La notizia data dal _Fatto Quotidiano_ è stata poi [confermata](<https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/03/19/ucrainaaliquota-militari-ucraini-si-e-addestrata-in-italia_bd5c8d7f-dee5-44bc-a35b-328df057818b.html>) da fonti militari all'agenzia _Ansa_ , secondo cui l'addestramento si è concluso.
>>
>> L'addestramento di Sabaudia avrebbe riguardato l'uso di un sistema missilistico difensivo terra-aria, che Italia e Francia forniranno all'esercito ucraino nei prossimi mesi e che verrà utilizzato per abbattere i missili nemici durante i bombardamenti. Gli addestramenti di soldati ucraini non stanno avvenendo solo in Italia: sono in corso o programmati in molti altri stati dell'Unione, fra cui Germania e Spagna, oltre che nel Regno Unito e negli Stati Uniti, spesso con un maggiore impiego di soldati rispetto a quello avvenuto in Italia.
>>
>> Tuttavia le prime pagine del _Fatto Quotidiano_ e il modo in cui è stata raccontata la notizia hanno scatenato una polemica politica alimentata soprattutto dal Movimento 5 Stelle, da Alleanza Verdi e Sinistra e da Forza Italia, partiti che in questi mesi avevano già dimostrato di preferire un approccio diplomatico alla risoluzione della guerra in Ucraina, criticando invece l'invio di armi e attrezzature militari.
>>
>> I soldati ucraini, scrive il _Fatto_ , sarebbero arrivati a inizio marzo con un volo speciale all'aeroporto militare di Pratica di Mare e sarebbero stati ospitati nella caserma Santa Barbara di Sabaudia, una struttura in cui normalmente opera circa un migliaio di soldati italiani. Fonti del ministero della Difesa hanno poi comunicato che altri militari ucraini avrebbero partecipato a prove su mezzi blindati alla Scuola di Fanteria di Cesano, in provincia di Roma, mentre una successiva sessione di addestramento in Sardegna di cui ha parlato il _Fatto_ non è stata confermata da fonti ufficiali.
>>
>> I militari ucraini si sarebbero addestrati a usare il sistema difensivo Samp-T con alcuni simulatori: è un progetto italo-francese sviluppato sin dai primi anni 2000 e utilizzato in varie situazioni, fra cui la protezione della città di Roma durante il Giubileo straordinario della misericordia del 2015. Di fatto i sistemi Samp-T sono costituiti da batterie di missili terra-aria trasportabili anche su camion che possono tracciare 100 missili o aerei in volo, colpendone [contemporaneamente](<https://www.esercito.difesa.it/equipaggiamenti/Artiglieria/Artiglieria-Controaerei/Pagine/SAMP-T.aspx>) 8 da una distanza massima di 120 chilometri. L'Italia ha in dotazione cinque batterie, per un valore complessivo di circa due miliardi di euro.
>>
>> A livello militare, i sistemi Samp-T sono il principale contributo italiano ai combattimenti in Ucraina e sono attrezzature complesse, per cui è necessario un addestramento specifico. L'accordo per la fornitura era stato trovato a fine gennaio.
>>
>> La missione europea di assistenza e addestramento militare all'esercito ucraino era stata invece approvata dall'Italia a ottobre del 2022: i dettagli dell'operazione [erano stati spiegati a metà novembre](<https://www.aljazeera.com/news/2022/11/15/eu-launches-military-training-mission-for-ukraines-armed-forces>) dall’Alto rappresentante per gli Affari esteri europei, Josep Borrell. La missione prevede che per due anni circa 15.000 soldati ucraini vengano addestrati in alcuni paesi europei, di cui 5.000 in Germania e 2.000 in Francia, con uno stanziamento complessivo di 16 milioni di euro per 24 mesi. L'Ungheria di Viktor Orbán era stato l'unico paese a non approvare la missione, astenendosi, mentre l'Austria ha ritenuto di non partecipare all'addestramento in virtù della sua lunga tradizione di neutralità militare.
>>
>> Da metà gennaio in varie basi militari tedesche sono [in corso addestramenti di soldati ucraini](<https://www.npr.org/2023/01/16/1149372572/expanded-us-training-for-ukraine-forces-begins-in-germany>), con la collaborazione dell'esercito statunitense. In Spagna circa 40 militari ucraini si stanno addestrando a usare i [carri armati Leopard 2A4](<https://www.reuters.com/world/europe/ukrainian-soldiers-wrap-up-leopard-2a4-tank-training-spain-2023-03-13/>), mentre nel Regno Unito sono in corso operazioni simili ma molto più corpose e lunghe, di circa 5 settimane: gli ucraini ospiti delle basi britanniche sono circa 20.000 e hanno anche [ricevuto la visita di re Carlo III](<https://www.bbc.com/news/uk-england-wiltshire-64709125>).
>>
>> L'addestramento di militari ucraini nel nord dell'Inghilterra (AP Photo/Scott Heppell)
>>
>> In Italia l'addestramento ha suscitato un dibattito politico alimentato in parte dallo stesso _Fatto Quotidiano_ che per primo aveva dato la notizia. Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha definito l'addestramento «un’ulteriore escalation militare del conflitto e segno di una partecipazione sempre più attiva» dell'Italia. Anche Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra ha criticato l'addestramento, parlando di un «coinvolgimento di fatto dell'Italia nella guerra».
>>
>> Sulla questione è intervenuto anche Maurizio Gasparri, di Forza Italia, partito che fa parte della coalizione di governo ma il cui leader, Silvio Berlusconi, ha più volte [criticato il presidente ucraino](<https://www.ilpost.it/2023/02/12/berlusconi-dichiarazioni-ucraina/>), Volodymyr Zelensky, giustificando in parte l'invasione russa con argomentazioni false o infondate. Gasparri ha detto: «Che sia in corso un’escalation non lo scopriamo ora, sposo totalmente la posizione di Silvio Berlusconi: sarebbe meglio concentrarsi di più sul dialogo».
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| L'addestramento dei soldati ucraini in Italia | L'Ucraina ha ricevuto i primi carri armati Abrams dagli Stati Uniti | 0.827656 | https://www.ilpost.it/2023/03/20/addestramento-soldati-ucraini-italia/ | https://www.ilpost.it/2023/09/25/ucraina-carri-armati-abrams-stati-uniti/ |
>
> Il velocista italiano Filippo Tortu, che a 20 anni [è già l'atleta di punta](<https://www.ilpost.it/2018/06/22/filippo-tortu-pietro-mennea-atletica-leggera/>) della nazionale di atletica leggera, esordirà oggi agli European Championships, la nuova formula adottata dai campionati europei che unisce nella stessa manifestazione sette diversi sport. All'Olympiastadion di Berlino, la città che ospita le gare di atletica (tutte le altre sono a Glasgow e in altre aree della Scozia), Tortu gareggerà nelle semifinali dei 100 metri, la sua specialità, insieme ad altri due italiani, Marcell Jacobs e Federico Cattaneo. I primi due hanno ottime possibilità di qualificarsi alla finale: Tortu è dato praticamente per certo tra i finalisti, e per lui questa sarà la gara più importante di tutta la stagione.
>
> La semifinale è in programma tra le 19.30 e le 19.40 mentre la finale inizia alle 21.50. Le gare saranno trasmesse in chiaro sui canali Rai e poi su Eurosport, che però è visibile solo con un abbonamento a Sky o a Mediaset Premium. In streaming la gara si potrà vedere tramite la piattaforma Rai Play e su Eurosport Player, altro servizio a pagamento ma indipendente da Sky e Premium.
>
> Il 22 giugno scorso, al Meeting di Madrid di atletica leggera, Tortu aveva corso la finale dei 100 metri in 9.99 secondi (con vento a +0,2 m/s) e aveva battuto il record italiano di Pietro Mennea del 1979. Tortu è così diventato il primo italiano e il terzo atleta bianco di sempre ad aver corso i 100 metri sotto i 10 secondi, dopo il francese Christophe Lemaitre e il turco Ramil Guliyev.
>
> Un mese prima di Madrid aveva stabilito il secondo miglior tempo italiano di sempre nei 100 metri correndo in 10 secondi e 3 centesimi la finale del Meeting di Savona. Nella stessa finale, l’altro italiano in gara stasera, Marcell Jacobs, aveva corso in 10 secondi e 8 centesimi, registrando il quarto miglior tempo italiano nei 100 metri. Due settimane dopo, al Golden Gala di Roma, il più importante meeting annuale di atletica leggera in Italia, Tortu aveva corso i 100 metri in 10 secondi e 4 centesimi, [registrando il terzo miglior tempo](<https://www.ilpost.it/2018/06/02/filippo-tortu-golden-gala/>) della gara davanti allo statunitense Christian Coleman, vice campione del mondo. Jacobs invece non era andato oltre i 10 secondi e 19 centesimi, restando molto lontano da Tortu. Jacobs però ha 23 anni e si sta dedicando alla velocità in una pausa dalla sua specialità, il salto in lungo, ed è ancora presto per capire se anche in futuro possa competere a questi livelli.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Agli Europei è il giorno di Filippo Tortu | Filippo Tortu ha corso i 100 metri in meno di 10 secondi | 0.906844 | https://www.ilpost.it/2018/08/07/europei-filippo-tortu/ | https://www.ilpost.it/2018/06/22/filippo-tortu-pietro-mennea-atletica-leggera/ |
Nella splendida pagina che chiude questo numero di Altreconomia, [Roberto Mancini](<http://docenti.unimc.it/docenti/roberto-mancini>) svela i meccanismi che ci rendono da un lato insensibili, **dall 'altro tolleranti verso qualsiasi ingiustizia o sopruso, anche verso noi stessi**.
Di fronte a questo **odierno e capillare processo di "banalizzazione del male"** - come Mancini lo definisce -; di fronte alle macerie - sociali, politiche, economiche - cui assistiamo un po' sbigottiti, siamo tutti chiamati a una serena e incosciente assunzione di responsabilita.
La serenita sta nel capire che, per sua stessa natura, **l 'assunzione di responsabilita comprende l'accettazione del fatto che non tutti risponderanno a questa chiamata. **Serenamente, dobbiamo infatti abituarci all'idea che **la responsabilit a non e equa**: non tutti, sia pur chiamati, la faranno propria. E il peso di questa quindi - la pazienza, in senso etimologico - gravera su pochi. (Eppure, la pazienza non puo essere sacrificio, il quale di solito pretende qualcosa in cambio, un compenso, un regolamento di conti).
**L 'incoscienza sta invece nel fatto che palese e il fallimento delle persone ragionevoli**, le quali, animate dalle migliori intenzioni e misconoscendo ingenuamente la realta, credono di poter rimettere in piedi l'impalcatura crollata usando un po' la ragione. Sessantacinque anni fa, il 9 aprile 1945, moriva impiccato nel carcere di Flossemburg il teologo tedesco [Dietrich Bonhoeffer](<http://http://it.wikipedia.org/wiki/Dietrich_Bonhoeffer>), a soli 39 anni. Era stato arrestato due anni prima per aver cospirato per l'assassinio di Hitler, in un attentato poi fallito (la figura di Bonhoeffer meriterebbe ben piu memoria di quella di cui siamo capaci).
Del periodo trascorso in carcere ci resta la straordinaria corrispondenza raccolta **nel celebre volume Resistenza e resa (in Italia pubblicato da San Paolo)** : una lezione che tutti dovrebbero ascoltare. _" Abbiamo vissuto e pensato troppo nella convizione che sia possibile garantire in precedenza ogni azione vagliando le possibilita, in modo tale che essa poi si compia completamente da sola"_ scrive nel 1944. _" Abbiamo imparato un po' troppo tardi che l'origine dell'azione non e il pensiero ma la disponibilita alla responsabilita"_.
Neanche il nostro e il tempo della teleologia o dell'accettazione. **È semmai l'epoca del dubbio, della speranza**, della fiducia. **E della resistenza**. _" Mi sono chiesto spesso dove passi il confine tra la necessaria resistenza e l'altrettanto necessaria resa davanti al destino"_, scrive ancora nel 1944. _" Credo che dobbiamo effettivamente por mano a cose grandi e particolari, e fare pero contemporaneamente cio che e ovvio e necessario in generale; dobbiamo affrontare decisamente il destino e al momento opportuno sottometterci ad esso. (…) I limiti tra resistenza e resa non si possono determinare dunque sul piano dei principi: l'una e l'altra devono essere presenti e assunte con decisione"._
Solo chiedendo responsabilita, solo educando alla responsabilita possiamo guardare - sereni, incoscienti e consapevoli dei rischi - al futuro.
| Della resistenza e della resa | Cosa facciamo se entriamo davvero in guerra | 0.792953 | https://altreconomia.it/della-resistenza-e-della-resa/ | https://www.ilpost.it/2015/12/11/italiani-guerra/ |
Da circa tre anni molte zone di Haiti [sono colpite da un’intensa siccità](<http://bigstory.ap.org/article/997f401c022746a388f5d4ee3bdc1a24/drought-hammers-countryside-many-haiti-go-hungry>), che ha peggiorato ulteriormente le condizioni della popolazione locale, già prima una delle più povere al mondo. Negli ultimi mesi la situazione è peggiorata ulteriormente a causa di “[El Niño](<https://www.ilpost.it/2015/08/26/el-nino/>)”, una serie di fenomeni atmosferici che si verificano nell’Oceano Pacifico – di solito con un picco nei mesi di dicembre e gennaio – in media ogni cinque anni. El Niño ha reso ancora più secchi i terreni dedicati all’agricoltura, che ad Haiti sono parecchi: _AP_ scrive che due terzi della popolazione haitiana sopravvive grazie ad attività legate all’agricoltura. Le Nazioni Unite hanno parlato di “un’insicurezza alimentare senza precedenti”, con conseguenze legate anche alla diffusione di una serie di malattie. Secondo alcune stime, circa 1,5 milioni di persone ad Haiti vivono in condizioni di grave malnutrizione (su una popolazione di poco superiore ai 10 milioni di abitanti).
Dieu Nalio Chery, fotografo di _AP_ , ha scattato delle fotografie per raccontare quello che sta succedendo ad Haiti.
[ ](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-7/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-8/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-9/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-10/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-11/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-12/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-13/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-14/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-15/>)
Haiti è uno dei paesi più poveri al mondo e ha l’indice di sviluppo umano (ISU) più basso di tutte le Americhe (l’ISU è calcolato tenendo conto di variabili come aspettativa di vita, istruzione e reddito nazionale lordo procapite). Negli ultimi cinque anni ad Haiti è successo un po’ di tutto: nel 2010 c’è stato un terremoto devastante che ha ucciso almeno 230mila persone e distrutto Port-au-Prince, la capitale dello stato: al terremoto è seguita un’epidemia di colera, poi l’isola [è stata coinvolta dall’uragano Sandy](<https://www.ilpost.it/2012/11/04/tutti-i-guai-di-haiti/>) e più di recente sono state organizzate [proteste violente](<https://www.ilpost.it/2015/02/10/proteste-haiti-carburante-martelly/>) per chiedere le dimissioni dell'allora presidente Michel Martelly, che si è dimesso dal suo incarico il 10 febbraio di quest'anno.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| L'incredibile siccità ad Haiti | Ad Haiti le cose non migliorano | 0.899682 | https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/ | https://www.ilpost.it/2016/10/11/ad-haiti-le-cose-non-migliorano/ |
Oggi, in Francia, all'Assemblea Nazionale, al posto del tradizionale _question time_ è stato osservato un minuto di silenzio per le vittime degli attentati alla sede di _Charlie Hebdo_ , a Montrouge e al supermercato kosher di Porte de Vincennes della scorsa settimana. I deputati hanno cantato la Marsigliese e il primo ministro Manuel Valls ha fatto un discorso molto apprezzato e applaudito più volte da tutti gli esponenti dei diversi partiti politici, di destra e di sinistra. _Le Monde_ [ha scritto](<http://www.lemonde.fr/politique/article/2015/01/13/le-discours-de-valls-a-l-assemblee-salue-par-la-classe-politique_4555545_823448.html>) che dopo la marcia repubblicana di domenica 11 gennaio sono stati i deputati dell'Assemblea «a incarnare l'unità nazionale».
**«La Francia è in piedi»**
Valls ha parlato delle vittime degli attentati, dei poliziotti e della reazione e della solidarietà dimostrata dal popolo francese e dai governi stranieri: «Il sostegno e la solidarietà dimostrata da tutto il mondo non sono stati mal riposti: è lo spirito della Francia, la sua luce, il suo messaggio universale che volevano abbattere. Ma la Francia è in piedi». Valls, in un passaggio molto applaudito ha detto: «Sì, la Francia è in guerra contro il terrorismo, il jihadismo e l'islamismo radicale. La Francia non è in guerra contro l'islam e i musulmani. La Francia proteggerà tutti i suoi cittadini, quelli che credono e quelli che non credono, con determinazione e sangue freddo».
**«Misure eccezionali, non d 'eccezione»**
Il primo ministro ha anche spiegato che cosa farà ora il governo: «A una situazione eccezionale devono corrispondere misure eccezionali. Ma lo dico con la stessa forza: mai delle misure di eccezione in contrasto con il principio dei diritti e dei valori». Valls ha detto che il ministro degli Interni farà entro i prossimi otto giorni delle proposte «di rafforzamento» della sicurezza contro il terrorismo e che tra queste ne saranno comprese alcune che riguarderanno Internet e i social network «più che mai utilizzati per il reclutamento». Valls ha spiegato che «i fenomeni di radicalizzazione si sviluppano in carcere, questa non è una novità». Facendo riferimento a una misura attualmente in fase di sperimentazione a Fleury-Mérogis, struttura detentiva nell'Île-de-France, il primo ministro ha spiegato che «prima della fine dell'anno la sorveglianza dei detenuti considerati come radicali sarà organizzata in luoghi specifici creati all'interno delle carceri». Ha parlato di una minaccia grave, a livello internazionale, e ha detto che «non bisogna abbassare la guardia».
**«Un avanzamento insopportabile»**
Valls, ha detto: «Non voglio che ci siano ebrei che possano avere paura, non voglio che ci siano dei musulmani che si vergognano, la Repubblica è fraterna, generosa ed è qui per accogliere tutti. La storia ci ha mostrato che la rinascita dell'antisemitismo è il sintomo di una crisi della democrazia, di una crisi della Repubblica. Gli atti di antisemitismo in Francia stanno vivendo un avanzamento insopportabile. Ci sono le parole, gli insulti, i gesti. Gli attacchi ignobili, come a Créteil qualche settimana fa, non hanno sollevato l'indignazione che ci si aspettava per i nostri compagni ebrei». Il riferimento di Valls è a quanto accaduto all'inizio di dicembre a Créteil dove nella casa di due ragazzi, Jonathan e Maria, sono entrati con la forza tre uomini incappucciati e armati: «Sappiamo che tuo padre è ebreo, che ha qualcosa sulla testa (cioè la kippah, ndr) e che avete i soldi. Siete ebrei, i soldi li avete in casa, non li mettete in banca» hanno detto i rapinatori. Il ragazzo è stato legato a terra e lei è stata violentata. Valls ha parlato anche di un'altra emergenza per la Francia: la violenza contro i musulmani, precisando che «l'Islam è la seconda religione del paese».
**«L 'orgoglio di essere francesi»**
Valls ha concluso il suo discorso dicendo: «La Francia deve restare fedele allo spirito dell'11 gennaio, deve essere abitata da questi valori, fornire risposte alle domande dei francesi, comprendere che il mondo è cambiato, che ci sarà un prima e un dopo. C'è qualcosa che ha reso tutti noi più forti, dopo questi eventi e la manifestazione di questo fine settimana. Lo sentiamo tutti: è l'orgoglio di essere francesi, non dimentichiamolo mai».
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| L'applaudito discorso di Manuel Valls | La vittoria della destra in Francia | 0.8236 | https://www.ilpost.it/2015/01/13/applaudito-discorso-manuel-valls-charlie-hebdo/ | https://www.ilpost.it/2014/03/24/elezioni-amministrative-francia/ |
Una casa qualunque, nella più scialba delle località di mare. Vi abitano da anni quattro sacerdoti anziani e una suora che apparentemente svolge la funzione di domestica, ma in realtà li controlla. I preti vi risiedono per volere della Chiesa, sono in punizione: devono riconoscere ed espiare i loro «peccati» - che vanno dalla cleptomania fino al vizio del gioco e all’omosessualità - il più lontano possibile da occhi indiscreti. Il tempo scorre lento in questo ambiente anonimo, i sacerdoti pregano a orari fissi, si scambiano qualche parola, guardano la tv: una vita normale, come se nulla fosse. Uno dei quattro sembra in stato catatonico, in realtà ascolta tutto ciò che viene detto tra quelle mura ingiallite. Siamo in Cile e questo è il set del film Il club, diretto da Pablo Larraín e vincitore nel 2015 del Gran premio della giuria alla Berlinale. In Italia, dopo la proiezione alla Festa del cinema di Roma, la pellicola è passata in poche minuscole sale, giusto il tempo di un respiro. Improvvisamente, nel film, la routine quotidiana è incrinata dall’arrivo di un quinto ospite, che si porta dietro una storia di abusi. Una delle sue vittime, ridotta a vagabondare e a delirare, lo ha seguito e si è accampata nei pressi della casa per tenerlo sotto controllo. Urlando da dietro una bassa palizzata, ricorda al suo aguzzino le violenze subite e lo fa nel linguaggio più volgare e con tutti i più crudi particolari, guardandolo negli occhi: il prete pedofilo, schiacciato dal senso di colpa, si toglie la vita. A quel punto compare padre García, un aitante religioso di nuova generazione, deciso, risoluto, inflessibile, dall’eloquio ipnotico. Un gesuita. Ha il compito di chiudere quel luogo ed evitare lo scandalo, ma la tragedia che si è appena consumata sembra solo un pretesto. García di questi siti ne ha già dismessi parecchi perché la «Casa madre» li considera fuori dal suo controllo. Questo è ciò che accade al cinema. Nella realtà, i siti di controllo, cura ed espiazione per sacerdoti problematici sono tenuti in grande considerazione dalla Chiesa cattolica, pur non essendo mai menzionati nei discorsi ufficiali delle sue gerarchie. È lo stesso diritto ecclesiastico a prevedere l’esistenza di «case destinate alla penitenza e alla correzione dei chierici anche extradiocesani» (can. 1337, §2). Ve ne sono ovunque nel mondo e, come abbiamo scoperto, anche in Italia, disseminate come piccole enclave vaticane lungo tutto lo Stivale, dal Trentino fino alla Sicilia. Siamo andati a scovarle, a visitarle e a parlare con chi ci vive, le gestisce e coordina. Nessuno lo aveva mai fatto prima. Qualche volta ci hanno aperto le porte, molto più spesso non ci hanno nemmeno risposto. Ne abbiamo censite diciotto, nel corso di un’inchiesta fatta di sopralluoghi, interviste, centinaia di mail e telefonate, e ancora incrociando e verificando dati e notizie estrapolati dagli annuari delle diocesi italiane, oltre che da articoli di giornale quasi sempre relegati in cronaca locale. Forse la mappa non è neppure completa, perché la discrezione che avvolge queste strutture spesso sfocia in segretezza, a causa dell’atavico timore del Vaticano verso lo scandalo pubblico. Il motivo è semplice: in genere questi centri sono una via di mezzo tra una clinica psichiatrica per sacerdoti in profonda crisi e un luogo di reclusione, poiché è tra queste mura che i preti che hanno guai con la giustizia italiana spesso chiedono di scontare le misure cautelari e gli arresti domiciliari. Ma c’è di più. Sono queste le strutture che la Chiesa utilizza per curare e tenere sotto controllo i sacerdoti riconosciuti colpevoli di abusi su minori dalla Congregazione per la dottrina della fede, e che la Santa sede non ha voluto segnalare all’Onu (a due diverse Commissioni delle nazioni unite che nel 2014 indagavano sul rispetto della Convenzione per la tutela dei minori e di quella contro la tortura, ndr) e quelli che spontaneamente chiedono aiuto a «colleghi» specialisti dopo aver scoperto di essere «attratti» dai bambini. Si tratterebbe in pratica di luoghi di reclusione - ma senza sbarre e carcerieri - paralleli a quelli dello Stato, dove sono trattenuti i presunti responsabili di reati compiuti in territorio italiano ma che non vengono denunciati alla giustizia civile dai loro superiori. Perché secondo la legge vaticana costoro sono prima di tutto dei peccatori, e come tali devono essere puniti ed espiare secondo i canoni della giustizia divina. Queste dimore costituiscono solo la punta di un gigantesco iceberg. Durante un colloquio con un sacerdote psicoterapeuta abbiamo scoperto che da almeno trent’anni esiste nel nostro Paese una rete ben organizzata di assistenza per preti in crisi, avvolta nella totale riservatezza, che attraversa la penisola come un fiume carsico. Una rete composta da centinaia di case parrocchiali, comunità di religiosi e abitazioni di famiglie laiche pronte ad accogliere, per periodi più o meno lunghi, quegli ecclesiastici che secondo i loro superiori hanno bisogno di «staccare la spina» a causa dei motivi più disparati, dai disagi interiori più o meno marcati alle crisi vocazionali. In ciascuna delle oltre duecentoventi diocesi italiane è presente almeno una struttura in grado di isolare dal mondo i «figli della Chiesa» che vogliono intraprendere un cammino di recupero, espiazione e penitenza. Da questa rete di assistenza residenziale sono invece escluse le suore, che hanno a disposizione solo servizi ambulatoriali e l’aiuto esterno da parte di equipe di psicoterapeuti. In alternativa c’è la «cura» da parte delle consorelle in convento.
*
**In libreria** L’ex numeraria dell’Opus Dei Emanuela Provera e il giornalista di Left Federico Tulli hanno attraversato l’Italia visitando e raccontando in Giustizia divina, in libreria per [Chiarelettere](<http://www.chiarelettere.it/>) dal 9 novembre, i cosiddetti centri di cura per sacerdoti e suore “in difficoltà”. Come funzionano? Chi li finanzia? Da nord a sud, operano nella più assoluta discrezione e riservatezza. Ospitano sacerdoti e suore con le storie più diverse, alcuni dei quali sottratti alla giustizia. Di loro si occupa la Chiesa, come una “madre amorevole”. La violenza sui minori non è l’unico reato commesso da ecclesiastici. C’è la suora stalker, il sacerdote omicida, c’è l’omosessualità, che per la Chiesa resta un peccato da espiare lontano da occhi indiscreti. C’è il prete affetto da ludopatia e quello ossessionato dai siti porno. Una minoranza, certo. Ma molto numerosa. Tutta colpa del diavolo, dice la Chiesa, come documenta l’ultima parte di questa inchiesta, dedicata alle scuole di esorcismo in Italia e alle cerimonie di liberazione dal “maligno” a cui gli autori hanno partecipato di persona. Se questa è la realtà dietro agli appelli e alle battaglie di papa Francesco, se questo è il Vaticano, difficile che qualcosa possa davvero cambiare.
*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| Ecco dove e come la Chiesa nasconde i preti pedofili | Fr. Rogério Soares (vicario episcopale) e i detenuti accusati di terrorismo: "Persone sprovvedute, dentro un gioco più grande di loro | 0.782696 | https://left.it/2018/11/16/ecco-dove-e-come-la-chiesa-nasconde-i-preti-pedofili/ | https://www.agensir.it/mondo/2023/01/13/fr-rogerio-soares-vicario-episcopale-e-i-detenuti-accusati-di-terrorismo-persone-sprovvedute-dentro-un-gioco-piu-grande-di-loro/ |
[](<https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2018/04/TiangongStoryboard.png>)
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>>>> I dati orbitali e le possibili ultime traiettorie della Tiangong-1 a qualche ora dal suo rientro in atmosfera. Crediti: The Aerospace Corporation
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>>>> C’era da aspettarselo: **Tiangong-1** è caduta nelle vaste immensità di un oceano grande mezzo globo, ovvero il posto più probabile dove avrebbe potuto farlo. D’altra parte, il mondo, che diciamo sempre essere “piccolo” quando troviamo nostra zia al supermercato, evidentemente tanto piccolo non è per un oggetto lungo dieci metri che deve scegliere dove atterrare in cinquecento milioni di chilometri quadrati. Era Tiangong, semmai, ad essere piccola, uno spillo solo un po’ più tozzo in un pagliaio chiamato Terra. Eppure ci ha tenuto col fiato sospeso più di [Cassini](<https://www.media.inaf.it/2017/09/15/tuffo-nuvole-saturno/>) quando è ruzzolata su Saturno e il motivo è semplice: stavolta si trattava di noi. Erano in ballo possibili conseguenze, seppur minime, sulle nostre vite. E Tiangong ci ha forse deluso in questo? No, possiamo dire tranquillamente che delle conseguenze le ha avute, eccome, ma tutt’altro che catastrofiche.
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>>>> Pur in questo finale così anonimo, dove i principali siti di tracciamento satellitare davano ognuno la sua versione dei fatti e per un paio d’ore non se ne è saputo nulla, Tiangong-1 ha rappresentato un goffo ed inoffensivo nemico dell’umanità. Una simbolica zanzara che tutto il castello, dal re ai maggiordomi, si è ingegnosamente attrezzato per inseguire e neutralizzare. In quel momento sono cadute le barriere sociali e c’è stato spazio solo per l’obiettivo dell’abbattimento di questa risibile ma fastidiosa minaccia.
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>>>> Nel suo piccolo, Tiangong ha quindi rappresentato un banco di prova e di collaborazione tra **15 agenzie spaziali** e un’altra infinità di enti che di solito si occupano di produrre, gestire ed affilare le armi. E se al mondo esiste un nobile motivo ed una giustificazione per il proliferare di tanta industria bellica è proprio il fatto che un giorno tutta questa potenza potrebbe servirci all’improvviso e tutta insieme.
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>>>> Mai riusciremo a deviare un pianeta impazzito che ci viene addosso, o un asteroide di cinquanta chilometri di diametro, ma magari con un astro non troppo immenso potremmo riuscirci. Ebbene, in quel momento - che speriamo inutilmente non arrivi mai - servirà tutta la collaborazione che il mondo ha messo su Tiangong-1. Anzi, molta di più. Non parliamo poi di tutti gli errori e le mancanze tecniche e tecnologiche che sono emerse e la cui correzione appare inderogabile come ad esempio la probabile insufficienza di stazioni radar a terra in grado di tracciare l’oggetto istante per istante, perché pare lo abbiano fatto i satelliti ma con molte zone d’ombra e di incertezza. È probabilmente ora di fare pulizia non solo in casa ma anche in cortile togliendo di mezzo, ad esempio, un po’ di spazzatura spaziale.
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>>>> Comunque, ora che è tutto finito e la paura è alle spalle, diciamoci la verità: abbiamo sperato che Tiangong, senza farci del male, decidesse di cadere proprio sull’Italia. Solo per mostrarsi e farci godere lo spettacolo del fuoco nel cielo, per fotografarlo, filmarlo, legarlo come ricordo ad una particolare fase della nostra vita, sia personale che di “genere umano”. Ora che, come ogni anno, abbiamo scoperto che il biglietto vincente della Lotteria di Capodanno l’ha vinto qualcun altro - ed anzi, fortunatamente stavolta non l’ha vinto proprio nessuno - finalmente possiamo buttarci in poltrona e ripercorrere, come un romanzo, la storia di Tiangong 1. Praticamente nessuno sapeva della sua esistenza fino al 2013, anno di uscita di Gravity, film – come ci ha raccontato Luca Perri in [questo articolo](<https://www.media.inaf.it/2016/09/23/tiangong-1-non-ce-gravity-che-tenga/>) su Mediainaf - in cui Sandra Bullock sale sulla Tiangong e la riporta rocambolescamente sulla Terra. Ma non era semplice fiction, perché la Tiangong-1 era realmente stata lanciata due anni prima, nel settembre 2011, a dimostrare che la Cina poteva competere con le grandi potenze per la conquista dello spazio. Nei media la cosa non ebbe molto risalto ma per gli addetti ai lavori fu una notizia piuttosto seguita.
>>>>
>>>> Si trattava di una “stazione spaziale orbitante” come la ben più famosa Stazione Spaziale Internazionale, ma Tiangong 1 era ancora ad un livello sperimentale e, si sa, quando si contraddistingue con questa sigla un progetto, tutto può succedere e nessuno può dire o fare più di tanto in caso di problemi. Che infatti sono arrivati puntualissimi.
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>>>> Nella primavera del 2016, a maggio, dopo che un astrofilo amatore americano l’aveva largamente osservato e previsto, l’annuncio ufficiale dei cinesi: la stazione spaziale Tiangong 1 è fuori controllo. Altrimenti detto: cadrà sulla Terra ma non sappiamo né quando né dove perché non risponde ai comandi. In quelle settimane il “range” previsto per il rientro in atmosfera era la seconda metà del 2017. Tutti pensavano già ad un Natale sotto la minaccia di Tiangong e, per la verità, i media generalisti se ne sono totalmente disinteressati per molti mesi.
>>>>
>>>> Ma il mondo militare, scientifico e tecnologico non ha mai smesso di metterle gli occhi addosso fino alla grande attesa di queste settimane e all’epilogo di poche ore fa.
*[55 minuti fa]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.28
*[1 h]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.05
*[33 minuti fa]: 10.50
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| Tiangong-1, l'insuccesso che ha unito il mondo | Un'altra prima per l'Europa e per l'Italia | 0.828662 | https://www.media.inaf.it/2018/04/02/tiangong-1-linsuccesso-che-ha-unito-il-mondo/ | https://www.media.inaf.it/2014/11/13/unaltra-prima-per-leuropa-e-per-litalia/ |
Che il Cristianesimo sia stato un grande “aggregatore” di riti e culture preesistenti è ormai un fatto incontrovertibile. Il culto del dio Mitra, inglobato in quello di Gesù, o la resurrezione di Cristo che era in origine la rinascita della natura per i popoli pagani, sono solo alcuni esempi. E non ci si è limitati ad assumere alcuni principi cardine da altre culture - copiando un po’ il modus operandi dell’Impero Romano. La Chiesa cattolica furbescamente nel corso dei secoli ha anche tentato di “assorbire” personaggi che nulla avevano a che fare con la religione. L’ultimo, in ordine di tempo, è Antonio Gramsci.
Nell’ottantesimo anniversario della morte (27 aprile 1937) _L’Osservatore Romano_ ha dedicato un articolo a firma di Franco Lo Piparo proprio all’autore dei _Quaderni dal carcere_. Con un titolo ad effetto: “Per Gramsci la religione è necessaria”.
Lo Piparo conosce bene l’opera gramsciana. Come linguista, ha scritto nel 1979 _Lingua, intellettuali egemonia in Gramsci_ (Laterza) e _Il professor Gramsci e Wittgenstein: il linguaggio e il potere_ (Donzelli, 2014) mentre avevano sollevato molte polemiche i due libri scritti sempre per Donzelli _I due carceri di Antonio Gramsci, la prigione fascista e il labirinto comunista_ (2012) e _L’ enigma del quaderno: la caccia ai manoscritti dopo la morte di Gramsci_ (2013) in cui accennava all’ipotesi di un quaderno fatto sparire da Togliatti perché Gramsci vi avrebbe esposto tesi eretiche sul comunismo. Com’è possibile che uno studioso che conosce a fondo gli scritti gramsciani si sia prestato ad un’analisi così parziale come quella su _L’Osservatore Romano_? Parziale o strumentale? Anche Lo Piparo, secondo la “moda” sottolineata in questi giorni di celebrazioni gramsciane, sembra che abbia preso un “pezzetto” di Gramsci, quello che gli faceva comodo per sostenere la sua tesi, ovvero che per Gramsci «la religione è un bisogno dello spirito» e quindi, essendo “necessaria”, la conclusione non può essere che una: anche Gramsci è religioso. O al più, accondiscendente nei confronti delle religioni, come accade a tanti laici devoti dei nostri giorni.
Ma andiamo per ordine. Nell’incipit del pezzo su _L’Osservatore romano_ si riportano alcune frasi di un articolo che il 25enne giornalista aveva scritto il 4 marzo 1916 su _l’Avanti_ nella sua rubrica Sotto la mole. «La religione è un bisogno dello spirito. Gli uomini si sentono spesso così sperduti nella vastità del mondo, si sentono così spesso sballottati da forze che non conoscono, il complesso delle energie storiche così raffinato e sottile sfugge talmente al senso comune, che nei momenti supremi solo chi ha sostituito alla religione qualche altra forza morale riesce a salvarsi dallo sfacelo». Lo Piparo, estrapolando queste frasi dal testo di Gramsci e su cui costruisce il suo articolo, cancella in un colpo solo tutto l’impianto teorico gramsciano, teso a fondare quell’egemonia culturale che avrebbe dovuto portare all’emancipazione delle classi subalterne. Questa, come ha detto su _Left_ n.16 lo storico Angelo d’Orsi, è stata la stella polare per Gramsci mai abbandonata nemmeno nei dieci anni trascorsi in carcere. E in quel lungo e tormentato periodo non è certo diventato religioso. Logico invece che nella sua ricerca filosofico-politica, vi fosse la necessità di studiare la religione, che non a caso nei _Quaderni_ lega spesso alla cultura popolare e al senso comune. Gramsci si rende perfettamente conto che è un “bisogno” delle persone “semplici” ma è un dato di fatto, da superare. A questo bisogno religioso delle masse non emancipate contrappone invece il senso della storia e della possibilità di trasformazione del mondo. Per questo motivo tutto ciò che ostacola il libero arbitrio e l’emancipazione dell’uomo va analizzato per essere contrastato: è questo il fil rouge che sta dietro alle sue note sulla cultura e il mondo dei _Quaderni_. La religione, il Vaticano, la cultura cattolica e l’organizzazione cattolica: tutto va studiato. Non a caso quando nel _Q.14_ analizza il compito dei giornali nel mappare i movimenti intellettuali, sostiene che devono seguire attentamente tutti i centri e gruppi culturali che operano in Italia, soprattutto quelli cattolici.
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*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| Per Gramsci la religione è necessaria»: le falsità del Vaticano | Roberto Calasso: contro le mode e i conformismi culturali | 0.854763 | https://left.it/2017/05/07/per-gramsci-la-religione-e-necessaria-le-falsita-del-vaticano/ | https://www.agensir.it/italia/2021/07/29/roberto-calasso-contro-le-mode-e-i-conformismi-culturali/ |
>
> La band hard rock americana dei Guns N' Roses farà un concerto in Italia nel 2018: suonerà al Parco delle Cascine di Firenze il 15 giugno, nell'ambito del festival Firenze Rocks. Le informazioni riguardo alle modalità di vendita dei biglietti saranno comunicate lunedì 13 novembre alle 14 sul sito di Firenze Rocks e sui canali social del festival. I Guns N' Roses si sono esibiti in Italia la scorsa estate a Imola, in un concerto molto apprezzato dai fan, in occasione della reunion del gruppo arrivata dopo molti anni di inattività. Nella formazione attuale dei Guns N' Roses ci sono sia lo storico cantante Axel Rose sia il chitarrista Slash.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| I Guns N' Roses faranno un concerto a Firenze nel 2018 | “What Are the Chances”, la nuova canzone dei Duran Duran | 0.765226 | https://www.ilpost.it/2017/11/10/guns-n-roses-un-concerto-firenze-nel-2018/ | https://www.ilpost.it/2015/08/22/what-are-the-chances-duran-duran/ |
>>
>> I cartelloni pubblicitari delle mutande assorbenti dell'azienda americana Thinx comparvero per la prima volta nella metropolitana di New York nel 2015. Attirarono molta attenzione e, sia perché evocavano immagini di genitali e fluidi corporei femminili, sia perché contenevano la parola «[mestruazioni](<https://www.ilpost.it/2016/01/22/mestruazioni-assorbenti/>)», furono inizialmente[ giudicati «inappropriati»](<https://slate.com/human-interest/2015/10/ads-for-thinx-period-underwear-might-be-too-lewd-for-the-nyc-subway.html>) dalla società responsabile delle affissioni nella metropolitana. Quelle di Thinx furono le prime mutande mestruali (o slip per il ciclo, o _period panties_ , in inglese) a far parlare di sé e a raggiungere un largo numero di persone. Sempre nel 2015, la rivista _Time_ le inserì nella lista delle migliori invenzioni dell'anno.
>>
>> Da allora il settore dei prodotti per le mestruazioni è cresciuto e cambiato velocemente, proponendo soluzioni nuove e diverse per chi vuole ridurne l'[impatto ambientale](<https://www.ilpost.it/2019/05/24/impatto-ambientale-assorbenti-mestruazioni/>) o per chi cerca qualcosa di più comodo e adatto alle proprie necessità. Per fare qualche esempio si sono diffuse molto [le coppette in silicone](<https://www.ilpost.it/2018/06/13/migliori-coppette-mestruali/>) e (un po' meno) [gli assorbenti lavabili](<https://tidd.ly/2ZoqtQo>); sono comparsi [assorbenti interni alla CBD](<https://thesubmarine.it/2019/07/03/una-soluzione-al-dolore-mestruale-forse-questi-assorbenti-interni-alla-cannabis/>) per alleviare i dolori e Adidas ha iniziato a vendere [pantaloni sportivi assorbenti](<https://tidd.ly/3njWocU>) per chi vuole allenarsi quando ha le mestruazioni. Dopo Thinx molte altre aziende hanno deciso di investire nella produzione e nella vendita di mutande assorbenti e ci sono sempre più persone incuriosite da questi prodotti. In Italia se ne trovano di diversi marchi sia online che nei negozi: abbiamo provato tre modelli per vedere come funzionano e a quali esigenze rispondono.
>>
>> **Come sono fatte le mutande mestruali?
> **Le mutande assorbenti per le mestruazioni che si trovano in commercio sono fatte tutte in modo piuttosto simile. Alla vista si presentano come normali mutande, fatte quasi sempre di cotone e in colori scuri. La caratteristica che le distingue dalle normali mutande è un "rinforzo" nella zona a contatto con la vulva, quella che si sporca quando si hanno perdite di sangue e dove solitamente si posizionano gli assorbenti esterni. Il rinforzo è fatto da tre strati di materiali con funzioni diverse, che insieme fanno in modo che il sangue venga assorbito e non trapassi.
>>
>> Lo strato superiore e a contatto col corpo è solitamente di un tessuto con una buona percentuale di cotone e ha la funzione di assorbire il sangue velocemente e dare una sensazione di asciutto. Lo strato più interno è quello veramente assorbente, che trattiene i liquidi, e l'ultimo strato è quello più idrorepellente, che serve a evitare che le gocce che non vengono trattenute dallo strato intermedio possano trapassare e macchiare i pantaloni, o qualsiasi cosa ci sia oltre l'intimo. Oltre a quest'ultimo strato poi c'è nuovamente il tessuto di cui è fatta la mutanda. Per darvi un'idea della quantità di sangue che riescono ad assorbire, secondo i produttori si va da due assorbenti interni (circa 20 millilitri) per le mutande con assorbenza media, a quattro assorbenti interni (circa 40 ml) per le mutande per flussi abbondanti.
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>> -AMAZONPOLLY-ONLYWORDS-START-
>>
>> **– Leggi anche:** [Si può anche scegliere di non avere le mestruazioni](<https://www.ilpost.it/2016/10/21/si-possono-per-scelta-eliminare-le-mestruazioni/>)
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>>
>> **I nostri test
> **Abbiamo provato tre mutande mestruali: [una del marchio italiano Lovable](<https://amzn.to/2ZiBOSl>), che ha presentato la sua linea di intimo assorbente a luglio (un pacco da due costa 43 euro), una [dello spagnolo Cocoro](<https://amzn.to/3jqeCYW>) (al costo di 30 euro o [50 per due paia](<https://amzn.to/3b7mNVz>)) e una [del francese NoBlood](<https://amzn.to/3b0ALbI>) (al costo di 28 euro). Hanno forme leggermente diverse: quelle di Lovable sono a vita bassa, quelle di Cocoro a vita media e quelle di NoBlood a vita alta con rinforzo assorbente esteso dall'ombelico fino alla schiena, cosa che le rende particolarmente adatte all'uso nelle ore di sonno.
>>
>> La redattrice che ha provato le mutande ha un flusso mestruale non eccessivamente abbondante, quello che i produttori definiscono "moderato", e ha tenuto le mutande addosso dalla mattina alla sera senza doverle cambiare e senza notare macchie sui vestiti, in nessuno dei tre casi. Per provare il primo modello è rimasta a casa tutto il giorno, per il timore di macchiarsi e dover correre a cambiarsi da un momento all'altro, ma già dal secondo ha capito che poteva uscire serenamente e l'ha fatto.
>>
>> La cosa che l'ha stupita di più è che sia alla vista che al tatto le mutande sono quasi sempre asciutte e non si ha mai la sensazione di avere addosso qualcosa di umido, come succede a volte con gli assorbenti esterni, o di plasticoso e non traspirante. I produttori insistono molto sul fatto che sono inodori: la redattrice dice che trattengono bene gli odori, ma niente di miracoloso. Dovendo valutare l'assorbenza, ha detto che per lei tutti e tre i test hanno dato risultati molto soddisfacenti.
>>
>> Secondo la redattrice, il maggior limite di queste mutande è che ad alcune persone potrebbe dare fastidio che lo spessore della parte assorbente si veda sul sedere quando si indossano indumenti di tessuti leggeri, o pantaloni particolarmente aderenti. Inoltre, quando le si indossa, il rinforzo si sente e non è esattamente come indossare delle mutande normali, anche se ci si abitua abbastanza velocemente.
>>
>> **Lovable
> **Secondo la redattrice che le ha provate sono le più comode da indossare: sono nere, in cotone e hanno un sottile elastico con il marchio del produttore sull'orlo superiore. La parte rinforzata è limitata alla zona che coprirebbe un assorbente esterno, quindi non sono proprio adatte per dormire (rischiano di sporcarsi in zone non assorbenti) o per fare sport particolarmente acrobatici. Hanno solo quattro taglie: la prima corrisponde alla S e la quarta alla XL e, a giudicare dall'esperienza della redattrice e da alcune recensioni online, vestono giuste. Sono le più economiche delle tre: su Amazon un pacco da due mutande per flusso moderato [costa 43 euro](<https://amzn.to/2ZiBOSl>) e un pacco sempre da due per flusso abbondante ne [costa 46](<https://amzn.to/30SnhNr>). Oltre agli slip, [ci sono anche le culotte](<https://amzn.to/3jyfdrT>) agli stessi prezzi. Si possono comprare [su Amazon](<https://amzn.to/3jyfdrT>) (dove si trovano solo i pacchi da due) o [sul sito di Lovable](<https://www.lovable.it/c/slip-da-ciclo-10207/>) (dove si comprano singole). Un difetto che hanno rivelato è che dopo il primo lavaggio gli strati assorbenti della parte rinforzata si sono come stropicciati: le mutande sono comunque utilizzabili ma forse un po' più scomode; con gli altri due modelli di mutande questo problema non c'è stato.
>>
>> [](<https://amzn.to/2ZiBOSl>)
>>
>> (il Post)
>>
>> **Cocoro
> **Le mutande di Cocoro dei nostri test sono quelle del modello Moeri per flusso moderato, di cotone nero e con una fascia decorata sulla parte alta che le rende particolarmente gradevoli da vedere. Vale lo stesso discorso fatto per le mutande di Lovable: non sono l'ideale per essere usate di notte o per sport che potrebbero farle sporcare in zone non assorbenti. Sia [su Amazon](<https://amzn.to/30ZBmJ9>) che [sul sito di Cocoro](<https://cocoro-intim.com/en/3-cocoro-menstrual-panties>) ci sono anche altri modelli, dai tanga alle culotte. Su Amazon ci sono 8 taglie, dalla XXS alla XXXL, mentre sul sito ci sono anche taglie intermedie e mutande per ragazze dai 10 ai 12 anni. Per l'esperienza della redattrice vestono leggermente piccole, quindi è meglio prendere una taglia in più che una in meno. Sul sito si distinguono molto chiaramente quelle per flusso scarso, moderato e intenso, mentre su Amazon è più difficile capire il livello di assorbenza.
>>
>> Sul sito di Cocoro le Moeri costano 28 euro l'una, con piccoli sconti se se ne prendono di più (e con le spese di spedizione dalla Spagna), su Amazon la confezione da un paio [costa 30 euro](<https://amzn.to/3b7kcuR>), quella [da due 50](<https://amzn.to/3b7mNVz>).
>>
>> [](<https://amzn.to/3b7kcuR>)
>>
>> **NoBlood**
> Il modello dei nostri test è quello a vita alta, con la fascia assorbente che va dall'ombelico alla schiena e con assorbenza massima (super +), ma sia [su Amazon](<https://amzn.to/3b463P8>) che [sul sito di NoBlood](<https://noblood.fr/>) ci sono anche altri modelli. La redattrice l'ha provato sia di giorno che di notte con ottimi risultati. Sono in particolare molto adatte a dormirci o per quelle situazioni in cui ci si vuole muovere liberamente avendo la sicurezza che ogni goccia di sangue verrà intercettata e assorbita, per esempio per fare la ruota come nelle pubblicità degli assorbenti. Di giorno sono eccessive per chi ha un flusso mestruale moderato, ma sono adatte a chi ha un flusso abbondante.
>>
>> Sono anche piuttosto belle da vedere e per essere delle mutande così coprenti non ricordano i temuti (ma anche comodi, diciamolo) "mutandoni della nonna". Nella confezione è inclusa una bustina sigillabile per quando le si porta in giro. Il tessuto di cui sono fatte per la maggior parte è sintetico, ma la parte assorbente a contatto con la pelle è in cotone. Si può scegliere tra 9 taglie, dalla XXS alla 5XL: possono essere leggermente strette attorno alle cosce e a chi è indecisa conviene prendere una taglia in più, come dicono anche molte recensioni di Amazon.
>>
>> [](<https://amzn.to/3b463P8>)
>>
>> (il Post)
>>
>> **Considerazioni generali (molte)**
> La redattrice che ha testato le tre mutande ha provato per lunghi periodi della sua vita anche gli altri principali prodotti che esistono per la gestione del sangue mestruale: assorbenti esterni, assorbenti interni e coppetta mestruale. In particolare è un'entusiasta sostenitrice di quest'ultima, che ritiene essere la soluzione migliore per quanto riguarda il risparmio economico (la sua [costa 24 euro](<https://amzn.to/3niOf8m>) e dura due o tre anni), l'impatto ambientale e la comodità di utilizzo. Secondo la redattrice, a chi si trova già molto bene con la coppetta, le mutande mestruali potrebbero non interessare granché e infatti lei ha deciso che, dopo questo breve intervallo di prova, tornerà al suo metodo precedente.
>>
>> Tuttavia, per le persone che per qualche motivo non si trovano bene con la coppetta e che vorrebbero smettere di usare assorbenti interni o esterni per motivi ambientali, le mutande assorbenti possono essere una soluzione valida, essendo riutilizzabili e non usa e getta.
>>
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>>
>> **– Leggi anche:** [Cosa sappiamo sull'impatto ambientale degli assorbenti](<https://www.ilpost.it/2019/05/24/impatto-ambientale-assorbenti-mestruazioni/>)
>>
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>>
>> Dal punto di vista economico, la coppetta rimane la soluzione migliore perché le mutande mestruali non sono tanto più convenienti degli assorbenti usa e getta, anche se dipende molto dal tipo e dalla quantità che se ne usa. I prezzi di un paio di mutande mestruali vanno dai 20 ai 30 euro quindi a una persona che ha le mestruazioni per 5 giorni con flusso moderato e che vuole eliminare completamente gli assorbenti ne serviranno almeno 9 o 10 (una per il giorno e una per la notte). Se si lavano subito dopo averle usate, si può ridurre il numero a 5 o 6, ma bisogna tenere in conto che avendo tanti strati non si asciugano molto velocemente e che non vanno messe nell'asciugatrice. Quelle che abbiamo provato hanno una vita di almeno due anni, quindi, per fare una stima approssimativa, una donna con 12 mestruazioni all'anno spenderà tra i 75 e i 120 euro, quindi dai 6 ai 10 euro al mese.
>>
>> Un altro svantaggio delle mutande mestruali è che non sono molto adatte agli imprevisti o a certe situazioni precarie. Per indossarle infatti bisogna svestirsi e rivestirsi, cosa che se si è fuori casa può rivelarsi più impegnativa che non mettere un assorbente o la coppetta. Inoltre sono più ingombranti da trasportare e se le si cambia mentre si è in giro è bene avere un sacchetto dove mettere quelle usate per non tenerle sparse nella borsa o nello zaino.
>>
>> Le mutande mestruali sono adatte anche a chi usa gli assorbenti interni o la coppetta, ma ha un flusso abbondante e macchia spesso la biancheria, per avere una protezione ulteriore sia di notte che di giorno. Si possono usare anche per intervallare gli assorbenti interni nel caso in cui a lungo andare diano fastidio: per esempio decidendo di usare le mutande mestruali di notte e gli assorbenti interni di giorno, o viceversa. Sono molto adatte anche per quei giorni in cui ci si aspetta l'inizio delle mestruazioni, visto che in quei casi è sconsigliato usare gli assorbenti interni in modo "preventivo" (la coppetta invece si può mettere anche prima di cominciare a sanguinare).
>>
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>>
>> **– Leggi anche:** [Le migliori coppette mestruali](<https://www.ilpost.it/2018/06/13/migliori-coppette-mestruali/>)
>>
>> -AMAZONPOLLY-ONLYWORDS-END-
>>
>> **Come si lavano?
> **I produttori di tutti e tre i modelli che abbiamo provato consigliano di sciacquare con acqua fredda le mutande nel lavandino finché l'acqua non diventa trasparente e poi di lavarle in lavatrice a non più di 30 gradi e senza usare l'ammorbidente. Non vanno asciugate con l'asciugatrice e non vanno stirate.
>>
>> **Le mutande che non abbiamo provato
> **Come dicevamo esistono molte aziende che vendono mutande mestruali e facendo una rapida ricerca online si trovano soluzioni per quasi tutti i gusti. [Questo modello](<https://tidd.ly/3jp6nwf>) della famosa azienda americana che citavamo all'inizio, Thinx, è risultato [il migliore dai test di _Wirecutter_](<https://www.nytimes.com/wirecutter/reviews/thinx-period-panties/>), il sito di recensioni del _New York_ _Times_ di cui tendiamo a fidarci. Alla vista è molto simile a [quello che abbiamo provato di NoBlood](<https://amzn.to/3BbwDQX>) e in Italia si può comprare su Asos a 42 euro, insieme ad [altri modelli di Thinx](<https://tidd.ly/3vJ0EWY>).
>>
>> Un altro marchio che si occupa di intimo assorbente da diversi anni è lo scozzese [Modibodi](<https://eu.modibodi.com/>), che vende mutande riutilizzabili per le mestruazioni, per l'incontinenza, per maternità e post parto, pannolini per bambini e anche costumi da bagno assorbenti. La catena di negozi giapponese Uniqlo ha una sua [linea di mutande mestruali](<https://www.awin1.com/awclick.php?gid=397526&mid=18831&awinaffid=453335&linkid=2972753&clickref=>) che costano 20 euro l'una: il modello è uno solo ma esiste in quattro colori e le taglie vanno dalla XS alla XXL. Le più economiche sul mercato sono quelle della [catena di abbigliamento fast fashion Primark](<https://www.primark.com/it/intimo-per-il-ciclo-mestruale>) che però si possono acquistare solo in negozio: un paio costa 7 euro.
>>
>> ***
>>
>> _Disclaimer: con alcuni dei siti linkati nella sezione[Consumismi](<https://www.ilpost.it/consumismi/>) _il Post _ha un’affiliazione e ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi. Ma potete anche cercare le stesse cose su Google. Se invece volete saperne di più di questi link,[qui c’è una spiegazione lunga](<https://www.ilpost.it/2020/02/05/affiliate-marketing-giornali/>)._
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Abbiamo provato tre mutande assorbenti | Le macchie rosse sul corpo di Michael Phelps | 0.730674 | https://www.ilpost.it/2021/10/25/mutande-assorbenti-mestruazioni/ | https://www.ilpost.it/2016/08/09/macchie-rossastre-phelps-cupping/ |
Umanità Nova - Archivio 2003 - art2587
Da "Umanità Nova"
n. 7 del 23 febbraio 2003
Sulla pelle dei migranti
Bossi-Fini e sanatoria: un primo bilancio
Sono passati ormai diversi mesi da quando la famigerata legge "Bossi-Fini"
sull'immigrazione è stata approvata dal parlamento. Sono anche
passati tre mesi da quando la sanatoria collegata alla legge stessa si
è chiusa.
Adesso si possono iniziare a tirare le somme dei primi effetti che questa
legge dichiaratamente razzista ha causato, e immaginare quali potrebbero
essere gli scenari nel prossimo futuro.
Iniziamo con alcuni dati sulla sanatoria: le domande presentate sono
state 697.759, divise quasi a metà fra domande per la regolarizzazione
di lavoratori dipendenti e quelle per badanti/colf, sebbene con notevoli
differenze da regione e regione. Da solo, questo provvedimento dovrebbe,
e sottolineiamo il dovrebbe, "regolarizzare" un numero di immigrati quasi
equivalente a quello di tutte le precedenti sanatorie messe assieme.
Nel suo complesso la "Bossi-Fini" è come al solito frutto di
un compromesso fra esigenze diverse in seno alla maggioranza di governo:
da un lato la pressante richiesta di manodopera flessibile e a buon mercato
da parte del padronato, in particolare degli impreditori del nord-est
(di cui si fanno portavoce Forza Italia, i centristi e una minoranza di
AN), dall'altro le pulsioni xenofobe e razziste di parte dell'opinione
pubblica, rappresentate e alimentate dalla maggioranza di AN e dalla Lega
(da tempo ormai la formazione più dichiaratamente razzista presente
nel panorama politico, al pari dei gruppi di estrema destra come Forza
Nuova, con cui non a caso i contatti e le collaborazioni vanno rafforzandosi).
La legge è riuscita - per il momento - a tenere assieme queste
esigenze. La sanatoria ed una rinnovata politica dei flussi annuali (ma
non si sa bene come e se questa sarà effettivamente fatta funzionare)
ha accontentato le prime istanze, la famosa promessa di "tolleranza zero"
(espulsioni di massa, nuovi CPT...) le seconde.
La realtà è però più complessa.
La sanatoria (che ha assunto dimensioni inaspettate anche per il governo)
è in verità appena agli inizi. Delle centinaia di migliaia
di domande presentate solo poche migliaia sono già arrivate a buon
fine, giungendo al colloquio in prefettura e al conseguente rilascio del
permesso di soggiorno. Le altre giacciono ancora al Ministero dell'Interno
e secondo stime realistiche saranno necessari da 3 a 4 anni per evaderle
tutte.
Nel frattempo gli immigrati restano in uno stato di precarietà
che paralizza le loro vite: non possono cambiare lavoro, andare a trovare
le famiglie nei paesi di origine e così via. Devono attaccarsi
a quella ricevuta che attesta la domanda di regolarizzazione, aspettare
e sperare.
Altro aspetto della sanatoria è la sua voluta ambiguità
rispetto ad alcune delle condizioni richieste per la regolarizzazione,
in particolare quella dell'abitazione. Il testo recita infatti che i datori
di lavoro devono "garantire un alloggio dignitoso" senza specificare cosa
questo voglia dire.
Il sospetto è che per questo ed altri aspetti molto sarà
come al solito lasciato alla discrezionalità delle singole prefetture/questure:
un appartamento di 60 mq in cui risiedono 5 persone potrebbe essere ritenuto
idoneo ad Ancona ma inidoneo a Milano, causando il rigetto della domanda
e la conseguente espulsione.
Nonostante le numerosissime ambiguità e i rischi (una domanda
di regolarizzazione costituisce nei fatti anche una autodenuncia di clandestinità
e perciò la certezza di essere espulsi in caso di respingimento
della stessa) la sanatoria è stata comunque vista dagli immigrati
come una possibilità, forse l'ultima, di riuscire ad uscire dalla
clandestinità e poter perciò aspirare ad una vita più
dignitosa.
Come è ovvio su queste speranze hanno speculato affaristi e mafiosi
di ogni risma: si è creato un fiorente mercato di documenti per
false assunzioni, dove gli immigrati sono stati costretti a sborsare,
oltre alle spese per la domanda già di per sé alte, persino
7.000 euro. In altri casi invece sono stati gli stessi imprenditori a
pretendere che gli immigrati si pagassero le spese e i contributi per
essere regolarizzati, pena il licenziamento immediato.
Per fortuna oltre a questi innumerevoli esempi di sciacallaggio si è
anche creato un forte, seppur sotterraneo, movimento di solidarietà.
In moltissime città, spesso per opera della associazioni antirazziste
ma anche per iniziativa dei singoli, si sono creati gruppi più
o meno informali, che hanno aiutato gli immigrati in mille modi nella
regolarizzazione: dando loro una mano per compilare i documenti, facendo
pressioni sui datori di lavoro e sulle famiglie, fornendo informazioni
e anche "adottando" in prima persona un immigrato/a.
Adesso la situazione, come detto prima, è di stallo e tutti,
immigrati e associazioni antirazziste in primis, aspettano di vedere cosa
accadrà nel momento in cui le domande per le regolarizzazioni inizieranno
a essere massicciamente vagliate.
Sanatoria a parte, andiamo a vedere come procede l'attuazione della
legge vera e propria.
Nelle intenzioni del Governo i "centri di permanenza temporanea" (CPT)
svolgono una funzione importante in questo senso. Innanzitutto il Governo
ha ben pensato di raddoppiare il tempo di permanenza da 30 a 60 giorni
per evitare che qualche prigioniero possa uscire per decorrenza dei termini.
Inoltre prosegue l'opera di potenziamento. Dopo l'apertura del CPT di
Modena, ora pare la volta del Veneto, dove la costruzione dell'ennesimo
lager (probabilmente di grandi dimensioni) è ormai certa sebbene
non ne sia ancora stata decisa l'ubicazione. Ma questo è solo l'inizio.
Nelle intenzioni dei gerarchi governativi i CPT dovrebbero spuntare come
funghi un po' dappertutto.
Di pari passo prosegue la militarizzazione del territorio.
I tanto sbandierati poliziotti e carabinieri di quartiere sono un tassello
importante di questo progetto, avendo come funzione primaria il controllo
costante delle città contro la "microcriminalità". È
ovvio, sebbene non venga detto esplicitamente, che il controllo degli
immigrati è fra le priorità di questa nuova figura repressiva
che mieterà vittime soprattutto fra gli ambulanti e i senza fissa
dimora, cioè l'anello più debole della società.
Vengono inoltre perfezionati gli accordi con altri paesi per la creazione
di pattuglie miste di polizia di frontiera (in particolare nel Mediterraneo)
e per facilitare le procedure di espulsione immediata dei clandestini,
anche verso paesi terzi.
Per completare questo rassicurante quadro occorrono due parole sulla
questione dei richiedenti asilo politico. La Bossi-Fini non è entrata
nell'argomento, ma in ogni caso ormai da mesi le richieste di asilo vengono
in gran parte rigettate senza alcun motivo, causando disperazione fra
i rifugiati, molti dei quali rischiano la vita in caso di rimpatrio. In
materia si stanno poi perfezionando gli strumenti repressivi in campo
europeo. A partire da metà gennaio infatti è entrato in
funzione il sistema Eurodac che raccoglierà le impronte e le informazioni
sui rifugiati e sui richiedenti asilo di tutta l'Unione Europea, così
da impedire che qualcuno possa fare domanda in più paesi.
Come si vede la situazione è a dir poco preoccupante. Pian piano
e senza clamori il quadro repressivo nei confronti degli immigrati si
sta delineando e consolidando. La nostra impressione, condivisa da molti,
è che i tempi duri debbano ancora arrivare. È molto probabile
che man mano che le pratiche della sanatoria verranno chiuse le azioni
repressive si moltiplicheranno e azioni di rastrellamento nei quartieri
e nelle città (ultima quella a Brescia) diventeranno norma quotidiana,
così come gli internamenti di massa nei CPT.
Si aggiunga un ulteriore rafforzamento dei controlli sui mari e alle
frontiere, con le ovvie conseguenze del moltiplicarsi delle stragi di
Stato sui mari e nei container, assieme al proliferare di mafie pronte
a sfruttare le disgrazie altrui, chiedendo sempre più soldi per
l'entrata clandestina in Italia.
La condizione degli immigrati sarà realmente quella di soggetti
in libertà vigilata. Infatti, oltre alle sopracitate misure repressive
bisogna tener conto dell'aspetto forse più importante della nuova
legge: il permesso di soggiorno è legato al possesso di un lavoro
regolare. Ciò significa nella pratica (e troppo poco lo si è
detto e spiegato) che gli immigrati saranno legati mani e piedi al proprio
lavoro e ai propri padroni: qualsiasi lamentela, tentativo di organizzazione
sindacale, reazione ai soprusi e allo sfruttamento può portare
al licenziamento e perciò all'espulsione, se, tempo sei mesi, non
si è trovato un altro lavoro. Si capisce perciò come questa
legge - ancor più della precedente - abbia reso realtà il
sogno del padronato: lavoratori supini e ricattabili, senza difese, pronti
ad accettare qualsiasi condizione lavorativa.
Di fronte a questa barbarie di Stato, grande è il compito che
attende le comunità di immigrati, gli antirazzisti e tutte le persone
solidali. Bisogna costruire reti di resistenza che nel quotidiano sappiano
contrastare gli effetti della legislazione razzista. In questo percorso
primaria è la creazione e il consolidamento delle relazioni fra
immigrati e autoctoni a partire dalle comuni condizioni di sfruttamento,
in primo luogo sui luoghi di lavoro.
Solo con un lavoro comune sui territori che faccia della solidarietà
di classe l'elemento fondante sarà possibile lottare in modo efficace
contro le leggi razziste.
Commissione Antirazzista della FAI
fai-antiracism@libero.it
www.federazioneanarchica.org/antirazzista
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| Sulla pelle dei migranti | 0.826656 | archivio/archivio2003/un07/art2587.html | archivio/archivio2008/un28/art5412.html |
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Il primo settembre in Russia segna il ritorno in aula di alunni, studenti e insegnanti. Di solito la giornata si apre in modo festoso, nei cortili delle scuole le classi si mettono in fila dietro le docenti (in stragrande maggioranza sono donne), sempre sommerse da fiori e regali, e il posto d’onore è riservato agli alunni delle prime, perché per loro è l’inizio di una nuova fase della vita che durerà per undici anni. Anche nelle università si fa festa, con concerti e altre iniziative per accogliere le matricole, di solito accompagnate dai “curatori”, ragazze e ragazzi dal secondo al quarto anno che fanno da guida.
Nelle città grandi e piccole è una giornata particolare, tra code dai fiorai, traffico in tilt, mezzi pubblici affollati, ma in generale l’atmosfera è positiva, anche se l’amore per la battuta e i meme che contraddistingue i russi rileva di quel giorno anche gli aspetti più difficili e persino tristi. Famoso in questo senso è il video in cui Sofia Rotaru, leggenda del pop sovietico, canta i versi del poeta Arsenij Tarkovskij sulla malinconia della bella stagione appena terminata, “come se non ci fosse stata”, e un castoro urla, simbolo delle settimane che verranno, piovose, fredde, piene di lavoro.
Anche perché il primo settembre è l’inizio dell’autunno, in una concezione del tempo dove le stagioni iniziano, fisse, all’inizio di ogni trimestre, spesso spiazzando anche chi da anni vive in Russia e non si capacita di come sia possibile ritenere iniziata la primavera a marzo, quando spesso la neve ancora la fa da padrona in gran parte del paese, o l’inverno fissato a dicembre, quando a metà novembre qualche volta già le strade sono imbiancate. Quest’anno, poi, sembra di vivere da sei mesi in uno stato di sospensione della realtà, dove si mescolano direzioni diverse: chi vuol far finta che tutto sia come era prima del 24 febbraio, e chi spinge perché si ottenga l’assenso di un popolo spettatore alla cosiddetta operazione speciale, entrando non solo dal tubo catodico nella quotidianità.
L’estate è stata scandita da post di reclutamento per “l’orchestra” (come viene chiamata la compagnia Wagner) apparsi sui social, campagna estesa ai detenuti con la promessa di una libertà da ottenere se tornati vivi dal fronte, dai preparativi (ancora in corso) dei referendum nei territori controllati dalle forze armate di Mosca, e dall’annuncio di nuove modifiche all’insegnamento a scuola, con l’introduzione dell’alzabandiera ogni lunedì, del canto dell’inno, di nuovi elementi nelle ore dedicate alla storia e di un nuovo formato per l’ora di attualità, chiamata “Chiacchiere sulle cose importanti”.
Come sarà quest’ora lo ha fatto capire Vladimir Putin a Kaliningrad il primo settembre, dove ha tenuto una lezione ai ragazzi vincitori delle olimpiadi di varie discipline, provenienti da tutta la Russia. Il presidente ha parlato dell’operazione speciale, della necessità di difendere il paese dalla minaccia costituita dall’Ucraina, dove secondo le parole di Putin vi sarebbe stata un’enclave antirussa, e dove l’insegnamento della storia avrebbe omesso il passato comune dei due stati.
Nulla di nuovo, Putin ama questi momenti altamente selezionati (i partecipanti, come già avvenuto per altri incontri pubblici, hanno dovuto trascorrere un periodo di quarantena per prevenire possibili contagi da coronavirus), dove ogni tanto tira fuori qualche espressione particolare, ad esempio in quest’occasione in un passaggio ha detto che “l’amore per il lavoro non è avere un culo di plastica”, sostenendo si tratti di talento e non di applicazione. Forse quei ragazzi a Kaliningrad avranno invidiato i propri coetanei bielorussi, che in occasione dell’analoga lezione di Lukashenko per il 1° settembre hanno espresso il proprio disagio scrivendo su un foglietto “salvateci”, subito diventato oggetto di scherzi e meme nel web in lingua russa e bielorussa.
Si apre un anno scolastico dove sarà molto difficile resistere ai tentativi di irregimentare docenti e studenti, di catechizzare gli alunni e di voler diffondere, sotto l’etichetta della “verità”, ricostruzioni volte a legittimare la guerra e a costruire una realtà in cui credere senza farsi troppe domande, e forse la speranza è da riporre nella noia suscitata dalle liturgie scolastiche (e anche universitarie), antidoto in grado di sconfiggere qualsiasi cosa. Ragazzi, annoiatevi.
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Una nuova gallina dalle uova d’oro è rimasta spennata. Si tratta della ormai celeberrima [Silicon Valley Bank](<https://www.svb.com/>), fallita pochi giorni fa per una maldestra gestione finanziaria. Vediamo storia, modello di _business_ , buone e cattive notizie collegate a questa vicenda.
La storia: nata a fine anni 80, la Svb è una banca che ha registrato la sua crescita esplosiva negli ultimi tre anni (a fine 2022 i depositi totali ammontavano a circa 200 miliardi, saliti del 233% dai circa 60 di fine 2020), e la cui parabola ha affiancato quella delle _start-up_ , dei fantomatici “unicorni” (società che dopo pochi anni dall’avvio promettono rendimenti 10-20-30 volte il capitale investito) e, per dirla tutta, del mito dei soldi facili che tanto piace a Wall Street. L’amministratore delegato Greg Becker, in [questa intervista](<https://ritholtz.com/2021/08/transcript-greg-becker/>) di due anni fa, la presentava come “l’unica banca globale dell’innovazione”, da cui il richiamo -nel nome- all’area geografica che più l’immaginario di questo ventennio associa alle _start-up_ tecnologiche, appunto la Silicon Valley, situata a Sud di San Francisco.
Il modello di _business_ : la Svb aveva molte delle caratteristiche peggiori dell’economia delle _start-up_ che dichiarava di voler finanziare. Viveva di _marketing_ , di aspettative visionarie generate nei clienti, ma poi usava fragili schemi finanziari alla Ponzi (o alla Madoff, se preferite un caso più recente). Raccoglieva a vista o a breve termine soldi da clienti attratti dal mito delle _start-up_ e li investiva in titoli in grado di dare un rendimento adeguato per sé e per i propri depositanti, perché a lungo termine. Un gioco pericoloso per qualunque banca, basato sul disallineamento tra durata media della raccolta e durata media degli investimenti, e che ha potuto funzionare bene negli anni recenti, con i rendimenti dei mercati che viaggiavano col segno più a due cifre, e con tanta liquidità a costo zero o quasi sui conti correnti. Ma quando il mercato ha girato, nel 2022, causa inflazione, fine del _quantitative easing_ , guerra e connessi spettri di recessione, tutta la pericolosità del gioco è emersa e la Svb ha cominciato a dover registrare perdite su quelle parti di attivo collegate al prezzo dei titoli obbligazionari o governativi su cui aveva investito gran parte del proprio portafoglio. Roba da manuale di Economia 1.
L'annuncio pubblicato sul sito della Silicon Valley Bank il 13 marzo 2023
Le buone notizie: il governo degli Stati Uniti è intervenuto prontamente a garanzia dei depositi, la dimostrazione che la crisi Lehman del 2008 è servita a qualcosa (quindici anni fa l’amministrazione Bush scelse la strada del fallimento della storica banca dei fratelli Lehman, in crisi per lo scoppio della bolla dei _subprime_ , sottovalutando gravemente gli effetti sistemici che da lì si sarebbero innescati). Inoltre, Svb è parecchio più piccola, con un attivo di circa 212 miliardi di dollari, meno del 25 per cento a valori correnti di quanto fosse Lehman (l’attivo di Lehman era 640 miliardi di dollari nel 2008, equivalenti a circa 864 miliardi odierni).
Va anche sottolineato che la Svb è andata in crisi perché i propri depositi sono più _corporate_ -di imprese o intermediari che investono in imprese- che _retail_ , di persone. Dunque, sono significativamente più grandi della media. Una maggiore frammentazione della raccolta avrebbe reso meno impattante la corsa allo sportello che si è scatenata la scorsa settimana. Questa non è propriamente una buona notizia, ma rende meno minacciosa la possibilità di estensione della crisi al sistema bancario più tipicamente rivolto alle famiglie e alle piccole imprese.
Le cattive notizie: non sono del tutto scongiurati i rischi di crisi sistemica, perché sempre più fitte sono ormai le connessioni globali tra i mercati, e grande è la bolla della finanza -soprattutto di fondi e operatori speculativi- che negli ultimi anni ha alimentato le ipertrofiche valutazioni delle _start-up_. Il mondo di queste ultime già sta soffrendo: [è stato calcolato](<https://www.independent.co.uk/news/uk/politics/silicon-valley-bank-collapse-jeremy-hunt-b2299028.html>), ad esempio, che il 34 per cento delle imprese tecnologiche innovative nel Regno Unito, tra quelle investite da fondi di _venture capital_ , ha un deposito presso la Svb e oggi rischia un congelamento o comunque difficoltà nell’accesso alle proprie risorse finanziarie.
Non è tutto. In fondo a questo nuovo _crac_ americano c’è una pessima notizia: il dover constatare che a quindici anni dalla “Grande crisi finanziaria”, appunto scatenatasi con il fallimento Lehman, tutto nella finanza mondiale è cambiato perché nulla cambiasse. Le stesse illusioni ottiche del mercato e dei suoi _opinion leader_ , la medesima avidità e disonestà (almeno professionale) di alcuni _manager_ , l’identica scempiaggine del parco buoi di aspiranti Gordon Gekko, la sconcertante debolezza dei sistemi di supervisione e vigilanza.
E ciò si è ripresentato nonostante siano state nel frattempo scritte migliaia di nuove pagine di regole, imposte decine di nuove funzioni organizzative, affermate sofisticate modalità di automazione nei controlli dei dati e delle procedure a tutte le banche nel mondo, o quasi.
Tra pochi giorni uscirà, edito da _Altreconomia_ , [“Money for Nothing”](<https://altreconomia.it/prodotto/money-for-nothing/>), un volumetto curato insieme a Dario Carrera, frutto dell’omonimo ciclo di incontri svoltisi nel corso del 2022. Costruito per evidenziare come la finanza, dopo tanto parlare, è tornata a inseguire i soldi per i soldi, senza preoccuparsi affatto di usarli al meglio per l’economia reale, le persone e l’ambiente, è stato pensato soprattutto per alfabetizzare, per spiegare ai non esperti perché occuparsi di finanza sia importante, e motivare a farlo.
Ci è capitato di pensare nelle settimane passate, rileggendo le bozze, che i toni degli interventi siano marcati di un eccessivo pessimismo. Che non è vero che la finanza non ha fatto progressi.
I fatti della Silicon Valley Bank ci aprono (nuovamente) gli occhi. E fanno sospettare che il pubblico di “Money for Nothing” non debba essere solo quello dei non addetti ai lavori.
_Alessandro Messina è nato a Roma nel 1969. Di formazione economico-finanziaria, si occupa da 25 anni di banche, terzo settore e politiche pubbliche per lo sviluppo,[alemessina.blogspot.com](<http://alemessina.blogspot.com/>)_
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| La pessima notizia in fondo al nuovo crac americano della Silicon Valley Bank | Silicon Valley Bank, Credit Suisse: è in arrivo una nuova crisi finanziaria globale? | 0.853652 | https://altreconomia.it/la-pessima-notizia-in-fondo-al-nuovo-crac-americano-della-silicon-valley-bank/ | https://www.micromega.net/crisi-banche-usa-credit-suisse-e-in-arrivo-una-nuova-crisi-finanziaria-globale/ |
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>>>> [](<https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2011/03/starquake.jpg>)Kepler, la sonda spaziale della NASA, ci ha finora “inondato” di una raffica senza precedenti di scoperte su pianeti al di fuori del Sistema solare. Stavolta però l’osservatorio spaziale sale alla ribalta per un altro importante risultato scientifico, tanto da meritare un articolo sulla rivista Nature. Gli “occhi” super sensibili di Kepler, progettati per individuare le minuscole variazioni di luminosità delle stelle quando davanti ad esse transita un pianeta nella loro orbita, sono riusciti a individuare le oscillazioni nell’intensità della luce di alcune centinaia di “giganti rosse” prodotte invece da veri e propri sismi che avvengono nel loro interno.
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>>>> Le stelle osservate da _Kepler_ sono molto luminose ma con una bassa temperatura superficiale e rappresentano uno degli stadi evolutivi stellari in cui si troverà anche il nostro Sole tra qualche miliardo di anni. E così come il Sole, sono pervase da vere e proprie onde sismiche, che viaggiano all'interno della stella. Come i terremoti sulla Terra ci portano informazioni su ciò che avviene sotto la crosta terrestre, così le oscillazioni nelle stelle ci svelano i segreti dell'interno di un astro, a cui altrimenti non avremmo mai accesso. _Kepler_ , utilizzato in questo ambito come un “sismografo stellare”, è in grado di registrare queste onde che, espandendo e contraendo la struttura dei corpi celesti, producono le variazioni della luminosità misurate dai sensibilissimi strumenti di cui è equipaggiato. Questi veri e propri “stellamoti” hanno caratteristiche di durata e periodicità uniche, attraverso le quali è stato possibile risalire addirittura alla composizione dell’interno delle stelle e ai processi di produzione e trasporto di energia che avvengono in esse, distinguendo tra quelle che bruciano idrogeno da quelle che bruciano l’elio. Questa conoscenza ha permesso così di identificare in modo inequivocabile la loro vera “età”.
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>>>> “Lo studio sismologico delle stelle, noto con il nome di Asterosismologia, rappresenta l'unico metodo per sondare direttamente l'interno di una stella misurando le piccole oscillazioni della Fotosfera” dice **Maria Pia Di Mauro, dell’INAF-IASF di Roma** , che insieme a **Paolo Ventura, dell’Osservatorio Astronomico di Roma** è uno degli autori dell’articolo su Nature. “Le oscillazioni, infatti, dipendono proprio dallo stato evolutivo e dalle caratteristiche strutturali della stella. Questo metodo, benché ben noto da anni, è stato limitatamente utilizzato per l' impossibilità di riuscire ad identificare adeguatamente le piccole oscillazioni con i telescopi da Terra. Oggi, grazie alle osservazioni spaziali di Kepler, siamo in grado di comprendere meglio l'evoluzione stellare e a determinare età, massa e raggio delle stelle nella nostra Galassia e comprendere con maggiore precisione quello che sarà il destino del nostro Sole”.
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>>>> **Per saperne di più:**
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>>>> **[Leggi il comunicato stampa INAF](<https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2011/03/Le-scosse-che-rivelano-il-cuore-delle-giganti-rosse.pdf>)**
*[55 minuti fa]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.28
*[1 h]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.05
*[33 minuti fa]: 10.50
*[attr]: attribute
*[HTML]: HyperText Markup Language
*[P:]: Phone
| Le scosse rivelatrici | Anche le stelle tremano | 0.952852 | https://www.media.inaf.it/2011/03/30/le-scosse-rivelatric/ | https://www.media.inaf.it/2011/01/27/anche-le-stelle-tremano/ |
>>
>> Nelle ultime 24 ore in Italia [sono stati registrati](<https://github.com/pcm-dpc/COVID-19/blob/master/schede-riepilogative/regioni/dpc-covid19-ita-scheda-regioni-20200917.pdf>) 1.585 nuovi casi di contagio da coronavirus e 13 decessi, per un totale di 293.025 casi e 35.658 morti dall’inizio della pandemia. Le persone attualmente ricoverate sono 2.560 (68 in più di ieri), di cui 212 nei reparti di terapia intensiva (5 in più di ieri). Sono state inoltre testate 62.451 persone, per un totale di 6.127.243 casi testati e 10.146.324 tamponi effettuati.
>>
>> Il maggior numero di contagi è stato registrato in Lombardia (281). Seguono Campania (195), Lazio (181), Toscana (119), Emilia-Romagna (110) e Veneto (109). [Le province in cui è stato accertato il numero maggiore di casi](<https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/>) sono Roma (152), Napoli (105), Milano (87), Trento (76), Caserta (56), Pavia (42), Torino (38), Udine (38) e Treviso (37).
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| I dati sul coronavirus di oggi, giovedì 17 settembre | I dati sul coronavirus di oggi, mercoledì 23 settembre | 0.97537 | https://www.ilpost.it/2020/09/17/coronavirus-contagi-dati-giovedi-17-settembre/ | https://www.ilpost.it/2020/09/23/coronavirus-contagi-italia-23-settembre/ |
>
> Il tribunale di Verona [ha approvato](<http://www.larena.it/home/economia/economia-veronese/melegatti-da-luned%C3%AC-si-lavora-pandori-presto-sugli-scaffali-1.6107954>) il concordato preventivo proposto dai nuovi finanziatori di Melegatti, una nota azienda di dolciumi che produce soprattutto pandori e panettoni. L'azienda era chiusa da due mesi per debiti: ne aveva accumulati per 30 milioni di euro, e i dipendenti non venivano pagati da settembre.
>
> La situazione si è risolta qualche settimana fa con l'arrivo del fondo maltese Abalone, che ha messo subito 6 milioni di euro per far ripartire la produzione promettendone altri dieci per i primi mesi del 2018. I dipendenti di Melegatti torneranno al lavoro lunedì 20: dovranno produrre 1,75 milioni di dolci in tempo per il periodo di Natale.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Melegatti, l'azienda produttrice di pandori e panettoni, riprenderà a lavorare lunedì dopo mesi di difficoltà finanziarie | Alla Melegatti potrebbe riprendere la cassa integrazione per alcuni dipendenti | 0.876281 | https://www.ilpost.it/2017/11/18/melegatti-ripresa-lavori/ | https://www.ilpost.it/2017/12/10/melegatti-cassa-integrazione/ |
Yuri Guaiana, membro del direttivo dell’associazione Radicale “ Certi Diritti”, è stato **arrestato oggi a Mosca** mentre cercava di **consegnare per conto della Ong AllOut circa 2 milioni di firme** raccolte in vari paesi europei contro i campi di concentramento per omosessuali in Cecenia.
La situazione di repressione per le persone LGBT in Cecenia era stata denunciata da Novaya Gazeta ad aprile. Uomini omosessuali vengono da mesi rapiti, detenuti illegalmente, torturati e in alcuni casi uccisi. Le persone che hanno subito negli ultimi 3 mesi questo trattamento sono più di 100. Le testimonianze che si trovano in rete sono agghiaccianti. Le posizioni ufficiali della vicenda sono altrettanto agghiaccianti.
**Il premier ceceno Kadyrov ha dichiarato che nel suo Paese «i gay non esistono»** e che quindi le rivelazioni di Novaya Gazeta sono false, inoltre aggiunge Kadirov: «se tali persone esistessero, le forze dell'ordine non dovrebbero preoccuparsi di loro dal momento che ci penserebbero gli stessi familiari a spedirli da dove non possono più tornare» alludendo al fatto che in Cecenia esiste il delitto d’onore per cui uccidere un famigliare omosessuale non è reato.
**Altrettanto sconvolgenti sono le dichiarazioni della Russia** chiamata in causa dalle organizzazioni internazionali visto l’influenza sul Paese (la Cecenia fa parte della federazione russa). Per il Cremlino: «Non ci sono prove delle torture». La Russia formalmente non ha il potere di agire a livello legislativo, quello spetta solo al presidente Kadyrov, ma più che altro non ha alcun interesse a fermare le torture. L’arresto di Yuri, che per ora sappiamo essere in stato di fermo ma in salute, si somma alle testimonianze di chi dalla Cecenia è riuscito a fuggire ed è una prova tangibile del clima di ostilità nei confronti delle persone LGBT.
### **La testimonianza di Yuri Guaiana da Mosca**
> [#lgbt](<https://twitter.com/hashtag/lgbt?src=hash>) [#russia](<https://twitter.com/hashtag/russia?src=hash>) [#cecenia](<https://twitter.com/hashtag/cecenia?src=hash>) intervista di [@soniamartina1](<https://twitter.com/soniamartina1>) a [@yurigu](<https://twitter.com/yurigu>) dopo il suo arresto [@CertiDiritti](<https://twitter.com/CertiDiritti>) <https://t.co/YoLk7Kui6K>
>
> — Radio Radicale (@RadioRadicale) [11 maggio 2017](<https://twitter.com/RadioRadicale/status/862602918234652672>)
### **Aggiornamento. Yuri è libero**
> Yuri è libero! Lo aspettiamo con ansia, grazie a [@bendellavedova](<https://twitter.com/bendellavedova>) e [@ItalyMFA](<https://twitter.com/ItalyMFA>). La battaglia x diritti umani in russia e in cecenia non finirà
>
> -- Certi Diritti (@CertiDiritti) [11 maggio 2017](<https://twitter.com/CertiDiritti/status/862664171384696832>)
«Siamo contenti che Yuri sia sano e salvo. Siamo contenti che questa azione abbia riportato al centro del dibattito gli orrori che si stanno consumando in Russia e in Cecenia. Vogliamo che quello che sta accadendo lì sia al centro dell'agenda. Ci appelleremo sempre più a osservatori e organizzazioni internazionali perché vengano rispettati anche lì i diritti umani. Il dibattito non può finire adesso, è il silenzio della comunità internazionale ad aver fatto sì che la violazione dei diritti umani diventasse nella Federazione Russa la normalità, purtroppo» hanno dichiarato dall'associazione Radicale Certi Diritti dando la notizia del rilascio di Guaiana.
*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| Yuri Guaiana e i gay torturati in Cecenia sotto lo sguardo connivente della Russia | La persecuzione degli omosessuali in Cecenia | 0.850337 | https://left.it/2017/05/11/yuri-guaiana-e-i-gay-torturati-in-cecenia-sotto-lo-sguardo-connivente-della-russia/ | https://www.ilpost.it/2017/04/12/la-persecuzione-degli-omosessuali-in-cecenia/ |
“Nel nostro Paese c'è **un problema con il dissenso** da molti anni, non è di adesso ed è andato sempre peggiorando". È parte del ragionamento che il fumettista e autore **Zerocalcare** , da sempre vicino all'attivismo e ai movimenti di protesta, ha fatto nel corso dell'intervista a Che tempo che, la trasmissione condotta da **Fabio Fazio** e in onda su la Nove. "Il problema è che oggi il dissenso è così poco ed è così tanto malvisto che ormai basta un **ragazzino di 16 anni** che lancia una latta di vernice sul muro che viene denunciato per associazione a delinquere. Penso che bisognerebbe riportare tutto a un pochino una normalità. E questo succede perché siamo **disabituati alla critica** , al metter in discussione quello che arriva dall’alto e fa sì che quando qualcuno lo fa sembra un rompiscatole o un bandito in qualche modo. Invece dovrebbe essere proprio **il motore del progresso** ”.
| Zerocalcare: "In Italia il dissenso è malvisto, siamo disabituati alla critica e a mettere in discussione quello che arriva dall'alto". Sul Nove | Junior reporter, educazione a scuola contro bullismo e cyberbullismo | 0.775206 | https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/06/zerocalcare-in-italia-il-dissenso-e-malvisto-siamo-disabituati-alla-critica-e-a-mettere-in-discussione-quello-che-arriva-dallalto/7537025/ | https://www.focusjunior.it/junior-reporter-news/junior-reporter-educazione-a-scuola-contro-bullismo-e-cyberbullismo/ |
Tra la fine di dicembre e i primi di gennaio l'Agenzia delle Entrate ha calcolato che ci saranno circa 200 scadenze fiscali per diverse categorie di contribuenti. La maggior parte di queste riguarderanno imprese, artigiani e professionisti. A dicembre saranno fondamentalmente [tre le date importanti](<http://www.cgiamestre.com/2014/09/dicembre-2014-ecco-le-principali-scadenze-fiscali/>).
[**Scadenze 16 dicembre**](<http://www1.agenziaentrate.gov.it/strumenti/scadenzario/main.php?entroil=16-12-2014&op=2>)
– Versamento [IVA mese di novembre](<http://www1.agenziaentrate.gov.it/strumenti/scadenzario/main.php?op=4&chi=10&cosa=26&come=3&entroil=16-12-2014>) – contribuenti mensili
– Versamento seconda rata [IMU](<http://www.quotidianofisco.ilsole24ore.com/art/dichiarazioni-e-adempimenti/2014-12-10/l-imu-imbarca-novita-2014-164111.php?uuid=AB39GoOC>) sugli immobili diversi dall’abitazione principale (per i calcoli vanno verificate le delibere del Comune in cui si trova l'immobile)
– Versamento seconda rata [TASI](<http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2014-12-14/tasi-e-imul-utilizzo-f24-o-bollettino-postale-132219.shtml?uuid=ABwgoeQC&nmll=2707#navigation>), la nuova imposta comunale che ha sostituito l’IMU sull’abitazione principale (per i calcoli vanno verificate le delibere del Comune in cui si trova l'immobile)
[**Scadenze 29 dicembre**](<http://www1.agenziaentrate.gov.it/strumenti/scadenzario/main.php?entroil=29-12-2014&op=2>)
– Versamento acconto IVA (i titolari di partita Iva dovranno calcolare e versare l’acconto sul saldo dovuto per l’anno 2014)
[**Scadenze 31 dicembre**](<http://www1.agenziaentrate.gov.it/strumenti/scadenzario/main.php?entroil=31-12-2014&op=2>)
– Imposta di registro annuale sulle locazioni dovuta da conduttore e proprietario
– TARI, imposta sui rifiuti
[Spiega](<http://www.corriere.it/economia/14_dicembre_14/tasse-200-scadenze-fine-anno-carica-cc3c0962-835e-11e4-a2cc-02f7f9acc66f.shtml>) poi il _Corriere della Sera_ : «Oltre ai versamenti, a dicembre scadranno anche i termini per la presentazione delle dichiarazioni fiscali tardive. Invece, 18 dicembre e 29 dicembre sono le due date per la dichiarazione dei sostituti d’imposta e modello Unico».
L'acronimo TASI sta per “Tassa sui Servizi Indivisibili” e serve a finanziare i servizi comunali come ad esempio la manutenzione stradale o l’illuminazione comunale. La TASI è una delle tre parti in cui è divisa la cosiddetta IUC, l’Imposta Unica Comunale: le altre due sono la TARI (la tassa sui rifiuti) e l’eventuale IMU su immobili diversi dall’abitazione prima casa di proprietà che resta in vigore (uffici, negozi, capannoni e così via). La TASI la devono quindi pagare i proprietari di prima casa. I proprietari di seconda casa aggiungono alla TASI anche l’IMU.
Come l’IMU, la TASI si calcola sulla base imponibile della rendita catastale della prima casa di proprietà: il prodotto fra l’ampiezza della casa e una tariffa calcolata dall’Agenzia del Territorio che varia da comune a comune, il tutto moltiplicato per un fattore relativo alla categoria catastale della propria casa. Di conseguenza non viene considerato il valore di mercato degli immobili al momento del pagamento: contano solo l’estensione della casa, il territorio dove è costruita e la sua “categoria catastale”.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
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*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Le tasse da pagare entro dicembre | Come funziona la sanatoria di Equitalia | 0.850293 | https://www.ilpost.it/2014/12/15/scadenze-fiscali-dicembre-tasse-da-pagare/ | https://www.ilpost.it/2014/01/24/sanatoria-equitalia/ |
Aleksandar Vučić (wikimedia)
Mentre Mosca sfrutta il malcontento serbo suscitato dal veto posto dalla Croazia su uno dei capitoli negoziali con l'UE, il premier serbo Vučić cerca di mantenere l’equilibrio e se la prende con Zagabria
15/12/2016 -
Dragan Janjić
Belgrado
Nello stesso momento in cui la Serbia a Bruxelles, con un mezzo successo, apriva nuovi capitoli negoziali con l’Unione europea, a Belgrado arrivava il capo della diplomazia russa Sergej Lavrov.
La sovrapposizione temporale di questi due eventi illustra bene la complicata posizione internazionale della Serbia, schiacciata tra Mosca da un lato e Bruxelles e Washington dall’altro.
Il governo di Belgrado si aspettava l’apertura dei capitoli 5, 25 e 26, ma la Croazia ha bloccato il capitolo 26, sostenendo che la Serbia non ha colmato gli impegni rispetto all’istruzione nelle lingue delle minoranze. Il blocco del capitolo 26 ha suscitato ira e malcontento a Belgrado, ma per Lavrov è stata una buona notizia, sapendo che Mosca continua ad aumentare la sua influenza nella regione, e che la Serbia è il più importante partner russo nei Balcani.
Durante la sua visita Lavrov ha insistito sul fatto che la Russia non ricatta la Serbia, mentre l’UE richiede a Belgrado di chiudere il centro umanitario russo-serbo di Niš. Bruxelles non è soddisfatta di questa struttura, utilizzata dall’aviazione russa, ma non esistono indicazioni evidenti che sia stato chiesto davvero alla Serbia di chiuderlo completamente. Il premier Aleksandar Vučić a seguito delle dichiarazioni di Lavorv ha precisato che dall’UE non ha ricevuto richieste di chiusura del centro di Niš, cosa che a Mosca non piacerà affatto.
Piazzando l’informazione su ipotetiche richieste di chiusura del centro di Niš, il capo della diplomazia russa ha evidentemente voluto suggerire all’opinione pubblica serba che la Russia nei confronti della Serbia si comporta diversamente dall’Occidente e non utilizza ricatti e ultimatum. Dal canto suo Vučić, dichiarando che dall’UE non è arrivato alcun ricatto, ha dimostrato di non voler sfruttare i recenti avvenimenti per avvicinarsi ancora di più alla Russia.
Russia
Nell’attuale situazione, il tentativo russo di imporsi con più forza nella regione è comprensibile e non comporta praticamente alcun rischio per Mosca. Tanto meglio se riesce a sfruttare politicamente il malcontento dei cittadini serbi e del governo di Belgrado rispetto al sostegno all’euro-integrazione ricevuto da Bruxelles, ritenuto insufficiente. Anche in caso di insuccesso Mosca non rischia nulla, visto che si è già garantita i propri interessi economici e politici in Serbia.
Vučić, senza dubbio la figura politica più influente del paese, cerca di mantenere l’equilibrio e per ora non sembra aver voglia di trasformare l’insoddisfazione sul sostegno che riceve da Bruxelles in un ulteriore avvicinamento alla Russia. In segno di protesta per il veto della Croazia sul capitolo 26, il premier serbo ha abbandonato Bruxelles dove avrebbe dovuto presenziare all’apertura dei capitoli negoziali, e ha puntato il fuoco delle critiche sulla Croazia, evitando di giudicare o attaccare gli altri membri dell’UE.
I partner di coalizione di Vučić hanno però mostrato un diverso atteggiamento. Il ministro degli Esteri e leader del Partito socialista serbo (SPS) Ivica Dačić, che ha fama di essere incline al rafforzamento delle relazioni con Mosca, non ha nascosto la propria soddisfazione e un largo sorriso durante l’incontro con Lavrov, sottolineando che la Russia non ha mai ricattato la Serbia. Ribadendo che la Serbia, per quanto riguarda l’apertura dei capitoli negoziali, non ha ottenuto quanto si aspettasse, Dačić ha sostenuto che la Croazia non riuscirebbe ad ostacolare da sola il percorso di avvicinamento di Belgrado all'UE.
La dichiarazione del capo della diplomazia serba suggerisce quindi che dietro il blocco ci siano paesi più potenti e più importanti della Croazia, il che significa che la decisione di bloccare il capitolo 26 non è casuale, né frutto del momentaneo capriccio di un piccolo paese ostile. In sostanza Dačić ha suggerito al pubblico serbo che è in atto un vero e proprio sabotaggio del percorso europeo della Serbia, cosa che influirà negativamente sul già debole euro-ottimismo del paese. Ciò non significa automaticamente l’aumento dell’influenza della Russia, ma apre comunque spazi per eventuali sviluppi in questa direzione.
Vučić
Al momento il premier serbo cerca di sviluppare le relazioni con la Russia, ma senza superare il punto in cui queste rischiano di danneggiare la posizione serba agli occhi dell’Occidente. Atteggiamento comprensibile, visto che l'equilibrio del governo, così come la stessa posizione internazionale della Serbia, dipendono profondamente dall’UE, suo principale partner economico. Per la Serbia è però importante mantenere buone relazioni anche con la NATO, e quindi ogni avvicinamento alla Russia va portato avanti con estrema cautela.
La mancanza di un pieno successo sull’apertura dei capitoli negoziali con Bruxelles nel momento in cui Lavrov si trovava in vista a Belgrado non gioca certo a favore di tali equilibrismi, motivo per cui Vučić ha motivi solidi per essere arrabbiato e nervoso. Il suo partner di coalizione Dačić al momento ha meno responsabilità da portare, e quindi può parlare più liberamente toccando le corde gradite alla maggioranza dell’elettorato nazionalista.
Vučić ha risolto la difficile situazione in cui si è trovato indirizzando la rabbia e il malcontento verso la vicina Croazia. Dopo che la ministra per l’Integrazione europea Jadranka Joksimović a Bruxelles aveva firmato i due capitoli accolti, Vučić ha tenuto a Belgrado una conferenza stampa dedicata interamente ad un duro attacco contro Zagabria.
Il premier ha confutato le accuse alla Serbia di non aver adempiuto agli obblighi sull’istruzione in lingua materna per la minoranza croata, facendo allo stesso tempo riferimento all’esodo di centinaia di migliaia di serbi dalla Croazia durante il conflitto degli anni Novanta e alla difficile condizione dei cittadini serbi che vivono oggi nel paese vicino. Allo stesso tempo Vučić ha detto che, nonostante tutto, la Serbia resta saldamente sul cammino europeo.
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| Serbia, il blocco della Croazia e la visita di Lavrov | L’agenda russa per la Serbia | 0.873957 | https://www.balcanicaucaso.org/aree/Serbia/Serbia-il-blocco-della-Croazia-e-la-visita-di-Lavrov-176395 | https://www.balcanicaucaso.org/aree/Serbia/L-agenda-russa-per-la-Serbia-175427 |
Umanità Nova - Archivio 2008 - art6001
Umanità Nova, n.26
del 5 luglio 2009,
anno 89
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Come in un romanzo d'appendice
Vent'anni di lotte, vent'anni di urla, vent'anni di accuse. E dopo
vent'anni, finalmente, si scopre che noi anarchici avevamo ragione.
Dopo essere passati per visionari, allarmisti, terroristi e chi
più ne ha più ne metta, siamo giunti al punto che
è vero: quel palazzo sta crollando a causa della speculazione
selvaggia.
Molti di voi lettori si ricorderanno l'antefatto: il 23 giugno dello
scorso anno, a tiro di Congresso IFA, ci fu il cedimento di uno dei
pilastri dell'ingresso del teatro, sottostante al salone del Germinal.
L'intero edificio venne evacuato e fummo costretti a rimediare
all'ultimo momento una diversa sede per permettere il regolare
svolgimento del congresso.
L'evacuazione del palazzo metteva, nuovamente, a rischio la permanenza
del gruppo Germinal all'interno della sua sede storica. Ci fu una
settimana di presidio ininterrotto, giorno e notte, di fronte
all'edificio durante la quale venne fatta una ulteriore intensa
campagna di informazione.
A quel punto, nessuno poteva più negare che quel fabbricato era
a rischio di crollo. Obbligato dagli eventi, il comune di Carrara emise
qualche timida ordinanza, badando più a non rompere il velo con
il quale ha da sempre, giunta dopo giunta, impacchettato, avvolgendo di
silenzio, chi sa se per incapacità o complicità, tutta la
devastazione che stava subendo il palazzo.
Nei giorni immediatamente successivi, viene fatto un primo intervento
provvisorio e d'urgenza per la messa in sicurezza del pilastro
collassato e vengono rafforzati i pilastri adiacenti, anch'essi
lesionati.
Dopo aver mal recepito l'ordinanza emessa dai vigili del fuoco, che
recita testualmente: "l'inagibilità deve essere mantenuta fino
alla realizzazione di una definitiva opera di consolidamento," il
comune riconcede l'agibilità.
Passa l'estate e, dopo aver colpevolmente sospeso il monitoraggio dei
pilastri, incarica un professore dell'università di Pisa di
redigere una perizia che viene consegnata il 25 febbraio di quest'anno,
ben otto mesi dopo. Da subito ci si rende conto del gioco sporco che si
vuole portare avanti. Il professor Bartelletti, l'emerito
dell'università di Pisa incaricato della valutazione, affibbia
la colpa ai mattoni: sono vecchi e malfatti. Incaricato dal Comune e
dalla Nuova Caprice, la società subentrata alla Caprice
originaria e responsabile degli abusi edilizi, non poteva fare miglior
lavoro per tentare di assolvere i veri colpevoli e addossare le
responsabilità a qualcosa di così lontano e astratto. Il
lavoro, poi, non è fatto neanche così bene; nel Comitato
cittadino che da anni lotta per la difesa del palazzo, e del quale
siamo promotori, sono attivi anche alcuni architetti e ingegneri che in
men che non si dica, smontano pezzetto per pezzetto la perizia. E'
incompleta, non suffragata da esami approfonditi e, soprattutto, non
tiene in minima considerazione i sovraccarichi del sottotetto,
responsabili dello schiacciamento dei pilastri. Da subito i vigili del
fuoco parlano, nei loro rapporti, di "cedimento da schiacciamento" e,
in italiano, questo significa una cosa: c'è qualcosa sopra che
pesa.
Noi continuiamo la nostra lotta di controinformazione al messaggio
che amministrazione comunale e proprietà vogliono far
passare: la colpa non è degli abusi edilizi, ma dei mattoni che
sono vecchi. E arriviamo a oggi.
La procura ha aperto un'indagine e incaricato dei periti â delle
Università di Genova e Parma â di effettuare le valutazioni
necessarie. Abbiamo avuto modo di seguire i sopralluoghi dei tecnici,
avvenuti anche nei locali del Gruppo Germinal-FAI, nel salone e in
quelli dell'Archivio Germinal. Quello che viene fuori è
sconcertante: nessuna opera di messa in sicurezza è stata fatta
(e questo lo sapevamo); i pilastri stanno continuando a cedere; a
quelli già lesionati se ne sono aggiunti altri; le crepe che si
vedono nei mattoni sono tutte da schiacciamento; il monitoraggio
è stato sospeso il 30 ottobre dello scorso anno e ripreso in
fretta e furia solo dopo un fax allarmante inviato dai vigili del fuoco
al comune a seguito del primo sopralluogo effettuato; anche i mattoni
nuovi stanno cominciando a cedere; le planimetrie â sulle quali
dovrebbe aver lavorato Bartelletti â consegnate dal comune ai periti
non corrispondono assolutamente allo stato attuale dell'edificio,
modificato dagli interventi fatti per creare appartamenti laddove prima
non c'erano, e i periti devono lavorare su planimetrie fatte da un
ingegnere del comitato; sempre sulle planimetrie, al genio civile non
esiste alcuna documentazione dei lavori di ristrutturazione eseguiti;
non esiste una perizia sismica, obbligatoria in caso di
ristrutturazione di un edificio vecchio (e noi siamo in zona 2).
Insomma, una situazione quasi tragica. Sicurezza a livello zero per un
palazzo di enorme cubatura situato nella zona centrale della
città, densamente frequentata. E tutto questo grazie
all'ingordigia degli avvoltoi dell'edilizia e al colpevole silenzio e
all'inettitudine delle amministrazioni comunali che fino a oggi non
sono intervenute per porre un limite a queste speculazioni.
E, finalmente, oggi anche i giornali locali, da sempre a fianco di
amministrazione e proprietà, sono obbligati dagli eventi a dire
le cose come stanno: le accuse della procura sono per abuso edilizio e
procurato crollo.
Dovremmo essere felici per questo, ci sono voluti vent'anni, ma alla
fine ci hanno dato ragione. Invece, purtroppo, non è
così. Lo scenario che si apre ora è preoccupante. Se
tutto avviene come deve avvenire, lo stabile verrà nuovamente
sgomberato. E non si sa per quanto. Il gruppo Germinal-FAI e l'Archivio
Germinal, saranno di nuovo messi fuori dalla loro sede. E questo non
per un evento naturale imprevedibile, ma a causa della colpevole
condotta delle amministrazioni che hanno da sempre omesso controlli e
verifiche, ignorando le nostre contestazioni, mettendo a rischio
l'incolumità di chi, nei dintorni del palazzo, ci vive, ci
lavora e ci si muove. Se non ci sarà una risposta decisa e seria
da parte dell'attuale amministrazione comunale che preveda una
soluzione definitiva e veloce al problema, colpendo i colpevoli,
sarà di nuovo lotta. Una lotta non solo per la propria sede, ma
contro questo sistema di sciacallaggio delle città, contro la
violenta appropriazione di spazi collettivi da parte di gruppi
affaristici e contro la convivenza politica/affari caratterizzante la
nostra vita sociale.
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>>>
>>> Un [articolo](<http://www.nytimes.com/2011/05/05/us/politics/05binladen.html>) pubblicato oggi sul New York Times fornisce qualche nuovo dettaglio riguardo il blitz dei Navy Seals che ha portato alla morte di Osama bin Laden ad Abbottabad, in Pakistan. Secondo la nuova ricostruzione l'assalto delle forze speciali, per quanto caotico e sanguinoso, è stato piuttosto unilaterale: oltre venti soldati americani si sono sbarazzati velocemente della manciata di uomini che proteggeva Osama bin Laden.
>>>
>>>> Funzionari dell'amministrazione hanno detto che soltanto all'inizio dell'operazione le forze speciali sono state attaccate, quando il corriere di Osama bin Laden, Abu Ahmed al-Kuwaiti, ha aperto il fuoco da dietro la porta di una dependance adiacente alla casa dove si nascondeva il leader di Al Qaida. I Navy Seals hanno ucciso allora Kuwaiti e una donna che si trovava con lui, e da quel momento non sono più stati oggetto di colpi di arma da fuoco.
>>>
>>> Questo resoconto, fornito al New York Times da alcuni funzionari dell'amministrazione, diverge da quanto fornito martedì dal portavoce della Casa Bianca, secondo cui i Navy Seals "sono stati coinvolti in una sparatoria durante l'operazione". Leon Panetta, il direttore della CIA, in un'intervista alla PBS ha detto che "c'è stata qualche sparatoria durante l'operazione all'interno dell'edificio".
>>>
>>> Le fonti del New York Times hanno detto che, dal momento che le forze speciali sono state sotto attacco appena arrivate nell'edificio, hanno dato per scontato che ogni altra persona sul posto fosse armata o comunque da considerarsi ostile e pericolosa.
>>>
>>>> Una volta entrato nell'edificio, il commando ha visto il fratello del corriere che si stava preparando a usare un'arma. Gli hanno sparato e lo hanno ucciso. Successivamente, mentre si aprivano la strada verso i piani superiori dell'edificio, hanno ucciso un figlio di bin Laden, Khalid, che si stava lanciando addosso ai membri delle forze speciali americane. Al piano più alto i Navy Seals sono entrati in una stanza: lì hanno visto Osama bin Laden con un fucile AK-47 e una pistola Makarov a portata di mano. Gli hanno sparato e lo hanno ucciso, ferendo una donna che era con lui.
>>>
>>> Con la sparatoria conclusa e bin Laden morto, le forze speciali hanno raccolto vario materiale, sequestrando circa un centinaio tra penne USB e DVD, dieci hard disk e cinque computer, nonché alcune pile di documenti in formato cartaceo. La Casa Bianca ha deciso di non fornire ulteriori dettagli riguardo l'operazione, dicendo che ogni informazione in più rispetto a quelle già date potrebbe compromettere la possibilità dei militari di portare avanti simili operazioni in futuro.
>>>
>>> foto: AAMIR QURESHI/AFP/Getty Images
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Il nuovo racconto dell'attacco contro bin Laden | Il capo dell'ISIS è morto durante un raid mirato degli Stati Uniti | 0.871294 | https://www.ilpost.it/2011/05/05/il-nuovo-racconto-dellattacco-contro-bin-laden/ | https://www.ilpost.it/2022/02/03/biden-ucciso-isis/ |
>>
>> Se i sistemi sanitari italiani di fatto sono 21, quelli delle 19 regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano, i sistemi informatici sanitari con cui ci si può ritrovare ad avere a che fare, direttamente o indirettamente, sono molti di più. In questi nove mesi di epidemia da coronavirus, le manifestazioni di questa frammentazione sono state tante, ed è diventato evidente a molti quello che di cui prima avevano percezione in pochi: non è una frammentazione che si sviluppa soltanto su base regionale, ma anche all'interno delle stesse ASL, addirittura degli stessi ospedali.
>>
>> I dati sanitari di chi vive in Italia, dai referti degli esami del sangue ai dettagli su quel ricovero ospedaliero di qualche anno fa, dallo storico delle terapie farmacologiche alle vaccinazioni fatte, sono sparpagliati, registrati in formati diversi e spesso difficili da consultare non soltanto per i pazienti, ma anche per i medici di famiglia, per gli specialisti, per gli ospedali. Oppure per circa un terzo degli italiani sono raccolti nel Fascicolo Sanitario Elettronico, che però – almeno per il momento – è uno strumento per l'assistenza individuale al paziente che non può essere usato per scopi collettivi.
>>
>> Della farraginosità dei sistemi informativi – un termine [più appropriato rispetto a “sistemi informatici”](<https://www.adacom.it/2014/05/sistema-informativo-sistema-informatico/>) – della sanità italiana si è accorto chi ha dovuto prenotare online un tampone su siti che andavano continuamente offline, chi ha atteso per giorni un SMS dell'ASL dopo aver ricevuto il referto positivo di un tampone, o chi si è ritrovato nella kafkiana situazione di essere in una regione diversa da quella del proprio medico di famiglia durante il lockdown. Oppure non si è accorto di niente di tutto questo: perché in Italia ci sono anche posti dove questi sistemi funzionano bene e dialogano efficientemente tra di loro.
>>
>> **– Leggi anche:** [L’indice Rt sta diventando meno affidabile?](<https://www.ilpost.it/2020/11/18/indice-rt-coronavirus/>)
>>
>> «La frammentazione del patrimonio informativo su un paziente è tale per cui non si riesce ad avere un quadro completo sul suo conto: tra strutture diverse, ma anche all'interno della stessa struttura e ancora di più nella medicina territoriale, che spesso non ha possibilità di condividere le informazioni col resto del sistema sanitario» spiega Fabrizio Massimo Ferrara, docente di Informatica e Sistemi informativi all'Università Cattolica del Sacro Cuore e coordinatore scientifico del Laboratorio sui sistemi informativi sanitari dell’ALTEMS (Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari).
>>
>> Il problema è che qualunque sistema informatico di un'azienda sanitaria è formato normalmente da tante applicazioni diverse, costruite seguendo quella che viene spesso definita “logica a silos”: cioè per compartimenti stagni che raccolgono al loro interno informazioni legate alla propria specialità clinica, ma che poi dialogano tra loro con fatica, quando dialogano. «Spesso non è niente di più di una posta elettronica un po' organizzata» dice Ferrara.
>>
>> È il motivo per cui, in gran parte degli ospedali, i dati sul coronavirus sono stati raccolti a mano in infinite tabelle di Excel, in mancanza di piattaforme dedicate, condividendole via mail. Ed è stato evidente per i medici di famiglia che hanno dovuto o devono ancora comunicare le segnalazioni alle ASL per posta elettronica o per telefono: aumentando drasticamente la possibilità di errori dovuti a procedure un po' manuali e un po' automatiche, come nel caso delle [centinaia di mail di segnalazioni perse](<https://www.lastampa.it/torino/2020/04/15/news/perse-le-mail-dei-medici-di-base-centinaia-di-casi-sospetti-di-coronavirus-svaniti-1.38719740>) a un certo punto alla ASL di Torino.
>>
>> «Il processo di informatizzazione e digitalizzazione frammentato deriva da un mercato che anziché lavorare sui grandi progetti tende a vendere software e hardware a livello locale» spiega Mauro Moruzzi, esperto di e-Health e ideatore del Fascicolo Sanitario Elettronico. Per questo ogni regione ha i suoi sistemi informatici, alcuni più efficienti di altri. Quando è arrivato il momento di affiancare a questi sistemi una piattaforma nazionale, come quella che registra le segnalazioni su Immuni, sono emersi insormontabili problemi di integrazione.
>>
>> **– Leggi anche:** [Immuni non sta funzionando, ma potrebbe](<https://www.ilpost.it/2020/10/28/immuni-notifica/>)
>>
>> Software molto specifici e dati raccolti in formati non standardizzati significa che spesso, anche volendo innovare i sistemi, le aziende sanitarie sono vincolate a rimanere con il fornitore originario, per non perdere i dati o per evitare i costi del loro trasferimento. In molti casi, il miglioramento dell'efficienza dei servizi ha coinciso con una loro ulteriore complessità, invece che con una maggiore integrazione con applicazioni e sistemi diversi.
>>
>> Nel frattempo i dati sanitari continuano ad aumentare, a essere catalogati in posti diversi, e la loro riorganizzazione diventa sempre più complicata: con evidenti conseguenze sull'efficienza e l'efficacia dell'assistenza sanitaria, perché aumenta il rischio di errori nei passaggi di consegne che ci sono nella cura di un paziente. Ma anche sul carico di lavoro degli operatori, e quindi sui costi complessivi della sanità.
>>
>> **– Leggi anche:** [Anche il 118 è in emergenza](<https://www.ilpost.it/2020/11/17/118-emergenza-coronavirus/>)
>>
>> Non è soltanto una questione di strumenti tecnologici. Anzi, per molti esperti quello è un problema secondario. Intervenendo a [un incontro organizzato dal sito _VareseNews_](<https://youtu.be/NfDU5JXpaq8?list=PLIYAinP8j-slUd0vGU7S8Gzjsd84ocnJL&t=6311>) Umberto Rosini, responsabile dei sistemi informativi per la Protezione Civile, l'uomo che concretamente gestisce la raccolta dei dati quotidiani sull'epidemia, ha spiegato che oltre alle infrastrutture «manca la formazione delle persone che devono andare a caricare il dato».
>>
>> «È una questione di conoscenza del dato e di saperlo gestire: noi possiamo mettere su qualsiasi struttura, qualsiasi collegamento tra le amministrazioni, ma di fatto quel dato deve essere inserito lì da qualcuno». Il fattore umano è «importantissimo» secondo Rosini, e la formazione del personale è ancor più fondamentale delle risorse tecnologiche, che a suo avviso ci sarebbero. «Non abbiamo un sensore che non appena un paziente viene adagiato su un letto inserisce su un database un +1».
>>
>> La pandemia ha provocato una generale accelerazione del ricorso al digitale nella sanità, che si è concretizzata principalmente nell'utilizzo della telemedicina, cioè nell'erogazione di prestazioni sanitarie – principalmente visite – a distanza. «Prima del Covid di fatto in nessuna regione si era esplorata con continuità la telemedicina. C'erano delle esperienze pilota, soprattutto nel Nord Est, ma nessuna regione aveva messo delle linee guida specifiche, nonostante il ministero della Salute avesse pubblicato quelle nazionali già nel 2014» spiega Francesco Petracca, ricercatore del CERGAS dell'università Bocconi. «Ad oggi, ad aver recepito e adattato quelle linee guida sono ancora soltanto nove regioni».
>>
>> Ma riorganizzare e innovare i sistemi informativi della sanità è una questione più complessa. Secondo Moruzzi, questo processo deve necessariamente passare dal Fascicolo Sanitario Elettronico, raro caso di struttura digitale presente in tutta Italia: almeno in potenza, visto che alcune regioni devono ancora attivarlo pur avendo da anni a disposizione la struttura. È il posto in cui già 22 milioni di italiani possono consultare i referti degli esami del sangue, ricevere le ricette elettroniche dal medico di base e fare tante altre operazioni in modo semplice e nello stesso posto.
>>
>> «È un sistema basato su tanti nodi sparsi in tutte le aziende sanitarie, intercettati da _repository_ regionali che poi si collegano anche a un sistema nazionale» spiega Moruzzi, secondo cui un potenziamento del FSE avrebbe potuto aiutare anche nella sorveglianza epidemiologica. Estraendo anonimamente i dati dai fascicoli, si sarebbero potute creare delle mappe delle fragilità fisiche degli italiani, in modo da individuare demograficamente e territorialmente le fasce più a rischio.
>>
>> Quest'operazione però [è molto complessa](<https://www.agendadigitale.eu/sanita/lotta-al-covid-fascicolo-sanitario-elettronico-arma-eccezionale-cosa-serve-per-usarlo-bene/>), per stessa ammissione di Moruzzi. Il FSE rimane principalmente uno strumento per la cura individuale del paziente, secondo Petracca. Un fascicolo unico, per l'appunto, con tutti i documenti sanitari che riguardano il cittadino. Documenti peraltro spesso in PDF, leggibili da software appositi, ma con una certa percentuale di rischio d'errore che complica la raccolta e l'utilizzo dei dati sulla collettività, ricorda Ferrara: «non è uno strumento di gestione, ma di consultazione».
>>
>> Secondo Ferrara, i necessari interventi di riorganizzazione dei sistemi informativi sanitari dovrebbero auspicabilmente partire da direttive nazionali, ma inevitabilmente «passano dalle sensibilità delle singole aziende». Le strategie di innovazione difficilmente riguarderanno «soluzioni monolitiche di un unico fornitore», piuttosto saranno soluzioni che manterranno i sistemi già utilizzati ma integrandoli tra loro, organizzando i dati raccolti in modo che siano standardizzati e di proprietà dell'azienda sanitaria e non del fornitore informatico.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| La sanità italiana è frammentata, la sanità digitale ancora di più | I medici di famiglia sono in grandi difficoltà | 0.826592 | https://www.ilpost.it/2020/11/23/sanita-digitale-italia/ | https://www.ilpost.it/2020/03/19/coronavirus-medici-famiglia-italia/ |
C'è un modo semplicissimo per scollegare il benefare dei ricchi e collegare il fare bene alla comunità: un'imposta europea per i grandi patrimoni. La proposta è stata scritta non molto tempo fa da [Oxfam](<https://www.oxfamitalia.org/lagrandericchezza/#:~:text=milioni%20di%20euro.-,La%20quota%20di%20ricchezza%20nazionale%20detenuta%20da%20tale%20gruppo%20apicale,20%2C9%20milioni%20di%20euro.>) e prevede l'istituzione di un'imposta europea sui grandi patrimoni, che in Italia, a titolo esemplificativo, potrebbe essere rivolta al solo 0,1% più ricco della popolazione con un patrimonio netto individuale sopra i 5,4 milioni di euro.
L’imposta progressiva sui grandi patrimoni potrebbe generare risorse considerevoli per l’Unione europea. A seconda dei destinatari e di come sarà strutturata, gli introiti potrebbero attestarsi tra 150 miliardi e 213 miliardi di euro all’anno. Il potenziale gettito per l’Italia sarebbe di 13,2 – 15,7 miliardi di euro all’anno, se ad essere tassato fosse lo 0,1% dei contribuenti più ricchi; 23 miliardi di euro all’anno, se si considerasse lo 0,5% più facoltoso dei nostri connazionali e le aliquote marginali replicassero quelle dell’imposta in vigore in Spagna. Le entrate erariali potrebbero essere anche più consistenti, se si aumentasse il grado di progressività dell’imposta, introducendo ad esempio un maggior numero di scaglioni e ricorrendo, in corrispondenza, ad aliquote marginali più elevate.
Nel 2021 due terzi dei rispondenti italiani a un sondaggio, commissionato all’istituto di ricerca di mercato _Glocalities,_ dal network dei multi-milionari _Millionaires for Humanity_ e da _Tax Justice Italia,_ si è espresso favorevolmente su un’imposta dell’1% sui patrimoni netti superiori a 8 milioni di euro, il cui gettito fosse destinato al finanziamento della ripresa post-pandemica e alle famiglie più bisognose.
Altro che beneficenza.
Buon mercoledì.
*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| Fare bene, non beneficenza | Questa è una rapina: storia di 400 miliardi offshore | 0.827359 | https://left.it/2023/12/20/fare-bene-non-beneficenza/ | https://altreconomia.it/questa-e-una-rapina-storia-di-400-miliardi-offshore/ |
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> Molti dei giornali nazionali oggi hanno in prima pagina un articolo su Marella Agnelli, vedova di Gianni Agnelli, [morta ieri a 92 anni](<https://www.ilpost.it/2019/02/23/marella-agnelli-morta/>). Il _Corriere della Sera_ apre con un'intervista al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che assicura che il governo non cadrà dopo le elezioni europee, contrariamente a quanto sostenuto dall'agenzia di rating Fitch nei giorni scorsi, mentre _Repubblica_ ha in apertura un'intervista al presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. Tra le altre notizie ci sono il [voto di oggi in Sardegna](<https://www.ilpost.it/2019/02/23/elezioni-sardegna-candidati-sondaggi/>) e i danni del [maltempo al Centro e al Sud Italia](<https://www.ilpost.it/2019/02/23/danni-maltempo-vento-centro-sud/>). I giornali sportivi parlano soprattutto di calcio, con la vittoria della Roma contro il Frosinone e l'attesa per la riscossa della Juventus in Serie A dopo la sconfitta in Champions League, ma anche della [vittoria di Sofia Goggia](<https://www.ilpost.it/2019/02/23/sofia-goggia-discesa-libera-crans-montana/>) nella prova di discesa libera della Coppa del Mondo a Crans Montana.
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> [ ](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/corriere-della-sera-24_1/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/corriere-della-sera-24_1/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/la-repubblica-24-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/la-stampa-24-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/il-messaggero-24-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/ilfatto-21/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/il-giornale-24-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/il-sole-24-ore-24-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/libero-2324/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/verita-695/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/manifesto-1544/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/iltempo-69/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/il_mattino-635/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/il_gazzettino-607/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/avvenire-1800/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/l_osservatore_romano-40/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/iltirreno-95/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/il_secolo_xix-643/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/giornale_di_sicilia-1165/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/ilcentro-120/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/l_unione_sarda-536/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/la_gazzetta_del_mezzogiorno-576/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/lanuovaferrara-54/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/lanuovasardegna-47/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/lpiccolo_trieste/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/mattinopadova-76/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/corriere_dello_sport-1884/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/gazzetta-242/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/libero-2325/>) [](<https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/tuttosport-2430/>)
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Le prime pagine di domenica 24 febbraio 2019 | Le prime pagine di lunedì 4 luglio 2022 | 0.926067 | https://www.ilpost.it/2019/02/24/le-prime-pagine-di-oggi-2077/ | https://www.ilpost.it/2022/07/04/le-prime-pagine-di-oggi-3210/ |
Sinan Antoon
Rapsodia irachena
Feltrinelli, 104 pagine, 10 euro
Non sappiamo quanto ci sia di personale in questo breve romanzo, ma tutto è credibile e durissimo. L’autore è un cinquantenne, emigrato negli Stati Uniti dopo la prima guerra del Golfo, che insegna letteratura araba. Si parte dal manoscritto di un prigioniero – un genere non nuovo, si potrebbe dire, aggiungendo un “purtroppo” – ritrovato e analizzato dai suoi carcerieri anche nelle sue “deviazioni” letterarie, perché il regime e il suo super leader vigilano anche sulla grammatica. Una sorta di diario orwelliano, nell’ambizione dichiarata di scrivere un corrispettivo iracheno di
1984
. Gli anni tornano, il manoscritto è ritrovato, si dice, nel 1989. Narra di come hanno vissuto i giovani sotto la dittatura, ed è anche una storia d’amore dello studente che l’ha scritto con una coetanea e d’attesa di rivedere un amico, chissà se davvero amico. Non si apprende più di quel che si può immaginare o che non si sappia già, ma la scrittura è nervosa e abile, forse anche troppo; l’autore è un esperto di letteratura irachena e non solo, e insegna negli Stati Uniti. Un buon libro in certe parti volutamente agghiacciante, con il solo limite, diciamo così, professionale e geografico, perché molti sono gli scrittori che hanno visto e vissuto l’orrore e lo narrano da un occidente protetto, dove tuttavia incombe l’eterna “struggle for life”.
Questo articolo è uscito sul
numero 1431
di Internazionale, a pagina 88.
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| Guardando l’orrore da lontano | La ballata delle anime inutili | 0.823964 | https://www.internazionale.it/magazine/goffredo-fofi/2021/10/14/guardando-l-orrore-da-lontano | https://www.internazionale.it/magazine/eva-kristin-urestad-pedersen/2024/04/24/la-ballata-delle-anime-inutili |
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> La mattinata di domenica sarà piovosa e nuvolosa su gran parte della penisola. Può contare su un po’ di sole soltanto chi è in Piemonte, in Toscana, in Liguria e in alcune zone fortunate di Sardegna e Sicilia. Nel pomeriggio andrà peggiorando quasi ovunque: chi la mattina aveva sole avrà nuvole o pioggia, chi aveva pioggia è meglio che si chiuda in casa perché ci saranno temporali che fanno sul serio. Sull’appennino tosco-emiliano nevicherà, comunque, quindi non lamentatevi. La sera sarà democraticamente brutta ovunque, nella notte il cielo tornerà sereno a Nordovest e nelle isole, ma pioggia e nuvole persisteranno, altrove.
>
> [ ](<https://www.ilpost.it/2019/05/11/meteo-previsioni-domenica-12-maggio/mattina-126/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2019/05/11/meteo-previsioni-domenica-12-maggio/mattina-126/>) Mattina [](<https://www.ilpost.it/2019/05/11/meteo-previsioni-domenica-12-maggio/pomeriggio1/>) Pomeriggio [](<https://www.ilpost.it/2019/05/11/meteo-previsioni-domenica-12-maggio/sera1/>) Sera [](<https://www.ilpost.it/2019/05/11/meteo-previsioni-domenica-12-maggio/notte-182/>) Notte
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> **Le previsioni meteo per Roma**
> La giornata di domani a Roma sarà una di quelle giornate in cui arrendersi e trovarsi un’attività indoor: pioverà e sarà nuvolo praticamente sempre, e per tutta la giornata ci sarà la possibilità che si verifichino quelli che chi è del settore chiama “fenomeni intensi”. Farà anche freddino, per soprammercato.
>
>
> **Le previsioni meteo per Milano**
> A Milano andrà poco meglio che a Roma: il cielo rimarrà coperto tutto il giorno, ma non pioverà e nel pomeriggio le temperature dovrebbero alzarsi abbastanza da permettervi almeno una passeggiata.
>
>
> _Le mappe e le previsioni arrivano dal[sito dell’Aeronautica Militare](<http://www.meteoam.it/>), quello che dovete visitare se volete previsioni affidabili (e leggermente aggiornate rispetto a quelle di questo articolo) e [stare alla larga](<https://www.ilpost.it/2017/08/09/meteo-siti-per-informarsi-previsioni/>) da __allarmismi inutili._
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
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| Meteo: le previsioni per domani, domenica 12 maggio | Le previsioni meteo per domani, sabato 12 ottobre | 0.939287 | https://www.ilpost.it/2019/05/11/meteo-previsioni-domenica-12-maggio/ | https://www.ilpost.it/2019/10/11/meteo-domani-sabato-12-ottobre-weekend/ |
31 dicembre 2014 14:03
Nel 2004 il Gruppo redattori iconografici nazionale (
Grin
) ha istituito un premio dedicato ad Amilcare G. Ponchielli, il primo photo editor italiano, con l’obiettivo di sostenere la realizzazione di un progetto fotogiornalistico.
Per festeggiare i dieci anni del premio, il Grin sta lavorando a una grande mostra alla galleria San Fedele di Milano, prevista per marzo 2015. Per poter realizzare la mostra, il Grin ha lanciato una campagna di
crowdfunding
.
La casa editrice Contrasto, con il sostegno di GTech, ha pubblicato il libro che raccoglie le immagini dei vincitori, i testi di Michele Smargiassi e dei direttori di giornali che nel corso degli anni hanno presieduto le giurie: Carlo Verdelli, Valeria Corbetta, Fiorenza Vallino, Andrea Monti, Paolo Pietroni, Giovanni De Mauro, Michele Lupi, Giuseppe Di Piazza, Mario Calabresi, Ferruccio de Bortoli.
La prima edizione del premio Ponchielli, nel 2004, è stata vinta da Alessandro Scotti, che ha presentato la parte iniziale di una vasta ricerca sulle droghe nel mondo. Sono poi seguiti Giorgia Fiorio, Massimo Siragusa, Lorenzo Cicconi Massi, Paolo Woods, Martina Bacigalupo, Andrea Di Martino, Guia Besana, Tommaso Bonaventura e Alessandro Imbriaco, e infine Fabio Bucciarelli.
Fotografia
| Dieci fotografi in mostra per i dieci anni del premio Ponchielli | Buona la prima! | 0.787022 | https://www.internazionale.it/opinione/elena-boille/2014/12/31/dieci-fotografi-in-mostra-per-i-dieci-anni-del-premio-ponchielli | https://www.doppiozero.com/buona-la-prima |
[ Caracas, Venezuela ](<https://www.ilpost.it/2022/01/18/martedi-18-gennaio/caracas-venezuela-77/> "vai alla fotogallery") [Caracas, Venezuela](<https://www.ilpost.it/2022/01/18/martedi-18-gennaio/caracas-venezuela-77/>) Caracas, Venezuela [Melbourne, Australia](<https://www.ilpost.it/2022/01/18/martedi-18-gennaio/melbourne-australia-96/>) Melbourne, Australia [Hong Kong](<https://www.ilpost.it/2022/01/18/martedi-18-gennaio/hong-kong-647/>) Hong Kong [Giacarta, Indonesia](<https://www.ilpost.it/2022/01/18/martedi-18-gennaio/giacarta-indonesia-90/>) Giacarta, Indonesia [Qasr el Yahud, Cisgiordania](<https://www.ilpost.it/2022/01/18/martedi-18-gennaio/israel-palestinians-epiphany/>) Qasr el Yahud, Cisgiordania [Brasilia, Brasile](<https://www.ilpost.it/2022/01/18/martedi-18-gennaio/brazil-protest-32/>) Brasilia, Brasile [Tullamore, Irlanda](<https://www.ilpost.it/2022/01/18/martedi-18-gennaio/funeral-of-ashling-murphy-takes-place-in-county-offaly/>) Tullamore, Irlanda
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
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| Martedì 18 gennaio | Venerdì 18 agosto | 0.940841 | https://www.ilpost.it/2022/01/18/martedi-18-gennaio/ | https://www.ilpost.it/2023/08/18/venerdi-18-agosto-2/ |
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>>> Oggi ho fatto sega al film in concorso del mattino perché, incuriosito dalla trama, sono andato a vedere The Myth Of American Sleepover, una delle opere della semaine de la critique. Si tratta di un teen movie americano, tipica storia di ragazzi che nell'ultima notte d'estate, topicamente chiamate Sleepover night (in cui si fanno tutti pigiama party), cercano di perdere la verginità. La cosa incredibile del film è che non si tratta di una commedia ma anzi di un dramma intimista molto autoriale, una cosa come American Pie girato da Ingmar Bergman. L'effetto è straniante ma anche incredibilmente veritiero. Tutti quei miti americani che ci arrivano dalla tv (come quella cosa di andare a tirare i rotoli di carta igienica sugli alberi) sono visti nella loro complessità resituendogli, finalmente, un senso vero e non superficiale. Il racconto è corale e non tutti i ragazzi faranno sesso come vorrebbero ma quasi tutti avranno esperienze sentimentali che si ricordano per una vita.
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>>> Dopo il primo film sono andato in cerca di gommisti scoprendo che a Cannes non ce ne sono. Non ci sono banche e non ci sono gommisti, forse sostituiti da ristoranti e negozi di gioielli. Il motivo della mia ricerca era ovviamente il fatto che avevo bucato la sera precedente e non mi va di affrontare il viaggio della speranza per tornare a Roma senza avere una ruota di scorta. Solo il GPS del telefono è riuscito a farmi trovare l'unico gommista nel raggio di 10 Km. "No nuvò! Reparé!" ho spiegato con un francese da critico dei Cahiers du cinema al molto poco raffinato gommista locale (dotato di sigaretta in bocca regolamentare). Il gommista, forte della sua unicità, mi ha mostrato il chiodo conficcato nella gomma e non ha aggiunto altro. Anche io non ho aggiunto altro e me ne sono andato conscio di dover sfidare la fortuna.
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>>> Nel pomeriggio sono andato ad un appuntamento fissato ad inizio festival con i responsabili di In three, società che converte i film da 2D a 3D (si chiama "dimensionalizing"). Quando un regista gira in due dimensioni e poi vuole portare il film in 3D intervengono loro e anche quando Lucas vuole far riuscire al cinema Guerre Stellari in 3D ci pensano loro. Spesso il risultato è pessimo (vedi Alice nel paese delle meraviglie 3D) spesso è pregevolissimo (vedi G-Force).
> Tra le varie domande ho anche chiesto tra quanto ci libereremo degli occhialini e mi hanno dato la stessa risposta che mi diede Jeffrey Katzenberg (capo della Dreamworks Animation) 2 anni fa: 10 anni. Quando gli ho fatto notare che da due anni a questa parte ogni volta che faccio questa domanda mi si risponde sempre "10 anni", ridendo in maniera grassa come solo gli americani sanno fare il mio intervistato mi ha confessato: "In verita' non ci siamo nemmeno vicini!! AHAHAHAHA!".
>>>
>>> In giornata arriva la notizia che Jean-Luc Godard non sara' al festival sebbene in concorso ci sia il suo ultimo film intitolato proprio Film Socialisme. Il comunicato ufficiale sostiene che le motivazioni siano "la stanchezza e la mancanza di desiderio di essere a Cannes" e che poi il regista abbia aggiunto "ma non c'è nulla che desidererei di piu' di stare a Cannes". Nonostante sembri di piu' erano solo 2 anni che Godard non faceva un film e forse 20 anni che non ne fa uno che poi esca anche in Italia. Per motivi di accavallamenti non lo vedrò e me ne dispiace (nonostante sia senza sottotitoli per precisa volonta' dell'autore). Tornare a Roma e poter dire con snobismo: "Ho visto l'ultimo di Godard", magari indossando un maglione a collo alto, mi avrebbe fatto sentire negli anni '60.
>>>
>>> In serata ad un party indetto dall'organizzazione delle Giornate degli Autori (sezione del Festival di Venezia) vedo alcuni dei piu' boriosi critici italiani che ballano musica da discoteca palesemente alticci. Domani durante la proiezione delle 8 mi voglio girare e controllare se dormono o meno.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
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*[) ]: Rigore
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*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Cose che ho visto a Cannes/5 | Cose che ho visto a Cannes/7 | 0.855008 | https://www.ilpost.it/2010/05/18/cose-che-ho-visto-a-cannes5/ | https://www.ilpost.it/2010/05/20/cose-che-ho-visto-a-cannes7/ |
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Questo articolo è uscito sul
numero 1434
di Internazionale, a pagina 114.
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| Leggere L’Essenziale | Questa notte non sarà breve | 0.693667 | https://www.internazionale.it/magazine/2021/11/04/leggere-l-essenziale | https://www.internazionale.it/magazine/zerocalcare/2024/03/07/questa-notte-non-sara-breve |
Tito Vilanova, che era stato fino a un anno fa allenatore della squadra di calcio del Barcellona, [è morto ](<http://www.bbc.com/sport/0/football/27159955>)per un cancro a 45 anni. Si era dimesso nel luglio scorso per curarsi. Il [sito](<http://www.fcbarcelona.com/football/first-team/detail/article/tito-vilanova-eternally-remembered>) della squadra del Barcellona si apre col titolo "Tito, ricordato in eterno". Vilanova aveva preso il posto del noto allenatore Josep Guardiola, di cui era stato l'assistente, nell aprile del 2012: gli lasciò una delle squadre più forti di tutti i tempi, con la quale aveva vinto 13 trofei in quattro anni. A Vilanova era stato diagnosticato un cancro alla parotide sin dalla fine del 2011.
[ ](<https://www.ilpost.it/2014/04/25/tito-vilanova-morto/tito-vilanova-5/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2014/04/25/tito-vilanova-morto/tito-vilanova-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/04/25/tito-vilanova-morto/tito-vilanova-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/04/25/tito-vilanova-morto/tito-vilanova-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/04/25/tito-vilanova-morto/tito-vilanova-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/04/25/tito-vilanova-morto/tito-vilanova/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/04/25/tito-vilanova-morto/fbl-eur-c1-barcelona-bayern/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/04/25/tito-vilanova-morto/fc-barcelona-v-real-valladolid-cf-la-liga/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/04/25/tito-vilanova-morto/fbl-esp-liga-barcelona-training/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/04/25/tito-vilanova-morto/tito-vilanova-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/04/25/tito-vilanova-morto/tito-vilanova-7/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/04/25/tito-vilanova-morto/tito-vilanova-8/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/04/25/tito-vilanova-morto/tito-vilanova-9/>)
Vilanova, il cui vero nome è Francesc Vilanova i Bayó, era nato il 17 settembre 1969 a Girona, in Spagna. Era un ex calciatore del Barcellona, dove però aveva giocato solo nelle giovanili. Poi, dopo due anni da professionista giocati nel Barcellona B (la squadra giovanile più importante), non fu promosso in prima squadra e fu venduto. Fu un discreto centrocampista centrale: durante la sua carriera ha giocato in diverse squadre spagnole, tra cui Figueres, Celta, Badajoz e Mallorca, quasi sempre in seconda divisione, la nostra Serie B; in Liga (la prima divisione spagnola) giocò solo 28 partite in tre anni.
Dopo aver smesso di giocare, allenò piccole squadre come Palafrugell, Figueres e Terrassa. Nel 2007, fu poi ingaggiato dal Barcellona B come assistente di Josep Guardiola. I due avevano un legame molto stretto e per questo motivo la società decise di affidargli la guida della squadra, nonostante non avesse praticamente esperienza da primo allenatore. Durante l'unico anno da allenatore del Barcellona, Vilanova riuscì a far vincere alla squadra il campionato dopo che la stagione precedente era stato vinto dal Real Madrid: perse solo due partite su 38 e riuscì a mettere insieme 100 punti, eguagliando il record dell'anno precedente stabilito dal Real. Con Vilanova la squadra mantenne lo stile di gioco impostato da Guardiola basato - semplificando molto - su un prolungato possesso della palla. L'unico momento storto della stagione accadde nella semifinale di Champions League, quando il Barcellona venne eliminato dal Bayern Monaco, dopo due partite in cui perse rispettivamente 4-0 e 3-0.
Vilanova - che già da gennaio a marzo del 2013 si sospese dall'incarico a causa di alcune cure - aveva con la squadra un contratto di due anni, che alla fine della stagione 2012-2013 [aveva detto](<http://www.espn.co.uk/football/sport/story/302627.html>) di non poter rispettare a causa delle sue condizioni di salute. Lasciò l'incarico il 19 luglio 2013: venne sostituito quattro giorni più tardi dall'argentino Gerardo Martino, che tuttora allena la squadra.
Éric Abidal – il difensore francese a cui venne diagnosticato un tumore al fegato nel 2011, proprio quando giocava nel Barcellona – ha pubblicato su Twitter un messaggio dedicato a Tito Vilanova: “Per tutto quello che abbiamo vissuto insieme, ti ricorderò per sempre amico. Grazie per la lotta. Il mio amore e il mio sostegno alla famiglia”.
> Por todo lo vivido juntos, siempre te recordaré amigo,DEP. Gracias por la lucha. Mi cariño y apoyo a su família.Abi22 [pic.twitter.com/GBwgRAvxIG](<http://t.co/GBwgRAvxIG>)
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> — Eric Abidal (@EAbidalOfficial) [April 25, 2014](<https://twitter.com/EAbidalOfficial/statuses/459742991326793729>)
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| La morte di Tito Vilanova | È morto Pau Donés, cantante degli Jarabe de Palo | 0.881766 | https://www.ilpost.it/2014/04/25/tito-vilanova-morto/ | https://www.ilpost.it/2020/06/09/pau-dones-jarabedepalo-morto/ |
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> Sulla _Repubblica_ di lunedì Enrico Sisti ha raccontato come sono cambiati i "ritiri" delle squadre di calcio, cioè quelle settimane che ogni estate i giocatori passano insieme chiusi da qualche parte – quindi senza tornare a casa a fine giornata – ad allenarsi intensamente per la nuova stagione: da esperienze di isolamento quasi monacale e sedute massacranti sono diventate terreno di nuove invenzioni di marketing e tournée in posti sempre più lontani.
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>> L’ultimo romantico è Zdenek Zeman. Condannato dal suo karma a indicare sempre una strada, il boemo è l’unico che abbia ancora la forza di prendersi una cotta per una scalinata. I 628 gradini che uniscono la parte bassa di Rivisondoli al suo centro storico daranno senso e valore al ritiro estivo del suo Pescara. Per decidere gli è bastato immaginare i suoi inerpicarsi smoccolando e rotolare giù a valle smoccolando ancora di più, vederli sudare come fontane e invocare una patata in più per cena. Ma oltre le visioni di Zeman, va detto, i ritiri del secolo scorso non esistono quasi più: «E forse è giusto così, i tempi cambiano, magari ci siamo liberati dalla retorica sull’armonia del ritiro: quelli i vecchi erano monastici e non è detto che servissero così tanto a cementare il gruppo», ammette Paolo Bertelli, fitness coach del Chelsea di Antonio Conte, con lui nei tre scudetti juventini, a Trigoria per la prima era Spalletti. Il sapore da pane e salame del ritiro raccontato da Alberto Sordi nelle vesti dell’esaltato ma dubbioso proprietario del Borgorosso è un'immagine screpolata, aggredita dalla modernità. Il test di Cooper, i leggendari 12 minuti mutuati dalla Nasa in cui bisognava ricoprire, solitamente nei boschi, la distanza più lunga possibile (Liedholm stravedeva per il cimento e per come vi si dedicava in particolare Ancelotti), è stato soppiantato dal merchandising e dalle indagini di mercato.
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>> La preparazione fisica e l’investimento dei club si sono trasformati al punto da «rovesciare la storia», racconta Vincenzo Pincolini, co-autore “fisico” del Milan di Sacchi e di Capello, «una volta le tournée duravano 35 giorni ma venivano programmate alla fine della stagione, la società faceva soldi, c’erano partite in Oriente che al Milan portavano un milione di dollari a botta, ma era tutto più sensato perché al termine del campionato si poteva anche viaggiare per il mondo senza rischi, invece adesso dopo 4 giorni si parte per gli Stati Uniti». Una volta imbarcarsi per la Cina, che non era mai vicina, corrispondeva a un’esperienza mistica, non tutti i calciatori, non tutti i dirigenti, non tutti gli allenatori sapevano a cosa stavano andando incontro. Nel ‘78 prima di salire sull’aereo Bersellini, che allora guidava l’Inter, fece testamento.
>
> (leggi tutto su [Cinquantamila.it](<http://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=595a2486e08f1>))
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| I "ritiri" del calcio non sono più come una volta | I problemi del nuovo Bologna calcio | 0.79533 | https://www.ilpost.it/2017/07/04/calcio_ritiri/ | https://www.ilpost.it/2015/05/21/bologna-serie-a/ |
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> Sabato 8 febbraio, il presidente della Federazione francese degli sport del ghiaccio (FFSG), Didier Gailhaguet, si è [dimesso](<https://www.liberation.fr/sports/2020/02/08/didier-gailhaguet-le-fin-d-une-ere-glaciaire_1777747>) dal suo incarico perché accusato di aver nascosto lo stupro e gli abusi sessuali commessi da almeno un allenatore contro alcune ex pattinatrici. Gailhaguet era presidente della FFSG dal 1998, con una breve sospensione tra il 2004 e il 2007 quando si era dovuto dimettere per problemi di gestione. Poi era stato rieletto. Con lui si sono dimessi altri quattro membri della dirigenza della FFSG, tra cui il tesoriere.
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> Negli ultimi giorni alcune ex pattinatrici hanno accusato tre diversi allenatori di aver abusato di loro tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Novanta, quando erano adolescenti, e hanno denunciato soprattutto la mancanza di sostegno da parte della federazione.
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> La prima a raccontare cosa le era successo è stata l'ex campionessa Sarah Abitbol. Nel suo libro pubblicato a fine gennaio e intitolato "Un si long silence", Abitbol ha accusato il suo allenatore Gilles Beyer di averla stuprata tra il 1990 e il 1992, quando lei aveva tra i 15 e i 17 anni. Il 31 gennaio Beyer ha [ammesso](<https://www.nouvelobs.com/societe/20200131.OBS24220/viols-dans-le-patinage-l-ex-entraineur-accuse-par-sarah-abitbol-demis-de-ses-fonctions.html>) «di aver avuto rapporti intimi» con Abitbol, ma ha aggiunto: «Se i miei ricordi delle loro esatte circostanze differiscono dai suoi, sono in ogni caso consapevole che, date le mie funzioni e la sua età all'epoca, questi rapporti erano inappropriati».
>
> Lei, così come molte altre, ha reagito immediatamente a queste parole [dicendo](<https://www.nouvelobs.com/societe/20200131.OBS24224/sarah-abitbol-repond-a-son-ex-entraineur-qui-se-dit-desole-je-ne-l-excuse-de-rien.html>) che non si trattava di «rapporti inappropriati», ma di «stupri».
>
> All'inizio degli anni 2000, i genitori di Abitbol scrissero una lettera in cui denunciavano gli atteggiamenti inappropriati di Beyer. Fu avviata un'indagine amministrativa e nel 2001 l'allenatore fu sospeso dal ministero dello Sport dal ruolo di consulente tecnico sportivo. Nonostante questo, la carriera di Gilles Beyer proseguì altrove, al club parigino Les Français Volants (che ora l'ha sospeso) e come caposquadra ai campionati mondiali juniores del 2011 in Corea del Sud. Fino al 2018, Beyer continuò ad avere diversi ruoli anche all'interno della Federazione francese degli sport del ghiaccio.
>
> Negli ultimi giorni Gailhaguet si è giustificato spiegando di avere avuto nei suoi confronti un atteggiamento «di ingenuità e di fiducia».
>
> Annunciando le sue dimissioni, prima davanti al Consiglio federale che avrebbe molto probabilmente votato una mozione di sfiducia nei suoi confronti e poi durante una conferenza stampa, Gailhaguet ha [negato](<https://www.lemonde.fr/sport/article/2020/02/08/violences-sexuelles-dans-le-patinage-didier-gailhaguet-a-convoque-un-conseil-federal_6028874_3242.html>) di aver protetto l'allenatore in questione e ha detto di non avere alcuna responsabilità, attribuendo la colpa a un'ex ministra dello Sport, Marie-George Buffet, che era in carica nel 2001 quando a Beyer era stato permesso di continuare a lavorare e poi accusando anche l'attuale ministra dello Sport, Roxana Maracineanu, definendola una «moralizzatrice» e parlando di dittatura ministeriale.
>
> Maracineanu, che aveva indicato la «responsabilità morale e personale» di Gailhaguet, ha fatto sapere che il suo ministero è al lavoro per «analizzare le disfunzioni» che hanno permesso che si verificassero episodi di questo tipo all'interno della federazione stessa. Nel frattempo, la presidente del Consiglio federale, Maryvonne Del Torchio, assumerà la carica di presidente ad interim.
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>> Ces démarches iront à leur terme. On le doit aux victimes. Nous le ferons dans le souci constant de préserver les athlètes, les pratiquants et les clubs pour que ce sport magnifique en sorte grandi.
>>
>> -- Roxana Maracineanu (@RoxaMaracineanu) [February 8, 2020](<https://twitter.com/RoxaMaracineanu/status/1226125851701469186?ref_src=twsrc%5Etfw>)
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
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| In Francia si parla di uno scandalo di abusi sessuali negli sport del ghiaccio | Gérard Depardieu è stato fermato e interrogato per le accuse di violenza sessuale rivoltegli da due donne, e poi rilasciato | 0.868284 | https://www.ilpost.it/2020/02/10/scandalo-abusi-sessuali-francia-sport-ghiaccio/ | https://www.ilpost.it/2024/04/29/gerard-depardieu-arrestato-violenza-sessuale/ |
“ **Temo che il programma non riprenderà**. Ho chiesto rassicurazioni ma ho trovato un muro di gomma. Al momento siamo fermi, **non possiamo lavorare** ”. **Sabrina Giannini** è la mente - nonché conduttrice e inviata - del programma _Indovina chi viene a cena_ , nato nel 2016 e che va in onda su **RaiTre**. Una **trasmissione d’inchiesta** (lei ha un lungo passato professionale a _Report_ ) che parla di sostenibilità ambientale, **cambiamenti climatici** e che denuncia le storture legate al nostro modello economico, alla politica e, in definitiva, alla società. Quest’anno però - rivela la giornalista - le **pressioni** da parte dei partiti (e del governo) si sono fatte più insistenti. Alcune pubbliche, come gli **interventi in Parlamento** o le **lettere di protesta** in Vigilanza Rai; altre sotterranee, fatte di **telefonate** e mezze parole. “Mi domando se l’obiettivo sia quello di farmi stancare, di **portarmi all’esasperazione come hanno fatto con Fazio e Amadeus** ” dice Giannini al _Fatto_. In che modo? “Creando le condizioni per rendere il mio lavoro più difficile. È una **strategia**? Con qualcuno ha funzionato”.
Le sei puntate del 2024 - trasmesse la domenica, in prima serata - hanno avuto un **ottimo riscontro di pubblico** per un programma d’inchiesta, con uno share in genere sempre sopra il 5% di ascolti e con punte di oltre il 6%. Eppure, dopo l’ultima puntata di metà aprile, _Il rapporto tra uomini e animali_ , la squadra di Giannini si è fermata: “ **Avevo chiesto garanzie** già a febbraio, per capire cosa avremmo dovuto aspettarci dopo la messa in onda delle prime sei puntate - spiega la giornalista - ma **non ho avuto indicazioni precise** , salvo un generico ‘non preoccuparti’. Sta di fatto che ora siamo fermi, e non abbiamo istruzioni sul nostro futuro. La mia paura è che non mi facciano riprendere in autunno, quando avremo altre quattro puntate, o che vogliano portarmi allo sfinimento e **costringermi a cambiare azienda**. Ipotesi che, al momento, non voglio considerare”.
Giannini denuncia le condizioni con le quali è costretta a lavorare: “ **La mia squadra è ridotta all’osso** , tanto che oltre a preparare e condurre il programma, sono anche inviata. Ho a disposizione due inviate, ma una è a partita Iva, più altre due persone, sempre a partita Iva, che però devono dividersi su altri programmi. Operiamo in un contesto di grande incertezza con un **budget risicato** ”. Ogni puntata costa alla Rai, complessivamente, 115mila euro, di cui 40mila euro di costi fissi. “In pratica - continua Giannini - **meno della metà** di _Avanti Popolo_ , che è stato chiuso per gli scarsi risultati”.
A **peggiorare** le cose, da quest’anno si è messa la maggioranza di governo. Il 27 di marzo il **deputato leghista** (e cacciatore) **Francesco Bruzzone** - primo firmatario e relatore della proposta di legge che intende liberalizzare la caccia e che [_il Fatto Quotidiano_ , attraverso una petizione, chiede al Parlamento di fermar](<https://www.ioscelgo.org/petizioni/caccia-no-alla-legge-spara-tutto-della-lega-il-parlamento-la-fermi/>)e - è intervenuto alla Camera per definire la trasmissione di Giannini **“una vergogna”**. La ragione è che pochi giorni prima Indovina chi viene a cena aveva parlato sia di chi, nell’esercizio dell’attività venatoria, commette reati, sia di bracconaggio. Mostrando **un vecchio bollettino del canone Rai** , Bruzzone ha proseguito dicendo che “questo lo paga anche chi mangia lo spiedo bresciano o la polenta e osei (piatto tipico bergamasco a base di polenta e uccelli, ndr) e lo pagano anche i 500mila cacciatori italiani”. L’8 maggio, in commissione Vigilanza Rai, è arrivata una lettera di protesta - firmata da senatori e deputati del Carroccio - indirizzata alla presidente **Marinella Soldi** e all’amministratore delegato **Roberto Sergio** che accusa Giannini di “attacchi strumentali” ai cacciatori, di “comunicazione fuorviante”, chiedendo se “tutto ciò sia compatibile con le responsabilità e i compiti del servizio pubblico”. Ma il programma di Giannini non piace nemmeno al ministro dell’Agricoltura, **Francesco Lollobrigida** : “La nostra è una **narrazione critica** rispetto a quella di questo governo - dice Giannini - che raccoglie consenso raccontando un ‘orgoglio del made in Italy’ e che fin da subito ha cercato la sponda degli allevatori”. Per oggi è atteso il Consiglio d’amministrazione della Rai che, tra le altre cose, dovrebbe pronunciarsi anche sul futuro di Indovina chi viene a cena. **Sigfrido Ranucci** di _Report_ [è stato messo sotto processo dalla maggioranza di governo](<https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/11/07/vigilanza-rai-processo-report-destra-scatenata-ranucci-inchieste-su-tutti/7346561/>) lo scorso novembre, quando è stato convocato in commissione Vigilanza Rai. La speranza è che quel buio episodio resti un caso isolato.
**_Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it_**
| Indovina chi viene a cena", la Rai lascia nel limbo il programma sulla sostenibilità. Giannini: "Siamo fermi, l'azienda fa muro | Federica Sciarelli va in pensione": che succederà a Chi l'ha Visto? Ecco come stanno le cose | 0.813661 | https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/14/indovina-chi-viene-a-cena-la-rai-lascia-nel-limbo-il-programma-sulla-sostenibilita-giannini-siamo-fermi-lazienda-fa-muro/7546340/ | https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/03/29/federica-sciarelli-va-in-pensione-che-succedera-a-chi-lha-visto-ecco-come-stanno-le-cose/7495616/ |
Sufjan Stevens – celebrato nello scorso decennio come uno dei più inventivi musicisti della musica indipendente – ha pubblicato sulla sua pagina di Soundcloud due nuove canzoni: _Star Spanged Banner_ e _Angels We Have Heard On High_.
La prima, una reinterpretazione dell'inno americano, si può ascoltare online, la seconda sarà molto probabilmente inclusa nel nuovo cofanetto di canzoni natalizie, previsto per il 13 novembre, da cui è stato già estratto un primo singolo, _Christmas Unicorn,_ che [potete ascoltare sul Post](<https://www.ilpost.it/2012/10/02/christmas-unicorn-la-nuova-canzone-di-sufjan-stevens-in-streaming/>).
Il cofanetto si chiamerà “Silver & Gold: Songs for Christmas, Volumes 6-10″, perché conterrà 5 EP ed è la continuazione di una prima raccolta che Stevens aveva pubblicato nel 2006 (che si chiamava appunto “Songs for Christmas”).
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*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Le due nuove canzoni di Sufjan Stevens | La campagna dell'UNICEF con "Imagine" | 0.799251 | https://www.ilpost.it/2012/11/07/le-due-nuove-canzoni-di-sufjan-stevens/ | https://www.ilpost.it/2014/12/03/imagine-unicef/ |
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>> Jannik Sinner, tennista italiano diciannovenne, giocherà questa sera alle 22.30 circa (orario più volte slittato nel corso della giornata) contro Rafa Nadal, numero due del ranking mondiale ATP e vincitore di diciannove tornei del Grande Slam, nei quarti di finale maschili del Roland Garros, il più ambito torneo disputato su terra. Dopo i numerosi risultati con cui [Sinner ha fatto parlare di sé](<https://www.ilpost.it/2020/10/06/jannik-sinner-tennis-storia-roland-garros/>) nonostante la giovane età, la partita di oggi rappresenta il punto più alto della sua carriera: con la qualificazione ottenuta dagli ottavi è diventato il primo tennista nato negli anni Duemila a raggiungere i quarti di finale in uno Slam. Davanti a sé avrà Nadal, uno dei più forti di sempre, vincitore di dodici delle ultime quindici edizioni del torneo di Parigi e campione in carica ininterrottamente dal 2017. Il vincitore si qualificherà alle semifinali, dove incontrerà uno fra Diego Sebastian Schwartzman e Dominic Thiem.
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>> ### Dove vedere Sinner-Nadal
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>> La partita tra Sinner e Nadal dei quarti di finale del Roland Garros — così come quella fra Martina Trevisan e Iga Świątek del torneo femminile (ore 20.15) — verrà trasmessa in diretta e in esclusiva da Eurosport, tramite il servizio streaming in abbonamento Eurosport Player o all'interno dell'offerta [Dazn](<https://prf.hn/l/7Rwb3Jr>), piattaforma online accessibile in abbonamento da pc, tablet, smart TV e console al costo di 9,99 euro mensili. Eurosport è inoltre compreso nell'offerta Sky per abbonati ai canali 210 e 211 e in streaming tramite le piattaforme Sky Go e [Now TV](<http://tidd.ly/951bf89a>).
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| Sinner-Nadal, quarto di finale del Roland Garros, in TV e in streaming | Dove vedere la finale degli US Open tra Medvedev e Nadal | 0.936879 | https://www.ilpost.it/2020/10/06/sinner-nadal-roland-garros-tv-streaming/ | https://www.ilpost.it/2019/09/08/nadal-medvedev-finale-us-open-tv-streaming/ |
L'attuale dorsale in fibra ottica della rete dell'istruzione e della ricerca italiana. Crediti: GARR
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>>>> L'attuale dorsale in fibra ottica della rete dell'istruzione e della ricerca italiana. Crediti: GARR
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>>>> Il nuovo record per **la più alta velocità di trasmissione dati digitali** è stato fissato a **1.12 Tbps** ([terabit per secondo](<https://it.wikipedia.org/wiki/Terabit_per_secondo>)) dal gruppo di ricerca sulle reti ottiche dello [University College London](<http://www.ucl.ac.uk/>) (UCL). Il risultato, pubblicato su _[Scientific Reports](<http://www.nature.com/articles/srep21278>)_ , è stato ottenuto nell’ambito di una ricerca sui limiti di capacità degli apparati di trasmissione dati su fibra ottica.
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>>>> «Stiamo progettando sistemi di comunicazione di nuova generazione, in grado di gestire segnali a velocità superiori a 1 terabit per secondo (Tbps)», ha detto **Robert Maher** , a capo dell’esperimento. «Una velocità che è quasi **50 mila** volte superiore alla velocità media di una connessione a banda larga nel Regno Unito, corrispondente a 24 megabit per secondo (Mbps)».
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>>>> Con una metafora automobilistica, se il risultato ottenuto allo UCL può essere paragonato al miglior giro di una Ferrari cronometrato in un circuito chiuso, la “normale” banda larga assomiglia più alla velocità media del flusso veicolare sul Grande Raccordo Anulare di Roma. Per ottimizzare e velocizzare il traffico su quella vitale infrastruttura pubblica che è la **autostrada telematica italiana dell’università e della ricerca** - da cui peraltro provengono le pagine di Media INAF che state leggendo - opera il [Consortium GARR](<http://www.garr.it/>). Media INAF ha chiesto a **Claudia Battista** , coordinatrice del Dipartimento Net GARR, come la scienza italiana si stia preparando all’avvento della _terabit generation_.
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>>>> **Qual è la lo stato attuale della rete GARR?**
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>>>> «La rete GARR ha una copertura di circa **14 mila km in fibra ottica** e collega circa **mille sedi in tutta Italia**. Per parlare di capacità della rete bisogna fare una distinzione tra la **dorsale** (che potrebbe essere immaginata come la rete autostradale) e **i singoli collegamenti di ciascun istituto** (le strade che portano ai centri abitati). Le singole tratte che costituiscono la dorsale raggiungono velocità a fino a **100 Gbps** , mentre la capacità complessiva della dorsale si attesta attorno ai 2 Tbps. In particolare, grazie al progetto ministeriale [GARR-X Progress](<http://www.garrxprogress.it/>), oggi la rete GARR è più veloce in Sud Italia che nel resto del Paese».
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>>>> **Che banda hanno a disposizione gli istituti collegati?**
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>>>> Capacità di collegamento degli utenti GARR. Crediti: GARR
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>>>> Capacità di collegamento degli utenti GARR. Crediti: GARR
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>>>> «La velocità di connessione per oltre il 90% dei collegamenti è superiore a 100 Mbps. Si tratta di una rete ad uso della comunità dell’istruzione e della ricerca, quindi con caratteristiche ben diverse da quelle di utenze domestiche. Basti pensare che l’ultimo rapporto [Akamai](<https://www.akamai.com/it/it/our-thinking/state-of-the-internet-report/>) sullo stato di Internet rileva per l’Italia una velocità media di connessione pari a **6.5 Mbps**. Se facessimo lo stesso per la rete GARR avremmo **una media di 1.3 Gbps** , circa 200 volte superiore».
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>>>> **Quali sono i prossimi obiettivi della rete GARR?**
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>>>> «I prossimi obiettivi sono quelli di estendere nel resto dell’Italia le innovazioni tecnologiche già messe in campo nel Sud. Il traguardo ambizioso è quello di **arrivare alla velocità del terabit sulla nostra dorsale** ; per questo abbiamo chiamato il progetto **GARR-T** (erabit). Inoltre, stiamo cercando di realizzare una rete ancora più capillare sul territorio, in modo da accorciare sempre di più le distanze con le sedi degli utenti e mettere a loro disposizione il massimo della tecnologia a costi sostenibili».
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>>>> **Le principali novità dal punto di vista tecnologico?**
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>>>> «GARR intende **acquisire le tratte di fibra ottica** , per averne la piena gestione ed essere indipendente dai piani di evoluzione delle reti degli operatori commerciali. Si tratta di un investimento importante a lungo termine che consentirà, nel tempo, di rispondere alle nuove e crescenti esigenze degli utenti e, come spesso accade, addirittura anticiparle».
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>>>> Lo sviluppo geografico previsto dal progetto GARR-T. Crediti: GARR
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>>>> Lo sviluppo geografico previsto dal progetto GARR-T. Crediti: GARR
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>>>> **E dal punto di vista dei servizi?**
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>>>> «Sarà più semplice offrire servizi quali **reti private virtuali** e **collegamenti dedicati** tra due o più sedi. Si tratta di servizi molto importanti in progetti di ricerca, che spesso operano in ambienti multidisciplinari e a livello internazionale. Speriamo inoltre di **allargare la comunità dei nostri utenti** : la maggiore capillarità della rete aiuterà a ridurre i costi dell’investimento per il collegamento in fibra ottica ai Punti di Presenza (PoP) della rete GARR. Questo è determinante per istituzioni con poche risorse quali ad esempio le scuole».
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>>>> **Come sarà finanziata GARR-T?**
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>>>> «GARR-T è un progetto di grande impatto che, per essere eseguito in tempi e modi adeguati, **necessita di** **un finanziamento dedicato**. Per questo stiamo valutando la partecipazione a programmi comunitari, nazionali e regionali per l’istruzione e la ricerca, e sono pianificati contatti con i diversi attori impegnati nell’attuazione degli obiettivi dell’Agenda Digitale. Nell’attesa di finanziamenti straordinari, è stato definito un piano di implementazione del progetto GARR-T a budget invariato, con **fasi di attuazione graduale** , nel rispetto delle priorità determinate dai reali bisogni degli utilizzatori della rete e sulla base delle effettive disponibilità finanziarie del GARR. Immaginiamo che questo intervento possa portare beneficio a tutto il territorio, visto che potrebbe incoraggiare gli operatori ad investire anche nelle aree maggiormente afflitte dal _digital divide_ ».
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>>>> Proprio per discutere di queste tematiche, gli esperti del settore si incontreranno a Roma dal **18 al 21 aprile** **2016** per il [Workshop GARR 2016](<http://www.garr.it/workshop-garr-2016>), dall’eloquente titolo “Terabit Generation. Una comunità ad alte prestazioni”.
>>>>
>>>> **Per saperne di più:**
>>>>
>>>> * La [versione online](<http://www.garrnews.it/>) della rivista GARR NEWS
>>>>
>>>> **Piccolo glossario:**
>>>>
>>>> * 1 terabit per secondo (Tbps) corrisponde a: mille gigabit per secondo (Gbps), un milione di megabit per secondo (Mbps), un miliardo di kilobit per secondo (kbps).
>>>> * Il _bit_ (da _binary digit_ ) è l’informazione minima digitale, quindi la sua unità di misura. Il _byte_ (B), con cui si misura la capacità dei dispositivi di memorizzazione, è invece un insieme di bit (storicamente 8).
*[55 minuti fa]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.28
*[1 h]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.05
*[33 minuti fa]: 10.50
*[attr]: attribute
*[HTML]: HyperText Markup Language
*[P:]: Phone
| Sviluppi della rete in fibra ottica | Una crisi di dimensioni cosmiche | 0.787506 | https://www.media.inaf.it/2016/02/18/sviluppi-della-rete-in-fibra-ottica/ | https://www.media.inaf.it/2019/10/24/una-crisi-di-dimensioni-cosmiche/ |
06 luglio 2020 10:08
Il 3 luglio un uomo di 61 anni si è suicidato in una strada del centro di Beirut, lasciando un messaggio in evidenza sul suo corpo. “Non sono un miscredente, è la fame che è una miscredente”, ha scritto l’uomo, riprendendo il ritornello di una canzone famosa in Libano. Con sé aveva anche il suo certificato del casellario giudiziario immacolato, per dimostrare che era una persona onesta.
Questo suicidio, seguito da altri due negli ultimi giorni, ha sconvolto i libanesi, travolti dalla rapidità e dalla portata della crisi economica e sociale del loro paese. Una crisi che dura ormai da mesi, che ha provocato una rivolta della popolazione e ha fatto
cadere un governo
, ma che continua a prolungarsi inesorabilmente.
Tutti gli indicatori sono in rosso. Il prezzo dei generi alimentari è aumentato del 55 per cento, la disoccupazione ha raggiunto quasi il 33 per cento della popolazione attiva, la valuta nazionale crolla e le interruzioni della corrente elettrica sono ormai la norma.
Un compromesso fallito
Questi sono solo alcuni elementi di una crisi che coinvolge tutti gli ambiti della vita in Libano. La classe media sta ricadendo nella povertà, mentre i poveri sprofondano nella disperazione.
È raro vedere un paese crollare senza che ci siano un conflitto armato, un blocco economico o un disastro naturale. Di sicuro il Libano si trova in una regione problematica e ne subisce le conseguenze, ma molti abitanti puntano il dito soprattutto contro il sistema e i leader politici, scelti su base confessionale.
La guerra civile che ha devastato il paese tra il 1975 e il 1990 si è conclusa con un compromesso che aveva permesso alle diverse fazioni religiose di spartirsi il potere e la torta economica. Questo compromesso storico si è trasformato in una rendita per la classe politica, a spese del paese, delle sue infrastrutture cadenti e della sua popolazione trascurata.
Il reportage di Davide Lemmi, Marco Simoncelli e Lorenzo Forlani
In autunno questo sistema aveva vacillato quando i libanesi di tutte le religioni sono scesi in piazza, anche nel sud dominato da Hezbollah. Ma il sistema resiste, soprattutto grazie alle implicazioni geopolitiche di una possibile marginalizzazione di Hezbollah, organizzazione vicina all’Iran.
Il governo libanese aveva deciso di chiedere l’aiuto del Fondo monetario internazionale nonostante le reticenze di Hezbollah, ma le discussioni sono a un punto morto e per il momento la mancanza di riforme impedisce l’arrivo degli aiuti economici.
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Resta l’esodo dei libanesi più istruiti, che entrano a far parte della diaspora più consistente del mondo in rapporto alla popolazione, una diaspora che il 6 luglio manifestava a Parigi e Londra per chiedere un governo composto da personalità indipendenti.
“Nel Libano di oggi”, scrive la caporedattrice del quotidiano francofono di Beirut, L’Orient-Le Jour, “si notano una grande stanchezza, una grande collera e una grande aggressività. Ma anche, ed è piuttosto sorprendente, una grande compassione reciproca, di quelle che nascono tra i feriti gravi”.
Il Libano è un paese malato che sta vivendo un’agonia.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
Libano
Economia
| La crisi fa sprofondare i libanesi nella disperazione | La politica libanese spiegata facile | 0.827077 | https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2020/07/06/libano-crisi-disperazione | https://www.ilpost.it/2022/05/14/come-funziona-il-libano-elezioni/ |
>
> Rispetto alla [classifica dei venti account più seguiti su Twitter dell'anno scorso](<https://www.ilpost.it/2016/10/10/account-piu-seguiti-twitter-2016/>), si può dire subito che in quella di quest'anno tutti quanti hanno aumentato il numero dei loro follower. Diciassette account sono di persone famose, due di social network, uno di un canale di notizie. Non ci sono grandissime differenze tra le persone che compongono la lista (l'unica che non ne faceva parte nel 2016 e ora ci è tornata è Jennifer Lopez, è uscito invece l'[account di Instagram](<https://www.ilpost.it/2016/10/10/account-piu-seguiti-twitter-2016/facebook-annouces-a-new-product/>)), ma non mancano i sorpassi. Il più notevole è quello di Barack Obama, che nel frattempo ha smesso di essere il presidente degli Stati Uniti, su Taylor Swift. Il calciatore Cristiano Ronaldo poi è salito molto, mentre le prime due della classifica sono rimaste uguali. In totale nella classifica ci sono dodici donne e cinque uomini. Un canadese, una barbadiana, un portoghese, una colombiana e tredici statunitensi.
>
> _(Classifica aggiornata al 26 novembre 2017)_
>
> [ ](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/tidal-x-brooklyn/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/tidal-x-brooklyn/>) 20\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/spain-colombia-education-ngo-shakira/>) 19\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/91st-annual-macys-thanksgiving-day-parade/>) 18\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/2017-american-music-awards-arrivals/>) 17\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/us-vote-republicans-debate/>) 16\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/2017-american-music-awards-show/>) 15\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/macys-presents-fashions-front-row-show/>) 14\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/102-7-kiis-fms-jingle-ball-show/>) 13\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/one-voice-somos-live-a-concert-for-disaster-relief-los-angeles/>) 12\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/comedy-central-opens-pop-up-donald-trump-presidential-twitter-library-in-chicago/>) 11\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/dominicanrep-entertainment-music/>) 10\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/real-madrid-v-malaga-la-liga/>) 9\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/britain-royals-11/>) 8\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/lady-gaga-joanne-world-tour-montreal/>) 7\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/nickelodeons-2016-kids-choice-awards-show-2/>) 6\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/entertainment-fashion-rihanna-beauty-brand/>) 5\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/2017-directv-now-super-saturday-night-concert-in-houston-taylor-swift-performance/>) 4\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/former-president-obama-speaks-at-the-gates-foundation-inaugural-goalkeepers-event/>) 3\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/z100s-jingle-ball-2016-show/>) 2\. [](<https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/democratic-national-convention-day-four-2/>) 1\.
>
> Dopo tutti loro c'è quello che probabilmente vi aspettavate di trovare in questa lista, cioè il presidente degli Stati Uniti Donald Trump: [per ora ha 43,4 milioni di follower](<https://twitter.com/realDonaldTrump>), resta sotto Jennifer Lopez. Dopo di lui in classifica ci sono Bill Gates, il _New York Times_ , Oprah Winfrey e LeBron James.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| I 20 account più seguiti su Twitter | Le prime pagine di domenica 15 maggio 2016 | 0.827481 | https://www.ilpost.it/2017/11/26/account-piu-seguiti-twitter-2017/ | https://www.ilpost.it/2016/05/15/le-prime-pagine-di-oggi-1259/ |
>>
>> Gli Stati Uniti hanno deciso di fornire all'Ucraina missili a lungo raggio armati con munizioni a grappolo. Questi missili, chiamati ATACMS (Army Tactical Missile System), permetteranno all'esercito ucraino di colpire obiettivi molto più lontani rispetto alla linea del fronte, fino a 300 chilometri di distanza dal luogo di partenza. L'annuncio della fornitura non è ancora ufficiale ma la decisione è stata confermata [a vari media statunitensi](<https://www.washingtonpost.com/national-security/2023/09/22/atacms-ukraine-cluster-munitions/>) da fonti anonime interne al governo e all'esercito statunitense.
>>
>> L'Ucraina richiedeva questo tipo di missili sin dallo scorso anno, ritenendoli fondamentali per colpire luoghi di comando, depositi di armi e vie logistiche russe lontane dalla linea del fronte. Gli Stati Uniti [avevano finora rifiutato l'invio](<https://www.ilpost.it/2022/12/22/patriot-missili-ucraina-biden/>) di questo genere di armi per due motivi: che potrebbero permettere all'Ucraina di colpire obiettivi all'interno del territorio russo e che ritenevano di non averne quantità sufficienti nei propri arsenali.
>>
>> Queste due obiezioni paiono ora essere superate: il governo americano chiederà e otterrà probabilmente rassicurazioni sull'utilizzo dei missili, come già accaduto per le bombe a grappolo, e ha già avviato un programma di produzione di missili a lungo raggio di nuova generazione che andranno a sostituire quelli destinati all'Ucraina. Secondo informazioni provenienti da fonti parlamentari [riportate](<https://www.washingtonpost.com/national-security/2023/09/22/atacms-ukraine-cluster-munitions/>) dal _Washington Post_ attualmente l'esercito americano avrebbe in dotazione 1486 missili ATACMS, di cui 364 armati con munizioni a grappolo. Questo tipo di missili è ancora in produzione: la Lockheed Martin ha un contratto per fornirne 500 all'anno all'esercito statunitense, che li ha destinati alla vendita all'estero.
>>
>> Esercitazioni dell'esercito americano con i missili ATACMS (John Hamilton/U.S. Army via AP)
>>
>> Il presidente Joe Biden avrebbe informato Volodymyr Zelensky della decisione durante l'incontro alla Casa Bianca di giovedì. Durante lo stesso incontro l'amministrazione statunitense avrebbe deciso lo stanziamento di altri 325 milioni di dollari in armamenti, che comprenderanno difese antiaeree, munizioni da artiglieria e bombe a grappolo.
>>
>> Le [bombe a grappolo](<https://edition.cnn.com/2023/07/07/europe/cluster-munitions-us-ukraine-aid-explainer-intl-hnk-ml/index.html>) (in inglese chiamate _cluster bombs_ ) vengono utilizzate a partire dalla Seconda guerra mondiale e sono contenitori che trasportano decine o centinaia di bombe più piccole, note anche come “submunizioni”. Possono essere sganciate da un aereo, lanciate da terra o da mare, o appunto possono armare dei missili. Quando raggiungono un’altezza prestabilita, a seconda dell’area interessata che può essere ampia quanto diversi campi da calcio, si aprono e le bombe al loro interno si distribuiscono “a grappolo” sull’area sottostante. Ci sono vari tipi di submunizioni, ma quasi tutte sono progettate per esplodere al momento dell’impatto. La loro efficacia ma anche la loro pericolosità a anni di distanza per la popolazione civile sono legate al cosiddetto “dud rate”, cioè quante submunizioni delle bombe a grappolo rimangono inesplose a terra.
>>
>> -AMAZONPOLLY-ONLYWORDS-START-
>>
>> **– Leggi anche:** [Quanto influiscono le bombe a grappolo nella controffensiva dell’Ucraina](<https://www.ilpost.it/2023/09/16/bombe-grappolo-efficacia-ucraina/?utm_source=ilpost&utm_medium=leggi_anche&utm_campaign=leggi_anche>)
>>
>> -AMAZONPOLLY-ONLYWORDS-END-
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Gli Stati Uniti invieranno all'Ucraina missili a lungo raggio | Gli Stati Uniti daranno all'Ucraina dei missili a medio raggio | 0.896963 | https://www.ilpost.it/2023/09/23/stati-uniti-missili-ucraina-lunga-gittata/ | https://www.ilpost.it/2022/06/01/stati-uniti-missili-ucraina-himars/ |
>>
>> Mercoledì al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili si è tenuto un tavolo tecnico con i rappresentanti delle associazioni del settore aeroportuale, dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (ENAC) e dell'Ente nazionale per l’assistenza al volo (ENAV) per analizzare le cause e le possibili soluzioni ai moltissimi disagi che stanno riguardando le persone che viaggiano in aereo in questo periodo.
>>
>> Nelle ultime settimane la carenza di personale in diversi aeroporti europei ha provocato una lunga serie di [ritardi e cancellazioni](<https://www.ilpost.it/2022/06/14/voli-cancellati-mancanza-personale/>), con conseguenze su tutti i servizi collegati al trasporto aereo, compresa [la gestione dei bagagli](<https://www.ilpost.it/flashes/bagagli-heathrow-londra/>). È un problema causato principalmente dai licenziamenti dovuti alla crisi del settore durante la pandemia da coronavirus e molto evidente in particolare adesso, nel periodo estivo, per via dell’aumento del numero di persone che si mettono in viaggio per turismo. Per provare a limitare i disagi, il ministero ha detto che:
>>
>>> Gli utenti sono invitati a imbarcarsi, per quanto possibile, solo con il bagaglio a mano per evitare lunghe attese per il recupero degli stessi.
>>
>> In un [comunicato](<https://www.mit.gov.it/comunicazione/news/trasporto-aereo-il-sistema-italiano-ha-retto-disagi-indotti-legati-difficolta-di>) diffuso dopo la riunione, il ministero ha fatto sapere che per il momento il sistema del trasporto aereo italiano «ha retto alla ripresa del traffico negli ultimi mesi» e che gli attuali disagi sono riconducibili perlopiù alle criticità e ai ritardi riscontrati in altri aeroporti europei, dati confermati anche da Eurocontrol, l'ente europeo che si occupa della sicurezza del traffico aereo.
>>
>> Il ministro Enrico Giovannini ha detto che gli ammortizzatori sociali e le misure di sostegno introdotte dal governo italiano tra il 2020 e il 2021 hanno permesso al settore di riprendersi e di limitare i disagi: in altri paesi invece «la drammatica carenza di personale» sta incidendo sulla gestione del traffico, ha osservato il ministro.
>>
>> Nelle ultime settimane molte compagnie aeree hanno dovuto cancellare centinaia di voli, soprattutto nel Regno Unito e in Spagna, ma anche in altri paesi, come Portogallo, Germania e Francia. Da un lato ci sono i voli cancellati su decisione delle stesse compagnie aeree per via della mancanza di lavoratori, soprattutto tra il personale di terra, dall’altro i sempre più frequenti scioperi dei lavoratori stessi, che protestano da settimane per il peggioramento delle proprie condizioni di lavoro. A Heathrow, il principale aeroporto di Londra, si sono ripetute per giorni enormi code di passeggeri in attesa di essere imbarcati o di ricevere il proprio bagaglio. Nelle prossime settimane [le cose potrebbero peggiorare](<https://www.ilpost.it/2022/07/01/voli-cancellati-europa/>) ulteriormente.
>>
>> Il ministero italiano ha fatto un appello a tutte le parti coinvolte per «ottimizzare gli sforzi» affinché si evitino grossi disagi. Il comunicato specifica che ENAC valuterà l'eventualità di inviare altre raccomandazioni alle società che gestiscono gli aeroporti; nel frattempo, sempre ENAC solleciterà l'apertura prolungata dei punti di ristoro e il coordinamento dei servizi di trasporto come bus, treni e metro per assicurare i servizi minimi in caso di ritardi che vadano oltre l'orario di apertura degli aeroporti.
>>
>> -AMAZONPOLLY-ONLYWORDS-START-
>>
>> **– Leggi anche:** [Ci sono sempre più voli cancellati in tutta Europa](<https://www.ilpost.it/2022/07/01/voli-cancellati-europa/>)
>>
>> -AMAZONPOLLY-ONLYWORDS-END-
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Sarebbe meglio viaggiare solo col bagaglio a mano, dice il governo | Lo sciopero di domenica del personale delle compagnie aeree low cost | 0.888126 | https://www.ilpost.it/2022/07/07/aerei-disagi-imbarco-bagaglio-a-mano/ | https://www.ilpost.it/2022/07/17/sciopero-ryanair-easyjet-controllori/ |
26 giugno 2016 18:02
Un’auto senza conducente si sta dirigendo verso cinque pedoni. Può continuare in linea retta e travolgerli oppure svoltare e schiantarsi contro un muro, uccidendo il passeggero. Per quale scelta deve essere programmato il computer del veicolo?
Uno studio pubblicato sulla rivista Science
immagina una serie di dilemmi morali che i programmatori delle auto automatiche
devono prevedere nei loro algoritmi
.
Tre ricercatori dell’università della California a Irvine, Jean-François Bonnefon, Azim Shariff e Iyad Rahwan, hanno condotto sei sondaggi online tra giugno e novembre 2015, presentando ai volontari situazioni di traffico eticamente problematiche.
In un primo caso, tra sacrificare il passeggero o investire dieci pedoni, il 76 per cento dei volontari ha scelto l’approccio utilitaristico di sacrificare il passeggero. Se però il pedone è uno solo, non viene più considerato tanto morale sacrificare il passeggero. Allo stesso modo, se a bordo del veicolo si trova un familiare, il sacrificio risulta meno accettabile. I ricercatori hanno anche cercato di capire quanto fosse desiderabile comprare un’auto che si guida da sola utilitaristica, programmata in modo da sacrificare il passeggero in alcune circostanze. È emerso che l’auto utilitaristica è considerata molto morale, la migliore da immettere in circolazione. Tuttavia, pochi volontari la comprerebbero per sé.
Secondo Joshua Greene dell’Harvard University
, lo studio dimostra “quanto sarà difficile creare macchine autonome che si comportino in modo adeguato alle nostre sensibilità morali”. La difficoltà nel risolvere i dilemmi etici potrebbe portare a un paradosso. Le auto senza conducente sono infatti più sicure di quelle convenzionali, causano meno incidenti e meno vittime. Se però non si riuscirà a trovare una soluzione accettabile ai problemi etici, la produzione di massa di questi veicoli potrebbe venire rimandata.
Tecnologia
| La morale delle auto senza conducente | La Volkswagen ha truccato le sue auto, ma l’ha solo fatto peggio di tutti | 0.746392 | https://www.internazionale.it/scienza/claudia-grisanti/2016/06/26/auto-senza-conducente-morale | https://www.internazionale.it/notizie/2015/09/24/wolkswagen-software-truccato |
Pubblica, laica, pluralista, democratica. Aggettivi semplici, a cui non dobbiamo cessare di assegnare l’alto valore di principi irrinunciabili, ciascuno con la propria portata di profonda civiltà, e che vanno associati ad un altro, altrettanto fondamentale: gratuita. È il ritratto di una scuola che è stata costruita intenzionalmente come strumento dell’interesse generale perché, solo grazie a quelle peculiarità, essa risponde al mandato che la Costituzione le assegna: formare cittadini consapevoli, in grado cioè di compiere delle scelte motivate dalla conoscenza e dalla capacità di selezionare informazioni e di metterle utilmente in relazione; configurare, sulla scorta del comma 2 dell’art. 3 della Carta, lo strumento privilegiato che la Repubblica ha in mano per rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona e la partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Leggere e riflettere su queste peculiarità altissime e significative rappresenta quotidianamente uno stimolo per non cessare di mobilitarsi sul tema dell’istruzione, pur - o, forse, soprattutto - nella consapevolezza di quanto la normativa degli ultimi 20 anni abbia intenzionalmente decostituzionalizzato la scuola, prona come è stata alla logica (che investe tutto lo Stato sociale) del pensiero unico dettato dall’Europa: giustapporre criteri economici e di profitto ai diritti fondamentali delle persone. Se il 4 dicembre 2016 abbiamo difeso la Costituzione, lo abbiamo fatto anche perché i principi in essa contenuti abbiano un’attuazione concreta. Perdere su questo fronte, assecondare l’oblio del senso profondo di quegli aggettivi, ridurli a orpello retorico e non a esigenza irrinunciabile significherebbe non solo tradire le premesse della nostra storia nazionale, ma arrenderci ad…
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## Il parere di Marina Boscaino prosegue su Left in edicola
[ SOMMARIO](<https://left.it/left-n-15-13-aprile-2018/>) [ ACQUISTA](<https://left.it/prodotto/left-15-2018-13-aprile/>)
*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| La scuola sia pubblica, laica e gratuita | Scuola pubblica, laica e gratuita. Una firma per la Lip e per l'istruzione secondo la Costituzione | 0.943691 | https://left.it/2018/04/14/la-scuola-sia-pubblica-laica-e-gratuita/ | https://left.it/2018/07/11/scuola-pubblica-laica-e-gratuita-una-firma-per-la-lip-e-per-listruzione-secondo-la-costituzione/ |
>
> La sceneggiatrice canadese [Lori Malépart-Traversy](<http://mtlori.tumblr.com/?utm_source=DesignTAXI&utm_medium=DesignTAXI&utm_term=DesignTAXI&utm_content=DesignTAXI&utm_campaign=DesignTAXI>) ha creato un breve cortometraggio sulla clitoride, per spiegarne in breve le caratteristiche anatomiche e raccontare come è stata trascurata dai medici (uomini) nel corso della storia. La protagonista del corto è una versione animata e personificata della clitoride, il video è in francese con i sottotitoli in inglese. Per completare l'animazione ci sono voluti 8 mesi.
>
> Per una spiegazione più approfondita di che cos'è la clitoride, come funziona e come è stata considerata storicamente, [leggete qui](<https://www.ilpost.it/2016/09/20/la-clitoride-spiegata-bene/>).
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Storia della clitoride, animata | Le muffe da vicino sono bellissime | 0.811133 | https://www.ilpost.it/2017/06/27/cortometraggio-clitoride/ | https://www.ilpost.it/2012/02/02/le-muffe-da-vicino-sono-bellissime/ |
14 settembre 2021 09:58
La porta si è chiusa il 31 agosto con la partenza dell’ultimo soldato statunitense. A due settimane da quella data le afgane e gli afgani che non sono riusciti a salire su un aereo in partenza da Kabul nel caos dell’aeroporto sono rimasti bloccati.
I taliban avevano promesso che avrebbero autorizzato la partenza di chiunque fosse in possesso di documenti d’identità e di un visto straniero, ma l’11 settembre il ministro degli esteri francese Jean-Yves Le Drian ha rilasciato una dichiarazione secca alla tv francese: “Hanno mentito”.
I taliban lasciano partire con il contagocce gli ultimi stranieri, ma non gli afgani, alle prese con l’instaurazione di un regime che applica un programma fondamentalista che si riflette sulla composizione di governo: tutti taliban, solo uomini e con una predilezione per le persone più intransigenti.
Fattore determinante
A questo punto le opzioni sono estremamente limitate per i governi stranieri e le ong che devono gestire liste d’attesa di migliaia di persone (non è stata fornita nessuna cifra precisa) considerate in pericolo, spesso mortale.
La geografia è un fattore determinante. Osservate una mappa di questo paese senza sbocco sul mare: le strade sono pericolose a causa dei numerosi posti di blocco taliban e del rischio rappresentato dal gruppo Stato islamico, oltre che dell’ostilità della maggior parte dei paesi vicini. A cominciare dal Pakistan, alleato dei taliban, e dai paesi dell’Asia centrale come il Tagikistan o l’Uzbekistan.
L’opzione meno rischiosa resta dunque la via aerea, che tuttavia passa dalla benevolenza delle autorità taliban. È con questo obiettivo che il capo della diplomazia francese si è recato negli ultimi due giorni in Qatar.
Questo piccolo emirato del golfo è sostanzialmente l’unica chiave d’accesso al nuovo governo di Kabul. La rappresentanza dei taliban all’estero si trova infatti a Doha, ed è nella capitale qatariota che si sono svolti i negoziati che hanno portato alla partenza degli statunitensi. È sempre il Qatar ad assicurare la ripresa progressiva del traffico aereo a Kabul.
L’Afghanistan è un paese stremato, su cui incombe una catastrofe umanitaria
Jean-Yves Le Drian, forte di rapporti stretti e di lunga data (oltre che controversi) tra Francia e Qatar, sta cercando di far partire una mediazione qatariota per permettere una ripresa delle evacuazioni dall’Afghanistan. Un mediatore francese, l’ex ambasciatore a Kabul François Richier, si trova anch’egli a Doha per una serie di incontri ufficiosi con i taliban, in assenza del riconoscimento ufficiale del regime.
I nuovi padroni dell’Afghanistan hanno ereditato un paese stremato, su cui incombe una catastrofe umanitaria su larga scala. Il 13 settembre si è svolta una conferenza sotto l’egida dell’Onu per inviare aiuti umanitari alla popolazione minacciata. La Francia si è impegnata a versare cento milioni di euro.
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Questa è l’unica carta a disposizione degli occidentali dopo la disfatta di Kabul: l’accesso ai finanziamenti internazionali in cambio di un regime più presentabile che almeno mantenga le promesse sulla libertà di espatrio e sull’assenza di un santuario terrorista.
È il classico dilemma degli aiuti umanitari: per soccorrere le vittime è inevitabile favorire i carnefici. Questo è il prezzo da pagare per permettere agli afgani e alle afgane di sfuggire al giogo taliban. Ma al momento niente è ancora risolto.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
Afghanistan
Taliban
| Migliaia di persone sono ancora bloccate in Afghanistan | La debole speranza della diplomazia per aiutare gli afgani | 0.853738 | https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2021/09/14/taliban-partenza-afgani | https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2021/08/30/diplomazia-aiuto-afghanistan-taliban |
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>> Tutti i giornali di oggi dedicano l'apertura all'annuncio delle dimissioni del presidente del Consiglio Conte, che stamattina andrà dal presidente della Repubblica Mattarella a formalizzare la sua decisione: sui quotidiani, oltre all'ipotesi di un reincarico a Conte, si fanno i primi nomi dei possibili successori alla guida del governo. Fanno eccezione il Giornale, che presenta il libro scritto dal suo direttore Sallusti con l'ex presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati Palamara, e il Resto del Carlino, che titola sulla bozza del documento dell'Unione Europea che considera zone rosse Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e provincia di Bolzano, mentre i giornali sportivi presentano la partita di stasera fra Inter e Milan per i quarti di finale di Coppa Italia.
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>> [ ](<https://www.ilpost.it/2021/01/26/le-prime-pagine-di-oggi-2740/1_la_stampa-246/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2021/01/26/le-prime-pagine-di-oggi-2740/1_la_stampa-246/>) [](<https://www.ilpost.it/2021/01/26/le-prime-pagine-di-oggi-2740/2_corriere_della_sera-247/>) [](<https://www.ilpost.it/2021/01/26/le-prime-pagine-di-oggi-2740/3_la_repubblica-245/>) [](<https://www.ilpost.it/2021/01/26/le-prime-pagine-di-oggi-2740/4_il_sole_24_ore-246/>) [](<https://www.ilpost.it/2021/01/26/le-prime-pagine-di-oggi-2740/5_il_messaggero-244/>) [](<https://www.ilpost.it/2021/01/26/le-prime-pagine-di-oggi-2740/nazionale-1-giorn-interni-pag-prima-26-01-21/>) [](<https://www.ilpost.it/2021/01/26/le-prime-pagine-di-oggi-2740/7_manifesto-206/>) [](<https://www.ilpost.it/2021/01/26/le-prime-pagine-di-oggi-2740/8_avvenire-205/>) [](<https://www.ilpost.it/2021/01/26/le-prime-pagine-di-oggi-2740/9_il_fatto_quotidiano-246/>) 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*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Le prime pagine di martedì 26 gennaio 2021 | Le prime pagine di venerdì 29 gennaio 2021 | 0.966308 | https://www.ilpost.it/2021/01/26/le-prime-pagine-di-oggi-2740/ | https://www.ilpost.it/2021/01/29/le-prime-pagine-di-oggi-2743/ |
Nessuno è al sicuro. Questo è il titolo che abbiamo scelto per il Salvagente in edicola questo mese per un’inchiesta destinata a far rumore. Partiamo per una volta dalle conclusioni. Non serve vivere vicino ai campi transgenici degli Stati Uniti, respirare le nubi tossiche di pesticidi sparse dagli aerei dei fazederos brasiliani o dei latifundistas argentini. Il glifosato, l’erbicida più utilizzato nella storia dell’umanità è più vicino di quanto tutti noi possiamo pensare e per questo nessuno può sentirsi escluso o al sicuro. Non lo sono, purtroppo, neppure le donne in gravidanza. Neppure se vivono in una grande città italiana - Roma - e non certo in una zona agricola del nostro Paese.
È questa la conclusione delle analisi condotte da Il Salvagente su 14 donne incinte che volontariamente si sono sottoposte allo screening. Tutte, con il prezioso aiuto dell’associazione A Sud, sono state coinvolte nella nostra ricerca e ci hanno consegnato un campione delle loro urine che abbiamo spedito in Germania per le analisi del caso.
Le conclusioni sono sconcertanti: le 14 gestanti sono risultate immancabilmente positive alla ricerca di glifosato nelle loro urine. Tutte, insomma, ne avevano tracce nell’organismo, con quantitativi che vanno da 0,43 nanogrammi per millilitro di urina fino a 3,48 nanogrammi. Tanti? Pochi?
Patrizia Gentilini per una vita oncologa ed ematologa in prima linea in ospedale e ora nel Comitato scientifico di Medici per l’Ambiente-Isde Italia, è categorica: «Non dovrebbe esserci, per nulla, neppure in tracce». L’oncologa spiega: «Non c’è da stare tranquilli, ma non c’è da stupirsi: recentemente è stata pubblicata una indagine di biomonitoraggio condotta in Danimarca su 143 madri e 116 bambini in età scolare. In un sottogruppo di 27 soggetti è stato dosato anche il glifosato ed è stato ritrovato in tutti i 27 campioni con una concentrazione media di 1 ng/ml. I dati delle gestanti di Roma andranno valutati e commentati anche alla luce della scheda anamnestica che è stata raccolta per ogni caso, e se andassimo a cercare anche nel cordone ombelicale certamente lo troveremmo anche lì, ma il messaggio che già ne scaturisce è chiaro e lampante: le sostanze tossiche sono dentro i nostri corpi e passano dalla madre al feto, potendo condizionare non solo la salute nell’età infantile ma anche nell’età adulta, tanto che si parla ormai di una “origine fetale delle malattie dell’adulto”».
Ma da dove arriva l’erbicida che abbiamo trovato negli organismi delle donne incinte romane?
La risposta, purtroppo, è allo stesso tempo semplice e inquietante: da ciò che portiamo in tavola. E, anche in questo caso, nessuno può ritenersi al sicuro. Lo avevamo ipotizzato già un anno fa, quando decidemmo di portare in laboratorio biscotti, corn flakes, fette biscottate, farine e pasta. Trovando spesso questa presenza sgradita nei prodotti finiti di grandi marchi del “Made in Italy”. E lo hanno testimoniato analoghe ricerche indipendenti in tutto il mondo rintracciando la molecola in miele, birra, prodotti per la prima infanzia, perfino garze sterili, tamponi e salvaslip. Una “roulette russa” a cui è difficile sottrarsi, anche quando si è convinti di curare con estrema attenzione l’alimentazione. Un pericolo reale, almeno secondo una parte importante della comunità scientifica, da anni impegnata a denunciarne gli effetti sulla salute.
A pesare, come un macigno, c’è la conclusione a cui è arrivato nel marzo del 2015 lo studio più esteso mai realizzato al mondo, quello dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms. La Iarc, al termine di una ricerca condotta da 17 esperti, ha definito il glifosato «probabile cancerogeno per l’uomo», classificandolo in classe 2A in compagnia di sostanze come bitume, acrilammide, anabolizzanti.
Purtroppo non è tutto…
In edicola
## L'editoriale è tratto dal numero di Left in edicola
[ SOMMARIO](<https://left.it/left-n-22-3-giugno-2017/>) [ ACQUISTA](<https://left.it/prodotto/left-222017-3-giugno/>)
*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| L'erbicida è nel piatto | Vaccini | 0.74769 | https://left.it/2017/06/07/lerbicida-e-nel-piatto/ | https://www.agensir.it/chiesa/2021/11/19/vaccini/ |
Giuseppe Remuzzi sul _Corriere della Sera_ di oggi - con richiamo in prima pagina - si chiede qual è il senso della pratica di svegliare molto presto i pazienti degli ospedali, citando studi e opinioni in materia.
> Le luci si accendono, l'infermiera sveglia il paziente. All'alba. Termometro, c'è da provare la febbre. È un risveglio standard negli ospedali. Ora però uno studio americano sulla rivista Annals of Internal Medicine spiega che i rumori ospedalieri nuocciono alla salute mentre il sonno aiuta a guarire.
>
> «Svegliare una persona senza motivi non è un reato grave. La prima volta almeno». Così Robert Anson Heinlein in «Lazarus Long l'Immortale». «Buon giorno», dico una di queste mattine a un ammalato dell'ospedale. «Come va?». «Bene, cioè abbastanza bene», mi risponde, e io «perché abbastanza, non si trova bene qui da noi?». «Dormo male». «Che succede?». «Le infermiere sono gentili, ma alle sei del mattino a volte nel bel mezzo di un sogno accendono la luce e mi svegliano: è l'ora del termometro. Ma io la febbre non l'ho, non l'ho mai avuta. E poi c'è da provare la pressione. Perché? La mia è sempre stata normale, certo che se mi svegliano in quel modo lì si alza. E dopo tutto questo trambusto non mi riaddormento più». E ancora: «Ho dormito poco, qualche pisolino come i gatti - mi dice un mattino un altro malato - è normale, sono in Ospedale».
([continua a leggere su Corriere.it](<http://www.corriere.it/salute/12_settembre_19/perche-pazienti-alba-remuzzi_6ad2f072-021a-11e2-9f2e-6124d1c3f844.shtml>))
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Perché in ospedale ci si sveglia all'alba? | Perché non riusciamo a smettere di scrollare | 0.786272 | https://www.ilpost.it/2012/09/19/perche-in-ospedale-ci-si-sveglia-allalba/ | https://www.ilpost.it/2020/08/01/scrollare-ciclo-notizie-negative-psicologia/ |
Robert Redford, che oggi compie 80 anni, non avrebbe dovuto recitare.
A leggere la storia dei suoi primi vent'anni di vita si capisce che il cinema arrivò un po' per caso, dopo che altre possibili carriere non andarono bene. Negli anni Sessanta Redford azzeccò però un paio di buoni ruoli, nel 1969 ne fece uno fenomenale – quello di Sundance Kid in _Butch Cassidy_ – e negli anni Settanta infilò quattro o cinque grandi film. Ha continuato a recitare e ancora lo fa molto bene, in più dagli anni Ottanta si è anche messo a fare il regista, anche lì con ottimi risultati. Ha vinto un Oscar alla carriera e uno come Miglior regista e ne avrebbe meritati almeno un altro paio come attore. Ha fatto e diretto film di ogni tipo – commedie romantiche, film storici, di guerra e thriller – ma soprattuto film impegnati, su temi importanti e con punti di vista originali. È diventato famoso perché bravo e bello, lo è rimasto perché ha fatto vedere di essere bravissimo e capace di fare cose sempre intelligenti. Senza disdegnare cose un po' più pop – ha recitato in _Captain America: The Winter Soldier,_ per dire – e restando sempre e comunque l'affascinante Robert Redford, anche a 80 anni.
[ ](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-33/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-33/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-14/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-15/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-16/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-17/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-18/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-19/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-20/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-21/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-22/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-23/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-25/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-26/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-27/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-28/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-29/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-30/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-32/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-34/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-35/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-36/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-37/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-38/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-39/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-40/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-42/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-43/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-44/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-47/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-48/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-50/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/robert-redford-49/>)
Il suo nome intero è Charles Robert Redford, Jr. ed è nato il 18 agosto 1936 a Santa Monica, in California. Il padre era un contabile della Standard Oil e la madre morì nel 1955, un anno prima che lui finisse il college. Dopo il college Redford riuscì per meriti sportivi a entrare all'Università del Colorado, dove divenne membro della confraternita Kappa Sigma e dove giocò nella squadra di baseball. Si dice fosse molto talentuoso, ma venne espulso dall'università (qualcuno parla di numerosi e ripetuti casi di ubriachezza, anche prima delle partite di baseball). Decise quindi di girare un po' per gli Stati Uniti e finì a lavorare in un giacimento petrolifero della California. Dopo aver messo da parte i soldi necessari partì per l'Europa per studiare arte. Passò la gran parte del suo tempo a Parigi e Firenze ma dopo pochi mesi tornò negli Stati Uniti per studiare arti sceniche e diventare scenografo. Concluso il necessario corso andò a New York per cercare lavoro nei teatri di Broadway.
Una volta a New York Redford decise però che gli interessava anche recitare: si iscrisse all'Accademia di arti drammatiche e nel 1959 ottenne un ruolo teatrale nella commedia romantica _Tall Story._ Un po' per la sua bravura e un po' perché non era proprio brutto Redford riuscì a farsi notare e seguirono altri ruoli teatrali più importanti, qualche apparizione in diverse serie tv e poi nel 1960 il primo piccolo ruolo al cinema, nell'adattamento di _Tall Story_ , il primo film di Jane Fonda, che in Italia è noto come _In punta di piedi_.
Il primo ruolo importante fu nel 1965 in _Lo strano mondo di Daisy Clover_ , un film drammatico grazie al quale vinse un Golden Globe come miglior nuova promessa maschile (un premio che non esiste più da anni). Il suo primo ruolo importantissimo fu in _Butch Cassidy_ , un western del 1969. Redford aveva 32 anni e interpretò il pistolero gentiluomo Sundance Kid; il Butch Cassidy del titolo era invece Paul Newman. Negli anni Ottanta Redford si ispirò al nome di quel personaggio quando fondò il Sundance Film Festival, oggi il festival di cinema indipendente più importante al mondo, che si tiene ogni anno a Park City, nello Utah.
Dal 1973 al 1976 Redford recitò in _Come eravamo_ , _La stangata, Il grande Gatsby_ _, I tre giorni del condor_ e _Tutti gli uomini del presidente:_ è difficile trovare un attore che in tre anni abbia messo uno dietro l'altro film altrettanto belli e famosi. _Come eravamo_ è un film drammatico che attraversa più di trent'anni del Novecento e in cui Redford recitò con Barbara Streisand: è uno dei sette film di Sydney Pollack in cui Redford ha recitato, ed è uno dei sette film di Redford in cui la trama parla in qualche modo di un adulterio.
In _La stangata_ – il film di Redford preferito da Redford, che ha detto che non gli piace rivedersi nei film – tornò a recitare con Newman. È un gran film di George Roy Hill e parla di due uomini che decidono di organizzare una grande e complicata truffa. È ambientato negli anni Trenta, vinse sette Oscar ed è uno degli 11 film d'epoca in cui ha recitato Redford.
In _Il grande Gatsby –_ uno di quei film con un adulterio – Redford interpretò il protagonista. Era, al tempo, la terza versione cinematografica del famosissimo romanzo del 1925 di Francis Scott Fitzgerald. Daisy era interpretata da Mia Farrow, Tom Buchanan da Bruce Dern. È il film di cui molti hanno parlato con nostalgia quando un paio d'anni fa uscì quello di Baz Luhrmann, con Leonardo DiCaprio.
_I tre giorni del condor_ è un altro gran film di Sydney Pollack, un film di spionaggio tratto dal romanzo è l'adattamento dal romanzo _I sei giorni del Condor_ di James Grady (sì, nel romanzo il condor ha tre giorni in più). La co-protagonista del film era Faye Dunaway.
_Tutti gli uomini del presidente,_ che negli Stati Uniti uscì il 9 aprile di quarant'anni fa, è considerato il modello di tutti i film sul giornalismo che sono arrivati dopo e racconta la storia dell’inchiesta giornalistica che portò alle dimissioni del presidente degli Stati Uniti Richard Nixon. I giornalisti del _Washington Post_ Bob Woodward e Carl Bernstein furono interpretati da Robert Redford e Dustin Hoffman. Woodward e Bernstein scrissero un libro sull’inchiesta, uscito nel 1974: lo intitolarono _All the president’s men_ per citare un verso di una filastrocca di Humpty Dumpty (“all the king’s men and all the king’s horses…”) e fare riferimento all’estesa rete di collaboratori di Nixon che era stata coinvolta nel complotto ai danni del Partito Democratico svelato dall’inchiesta. Il libro divenne un progetto concreto soprattutto grazie all’insistenza di Redford, che suggerì ai due giornalisti di mettere al centro del racconto la loro inchiesta e non la storia del complotto. Redford si offrì anche di acquistare i diritti cinematografici, producendo il film tratto dal libro. _Tutti gli uomini del presidente_ costò __ circa otto milioni di dollari e ne incassò quasi dieci volte di più.
Redford non ha solo recitato negli anni Settanta: è stato anche in _La mia Africa_ con Meryl Streep, in _Havana_ di Sydney Pollack, in _Spy Game_ con Brad Pitt. Dagli anni Ottanta ha iniziato anche a dirigerli, i film: il primo è stato _Gente comune_ , grazie al quale vinse un Oscar alla regia e l'Oscar per il Miglior film; il più famoso è _L 'uomo che sussurrava ai cavalli, _di cui fu anche protagonista; il più recente è _La regola del silenzio,_ un thriller del 2012 di cui è anche co-protagonista insieme a Shia LaBeouf. È capitato più di una volta che Redford recitasse nei film di cui era regista, ma ha detto: «Da regista non mi vorrei come attore, da attore non mi vorrei come regista».
Oltre che regista, attore, creatore di festival e produttore di film, Redford è anche stato autore del libro _The Outlaw Trail_ : uscì negli anni Settanta ed è sia un libro di critica nei confronti dell'espansione industriale in certe aree degli Stati Uniti sia il resoconto del viaggio che Redford e altri membri del cast di _Butch Cassidy_ fecero nei luoghi in cui visse il fuorilegge.
Ci sono anche stati molti ruoli che Redford avrebbe potuto fare e non ha fatto: si pensò a lui per il ruolo di Michael Corleone in _Il padrino_ ma pare che qualcuno nella produzione del film preferì Al Pacino, perché Redford non sembrava abbastanza siciliano. Si dice anche che si pensò a lui per il ruolo del giovane Ben in _Il laureato_ , quello che poi andò a Dustin Hoffman. Ci sono due versioni diverse sul perché alla fine si scelse Hoffman, entrambe affascinanti: secondo la prima Redford rifiutò la parte dicendo qualcosa del tipo «non sono mai sembrato un 21enne appena uscito dal college», la seconda – simile – dice che Mike Nichols, il regista, preferì Hoffman perché pensava che sarebbe stato difficile rendere credibile che un personaggio interpretato da Redford fosse insicuro e titubante con le donne.
Meno male che alla fine ha fatto l'attore Redford, e non il giocatore di baseball. Che poi per vederlo giocare a baseball basta guardare il film del 1984 di cui è protagonista. È tratto da un romanzo di Bernard Malmud ed è diretto da Barry Levinson. Il titolo italiano è _[Il migliore](<http://www.wittgenstein.it/2015/04/20/il-migliore-giornalisti/>)._
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Robert Redford ha 80 anni | Richard Gere ha settant'anni | 0.884168 | https://www.ilpost.it/2016/08/18/robert-redford/ | https://www.ilpost.it/2019/08/31/richard-gere-ha-settantanni/ |
>>>
>>> Continuano i disagi negli aeroporti di Mosca, dopo la tempesta di ghiaccio che negli ultimi giorni ha travolto le regioni centrali della Russia. All'aeroporto Sheremetyevo sono almeno settemila i passeggeri ancora bloccati a terra che da ore aspettano di partire. Grossi ritardi si continuano a registrare anche al Domodedovo, che domenica era rimasto chiuso circa dodici ore a causa di un black out elettrico.
>>>
>>> Ieri all'aeroporto Sheremetyevo alcuni passeggeri bloccati da sabato [hanno cercato](<http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-12084319>) di impedire l'imbarco di un volo in partenza per Londra, chiedendo un incontro con il direttore dello scalo. La polizia è stata costretta a intervenire per mettere fine alla zuffa. Le persone si sono lamentate soprattutto per la mancanza di assistenza fornita dall'aeroporto, che in molti casi non è stato neanche in grado di assicurare cibo e coperte per scaldarsi di notte.
>>>
>>> In città il ghiaccio ha bloccato molte linee di trasporto pubblico di tram e autobus, e formato lunghe code di macchine bloccate per le strade. Negli ultimi tre giorni ci sono state più di 1.300 persone ferite in seguito a incidenti causati dal ghiaccio, ventisette hanno riportato fratture. Il primo ministro russo, Vladimir Putin, ha chiesto al ministro per le Emergenze, Sergei Shoigu, di fare tutto quello che è in suo potere per facilitare la situazione negli aeroporti.
>>>
>>> [ ](<https://www.ilpost.it/2010/12/28/la-neve-a-mosca/mosca7/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2010/12/28/la-neve-a-mosca/mosca7/>) [](<https://www.ilpost.it/2010/12/28/la-neve-a-mosca/mosca6/>) [](<https://www.ilpost.it/2010/12/28/la-neve-a-mosca/mosca5/>) [](<https://www.ilpost.it/2010/12/28/la-neve-a-mosca/mosca4/>) [](<https://www.ilpost.it/2010/12/28/la-neve-a-mosca/mosca3/>) [](<https://www.ilpost.it/2010/12/28/la-neve-a-mosca/mosca2/>) [](<https://www.ilpost.it/2010/12/28/la-neve-a-mosca/mosca1/>)
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| La neve a Mosca | 15 foto di neve a Mosca | 0.837156 | https://www.ilpost.it/2010/12/28/la-neve-a-mosca/ | https://www.ilpost.it/2013/03/25/neve-mosca/ |
Sono passati dieci anni dalla frana di Cavallerizzo, il piccolo centro calabro-albanese, in provincia di Cosenza, scivolato via nella notte tra il 6 e il 7 marzo del 2005. Una catastrofe prevedibile, e prevista, che ha messo in fuga e frammentato una comunità. La Protezione Civile diretta, allora, da Guido Bertolaso, adottò Cavallerizzo come laboratorio per mettere a punto il proprio “metodo ricostruttivo”, già sperimentato a San Giuliano e poi, anni dopo, consolidato a L’Aquila. Oggi Cavallerizzo è una
new town
: guarda, come in uno specchio, l’antico borgo abbandonato. Tutti gli sfollati hanno avuto una casa, sono al sicuro, ma molti di loro sono andati via, scegliendo di non trasferirsi in paese che non sentono proprio, che non assomiglia a quello che hanno perduto e che, dal 2013, il Consiglio di Stato ha dichiarato abusivo. Ho seguito, osservato, studiato la vicenda di Cavallerizzo sin da quella notte. Questo è il breve racconto di questi dieci anni, la storia dolente delle persone e della vita di un luogo che è uscito da sé.
Cavallerizzo vecchia vista dal nuovo abitato. Aprile 2013
Il rantolo del Drago
Pioveva, come pioveva quella notte, San Giorgio martire, patrono di Cavallerizzo, come urlavano i burroni, quella notte tra il 6 e il 7 marzo del 2005. Neppure i grandi e gli anziani ricordavano una pioggia a tratti fitta e insistente, poi lieve e penetrante, che durava da giorni e non accennava a «cedere». E, certo, l’acqua del cielo metteva paura perché incontrava quella che sbucava dalla terra, che inghiottiva il cemento, che penetrava nelle case e che non faceva sperare nulla di buono per un paese che da anni, da secoli, a quanto pare, rischiava di franare, di crollare. Cavallerizzo, piccola comunità calabro-albanese di meno di trecento persone (
oggi
, ndr), aveva imparato a convivere con la frana della collina su cui poggia fin dal XV secolo. Con cura, con attenzione e con l’aiuto miracoloso di San Giorgio, che uccide il Drago, minacciando e insieme avvertendo la comunità della sua stabilità precaria. Non sono una novità, in Calabria, l’urlo del torrente, lo scroscio improvviso delle acque, il rumore delle pietre che scendono dalle montagne e trascinano tutto a valle. Interi paesi sono stati inghiottiti, spostati, divorati dalla forza delle acque in una terra mobile e ballerina, che ha reso inquieti, precari, in fuga anche i suoi abitanti. L’urlo del torrente, come scriveva Corrado Alvaro, il «ringhio del drago», «Rrëkimi i Dragut», come dicono gli albanesi di Calabria, fa parte della memoria sotterranea delle popolazioni. Il rantolo del drago diventava più forte quella notte e sembrava, forse in un momento di riposo di San Giorgio, capace di uscire e di divorare quanto incontrava in giro.
Processione di San Giorgio a San Giacomo di Cerzeto, 23 aprile 2006
Il disboscamento incontrollato, l’occultamento delle acque, le nuove costruzioni in cemento armato proprio sull’area franosa, lo svuotamento progressivo del paese per emigrazione, l’incuria di alcuni amministratori che non avevano preso sul serio le avvertenze della natura, le strade che si spaccavano, le case che si abbassavano, le avvertenze inascoltate di tecnici e ingegneri, che però si scontravano con i pareri di colleghi che rassicuravano: a Cavallerizzo, come ho raccontato in questi anni, tutto è apparso come la «cronaca di una morte annunciata». E da un romanzo alla Marquez sembra uscito Domenico Golemme, zio di Graziano, conosciuto come
Burithi. Burì-u
in arbërisht, in lingua albanese: la talpa, il «suriciorvo», topo orbo, a cui era stato dato il compito di vigilare insieme a tanti ragazzi e ragazze del paese. Aveva sistemato i tubi dell’acqua, e si era recato a casa per riposare attorno alle sei della sera. Sapeva che non avrebbe chiuso occhio, ma almeno avrebbe ripreso fiato in previsione della veglia notturna sul paese. Quando si alzò e uscì, la frana era ancora più vistosa, il terreno si stava abbassando. Domenico si mise a suonare i citofoni delle porte, a bussare, a urlare nella notte: «Correte! Correte! Il paese se ne sta andando». Correva la talpa, andava più veloce del drago, magari non lo avrebbe vinto, non lo avrebbe sconfitto, ma avrebbe fatto in modo che non inghiottisse la gente.
Processione di San Giorgio a Cerzeto, verso cavallerizzo, 23 aprile 2006
Restare uniti
Era l’alba quando le case cominciarono a crollare, a sfarinarsi, a inviare rumori dolorosi: dal muretto di Cerzeto la gente guardava, piangeva, si abbracciava. I soccorsi furono veloci: arrivò la Protezione Civile, i politici locali e regionali, qualche deputato e ministro, gruppi generosi di volontari, ma fu la gente di Cavallerizzo, con in testa ragazze e ragazzi, a portare assistenza, a sostenere gli anziani, a pensare subito al da farsi, a quel “dopo” catastrofe che, come ben sa la Calabria, metafora dell’Italia, diventa quasi totalmente altro dal “prima”. Le donne e gli uomini di Cavallerizzo si affacciavano per guardare il paese muto, sbilenco e chiuso, dal muretto di Cerzeto, divenuto un piccolo muro del pianto per una popolazione che conosce nel proprio linguaggio l’espressione «il nostro sangue è sparso», («gjahku ynëi shprishur»), che racconta la coscienza di appartenere a una comune etnia, a una cultura, a una lingua, a una tradizione, mai venute meno, nonostante mille dispersioni.
La Frana di Cerzeto, 2005
Nei giorni successivi alla frana, si teme il peggio, la fuga, la fine di un universo. Decisiva è l’opera di raccordo del
Comitato Cittadino per Cavallerizzo
, presieduta dal parroco don Antonio Fasano. La gente vuole decidere, riorganizzare, gestire la propria sventura e il proprio destino. La parola d’ordine è: restare uniti, non disperdersi, vedersi. Mantenere la comunità richiede uno sforzo enorme, convinzione, fiducia. La quasi totalità delle famiglie vuole restare a Cavallerizzo. Il paese deve essere ricostruito là dove è nato e dove è sempre vissuto. «Cavallerizzo resta dove sono le nostre case, i nostri morti, dove tornano gli emigrati», dice la gente e in questa direzione si adopera il Comitato insieme alle autorità romane e regionali.
La Frana di Cerzeto, 2005
Retoriche della ricostruzione e problemi della conservazione
Molto presto cominciarono però ad arrivare le voci che la frana non si è fermata, cammina, si allarga. In luglio, a pochi mesi dalla frana, la Protezione Civile annuncia la delocalizzazione (brutto termine) in località Pianette, non lontana dall’abitato. Ma già nei giorni successivi alla frana, alcuni giovani di Cavallerizzo erano andati a visitare (su suggerimento di chi e perché, dal momento che ancora si parlava di ricostruzione in loco, non è dato ancora sapere) la ricostruzione di San Giuliano di Puglia. Quando viene decisa e comunicata la delocalizzazione, in pratica uno sfollamento forzato, la gente si abbandona alla disperazione, al pianto, all’amarezza. Dopo mesi trascorsi a Cerzeto, comune di cui Cavallerizzo è frazione o altrove, avevano pensato a un ritorno nelle loro case. Ma di fronte a valutazioni presentate come “scientifiche” e ineluttabili, la maggior parte delle famiglie accetta il trasferimento (
Progetto Cerezeto
). I responsabili del Comitato di Cavallerizzo sono i più attivi nel sostenere le famiglie, nel fornire dati e notizie, nell’opporsi a ostacoli che arrivano dall’Amministrazione, ma anche nel tenere rapporti diretti con le autorità regionali, prefettura, Curia, e soprattutto con Guido Bertolaso, che a più riprese viene a visitare gli sfollati, il vecchio abitato e il luogo della ricostruzione, accolto come un eroe, come un santo protettore, come colui che decide in fretta e si impegna a fare velocemente. Per gente in esilio, disseminata, sparsa, senza casa e senza più nulla, la soluzione della delocalizzazione appare amara ma necessaria, anche se nascono i dubbi, le incertezze, le critiche di chi ancora crede che la ricostruzione del paese sia possibile. Quando si comprese che il ritorno nel vecchio abitato non sarebbe mai avvenuto, gli abitanti di Cavallerizzo affermarono con forza: non pensate di mandarci in case dormitorio, di darci palazzoni a più piani, tutti uguali, inabitabili. La
gjitonia,
il secolare sistema abitativo e culturale delle comunità albanesi, diventa la parola più ripetuta tutti. Non c’è persona, adulta o giovane, che non la rimpianga, che non ne sogni il ripristino, nell’antico paese o, in caso d’impossibilità di recupero, nel nuovo luogo dove si andrà a costruire. L’idea, il modello, il sogno, il mito, la nostalgia della
gjitonia
in qualche modo svolgevano una funzione di rassicurazione e affermavano un bisogno di presenza. Non a caso. In albanese una stessa radice linguistica «gj-i» è la base da cui si formano i termini che stanno per casa, stalla, parentela, vicinato, gente, nazione. Probabilmente chi vuole procedere in fretta nella ricostruzione, proponendo come inevitabile la delocalizzazione, intercetta o fa finta di intercettare, stravolgendo e strumentalizzando, la storia e il senso di appartenenza delle persone. Per Cavallerizzo la nostalgia autentica delle persone che soffrivano non è diventata una risorsa comune, è stata usata e intrappolata per creare qualcosa che non è né antico né nuovo.
Il nuovo abitato e sullo sfondo l'antico
La presentazione alla popolazione del progetto viene fatta proprio il giorno dell’anniversario della frana. L’architetto Laura Spalla di Roma, incaricata dal Soggetto Attuatore, presenta alla popolazione il progetto preliminare per la nuova Cavallerizzo: la somma prevista per la delocalizzazione verrà fissata in trentasei milioni e settecento mila euro. Di fronte a tanta enfasi su quello che veniva definito «il modello Cavallerizzo» scrivevo che l’unicità e la complessità della
gjitonia
rendeva impossibile qualsiasi ricostruzione automatica. Peraltro lo schema abitativo e antropologico delle antiche
gjitonie
era stato eroso da profondi processi di trasformazione, dall’esodo, dall’affermarsi di nuovi criteri abitativi (le case fuori del paese che lasciano vuote quelle dell’interno), dalla fine di antichi legami. Tutto questo non vuol dire, allora – come pretendevano i tecnici impegnati nella ricostruzione – “conservare”, ma significa rinnovare, innovare, e anche inventare, tenendo conto della storia e dei desideri della gente. Ricostruire e rifondare, come sanno le popolazioni arbëreshë, non è un fatto tecnico e materiale, comporta gesti sacrali, rituali, simbolici. Ricostruire non significa gettare cemento; significa creare le basi per una nuova socialità, alimentare la memoria del passato e anche la speranza del futuro, studiare strategie economiche per vivere in maniera dignitosa. Ricostruire è un fatto fondante, impegnativo, delicatissimo, forse incomprensibile a quanti privilegiano l’ottica economicistica. Certo, trecento persone sono poche, ma ogni storia, ogni famiglia, ogni speranza non ha prezzo, non va valutata con la logica del profitto e dei benefici economici.
Cerzeto vecchio e nuovo abitato
New town
La posa della prima pietra nella zona industriale avviene il 7 marzo 2008. Il 5 febbraio del 2011 ha inizio la consegna degli alloggi della
new town
e, nel corso dell’anno, vengono assegnate le altre abitazioni. Prima della frana, a Cavallerizzo si contavano 105 famiglie; adesso, nella
new town,
su un totale di 264 case, le famiglie presenti sono 85. La popolazione talmente presente è passata da oltre trecento prima della frana a circa duecento di adesso. Alla fine, a quanto pare, sono stati spesi più di settanta milioni di euro.
Franco Gabrielli durante il sopralluogo a Cavallerizzo insieme al Prefetto di Cosenza e al Sindaco di Cerzeto, febbraio 2011
La comunità si è lacerata, frantumata. Una ventina di famiglie, residenti al momento della frana ed emigrate, non hanno accettato la nuova ubicazione. Alcuni tra i membri di queste, nell’aprile del 2007, hanno costituito l’associazione
Cavallerizzo Vive
.
Antonio Madotto, Massimo Figlia e altri esuli ed emigrati inventano iniziative per prendersi cura del vecchio borgo, dove dal 2008 hanno riportato la festa di San Giorgio. Alcuni sognano e immaginano il ritorno. La signora Liliana Bianca vi abita con il marito e un figlio. Nella sua casa, integra, ma senza acqua e senza luce, considerata abusiva e un pericolo per le autorità che applicano le regole solo con i più deboli. Carmelina Bruno, la donna che anticipa e vive nei suoi sogni il destino del paese, che vive nella nuova Cavallerizzo per necessità, criticando le scelte compiute, sogna il ritorno. La ritrovo, affettuosa, attiva e combattiva come dieci anni addietro. Dalla casa in cui vive, scorge l’antico paese, lo fissa, si amareggia, si commuove, pensando alla modesta e antica casa che almeno parlava di vita, di storie, di affetti. «Questa non è vita. Questa è morte, sepoltura, sepolti vivi, ci hanno sepolti vivi, accanto non è stata costruita neanche una chiesa, nessuna opera pubblica, qui non esiste un’opera pubblica a parte queste costruzioni, questo cemento armato, queste costruzioni, non sappiamo con quali prodotti. La chiesa non c’è perché la Protezione Civile quando è venuta, aveva un progetto già pronto. A San Giuliano, in Africa, dove succedeva qualcosa, portavano quel progetto. Hanno detto: cosa facciamo adesso qua? Aggiustiamo il vecchio paese o rifacciamo il nuovo paese? Facciamo il nuovo paese perché si guadagna di più no?». Carmelina sogna San Giorgio imbronciato e che non vuole venire nel nuovo abitato. Carmelina è stata sempre attenta ai sogni e ai segni, ma ha avuto sempre una lucida visione di quanto è accaduto e accade.
Nel maggio del 2008, l’Associazione
Cavallerizzo Vive
presenta un ricorso amministrativo contro la delocalizzazione al TAR del Lazio. Comincia un iter giudiziario che si conclude l’11 dicembre 2013, con la
sentenza definitiva
del Consiglio di Stato: il Verbale della conferenza dei Servizi, che aveva approvato il progetto definitivo della
new town,
è annullato perché la richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale non era stata inoltrata. In altri termini, la
new town
sarebbe sorta abusiva e resterà abusiva senza una sanatoria a posteriori della Regione. Se l’abbandono di un paese era apparso come la cronaca di una morte annunciata, la costruzione del nuovo abitato sembra la cronaca di una ricostruzione annunciata. Che la buona fede, il bisogno di avere un sito, siano stati in qualche modo strumentalizzati, diventa più di un sospetto dopo le vicende avvenute a L’Aquila, che hanno scoperchiato il modo di procedere della Protezione Civile e del gruppo Anemone. Da un punto di vista urbanistico, architettonico, di organizzazione dello spazio, il nuovo abitato non ha nulla delle antiche
gjitonie
, non assomiglia nemmeno a una loro caricatura. Non si poteva trapiantare un paese, ma qui è stato costruito qualcosa di informe, un non luogo, modello sperimentale per
new town
successive, speranzosamente attese da imprenditori che si fregavano le mani ad ogni scossa di terremoto. Un non luogo deserto, chiuso, senza persone per le strade, con scritte «si vende» e «si fitta». Carlo Calabria, geologo esperto di Cavallerizzo, scrive:
«Non c’è più un luogo fisico comune a tutti dove potersi rincontrare, non c’è una fontana, un muretto e le poche panchine sono in un anonimo spiazzo dove sarebbe dovuta sorgere la Chiesa. Ci sono soltanto una serie di case tutte uguali, sia nella forma che nel colore. […] Il vecchio centro abitato è stato depredato di tutto; l’unica parte rimasta intatta è piazza San Giorgio e le strade limitrofe, solo perché ci vive ancora una famiglia, il resto è vera e propria vergogna».
Il vecchio abitato – dove è stato scoraggiato e ostacolato ogni ritorno anche occasionale, anche per la festa di S. Giorgio, la cui statua è ancora conservata nella chiesa del vecchio paese – giace nell’immondizia e nell’incuria e guarda come un fantasma antico il suo doppio spettrale e postmoderno.
Ritorno nel vecchio abitato per la festa di San Giorgio, Cavallerizzo antica 2009
Nel municipio di Cerzeto ho incontrato Lucio Tudda: dopo la frana ne ho ascoltato i racconti sui giovani che si trovavano nel suo bar per discutere e farsi coraggio. Mi ha accolto con calore, anche se l’ho visto un po’ triste. Con don Ennio Stamile, che continua a seguire le vicende di Cerzeto e Cavallerizzo, vengo ricevuto dall’ing. Giuseppe Giunta e da Graziano Golemme. Li ho conosciuti indaffarati, presenti e attivi nel Comitato, combattivi con l’allora sindaco che ostacolava, come dicevano, la ricostruzione di Cavallerizzo. Adesso Giunta è assessore alla ricostruzione e Graziano Golemme, che sognava di partire dopo la laurea, e dopo aver ricostruito il paese, si occupa di raccolta differenziata ed è sempre in testa a coloro che hanno spinto per la costruzione della nuova Cavallerizzo. Giuseppe Giunta ricostruisce le vicende di questo decennio. Non è tenero con il Comitato
Cavallerizzo vive
, con alcuni esponenti della Chiesa, con gli emigrati, che avrebbero ostacolato la ricostruzione della comunità e avrebbero creato divisioni e ritardi. Una versione speculare e opposta a quella di Madotto e Figlia.
Nella chiesa del Santo, Cavallerizzo antica 2009
I protagonisti della ricostruzione difendono con orgoglio la loro scelta e sono contenti del risultato ottenuto perché sostengono che, con il loro operare, hanno salvato la comunità, hanno impedito che si dissolvesse. Ammettono errori e anche un risultato urbanistico, forse, deludente rispetto alle aspettative, ma adesso pensano che esista una base per ripartire. Tutte le famiglie hanno ormai una casa. Si tratta adesso di ricostruire la comunità, di occuparsi, finalmente, del vecchio paese e di impegnarsi per avere una chiesa, senza la quale i giovani e le persone soffrono, soprattutto in occasione delle feste. Ascolto e, però, lo ammetto, non trovo risposte a tante domande, nemmeno ai tanti dubbi posti da chi non ha accettato la delocalizzazione.
Ho seguito le vicende di Cavallerizzo dal giorno dopo la frana fino a oggi. L’ho fatto con un senso di vicinanza e di partecipazione, prima che come studioso e come osservatore. Ho raccontato storie, leggende, memorie, dolori, speranze, sogni, attività della gente di Cavallerizzo. Ho scritto anche dei rischi possibili della dispersione, anche in presenza di buone e sane intenzioni, e ho anche assistito impotente alla nascita di un abitato che poteva essere costruito bene, per accogliere tutti e senza conflitti, senza abbandonare le ragioni di chi la pensava diversamente. Resta il dubbio che le decisioni dal basso, presentate come democratiche, prese dalle persone e dalle famiglie di Cavallerizzo, in realtà, fossero falsate da valutazioni mai rese note, da decisioni, presentate come inevitabili. La democrazia, in presenza di una scienza, di una tecnica, di una politica che non informano e corrono, è fasulla, alterata, inesistente. In questo decennio abbiamo saputo, dopo l’Aquila, dopo le tante emergenze, le tante frane e i terremoti che hanno devastato il Bel Paese, cosa significassero l’efficientismo, il decisionismo, il procedere senza vincoli e senza regole. Abbiamo visto che a quella di Cavallerizzo sono seguiti la frana di Maierato, di tanti paesi calabresi, e poi i disastri della Sicilia e della Liguria.
Franco Gabrielli consegna le chiavi dei nuovi alloggi, febbraio 2011
Dieci anni dopo
Dopo dieci anni, un esilio senza approdo, almeno per sessanta defunti, fatiche e generosità di tanti abitanti, conflitti e delusioni, lotte nei tribunali e sul web, la domanda resta quella di dieci anni fa: come costruire una nuova comunità che non smarrisca il legame col passato? Ci si può rammaricare e indignare, si può e si deve pretendere che se qualcuno ha sbagliato renda conto e si assuma responsabilità, ma bisogna guardare avanti, partire dall’esistente. Il nuovo abitato, certo, adesso, non può essere demolito, la gente che lo abita e magari ne è contenta, ha sofferto abbastanza, non saprebbe dove andare. L’antico paese interroga e forse aspetta un qualche parziale risarcimento e riconoscimento. La lezione che si deve trarre è che il ritorno è impossibile, ma che ascoltare chi ne propone le ragioni è essenziale. E che la prevenzione e la cura, soltanto, possono impedire lacerazioni, sperperi, nuovi disastri.
Occorre intercettare le tante nostalgie positive e creative che arrivano da chi è rimasto e da chi è partito. La «nuova Cavallerizzo» avrebbe bisogno di nuovi centri sociali e di aggregazione, di spazi culturali pubblici, di una nuova socialità, di riguadagnare relazioni e legami, memorie e un rapporto vero ed autentico con l’antico abitato. Comprendendo che il vuoto e la solitudine sono la condizione non solo della nuova Cavallerizzo (anche il vecchio abitato aveva la metà delle case vuote) ma dei tanti paesi e centri che conoscono una grande crisi demografica, fenomeni di spopolamento e depauperamento delle risorse. Cavallerizzo, tutti noi, abbiamo bisogno di una classe politica capace di darsi obiettivi, di immaginarli e perseguirli con una sensibilità eccezionale, per tentare di mettere assieme ciò che resta di tante schegge sparse, per avviare un processo di riconciliazione.
I primi passi, nel caso di Cavallerizzo – mi dispiace constatarlo – non sono incoraggianti; a dieci anni della fine del paese, la Giunta comunale di Cerzeto, in una Calabria che cammina e frana, non ha trovato di meglio che dare (con delibera del 17 febbraio 2015) la cittadinanza onoraria al dott. Guido Bertolaso:
«in considerazione dell’opera prestata alla popolazione di Cavallerizzo a seguito dell’evento franoso del 7 marzo 2005 fino alla completa sistemazione della popolazione mostrando, al di là dei compiti istituzionali previsti un volto umano e una passione civile simbolo di uno Stato paterno e non patrigno».
Non c’è da commentare. Questa terra che trasforma in eroi fondatori quanti hanno contribuito a renderla irriconoscibile a se stessa, privandola di memoria e futuro, sembra, davvero, non avere più fiducia, né desiderio di camminare da sola, magari cominciando a denunciare l’invadenza e la prepotenza di questo Stato tanto paterno, troppo paterno.
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17 luglio 2013 19:00
Jim Thompson,
Un uomo da niente
Einaudi, 250 pagine, 17 euro
Thompson è uno dei pochi eredi di Hammett che continuano a sorprenderci per la loro forza nel genere noir, intatta dopo tanti anni e a confronto con i successori e imitatori. Quel noir che aveva al centro la negazione: il fascino del crimine e diciamo pure della violenza e della morte che caratterizza la società, forse ogni società. Come il protagonista di Fiesta, l’aitante giornalista Brownie è rimasto ferito in guerra perdendo la sua virilità.
Cinico e sincero con se stesso, ironico e anche sferzante, ma con un fondo di immedicabile romanticismo e dolore, piace molto alle donne ma finisce per ammazzarle, è distruttivo e autodistruttivo fino all’estremo, in un mondo dove è il denaro a guidare il gioco ma senza poter coprire i bisogni primari, la solitudine di ognuno, variamente mascherata. Si capisce perché Thompson sia piaciuto così tanto a Kubrick e a Peckinpah, estremisti come lui nel loro confronto con le umane e sociali impossibilità e con le costrizioni che su di esse sono cresciute.
La nuova traduzione di Luca Briasco permette di godere della velocità e durezza di uno stile
hard-boiled
negato dal chiacchiericcio di noiristi del tutto privi di quel senso del tragico che veniva a Thompson dalla lettura dei tragici greci e forse di Céline, ma soprattutto dall’eseperienza diretta della bruttezza e della violenza del mondo. Con David Goodis, resta il primo dei noiristi, perché davvero il più “nero”.
Cultura
Libri
Opinioni
Jim Thompson
| Il più nero di tutti | Vedere il mattatoio di Kurt Vonnegut | 0.801385 | https://www.internazionale.it/opinione/goffredo-fofi/2013/07/17/il-piu-nero-di-tutti | https://www.internazionale.it/opinione/goffredo-fofi/2015/07/29/mattatoio-5-kurt-vonnegut-film |
Tangenziale bloccata, immagini dei leader dei governi **date alle fiamme** e la promessa di nuove mobilitazioni. A **Venaria Reale** , alle porte di Torino, il G7 Clima Energia e Ambiente, che verrà ospitato alla Reggia **per tre giorni** , è iniziato tra le proteste. Accolto da un corteo a cui hanno partecipato **un migliaio di persone,** poche ore prima del benvenuto ufficiale alle delegazioni, una cena alla Palazzina di caccia di Stupinigi. Al corteo in prima fila c'erano il **centro sociale torinese Askatasuna** , i No Tav e i movimenti ambientalisti come **Ultima Generazione** e Extinction Rebellion. Tante le **bandiere palestinesi** presenti dietro lo striscione di apertura su cui c'era scritto **" Lottiamo contro le vostre guerre** a difesa delle nostre terre. Voi Sette, **noi 99% "**.
Obiettivo dei manifestanti era quello di raggiungere, in una **città blindata** per l’occasione, lo sbarramento di polizia a ridosso della zona pedonale che porta alla Reggia, sebbene oggi non fossero previsti incontri. Si **temevano scontri** , com'era avvenuto durante il G7 su industria e lavoro del 2017, sia in centro a Torino sia a Venaria. Ma così non è stato. Sotto una fitta pioggia i manifestanti sono partiti dal **parco Galileo Galilei** , per poi dirigersi sulla tangenziale e occuparla per circa una ventina di minuti. Quanto è bastato per creare **alcuni chilometri di coda** e disagi al traffico. Sono stati accesi fumogeni e appesi striscioni sul cavalcavia "Chi blocca il nostro futuro si troverà **centinaia di blocchi** come questo di persone non disposte a far decidere sulla propria testa”, hanno ripetuto al microfono gli attivisti.
[ ](<https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/23/jp-morgan-affoga-la-transizione-verde-in-un-mare-di-petrolio-gli-obiettivi-sui-consumi-sono-irraggiungibili-target-2050-servono-generazioni/7519251/>)
###### Leggi Anche
### [JP Morgan affoga la transizione verde in un mare di petrolio: "Gli obiettivi sui consumi sono irraggiungibili. Target 2050? Servono generazioni"](<https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/23/jp-morgan-affoga-la-transizione-verde-in-un-mare-di-petrolio-gli-obiettivi-sui-consumi-sono-irraggiungibili-target-2050-servono-generazioni/7519251/>)
La marcia è ripresa, fino ad arrivare in **piazza Vittorio** , a pochi metri da via Mensa. A bloccarli le grate mobili delle **forze dell’ordine** a cui gli attivisti hanno appeso delle gigantografie con i volti dei sette leader degli Stati che fanno parte del G7. Hanno poi acceso **un falò** in cui hanno bruciato le gigantografie. "Siamo qui non per dialogare ma per protestare per dire no al **modello di sviluppo** che ci vuole imporre il G7″, hanno detto gli attivisti, che hanno annunciato nuove proteste per domani, quando i rappresentati arriveranno a Venaria per **l 'inizio del summit.** Una manifestazione è prevista in mattinata, organizzata da varie associazioni ambientaliste. Ma a preoccupare è quella che partirà nel tardo pomeriggio da **Palazzo Nuovo** , sede delle facoltà umanistiche di Torino. Ci saranno **i centri sociali e i collettivi studenteschi.**
"Andremo a prenderli, **non faranno cene tranquille** , Torino non li vuole", hanno annunciato alla fine dell’iniziativa. Nei giorni precedenti c'erano state quelle pacifiche di Extinction Rebellion, davanti alla Rai e al grattacielo di **Intesa Sanpaolo** , poi sabato notte **l’assalto** a colpi di sassi e bombe carta da parte dell’ala più oltranzista del movimento No Tav al **cantiere di San Didero in Val di Susa.** L’allerta è alta: Palazzo Nuovo, nel centro del capoluogo piemontese, si trova a pochi isolati da dove verranno ospitate le delegazioni, in tre distinti alberghi. Le aree e le vie limitrofe sono da giorni controllate dalle forze dell’ordine e la sicurezza è stata rafforzata. Anche se prefettura e questura **non vogliono sentire parlare di zona rossa**.
| Un migliaio di manifestanti "accolgono" i leader del G7 Clima a Torino. Blocchi, fiamme e promesse di nuove mobilitazioni | G7 Ambiente a Torino, protestano collettivi e centri sociali: scontri con la polizia. Usati idranti e lacrimogeni | 0.858278 | https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/28/un-migliaio-di-manifestanti-accolgono-i-leader-del-g7-clima-a-torino-blocchi-fiamme-e-promesse-di-nuove-mobilitazioni/7529454/ | https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/29/g7-ambiente-a-torino-protestano-collettivi-e-centri-sociali-scontri-con-la-polizia-usati-idranti-e-lacrimogeni/7530570/ |
Venerdì 30 novembre il democratico Bo Eaton e il repubblicano Mark Tullos [hanno pescato due pagliuzze](<http://abcnews.go.com/US/wireStory/democrat-draws-straw-winning-tiebreaker-state-election-35330812>) colorate da una sacca rossa per decidere chi di loro si sarebbe seduto nell'assemblea dello stato del Mississippi, negli Stati Uniti. Alle elezioni del 3 novembre i due erano candidati nel distretto 79 e, incredibilmente, hanno ottenuto lo stesso numero di voti: 4.589 a testa. La legge dello stato prevede che sia il caso a risolvere queste situazione e specifica anche in che modo.
[ ](<https://www.ilpost.it/2015/11/21/elezioni-mississippi-pagliuzza/ap_377946840711/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2015/11/21/elezioni-mississippi-pagliuzza/ap_377946840711/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/11/21/elezioni-mississippi-pagliuzza/ap_14201866206/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/11/21/elezioni-mississippi-pagliuzza/ap_89425542718/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/11/21/elezioni-mississippi-pagliuzza/ap_252230368861/>)
La cerimonia è stata presieduta dal governatore Phil Bryant, mentre il segretario di stato Delbert Hosemann reggeva la sacca rossa all'interno della quale erano stati messi due porta-biglietti da visita esattamente identici al cui interno c'erano due pagliuzze. Tullos, il repubblicano, ha pescato la pagliuzza corta, colorata di rosso. Eaton ha pescato la pagliuzza più lunga, colorata di verde, ottenendo la vittoria. Dopo la cerimonia, Tullos ha rapidamente lasciato la sala senza parlare con i giornalisti. I suoi collaboratori hanno detto che poco dopo ha fatto ricorso contro il risultato delle elezioni, come aveva detto che avrebbe fatto già prima dell'estrazione, sostenendo che i voti dell'elezione sono stati conteggiati in maniera erronea. Eaton, che nella vita fa l'agricoltore, ha commentato: «È sempre un piacere quando c'è una buona annata di raccolto».
Secondo il _Washington Post_ [ci sono in tutto 35 stati](<https://www.washingtonpost.com/blogs/govbeat/wp/2014/07/14/in-most-states-tied-elections-can-be-decided-by-a-coin-toss/>) negli Stati Uniti dove per determinare il risultato elettorale si ricorre al caso. La maggior parte di loro ricorre al lancio di una moneta, mentre altri fanno pescare il nome di uno dei due candidati da una sacca a un importante funzionario pubblico. In caso di pareggio, gli altri stati lasciano decidere chi sarà eletto all'assemblea legislativa oppure prevedono un secondo turno elettorale, la stessa soluzione prevista anche in Italia nel caso in cui in un piccolo comune i due candidati ottengano lo stesso numero di voti ([sì, è successo](<http://www.trevisotoday.it/politica/elezioni/comunali-2014-provincia-treviso/ballottaggio-pareggio-revine-lago.html>)).
Negli Stati Uniti non è mai accaduto che due candidati ricevessero lo stesso numero di voti nel corso di elezioni federali, cioè quelle per il presidente, il Congresso o la Camera dei rappresentanti; ma a livello locale, dove giudici e rappresentati alle assemblee degli stati vengono votati da un numero di elettori più basso, capita piuttosto di frequente. È successo ad esempio nel luglio del 2014 in New Mexico e il pareggio è stato risolto con il lancio di una monetina. In Mississippi, invece, il parlamento ha deciso di optare per il metodo delle pagliuzze, [per evitare le ambiguità nel lancio della moneta](<http://qz.com/555722/an-election-in-mississippi-ended-in-a-tie-so-it-will-be-decided-by-drawing-straws/>) (ad esempio: cosa fare se la moneta cade per terra?).
Della sfida tra Eaton e Tullos si è parlato molto anche perché [è stato uno dei più importanti sorteggi che i giornali americani ricordino](<http://www.nytimes.com/2015/11/21/us/mississippi-house-race-comes-down-to-one-deciding-straw.html>). La legislatura del Mississippi è stata ottenuta dai repubblicani che sono riusciti a ottenere quasi due terzi dei seggi. Per la precisione, due terzi meno uno. Se Tullos avesse estratto la pagliuzza verde, i Repubblicani avrebbero avuto una maggioranza sufficiente a imporre un programma di taglio delle tasse che sarebbe potuto costare centinaia di milioni di dollari allo stato. L'elezione di Eaton permetterà invece ai democratici di bloccare il progetto.
Con il ricorso di Tullos, però, la decisione resta in bilico. Ora l'assemblea dominata dai repubblicani dovrà decidere su alcuni voti incerti. In molti hanno dubbi sul fatto che i repubblicani potranno decidere sulla questione in maniera imparziale, ma Greg Snowden, presidente dell'assemblea, ha detto che «ogni membro affronterà questa questione con la massima serietà. Non è un gioco».
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Le elezioni in Mississippi decise da una pagliuzza colorata | La registrazione di Trump che chiede di cambiare i risultati del voto in Georgia | 0.838148 | https://www.ilpost.it/2015/11/21/elezioni-mississippi-pagliuzza/ | https://www.ilpost.it/2021/01/03/trump-audio-georgia/ |
La prima medaglia italiana nell'atletica alle Olimpiadi di Londra è di Fabrizio Donato, che ieri sera [ha vinto il bronzo](<http://www.gazzetta.it/Olimpiadi/09-08-2012/triplo-donato-grecoin-pedana-una-medaglia-912198394730.shtml>) nel salto triplo con la misura di 17,48 metri, dietro agli statunitensi Christian Taylor, oro con 17,81, e Will Claye, argento con 17,62. Donato, 36 anni il prossimo 14 agosto, di Latina, alla fine della gara ha ringraziato la sua famiglia e le Fiamme Gialle (il Gruppo Sportivo Fiamme Gialle è [quello della Guardia di Finanza](<https://www.ilpost.it/2012/08/03/perche-litalia-ha-atleti-dei-corpi-militari/>)) «che mi hanno salvato da certe idee strane che ogni tanto mi passano per la testa».
[ ](<https://www.ilpost.it/2012/08/10/fabrizio-donato-ha-vinto-il-bronzo-nel-salto-triplo/olympics-day-13-athletics-12/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2012/08/10/fabrizio-donato-ha-vinto-il-bronzo-nel-salto-triplo/olympics-day-13-athletics-12/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/08/10/fabrizio-donato-ha-vinto-il-bronzo-nel-salto-triplo/italys-fabrizio-donato-competes-in-the/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/08/10/fabrizio-donato-ha-vinto-il-bronzo-nel-salto-triplo/italys-fabrizio-donato-celebrates-after/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/08/10/fabrizio-donato-ha-vinto-il-bronzo-nel-salto-triplo/iaaf-world-indoor-championships-day-three-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/08/10/fabrizio-donato-ha-vinto-il-bronzo-nel-salto-triplo/20th-european-athletics-championships-day-three/>)
In finale c'era un altro atleta italiano, il pugliese Daniele Greco, che ha raggiunto i 17,34 metri ed è arrivato quarto. «Alla fine sono quarto dietro ad un altro italiano. O io o lui potevamo essere sul podio e Fabrizio se l'è meritato dopo una lunga carriera, io spero di poterne fare altre tre di Olimpiadi - ha dichiarato Greco dopo la gara - Per molti sarebbe una batosta la medaglia di legno, a me dà grande grinta e grande voglia di affermarmi a livello internazionale».
Nell'atletica leggera l'Italia vinse due medagli alle Olimpiadi di Pechino, entrambe nella marcia: il bronzo di Elisa Rigaudo nella 20 km e l'oro di [Alex Schwazer](<https://www.ilpost.it/tag/alex-schwazer/>), squalificato pochi giorni fa per doping, nella 50 km. Prima di loro Giuseppe Gibilisco vinse il bronzo nel salto con l'asta ad Atene nel 2004. L'ultimo triplista italiano a vincere una medaglia fu Giuseppe Gentile nel 1968 a Città del Messico, dove riuscì a conquistare il terzo posto.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Fabrizio Donato ha vinto il bronzo nel salto triplo | La seconda medaglia di Niccolò Campriani | 0.906571 | https://www.ilpost.it/2012/08/10/fabrizio-donato-ha-vinto-il-bronzo-nel-salto-triplo/ | https://www.ilpost.it/2012/08/06/la-seconda-medaglia-di-niccolo-campriani/ |
Umanità Nova - Archivio 2008 - art6082
Umanità Nova, n.30
del 6 settembre 2009,
anno 89
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brevi dal mOndo
A cura di Raffaele
India: contadini in rivolta, a fuoco un hotel di lusso
Il Vedic Village Resort di Rajarhat, a circa 30 chilometri a nord
est da Kolkata (Calcutta), è un albergo di lusso, dove i ricchi
indiani e i turisti stranieri si godono il sole e le piscine, senza
pensare che la terra sui cui sono state costruite è stata rubata
ai contadini che abitano su quel territorio da generazioni. Ma in una
notte di fine agosto il fuoco ha forse fatto aprire gli occhi agli
spensierati ospiti dell'hotel: 200 contadini sono entrati ed hanno
incendiato la direzione, la sala mensa e decine di bungalow. Il governo
dello stato del Bengala, in mano a una coalizione comunista detta "Left
Front", sta cercando di insabbiare le continue rivolte contadine e il
ruolo della mafia locale nelle compravendite di terreni dagli stessi
contadini a prezzi ridicoli, per poi rivenderli a multinazionali e
grandi imprese straniere.
Fonti:
http://india.indymedia.org
Grecia: no border camp
Dal 25 al 31 a Agosto si è svolto a Lesvos (Lesbo) un no
border camp, contro le politiche europee sull'immigrazione e per la
chiusura del centro di detenzione di Pagani.
Durante il campeggio si sono svolti dibattiti e assemblee, ma anche
azioni dirette: il 29 agosto è stata circondata, con gommoni e
barche, una vedetta militare usata per controllare la costa.
Mentre uno striscione veniva calato da un traghetto. Il 31 agosto 10
attivisti antirazzisti sono riusciti a salire sul tetto del centro di
detenzione di Pagani, srotolando striscioni in solidarietà ai
migranti reclusi, mentre un presidio si svolgeva all'esterno della
struttura, bloccandone l'ingresso.
Fonti:
www.noborderlesvos09.gr
http://lesvos09.antira.info
Stati Uniti: resistenza al G-20
Dal 22 al 25 settembre a Pittsburgh si svolgerà una riunione
del G-20. Molti gruppi e realtà statunitensi stanno organizzando
mobilitazioni di protesta.
Indymedia sta attivando una copertura informativa di tutto il percorso
di opposizione al meeting dei capi di stato, mentre per le giornate del
vertice verranno installate stazioni di amplificazione in tutta la
città per far sentire la voce dei manifestanti e delle persone
comuni per coprire quelle dei politicanti di professione.
Fonti:
http://pittsburgh.indymedia.org
http://silentcity.wordpress.com
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>> «Se vi pare che questo mondo sia brutto, dovreste vederne qualche altro»
>
> Titolo di un saggio del 1977 dello scrittore di fantascienza Philip K. Dick – che oggi compirebbe 90 anni – sul suo lavoro di romanziere. In italiano è stato pubblicato da Feltrinelli nel libro [_Se vi pare che questo mondo sia brutto_](<https://www.amazon.it/pare-che-questo-mondo-brutto/dp/880781546X/?tag=ilpo-21>). Dick è l'autore, tra le altre cose, di _Ma gli androidi sognano pecore elettriche?_ , da cui è stato tratto _Blade Runner_ , e di _La svastica sul Sole_ , a cui è ispirata la serie tv _The Man in the High Castle_.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Se vi pare che questo mondo sia brutto | È morto lo scrittore Robert James Waller, autore di "I ponti di Madison County" | 0.85651 | https://www.ilpost.it/2018/12/16/philip-k-dick/ | https://www.ilpost.it/2017/03/10/e-morto-lo-scrittore-robert-james-waller-autore-di-i-ponti-di-madison-county/ |
Via libera della Cassazione alle firme per il referendum costituzionale. Oggi infatti, anticipando di qualche giorno la data del verdetto prevista per il 15 agosto, la Suprema Corte ha ufficializzato l'ok alle firme per il referendum raccolte dal Comitato per il Sì e presentate a metà luglio. **Le firme raccolte dal Comitato e ritenute valide sarebbero 550mila sulle 580mila presentate.** La data del voto non è ancora certa ma molto probabilmente gli italiani verranno chiamati alle urne verso la fine di novembre, si parla del 20 o del 27. La celebrazione de referendum e il suo esito dipendono anche da un'altra variabile: la pronuncia della Corte costituzionale sulla nuova elegge elettorale, i cui rilievi saranno esaminati a partire dal 4 ottobre.
****
### Quali sono le prossime tappe?
Dopo il responso della Cassazione devono trascorrere 10 giorni per gli eventuali ricorsi e successivamente il governo avrà 60 giorni di tempo per deliberare una data per il referendum. Le tempistiche quindi escludono la possibilità che Renzi possa portare la questione sul tavolo dell'imminente Consiglio dei ministri previsto per l'11 agosto, l'ultimo prima della pausa estiva dei lavori parlamentari. Verosimilmente, quindi, dovremo aspettare il ritorno dalle vacanze e il primo incontro dell'esecutivo fissato tra la fine di agosto e l'inizio di settembre. Ottenuta la delibera del governo, la palla passa al Presidente della Repubblica che fissa con un apposito decreto la data effettiva del referendum per una domenica compresa fra i 50 e i 70 giorni dal decreto di indizione, ovvero una domenica tra il 2 ottobre e l’11 dicembre. **La data che preferisce il premier sembra quella di domenica 27 novembre** : gli consentirebbe di avere a disposizione almeno tre mesi di campagna referendaria per spingere le ragioni del Sì e accontenterebbe anche **Mattarella, il quale vorrebbe prima vedere approvata la Finanziaria alla Camera**. Il Capo dello Stato infatti è preoccupato, perché in caso di vittoria del No Renzi sarebbe costretto a dimettersi, posticipando il referendum, anche se dovesse cadere il governo, avremmo almeno mezza legge di Bilancio approvata.
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### Bye Bye Mr. Renzi?
Secondo _The Observer_ , il settimanale domenicale del _Guardian_ , il referendum costituzionale rischia di mettere in grosse difficoltà Matteo Renzi. Per la stampa britannica **il premier italiano dovrebbe tenere bene a mente quanto è recentemente successo a David Cameron** che promuovendo il referendum su Brexit è finito costretto alle dimissioni dal risultato del voto. Ecco un estratto di cosa scrive _The Observer_ :
> Oggi il futuro appare molto meno brillante e meno sicuro, per l'ex sindaco di Firenze. Fra pochi mesi, probabilmente nel mese di novembre, gli italiani andranno alle urne per votare il referendum su una riforma costituzionale che secondo Renzi renderà più facile l'attività legislativa del parlamento limitando drasticamente i poteri del Senato, permettendo così all'Italia di superare una delle principali fonti di stallo politico.
>
> Se però qualche mese fa la vittoria di Renzi sembrava probabile, oggi le cose si sono fatte improvvisamente più complicate. E probabilmente il primo ministro italiano, mentre contempla il destino di David Cameron, deve sentirsi lo stomaco in subbuglio.
>
> Molto simile al voto che si è tenuto nel Regno Unito su Brexit, il referendum per gli italiani è sempre più visto come un modo per manifestare un certo malcontento generale nei confronti della classe dirigente, questo in gran parte anche perché Renzi ha giurato che, se il referendum fosse andato male, avrebbe lasciato la politica. Se Matteo Renzi perdesse la sua scommessa, i risultati del referendum potrebbero avere enormi conseguenze per l'Italia e l'Europa. Una sconfitta infatti potrebbe potenzialmente, far cadere il governo, e aprire la porta a una nuove elezioni, nelle quali potremmo vedere il Movimento 5 Stelle, partito euroscettico e populista, scalzare dal potere il partito democratico.
E mentre la stampa britannica “gufa”, Renzi cerca di schivare il colpo in arrivo ripetendo (tanto per cambiare) il suo solito mantra elettorale, ormai un classico: «Questo non è un voto sul governo». Quando mai.
*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| Ok della Cassazione al referendum. Cosa succede adesso? Intanto la stampa inglese gufa Renzi | Quando sarà il referendum costituzionale? | 0.832606 | https://left.it/2016/08/08/referendum-costituzionale-ok-firme-cassazione-i-tempi/ | https://www.ilpost.it/2016/08/08/data-referendum-costituzionale/ |
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>> Negli ultimi mesi, e in tutto il mondo, i prezzi di moltissimi beni sono aumentati in maniera significativa. In gergo economico si dice quindi che c'è inflazione, che è il parametro che misura proprio gli aumenti dei prezzi di un insieme di prodotti e servizi rappresentativo del costo medio della vita.
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>> A un livello accettabile, l'inflazione è una componente sana dell'economia. Ma in questi mesi si sono visti rincari notevoli, che non si vedevano dagli anni Settanta, generati anzitutto dall’aumento del costo dell’energia, causato dalla guerra in Ucraina, ma anche da tutte quelle conseguenze economiche della pandemia che hanno reso più costose e a volte introvabili molte materie prime. A questi livelli l'inflazione non è più sana e mette in difficoltà famiglie e imprese, aumentando le disuguaglianze e le iniquità.
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>> A ottobre, l’inflazione nell’area dei paesi che adottano l’euro (la cosiddetta “Eurozona”) è stata pari al 10,7 per cento su base annua, il tasso più alto da quando esiste l’euro. In pratica vuol dire che se un bene lo scorso ottobre costava 100 euro, oggi ne costa 110,7, il 10,7 per cento in più, appunto. Questo valore è una media: ci sono paesi che hanno superato il 20 per cento, come l’Estonia, la Lettonia e la Lituania, altri hanno registrato un dato sopra il 10 per cento, come la Germania, il Belgio e l'Italia (dove siamo arrivati all'11,9 per cento), e altri sono rimasti sotto questa soglia, come la Francia e la Spagna. Sono cifre altissime: per capirci, la media degli ultimi dieci anni nell’Eurozona era stata di un valore annuo dell’1,3 per cento.
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>> Anche negli Stati Uniti l’inflazione è cresciuta molto: è arrivata al 7,7 per cento a ottobre.
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>> Come detto, l’inflazione rappresenta un aumento generalizzato del livello dei prezzi. Viene misurata periodicamente dagli istituti di statistica, che monitorano i prezzi dei beni e dei servizi più acquistati dal consumatore medio e che sono quindi rappresentativi del costo della vita. Si parla del cosiddetto “paniere di riferimento”, che periodicamente viene aggiornato dagli istituti di statistica per tenere conto dei cambiamenti culturali nei consumi.
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>> In Italia l’ISTAT aggiorna il paniere ogni anno: per esempio [nel 2022 sono entrati beni](<https://www.lavoce.info/archives/92976/le-nuove-abitudini-di-consumo-degli-italiani-nel-paniere-istat-2022/>) che prima della pandemia conoscevamo poco o non conoscevamo affatto, come i tamponi fai da te e il [poke](<https://www.ilpost.it/2018/11/05/poke-riso-pesce-milano/>) da asporto (un piatto a base di riso e pesce crudo tipico delle Hawaii, che significa “tagliato a pezzi” e che è diventato molto consumato nelle pause pranzo di chi lavora nelle grandi città italiane).
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>> Quando è su livelli moderati, l’inflazione è una componente sana delle tradizionali dinamiche di mercato. L’aumento dei prezzi è normalmente associato a un’economia che va bene: senza complicare troppo le cose, si può dire che un’economia che cresce è quella in cui le aziende producono a un ritmo che impiega tanti lavoratori. C’è quindi poca disoccupazione e i salari sono in costante aumento proprio perché non ci sono molti lavoratori disoccupati e disposti a lavorare a fronte di una retribuzione bassa.
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>> Con salari in crescita, cresce anche il costo per produrre beni e servizi; aumentano quindi i prezzi a cui le aziende vendono beni e servizi al consumatore finale, che allo stesso tempo guadagna uno stipendio sempre più alto. È un circolo virtuoso, che resta tale fino a che l’economia si “surriscalda” e i consumatori iniziano a domandare più beni e servizi di quanto le aziende siano in grado di produrre.
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>> A questo punto si osserva quasi sempre un’inflazione oltre la media. Ed è un problema, perché durante le fasi inflattive non tutti i prezzi e i salari aumentano allo stesso modo. Per esempio, in molti paesi i pensionati ricevono un assegno non legato all’aumento dei prezzi e quando l’inflazione è alta perdono potere d’acquisto. Allo stesso modo, la maggior parte degli stipendi non si adegua automaticamente e istantaneamente all’aumento del costo della vita. Inoltre, le variazioni eccessive dei prezzi creano un clima di maggior incertezza generale, rendendo più difficile anche per le imprese prendere decisioni sul futuro.
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>> Per evitare o limitare questo tipo di distorsioni, le banche centrali adottano delle politiche cercando di normalizzare l’economia e rallentare l’aumento dell’inflazione. Lo strumento tradizionalmente usato è l’aumento dei tassi di interesse di riferimento.
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>> I tassi di interesse sono banalmente il prezzo del denaro: per prendere a prestito 100 euro da una banca, questa chiederà il pagamento di un tasso di interesse, quindi di un prezzo. I tassi di interesse di riferimento sono stabiliti dalle banche centrali. Se questi aumentano, prendere soldi a prestito diventerà meno conveniente: con tassi di interesse più alti si faranno meno mutui per comprare case, quindi se ne costruiranno di meno e ci saranno meno lavori di ristrutturazione, ci sarà meno bisogno di operai e alcuni di loro perderanno il lavoro. Quelli che perderanno il lavoro inizieranno a consumare meno, ed ecco che l’economia inizierà a rallentare verso un nuovo punto di equilibrio.
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>> Questa è una normale dinamica dell’inflazione da domanda, che origina da sempre maggiori consumi. I prezzi però possono aumentare anche per altre cause.
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>> **– Leggi anche:** [Perché la banche centrali aumentano i tassi di interesse](<https://www.ilpost.it/2022/10/28/tassi-interesse-inflazione/>)
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>> Se per svariati motivi produrre beni e servizi costa di più, si parla di inflazione dal lato dell’offerta. Per esempio, la pandemia aveva già reso [più caro per le aziende](<https://www.ilpost.it/2021/10/29/supply-chain-crisi/>) reperire le materie prime necessarie alla produzione (si pensi al caso dei [microchip](<https://www.ilpost.it/2021/04/05/carenza-microchip/>) e della [carta](<https://www.ilpost.it/2022/04/08/carta-costo/>)).
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>> La guerra in Ucraina ha poi peggiorato la situazione, soprattutto facendo aumentare enormemente il costo dell’energia e del gas. Infatti la Russia, che è il secondo produttore di gas naturale al mondo, ha costantemente ridotto le sue esportazioni di gas in risposta alle sanzioni inflitte dall’Occidente. La riduzione ha colpito soprattutto l’Europa, che importava il 40% del suo gas dalla Russia; al contrario, gli Stati Uniti sono più indipendenti a livello energetico e non ne hanno risentito troppo.
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>> L’inflazione che osserviamo in questi mesi è un misto: c’è sicuramente una componente legata a un’economia che corre, dopo l’enorme rallentamento imposto dalle restrizioni dovute alla pandemia da coronavirus, ma c’è anche un’inflazione dal lato dell’offerta, dovuta soprattutto all’aumento dei prezzi dell’energia.
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>> Per capire quanto pesano le due cause, e soprattutto per capire quanto sia diventato ormai strutturale l’aumento dei prezzi, si monitora la cosiddetta “inflazione di fondo”: si ottiene togliendo dall’inflazione complessiva la componente più volatile dei prezzi, ossia quella legata all’energia e ai beni alimentari, due mercati molto suscettibili a movimenti improvvisi.
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>> L’inflazione di fondo nell’area dell’euro è pari al 6,4 per cento, contro un dato complessivo del 10,7; negli Stati Uniti l’inflazione di fondo è pari al 6,3 per cento, a fronte di un dato complessivo del 7,7.
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>> Significa che l’aumento del costo dell’energia e dei beni alimentari spiega poco meno della metà dell’inflazione europea, mentre solo un quinto di quella statunitense. Se ne deduce che nell’area dell’euro ci troviamo di fronte a un’inflazione perlopiù da offerta, mentre negli Stati Uniti si tratta ormai di una classica inflazione da domanda ben radicata nell’economia.
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>> Quando c'è inflazione si ha la percezione (che però è confermata dai dati) che con gli stessi redditi si possano comprare meno cose. È un fenomeno che colpisce tutti, perché i redditi e gli stipendi non si adeguano subito al carovita, ma pesa molto di più su chi ha redditi minori, ossia su chi destina la maggior parte delle proprie entrate ai consumi di sostentamento, come spese alimentari, medicine, bollette e così via.
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>> L’ISTAT ha calcolato che a settembre l’inflazione per la fascia più povera della popolazione italiana è stata di [quattro punti percentuali più alta](<https://www.istat.it/it/files//2022/10/CS_Prezzi-al-consumo_Def_Sett22.pdf#page=10>) rispetto alle famiglie più abbienti. Per questo viene chiamata comunemente “tassa sui poveri”, perché con i rincari il potere d'acquisto del loro reddito diventa ancora più basso e spesso si esaurisce.
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>> Un fenomeno molto comune e legato all'inflazione è quello della cosiddetta "sgrammatura" (in inglese _shrinkinflation_ ): è una strategia commerciale con cui le aziende continuano a proporre i loro prodotti allo stesso prezzo, ma diminuendone marginalmente la quantità (per esempio si compra un pacco di pasta da 400 grammi invece dei soliti 500, ma allo stesso prezzo di prima). In questo modo il consumatore non vede l'aumento del prezzo, che emotivamente è più impattante nelle scelte, e spesso neanche si accorge della piccola riduzione della quantità.
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>> In altri casi, invece, il prezzo della confezione subisce, seppur in misura limitata, un aumento a fronte della riduzione del suo contenuto.
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>> È uno stratagemma che viene utilizzato per aumentare i prezzi in maniera poco trasparente, senza che un consumatore poco attento se ne accorga. Le associazioni dei consumatori sono molto critiche nei confronti di questa pratica, perché di fatto rende gli acquisti meno consapevoli. Per esempio, l'associazione Altroconsumo ha monitorato i prezzi e le quantità di [alcuni marchi](<https://www.altroconsumo.it/alimentazione/fare-la-spesa/news/shrinkflation>) e ha segnalato che questa pratica è purtroppo piuttosto comune. Per questo, suggerisce l'associazione, nelle scelte di consumo è sempre bene fare attenzione al prezzo al chilogrammo o al litro (che si trova sulle etichette degli scaffali dei supermercati) in modo da non essere "ingannati" dai prezzi delle confezioni.
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>> **– Leggi anche:** [Quanto è aumentato il prezzo del latte](<https://www.ilpost.it/2022/11/09/prezzo-latte-inflazione/>)
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*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Cos'è l'inflazione, spiegato | Negli Stati Uniti e in Europa non c'è la stessa inflazione | 0.900676 | https://www.ilpost.it/2022/11/14/inflazione-prezzi-cos-e/ | https://www.ilpost.it/2022/07/29/inflazione-bce-fed-politiche-diverse/ |
>
> Certi propositi di inizio anno – come rimettersi in forma dopo un periodo stressante in cui si è fatta poca attività fisica, fare alcuni lavoretti in casa che si rimandavano da tempo e smettere di fumare – riguardano cose serie, altri sono frivoli: sono sfide con sé stessi che si iniziano per l'entusiasmo del nuovo anno e che spesso si dimenticano in fretta. In questa categoria c'è l'idea di leggere più libri.
>
> Se siete di quelli che a inizio 2019 si erano prefissati un certo numero di libri da leggere e siete lì lì a raggiungere il vostro obiettivo, ma ve ne mancano uno o due, e in questi giorni avete del tempo libero, allora abbiamo una soluzione: una lista di libri corti.
>
> _Cliccando sull’immagine di ciascuna copertina si può leggere qualcosa in più su ciascun libro:_
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> [ ](<https://www.ilpost.it/2019/12/28/libri-brevi-entro-fine-anno-2019/szalay/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2019/12/28/libri-brevi-entro-fine-anno-2019/szalay/>) [_Turbolenza_ – 127 pagine](<https://amzn.to/2Su4P7J>) [](<https://www.ilpost.it/2019/12/28/libri-brevi-entro-fine-anno-2019/cornia/>) [_Le storie di mia zia (e di altri parenti)_ – 166 pagine](<https://amzn.to/37h68uX>) [](<https://www.ilpost.it/2019/12/28/libri-brevi-entro-fine-anno-2019/oravecz/>) [_Settembre 1972_ – 132 pagine](<https://amzn.to/35WtCoN>) [](<https://www.ilpost.it/2019/12/28/libri-brevi-entro-fine-anno-2019/lagerlof/>) [_La leggenda della rosa di Natale_ – 128 pagine](<https://amzn.to/356i15u>) [](<https://www.ilpost.it/2019/12/28/libri-brevi-entro-fine-anno-2019/fumettibrutti-3/>) [_P. La mia adolescenza trans_ – 208 pagine](<https://amzn.to/2MuzRZ5>) [](<https://www.ilpost.it/2019/12/28/libri-brevi-entro-fine-anno-2019/nemirovsky/>) [_Come le mosche d 'autunno_ – 99 pagine](<https://amzn.to/2Q3JDUB>) [](<https://www.ilpost.it/2019/12/28/libri-brevi-entro-fine-anno-2019/spifferi/>) [_Spifferi_ – 110 pagine](<https://amzn.to/2SveoDu>) [](<https://www.ilpost.it/2019/12/28/libri-brevi-entro-fine-anno-2019/montanari-3/>) [_Il mito delle origini. Breve storia degli spaghetti al pomodoro_ – 106 pagine](<https://amzn.to/2MzPLBD>) [](<https://www.ilpost.it/2019/12/28/libri-brevi-entro-fine-anno-2019/ernaux/>) [_L 'evento_ – 113 pagine](<https://amzn.to/2QlWzE5>) [](<https://www.ilpost.it/2019/12/28/libri-brevi-entro-fine-anno-2019/herzog/>) [_Sentieri nel ghiaccio_ – 77 pagine](<https://amzn.to/2somTFC>) [](<https://www.ilpost.it/2019/12/28/libri-brevi-entro-fine-anno-2019/luiselli-3/>) [_Dimmi come va a finire. Un libro in quaranta domande_ – 96 pagine](<https://amzn.to/2snfINO>) [](<https://www.ilpost.it/2019/12/28/libri-brevi-entro-fine-anno-2019/barnes/>) [_Il senso di una fine_ – 160 pagine](<https://amzn.to/37dVSmW>)
>
> Se nessuno vi convince, potete dare un'occhiata a una lista simile che avevamo fatto [a fine 2015](<https://www.ilpost.it/2015/12/28/10-libri-brevi/>) e a un'altra [di fine 2017](<https://www.ilpost.it/2017/12/29/altri-12-libri-brevi/>).
>
> ***
>
> _Disclaimer: su alcuni dei siti linkati negli articoli della sezione[Consumismi](<https://www.ilpost.it/consumismi/>) _il Post _ha un’affiliazione e ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi. Ma potete anche cercare le stesse cose su Google._
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| 12 libri corti, da leggere entro la fine dell'anno | Copertine di novembre e dicembre 2020 | 0.878874 | https://www.ilpost.it/2019/12/28/libri-brevi-entro-fine-anno-2019/ | https://www.ilpost.it/2020/12/24/copertine-libri-novembre-dicembre-2020/ |
>>
>> Argentina e Brasile eliminate sono state eliminate dalla Copa America. Le due favorite per la vittoria finale sono uscite sconfitte nei quarti di finale del massimo torneo calcistico sudamericano. Entrambe hanno perso ai rigori contro avversari meno quotati.
> Prima è toccato all’Argentina perdere con l’Uruguay, poi al Brasile con il Paraguay.
>>
>> L’Argentina ospita il torneo e anche per questo sperava di vincere la Copa America a 18 anni di distanza dall’ultimo successo del 1993. E invece niente, nonostante gli argentini abbiano giocato con un uomo in più per oltre un tempo in seguito all’espulsione dell’uruguaiano Perez. Dopo l’1-1 dei tempi regolamentari, un rigore sbagliato da Tevez è costato l’eliminazione.
> In Argentina sono arrivate tante critiche alla nazionale, in particolare all’allenatore Sergio Batista e a Leo Messi, l’attaccante del Barcellona due volte Pallone d’oro. Batista ha minimizzato la sconfitta: “Il nostro vero obiettivo sono i mondiali del 2014”, ma in molti ricordano che prima della Copa l’allenatore della nazionale aveva detto il contrario: “Questa Copa America è fondamentale. Dobbiamo vincerla per avere lo slancio giusto in vista dei mondiali”. Batista, che ha un contratto fino al 2014, è in discussione e c’è chi sostiene sia possibile persino il ritorno di Diego Armando Maradona, che aveva lasciato la nazionale dopo i mondiali del 2010. Messi, invece, ancora una volta non riesce a essere decisivo in nazionale. Il suo ultimo gol con l’Argentina, escluse le amichevoli, risale al 28 marzo 2008.
>>
>> Il Brasile invece non è riuscito a segnare neppure un gol al Paraguay. Dopo lo 0-0 nei 120 minuti di gioco, i brasiliani hanno sbagliato quattro rigori su quattro. I giocatori hanno dato la colpa al campo per gli errori dal dischetto, ma il Paraguay è riuscito a segnare due rigori ed è andato in semifinale. Sono state decisive le parate del portiere Diego Villar, che gioca nel Valladolid, serie B spagnola, per fermare gli attacchi di Pato, Neymar e Robinho. Il Paraguay arriva in semifinale senza aver vinto neppure una partita nei tempi regolamentari: quattro pareggi su quattro.
> Anche negli altri due quarti di finale sono state eliminate le squadre favorite. La Colombia ha perso ai supplementari contro il Perù mentre il Cile è stato sconfitto dal Venezuela per 2-1. Le due semifinali, Uruguay-Perù e Paraguay-Venezuela, si giocheranno il 20 e 21 luglio alle 2,45.
>>
>> ##### _(AP Photo/Fernando Vergara)_
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| La Copa America è alle semifinali | L’ultima possibilità per Lionel Messi | 0.880709 | https://www.ilpost.it/2011/07/18/semifinali-copa-america/ | https://www.ilpost.it/2022/11/17/messi-argentina-ultimi-mondiali-calcio-qatar/ |
16 gennaio 2003 16:44
Nei primi giorni dell’anno nuovo l’Europa diplomatica ha dimostrato ancora una volta la sua cinica fedeltà a un doppio metro di giudizio in questioni che riguardano i diritti umani. E anche fino a che punto le è indifferente il destino di alcuni europei che vivono sul suo territorio. E così in Cecenia il mandato della missione Osce è finito. Sembrerebbe tutto a posto, la guerra volge al termine, nessuno ha più bisogno della tutela internazionale.
Che significa tutto questo? Che succederà adesso? E a cosa è servita questa missione? Certo, si parlava da tempo di una possibile fuga della diplomazia ufficiale europea dalla zona della cosiddetta operazione antiterrorismo nel Caucaso settentrionale. Già da qualche mese circolavano voci che il governo russo, membro di questa organizzazione paneuropea per la sicurezza e la cooperazione nel continente, facesse pressioni spudorate sull’Osce – “La guerra è finita, lasciate perdere…”. Ma volevamo continuare a sperare.
Invece è successo: l’Europa ha ceduto alle pressioni. O per dirla tutta: l’Europa è strisciata via vigliaccamente da un luogo dove bisognava lottare e insistere sulle proprie posizioni. Così ha firmato la condanna dei ceceni a non essere più considerati europei, uguali agli altri e degni di tutti i diritti universalmente riconosciuti, rifiutandogli anche il diritto a un controllo formale dell’Europa sull’andamento della guerra. Giudicate voi stessi.
È noto che le nostre autorità, di fatto, non permettono ai giornalisti stranieri di recarsi in Cecenia; i tour di gruppo non contano, dal momento che la zona di guerra si può visitare solo sotto scorta armata e con il controllo dei collaboratori dell’amministrazione del presidente. Questo significa che in Europa non c’è mai stata e non c’è un’informazione libera di prima mano sugli orrori di una guerra che si prolunga ormai da quattro anni. E perciò: cosa ne sa l’Europa dell’assoluta anarchia bellica che regna in Cecenia? E come può reagire adeguatamente? È proprio quello che mi hanno detto centinaia di europei influenti: politici, giornalisti, parlamentari, diplomatici. Come dire: “Non sappiamo” e perciò non possiamo reagire.
Ma il dramma è proprio che “sappiamo”. E “sappiamo” fin troppo bene. In Europa ci sono stati e ci sono signori che sanno. In Cecenia non sono mai mancati “occhi e orecchie” ufficiali degli europei. E l’Europa, o meglio la sua parte politico-burocratica, doveva essere perfettamente al corrente della questione cecena. Questi “occhi e orecchie” sono innanzitutto le persone che avevano nelle loro mani il mandato ufficiale di osservatori internazionali per conto delle maggiori organizzazioni paneuropee (il Consiglio d’Europa e l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa).
Spiritosaggine
Si tratta in particolare di lord Frank Jadd, cittadino britannico ed ex ministro della marina militare di sua maestà la regina Elisabetta ii (a cui è affidato un mandato del Consiglio d’Europa), e Iorma Inki, diplomatico finlandese al servizio del governo portoghese e fino al primo gennaio capo della missione permanente di osservatori dell’Osce nella repubblica cecena, o come lui stesso amava definirsi, “un semplice nonno finlandese” in attesa della pensione.
Ecco un paio di ritratti dalla realtà cecena del 2002. L’estate scorsa. Il villaggio di Mesker-Jurt è assediato da tre settimane. Arrivano notizie spaventose: gli uomini, radunati nei campi di smistamento, vengono fatti saltare in aria dai soldati. Incontro il signor Inki a Grozny e lo supplico: “Fate qualcosa! Avete un mandato!”. Per tutta risposta borbotta confusamente qualche parola… sul fatto che vuole arrivare vivo alla pensione e che ormai manca poco.
Agosto 2002. A Shatoe, un centro abitato sulle montagne, alcune persone sono morte in scontri provocati dai servizi segreti federali. Le vittime sono numerose. Torno a supplicare il signor Inki a Grozny: “Fate qualcosa! Scrivete almeno una dichiarazione a vostro nome! L’avete visto tutti! Siete tutti testimoni! A voi l’Europa darà ascolto!”. Ma il signor Inki ricomincia con la storia che lui è “un semplice nonno finlandese” e che “presto arriverà la pensione”. Scherza, fa lo spiritoso.
Sono una giornalista che lavora spesso in Cecenia. Ebbene, quando in Cecenia arriva lord Jadd con l’ennesima ispezione per preparare l’ennesimo rapporto sulla situazione dei diritti umani – rapporto in cui sicuramente si dirà che la situazione va “gradualmente migliorando” – io, una giornalista, non riesco ad avvicinarlo. È circondato da un impenetrabile cordone di soldati, e lo vede benissimo, ed è perfettamente consapevole che serve a filtrare le informazioni. Ma non fa mai niente per spezzarlo (me l’ha detto lui stesso). Mai niente. Perché? Perché così lord Jadd è più tranquillo. Anche se il prezzo è che il massacro va avanti.
Il lord riparte, e i ceceni restano soli con il loro dolore, certi che nessuno – né la procura né le organizzazioni europee né l’Onu – li aiuterà a trovare gli assassini, i sequestratori e i carnefici dei loro cari; certi che dovranno farlo da soli, che la vendetta è l’unica strada possibile, perché la giustizia per loro non esiste. Quante volte ho dovuto ascoltare questi sfoghi durante la guerra!
Ma perché le cose vanno così? Perché l’Europa ha assegnato alla Cecenia dei rappresentanti a cui non importa assolutamente niente di niente? Perché si sprecano risorse enormi per mantenerli in Cecenia a spese dell’erario europeo? Perché gli hanno ordinato di tacere? Per tutte le domande difficili c’è sempre una risposta molto semplice. Per la situazione cecena è questa: il silenzio fa comodo. All’Osce e al Consiglio d’Europa.
Sipario
Ed è inutile nascondersi dietro le belle parole: in Cecenia sono stati traditi i mandati europei. Così ha ordinato il Cremlino, e l’Europa ha ubbidito docilmente, distruggendo tutti i valori che il nostro continente difendeva dalla fine della seconda guerra mondiale e che si sono sbriciolati scontrandosi con la tragedia chiamata seconda guerra cecena.
La conclusione è una soltanto: non credete ai discorsi pronunciati dalle grandi tribune sui diritti dell’uomo e sulla loro priorità assoluta. Siamo davanti a una nuova realtà internazionale in cui non esiste nulla di ciò che costituisce il fondamento delle costituzioni dei paesi civili, in cui l’Osce e il Consiglio d’Europa tollerano lo spargimento di sangue in una parte della stessa Europa. E se lo tollerano ne sono anche complici. Si sono resi conto di cosa è successo. E dopo essersene resi conto sono strisciati via.
L’Europa ha profanato se stessa. Prima limitandosi a osservare il massacro che si consumava in Cecenia. E ora rinunciando persino a questo, dopo aver dimostrato che non esiste più l’Europa che per tanto tempo abbiamo considerato il baluardo dei diritti dell’uomo e la speranza di tutti gli umiliati e gli oppressi. Fine. È calato il sipario.
Ma è veramente un vantaggio per l’Europa? Proviamo a pensare in grande, strategicamente e non in modo grettamente politico come ora ragionano Blair, Chirac, Schröder. È un vantaggio per gli europei costretti a vivere con la consapevolezza che un attentato terroristico come quello compiuto a Mosca nello scorso ottobre può ripetersi in qualsiasi posto e in qualsiasi momento, e non solo per mano dei palestinesi?
Pensateci europei. E dopo aver deciso, fatevi sentire. La Cecenia è stanca di aspettare.
Internazionale, numero 471, 16 gennaio 2003
| Cecenia abbandonata | E già una guerra mondiale | 0.837891 | https://www.internazionale.it/opinione/anna-politkovskaja/2003/01/16/cecenia-abbandonata | https://www.agensir.it/mondo/2023/09/25/e-gia-una-guerra-mondialee-gia-una-guerra-mondialee-gia-una-guerra-mondialee-gia-una-guerra-mondialee-gia-una-guerra-mondiale/ |
Il fascino di Bond sta tutto nel suo
mojo
, parola intraducibile che, nella esilarante parodia di Austin Powers di qualche anno fa, era reso con il gioco di parole: “mai più moscio”; traduzione non lontana dall’essenza di Bond che è il distillato del maschile, non completamente civilizzato, non politicamente corretto, per niente addomesticato. Bond è l’Ercolino sempre in piedi; non ha superpoteri, ma ha il suo “tocco speciale”, il suo “mojo”, che è l’essenza non diluita del maschile.
Tra pallottole, Martini e Aston Martin, Bond riproduce il mito di Achille. È pura maschera, un’armatura fatta di
hybris
senza essere umano al suo interno. Come il cavaliere invisibile di Italo Calvino, Bond è una macchina votata all’esecuzione perfetta completamente definita dal suo obiettivo.
Bond è reattività pura, azione senza giustificazione. È questa natura che gli permette di uscire da una tuta da sub con uno smoking perfettamente stirato, che gli consente di saltare con la moto alla cieca sopra ponti, grattacieli e persino cortei funebri siciliani trovando sempre il fazzoletto di terreno su cui rialzarsi.
Bond è il gatto di strada, che con le sue nove vite cade sempre in piedi; non è una persona, ma l’incarnazione di un ideale. Bond è immagine pura. In senso metafisico, incarna la potenza che non ha vergogna di realizzare qualunque possibile. Poter potere senza dovere mai essere qualcosa è la sua forza, ma anche il suo limite: il Bond classico non può deporre la sua armatura, abbandonare la sua pistola e rinunciare al suo Scotch, se lo facesse, non sarebbe più lui. In Bond, potenza, essenza ed esistenza sono tutt’uno.
O, almeno, così era prima dell’ultimo film,
No Time To Die
, diretto da Cary Joji Fukunaga e da ottobre nelle sale dopo una lunga attesa dovuta al Covid. Nell’ultima fatica di Daniel Craig qualcosa di profondo è cambiato. La nuova pellicola tocca il cuore stesso della saga: un passaggio forse senza ritorno. Bond può sopravvivere alle pallottole, ma non alla perdita del suo mojo, che è l’immagine pura che lo muove e gli dà vita. Se si toglie l’armatura, sotto non troviamo James. Bond non è fatto di carne e sangue, Bond è fatto di pura hybris. Lui è la sua armatura.
Come attore, Daniel Craig è bravissimo. Il film è ben fatto e non delude anche grazie ad attori carismatici (Christoph Waltz, Rami Malek, Ralph Fiennes, Léa Seydoux). Purtroppo la trama è visibilmente l’esito di diversi ripensamenti riconoscibili in personaggi e trame secondarie sostanzialmente accessorie. È il caso della, comunque scintillante, Ana de Armas nel ruolo di Paloma. Assai meno felice il contributo di Lashana Lynch, nel ruolo dell’agente segreto che, secondo il pensiero politicamente corretto in voga oggi, avrebbe dovuto sostituire il maschio bianco in virtù del suo genere e del suo colore: un personaggio da dimenticare.
Il film commette un peccato mortale: Bond muore e muore due volte. Muore alla fine del film, colpito da una pioggia di missili, ma, nella sua essenza, muore prima quando depone la propria armatura per assumere il ruolo di padre. Nel momento in cui Bond diventa un uomo di famiglia, Bond non è più Bond. Nel finale di
No Time To Die
, Bond non è ucciso dall’arcicattivo di turno, ma dalla (sua!) famiglia. Non potendo esistere senza essere se stesso, non ha via di uscita. L’unico di modo di vivere come Bond è morire da Bond. In
No Time To Die,
Bond muore due volte.
Bond non è ucciso da una pallottola o dal piano diabolico di un genio del male. Bond è ucciso dalla sua famiglia, dal fatto di accettare la propria umanità: l’incarnazione porta con sé l’inevitabilità della croce. Simbolicamente, Bond depone il proprio elmo e, per il fatto di farlo, da Achille si trasforma in Ettore. Il film ripropone in chiave di action movie il famoso gesto dell’eroe troiano: come si legge nell’Iliade, di fronte al figlio, “dalla fronte/l'intenerito eroe tosto si tolse/l'elmo, e raggiante sul terren lo pose.” (traduzione di Vincenzo Monti, Omero, l'Iliade, Sansoni, Firenze, 1985). Bond si trasforma così da Achille a Ettore, e in questa trasformazione perde il proprio Mojo e muore simbolicamente una prima volta rendendo poi necessaria la morte fisica.
Da Omero a Jack London. Nella scena finale, un funerale consumato dentro un bicchiere di Scotch, si legge una frase che è la parte finale di un brano più lungo: “Vorrei piuttosto essere cenere che polvere! Vorrei che la mia scintilla bruciasse tutta e subito in una fiamma brillante piuttosto che si consumi sino allo stoppino. Vorrei piuttosto essere una superba meteora, ogni atomo di me consumato in uno splendore magnifico, che un pianeta sonnacchioso e permanente.
La funzione propria dell’uomo è vivere, non esistere. Io non sprecherò i miei giorni cercando di prolungarli. Io userò il mio tempo.”
Lo scrittore americano ci ricorda la tensione mai risolta tra l’uomo civile, addomesticato dalla società, e l’uomo selvaggio, non feroce, ma ferino. Il gatto di strada contrapposto al gatto castrato di appartamento. Il Bond delle origini aveva in sé questa natura antica. Non è un caso che abbia una licenza di uccidere. Bond è ufficialmente fuori dalle regole della civiltà. È il (cane) lupo che difende le pecore dagli altri lupi, ma sempre lupo rimane.
Per questo motivo il rapporto tra Bond e i suoi arcinemici è sempre intimo. Anche loro, come lui, sono animali che non hanno ancora subito il rapporto di addomesticamento che è la condizione per poter vivere dentro il recinto della società. Per difendere il recinto, la società ha bisogno di altri lupi. Bond incarna questa figura ibrida – tra cane e lupo, ma mai pecora – capace di avvertire una affinità profonda con i suoi nemici e, proprio per questo, in grado di anticiparli e sconfiggerli.
Ogni cattivo ha il suo momento di intimità insieme con Bond, indimenticabile Javier Bardem come Raoul Silva in
Skyfall
, ma anche sono perfetti anche Christoph Waltz come Blofeld e, nel finale, Rami Malek come Lyutsifer Safin (
nomen omen
?). Nel classico dialogo con Bond, Safin è esplicito: lui e Bond sono simili, quasi gemelli. Entrambi sono consapevoli che l’uomo medio non vuole vera autonomia, vuole solo essere protetto e, in cambio della sicurezza e di una vita confortevole, ha rinunciato alla sua libertà e al peso morale dell’esistenza. Safin e Bond invece non sono addomesticati.
La differenza tra i due è una linea sottile, in fondo anche Bond è un killer e non ha mai esitato a uccidere. La differenza è che Malek vuole realizzare una utopia in modo sistematico, vuole giocare a essere un dio (non misericordioso) e purificare il mondo dai cattivi. E quindi, come tutte le utopie imposte, si trasformerà in una spaventosa distopia. Bond invece non mette in atto la sua visione del mondo. Si limita, in ogni momento, a essere pura potenza, a combattere sapendo che il mondo non cambierà. La lotta tra bene e male non terminerà perché Bond vince; in fondo senza questa guerra lui non esisterebbe. La sua ragion d’essere è il combattimento contro il male, non la sua eradicazione. Come un predatore, Bond non mira al genocidio dei suoi avversari; non vuole eliminare il male, ma combatterlo: senza lupi, non ci sarebbero neppure cani pastore.
Bond, come nel
King Kong
del 1933, non è ucciso dalle armi dei suoi nemici, ma dall’amore. E come Kong è il residuo di un passato lontano; qualcosa che spesso sottolinea con citazione vintage come la sua amata Aston Martin. Bond potrebbe evitare i missili lanciati verso di lui, ma non lo fa: è ucciso dalla responsabilità verso la famiglia; una parola che lui non ha il coraggio di pronunciare mentre, mettendo al sicuro Madeleine e Mathilde, si separa da loro per zoppicare verso il proprio destino. Per Bond, la famiglia non può diventare realtà in atto, può essere solo un orizzonte lontano che definisce una direzione, ma mai un luogo. Se mai un giorno raggiungesse quella condizione si renderebbe inutile quel puro movimento che gli dà vita. Bond è come uno squalo, se si ferma muore (© Woody Allen); è la macchina del moto perpetuo. Non si può arrestare. Chi si ferma è perduto.
Nel mondo di Bond, il maschile è un ideale, il femminile è una condizione. Il maschile non esiste se non come immagine di se stesso; è potenza, promessa, sfida, strada, scommessa, azione. Il femminile invece genera; è atto, cura, compimento, realizzazione, casa, prole, felicità. Il maschile non può sopravvivere alla perdita dell’immagine di se stesso, perché
è
quella immagine.
Deporre l’elmo per abbracciare la famiglia è la fine dell’immagine di Bond (e quindi la sua morte). Ci ricordiamo del momento di
Skyfall
quando Bond distrugge con la dinamite la casa di famiglia? Il nido di amore dei suoi genitori viene ridotto senza esitazione a una massa di rovine per poter combattere contro i suoi nemici e, ancora una volta, far esistere il mito di Bond (“Ho sempre odiato questo posto” e BUM! Il passato è lasciato per sempre alle spalle). Essere senza passato e senza futuro è la condizione del suo agire. Vivere è lasciare un’eredità, ma Bond non ci lascia una casa piena di ricordi, ma un modo di essere: il suo retaggio non è fatto di cure, affetto, esistenza amorevole; l’eredità di Bond è l’immagine di se stessa. Per non tradire se stesso, non può che morire.
Il mito di Bond è essere un uomo senza passato e senza futuro, pura potenza,
hybris
in movimento. Bond è perfettamente realizzato nell’azione che si esprime nel momento presente. Senza famiglia, Bond non sarà felice, ma è Bond. Con la famiglia, Bond non è più Bond. Bond diventa Ettore, non è più Achille. Se depone l’elmo, muore due volte.
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| Bond esce di scena | Rifondare la saga | 0.789384 | https://www.doppiozero.com/no-time-die-007-muore-due-volte | https://www.doppiozero.com/il-mondo-capovolto-di-batman |
> Scrivo queste righe da Abu Dhabi una città stato in cui praticamente non ci sono librerie; è uno dei motivi di tristezza del vivere ad Abu Dhabi, Che peraltro è un luogo capace di produrre grande allegria - in Altri modi.
> Le scrivo queste tre righe servendomi del comando vocale di iPhone e quindi chiedo scusa di eventuali errori interessanti che si produrranno: ma non li cancellerò ( a meno che non stravolgano il senSo, invece di Alterarlo lievemente) perché usare questo strumento rappresenta ora un modo di entrare in rapporto dialettico con il nuovo con l'inaspettato, pur essendo in questo momento Per me una reale difficoltà: e un attentato al 'suono' del giro di frase.
>
>> Quando ho letto accorato appello in difesa delle librerie indipendenti relativo alla vicenda dello spostamento della libreria utopia e di altri librerie dal centro di Milano In zone meno centrali ho subito pensato: ma se queste librerie Anziché 'mondo offeso' e 'utopia' si chiamassero Mc sweeney's la loro sorte commerciale sarebbe la stessa o sarebbe diversa? E in fondo, non sarebbe più intrigante e nuova anche la loro tessutaggine?
>
> Ho pensato tante altre cose, anche. ma procediamo con ordine
>
>
Inviato da iPhone
>
> Nelle reazioni che ho letto finora all'accorato appello ho notato alcuni famiglie di errori o miopie; famiglie diverse ma apparentate .
> la prima famiglia potremmo definirla di tipo ideologico. Qualsiasi genere di fallimento commerciale all'interno del cosiddetto mercato viene visto da un certo mondo di intellettuale come un fallimento eroico, emotivamente carico.
>
> Intendiamoci: Io in linea di principio e in trincea pratica amo abbastanza la libreria utopia come amo e frequento molto e abbastanza di solito sono anche cliente di moltissime altre librerie indipendenti grecità che frequento Per ragioni professionali, con cadenza quasi settimanale, in Italia: cioè Torino Milano e Roma.
> avaramente compro libri su Amazon goccia che cerco di farlo poco perché non è una cosa che soddisfa il mio palato di consumatore.
>
> La seconda famiglia è di tipo antropologico.
>
>
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Nel problema antropologico mi ci metto anch'io in prima persona e in piena responsabilità. sono un cocciuto cliente di libri indipendenti come già detto e mi sono fatto forza mi sono sforzato a mutare alcune delle mie ossessioni e dei miei gusti cercando di capire come questi oggetti soggetti fisici e urbani possono sopravvivere alla rivoluzione russa digitale che stiamo vivendo (E la stiamo vivendo come fossimo tanti membri della famiglia Romanoff , attenzione, non come i bolscevichi: parlo di noi umanisti)
Il problema è che io che frequento librerie indipendenti anche all'estero - Per esempio la London Literary Review Bookshop di Londra a Bury Street oppure il librerie indipendenti New York come ABC - con grande piacere e grande soddisfazione, molto di rado compravo libri alla libreria utopia, pur essendo contento che come un virus si procurasse nel paesaggio un po' omologato dell'azolla che unisce la stazione di Porta Garibaldi al fatidico Largo La Foppa.
E vero che la libreria utopia offriva uno straordinario spaccato della cosiddetta editoria indipendente e di qualità in Italia è vero che come già scritto rappresentava un virus per il paesaggio della zona qui si trovava ma è altresì vero che vi si respirava comunque un'atmosfera di 'opposizione' che a mio parere non basta più a giustificare nemmeno le modalità più critiche di stare al mondo. Uno stato di arrocco continuo che ricorda da vicino certe stagioni iniziali che si trovano al principio di lunghe dissolvenze: resistere, resistere, resistere. Ma non ci sarà nessun fronte esterno che salverà un modello economico che non si regge in piedi da solo.
Io credo che sia una buona idea Da parte del Comune dare in affitto scontato alle librerie indipendenti alcuni immobili sfitti.
Ma se fosse una panacea?
Se fra due anni ci Ritrovassimo nella stessa situazione con frotte di intellettuali che si trovano a brindare per l'ultimo giorno di apertura della libreria accorati appelli eccetera eccetera? Siamo sicuri che la questione della graffito di muri sia l'unico problema di un modello di business che forse va rivisto e cambiato e adattato a un mondo che cambia molto più velocemente della testa del intellettuali italiani?
>
>
>
Inviato da iPhone
Le proposte di
Cataluccio
e ragionamenti e riflessioni di
Cortellessa
sono condivisibili. Ma non guardano al quadro d'insieme, a mio parere.
>
> E se problema - oltre che del Generale disinteresse che la politica mostra per la cultura nel nostro paese -non fosse anche della clientela di queste librerie ? io come la sensazione - ma solo sensazione ? - che molte le persone che si sono indignate e intristite per Lo spostamento delle librerie dal centro alle cosiddette periferie in realtà comprino molto più spesso di quanto non dicano libri su Amazon e su altre librerie on-line: e lo fanno perché più comodo e più contemporaneo è più inevitabile. Poi quando succedono fatti come questi piangono si lamentano che si rivolgono inevitabilmente allo Stato.
> Lo fanno anche perché spesso alcuni di questi librerie sono veramente tra i luoghi meno astrattivi meno contemporanei meno eccitanti che si possono immaginare: per quanto certo siamo meglio della banalità dei luoghi commerciali che affollano con reticente organicità i centri urbani .
>
> Il mio consiglio per un libraio che voglia aprire una libreria dipendenti innanzitutto di tipo molto contadino: se vuole aprire una libreria investa o si metta in società con qualcuno che proprietario dei muri non sia dipendente dall'affitto riduca il spesa al massimo possibile diventi astuto come la colomba e furbo come un serpente, come si dice.
>
> Il mio consiglio per un cliente di una Reply dipendente quindi consiglio Dom esteso e chi se ne frega del centro, se ci sono delle librerie che solo i sexy irresistibili che danno pace oppure eccitazione allo stesso tempo, o anche in tempi diversi, luoghi in cui è bello stare. se anche non sono perfettamente in centro si svuota al centro di persone interessanti che cosa interessante andranno altrove esattamente come fanno le gallerie d'arte. Questo tipo di atteggiamento intellettuale antropologico della passeggiata in centro indubbiamente un fatto tipico delle città europea di certe città italiane però se vuoi interessanti bigio dal centro le persone interessanti migrano dal centro per fare una passeggiata interessante incontrare altre persone interessanti: qual è il problema?
>
>
>
Inviato da iPhone
>
> Intendiamoci io penso che non solo le librerie ma l'intera filiera dell'editoria di qualità dovrà prima o tardi godere di trattamenti privilegiati e da un punto di vista fiscale e addirittura dal punto di vista di finanziamenti diretti da parte dello Stato, Proprio come le produzioni cinematografiche necessitano quasi sempre l'intervento del Mibac. Credo che questo accadrà instabilmente e inevitabilmente. ma la cosa drammatica è che potrebbe non bastare: potrebbe non bastare perché Troppo spesso le cosiddette librerie indipendenti predicano unicamente ai già convertiti per usare un'espressione-clichè abbastanza fastidiosa.
>
> È vero - Tutta la questione dello scarso indice di lettura nel nostro paese è un problema di non predicare ai convertiti: È un problema complesso che ho affrontato anche usato utilizzando meglio strumenti come il cosiddetto 'centro per il libro'. È È in definitiva un problema politico nemmeno locale ma nazionale e in definitiva un'emergenza nazionale che il prossimo governo il prossimo ministro della cultura forse anche il prossimo ministro istruzione insieme dovranno affrontare di concerto con adeguata visionarietà.
> Tuttavia: stiamo parlando di librerie di librai e in qualche modo anche di editore e di lettori: Persone individuali singole destini e coscienze che sono responsabili delle proprie scelte ecco quindi che inaspettatamente conta moltissimo il comportamento di ciascuno: i librai indipendenti dovrebbero pensare che tra i propri clienti non dovrebbero figurare soltanto nostalgici degli anni 70 o supporta ravvede più impensate cause rivoluzionarie ma anche professionisti 'integrati' e dotati di una certa Disponibilità di spesa. A loro questa forse inesistente classe di consumatori culturali c'è da chiedere con forza: aprite il portafoglio ! Comprato un libro giorno (io faccio così); acquistate libri in questi luoghi se questi voli sapranno adeguarsi ai vostri bisogni ai vostri desideri estetici al vostro gusto alla vostra caratura. Agli editori all'intellettuale prescrittore va detto forse che dovrebbero iniziare organizzare presentazioni che non siamo più tristi delle lettere di rifiuto editoriale. Forse librai editori lettori scrittori e appassionati di ogni genere dovrebbero prendere a modello - e se mi consentite l'uso 'privatizzare', cioè far proprio - l'esempio più riuscito di aggregazione del cosiddetto pubblico della lettura in Italia: il Circolo dei lettori di Torino.
> Un luogo come il Circolo dei Lettoro riesce essere al contempo indipendente e affollato, eppure capace di soddisfare bisogno di solitudine singolarità individualità di ciascun utente e per certi versi anche un buon esempio di integrazione tra fondi pubblici e gestione privata. In altre parole, È un luogo in cui non ci si sente depressi, In cuinon ci si sente parte di una vicenda decadente prossima all'estinzione. Si può dire lo stesso di certe librerie, di catena o indipendenti?
>
>
>
>
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>
> Infine vorrei segnalare il fatto che gli editori più accorti a qualunque latitudine si sono già resi conto che il futuro dell'editoria di qualità coincode l'esplosione in tre dimensioni del contenuto. Perchè allora le librerie ma per certi versi perfino alcune edicole non possono diventare megafono tridimensionale nella vita del tessuto reale della città delle città? Perché non posso diventare dei super eccitanti luoghi in cui si produce letteratura saggistica quant'altro in tre dimensioni coinvolgendo tutte le spinte multidisciplinari che contraddistinguono la parte più viva e folgorante della ricerca contemporanea?
>
> Certo per fare questo avranno anche bisogno dell'aiuto dei comuni delle regioni dello stato. ma questo aiuto non servirà a nulla se non muteranno anche le menti e i gusti e i tic / orizzonti ideologici degli addetti ai lavori che vivono con grande forza e rispettabile agitazione questo frangente di cambiamento epocale.
Il modo in cui sto scrivendo ora è poco rassicurante e instabile/ non c'è niente di meno certo che pensare e dettare eleggere propri parole spesso deformate. ma è quasi necessario, Oggi e ora, perché non è una riserva indiana: coincide col mondo come sta diventando. E a suo modo prova anche a incidere, sul mondo e su come sta diventando: Non è una rinuncia.
>
> Com'è noto, nelle riserve indiane, a lungo termine, si producono sopratutto vizi, tristezza e giochi d'azzardo. Le riserve indiane sono enormi, Limitatissime, rinunce.
>
>
>
Inviato da iPhone
p.s.
Io sogno una volta alla settimana librerie imponenti, con scaffali che mi sovrastano come picchi di biblioteche, e volumi straordinari e ordinari che spuntano ogni dove, in pile e stecche, colonne corinzie di avventure mentali, gettoni tastabili di illusioni perfette. È per me impensabile una città ideale senza librerie ,specie dell'usato, produttrici inerti di inaspettate scoperte. Questa notte, per dire, ho toccato e visto una nuova collana inesistente, libri di ogni formato possibile, 14 per 34, 10 per 12, 24 per 36, tutti neri Con una sovraccoperta trasparente che rivelava immagini di pianeti stampati sul nero opaco della copertina, e storie titoli e autori improbabili e riassociati secondo una logica di esplorazione e curiosità, dal momento in cui l'idea si sveglia a quello in cui si Addormenta. Martin Amis che racconta gli anni settanta della NASA, Franco Arminio che racconta cosa significa correre su quelle auto che fanno i record di velocità lanciate nel deserto di Salt Lake City, Louis Pauwels che racconta i suoi incontri con Cèline per la televisione francese degli anni cinquanta.
Visioni come queste mi regalano la certezza Che quando non ci sarà forse più nessuna libreria al mondo io ne costruirò una altissima profondissima inattesa disordinata - e se sarò troppo stanco o vecchio per farlo con le mie mani, lascerò risorse e istruzioni ad altri. Istruzioni per generare un canyon.
Inviato da iPhone
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| Speciale Librerie | Sotto dettatura, senza rinunce | Contro il messaggio | 0.819086 | https://www.doppiozero.com/speciale-librerie-sotto-dettatura-senza-rinunce | https://www.ilpost.it/2023/11/22/fontana-contro-il-messaggio/ |
14 maggio 2017 09:48
Dietro alla stazione centrale di Milano, sotto i bastioni grigi e imponenti sui quali passa la ferrovia, il 7 maggio un ragazzo maliano di 31 anni si è impiccato. È salito sul muretto, in via Ferrante Aporti, si è messo un cappio al collo e si è lasciato scivolare. Se ne sono accorti i passeggeri di un treno, che hanno visto il ragazzo infilarsi un laccio intorno alla testa. Ma soprattutto se n’è accorto un passante che a mezzogiorno stava andando a prendere la sua auto parcheggiata al bordo della strada e ha dato l’allarme.
I soccorritori hanno portato il ragazzo in fin di vita all’ospedale Niguarda. Alle 12.50 del 7 maggio è stato dichiarato morto. Non aveva documenti con sé, ma dalle impronte digitali i carabinieri di Porta Manforte sono riusciti a risalire alla sua identità: avevano diffuso la sua fotografia a tutti i responsabili dei centri di accoglienza di Milano, ma non erano riusciti a raccogliere informazioni su di lui. Si trovava in Italia da un anno e mezzo, era un richiedente asilo, non era residente in nessun centro di accoglienza milanese, era stato registrato nei servizi di accoglienza di Modena. È tutto quello che sappiamo. Il nome dell’uomo non è stato diffuso.
Per Pietro Massarotto, avvocato e presidente dell’associazione Naga di Milano,”il ragazzo probabilmente dormiva per strada, come tanti richiedenti asilo che hanno perso il diritto di essere assistiti dal sistema di accoglienza italiano”. Nell’ultimo anno e mezzo, continua Massarotto, in seguito al ripristino dei controlli alle frontiere settentrionali italiane da parte della Svizzera e degli altri paesi europei, a Milano è stato registrato un aumento dei migranti in città, molti dei quali senza fissa dimora.
Un problema di degrado?
“Quando si analizza quello che sta succedendo intorno alla stazione centrale”, spiega Massarotto, “si deve considerare che per anni Milano è stata una tappa fondamentale dei viaggi dei migranti dall’Italia verso il Nordeuropa e che ora la situazione è cambiata a causa delle politiche europee dell’immigrazione con ricadute inevitabili anche sulla città”. Il transito di centinaia di migliaia di persone intorno alla stazione centrale aveva portato all’apertura di un hub – un centro di prima accoglienza per transitanti – nell’ottobre del 2013 prima all’interno della stazione, poi in via Tonale e quindi, dal maggio del 2016, in via Sammartini.
Come ha raccontato
la giornalista Marina Petrillo su Open Migration
, dopo l’entrata in vigore dell’Agenda europea dell’immigrazione, nel maggio del 2015, “a Milano si è formato una specie di tappo e tutti i posti letto sparsi per la città che prima erano riservati ai transitanti adesso sono occupati dai dublinanti”, cioè dai richiedenti asilo che vengono rimandati in Italia dopo aver provato a passare la frontiera. Per questo, nonostante un numero stabile degli arrivi, sono aumentate le richieste d’asilo sul territorio nazionale, ma anche i dinieghi da parte delle commissioni territoriali, le autorità amministrative che hanno il compito di esaminare le richieste d’asilo.
In Lombardia la percentuale di migranti a cui è negato lo status di rifugiato è più alta della media nazionale. Nel 2016 le due commissioni territoriali di Milano hanno bocciato il 52 per cento delle domande: una su due. A Brescia i dinieghi sono stati il 70 per cento e a Monza il 73 per cento. I posti nei centri di accoglienza a Milano sono 3.600, di cui un migliaio nei centri del Servizio per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) e gli altri nei centri di accoglienza straordinaria che dipendono dalla prefettura (Cas). “I centri di accoglienza sono al collasso, anche perché non si riesce a investire sui centri Sprar e c’è un modello di accoglienza ancora basato sull’idea che questi flussi migratori siano un’emergenza”, dice Massarotto. E questo, secondo il presidente del Naga, ha determinato un aumento delle persone che dormono per strada o che passano la giornata nel piazzale e nel giardino davanti alla stazione, in una situazione di marginalità.
La stazione è stata al centro di una campagna contro l’immigrazione per il decoro e la sicurezza
Per il presidente del Naga questa situazione può essere risolta solo con politiche sociali efficaci e con più posti letto messi a disposizione dal comune di Milano nell’accoglienza diffusa. Ma in Lombardia hanno aderito al progetto Sprar solo 41 comuni su 1.527. Nelle ultime settimane, poi, la stazione centrale e il centro per migranti di via Sammartini sono diventati il simbolo di una campagna “per il decoro e la sicurezza”, organizzata dalla Lega nord che ha definito “insostenibile” e “da terzo mondo” la situazione.
Il presidente del secondo municipio, Samuele Piscina della Lega nord, su Facebook ha costituito un
Comitato per la sicurezza e la legalità
, e ha organizzato una serie di proteste per chiedere la chiusura del centro. “I cittadini sono esasperati dalla situazione di degrado dell’area e il sicuro arrivo di nuovi migranti non farà altro che peggiorare la situazione”,
ha dichiarato in un comunicato
, dopo che il 27 aprile l’assessore ai servizi sociali Pierfrancesco Majorino aveva annunciato di voler spostare una parte dei migranti da via Sammartino a via Aporti, nel Centro di aiuto stazione centrale (Casc), nella stessa strada dove il 7 maggio il ragazzo del Mali si è tolto la vita. Il quotidiano
il Giornale il 9 maggio ha titolato
: “Un impiccato in stazione e sesso per strada. Il degrado invade pure il centro di Milano”, associando il tragico suicidio ad altri episodi da “girone infernale”.
L’assessore ai servizi sociali del comune di Milano, Pierfrancesco Majorino,
su Facebook
, parlando della morte dell’uomo, ha attaccato la destra cittadina: “Quando guardavo l’immagine di quel corpo mi dicevo una cosa ‘speriamo almeno che nessun avvoltoio ci speculi sopra’. Ovviamente non è andata così: esponenti della destra affermano che quella morte sia colpa del sistema di accoglienza di Milano”. Sempre commentando la morte del ragazzo, Majorino, che è un esponente del Partito democratico vicino al ministro della giustizia Andrea Orlando, ha criticato anche il governo guidato da Paolo Gentiloni, responsabile di aver redatto i
decreti Minniti-Orlando sull’immigrazione
e la sicurezza, trasformati in legge dal parlamento a metà aprile. “Questa terribile vicenda racconta la disastrosa situazione in cui siamo. Con un sistema nazionale completamente da riorganizzare. Il governo dovrebbe occuparsi di questo mettendo al centro la vita di questi ragazzi, invece di occuparsi di decreti che limitano il loro diritto alla difesa o che danno messaggi ambigui sul piano culturale”, ha scritto Majorino.
Un blitz contro gli irregolari
Negli ultimi anni si è parlato
di un “modello Milano” dell’accoglienza
degli immigrati, in particolare
per l’apertura nel 2013 dell’hub per i transitanti
, una struttura innovativa attraverso la quale la giunta guidata da Giuliano Pisapia era riuscita a gestire l’arrivo e il passaggio in città di decine di migliaia di persone, coinvolgendo cittadini e associazioni. Per rilanciare questo modello di inclusione, l’assessore Majorino
ha convocato per il 20 maggio
una marcia “senza muri”, su imitazione di quella organizzata a Barcellona dalla sindaca Ada Colau, lo scorso 18 febbraio. Ma mentre l’assessore chiamava a raccolta volontari e cittadini, il 2 maggio il questore della città ordinava un blitz delle forze dell’ordine contro l’immigrazione irregolare alla stazione centrale con decine di agenti in tenuta antisommossa, un elicottero e poliziotti a cavallo.
“Per il dispiegamento di forze e la chiusura della stazione centrale” abbiamo inizialmente pensato che si trattasse di “un intervento contro il terrorismo”, racconta il giornalista di Radio Popolare Roberto Maggioni, che ha assistito al blitz. Invece la questura ha comunicato che era un intervento contro il degrado e l’immigrazione irregolare. “I cancelli della stazione centrale erano chiusi e davanti alla stazione, a piazza Duca d’Aosta, c’erano numerosi agenti della polizia in tenuta antisommossa che circondavano un centinaio di migranti fermi, seduti per terra”, racconta Maggioni. “I migranti sono stati perquisiti e successivamente sono stati fatti salire su dei pullman e portati in questura”.
Durante il blitz alla stazione centrale di Milano, 2 maggio 2017.
(Miguel Medina, Afp)
La retata è cominciata intorno alle 15.30 ed è durata un paio d’ore, sono state portate in questura per accertamenti sui documenti 52 persone, tre di loro sono state incriminate per detenzione di sostanze stupefacenti, mentre sette sono state raggiunte da un decreto di espulsione e quattro richiedenti asilo hanno scoperto negli uffici della questura di aver ottenuto la protezione internazionale, che non gli era ancora stata notificata per ritardi burocratici. La maggior parte dei fermati era in possesso di un permesso di soggiorno regolare. Il sindaco Giuseppe Sala, il giorno successivo, ha detto di essere stato informato della retata solo all’ultimo momento e ha chiesto spiegazioni al questore sulle modalità dell’operazione di polizia.
Quando il giornalista di Radio Popolare Maggioni è arrivato in stazione, il leader della Lega nord, Matteo Salvini, era in diretta streaming su Facebook con il suo cellulare, circondato da giornalisti, fotografi e cameraman. Salvini ha commentato l’operazione in corso dicendo: “Dopo tante denunce finalmente un blitz, un po’ di soddisfazione”. Il leader della Lega nord è stato contestato da alcuni immigrati e operatori sociali che erano presenti e lo hanno accusato di fare campagna elettorale sulla pelle delle persone. “Sei venuto a fare campagna elettorale adesso che ci sono le telecamere? Queste persone scappano da guerre e violenze, dovresti vergognarti”,
lo ha apostrofato Francesco
, un educatore che lavora tutti i giorni vicino alla stazione centrale di Milano con i minori stranieri non accompagnati.
“Operazioni di questo tipo sono inutili e dannose”, commenta Francesco. “Dal punto di vista giudiziario la retata non ha portato a nessun risultato. Gli elementi di insicurezza che sono presenti in stazione da trent’anni, tipo lo spaccio di stupefacenti, ci sono ancora”, spiega Francesco. Mentre “azioni come queste vanificano l’efficacia degli interventi quotidiani di inclusione, creando una situazione di sospetto e tensione nella quale gli operatori faticano a lavorare”. Secondo l’operatore, quello che viene chiamato “degrado” è invece una situazione di bisogno sociale. “Non è un caso che questo sia successo a pochi giorni dalla riduzione dei posti letto in accoglienza nel centro di via Sammartini”, dice Francesco. “Il 2 maggio, dopo aver discusso con Salvini, per la prima volta ho dovuto dire ai ragazzi che ospitiamo nel centro diurno per minori in cui lavoro che dovevo chiudere il centro e li ho lasciati a dormire per strada. Si tratta di ragazzi di 15 e 16 anni che secondo la legge italiana hanno diritto di essere assistiti”.
Per Roberto Maggioni di Radio Popolare, questo tipo di intervento non è giustificato “da fatti di cronaca, da un allarme sicurezza vero, sorretto da numeri, in stazione centrale. È più un problema di sicurezza percepita, o strumentalizzata dalle forze politiche”.
Un problema politico
In un comunicato stampa 18 organizzazioni milanesi che operano nell’accoglienza hanno denunciato “un grave passo in avanti nel processo di criminalizzazione dell’immigrazione”. Secondo le associazioni, alcune persone sono state portate in questura in base al colore della pelle: “I quattro quinti dei fermati avevano un regolare permesso di soggiorno, ci chiediamo secondo quale criterio siano stati fermati, se non per il colore della loro pelle”. Pietro Massarotto del Naga parla addirittura di “rastrellamenti” e chiede di scendere in piazza il 20 maggio,
nel corteo convocato dall’amministrazione comunale “Insieme senza muri”
, ma
intorno alla piattaforma “Nessuna persona è illegale”
.
Esplode una questione politica: gli operatori accusano l’amministrazione comunale di aver prestato il fianco alle campagne della destra e di non voler entrare in contrasto con il governo nazionale, guidato dal Partito democratico, che ha appena approvato le nuove leggi sull’immigrazione e la sicurezza urbana. Il Partito democratico, da parte sua, non aderisce alla marcia del 20 maggio.
La filosofa Tamar Pitch, autrice del libro
Contro il decoro
,
ha definito i decreti sicurezza
un classico esempio di “soluzione che produce il problema”. “I politici diventano imprenditori della paura per cercare consensi da un ceto medio impoverito e reso insicuro da disoccupazione e precarietà”, scrive Pitch. “Non resta, allora, che utilizzare un vecchio metodo: produrre legame sociale tramite la paura, sollecitando una divisione tra ‘noi’ e ‘loro’, i buoni cittadini e tutti gli altri (migranti, tossici, e così via)”.
In una lettera aperta pubblicata sul Manifesto il 13 maggio
alcuni gruppi di attivisti
chiedono al sindaco della città Beppe Sala, all’assessore Pierfrancesco Majorino e a tutte le personalità che hanno aderito alla marcia “Insieme senza muri” di prendere le distanze dai decreti Minniti-Orlando. “Battersi per l’accoglienza dei migranti vuol dire opporsi alle leggi Minniti-Orlando in materia di immigrazione e sicurezza urbana”, è scritto nella lettera.
Per operatori e associazioni queste leggi “rappresentano una giustificazione per azioni che criminalizzano i migranti e in generale tutte le persone indigenti che vivono ai margini nelle nostre città”. Ma non aiutano ad affrontare in maniera pragmatica la sfida dell’immigrazione, anzi alimentano tensioni e stereotipi e allontanano la possibilità di trovare delle soluzioni di lungo periodo. “Questi decreti hanno una valenza simbolica, rinforzano un quadro culturale e cognitivo razzista e discriminatorio”, conclude Massarotto.
Italia
Migranti
| Il modello di accoglienza dei migranti a Milano è in crisi? | L’aggressione contro i poliziotti a Milano | 0.828331 | https://www.internazionale.it/notizie/annalisa-camilli/2017/05/14/milano-migranti-blitz | https://www.ilpost.it/2017/05/19/aggressione-stazione-centrale/ |
03 luglio 2023 09:40
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj sta semplicemente gridando “al lupo”? O davvero è in possesso di informazioni riservate? Il 30 giugno, durante una conferenza stampa comune con il capo del governo spagnolo Pedro Sánchez, Zelenskyj ha dichiarato che la Russia si prepara a far esplodere la centrale nucleare di Zaporižžja.
Nell’ennesimo colpo di scena di una guerra crudele, siamo arrivati al punto in cui è ipotizzata la trasgressione senza precedenti di un tabù assoluto, le cui conseguenze supererebbero evidentemente le frontiere dell’Ucraina. È la prima volta nella storia che una centrale nucleare finisce al centro di una guerra, in un contesto in cui il diritto internazionale non può nulla.
Dopo l’occupazione della struttura da parte delle forze russe nelle prime fasi dell’invasione dell’Ucraina, nel marzo dell’anno scorso, la centrale di Zaporižžja – che è la più grande d’Europa – ha attirato grandi attenzioni: sul suo funzionamento, sul suo uso come scudo da parte dei soldati russi e sul suo raffreddamento. Ma finora non si era mai parlato di una possibile distruzione deliberata dei reattori nucleari.
Impossibile verificare
Secondo le autorità ucraine, dal presidente ai servizi d’intelligence militari, i russi avrebbero minato quattro dei sei reattori della centrale, insieme a un bacino di raffreddamento. Le fonti ucraine sostengono che Mosca abbia ridotto la presenza dei suoi uomini negli impianti, trasferendo in Crimea parte delle truppe e degli esperti della Rosatom, l’agenzia atomica russa.
Il Cremlino nega di avere intenzione di far esplodere la centrale e accusa l’Ucraina di volerla sabotare per poi dare la colpa alla Russia. Sono insinuazioni impossibili da verificare, come d’altronde quelle fatte dagli ucraini.
L’unica influenza moderatrice su Vladimir Putin potrebbe arrivare dalla Cina
A chi dobbiamo credere? Davvero i russi sarebbero disposti a far esplodere una centrale nucleare? Sembra insensato, ma dopo la distruzione della diga di Khachovka, che il mese scorso ha provocato l’inondazione di un’intera regione, nessuno può dire cosa sia davvero impossibile.
Da oltre un anno l’Aiea, l’agenzia internazionale per l’energia atomica con sede a Vienna, lavora a pieno regime. Il suo direttore generale, l’argentino Rafael Grossi, sta cercando personalmente di escludere Zaporižžja dal conflitto, mettendo provvisoriamente la centrale sotto la supervisione internazionale. Ma fino a questo momento i suoi tentativi non hanno avuto gli effetti sperati.
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L’unica influenza moderatrice su Vladimir Putin potrebbe arrivare dalla Cina. Il pericolo nucleare, infatti, è l’unico tema su cui il numero uno cinese Xi Jinping si sia pronunciato con chiarezza nell’ambito della guerra in Ucraina, ripetendo varie volte che
il ricatto atomico
, civile o militare che sia, non è accettabile. Insomma siamo ridotti a sperare che Xi ribadisca il messaggio a Putin, che dipende sempre di più dai rapporti con la Cina per limitare l’impatto delle sanzioni.
Inoltre ci aggrappiamo alla convinzione che Putin sia stato informato del progetto di risoluzione bipartisan depositato la settimana scorsa al congresso statunitense e conosciuto con il nome di progetto Graham-Blumenthal. La proposta prevede che in caso di uso del nucleare (anche civile) contro l’Ucraina, scatterebbe l’articolo 5 della Nato. In altre parole, significherebbe un ingresso in guerra dei paesi dell’Alleanza atlantica. Speriamo che una prospettiva del genere possa avere un effetto dissuasivo.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
Russia-Ucraina
| La minaccia russa sui reattori di Zaporižžja è la fine di un tabù | Prime crepe in Russia dopo la disfatta militare nel nordest ucraino | 0.855923 | https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2023/07/03/centrale-zaporizzja-pericolo-nucleare | https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2022/09/13/russia-crepe-disfatta |
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>> Si corre lunedì la Maratona di Boston, la più antica maratona annuale al mondo, che fu organizzata per la prima volta nel 1897, un anno dopo la prima di sempre, alle prime Olimpiadi moderne. Oltre che per la sua lunga storia la Maratona di Boston è ancora oggi tra le più importanti al mondo: c'entrano le molte storie, non solo sportive, di cui è stata protagonista, ma anche certe sue peculiarità e tradizioni. Per via dei suoi saliscendi è inoltre una gara complicata e spesso dà risultati imprevisti. Quest'anno, per la prima volta, la correrà anche il keniano Eliud Kipchoge, che nell'ultimo decennio ha dominato la corsa, di cui detiene il record mondiale. Tra le sei più importanti maratone al mondo, note come Major, gliene mancano solo due: New York e Boston.
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>> La prima Maratona di Boston – la capitale del Massachusetts, che sta circa 300 chilometri a nord di New York – si corse il 19 aprile del 1897. La organizzò la Boston Athletic Association, che era stata fondata dieci anni prima e che vista l'assenza di altre maratone statunitensi la chiamò American Marathon. Come [fece notare](<https://www.nytimes.com/2017/11/05/sports/first-marathon.html>) il _New York Times_ qualche anno fa, qualcosa di simile in realtà già era stato organizzato nel 1896 a New York, dove però la celebre maratona cittadina esiste soltanto dal 1970.
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>> L'American Marathon fu organizzata nel terzo lunedì di aprile: il Patriots' Day, il giorno in cui si ricordano le battaglie che diedero inizio alla guerra d'indipendenza americana. Allora la maratona era una novità: la disciplina [era stata inventata](<https://www.ilpost.it/2021/08/06/maratona-olimpiadi-lunghezza/?utm_source=ilpost&utm_medium=leggi_anche&utm_campaign=leggi_anche>) solo un anno prima perché serviva un evento che nobilitasse la prima edizione delle Olimpiadi moderne, organizzate ad Atene, con una corsa che partì proprio dalla località greca di Maratona. Come tutte le maratone di quel periodo anche quella di Boston fu corsa per diversi anni su una distanza variabile, di almeno qualche chilometro più breve rispetto alla distanza di 42 chilometri e 195 metri, che fu codificata solo nel 1921.
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>> Il primo anno si iscrissero in 18, partirono in 15 e arrivarono al traguardo in 10. Il più veloce, che completò i circa 40 chilometri in poco meno di tre ore, fu il litografo John McDermott, che qualche mese prima aveva vinto la simil-maratona newyorkese.
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>> Nel 1906 la Maratona di Boston superò per la prima volta i 100 partecipanti e nel 1911 ci fu la prima delle molte vittorie di Clarence DeMar, che però dopo aver vinto si ritirò e ricominciò a correre solo negli anni Venti, vincendo altre sei edizioni, l'ultima a 41 anni. Visto il cognome risultò piuttosto semplice decidere di soprannominarlo “DeMarathon”.
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>> Clarence DeMar nel 1930 (AP Photo)
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>> Cinquant'anni dopo aver superato i cento partecipanti, nel 1966 l'evento superò i cinquecento. Quell'anno alla partenza c'era anche Roberta Gibb: aveva provato a iscriversi ma le era stato risposto che le donne non erano “fisiologicamente in grado” di correrla. Si presentò lo stesso e partendo poco dopo i maratoneti ufficialmente iscritti corse la sua maratona “non ufficiale” in 3 ore e 21 minuti. Qualcosa di simile lo fece nel 1967 Kathrine Switzer, che si era iscritta come “K.V. Switzer” eludendo così il divieto di partecipazione per le donne. Switzer riuscì quindi a partecipare e perfino finire la gara con un pettorale ufficiale, nonostante poco prima della fine uno degli organizzatori [avesse provato a fermarla](<https://www.ilpost.it/2017/04/17/prima-donna-corse-maratona-boston/>). Nel 1972 il regolamento fu infine cambiato per permettere anche alle donne di gareggiare.
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>> Alcuni partenti nel 1972 (AP Photo)
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>> Tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Ottanta la Maratona di Boston superò i mille e i cinquemila partecipanti e nel 1980 un'altra donna si fece notare, seppur per motivi parecchio diversi: era [Rosie Ruiz](<https://www.nytimes.com/2019/08/08/sports/rosie-ruiz-boston-marathon-dead.html>), che vinse la corsa ma che, si scoprì qualche giorno dopo, l'aveva fatto dopo aver corso solo l'ultimo chilometro e mezzo. In modo molto semplice, Ruiz si era regolarmente iscritta ma anziché correre era stata tra il pubblico per un paio d'ore, per poi entrare nel percorso con il suo pettorale e arrivare al traguardo circa due ore e mezzo dopo la partenza (degli altri e delle altre), cosa che rendeva il suo tempo uno dei migliori di sempre a livello femminile.
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>> Rosie Ruiz nel 1980 (AP Photo)
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>> Il suo tempo, la sua freschezza all'arrivo, il fatto che prima avesse corso solo un'altra maratona (quella del 1979 di New York) e una serie di altri indizi (compresa un'intervista post-gara in cui palesò di non essere granché esperta di allenamenti e corse) portarono a scoprire il suo imbroglio. Si scoprì tra l'altro che Ruiz nemmeno aveva corso davvero a New York: una fotografa raccontò infatti al _New York Times_ di averla vista in metropolitana nei momenti in cui avrebbe dovuto essere in strada.
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>> La Maratona di Boston è però anche ricordata per le due bombe che esplosero dieci anni fa, vicino al traguardo, poco prima delle 15 del 15 aprile, quando molti partecipanti ancora stavano completando la corsa. Le bombe causarono la morte di tre persone e più di 250 furono ferite, 17 delle quali subirono amputazioni.
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>> Si scoprì in seguito che le due bombe – due pentole a pressione da cucina piene di chiodi e ferro che si disse erano state “progettate per mutilare” – erano state messe da due fratelli con cittadinanza kirghiza-statunitense e discendenza cecena: uno fu ucciso il 19 aprile durante una sparatoria in cui l'altro, Dzhokhar Tsarnaev, fu gravemente ferito e poi arrestato. Tsarnaev, ora ventinovenne, è [condannato a morte](<https://www.ilpost.it/2022/03/05/corte-suprema-condanna-a-morte-dzhokhar-tsarnaev/>) (la condanna era stata decisa, poi annullata e in seguito ripristinata dalla Corte Suprema statunitense, sebbene in Massachusetts non si eseguano condanne a morte da anni).
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>> L'anno successivo la Maratona di Boston ebbe [oltre 35mila iscritti](<https://www.ilpost.it/2014/04/21/maratona-boston-2014/>) (fu la seconda più partecipata di sempre dopo quella del centenario) e da allora ogni anno si ricordano le vittime e la grande reazione che ebbe la città, identificata con le parole “[Boston Strong](<https://www.outsideonline.com/health/running/culture-running/boston-is-still-strong-10-years-on/>)”.
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>> (Kevork Djansezian/Getty Images)
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>> A livello agonistico la Maratona di Boston è stata in passato terreno di alcuni record del mondo sia maschili che femminili, il primo dei quali già nel 1947. Seppur difficile per i suoi saliscendi, è infatti una maratona in cui il dislivello negativo è di circa tre metri per chilometro, e che essendo tutta corsa nella stessa direzione (non è una di quelle con circuito ad anello) permette di beneficiare di un eventuale vento a favore. Per questi due motivi da oltre trent'anni a Boston è impossibile fare tempi che siano poi ufficialmente registrati come record: successe per esempio nel 2011, quando il tempo di 2 ore, 3 minuti e 2 secondi fatto a Boston dal keniano Geoffrey Mutai fu considerato “il più veloce di sempre” fino ad allora, ma non accettato come nuovo record del mondo.
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>> In attesa di Kipchoge, quello di Mutai è ancora il tempo più veloce di sempre a Boston. Il record per il maggior numero di vittorie podistiche è di DeMar, ma l'atleta ad aver vinto più volte a Boston è il sudafricano Ernst van Dyk, nella categoria per corridori in carrozzina, che la Maratona di Boston fu tra le prime a introdurre nel 1975. Il premio per il partecipante più assiduo va invece a John A. Kelley: la provò a correre una prima volta nel 1928, la vinse due volte (nel 1935 e nel 1945) e in tutto partecipò a 61 edizioni arrivando al traguardo 58 volte, l'ultima delle quali nel 1992, a 84 anni.
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>> (Maddie Malhotra/Getty Images)
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>> All'edizione di quest'anno gli iscritti sono circa 30mila, almeno 200 dei quali di nazionalità italiana. In tutto, dal 1897 al 2022, alle maratone di Boston hanno partecipato oltre 800mila persone. In realtà, però, sono state di più, per via dei cosiddetti "banditi".
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>> Banditi (“bandits” in inglese) sono, in gergo, le persone che partecipano alle maratone o a parte di esse senza essersi iscritte, e quindi senza pettorale. Ovunque, non solo alle maratone, ci sono persone che si uniscono e mischiano per varie ragioni agli iscritti ufficiali; il fatto è che a Boston il _banditismo_ è stato per molto tempo accettato e tollerato, o perlomeno non disincentivato. Perfino Dave McGillivray, da anni direttore di corsa, raccontò di aver fatto il “bandito” quando aveva meno di 18 anni e quindi ancora non poteva iscriversi ufficialmente. A ben vedere anche Roberta Gibb, nel 1966, corse da bandita. Per anni, a Boston, i “corridori non ufficiali” partivano dopo tutti gli altri, molti di loro approcciandosi alla corsa in modo piuttosto [allegro e goliardico](<https://deadspin.com/the-bandit-who-ran-the-boston-marathon-while-pushing-a-1794334838?curator=SportsREDEF>), una cosa in genere gradita dagli spettatori.
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>> Ragioni logistiche e di sicurezza, in particolare dopo il 2013, hanno però ridotto parecchio la condiscendenza degli organizzatori verso i corridori non ufficiali.
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>> Restano però un paio di altre peculiarità per cui è nota Boston. Una è il cosiddetto _scream tunnel_ , il tunnel degli strilli, dove per alcune centinaia di metri del tifo si incaricano soprattutto le vivaci e rumorose studentesse di un college femminile di Wellesley. L'altra è la _Heartbreak Hill_ , la “collina spaccacuore”: una salita lunga circa 600 metri, per un dislivello di 27. Arriva dopo 32 chilometri di corsa (un momento di crisi per molti maratoneti) ed è l'ultima in una serie di quattro salite.
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>> Un pezzo di scream tunnel nel 2017 (Kayana Szymczak/Getty Images)
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>> Nonostante a Boston ci sia più discesa che salita, è altrettanto vero che spesso le discese creano tutta una serie di problemi muscolari. Il nome “cuore spezzato” arriva dall'edizione del 1936, quando Kelley superò il corridore in testa dandogli una pacca sulle spalle, cosa che si dice portò quel maratoneta a una reazione di orgoglio grazie alla quale ri-superò Kelley (il cuore spezzato sarebbe insomma il suo).
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>> Proprio l'intensità e la frequenza di salite e discese sono gli elementi principali che rendono quella di Boston una maratona atipica e spesso parecchio imprevedibile. Ma ci sono anche le condizioni atmosferiche, assai variabili: anche in tempi recenti si ricordano edizioni molto calde ed altre parecchio fredde, ventose e piovose, come nel [2018](<https://www.outsideonline.com/health/running/why-2018-boston-marathon-was-perfect-chaos/>).
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>> Tutti questi elementi fanno sì che rispetto ad altre maratone più piatte (non solo dal punto di vista altimetrico), Boston sia considerata – per quanto riguarda la lotta per la vittoria – una gara più tattica, in cui è più difficile gestire le energie e azzeccare le strategie. Ed è proprio su questo, più che sul tempo con cui eventualmente finirà, che molti sono curiosi di vedere come si comporterà il primatista mondiale Kipchoge, uno che nella vita ha vinto 15 maratone sulle 17 a cui ha partecipato.
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>> **– Leggi anche:** [Una gara di corsa che finiscono in pochissimi](<https://www.ilpost.it/2023/03/21/barkley-marathons/?utm_source=ilpost&utm_medium=leggi_anche&utm_campaign=leggi_anche>)
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>> -AMAZONPOLLY-ONLYWORDS-END-
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| La maratona annuale più vecchia del mondo | La storia della prima donna che corse la maratona di Boston | 0.823761 | https://www.ilpost.it/2023/04/17/maratona-di-boston-kipchoge-storia/ | https://www.ilpost.it/2017/04/17/prima-donna-corse-maratona-boston/ |
>>
>> L'invasione russa in Ucraina, con tutte le conseguenze in termini di relazioni diplomatiche internazionali, e una [frase pronunciata](<https://www.ilpost.it/2022/03/20/russia-italia-minacce-guerini/>) sabato scorso dal direttore del Primo dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, Alexei Paramonov, hanno riportato all'attenzione dei giornali e della politica la missione con la quale la Russia aiutò le autorità italiane nella gestione delle prime settimane dell'epidemia di coronavirus a Bergamo, nel marzo del 2020.
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>> Paramonov ha attaccato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, ricordando che «all’Italia è stata fornita un’assistenza significativa attraverso il ministero della Difesa, il ministero dell’Industria e Commercio e il ministero della Salute della Russia. A proposito, una richiesta di assistenza alla parte russa fu inviata allora dal ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini, che oggi è uno dei principali falchi e ispiratori della campagna antirussa nel governo italiano». Paramonov ha anche minacciato «conseguenze irreversibili», cosa che ha fatto ipotizzare a qualcuno che le parole del diplomatico russo contenessero la minaccia di rivelare qualche tipo di accordo segreto tra Italia e Russia.
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>> Paramonov, che conosce bene l’Italia essendo stato console a Milano e che è stato insignito delle onorificenze di Cavaliere dell’Ordine al Merito e di Commendatore dell’Ordine della Stella d’Italia, ha anche aggiunto: «È deprimente che sullo sfondo dell’isteria anti-russa, le autorità italiane abbiano dimenticato tutto: i trattati e gli accordi bilaterali esistenti, la natura speciale dei nostri legami, la ricca storia secolare di relazioni e tradizioni forti, l’esperienza di successo della cooperazione, il significativo capitale accumulato di fiducia reciproca e si siano uniti alla frenetica campagna russofobica».
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>> Da più parti è arrivata la richiesta di ritirare le onorificenze a Paramonov, le cui parole hanno rinnovato dubbi emersi già tempo fa sulla missione di aiuti, chiamata _Dalla Russia con amore_. In particolare, non è ancora chiaro in base a quali accordi venne data l’autorizzazione a scienziati russi di accedere a strutture sanitarie italiane e perché, poi, la collaborazione fu bruscamente interrotta.
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>> Un mezzo militare russo con il simbolo dell'operazione Dalla Russia con amore (Foto Claudio Furlan/Lapresse).
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>> Nella prima metà del marzo del 2020, l’Italia aveva estremamente bisogno di presidi sanitari, soprattutto mascherine. Negli ospedali, dato l’enorme e improvviso afflusso di malati in terapia intensiva, mancavano anche i respiratori. Il ministero della Difesa russo, come fecero quelli di altri paesi, scrisse al Coi, il Comando operativo interforze, per offrire assistenza. Il ministro Guerini rispose chiedendo mascherine per gli operatori sanitari, FFP2 e FFP3. Dopo questo contatto, il 21 marzo, si sentirono al telefono il presidente russo Vladimir Putin e l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
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>> Non si sa ovviamente quali furono gli accordi presi tra i due leader durante quella telefonata ma Conte, intervistato dal _[Corriere della Sera](<https://www.corriere.it/politica/22_marzo_21/conte-russi-007-confermano-che-non-fu-spionaggio-ma-solo-aiuto-sanitario-7a5ab0f4-a92f-11ec-8325-fd7a7d1851e8.shtml>), _ha spiegato che in quei giorni ebbe «colloqui con i leader di tutto il mondo che mi cercarono per manifestare solidarietà per quello che stava accadendo in Italia e per aiutarci. Tra questi anche Putin, che si offrì di mandare personale specializzato. Mi disse che loro avevano maturato grande esperienza su come affrontare le pandemie perché avevano avuto la Sars. Noi eravamo in grandissima difficoltà. Non avevamo mascherine, non avevamo ventilatori. I nostri esperti non avevano neppure un protocollo di azione e non avevamo neppure sequenziato il virus. Ogni aiuto era ben accetto».
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>> Il 22 marzo 2020, giorno di inizio della operazione _Dalla Russia con amore_ , l’area più critica in Italia era ancora quella di Bergamo con 7.458 contagiati. Secondo i calcoli fatti in quei giorni l’Italia avrebbe avuto bisogno di 90 milioni di mascherine al mese e 300mila tamponi al giorno. Quel giorno, alle 21, atterrò all’aeroporto di Pratica di Mare di Roma il primo dei nove quadrimotori russi Ilyushin carico di aiuti e personale. Il controllo fu di tipo _security clearance_ , e cioè un controllo doganale sulle merci, non sulle persone. Ad attendere la spedizione dalla Russia c’erano il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il capo di Stato maggiore Enzo Vecciarelli e Marcello Minenna, direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.
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>> Dagli aerei sbarcarono 22 veicoli militari e 104 persone. Della spedizione facevano parte 28 medici e quattro infermieri. All’elenco erano stati aggiunti a penna due nomi, quelli di Natalia Pshenichnaya, vicedirettrice dell’Istituto centrale di ricerche epidemiologiche, e Alexander Semenov, dell’Istituto Pasteur di San Pietroburgo. Entrambi erano dipendenti del Rospotrebnadzor, la struttura sanitaria civile a cui Putin il 27 gennaio 2020 aveva affidato l'azione di contrasto dell’epidemia. Il resto dei membri della spedizione era composto da personale militare. Non si sa se ci fossero, tra questi, agenti del Glavnoe Razvedyvatel'noe Upravlenie (GRU), il servizio di informazione militare russo, ed eventualmente quanti fossero. Si sa per certo però che a guidare la spedizione fu il generale Sergey Kikot, vicecomandante del Reparto di difesa chimica, radiologica, biologica dell’esercito russo, già impegnato, negli anni precedenti, sul fronte siriano.
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>> Il generale russo Sergey Kikot (ANSA/EMANUELE PENNACCHIO)
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>> Il [_Riformista_](<https://www.ilriformista.it/missione-militare-camuffata-da-umanitaria-il-segreto-degli-aerei-russi-inviati-da-putin-e-il-gelo-tra-pompeo-e-guerini-287981/>) ha ricostruito che sulla pista sbarcò anche un furgone senza finestrini. I doganieri chiesero di aprirlo ma i russi si rifiutarono spiegando che serviva per i collegamenti televisivi e che comunque c’erano accordi a riguardo a livelli più alti. Il 23 marzo, dice il [_Corriere della Sera_](<https://www.corriere.it/economia/lavoro/22_marzo_22/russia-covid-italia-chernobyl-4e590838-a953-11ec-8325-fd7a7d1851e8.shtml>), ci fu un incontro nella foresteria militare di via Castro Pretorio a Roma tra Kikot, Luciano Portolano, comandante del Comando operativo interforze, e i dirigenti del Comitato tecnico-scientifico Agostino Miozzo e Fabio Ciciliano. Secondo quanto ricostruito dal _Corriere_ , Kikot esordì dicendo: «Siamo qui sulla base di un accordo politico di altissimo livello. Dunque, possiamo fare qualsiasi cosa per aiutarvi. Vogliamo sanificare l’intero territorio italiano entrando anche negli uffici pubblici e in tutte le sedi a rischio». La replica degli italiani fu che gli interventi potevano riguardare solo ospedali e Rsa.
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>> Ricorda Miozzo:
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>>> «L’esordio di Kikot fu particolarmente intrusivo, ruvido. Parlava come se dovessero bonificare Chernobyl dopo l’esplosione nucleare. Ci disse che gli accordi di alto livello prevedevano sanificazioni su tutto il territorio e disse che loro intendevano sanificare tutti gli edifici, compresi quelli pubblici. Il colloquio fu interrotto varie volte ma con Portolano decidemmo di non accettare alcuna offerta di quel tipo. La riunione terminò con l’autorizzazione a entrare soltanto in alcune strutture sanitarie. In seguito, ci fu confermato che avevano sanificato molte strade».
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>> Il 23 marzo la colonna di aiuti russi partì verso il Nord Italia, diretta a Bergamo, lungo l’autostrada del Sole, in una rara occasione in cui un convoglio militare russo, con bandiere e simboli, ha percorso le strade di un paese della NATO. Nelle settimane successive all’arrivo del convoglio russo alcuni articoli della _Stampa_ sottolinearono che l’entità degli aiuti arrivata in Italia era decisamente limitata: erano state inviate poche centinaia di migliaia di mascherine, quando solo l’Egitto ne aveva mandati 2 milioni. Furono mandate anche poche decine di ventilatori polmonari, che facevano peraltro parte di un lotto messo poi sotto inchiesta negli Stati Uniti perché difettoso. Gli articoli della _Stampa_ attirarono l’attenzione di un altro generale russo, Igor Konashenkov, oggi impegnato sul fronte ucraino. Scrisse, in una nota: «Qui fodit foveam, incidit in eam». «Chi scava la fossa, ci finisce dentro».
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>> Se gli aiuti erano così limitati, resta da capire il perché di quella missione. Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha [recentemente](<https://www.corriere.it/politica/22_marzo_20/gori-quando-russi-arrivarono-era-vietato-fare-domande-ma-bergamo-fu-aiutata-c8891ce0-a883-11ec-9fb7-9b041ce9b963.shtml>) rivelato i dubbi che ebbe già all’epoca:
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>>> «Se guardiamo alla composizione di quel contingente russo, fatto solo in parte da medici, è giusto chiedersi quali fossero i loro reali obiettivi. Quando parlo di intelligence la intendo in senso scientifico: il vaccino Sputnik sarebbe stato sviluppato partendo da un campione di virus prelevato in Italia. Già questo basta per dubitare che la missione fosse dovuta a pura generosità. Aggiungiamo che la Russia ha usato quella missione per propaganda, sottolineando la supposta inefficienza dei Paesi Nato».
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>> Ricorda ancora Gori:
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>>> «Eravamo in grande difficoltà. L'apertura dell'ospedale alla Fiera di Bergamo venne inizialmente rinviata per il bidone dei medici promessi e mai inviati dai cinesi. Dell'arrivo dei russi qui abbiamo saputo all'ultimo, credo che su questo ci fosse stato un contatto tra Putin e Conte. Ricordo l'atmosfera sinistra di quella conferenza stampa, in cui i giornalisti non potevano rivolgersi ai militari».
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>> Nell’aprile del 2020 ci fu un’interrogazione parlamentare firmata dal radicale Riccardo Magi che chiedeva risposte sulla spedizione russa a Bergamo. A fornirle fu la viceministra degli Esteri Emanuela Del Re, del Movimento 5 Stelle. Innanzitutto spiegò come era stata decisa la spedizione: «A seguito di colloqui tra il presidente Conte e il presidente Putin e tra il ministro della difesa Guerini e l’omologo russo Shoygu, è stato convenuto l’invio in Italia di materiali e personale sanitario». Del Re poi descrisse la composizione della missione: «104 unità, nello specifico 32 operatori sanitari (tra medici e infermieri), 51 bonificatori e altro personale di assistenza e interpretariato a supporto». Quanto agli aiuti, furono «521.800 mascherine, 30 ventilatori polmonari, mille tute protettive, due macchine per analisi di tamponi, 10mila tamponi veloci e 100mila tamponi normali».
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>> Un altro elemento emerso dalle dichiarazioni di Del Re fu che «al personale russo impegnato nell’attività di supporto è stato fornito vitto e alloggio presso strutture alberghiere nel bergamasco, con oneri a carico della Protezione civile regionale». In pratica, quello che doveva essere un aiuto da parte del governo russo in Italia costò 400mila euro pagati dalla Regione Lombardia, che da allora aspetta il rimborso da parte del governo. Inoltre, le spese sostenute dagli italiani che affiancarono la missione furono quantificate in un milione di euro. La _Stampa_ riferì anche che, dopo l’arrivo degli aerei a Pratica di Mare, i comandanti della spedizione chiesero che fossero gli italiani a pagare le cospicue spese di volo e carburante degli aerei.
>>
>> I membri della spedizione russa lavorarono nell’Ospedale San Giovanni XXIII e in quello da campo allestito dagli alpini sempre a Bergamo. I militari furono impiegati principalmente nelle operazioni di sanificazione di 70 residenze sanitarie in provincia di Bergamo e 50 in provincia di Brescia, oltre alla disinfezione di 450mila metri quadrati di strade e viali di ingresso alle residenze sanitarie. Erano comunque sempre accompagnati da personale italiano.
>>
>> Secondo molti osservatori, la missione era sicuramente a scopo di propaganda: i media russi insistettero sul fatto che, per combattere la pandemia, erano arrivati in Italia non specialisti americani o britannici, ma di Mosca. Un altro obiettivo era quello di provare a incrinare il fronte delle sanzioni decise dopo l’annessione russa della Crimea, o se non altro di fare pressioni sull’Italia perché venissero allentate.
>>
>> Ma soprattutto la missione servì per apprendere più informazioni possibili sul Covid e sui metodi per combatterlo. Nessun altro paese, nemmeno la Cina, aveva permesso agli scienziati russi di accedere a dati ed evidenze scientifiche. L’Italia lo fece. [_Repubblica_](<https://www.repubblica.it/esteri/2021/06/17/news/bergamo_virus_spie_e_vaccini-306329555/>) del 21 giugno 2021 riportò una dichiarazione di Natalia Pshenichnaya: «Il mio compito è stato quello di perfezionare la conoscenza dei medici russi sui metodi per trattare i pazienti con infezioni respiratorie acute e farli familiarizzare con le procedure di gestione del Covid adottate nei diversi Paesi». Il _New Yorker_ , qualche mese dopo la spedizione russa in Italia, scrisse che «il DNA di un cittadino russo che si è ammalato in Italia il 15 marzo è stato usato per elaborare il vaccino Sputnik V».
>>
>> Tra le domande ancora senza risposta c’è anche quella se la spedizione dei membri di _Dalla Russia con amore_ abbia avuto accesso alle cartelle cliniche dei pazienti di Bergamo, e che uso ne abbia fatto. Uno degli strumenti fondamentali utilizzati in Italia dai russi fu un laboratorio mobile di analisi batteriologica, ritenuto uno dei più avanzati al mondo. In quel laboratorio non poté mai entrare nessun italiano.
>>
>> Molti degli operatori presenti a Bergamo facevano parte dello staff dell’Istituto Gamaleya di Mosca, lo stesso dove è stato elaborato e prodotto il vaccino Sputnik V. Il 7 maggio 2020 tutti i 104 membri della spedizione lasciarono l’Italia. La fine della missione fu giustificata con il fatto che la situazione epidemiologica in Italia era migliorata. Molti osservatori pensano però che furono gli Stati Uniti a fare pressioni perché l’Italia allontanasse, anche se in ritardo, gli scienziati russi.
>>
>> Quella missione produsse probabilmente anche i primi contatti tra l’Istituto Gamaleya di Mosca e l’ospedale Spallanzani di Roma. Il 20 marzo 2021 fu annunciata una prima sperimentazione in Italia per testare il vaccino russo Sputnik V. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti disse che si trattava di «una sperimentazione in forma scientifica in attesa di autorizzazione formale dell’Ema per quanto riguarda lo studio sulle varianti».
>>
>> Lo Sputnik V non è stato mai [autorizzato](<https://www.ilpost.it/2021/07/07/sputnik-v-vaccino-russo-coronavirus/>) dall’Ema ma a gennaio del 2022 lo Spallanzani ha comunicato che era stato fatto uno studio sull’efficacia di Sputnik V contro la variante omicron. Secondo quanto comunicato dal fondo sovrano Rdif, principale investitore di Sputnik V e responsabile della sua commercializzazione, «il vaccino contro il coronavirus Sputnik V dimostra titoli di anticorpi neutralizzanti del virus alla variante Omicron (B.1.1.529) più di due volte superiori rispetto a due dosi di vaccino Pfizer (2.1 volte superiori in totale e 2.6 volte superiori 3 mesi dopo la vaccinazione)». Molti scienziati hanno però avanzato dubbi su quelle conclusioni. A Radio Uno la professoressa Antonella Viola, immunologa all’università di Padova, ha raccontato che dopo aver espresso i suoi dubbi sullo Sputnik V sulla rivista scientifica _Lancet_ ricevette una telefonata di una persona, che disse di essere del ministero dell'Interno e che chiedeva informazioni sulla sua valutazione del vaccino. Le disse che sarebbe andata a trovarla, ma poi non si fece più vivo, ha detto Viola.
>>
>> Il giorno seguente all’invasione russa dell’Ucraina la Regione Lazio ha fermato qualsiasi collaborazione con l’istituto Gamaleya. Parlando con _Repubblica_ , il direttore dello Spallanzani ha detto che i costi delle ricerche erano tutti a carico dell’ospedale, e quindi dell’Italia.
>>
>> Un altro strascico della missione russa a Bergamo emerse nel giugno 2021 quando Natalia Pshenichnaya e Alexander Semenov pubblicarono su [iimmun.ru](<https://www.iimmun.ru/iimm/article/view/1468>) la relazione del loro viaggio scientifico in Italia. Le conclusioni furono molto severe: «Nonostante informazioni ampiamente tempestive di una imminente pandemia il sistema sanitario non era preparato al drammatico aumento di pazienti con malattie respiratorie nella prima ondata», diceva insieme a diverse altre valutazioni negative. Nel report si accusavano inoltre i politici di aver «promosso incontri pubblici e strette di mano per enfatizzare che l'economia non doveva fermarsi per colpa del virus. Un comportamento altamente rischioso dai tristi esiti».
>>
>> Interpellato nuovamente sulla missione russa in Italia del marzo 2020, Giuseppe Conte ha detto: «C’è una relazione del Copasir che ha ascoltato sia i direttori dell’intelligence sia il ministro della Difesa. Non ci sono stati mai elementi per pensare che questa missione russa sia stata confinata al di fuori dell’ambito sanitario». In realtà, secondo _Repubblica_ il Copasir avrebbe ora deciso di ascoltare Conte per ricostruire tutti gli aspetti poco chiari della vicenda.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Perché si parla della missione russa a Bergamo del marzo del 2020 | Perché si parla di minacce russe all’Italia | 0.883413 | https://www.ilpost.it/2022/03/23/missione-russa-bergamo-2020/ | https://www.ilpost.it/2022/03/20/russia-italia-minacce-guerini/ |
Vi proponiamo la traduzione a cura di Salvatore Palidda di un recente articolo di Thomas Piketty uscito su
Le Monde
il 7 maggio 2022. Al centro l’accordo concluso dai partiti di sinistra e dagli ecologisti sotto la guida di Mélenchon all’insegna – questo l’auspicio dell’economista francese – del ritorno della giustizia sociale e fiscale.
L’accordo concluso dai partiti di sinistra e dagli ecologisti e il ritorno della giustizia sociale e fiscale
di Thomas Piketty
Diciamolo subito: l’accordo raggiunto dai partiti di sinistra è un’ottima notizia per la democrazia francese ed europea. Coloro che vedono in esso il trionfo del radicalismo e dell’estremismo non hanno ovviamente capito nulla delle evoluzioni del capitalismo e delle sfide sociali e ambientali che dobbiamo affrontare da diversi decenni.
In realtà, se esaminiamo le cose con calma, il programma di trasformazione proposto da questa unione delle sinistre e degli ecologisti nel 2022 è un po’ meno ambizioso di quelli del 1936 o del 1981. Piuttosto che cedere al conservatorismo ambientale, è meglio prenderlo per quello che è: un buon punto di partenza su cui è possibile fare affidamento per andare oltre.
Il programma adottato segna il ritorno della giustizia sociale e fiscale. Mentre l’inflazione ha già cominciato ad amputare i redditi e i risparmi dei più modesti, è urgente cambiare rotta. Coloro che affermano che “costi quel che costi”(la parola d’ordine demagogica di Macron che poi non ha fatto nulla di buono e di utile e urgente) non sarà pagata da nessuno e mente ai cittadini. Per proteggere i più vulnerabili dagli effetti dell’inflazione e per finanziare investimenti in sanità, istruzione e ambiente, sarà fondamentale coinvolgere i più abbienti.
Curioso senso delle priorità
Tra il 2010 e il 2021, le 500 maggiori fortune francesi sono passate, secondo la rivista Challenges (non sospettabile di sinistra), da 200 miliardi a quasi 1.000 miliardi, cioè
dal 10% del PIL a quasi il 50% del PIL
. L’aumento è ancora maggiore se allarghiamo il focus ed esaminiamo le 500.000 maggiori fortune (1% della popolazione adulta), che oggi superano i 3.000 miliardi di euro (
6 milioni di euro a persona, secondo World Inequality Database
), contro appena 500 miliardi per i 25 milioni più poveri (il 50% della popolazione adulta,
20 000 euro in media
ciascuno). In mezzo a un tale periodo di spettacolare prosperità dei possedimenti più alti e di stagnazione dei più modesti scegliere di abolire la magra imposta sul patrimonio, quando, ovviamente, avrebbe dovuto essere aumentata, testimonia un curioso senso di priorità. Gli storici che guarderanno a questo periodo non saranno teneri con i governi Macron e i loro sostenitori.
Il primo merito dei partiti di sinistra è quello di aver saputo superare i loro conflitti per contrastare insieme questa deriva. Al di là del ripristino dell’imposta sul patrimonio, ci si propone di trasformare l’imposta sugli immobili in un’imposta progressiva sul patrimonio netto, che consentirebbe significative riduzioni fiscali per milioni di francesi sovraindebitati delle classi lavoratrici e medie. Per favorire l’accesso alla proprietà, l’insieme potrebbe essere integrato, a lungo termine, da
un sistema d’eredità minimo per tutti
.
L’accordo concluso tra «insoumis» e socialisti
prevede anche di estendere il diritto al salario ai lavoratori di piattaforma e di rafforzare la presenza dei dipendenti nei consigli di amministrazione. Un tale sistema esiste dal dopoguerra in Svezia e Germania (con fino al 50% di seggi nelle grandi aziende) e ha consentito a tutti di essere maggiormente coinvolti nelle strategie di investimento a lungo termine. Rimane purtroppo embrionale in Francia: la destra si è sempre mostrata iper ostile (i gollisti hanno talvolta finto di favorire la partecipazione agli utili, in realtà poche briciole, ma senza mai mettere in discussione il monopolio del potere azionario), e la sinistra ha puntato a lungo sulle nazionalizzazioni (come nel 1981).
L’attuale spostamento verso un approccio meno statalista e più partecipativo richiama i contratti collettivi del 1936 e apre la strada a un nuovo paradigma. Anche lì sarebbe necessario, nel lungo periodo, andare molto oltre, ad esempio
garantendo 50% dei posti in consiglio di amministrazione per i salariati in tutte le imprese (piccole e grandi) e limitando a 10% il diritto di voto dell’azionario individuale nelle grandi aziende
.
Manovra grossolana
Veniamo alla questione europea. Tutti i partiti membri della NUPES (la sigla dell’unione delle sinistre e degli ecologisti francesi) difendono l’armonizzazione sociale e fiscale in Europa e il passaggio al governo della maggioranza. Cercare di farli passare per antieuropei, quando sono i più federalisti di tutti, è una tattica sporca. I liberali che si dichiarano europei in realtà stanno solo strumentando l’idea europea per perseguire la loro politica antisociale. Così facendo, sono loro che mettono a rischio l’Europa.
Se le classi lavoratrici hanno votato massicciamente contro l’Europa
durante i referendum del 1992 e 2005
, poi di nuovo
col voto sul Brexit nel 2016
, e in particolare dovuto al fatto che l’integrazione europea, come s’è pensata sinora, favorisce strutturalmente gli attori economici più potenti e mobili, a scapito dei più fragili. E’ stata l’Europa a guidare il mondo e gli Stati Uniti nel perseguimento di una tassazione sempre più bassa degli utili delle multinazionali, tanto che alcune ora accolgono con favore un’aliquota minima del 15%, appena superiore all’aliquota irlandese del 12,5%, con peraltro molteplici elusioni e, comunque, molto inferiore a quanto pagano le PMI e le classi medie e lavorative.
Pretendere che si risolverà il problema rimanendo all’interno della regola dell’unanimità è una bugia. Per porre fine al dumping fiscale, sociale e ambientale in Europa, dobbiamo sia
fare delle proposte sociali-federaliste precise ai nostri partner
e prendere delle misure unilaterali per uscire dai bloccaggi. Per esempio,
come ha mostrato l’Osservatorio europeo della fiscalità
, la Francia potrebbe, sin da ora, imporre un’aliquota minima del 25% o del 30% alle società con sede nei paradisi fiscali che vendono beni e servizi in Francia. Speriamo che la campagna legislativa sia l’occasione per uscire dalle caricature e progredire su queste questioni fondamentali. | Le mani di Mélenchon sulla sinistra francese | La globalizzazione secondo Macron | 0.831234 | https://www.lafionda.org/2022/05/10/le-mani-di-melenchon-sulla-sinistra-francese/ | https://www.internazionale.it/opinione/bernard-guetta/2018/01/25/globalizzazione-macron-davos |
>
> Oggi, mercoledì 21 marzo, è in corso uno sciopero dei treni di Trenord. Trenord è la società ferroviaria che si occupa del trasporto ferroviario regionale in Lombardia e lo sciopero, proclamato dal sindacato Or.S.A. Ferrovie durerà dalle 9:01 alle 16:59. Lo sciopero comprometterà il servizio regionale, suburbano, aeroportuale, così come la lunga percorrenza di Trenord: i treni potrebbero quindi subire ritardi, variazioni e cancellazioni.
>
>> Per [#sciopero](<https://twitter.com/hashtag/sciopero?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>) sindacale in corso possibili variazioni al servizio [#Trenord](<https://twitter.com/hashtag/Trenord?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>). L'agitazione terminerà alle ore 17. Info al link: <https://t.co/sJTlfzYpI0>
>>
>> -- Ufficio stampa (@Trenord_Press) [March 21, 2018](<https://twitter.com/Trenord_Press/status/976411703813472256?ref_src=twsrc%5Etfw>)
>
> Lo sciopero riguarderà anche i collegamenti aeroportuali “Milano Cadorna – Malpensa Aeroporto” e “Malpensa Aeroporto – Bellinzona”, che potranno essere sostituiti da autobus in caso di cancellazione dei treni. La società invita comunque i viaggiatori a consultare i monitor presenti nelle stazioni o l’app per smartphone di Trenord per rimanere aggiornati sulla circolazione dei treni. [Qui](<http://www.trenord.it/it/circolazione-e-linee/direttrici.aspx>) potete controllare in tempo reale lo stato dei treni della compagnia.
>
> Il mese scorso Or.SA Ferrovie aveva proclamato due scioperi analoghi, per il 6 febbraio e per il 23 febbraio, ma entrambi erano stati rimandati.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Sciopero di Trenord: gli orari e le cose da sapere | Da questa mattina in Lombardia è in corso uno sciopero del servizio ferroviario regionale | 0.897323 | https://www.ilpost.it/2018/03/21/sciopero-trenord-21-marzo-2/ | https://www.ilpost.it/2019/07/14/sciopero-trenord-domenica/ |
>>
>> Secondo il servizio meteorologico dell'Aeronautica militare, sabato 5 giugno in Italia sarà una giornata dal tempo prevalentemente molto nuvoloso, con piogge diffuse soprattutto al Nord. Al mattino il cielo sarà coperto in gran parte del paese e pioverà in Valle d'Aosta e Piemonte settentrionale. Nel pomeriggio le piogge si estenderanno alla Lombardia, alla Toscana, al Trentino e al Veneto occidentale. Alla sera il tempo migliorerà al Centro-Sud e al Nord ci saranno piogge residue in Liguria, Piemonte meridionale, Lombardia occidentale e Trentino, con temporali, e nella notte anche in Friuli.
>>
>> [ ](<https://www.ilpost.it/2021/06/04/meteo-previsioni-sabato-5-giugno/meteo-sabato-5-giugno-mattino/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2021/06/04/meteo-previsioni-sabato-5-giugno/meteo-sabato-5-giugno-mattino/>) Mattino [](<https://www.ilpost.it/2021/06/04/meteo-previsioni-sabato-5-giugno/meteo-sabato-5-giugno-pomeriggio/>) Pomeriggio [](<https://www.ilpost.it/2021/06/04/meteo-previsioni-sabato-5-giugno/meteo-dsabato-5-giugno-sera/>) Sera [](<https://www.ilpost.it/2021/06/04/meteo-previsioni-sabato-5-giugno/meteo-sabato-5-giugno-notte/>) Notte
>>
>> ***
>>
>> _Le mappe e le previsioni arrivano dal[sito dell’Aeronautica Militare](<http://www.meteoam.it/>), quello che dovete visitare se volete previsioni affidabili (e leggermente aggiornate rispetto a quelle di questo articolo) e [stare alla larga](<https://www.ilpost.it/2017/08/09/meteo-siti-per-informarsi-previsioni/>) da allarmismi inutili._
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Le previsioni meteo per sabato 5 giugno | Le previsioni meteo per mercoledì 5 maggio | 0.963515 | https://www.ilpost.it/2021/06/04/meteo-previsioni-sabato-5-giugno/ | https://www.ilpost.it/2021/05/04/meteo-previsioni-mercoledi-5-maggio/ |
>>
>> Martedì la Corte Suprema della Malesia [ha confermato](<https://www.washingtonpost.com/politics/najib-seeks-to-remove-malaysias-top-judge-from-graft-appeal/2022/08/22/807f830e-228f-11ed-a72f-1e7149072fbc_story.html>) la condanna a 12 anni di carcere per l'ex primo ministro Najib Razak: significa che Najib comincerà subito a scontare la pena, diventando il primo ex capo di governo del paese a essere incarcerato. Era accusato di aver sottratto 42 milioni di ringgit (circa 8 milioni e mezzo di euro) dal fondo d’investimento sovrano dello stato malese 1MDB e di averli trasferiti su un suo conto personale.
>>
>> Najib [era stato condannato](<https://www.ilpost.it/2020/07/28/najib-razak-condannato-corruzione/>) in primo grado a luglio del 2020 per diversi capi d'accusa, tra cui corruzione e abuso di potere, ma era già stato arrestato a luglio del 2018, rimanendo in libertà dopo aver pagato una cauzione di circa 215mila euro. Il suo incarico da primo ministro era finito qualche mese prima, dopo che a maggio aveva perso le elezioni. Dopo la condanna in primo grado aveva fatto appello contro la sentenza, ma martedì i giudici della Corte Suprema hanno giudicato il suo tentativo «privo di qualsiasi merito».
>>
>> Lo scandalo riguardante il fondo sovrano 1MDB, 1Malaysia Development Bhd, aveva fatto emergere una rete globale di frodi e corruzione, una delle truffe finanziarie maggiori dell’ultimo decennio. Per il suo coinvolgimento, Najib sta affrontando 42 accuse in cinque processi separati. Resta comunque un personaggio molto influente nella politica del paese: dopo la caduta del governo riformista che aveva vinto le elezioni del 2018, infatti, il suo partito è tornato a guidare il governo.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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*[ NF]: Norfolk Island
| La Corte Suprema della Malesia ha confermato la condanna a 12 anni di carcere per l'ex primo ministro Najib Razak | L'ex primo ministro malese Najib Razak è stato condannato a 12 anni di carcere per corruzione | 0.913166 | https://www.ilpost.it/2022/08/23/ex-primo-ministro-malesia-najib-razak-carcere/ | https://www.ilpost.it/2020/07/28/najib-razak-condannato-corruzione/ |
Se siete genitori, avete probabilmente prima o poi ricevuto la temuta telefonata dalla custode della scuola, che vi informa che vostro figlio o vostra figlia ha i pidocchi. Con la nostra maggiore è successo all’asilo, e due anni dopo anche con la piccola. Ogni infestazione di pidocchi in testa era un piccolo incubo: giornate di lavoro perdute per andare a prenderle a scuola, shampoo chimico, ispezioni e infiniti passaggi di pettinini in cerca di lendini (le uova). I giorni successivi passati nell’ansia che una bestia randagia potesse causare un’altra chiamata da scuola: e la chiamata arriva sempre, sua figlia ha di nuovo i pidocchi. L’anno passato abbiamo speso duecento dollari per un cacciatore professionista di pidocchi, solo perché non ce la facevamo ad affrontare ore di ricerca di uova ogni sera.
La nostra esperienza è assai diffusa (anche se non sono tutti così pazzi da chiamare il soccorso 24 ore su 24 di “[LiceLine](<http://www.licehappens.com/>)”). In molte scuole, la minima scoperta di un pidocchio vivo sulla testa di un bambino garantisce una telefonata a casa e l’immediato ritiro da scuola del bambino stesso. In alcune scuole il bambino può tornare l’indomani se i genitori gli hanno fatto “il trattamento”: shampoo con prodotti appositi per uccidere i pidocchi vivi. Ma ci sono scuole che impediscono il rientro fino a che ogni più piccolo uovo non sia stato rimosso dai capelli, e che controllano accuratamente che ciò sia avvenuto.
Ma poi, lo scorso autunno, è cambiato tutto. Le scuole di qui ad Arlington, Virginia, hanno adottato una politica che possiamo chiamare vivi-e-lascia-vivere. Nessun bambino viene mandato a casa per i pidocchi o le uova. Se un bambino li ha, i genitori vengono informati ma il bambino è rimandato in classe. I genitori se ne occuperanno, ma nessuno controlla o li obbliga. “Nessun bambino sano deve essere escluso da scuola o perdere delle lezioni a causa dei pidocchi”, dice la comunicazione.
La nuova posizione di Arlington sta venendo adottata in tutto il paese, incoraggiata dall'[American Academy of Pediatrics](<http://www.aap.org/en-us/Pages/Default.aspx>) e dalla [National Association of School Nurses](<http://www.nasn.org/>). Ed è la posizione giusta. I pidocchi non sono particolarmente contagiosi, praticamente non fanno male a nessuno, e non sono un rischio per la salute pubblica. Di fatto, i pidocchi non sono importanti. È venuto il momento che i genitori schizzinosi e i dirigenti scolastici cambino modo di comportarsi.
«Le politiche “nessun uovo” non hanno senso medico o scientifico», dice la dottoressa Barbara Frankowski, professoressa di pediatria all’Università del Vermont. Frankowski, che è l’autrice principale di uno studio della American Academy of Pediatrics che raccomanda alle scuole di cambiare approccio sui pidocchi, mi ha detto che – come sa ogni genitore che ha provato a rimuoverle – le uova sono saldamente attaccate ai singoli capelli dei bambini. «Non vanno da nessuna parte, e non creano nessun pericolo per gli altri bambini».
In realtà, malgrado quel che si pensa, «non è così facile prendere i pidocchi!», esclama Carolyn Duff, presidente della [National Association of School Nurses](<http://www.nasn.org/>) (Associazione nazionale delle custodi scolastiche), e custode in una scuola elementare a Columbia, South Carolina. «Non volano. Non saltano. Riescono appena a strisciare sul cuoio capelluto. Possono trasmettersi solo attraverso il contatto tra una testa e l’altra, e i bambini a scuola non tengono le teste in contatto l’una con l’altra, di solito». Anche il contagio attraverso cappelli o pettini è difficile, può succedere nelle famiglie in cui questa condivisione è frequente, ma molto meno a scuola (secondo il parere degli esperti che ho sentito è più facile che i bambini diffondano i pidocchi quando dormono fuori o si vedono per giocare).
E anche se fossero contagiosi, i pidocchi non fanno male a nessuno. «Far perdere giorni di scuola ai bambini per via dei pidocchi è ingiusto nei confronti dei bambini e nei confronti dei genitori che lavorano o hanno altri impicci che impediscono loro di passare ore a spidocchiarli», dice Frankowski.
Si può non essere d’accordo? Beh, ci sono genitori che proprio non lo sono. Li rappresenta Deborah Altschuler, presidente e cofondatrice della National Pediculosis Association, una non profit il cui sito promuove i benefici della “tolleranza zero”. E non è d’accordo: «È una malattia contagiosa che si può trasmettere con facilità tra i bambini. Vogliamo che i bambini vadano a scuola liberi da pidocchi e uova piuttosto che abbassare i nostri standard per accontentare quelli che non ci riescono per una ragione o l’altra». Quando ho chiesto ad Altschuler delle posizioni diverse della AAP e della NASN, le ha accusate di essere influenzate dai produttori di trattamenti chimici. Altschuler sostiene la sua organizzazione con le vendite del pettinino LiceMeister®.
La sua tesi che i pidocchi trasmettono malattie – che sono essi stessi, una malattia – [non è condivisa](<http://en.wikipedia.org/wiki/Head_louse>) dalla maggior parte degli esperti: per i quali, in generale, i genitori esagerano il peso della questione. «I pidocchi sono un fatto della vita. Capitano. [Non sono davvero una questione sanitaria](<http://www.cdc.gov/parasites/lice/head/disease.html>)», dice Marian Harmon il responsabile sanitario per le scuole del dipartimento di salute pubblica della contea di Arlington, che ha firmato i provvedimenti sulle nuove politiche della contea. «Non sono un sintomo di scarsa igiene. Non sono un’infezione. Non sono una malattia contagiosa. Li affrontiamo per la serenità delle famiglie e dei bambini. Ma non dovremmo attribuirgli una priorità così alta».
Quello che mi chiedo dopo aver parlato con tutti questi esperti è se i pidocchi non debbano essere nemmeno affrontati. I trattamenti sono costosi, espongono i nostri figli a dei pesticidi, durano un’eternità e servono solo a liberarli da un insetto inoffensivo: e solo fino alla prossima inevitabile volta in cui si manifesterà. È vero che nessuno degli esperti mi ha detto apertamente che possiamo ignorare i pidocchi: sanno che i genitori vogliono che i bambini non li abbiano, che siano pericolosi o no. «È una questione emotiva», ammette Duff: «è un insetto vivo che cammina in testa al tuo bambino». Ma non è che le emozioni entrano in conflitto col buon senso? Dopo tutto, come fa notare Frankowski, «nessuno è mai morto di pidocchi».
È la cosa che mi sono trovato a borbottare per anni, mentre mia moglie e io passavamo giornate e serate lavando e pettinando e lavando e pettinando teste di bambini perfettamente sani. In un sistema educativo in cui il modello è intervenire sempre, un distretto scolastico che dice che la linea è rilassarsi tutti un po’ manda un messaggio molto benvenuto.
_(Illustrazione di Robert Neubecker)_
_© Slate 2014_
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| I pidocchi sono sopravvalutati? | Classi in quarantena? L’alternativa c’è | 0.777591 | https://www.ilpost.it/2014/03/28/pidocchi/ | https://www.micromega.net/classi-in-quarantena-lalternativa-ce/ |
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>> Un tribunale militare nella Repubblica Democratica del Congo [ha condannato a morte](<https://www.theguardian.com/world/2022/jan/29/drc-51-people-sentenced-to-death-over-2017-of-two-un-experts>) 51 persone per l’omicidio nel 2017 di due funzionari dell’ONU, l’americano Michael Sharp e la svedese-cilena Zaida Catalán. Nella Repubblica Democratica del Congo le condanne a morte sono piuttosto frequenti, ma vengono quasi sempre commutate in ergastoli. Dei 51 imputati, inoltre, 22 sono stati condannati in contumacia e sono irreperibili perché appartengono in gran parte a gruppi di miliziani che operano nel paese.
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>> Sharp e Catalán si trovavano nella regione centrale del Kasai per indagare su notizie di crimini di guerra e di fosse comuni dopo che, nel 2016, erano cominciati scontri tra le forze armate e le milizie locali che avevano provocato migliaia di morti. I due furono rapiti il 12 marzo del 2017 e i loro corpi furono trovati 16 giorni dopo: Catalán era stata decapitata. Anche il loro autista fu ucciso.
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>> Secondo il tribunale militare, il duplice omicidio fu messo in atto dalle milizie del Kasai, che volevano vendicarsi sull’ONU per non aver fermato le violenze a loro danno. Sarebbero state aiutate però anche da ufficiali dell’esercito: tra i condannati c’è un colonnello, che avrebbe fornito munizioni ai miliziani.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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| Nella Repubblica Democratica del Congo 51 persone sono state condannate a morte per l'omicidio di due funzionari ONU | Il governo del Bahrein arresta i medici | 0.816884 | https://www.ilpost.it/2022/01/30/congo-onu-condanne-a-morte/ | https://www.ilpost.it/2011/05/03/medici-bahrein-arrestati/ |
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>> Quest'anno la pandemia da coronavirus ha distolto un po' l'attenzione dall'altro grande problema che il mondo sta affrontando: il cambiamento climatico o, [come preferiscono chiamarlo alcuni](<https://www.ilpost.it/2019/10/21/guardian-parole-immagini-clima/>), per sottolinearne la gravità, la crisi o emergenza climatica. Chi si occupa di ambiente, però, non se ne è dimenticato. Per questo il WWF, la grande organizzazione mondiale dedicata alla conservazione della natura, [chiede che il 2021 rappresenti l’anno della svolta](<https://bit.ly/AzioneClima2030>), con nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra a livello italiano ed europeo, nuove strategie e nuovi piani, governati da una legge quadro sul clima anche a livello nazionale, oltre che europeo.
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>> **Perché dobbiamo fare qualcosa, un breve ripasso
> **Il cambiamento climatico, come la pandemia provocata dal coronavirus, è una emergenza che riguarda tutti e che richiede sforzi straordinari per essere contrastata, ma che, a differenza dalla pandemia, ha effetti meno visibili nell'immediato. Per questo, nonostante eventi disastrosi come le alluvioni di questi giorni, è percepita come meno urgente. Alla comunità scientifica è però ormai ben noto: la presenza sempre maggiore di alcuni gas – prima fra tutti l'anidride carbonica (CO2) – nell'atmosfera [ne causa il riscaldamento](<https://www.ilpost.it/2019/09/14/cause-emissioni-gas-serra-settori/>), attraverso l'effetto serra. Nel 2019 la concentrazione di CO2 in atmosfera ha raggiunto [le 410 parti per milione](<https://www.esrl.noaa.gov/gmd/ccgg/trends/global.html>): l'ultima volta che la Terra aveva sperimentato una concentrazione paragonabile era stata tra i 3 e i 5 milioni di anni fa, quando la temperatura media globale era maggiore di 2-3 °C e il livello del mare era più alto di 10-20 metri.
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>> Sono state fatte varie stime su quanto i diversi settori delle attività umane contribuiscano, in percentuale, alle emissioni globali di gas serra. Sono valutazioni che possono cambiare a seconda dei parametri considerati, ma ciò su cui la comunità scientifica è concorde è che la produzione di elettricità e calore attraverso la combustione di carbone, petrolio e gas naturale è una delle cause principali. Contribuiscono anche in grossa misura le attività agricole, di allevamento e deforestazione, quelle industriali e i trasporti.
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>> Venendo alle conseguenze del cambiamento climatico, sono ancora più numerose. Riguardano le persone, prima di tutto: perché l'aumento delle temperature renderà alcune zone della Terra inabitabili e spingerà chi ci vive ad abbandonarle per spostarsi altrove, e perché ridurrà i terreni coltivabili. Riguardano però anche molte altre specie animali e tantissime specie vegetali che rischiano l'estinzione perché i loro habitat stanno cambiando. Secondo il [_Living Planet Report 2020_](<https://www.wwf.it/il_pianeta/sostenibilita/one_planet_economy/living_planet_report_2020/>) del WWF, entro la fine del secolo, a causa del solo cambiamento climatico, fino a un quinto di tutte le specie selvatiche nel mondo sarà a rischio di estinzione.
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>> Per evitare che le previsioni peggiori diventino realtà sono necessarie trasformazioni economiche ed energetiche che non è più possibile rinviare. Tali trasformazioni devono essere portate avanti dalle aziende e dai governi, ma anche dalle città e dai singoli cittadini, [con i propri comportamenti individuali](<https://www.ilpost.it/2020/09/07/comportamenti-individuali-ambiente-servono/>). «Se con l’innalzamento della temperatura media globale di circa 1 °C vediamo aumentare l’intensità, la ferocia e la frequenza dei fenomeni legati al cambiamento climatico, cosa succederà con 2, 3 o 4 gradi in più?», invita a riflettere Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia: «Purtroppo pochissimi tra i nostri decisori economici e politici sanno interpretare questi segnali. O, peggio ancora, alcuni scelgono di ignorarli e di proseguire imperterriti riproponendo i combustibili fossili. Invece, dobbiamo agire subito concretamente, a cominciare dalla definizione di obiettivi chiari per azzerare l’uso di combustibili fossili».
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>> **Il 2021 per il clima**
> Il prossimo anno potrebbe essere molto importante per il contrasto al cambiamento climatico. Joe Biden, che diventerà presidente degli Stati Uniti a gennaio, ha detto che il cambiamento climatico [sarà una delle quattro priorità del suo governo](<https://www.ilpost.it/2020/11/09/biden-primo-giorno-presidente/>) e ha promesso che gli Stati Uniti rientreranno nell’[Accordo di Parigi sul clima](<https://www.ilpost.it/2019/11/04/gli-stati-uniti-hanno-avviato-formalmente-la-procedura-per-uscire-dallaccordo-sul-clima-di-parigi/>), da cui erano definitivamente usciti all'inizio di novembre. Inoltre, alla fine dell'anno, nel Regno Unito, si terrà la 26esima Conferenza delle Parti (COP) delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che avrebbe dovuto svolgersi qualche settimana fa [ed era stata rinviata](<http://www.governo.it/it/articolo/rinviata-al-2021-la-conferenza-sul-clima-cop26/14659>) per via della pandemia.
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>> L'Italia avrà un ruolo particolarmente importante in questa conferenza, per due ragioni. La prima è che dal 28 settembre al 2 ottobre, a Milano, si svolgeranno due incontri preparatori per la COP26, tra cui quello che [coinvolgerà quasi 400 giovani dai 18 ai 29 anni](<https://www.minambiente.it/pagina/milano-youth4climate-driving-ambition>) provenienti da tutto il mondo. La seconda ragione è che dal primo dicembre l'Italia ha la presidenza del G20, il gruppo che riunisce 19 tra i paesi più industrializzati del mondo e l'Unione Europea.
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>> Proprio tra le istituzioni dell'Unione Europea si sta discutendo per l'introduzione del cosiddetto Green Deal europeo, una serie di misure per rendere più sostenibili e meno dannosi per l’ambiente la produzione di energia e lo stile di vita dei cittadini europei. Il 10 dicembre si riunirà il Consiglio Europeo, cioè i capi di stato e di governo dei paesi membri dell'Unione Europea, e tra le altre cose si cercherà di definire l'obiettivo di riduzione delle emissioni di anidride carbonica per il 2030. Tale anno è stato fissato come tappa intermedia, ma molto importante, per raggiungere [il più ambizioso obiettivo per il 2050](<https://www.ilpost.it/2018/11/28/lunione-europea-ha-presentato-un-piano-per-ridurre-le-emissioni-di-co2-a-zero-entro-il-2050/>): arrivare a ridurre a zero le emissioni nette (emissioni uguali agli assorbimenti) di anidride carbonica.
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>> Questo obiettivo dovrebbe essere in linea con quelli fissati con l'Accordo sul clima di Parigi. Non è però ancora chiaro come si cercherà di raggiungerlo. Il Parlamento Europeo ha proposto di ridurre le emissioni del 60 per cento entro il 2030, obiettivo più vicino alle indicazioni della comunità scientifica rispetto a quello proposto dalla Commissione Europea (50-55 per cento). Il WWF teme anche l’introduzione di «scappatoie», cioè l’uso delle compensazioni per nascondere obiettivi in realtà inferiori e per questa ragione ha proposto un obiettivo ancora più ambizioso che porti alla [riduzione del 65 per cento delle emissioni](<https://www.wwf.it/?52560/La-legge-sul-clima-deve-fermare-tutte-le-politiche-inquinanti-dellUE>). Dopo che l’obiettivo verrà varato definitivamente dai ministri dell’Ambiente il 17 dicembre, ci saranno nuovi negoziati con la Commissione Europea e il Parlamento.
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>> **E l 'Italia?**
> Negli ultimi vent'anni le istituzioni italiane hanno preso alcuni provvedimenti per favorire la riduzione delle emissioni, dagli incentivi per l'uso di fonti rinnovabili di energia, poi ridotti, agli sgravi fiscali. Sono anche state favorite le ristrutturazioni che rendono le case più isolate termicamente, e dunque riducono i consumi di energia per il riscaldamento. Manca però una normativa quadro che faccia “sistema” e che renda il parametro dei gas serra un fattore chiave da considerare. Nel 2021 il WWF proporrà che ne venga fatta una, in modo da adeguare e valutare tutti i provvedimenti in base all’impatto sulla crisi climatica.
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>> Una tale legge avrebbe lo scopo di spingere all'utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili in tutti i campi possibili e al contempo invitare all'efficienza energetica. «Non sarà sufficiente guardare solo alle soluzioni tecnologiche, occorre un cambiamento dei modelli di consumo a tutti i livelli o, mantenendo l’attuale stato delle cose, non rispetteremo gli obiettivi dell’accordo di Parigi, di cui il prossimo 12 dicembre si celebrano i primi 5 anni dal varo, cioè quello per contenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei +2°C, puntando non superare +1,5°C. L’era dei tentennamenti è finita, ora comincia quella del coraggio e della determinazione per salvare il futuro», dice Midulla.
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>> **– Leggi anche:** [I nuovi virus non arrivano solo per caso](<https://www.ilpost.it/2020/03/18/pandemie-zoonosi-ambiente-wwf/>)
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>> **#CARIUMANI
> **Insieme alla richiesta di politiche coraggiose per il clima, il WWF [ha presentato una campagna di sensibilizzazione](<https://bit.ly/AzioneClima2030>) per ricordare a tutte le persone i problemi causati dal cambiamento climatico e invitarle a partecipare attivamente per contrastarlo. In uno spot realizzato dall'agenzia Plural, la natura si rivolge a tutti con la voce di Giacomo Ferrara – potreste averlo visto nella serie tv _Suburra_ – e chiede di «costruire insieme un futuro più vivibile» per tutti gli esseri viventi e il mondo intero.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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| Il 2021 sarà un anno di svolta per il clima? | Un po' di cose scientifiche da tenere d'occhio nel 2021 | 0.883312 | https://www.ilpost.it/2020/12/09/wwf-legge-clima-italia/ | https://www.ilpost.it/2020/12/25/scienza-2021/ |
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>> Negli ultimi mesi si è intensificato un nuovo flusso di migranti dal Nord Africa verso la Spagna, che riguarda le Isole Canarie (molto più vicine geograficamente al Marocco che al continente europeo). Le persone arrivate via mare sono quasi 20mila, sette volte tanto rispetto al 2019: un flusso del genere non si registrava dalla cosiddetta “ _[crisis de los cayucos](<https://www.eldiario.es/canariasahora/365-dias-de-migraciones/crisis-cayucos-2006-colapso-acogida-claves-repunte-migratorio-canarias_132_6215866.html>)_ ” del 2006, quando più di 36mila migranti raggiunsero le Canarie a bordo di piccole barche simili a canoe e barche da pesca.
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>> Secondo quanto ha ricostruito l’[Organizzazione Internazionale per le Migrazioni](<https://www.iom.int/news/2020-death-toll-west-africa-sea-route-tops-500-amid-uptick-departures>) (IOM), l'agenzia dell'ONU che si occupa di migranti, sulle tratte più frequentate dai migranti ci sono stati più controlli a causa della pandemia da coronavirus e da qualche tempo la metà delle persone che raggiungono la Spagna in maniera irregolare per via marittima lo sta facendo attraverso le Canarie. La gestione dell'emergenza sta mettendo in difficoltà queste isole, che non sono attrezzate per questo tipo di situazione, mentre secondo molti il governo spagnolo sta adottando una strategia inefficace.
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>> L’arcipelago delle Canarie è formato da sette isole e si trova nell’oceano Atlantico, poche centinaia di chilometri a ovest dell’Africa. Fa parte della Spagna ed è famoso soprattutto per Lanzarote, Fuerteventura, Gran Canaria e Tenerife, mete turistiche molto frequentate in tutte le stagioni. Sebbene quella che collega diverse zone dell'Africa occidentale alle Canarie sia una rotta conosciuta, negli ultimi anni è stata molto meno frequentata rispetto per esempio a quelle dirette verso altri porti della Spagna.
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>> Nel 2018 sulle diverse isole delle Canarie erano sbarcati 1.307 migranti e nel 2019 [2.557](<https://www.iom.int/news/mediterranean-migrant-arrivals-reach-16724-2020-deaths-reach-256>). Quest'anno ne sono stati contati più di 19mila, di cui 8mila circa solo nel mese di novembre: sette volte e mezzo quelli che erano arrivati l'anno scorso.
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>> **– Leggi anche:** [Piccolo atlante delle rotte di migranti in Europa](<https://www.ilpost.it/2019/11/02/atlante-rotte-migratorie-europa/>)
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>> _El País_ [ha raccontato](<https://elpais.com/videos/2020-12-01/la-travesia-sin-fin.html>) che nel 2019 in Spagna erano sbarcate in maniera irregolare 26mila persone, mentre quest'anno ne sono già arrivate [quasi 36mila](<https://data2.unhcr.org/en/situations/mediterranean/location/5226>). Oltretutto, come ha spiegato l'IOM, quest’anno sulla rotta ci sono stati più di 500 morti a causa di diversi naufragi, per esempio quello di fine ottobre [al largo del Senegal](<https://www.ilpost.it/2020/10/29/naufragio-senegal-st-louis/>), in cui morirono almeno 140 persone, e quello del 24 novembre [a Lanzarote](<https://www.ilpost.it/2020/11/25/canarie-migranti-naufragio-lanzarote/>), dove ci sono stati 8 morti: più del doppio dei morti registrati nel 2019 (210), a cui si devono aggiungere circa [400](<https://www.economist.com/middle-east-and-africa/2020/11/28/west-africans-are-dying-trying-to-reach-the-canary-islands>) persone che si trovavano su nove imbarcazioni partite per le Canarie andate disperse e che si ritiene siano morte. La maggior parte dei morti è stata riscontrata proprio negli ultimi due mesi.
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>> Roberto Basterreche, responsabile del Centro di controllo e salvataggio marittimo di Las Palmas, a Gran Canaria, [ha raccontato](<https://elpais.com/videos/2020-12-01/la-travesia-sin-fin.html>) al _País_ che i migranti arrivano principalmente dal Marocco, dalla Mauritania e dal Senegal, su barche che in media trasportano 20 persone. Buona parte delle imbarcazioni proviene invece dal porto di Dakhla, nel [Sahara occidentale](<https://www.ilpost.it/2017/02/26/sahara-occidentale-tensioni/>), una vastissima regione contesa sia dal Marocco sia dal Fronte Polisario, un’organizzazione militare e politica che rappresenta il popolo locale dei Sahrawi.
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>> Come ha spiegato Arcadio Díaz, giudice che vigila su un [centro di identificazione ed espulsione](<http://www.interior.gob.es/web/servicios-al-ciudadano/extranjeria/regimen-general/centro-de-internamiento-de-extranjeros>) di Gran Canaria – solitamente la maggior parte delle imbarcazioni con a bordo migranti dei paesi dell'Africa occidentale salpa dai porti del nord del Marocco, dove le autorità locali sono piuttosto attente nei confronti dell'immigrazione illegale, dietro le pressioni della Spagna; tuttavia, a causa dei maggiori controlli alle frontiere e nei porti di Gibilterra e del sud della Spagna, adesso i migranti stanno partendo da altre aree dove ci sono meno ispezioni, come appunto la sponda atlantica del Marocco e il Sahara occidentale.
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>> **– Leggi anche:** [La crisi dei migranti fra Turchia e Grecia, spiegata bene](<https://www.ilpost.it/2020/03/02/migranti-turchia-grecia/>)
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>> È la stessa cosa che ha raccontato al _País_ Mustafa Essaouira, uno dei migranti che sono arrivati a Lanzarote con la barca che è naufragata la sera dello scorso 24 novembre: i porti del nord del Marocco, come Tangeri (che è vicino a Gibilterra) o Nador (che è più a est, a un centinaio di chilometri dal confine con l'Algeria) sono «difficili». Come Essaouira, diversi migranti che provengono dal Marocco o dal Senegal vogliono arrivare in Europa per migliorare le proprie condizioni di vita. Molti altri però cercano di scappare da paesi in cui negli ultimi mesi ci sono state grosse tensioni politiche e proteste violente, come in [Costa d'Avorio](<https://www.ilpost.it/2020/11/03/alassane-ouattara-presidente-costa-avorio-terzo-mandato/>) e [Guinea](<https://www.ilpost.it/2020/10/24/guinea-proteste-vittoria-alpha-conde/>), o colpi di stato, come in [Mali](<https://www.ilpost.it/2020/08/19/colpo-di-stato-mali-spiegato/>). In più, [secondo l' _Economist,_](<https://www.economist.com/middle-east-and-africa/2020/11/28/west-africans-are-dying-trying-to-reach-the-canary-islands>) una delle ragioni che hanno spinto più persone a partire in questo periodo è che alcuni credono che troveranno lavoro più facilmente per via delle numerose morti dovute alla pandemia da coronavirus in Europa.
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>> Uno dei problemi più grossi che riguardano le Canarie in questo periodo è quello dell'accoglienza dei migranti sulle varie isole, che sono impreparate a gestire una tale emergenza.
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>> Una volta che le persone sbarcano vengono identificate, visitate e sono sottoposte al [test PCR](<https://www.ilpost.it/2020/09/28/test-coronavirus-tamponi-pcr-sierologico-antigenico/>), cioè il tampone per rilevare la presenza del coronavirus. Dal momento che i centri di identificazione sono pochi, sono stati allestiti alcuni campi provvisori in porti, spazi militari o scuole chiuse, dove i migranti sono spesso stipati e in situazioni precarie.
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>> Nelle ultime settimane per esempio si è parlato molto del campo di [Arguineguín](<https://www.canarias7.es/canarias/defensor-pueblo-pide-20201127103835-nt.html>), nel comune di Mogán, nel sud di Gran Canaria, che pochi giorni fa è stato chiuso per via delle condizioni che la sindaca del paese Onalia Bueno aveva descritto come «[disumane](<https://elpais.com/espana/2020-11-23/la-juez-no-ve-delito-en-las-condiciones-de-los-migrantes-en-arguineguin-aunque-las-tacha-de-deplorables.html>)». Per dare l'idea, il campo era stato allestito quattro mesi fa sulla banchina del porto di Arguineguín per ospitare 500 persone, ma nel mese di novembre, quando i flussi migratori verso le Canarie si sono intensificati molto, era arrivato a ospitarne anche più di 2.500.
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>>> 📷 A worker is seen disinfecting the grounds of the former makeshift camp at [#Arguineguin](<https://twitter.com/hashtag/Arguineguin?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>) dock on Gran Canaria, Canary Islands. The camp was dismantled over the weekend, and ~830 migrants who were held there Friday were moved to other facilities and hotels on the island. [pic.twitter.com/5xABDTXJZp](<https://t.co/5xABDTXJZp>)
>>>
>>> -- InfoMigrants (@InfoMigrants) [December 1, 2020](<https://twitter.com/InfoMigrants/status/1333764787868602368?ref_src=twsrc%5Etfw>)
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>> Un altro problema rilevante è che questi campi non dipendono dal ministero dell'Interno, ma dal ministero dell'Integrazione, della Sicurezza sociale e delle Migrazioni, che ha spiegato di [non avere alcun potere né giurisdizione per trattenere i migranti](<https://www.elconfidencial.com/espana/2020-11-24/migrantes-faltan-canarias-espana-francia-irun_2844771/>). Per questa ragione, e per evitare sovraffollamenti che farebbero aumentare il rischio di contagi da coronavirus, la sentenza della giudice che ha valutato il caso di Arguineguín ha stabilito che i migranti [possono essere trattenuti](<https://www.eldiario.es/canariasahora/migraciones/jueza-establece-migrantes-muelle-arguineguin-no-retenidos-72-horas-no_1_6458832.html>) dalle autorità locali per un massimo di 72 ore (e non fino a [60 giorni](<http://www.interior.gob.es/web/servicios-al-ciudadano/extranjeria/regimen-general/centro-de-internamiento-de-extranjeros>), come dice la legge spagnola relativamente ai campi gestiti dal ministero dell'Interno): trascorse le 72 ore, se lo desiderano, possono spostarsi liberamente.
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>> Il _Confidencial_ [ha raccontato](<https://www.elconfidencial.com/espana/2020-11-24/migrantes-faltan-canarias-espana-francia-irun_2844771/>) che per via di questa sentenza diversi migranti hanno potuto comprare un biglietto per raggiungere la Spagna continentale in aereo o imbarcarsi su un traghetto che li portasse fino a Cadice, nel sud del paese: una cosa che è stata possibile anche perché negli ultimi mesi la maggior parte dei migranti è arrivata alle Canarie munita di passaporto, mentre solitamente viaggiavano senza documenti per rendere più difficile la loro identificazione e di conseguenza anche il rimpatrio. Avere un passaporto permette anche a chi non ha portato soldi con sé di presentarsi nelle varie agenzie che si occupano di trasferimento di denaro – come MoneyGram e Western Union – e ricevere somme inviate dai familiari: denaro che nella maggior parte dei casi serve ai migranti per provare a raggiungere altri paesi europei.
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>> A oggi circa [6mila](<https://www.elconfidencial.com/espana/2020-11-23/hoteles-inmigracion-gran-canaria-puerto-rico_2843384/>) dei migranti che sono arrivati alle Canarie si trovano in alcune strutture alberghiere affittate dal governo, mentre più di 3mila sono distribuiti nei centri e campi di accoglienza sulle varie isole. Poi ci sono circa 2mila minori non accompagnati. Circa 2mila migranti sono stati trasferiti in altre città spagnole – come Siviglia, Malaga e Alicante – mentre solo 300 sono stati rimpatriati. Secondo il _Confidencial,_ alcuni dei migranti che sono arrivati alle Canarie quest'anno adesso si trovano a Irun, una cittadina nei Paesi Baschi che confina con la Francia e che hanno raggiunto prendendo un volo per Bilbao; a Irun però sono rimasti bloccati alla frontiera.
>>
>> **– Leggi anche:** [Il violento sgombero di un accampamento di migranti a Parigi](<https://www.ilpost.it/2020/11/24/violento-sgombero-accampamento-migranti-parigi-place-republique/>)
>>
>> Due settimane fa il ministro dell'Integrazione, della Sicurezza sociale e delle Migrazioni, José Luis Escrivá, ha presentato [un piano](<https://www.elconfidencial.com/espana/2020-11-22/migrantes-evitar-llegar-europa-canarias-trayecto_2842783/>) per aumentare i posti riservati all'accoglienza dei migranti alle Canarie. Il governo spagnolo ha anche promesso che raddoppierà il numero delle imbarcazioni e degli elicotteri impegnati nel pattugliamento delle coste dell'Africa occidentale e che aumenterà anche la frequenza dei voli per i rimpatri, che negli ultimi mesi sono stati bloccati per via della pandemia.
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>> Alcuni rimpatri verso la Mauritania sono già stati fatti: gli accordi stipulati da questo paese con la Spagna prevedono infatti la possibilità di rimpatriare verso la Mauritania anche persone di diversa nazionalità che siano “presumibilmente” partite da lì. Di recente i funzionari spagnoli hanno visitato anche [Marocco e Senegal](<https://www.economist.com/middle-east-and-africa/2020/11/28/west-africans-are-dying-trying-to-reach-the-canary-islands>) sia per riattivare e rinforzare gli accordi relativi ai rimpatri dei migranti arrivati in maniera irregolare, sia per cercare di contenere le partenze dai paesi dell'Africa occidentale.
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>> Secondo molti, però, i piani del governo non saranno particolarmente efficaci. _El Confidencial_ ha spiegato che la [strategia del governo](<https://www.elconfidencial.com/espana/2020-11-24/migrantes-faltan-canarias-espana-francia-irun_2844771/>) è quella di tenere i migranti alle Canarie il più a lungo possibile e impedire che arrivino sul continente. Alcuni critici temono che le Canarie potrebbero diventare la “[nuova Lampedusa](<https://www.larazon.es/internacional/20201119/nbdkxoixy5fa3oz7rj5cocqkpq.html>)” o una “[nuova Lesbo](<https://www.infomigrants.net/en/post/28138/will-spain-s-canaries-turn-into-a-second-lesbos-amid-surge-in-migration>)”, alludendo ai notevoli flussi di migranti che sia l'isola italiana sia quella greca hanno dovuto gestire negli anni scorsi. Diverse associazioni per i rifugiati hanno infine notato che la crisi legata alla migrazione dall'Africa occidentale è peggiorata anche per via della difficoltà a utilizzare le vie legali per chiedere asilo, in Spagna come anche in Italia.
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>>> 🇪🇺 En el mes de noviembre más de 150 personas perdieron la vida tratando de llegar a nuestro país, la mayoría en la peligrosa ruta hacia Canarias.
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>>> Son las consecuencias del cierre de otras fronteras y de la falta de [#VíasLegales](<https://twitter.com/hashtag/V%C3%ADasLegales?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>).
>>>
>>> Así queda el mapa de los [#UErfanos](<https://twitter.com/hashtag/UErfanos?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>) 😪 [pic.twitter.com/UZyQVS8PvO](<https://t.co/UZyQVS8PvO>)
>>>
>>> -- CEAR (@CEARefugio) [December 2, 2020](<https://twitter.com/CEARefugio/status/1334169454515777536?ref_src=twsrc%5Etfw>)
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Perché ora i migranti vanno verso le Canarie | Rotta atlantica senza diritti. Reportage dalle Isole Canarie | 0.876662 | https://www.ilpost.it/2020/12/06/canarie-migranti-rotta-atlantica-europa-africa/ | https://altreconomia.it/rotta-atlantica-senza-diritti-reportage-dalle-isole-canarie/ |
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> Un tribunale del Belgio ha condannato Salah Abdeslam, uno dei principali sospettati per gli attentati di Parigi del novembre 2015, a 20 anni di carcere per il tentato omicidio di alcuni poliziotti. Il tentato omicidio è avvenuto in un contesto terroristico. Il 15 marzo del 2016 Salah Abdeslam aveva sparato contro quattro agenti a Forest, piccolo comune a sud di Bruxelles, durante una perquisizione avvenuta all'interno dell'inchiesta per gli attacchi di Parigi. Sofiane Ayari, un jihadista tunisino di 24 anni che si trovava con lui al momento della sparatoria, è stato riconosciuto colpevole per le stesse accuse e condannato anche lui a 20 anni.
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> I due accusati non erano presenti al momento della lettura della sentenza. Salah Abdeslam – che si trova da più di due anni in un carcere francese in attesa del processo per i fatti di Parigi – era stato arrestato pochi giorni dopo la sparatoria per cui è stato condannato oggi, il 18 marzo del 2016 a Molenbeek, un quartiere di Bruxelles.
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> Il 18 marzo del 2016, sei agenti di polizia si stavano preparando a perquisire un appartamento di Forest, sospettato da tempo di essere un rifugio per terroristi e membri di gruppi radicali. Gli agenti si aspettavano che l’appartamento fosse stato abbandonato tempo prima, anche perché le bollette non venivano pagate da diversi mesi: l’operazione prevedeva inizialmente solo una perquisizione. Ma quando gli agenti erano entrati nell’appartamento, un gruppo di uomini aveva cominciato a sparare con armi automatiche e quattro poliziotti erano rimasti feriti. Le forze speciali erano intervenute poco dopo e uno degli occupanti dell’appartamento era stato ucciso, mentre altri due erano riusciti a scappare dal tetto del palazzo. Nonostante il fallimento del raid, la perquisizione dell’appartamento si era rivelata molto proficua. Gli esperti della polizia avevano trovato su un vetro dell’appartamento le impronte digitali di Abdeslam e una traccia del suo DNA. Gli investigatori si erano così convinti che Abdeslam si trovasse ancora a Bruxelles e avevano intensificato la sorveglianza sui suoi contatti e sulle sua amicizie: tre giorni dopo Abdeslam era stato arrestato.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Salah Abdeslam, uno dei principali sospettati per gli attentati di Parigi del novembre 2015, è stato condannato in Belgio per tentato omicidio | Come hanno arrestato il criminale più ricercato d'Europa | 0.885539 | https://www.ilpost.it/2018/04/23/salah-abdeslam-condannato-belgio/ | https://www.ilpost.it/2016/03/19/arresto-salah-abdeslam/ |
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>> Le Canzoni _è la newsletter quotidiana che ricevono[gli abbonati del Post](<https://abbonati.ilpost.it/>)_ _, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per og_ _ni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani,[ci si iscrive qui](<https://abbonati.ilpost.it/mio-account/newsletter/>).
> _**Forse l 'avete visto, **[Venditti che fa ](<https://www.instagram.com/p/Ceith5lqLTy/>)al liceo Giulio Cesare la [canzone ](<https://www.youtube.com/watch?v=KwPG6HvY9PQ>)sulla maturità (non [quella ](<https://www.youtube.com/watch?v=BwtiV-Y9kqI>)sul liceo Giulio Cesare, che gli venne meno bene), con tutta la sua bellezza e tutti suoi versi imbarazzanti.
> **I Rolling Stones hanno**[annullato ](<https://twitter.com/MickJagger/status/1536387505230168069>)il concerto di Amsterdam di stasera perché Mick Jagger ha il covid: tra otto giorni dovrebbero suonare a Milano, auguri a tutti.
> **Tra qualche giorno** vi spiego perché mi sono infilato in ricerche sulla musica del 1972, ma intanto prendetevi solo una manciata di canzoni tutte uscite nel 1972, e continuate pure a sfottere noi boomer: [_Superstition_](<https://www.youtube.com/watch?v=ftdZ363R9kQ>), [_Do it again_](<https://www.youtube.com/watch?v=aQnW-MxAU6U>), [_All the young dudes_](<https://www.youtube.com/watch?v=yNHdPPJGowY>), [_You 're so vain _](<https://www.youtube.com/watch?v=j13oJajXx0M>), [_Perfect day_](<https://www.youtube.com/watch?v=9wxI4KK9ZYo>), [_Papa was a rolling stone_](<https://www.youtube.com/watch?v=71l85z2bXAs>), _[If you don't know me by now ](<https://www.youtube.com/watch?v=WSwg59g84Rw>)_, [_Saturday in the park_](<https://www.youtube.com/watch?v=vL7Op9ZQ3E0>), [_Ziggy Stardust_](<https://www.youtube.com/watch?v=7KEn0uOEILs>)e mi fermo.
> **C 'è stato un piccolo litigio **tra [Rod Stewart ](<https://www.ilpost.it/2020/07/15/le-canzoni-15-luglio-2020/>)ed [Elvis Costello ](<https://www.ilpost.it/2020/11/30/le-canzoni-28-novembre-2020/>)intorno ai rispettivi concerti, ma la colpa era del solito tabloid britannico scellerato, in questo caso il Mirror, che ha riportato una battuta di Costello sulla voce di Rod Stewart per seminare zizzania, Costello ha [commentato ](<https://twitter.com/ElvisCostello/status/1535801832756219904>)"la solita merda del Mirror", ma ormai Rod Stewart gli aveva [risposto ](<https://twitter.com/rodstewart/status/1536068678680297473>)per le rime, e Costello l'ha [chiusa ](<https://twitter.com/ElvisCostello/status/1536107708159361024>)scherzando.
> **Pure[Robbie Williams ](<https://www.ilpost.it/2021/04/16/unaltra-canzone-di-robbie-williams/>)**pubblicherà l'inutile disco-di-canzoni-rifatte-con-un'orchestra (non ne ricordo nessuno necessario, a parte [Joni Mitchell ](<https://www.youtube.com/watch?v=7cBf0olE9Yc>)), e ha intanto messo in giro [questa ](<https://www.youtube.com/watch?v=pv-XrJkUKY0>).
> **E voi non volete** riascoltare per la millesima volta otto minuti e mezzo di _You can 't always get what you want _, [dal vivo ](<https://www.youtube.com/watch?v=wFq6AUC-C5s>)a Liverpool giovedì?
> **Venerdì sera sono**[stato ](<https://www.instagram.com/p/CeqOTt_t3hZ/>)con Emilia al [concerto ](<https://www.youtube.com/watch?v=lwEe5osR0Es>)di Billie Eilish a Londra, il primo che faceva lì di sei, e mi sono divertito pur non sapendo quasi nessuna canzone di Billie Eilish: quindi mi asterrò da giudizi di qualche valore, anche se è sempre un'esperienza istruttiva andare ai concerti da ignoranti e disinteressati, per poter avere un'obiettiva impressione di se stessi quando si va da appassionati e fan. Venendo invece ai giudizi di nessun valore, lei è simpatica, tutto è un po' infantilizzante (benché nel pubblico ci siano molti adulti), e se proprio dobbiamo eleggere qualcuno a popstar mondiale giovanile pazzesca, meglio lei - che fa un concerto senza stare a cambiarsi mille volte o metter su balletti e spettacolini, e ha una band di due - di quasi tutti. E gran [finale ](<https://www.youtube.com/watch?v=5bTdomPykII>)rock.
> **A Londra ogni volta** che si va è scomparso ulteriormente l'uso dei contanti, e ormai i posti in cui si può pagare solo con la carta sono tanti: ma anche dove si può è abbastanza inconsueto, e tutti usano dei microlettori wireless di carte di credito collegati a una app, anche i più improvvisati venditori ambulanti. Quello che non avevo ancora visto è il cantante di strada che accanto al solito cappello o custodia della chitarra per raccogliere le monete dei passanti ha messo anche uno di quei lettori: tu gli passi davanti, avvicini la carta, e quello registra una donazione fissa di tot sterline.
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>> **Quante volte**
> Claudio Baglioni
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>> [**Quante volte**](<https://x.ilpost.it/re?l=D0I5vcir3I1rvf3ydIxITl4d6xfzsI5si09w&s=OLJPCECLJDIAJLNF&req=dmc_cid%3D3683>) **** su Spotify
> [**Quante volte**](<https://x.ilpost.it/re?l=D0I5vcir3I1rvf3ydIzITl4d6xfzsI5si09w&s=OLJPCECLJDIAJLNF&req=dmc_cid%3D3683>) **** su Apple Music
> [**Quante volte**](<https://x.ilpost.it/re?l=D0I5vcir3I1rvf3ydI1cITl4d6xfzsI5si09w&s=OLJPCECLJDIAJLNF&req=dmc_cid%3D3683>) **** su YouTube
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>> **Qualche giorno fa** ho [letto ](<https://milano.repubblica.it/cronaca/2022/06/11/news/baglioni_contro_striscia_la_notizia_ricci_indagato_libro-353446610/>)che un giudice ha dato ragione a Claudio Baglioni che aveva fatto causa a Striscia la notizia per i modi offensivi con cui il programma aveva sostenuto in più di un'occasione che Baglioni si fosse copiato i versi delle sue canzoni da certi autori classici: e ammetto di averne letto con complementari pregiudizi (post-giudizi, actually) che mi hanno fatto rallegrare della notizia. Io di quella cosa di Baglioni di disegnare scenette intorno vado tutt'ora matto, che le abbia lette in giro o no, dal poster scarabocchiato che dice "vieni in Tunisia", ai bicchieri vuoti, vestiti, cicche sopra il pavimento, a quella volta che andavamo via di schiena, ai cento ponti da passare e far suonare la ringhiera, al cielo che sbiadiva dietro le gru, alla ruota incollata sulla striscia bianca della mezzeria, alla grande prima eccezionale per il film dell'anno sul giornale spiegazzato, e una macchina prima per poco non mi ha messo sotto.
> Per il resto su Baglioni mi ripeto da _Playlist_ :
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>> _Non è che conti per la storia della musica. Chissenefrega. Baglioni conta per la storia di ciascuno di noi. Se facciamo la gara a chi ci ricorda più canzoni d’amore, lui stravince. Dice: i cantautori però eccetera. E va bene, è vero: lui ha scritto sempre e solo di se stesso e dei suoi affetti. E non si è mai spostato di un millimetro da dove era partito, musicalmente e letterariamente. L’unica volta che ha spiazzato qualcuno, è stato quando ha cantato “Anima mia” e si è esibito con gli Inti Illimani e compagnia bella. Gli è venuto benissimo, e non l’ha più fatto. Ma questo è un libro di canzoni. Lui sta in cima._
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>> Poi una volta abbiamo [parlato ](<https://www.wittgenstein.it/2010/11/03/ti-presento-un-vecchio-amico-mio/>)di lui al Post, una volta ho [chiesto ](<https://www.wittgenstein.it/2006/03/21/hmmmmm/>)sul blog se qualcuno conoscesse cover di canzoni di Baglioni, una volta ho [spiegato ](<https://www.wittgenstein.it/2003/06/10/quella-tua-maglietta-fila/>)perché lo associo da sempre a un brand demodé. Ecco, mi avete fatto venire voglia di andare al concerto di Baglioni con un amico sbronzo che mi dica che mi vuole bene.
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>> [**Quante volte**](<https://x.ilpost.it/re?l=D0I5vcir3I1rvf3ydIxITl4d6xfzsI5si09w&s=OLJPCECLJDIAJLNF&req=dmc_cid%3D3683>) **** su Spotify
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*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Una canzone di Claudio Baglioni | Un'altra canzone di Paul Buchanan | 0.920713 | https://www.ilpost.it/2022/06/14/una-canzone-di-claudio-baglioni/ | https://www.ilpost.it/2023/04/11/unaltra-canzone-di-paul-buchanan/ |
>>
>> **LAURAFOCUS04 ha scritto al capitano** :
> "Ciao Capitan Erik, d a quando ho ricevuto il cellulare e scaricato WhatsApp dalle mie amiche arrivano dei messaggi che mi hanno spaventata, così alcune le ho inviate. Per esempio oggi mi è arrivata questa: "Non è per farti paura ma ho ricevuto questo messaggio e adesso devo inviarlo a te dice: CIAO SONO TERESA FIDALGO E OGGI FACCIO 27 ANNI DI MORTE… SE NON INVII QUESTO MESSAGGIO A 20 PERSONE DORMIRÒ CON TE PER SEMPRE… SE NON MI CREDI VAI SU GOOGLE E SCRIVI TERESA FIDALGO… UNA BAMBINA DOPO AVER LETTO QUESTO MESSAGGIO L'HA IGNORATO E DOPO 20 GIORNI L'È MORTA LA MAMMA INVIALO A TUTTI MA NON A ME. "
> Quindi sono andata su internet e ho cercato Teresa Fidalgo. Su alcuni siti dicono che questo messaggio è una bufala ma ho paura che succeda!! Cosa sono queste catene???
> Per favore spiegamelo una volta per tutte.
> Grazie mille" , LauraFocus04
>>
>>
>>
>> Il Capitano Risponde:
>>
>> Ah perfida **Teresa Fidalgo** , biricchina che vuole fare fuori i miei focusini- eh bravaaa TERESONA, ma poi chi mi paga lo stipendio eh? 🙂 dai dai, scherzo! Laura si tratta ancora di **una leggenda URBANA** una **MAXI BUFALA** a cui **non devi assolutamente credere!
> ** Ho già spiegato TUTTO SULLE CATENE DI WHATSAPP **[ LEGGI TUTTO QUA](<http://www.focusjunior.it/parlo-con-tutti/capitan-erik/le-catene-di-whatsapp>) !** **
> **
>>
>>
>>
>> La Storia di Teresa Fidalgo
>>
>> Dunque una volta appurata che è una **maxibufala** , è meglio ripeterlo un paio di volte: ** NON RISPONDERE a nessuna catena in generale!**
> A questo punto proseguo la mia indagine su questi personaggi **[ CREEPYPASTA](<http://www.focusjunior.it/parlo-con-tutti/capitan-erik/che-cosa-e-un-creepypasta>) ** della rete spendendo due righe su questa TERESA FIDALGO. Ti ricordo che nelle precendenti puntate abbiamo già parlato di 2 miti creepy:
> ** -[ SLENDERMAN (leggi)](<http://www.focusjunior.it/parlo-con-tutti/capitan-erik/web-e-leggende-urbane--slenderman>)
> ** ** -[ AZZURRINA (leggi)](<http://www.focusjunior.it/parlo-con-tutti/capitan-erik/web-e-leggende-urbane--il-fantasma-di-azzurrina>) **
>>
>>
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>> Chi è TERESA FILDAGO?
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>> E' un **personaggio fittizio** creato dalla rete per spaventare e fare girare le catene di messaggi. Teresa è una specie di **fantasma ** che è fondamentalmente cattivo con una brutta cera (guarda la foto, ovviamente non è vera) . Si fa chiamare anche la dama bianca, il fantasma, il banshee.
>>
>>
>>
>> Come nasce il mito?
>>
>> Il mito bufaloso nasce da un video **corto metraggio** portoghese pubblicato su **Youtube** . La trama è abbastanza classica degno un **film horror** di basso budget: giovani ragazzi in macchina fanno una brutta fine perché prendono in autostop una misteriosa ragazza… che poi si rivela essere un fantasma decisamente antipatico e poco accomodante (ma dai?).
> Da lì la **fantasia** degli utenti della rete ha tramandato la storia, ognuno con i propri dettagli… Se volete vedere il filmato si chiama " **A CURVA** " lo trovate su youtubo beh se non avete troppa paura 🙂 Comunque i **fantasmi NON ESISTONO** , ho scritto tutto un articolo 🙂 I **[ FANTASMI ESISTONO? LEGGI TUTTO](<http://www.focusjunior.it/parlo-con-tutti/capitan-erik/esistono-i-fantasmi>)
> **
>>
>>
>>
>> **[ +SEGUI IL CAPITANO REDERIK](<http://www.focusjunior.it/profile/redErik#>) e aggiungilo ai tuoi amici!**
> Se vuoi scrivermi, farmi domande o … semplicemente salutarmi 🙂 allora clicca [ SCRIVI AL CAPITANO ](<http://www.focusjunior.it/parlo-con-tutti/capitan-erik>) - mi raccomando, spesso rispondo anche via E-mail, dunque verifica la tua casella (di iscrizione).
>>
>>
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Web e leggende urbane | Teresa Fidalgo mi minaccia su Whatsapp, che faccio? | Tra voi: "Aiuto, ho litigato con le mie migliori amiche" | 0.766957 | https://www.focusjunior.it/tecnologia/web-e-leggende-urbane-teresa-fidalgo-mi-vuole-morta-su-whatsapp-che-faccio/ | https://www.focusjunior.it/junior-reporter-news/tra-voi/ |
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> I campionati di calcio europei sono i più ricchi e competitivi al mondo e per questo accolgono giocatori da decine di paesi diversi: ciascuno dei cinque maggiori campionati del continente è formato per almeno il quaranta per cento da giocatori stranieri. In ognuno di questi campionati ci sono dei "blocchi" di giocatori che provengono da una cerchia ristretta di paesi esteri, a volte anche da uno solo. In Premier League, dove gli stranieri sono [oltre il 67 per cento](<https://www.transfermarkt.it/premier-league/gastarbeiter/wettbewerb/GB1>) del totale, il numero di calciatori spagnoli (32) e francesi (29) supera di circa un terzo le altre nazionalità più rappresentate. Nella Bundesliga tedesca, per motivi culturali e linguistici, ci si affida di più agli austriaci, che rappresentano [l'undici per cento](<https://www.transfermarkt.it/1-bundesliga/gastarbeiter/wettbewerb/L1>) del campionato. Nella Serie A italiana i brasiliani (34) hanno ormai distanziato gli argentini (24), più presenti in Spagna.
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> Come nel caso degli austriaci in Bundesliga e degli argentini in Spagna, queste "preferenze" possono essere motivate da ragioni culturali e linguistiche, ma anche dalla tradizione, dall'andamento del mercato e in alcuni casi dalle strategie dei club. Qualche anno fa, per esempio, il Catania era formato in prevalenza da giocatori argentini perché il club li riteneva più convenienti: alcuni di questi, come Alejandro "El Papu" Gomez e Lucas Castro, sono ancora qui. All'epoca anche l'Inter – squadra con una lunga tradizione argentina – ne aveva di più, e allora la Serie A era la loro destinazione preferita. Queste dinamiche però tendono a cambiare col tempo, e nell'ultimo decennio il campionato italiano ha aumentato l'acquisto di giocatori provenienti dai piccoli campionati dei paesi dell'ex Jugoslavia, dove si trovano alcuni dei migliori settori giovanili del continente. L'ultima tendenza di questo genere in Serie A sembra stia interessando invece i calciatori provenienti dalla Polonia.
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> Milik, Bereszynski e Zielinski in Napoli-Sampdoria (Getty Images)
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> Solo [nell'ultima giornata di campionato](<https://www.ilpost.it/2019/02/03/serie-a-risultati-calendario-22-giornata/>) ci sono stati tre marcatori polacchi: [Krzysztof Piatek](<https://www.ilpost.it/2019/01/23/krzysztof-piatek-milan/>), nuovo acquisto del Milan, Arkadiusz Milik, da tre anni a Napoli, e Mariusz Stepinski del Chievo. Milik e Stepinski sono passati da Olanda, Germania e Francia prima di arrivare in Italia, ma Piatek è stato comprato direttamente dal campionato polacco, così come Karol Linetty, Bartosz Bereszynski e Dawid Kownacki della Sampdoria, Piotr Zielinski del Napoli e Pawel Jaroszynski del Chievo. Solo cinque anni fa i polacchi in Serie A erano sei; ora sono quattordici e sono [la sesta nazionalità](<https://www.transfermarkt.it/serie-a/gastarbeiter/wettbewerb/IT1>) più rappresentata, peraltro con tanti giocatori in grandi squadre (per esempio Wojciech Szczesny, portiere titolare della Juventus).
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> C'è una ragione precisa dietro questo incremento. La situazione finanziaria dei club di Serie A, nonostante si trovi in lieve ripresa, non può ancora confrontarsi con quella della Premier League (il campionato più ricco del mondo), della Liga spagnola o con la storica solidità delle società tedesche. Questo vuol dire che le squadre di Serie A vengono spesso superate nel mercato quando si tratta di giocatori di qualità provenienti da campionati come Belgio e Portogallo, dai quali negli ultimi anni stanno uscendo alcuni dei più grandi talenti europei. La qualità dei movimenti calcistici di questi paesi alza notevolmente il prezzo dei giocatori prodotti. L'ultima cessione di rilievo del campionato belga, per esempio, è stata quella del centrocampista Youri Tielemans, ceduto due anni fa al Monaco per 27 milioni di euro a 19 anni; dal campionato portoghese, invece, la scorsa estate il Manchester United ha comprato Diogo Dalot, terzino diciottenne, per 22 milioni di euro.
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> La maglia di Wojciech Szczesny (Getty Images)
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> Per rimanere competitive anche sul mercato, le squadre di Serie A più attive nello scouting, come Genoa e Udinese, hanno quindi dovuto trovare nuove zone geografiche da "battere": così facendo hanno trovato il campionato polacco e tante altre le hanno seguite. Da almeno un decennio la federazione polacca sta lavorando per ristrutturare il proprio campionato, ancora oggi fra i meno competitivi d'Europa nonostante i quasi 40 milioni di abitanti del paese. L'organizzazione degli Europei del 2012 ha dato una grossa mano con le infrastrutture, e oggi quasi tutte le squadre della prima divisione giocano in stadi nuovi o ristrutturati e dispongono di strutture societarie moderne, quello che serviva a un paese dalla storia travagliata ma con una lunga tradizione calcistica.
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> La strada è ancora lunga e il livello tattico del campionato è molto basso, ma i primi benefici li ha avuti la nazionale, che nonostante i pessimi Mondiali disputati in Russia dispone di tanti di giocatori di qualità oltre a quelli in Serie A: Robert Lewandowski del Bayern Monaco è uno dei migliori centravanti al mondo e Lukasz Piszczek da dieci anni è uno dei pilastri del Borussia Dortmund. Le giovanili dei club nazionali, su tutte quelle di Legia Varsavia e Lech Poznan, da tempo crescono molti giovani interessanti.
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> Per le squadre di Serie A i migliori giocatori del campionato polacco garantiscono quindi qualità e convenienza, e viceversa: ora quello italiano è il loro campionato preferito, persino più del vicino campionato tedesco. In Serie A hanno dato prova di ambientarsi facilmente e in pochi hanno deluso le aspettative (tra questi l'ormai ex promessa [Rafal Wolski](<https://www.ultimouomo.com/perdere-lamore-rafal-wolski/>)): la storia sorprendente di Krzysztof Piatek, scovato a Cracovia dal Genoa neanche un anno fa, comprato per meno di 5 milioni di euro e dopo sei mesi rivenduto a 35 milioni al Milan, ne è l'ultima prova.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Come mai tutti questi polacchi forti in Serie A | I migliori settori giovanili nel calcio | 0.851731 | https://www.ilpost.it/2019/02/04/polacchi-serie-a/ | https://www.ilpost.it/2016/10/31/migliori-vivai-calcio-europa/ |
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>> È morto a 84 anni Maurizio Costanzo, uno dei più noti conduttori televisivi italiani, che nei suoi quasi cinquant'anni di carriera in Rai e in Mediaset contribuì a portare in Italia il format dei _talk show_ , specialmente con il suo longevo programma _Maurizio Costanzo Show_ , andato in onda con alcune interruzioni a partire dal 1982. La notizia della morte è stata data dal suo ufficio stampa, che non ne ha specificato le cause.
>>
>> Oltre a condurre altre trasmissioni televisive come _Bontà loro_ e _Acquario,_ Costanzo fu anche giornalista e autore radiofonico, e tra le molte cose scrisse diverse canzoni di successo, tra cui è ricordata soprattutto “Se telefonando” di Mina del 1966 (insieme a Ghigo De Chiara). Fece anche lo sceneggiatore, per quattro film di Pupi Avati e per _Una giornata particolare_ con Sophia Loren e Mastroianni, diretto da Ettore Scola nel 1977.
>>
>> [ ](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/bonta-loro-lea-massari-luciano-lutring-e-maurizio-costanzo/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/bonta-loro-lea-massari-luciano-lutring-e-maurizio-costanzo/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/tv-costanzo-a-80-anni-ho-la-curiosita-di-un-ragazzino-speciale/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/maurizio-costanzo-show-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/tv-costanzo-a-80-anni-ho-la-curiosita-di-un-ragazzino-speciale-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/matrimonio-costanzo/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/mauizio-costanzo-con-ambra/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/massimo-dalema-e-maurizio-costanzo/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/prodi-al-m-costanzo-show/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/umberto-bossi-maurizio-costanzo/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/auguri-pippo-baudo-85-anni-per-il-re-della-tv-speciale/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/mancino-e-violante-al-m-costanzo-show/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/festa-60-anni-maurizio-costanzo/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/corrado-mantoni-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/80-anni-di-sordi/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/piersilvio-berlusconi/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/elezioni-berlusconi/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/governomastella-priorita-economiasu-pacs-decidano-camere/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/prima-puntata-del-nuovo-ciclo-del-maurizio-costanzo-show-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/maurizio-costanzo-show-2021-in-rome-italy-23-nov-2021/>) [](<https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/maurizio-costanzo-sono-40-anni-del-mio-show-vabbe/>)
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>> Costanzo era nato a Roma il 28 agosto del 1938 e dopo essersi diplomato in ragioneria aveva iniziato a lavorare come giornalista per il quotidiano _Paese Sera._ Aveva in seguito lavorato per il _Corriere Mercantile_ di Genova e per il settimanale _TV Sorrisi e Canzoni,_ e nel 1960 divenne caporedattore della redazione romana di _Grazia_. Fu in quegli anni che esordì anche come autore e conduttore radiofonico. In tv cominciò nel 1976 con _Bontà loro,_ programma in cui Costanzo intervistò molti importanti personaggi del cinema, della cultura e della politica italiana. La trasmissione andò in onda per due anni in seconda serata su Rai 1, e venne seguita da un'altra analoga chiamata _Acquario,_ caratterizzata dal fatto che c'erano ospiti spesso in netto contrasto di opinioni tra loro.
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>> Continuò a lavorare in Rai fino al 1980, e due anni più tardi passò alla Fininvest di Silvio Berlusconi (la cui divisione televisiva venne rinominata successivamente Mediaset). Qui condusse quello che è ricordato come il suo programma più famoso, il _Maurizio Costanzo Show,_ che già dal nome si proponeva di ricalcare i format dei più noti _talk show_ americani del tempo (come quelli di Johnny Carson e David Letterman).
>>
>> Il programma ebbe un enorme successo, anche per via della capacità di Costanzo di far dialogare ospiti estremamente diversi, mescolando argomenti _pop_ con altri molto più impegnati. Tra gli altri, Costanzo contribuì a lanciare le carriere di comici come Enrico Brignano, Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti, Gioele Dix e Daniele Luttazzi. Il programma è andato in onda per oltre 4mila puntate, fino al novembre del 2022 (si era interrotto tra il 2009 e il 2015). Tra il 1996 e il 2006 condusse inoltre _Buona Domenica_ , popolare programma domenicale del pomeriggio di Canale 5.
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>> Molte puntate del _Maurizio Costanzo Show_ furono dedicate alla lotta alla mafia, e per quel suo impegno il 14 maggio 1993 Costanzo fu vittima di un attentato da parte di Cosa Nostra: una Fiat Uno imbottita di novanta chilogrammi di tritolo esplose mentre Costanzo e la moglie Maria De Filippi passavano in macchina in via Fauro, a Roma. L'attentato non provocò vittime, ma ci furono ventiquattro feriti fra cui l'autista e una delle guardie del corpo di Costanzo.
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>> Nel 1981 Costanzo fu inoltre coinvolto nello scandalo della P2, una loggia massonica segreta a cui appartenevano personalità di ogni tipo e molto influenti, fondata dall'imprenditore Licio Gelli [con intenti eversivi](<https://www.ilpost.it/2021/03/17/loggia-p2/>). Quando il suo nome venne trovato nella lista degli aderenti alla loggia massonica, inizialmente Costanzo disse di essere stato iscritto a sua insaputa. Lo ammise nel giugno del 1981 in un'intervista a Giampaolo Pansa su _Repubblica,_ in cui disse di aver commesso una leggerezza.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| È morto Maurizio Costanzo | Le foto più belle di Ugo Tognazzi | 0.861955 | https://www.ilpost.it/2023/02/24/maurizio-costanzo-morto/ | https://www.ilpost.it/2015/10/27/le-foto-piu-belle-di-ugo-tognazzi/ |
[ Samastipur, India ](<https://www.ilpost.it/2024/05/13/lunedi-13-maggio-3/samastipur-india/> "vai alla fotogallery") [Samastipur, India](<https://www.ilpost.it/2024/05/13/lunedi-13-maggio-3/samastipur-india/>) Samastipur, India [Tbilisi, Georgia](<https://www.ilpost.it/2024/05/13/lunedi-13-maggio-3/tbilisi-georgia-11/>) Tbilisi, Georgia [Re’im, Israele](<https://www.ilpost.it/2024/05/13/lunedi-13-maggio-3/reim-israele-2/>) Re’im, Israele [Bucarest, Romania](<https://www.ilpost.it/2024/05/13/lunedi-13-maggio-3/bucarest-romania-52/>) Bucarest, Romania [Cannes, Francia](<https://www.ilpost.it/2024/05/13/lunedi-13-maggio-3/cannes-francia-43/>) Cannes, Francia [Middle Wallop, Regno Unito](<https://www.ilpost.it/2024/05/13/lunedi-13-maggio-3/middle-wallop-regno-unito/>) Middle Wallop, Regno Unito
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*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Lunedì 13 maggio | Lunedì 13 maggio | 0.940525 | https://www.ilpost.it/2024/05/13/lunedi-13-maggio-3/ | https://www.ilpost.it/2019/05/13/lunedi-13-maggio-2/ |
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> Mercoledì verso le 19:30 un capannone di circa 2.000 metri quadrati [ha preso fuoco](<http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2018/01/03/news/corteolona-rogo-nel-capannone-abbandonato-bruciano-rifiuti-1.16307662>) a Corteolona e Genzone, lungo la strada provinciale 31, in provincia di Pavia. Circa cento persone sono state allontanate dalle loro case a causa di un'alta colonna di fumo nero che si è diffusa in gran parte della Bassa pavese, e che il vento spinge ora verso il lodigiano. Il capannone [è in disuso](<http://www.ansa.it/lombardia/notizie/2018/01/03/brucia-deposito-colonna-fumo-nel-pavese_c259f314-1d59-40e5-a7bd-eff399474452.html>) da tempo ma alcune persone che abitano nella zona hanno detto di aver visto spesso, negli ultimi mesi, camion che entravano e uscivano scaricando materiale. La densità del fumo fa temere che la nube sia tossica: non si sa cosa stia bruciando ma secondo i vigili del fuoco potrebbe trattarsi di plastica, pneumatici e altro materiale di scarto; i sindaci di Corteolona e Genzone e di Inverno e Monteleone hanno invitato gli abitanti a non uscire di casa, non aprire le finestre e non mangiare prodotti dell'orto.
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> [ ](<https://www.ilpost.it/2018/01/04/capannone-bruciato-pavia/incendio-capannone-pavia-6/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2018/01/04/capannone-bruciato-pavia/incendio-capannone-pavia-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/01/04/capannone-bruciato-pavia/incendio-capannone-pavia-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/01/04/capannone-bruciato-pavia/incendio-capannone-pavia-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/01/04/capannone-bruciato-pavia/incendio-capannone-pavia-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/01/04/capannone-bruciato-pavia/incendio-capannone-pavia-10/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/01/04/capannone-bruciato-pavia/incendio-capannone-pavia-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/01/04/capannone-bruciato-pavia/incendio-capannone-pavia-8/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/01/04/capannone-bruciato-pavia/incendio-capannone-pavia/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/01/04/capannone-bruciato-pavia/incendio-capannone-pavia-9/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/01/04/capannone-bruciato-pavia/incendio-capannone-pavia-7/>)
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> Intanto l'ARPA (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) ha posizionato nella zona un macchinario per monitorare l'inquinamento dell'aria e rilevare eventuali diossine, sostanze altamente tossiche e cancerogene, mentre la prefettura di Pavia ha invitato le persone a farsi visitare da un medico alle prime eventuali infiammazioni respiratorie. Nella notte i sindaci della zona hanno incontrato a Corteolona gli enti ambientali e della Protezione civile; per ora non sono stati trovati i documenti relativi al capannone e al suo contenuto. È stata aperta un'indagine per capire la dinamica e le ragioni dell'incendio, che potrebbe essere anche doloso.
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>> Vasto [#incendio](<https://twitter.com/hashtag/incendio?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>) capannone dismesso a Corteolona nel Pavese non ancora spento. [#Arpa](<https://twitter.com/hashtag/Arpa?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>) sempre sul posto, fin dalle prime ore. Posizionato campionatore ad alto volume in zona Cascina San Giuseppe per monitoraggio costante degli [#inquinanti](<https://twitter.com/hashtag/inquinanti?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>) [pic.twitter.com/EVRxxd5Q7x](<https://t.co/EVRxxd5Q7x>)
>>
>> -- ARPA Lombardia (@arpalombardia) [January 3, 2018](<https://twitter.com/arpalombardia/status/948686912990171136?ref_src=twsrc%5Etfw>)
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>> [#Incendio](<https://twitter.com/hashtag/Incendio?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>) capannone abbandonato a Corteolona nel Pavese. Arpa sul posto con i tecnici della squadra specialistica per i rilievi e il monitoraggio dell'aria [pic.twitter.com/AtnfB7thSg](<https://t.co/AtnfB7thSg>)
>>
>> -- ARPA Lombardia (@arpalombardia) [January 3, 2018](<https://twitter.com/arpalombardia/status/948671891807580161?ref_src=twsrc%5Etfw>)
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| È bruciato un capannone dismesso in provincia di Pavia, il fumo potrebbe essere tossico | L’incendio in un deposito di rifiuti a Roma | 0.838054 | https://www.ilpost.it/2018/01/04/capannone-bruciato-pavia/ | https://www.ilpost.it/2018/12/11/incendio-tmb-salario/ |
Una vera e propria piaga. La lotta tra cani. In Serbia una legge la vieta ma nonostante questo è diffusa ed avviene alla luce del giorno. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
08/01/2007 -
Anonymous User
Di Michele di Leva*
Da oltre un anno, mio malgrado, sono venuto a contatto con la realtà politica e giudiziaria di un paese come la Serbia.
Il campo di mia competenza, è quello della tutela degli animali d'affezione e non, in qualità di consigliere nazionale di una organizzazione non governativa. Per questo motivo ci occupiamo di monitorare situazioni a livello planetario ed allarmare le autorità competenti in merito a maltrattamenti in corso nel loro paese.
Una piaga che affligge la Serbia è il fenomeno, purtroppo ben radicato nel tessuto sociale, dei combattimenti di cani finalizzate a scommesse clandestine. Da sempre questà attivita definita sportiva dagli "addetti ai lavori", è stata presente in questa nazione, infatti si poteva assistere a questo tipo di competizioni in strutture di qualunque tipo, persino negli stadi con relativa grande affluenza di spettatori.
La scarsa sensibilità nei confronti di questi cani che combattevano fino allo stremo delle loro forze è da ritenersi quasi proverbiale in una nazione come questa, così come in molti altri paesi dell'est europeo, non solo da parte delle autorità competenti ma anche della gente comune, in quanto non esiste un retaggio culturale di protezionismo e tutela degli animali, considerati per i più ancor oggi un qualcosa la cui funzione è solo quella di creare una fonte di guadagno.
Attualmente, ciò che accade in Serbia è al confine del paradosso, in quanto pur esistendo leggi che vietano le competizioni cruente fra cani con tanto di pene detentive fino a sei mesi (Criminal Law of Republic of Serbia n.269 Official Gazette 85/05), le stesse si svolgono serenamente alla luce del giorno con tanto di pubblicità mediatica.
Il caso in particolare riguarda una struttura molto complessa ed articolata denominata "Yu Arena" con sede a Bogatic, la quale è stata attentamente analizzata non solo dal sottoscritto ma anche dall'autorità giudiziaria italiana, in merito anche a denunce effettuate da me medesimo.
"Yu Arena" è costituito da una struttura adibita ad allevamento di cani pitbull, usati nelle arene per combattimenti, per la riproduzione e spesso anche alla vendita tramite corriere in qualunque parte del mondo.
Vengono effettuati incroci ed esperimenti con svariati soggetti con tecniche pseudo scientifiche al fine di creare soggetti sempre più aggressivi e resistenti, in quanto comunque, si ricorda che a volte gli incontri possono durare anche diverse ore, con immaginabile strazio dei soggetti combattenti.
Collaterale a questa attività "da campo", esiste una edizione cartacea e, soprattutto, una on line facilmente rintracciabile su internet in tutto il mondo, nella cui home page a caratteri cubitali, non si fa mistero della loro attività, riportando: "Benvenuti a tutti coloro che amano i combattimenti fra cani". E' un sito di una completezza estrema, dove tutto è riportato, senza occultare nulla, senza timore alcuno.
Ad esempio, magari per tutti coloro che vogliono avvicinarsi a questa edificante attività, c'è il regolamento (Cajun) molto ben articolato e rigido in merito alle modalità di un incontro regolamentare, interessante l'ultimo articolo dello stesso dove si consiglia, in caso di irruzione della polizia, di non riferire assolutamente dove si terrà il prossimo incontro.
Oltre all'elenco delle competizioni che si terranno prossimamente, con tanto di nomi di cani destinati al sacrificio, esiste un elenco di centinaia di strutture adibite ad allevamento finalizzate a questo scopo, provenienti da ogni parte del globo, nonché indirizzi di chat e messanger privati nei quali gli esperti del settore comunicano fra loro, in materia di allevamento, scommesse, spedizioni di cani venduti e/o acquistati, video, ecc.
In poche parole, "Yu Arena", è da considerarsi a tutti gli effetti un faro di riferimento a livello planetario per tutti coloro che si occupano di combattimenti di cani con uno scopo prevalentemente economico, diffondendo quindi anche al di fuori dei confini nazionali serbi, grazie ad uno strumento ormai diffuso come internet, informazioni tecniche e non, nonché supporto di qualsivoglia genere.
Sorrido nel pensare che una volta organizzarono una "colletta" per pagare le spese legali di un famoso allevatore statunitense dedito da anni a questo tipo di attività illecite, in quanto fu arrestato durante una eclatante operazione dell' F.B.I. in Texas.
Ho avuto diversi contatti con ONG serbe che si occupano della tutela degli animali in quel paese, e chiesi loro per quale motivo si occupano di qualunque problematica a tutela degli animali ad eccezione di questa specifica sulle competizioni cruente con pitbull.
La loro spiegazione è comprensibile e molto triste: se ne guardano bene di occuparsi di tutto ciò, in quanto l'insieme di attività sopra esposte sono in mano ad organizzazioni criminali senza scrupoli, le quali non hanno alcun problema a rimuovere ostacoli di qualunque genere che si frapponessero innanzi al loro cammino. Oltretutto la polizia non è in grado di garantire l'incolumità di eventuali soggetti denuncianti, non fornendo garanzia alcuna.
Sulla questione mesi addietro scrissi all'ambasciata serba a Roma chiedendo spiegazioni in merito, non ricevendo però alcuna risposta.
Purtroppo non si è in grado nemmeno di oscurare il sito in questione, essendo il provider in territorio serbo, e sarebbe pertanto necessaria richiedere una rogatoria internazionale, comunque ad un paese, che pur essendo ai confini con l'Unione Europea, è in realtà distante anni luce dalla democrazia.
Probabilmente un giorno, mi auguro non lontano, il governo serbo, farà richiesta di entrare (come molti altri paesi dell'est europeo) in Europa, per giustamente beneficiare delle opportunità che questo comporta, ma prima di fare ciò, dovranno risolvere le loro problematiche in materia di giustizia e criminalità, in quanto attualmente in Serbia ci sono leggi che vietano un qualcosa che viene fatto liberamente con l'avallo silente di autorità governative, forze di polizia, e purtroppo anche dellla gente comune.
*Michele di Leva è Consigliere Nazionale OIPA - Organizzazione Internazionale Protezione Animali
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No alle competizioni tra cani!
X Michele
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