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È basso, è calvo, è solo e onnipotente. L’Ucraina e le Ucraine in Europa, la Siria e le Sirie in Medio Oriente, il Caucaso e il Caos: un uomo solo tiene in mano i destini di queste mappe. Nella finestra temporale delle prossime settimane le date in cui si muove sono due. La prima è l’11 settembre americano: le elezioni Usa e il fantasma del terrorismo islamico. **La seconda è il 7 ottobre russo: la guerra di Siria e il giorno del suo compleanno. Quando ha compiuto 63 anni, l’anno scorso, Putin ha segnato 7 reti su 15 ad hockey, giocando in una squadra di professionisti qualificati in una partita contro dei dilettanti.** Le telecamere riprendevano, il popolo era in giubilo e il Presidente dello Stato più vasto del mondo ha ovviamente vinto. Quel giorno l’esercito russo avanzava, procedevano più forti dei giorni passati, i raid nella guerra di Siria, ma alla tv, la Russia guardava la partita di Vladimir Vladimorovic. Nel Novecento si sarebbe chiamata propaganda. Oggi si dice storytelling. Happy birthday, Mr Putin.
Questo ottobre e questo compleanno per Putin arrivano difficili e pieni di fronti: **tifa Trump in Usa, Assad in Siria, destre in Europa e in Ucraina per la Russia. Cioè per se stesso.** Comunque Ottobre in Russia è sempre rosso: è quando si festeggia la rivoluzione di quel sistema socialista a cui Putin ha tolto la falce, tolto il martello e del comunismo ha trattenuto solo i metodi. Il sole dell’avvenire è sparito, ma sono rimasti i suoi servizi segreti.
In edicola
## Il ritratto della Russia di Putin continua su _Left_ in edicola dal 17 settembre
[ SOMMARIO](<https://left.it/left-n-38-17-settembre-2016/>) [ ACQUISTA](<http://sfogliatore.left.it/singolo-numero?edizione=38&anno=2016>)
*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| Happy birthday Mr. Putin | Di Novaya Gazeta, Safronov e della difesa della libertà | 0.807716 | https://left.it/2016/09/18/happy-birthday-mr-putin/ | https://left.it/2022/09/06/di-novaya-gazeta-safronov-e-della-difesa-della-liberta/ |
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>> Ieri diversi giornali hanno pubblicato qualche fotogramma preso dai filmati delle telecamere di sorveglianza interne alla questura di Verona dove si vedono alcune delle violenze e delle torture fatte dai poliziotti contro le persone fermate. Per ora a Verona sono stati arrestati cinque poliziotti, che si trovano agli arresti domiciliari, e ce ne sono almeno altri 17 (ma sarebbero 21, [secondo](<https://www.repubblica.it/cronaca/2023/06/08/news/verona_foto_torture_poliziotti_arrestati-403648826/>) _Repubblica_ ) sotto indagine. Per loro il questore Roberto Massucci ha deciso il trasferimento e un cambio di mansioni.
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>> I filmati provengono dalla telecamera di sorveglianza presente nella sala fermati (chiamata "acquario") dell'ufficio del reparto volanti, la sala interna alla questura dove le macchine della polizia che hanno il compito di controllare il territorio portano le persone fermate. I filmati si trovano negli atti allegati all'inchiesta e che ora sono a disposizione degli avvocati difensori delle persone abusate.
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>> I fotogrammi mostrano un uomo messo all'angolo da un poliziotto e che da lì a poco sarà costretto a urinare per terra per poi essere trascinato sulla propria urina «come uno straccio per pulire il pavimento», si spiega nell'inchiesta. In un altro fotogramma si vede un uomo steso a terra e privo di sensi, che sarà poi svegliato da un poliziotto che gli urina sul viso. In un altro ancora ci sono due poliziotti che colpiscono un uomo seduto e poi lo trascinano a terra. Infine c'è il fotogramma in cui si vede un uomo seduto, che viene poi portato fuori dalla stanza dove non ci sono telecamere e che quando rientra ha una grossa ferita alla testa.
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>> Le accuse di arrestati e indagati sono tortura, lesioni, falso, omissione di atti d'ufficio, peculato e abuso di ufficio. Secondo l'inchiesta i poliziotti coinvolti «hanno inteso l’appartenenza alla polizia di stato come occasione per tenere condotte illecite», insieme alla «consuetudine nell’utilizzo ingiustificato di violenza fisica su soggetti sottoposti a controllo o fermo». Gli interrogatori dei cinque poliziotti che si trovano agli arresti domiciliari saranno la prossima settimana.
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>> L’indagine sulla questura di Verona era cominciata a seguito di un’intercettazione compiuta nell’ambito di un'altra indagine il 22 agosto del 2022 nei confronti di Alessandro Migliore, uno dei poliziotti arrestati, sospettato di aver condotto con leggerezza una perquisizione nei confronti di un gruppo di persone albanesi accusate di tentato omicidio e detenzione di armi, per via di presunti legami personali tra Migliore e alcuni parenti delle persone albanesi perquisite. Il 22 agosto Migliore era stato intercettato mentre parlava al telefono con la fidanzata e si vantava delle violenze commesse in questura nei confronti di una persona italiana fermata la sera prima.
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>> Nell’intercettazione il poliziotto aveva aggiunto di aver a sua volta picchiato la persona fermata, stando attento a non farsi riprendere dalle telecamere di sorveglianza dentro la questura. A quel punto la squadra mobile guidata dalla questora Ivana Petricca – sostituita ad aprile da Roberto Massucci – decise di non denunciare Migliore e, d’accordo con la procura di Verona, di continuare a indagare inserendo microspie e telecamere nascoste nei locali della questura per verificare se ci fossero stati altri casi di pestaggio.
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>> Nell’ultima fase dell'indagine i poliziotti coinvolti si erano accorti di essere sotto osservazione e hanno provato a prendere delle precauzioni cominciando ad esempio a cercare telecamere e microspie nelle stanze in cui si incontravano, salendo anche su sedie e scrivanie per vedere se fossero nascoste nei lampadari. Il _Corriere della Sera_ [riporta](<https://www.corriere.it/cronache/23_giugno_08/foto-violenze-questura-verona-scherzi-cucchi-32490a22-0644-11ee-8ac3-5e75c6f27793.shtml>) poi un episodio avvenuto in questura il 5 dicembre del 2022. Durante un incontro tra Loris Colpini, uno dei poliziotti arrestati, e il vice-ispettore Giuseppe Tortora, indagato, quest’ultimo «evidentemente temendo di essere intercettato, prende un foglietto e dopo aver manoscritto qualcosa lo mostra al Colpini, il quale commenta chiedendogli contezza circa il contenuto di quanto appena letto. A questo punto Tortora riprende il foglietto, lo strappa e lo getta nel cestino sito nel corridoio, quindi fa cenno al Colpini di seguirlo e i due escono dall’ufficio».
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>> Nel frattempo, i giornali hanno [raccontato](<https://www.ilgazzettino.it/nordest/verona/poliziotti_arrestati_questura_verona_video_torture_immagini_fotogrammi-7452378.html>) che a Verona, nel febbraio del 2022, era stata avviata anche un'altra indagine in cui sono coinvolti due poliziotti, attualmente sospesi. In quel caso tre persone erano state picchiate dopo essere state fermate per strada e denunciate per resistenza. Due di loro, a loro volta, avevano denunciato ai Carabinieri di aver subito lesioni e torture.
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>> **– Leggi anche:** [Chi controlla la polizia?](<https://www.ilpost.it/2023/04/15/chi-controlla-la-polizia/?utm_source=ilpost&utm_medium=leggi_anche&utm_campaign=leggi_anche?utm_source=ilpost&utm_medium=leggi_anche&utm_campaign=leggi_anche>)
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*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Le immagini delle violenze alla questura di Verona | La nuova versione su come cadde dalla finestra Hasib Omerovic | 0.802772 | https://www.ilpost.it/2023/06/09/immagini-violenze-poliziotti-questura-di-verona/ | https://www.ilpost.it/2022/12/23/accuse-poliziotto-omerovic-roma/ |
C’è un libro, ormai quasi introvabile, che descrive meglio di tanti altri le atmosfere e i personaggi di una Roma popolare che oggi non esiste più. Si chiama “
Vita di un ragazzo di vita
“, è del 1992 e l’autore è l’indimenticabile Franco Citti, noto al grande pubblico come “
Accattone
”. Pensieri, ricordi d’infanzia e di gioventù, ma anche di una vita adulta alquanto movimentata, di un ragazzo nato e cresciuto a Torpignattara nel 1935, diventato famoso grazie al casuale incontro con l’intellettuale italiano più grande del secondo Novecento (Pier Paolo Pasolini, che è stato, come sappiamo, insieme poeta, narratore, cineasta e saggista). Un ragazzo di vita, Franco Citti, che ha conosciuto la fame, le botte, il riformatorio minorile, il duro lavoro di imbianchino nei cantieri, ma che, ad un certo momento della sua esistenza, grazie a quel fortunato incontro, diventa un attore famoso (fin dal suo primo film, il celebre Accattone): guadagna a questo punto molti soldi (e altrettanti ne sperpera) e conosce molte donne che lo amano prima per abbandonarlo poi. L’epilogo della sua vita è però amaro: dimenticato dal grande pubblico, la morte lo raggiunge a Fiumicino nel 2016 e lo trova in una condizione di acuta marginalità e ristrettezza economica.
Negli anni del suo successo Franco Citti non ha mai dimenticato le sue origini umilissime e il suo quartiere,
Torpignattara
, che non ha mai smesso di amare. E chi ha avuto la fortuna di leggere il libro oggetto di questa recensione può testimoniarlo: sono molti i passi nei quali Torpignattara viene ricordata. Questo è il primo: “Torpignattara era allora quello che era, con le scuole occupate prima dai tedeschi e poi dagli americani… e poi c’erano altre “scuole” che si chiamavano via della Marranella – dove abitava con la famiglia – la chiesa di San Marcellino, le mura dell’acquedotto verso la Tuscolana”.
In questo modo viene poi ricordato l’incontro con Pier Paolo Pasolini: “La prima volta che l’ho visto, stava fermo con la bicicletta davanti al bar, al semaforo grosso di via Torpignattara. Parlava tutto serio con mio fratello Sergio. A me, sinceramente, di conoscerlo, non mi fregava proprio niente. Scendevo tutto sporco dal tranvetto azzurro della Casilina dopo una giornata sul cantiere. E mi rodeva un po’ il culo perché avevo viaggiato di fuori, attaccato al predellino. In quegli anni gli operai, in tuta, sporchi di calce o di vernice, in mezzo alla gente non ce li facevano stare: l’unica consolazione rimaneva quella che, per lo meno, non pagavi il biglietto”. Nel brano non si specifica l’anno, ma sappiamo che si tratta del 1952, perché disponiamo, sullo stesso episodio, di una testimonianza di Pasolini, contenuta in una pagina del suo diario del 3 maggio 1962: “Un giorno Sergio, mentre camminavano, lì, al semaforo della Casilina, mi presentò suo fratello Franco che era un ragazzetto di diciassette anni. Ancora cucciolo, timidissimo, con gli occhi d’angoscia della timidezza e della cattiveria che deriva dalla timidezza, sempre pronto a dibattersi, difendersi, aggredire, per proteggere la sua intima indecisione: il senso quasi di non esistere che egli cova dentro di sé”.
Poi c’è l’incontro con il mare: “Ostia per me è il sogno interrotto da uno spavento, una separazione da non so cosa, che mi è rimasta dentro tutta la vita. … Solo l’idea di andare al mare mi pareva un grosso gioco, un salto enorme nelle pieghe della fantasia, un qualcosa che mi avrebbe fatto sembrare diverso agli occhi degli altri pischelletti di Torpignattara, della Borgata Gordiani e di Pietralata, abituati come me a sguazzare nella merda degli acquitrini, nel fango”. Ed ecco come il pischello di Torpignattara racconta la sua prima esperienza amorosa: “Chi era Anna? … Una mignotta del Mandrione. … Ero entrato nella sua casupola- chi non ha conosciuto il Mandrione non sa di cosa si tratti – una stanza in muratura con una tenda sull’ingresso (la via, a quell’epoca era tutta così, una porta dietro l’altra, a destra e a sinistra, dopo aver imboccato l’arco della Tuscolana), una luce dentro, quattro mobili ammucchiati e tenuti in piedi non si sa come, e un letto sempre sbracato con sopra delle coperte di colore assurdo, come quelle dei militari. … Per me era proprio bella. E compresi subito che ero uno scemo che non conosceva proprio le donne. Le saltai addosso come una bestia”.
Particolarmente interessante è il modo in cui Citti descrive il suo primo giorno da attore protagonista in Accattone. Il riferimento è l’inizio della prima scena girata davanti al “baretto” di via Fanfulla da Lodi, quartiere Pigneto: “Al primo ciak io mi cacavo sotto. Ma come al solito non volevo darlo a vedere e assumevo strani atteggiamenti per non farlo capire. Il grugno da coatto sbandierato al vento, le gambe che mi tremavano come quelle di un capretto. Pier Paolo andava avanti e indietro con la macchina da presa in mano. Mi girava intorno come una vespa saltellante e a me pareva una specie di Gesù Cristo”.
Ma i brani che meritano di essere citati sono innumerevoli. Fermiamoci però qui. Ci penseranno i nuovi lettori ad andare avanti. I quali sicuramente non resteranno delusi: questo libro di memorie di Franco Citti si legge tutto d’un fiato, anche perché è scritto con uno stile vivace grazie all’uso ricorrente di termini propri della Roma “borgatara” degli anni cinquanta del secolo scorso. Se lo sfondo è quello di un quartiere e di una città ormai scomparsi, al centro c’è l’omaggio discreto e spoglio di retorica ad un uomo che Citti non ha mai smesso di considerare un amico e un benefattore: Pier Paolo Pasolini. | Franco Citti, un ragazzo di vita | Com’era la scuola elementare italiana e com’è oggi | 0.829309 | https://www.lafionda.org/2021/01/15/7259/ | https://www.internazionale.it/opinione/goffredo-fofi/2017/09/26/scuola-elementare-italiana |
>
> In alcune circostanze, Chromecast di Google [può causare](<http://www.theregister.co.uk/2018/01/15/router_vendors_update_firmware_to_protect_against_google_chromecast_traffic_floods/>) temporanei malfunzionamenti alla rete WiFi cui è collegato. Il problema è stato confermato da Google e diversi produttori di router – i dispositivi collegati a Internet che gestiscono il segnale WiFi – sono al lavoro per rimediare. [Chromecast](<https://www.ilpost.it/2017/11/17/chromecast-apple-tv-fire-stick/>) è uno degli accessori di maggior successo di Google degli ultimi anni: collegato al televisore, serve per vedere i video di YouTube e altri contenuti in streaming senza dover ricorrere a cavi o ad altri sistemi più complicati. I malfunzionamenti riguardano anche [Google Home](<https://www.ilpost.it/2016/05/20/google-ha-presentato-il-suo-nuovo-assistente-vocale-per-la-casa-si-chiamera-google-home/>), il dispositivo per la casa (non in vendita in Italia) che serve per impartire a voce i comandi all’[assistente di Google](<https://www.ilpost.it/2017/11/15/ora-lassistente-google-parla-italiano/>).
>
> Il problema con il WiFi riguarda router di numerose marche, compresi quelli prodotti da ASUS, Linksys, Netgear, TP-Link e Synology. Il malfunzionamento varia a seconda del modello, ma di base si presenta con caratteristiche simili: all’improvviso la rete WiFi smette di funzionare, talvolta per qualche minuto, per poi riprendere normalmente.
>
> Un ingegnere di TP-Link [ha pubblicato una spiegazione](<http://www.tp-link.com/us/faq-2050.html>) su cosa succede quando la connessione senza fili smette di funzionare. Semplificando molto, Chromecast invia una grande quantità di informazioni e richieste al router non appena si attiva. La mole di richieste è tale da mettere in difficoltà molti router o la rete cui sono collegati. In molti casi per motivi di sicurezza i dispositivi si mettono in pausa, rendendo inutilizzabile la connessione anche a smartphone e computer collegati in quel momento alla rete.
>
> Da tempo emergevano ciclicamente segnalazioni circa comportamenti sospetti delle reti WiFi in presenza di un Chromecast o di Google Home, ma finora non c’erano state conferme o analisi approfondite. Ora Google ha ammesso il problema e ha annunciato di essere al lavoro per trovare una soluzione. Aggiornare un router non è semplice, perché in molti casi richiede una certa esperienza e conoscenza informatica. Un aggiornamento per Chromecast dovrebbe essere invece più semplice, considerato che il dispositivo si aggiorna da solo.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Chromecast può farvi impazzire la rete WiFi, per qualche minuto | Google bloccherà YouTube su Fire TV di Amazon dal prossimo anno | 0.824982 | https://www.ilpost.it/2018/01/16/chromecast-wifi-router/ | https://www.ilpost.it/2017/12/06/google-fire-tv-stick-amazon-youtube/ |
"Una riforma della giustizia serve. Stiamo facendo riforme sull'elezione diretta del presidente del Consiglio, un nuovo codice degli appalti, un nuovo codice della strada, stiamo modernizzando il Paese con l'autonomia. **Non ci può essere solo la magistratura che da decenni impedisce qualsiasi tipo di riforma** ". Lo ha detto **Matteo Salvini** , sul palco a La Spezia. Per Salvini, "tutti quelli che sbagliano chiedono scusa e pagano. Non ci può essere una casta al di sopra di tutto che non risponde mai di niente. Io non voglio un Paese in cui esistono caste impunite". E alla domanda diretta se **Giovanni Toti** debba fare un passo indietro ha risposto che "no, non deve dimettersi, si deve attendere il terzo grado di giudizio".
| Salvini attacca i magistrati: "Non voglio una casta impunita". E su Toti: "Non deve dimettersi | Liguria, Crippa (Lega) difende Toti: "Corruzione per soldi regolari ai partiti? Senza finanziamento pubblico, da qualche parte bisogna prenderli | 0.801821 | https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/11/salvini-attacca-i-magistrati-non-voglio-una-casta-impunita-e-su-toti-non-deve-dimettersi/7544711/ | https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/15/liguria-crippa-lega-difende-toti-corruzione-per-soldi-regolari-ai-partiti-senza-finanziamento-pubblico-da-qualche-parte-bisogna-prenderli/7549703/ |
>
> Il prossimo venerdì 8 marzo è stato indetto uno sciopero nazionale e generale dai sindacati CUB (Confederazione Unitaria di base), USB (Unione Sindacale di Base) e SGB (Sindacato Generale di Base), della durata di 24 ore. Tra i motivi dello sciopero ci sono anche la violenza sulle donne – venerdì sarà la Festa della donna – e la discriminazione di genere. Allo sciopero ha aderito anche il movimento femminista [Non una di meno](<https://nonunadimeno.wordpress.com/>).
>
> Sul sito del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti [è possibile consultare](<http://scioperi.mit.gov.it/mit2/public/scioperi>) la durata degli scioperi delle varie categorie di lavoratori nel settore, in aggiornamento. Lo sciopero nel settore dei trasporti è quello che causa i disagi più trasversali, ma oltre a questo ci saranno anche altri due importanti settori coinvolti: sarà sciopero nazionale per tutti i dipendenti della sanità pubblica e del settore scolastico.
>
> Le aziende dei trasporti delle due maggiori città italiane, ATM di Milano e Atac di Roma, hanno già comunicato che potrebbero esserci disagi; in particolare, [ATM ha già fatto sapere](<https://www.atm.it/it/ViaggiaConNoi/InfoTraffico/Pagine/Venerd%C3%AC8marzoscioperogeneralenazionaledi24ore.aspx>) che per i suoi dipendenti lo sciopero inizierà alle 8:45 e finirà alle 15, per poi riprendere dalle 18 fino al termine del servizio.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Venerdì 8 marzo ci sarà uno sciopero generale nazionale | Lo sciopero generale di mercoledì 8 marzo | 0.91936 | https://www.ilpost.it/2019/03/05/sciopero-venerdi-8-marzo/ | https://www.ilpost.it/2023/03/08/sciopero-generale-8-marzo/ |
Domenica 24 marzo le forze ribelli della coalizione centrafricana chiamata "Seleka" [sono entrate](<https://www.ilpost.it/2013/03/24/la-francia-interviene-nella-repubblica-centrafricana/>) nella capitale della Repubblica Centrafricana, Bangui, e hanno assaltato il palazzo presidenziale, senza però trovarvi il presidente François Bozizé. Secondo alcuni testimoni, l'azione dei ribelli è stata accompagnata da pesanti scontri e esplosioni in varie parti della città: alcune fonti vicine al presidente, [sostiene](<https://twitter.com/Reuters/status/315754740489261058>) _Reuters_ , hanno confermato che Bozizé è fuggito nella Repubblica Democratica del Congo.
Il leader dei ribelli, Michel Djotodia, si è [autoproclamato](<http://www.aljazeera.com/news/africa/2013/03/201332565033211834.html>) oggi presidente del paese, assicurando di voler sostenere il governo creato l'11 gennaio scorso da alcuni accordi di pace tra i ribelli e il presidente Bozizé. Nel frattempo questa mattina sono stati uccisi negli scontri con i ribelli almeno 13 soldati sudafricani, che facevano parte di un contingente di 200 militari inviati nel paese a gennaio dal governo del Sudafrica per sostenere il presidente deposto. Gli scontri nella Repubblica Centrafricana erano iniziati sabato 23 marzo ma le tensioni tra i ribelli e il presidente Bozizé proseguono da diversi anni, anche se solo recentemente la cosa ha suscitato un più forte interessamento della Francia e dell'ONU.
**L 'indipendenza e i colpi di stato**
La Repubblica Centrafricana è un paese di quasi 4 milioni e mezzo di abitanti, e si trova al centro del continente africano: non ha sbocchi sul mare, è ricca di risorse naturali - oro, uranio, diamanti - nonostante sia uno dei paesi più poveri del mondo. Gli abitanti sono per l'80 per cento cristiani di varie confessioni ma il nord del paese è abitato per la maggior parte da musulmani.
La Repubblica Centrafricana conquistò l'indipendenza dalla Francia nel 1960 anche se l'influenza francese, come è successo anche per altre ex-colonie, rimase particolarmente forte nei decenni successivi (ancora oggi vivono nel paese circa 1.200 francesi). Nel 1979, per esempio, l'esercito francese intervenne nel paese per deporre uno dei più feroci dittatori africani, Jean-Bédel Bokassa, che che era al potere dal 1966 e che era accusato di crimini efferati, come il cannibalismo. Dal 1960 nella Repubblica Centrafricana ci furono diversi colpi di stato e rivolte armate, l'ultimo dei quali venne organizzato nel marzo 2003 ai danni dell'ex-presidente Ange-Félix Patassé, che portò al potere proprio Bozizé. Da allora Bozizé è stato eletto due volte alla guida del paese, nel 2005 e nel 2011.
**Le forze in campo: i ribelli e gli alleati del presidente**
Da quando François Bozizé ha conquistato il potere nel 2003, nel nord della Repubblica Centrafricana si sono concentrate alcune forze ribelli che combattevano il governo centrale di Bangui, e che aspiravano a sostituirsi ad esso. In passato queste fazioni si sono scontrate tra loro, ma dal 2007 si sono uniti nella coalizione "Seleka" (nella lingua locale Sango significa "alleanza"), che comprende diverse fazioni tra cui le 4 principali, note con le loro sigle in francese (UFDR, CPJP, FDPC e CPSK). La coalizione si formò come [atto di ribellione](<https://www.ilpost.it/2012/12/28/cosa-succede-nella-repubblica-centrafricana/>) nei confronti di Bozizé, accusato di non avere rispettato un accordo di pace siglato nel 2007 tra ribelli e governo, in base al quale i combattenti che avessero deposto le armi avrebbero ricevuto una ricompensa.
Il 10 dicembre 2012, con una decisione improvvisa, i ribelli della coalizione Seleka iniziarono un'avanzata da nord verso la capitale Bangui, conquistando alcune città strategiche per il commercio di oro e diamanti come Bria e Bambari. Per dare supporto all'esercito governativo, la [Comunità Economica degli Stati dell’Africa Centrale](<http://www.ceeac-eccas.org/>) (CEEAC o ECCAS, formata da 10 stati africani tra cui la Repubblica Centrafricana) decise di intervenire e rinforzare il contingente militare del FOMAC, un gruppo di soldati di diversi paesi appartenente alla CEEAC che era già presente dal 2008 nella Repubblica Centrafricana con lo specifico compito di cercare di dare maggior stabilità alla turbolenta situazione del paese. Gran parte dei rinforzi al FOMAC arrivarono dal vicino Ciad, il cui presidente Idriss Deby è da tempo alleato di Bozizé. Altri soldati del FOMAC arrivarono dal Congo e dal Camerun.
**I tentativi di pace e la conquista della capitale**
A fine dicembre François Bozizé chiese aiuto anche a Stati Uniti e Francia contro i ribelli, ma il presidente francese Hollande rifiutò di intervenire, spiegando che la Francia avrebbe potuto farlo solo su mandato dell'ONU. Il 2 gennaio 2013 i ribelli [fermarono](<https://www.ilpost.it/2013/01/04/lintervento-militare-in-repubblica-centrafricana/>) la loro avanzata da nord prima di attaccare l'ultima città in posizione strategica tra loro e la capitale, Damara, che si trova circa a 80 km a nord di Bangui. Tramite il loro portavoce, Eric Massi, annunciarono di volere inviare una delegazione ai negoziati per trovare una soluzione diplomatica alla crisi.
I negoziati si tennero a Libreville, capitale del Gabon. L'11 gennaio venne raggiunto un [accordo](<http://www.aljazeera.com/news/africa/2013/01/201311116235804783.html>) che prevedeva la creazione di un governo di unità nazionale: oltre a un cessate il fuoco tra ribelli e forze governative, l'accordo prevedeva lo scioglimento dell'Assemblea Nazionale e l'organizzazione di nuove elezioni entro un anno. Inoltre il primo ministro sarebbe stato nominato dalle opposizioni, ma i ribelli avrebbero permesso a Bozizé di stare in carica fino al 2016. Giovedì 21 marzo, tuttavia, i ribelli hanno attaccato di nuovo la capitale Bangui, accusando Bozize di non avere rispettato gli accordi di pace di inizio gennaio: il punto più contestato era il fatto di non avere integrato le forze ribelli nell'esercito nazionale centrafricano, come invece era previsto dagli accordi.
**Cosa dicono le forze internazionali**
Quando sabato 23 marzo i ribelli hanno raggiunto la capitale, la Francia ha cambiato la sua posizione, sostenendo di voler proteggere i cittadini francesi presenti nel paese. Il governo francese - [che intanto è ancora militarmente impegnato in Mali](<https://www.ilpost.it/2013/02/23/in-mali-le-cose-si-complicano/>) - ha quindi inviato 300 soldati francesi nella Repubblica Centrafricana per rinforzare la guarnigione di 250 militari che già sorvegliavano l'aeroporto della capitale.
Lunedì 25 marzo il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, ha condannato l'azione dei ribelli e ha chiesto di rispettare gli accordi di gennaio conclusi in Gabon. Ha anche aggiunto di essere «molto preoccupato dalle gravi violazioni dei diritti umani» che si stanno verificando nel paese. Anche il Dipartimento di stato americano [ha chiesto](<http://www.reuters.com/article/2013/03/25/us-centralafrica-rebels-idUSBRE92M0AU20130325>) ai ribelli Seleka di rispettare gli accordi di Libreville e di dare pieno appoggio al governo di Tiangaye.
Foto: Michel Djotodia (AP Photo/Joel Bouopda Tatou)
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Che cosa succede nella Repubblica Centrafricana | Cosa succede nella Repubblica Centrafricana | 0.839705 | https://www.ilpost.it/2013/03/25/che-cosa-succede-nella-repubblica-centrafricana/ | https://www.ilpost.it/2012/12/28/cosa-succede-nella-repubblica-centrafricana/ |
[](<https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2018/09/iausa.jpg>)
>>>>
>>>> Astronomi africani celebrano la decisione di tenere l'Assemblea Generale Iau del 2024 a Città del Capo. Crediti: Saao
>>>>
>>>> È della settimana scorsa la decisione dell'[International Astronomical Union](<https://www.iau.org/>) (Iau) di tenere la 32esima Assemblea generale, nel 2024, a Cape Town, in Sudafrica. Sarà la prima volta per l’Africa in oltre un secolo di storia dell'organizzazione internazionale, che venne fondata a Parigi il 28 luglio 1919. Questa decisione riconosce gli incredibili progressi raggiunti dall'astronomia africana negli ultimi anni.
>>>>
>>>> L’Africa ha una lunga e ricca relazione con l'astronomia – ricorda il [South African Astronomical Observatory](<https://www.saao.ac.za/>) (Saao) – iniziata più di un migliaio di anni fa. Il suo riconoscimento come luogo geografico di importanza unica nell'astronomia globale risale a quasi duecento anni fa, con la creazione del [Royal Observatory](<https://it.wikipedia.org/wiki/Osservatorio_Reale_del_Capo_di_Buona_Speranza>) a Cape of Good Hope nel 1820. Da quel momento in avanti, il contributo africano alla conoscenza astronomica globale è cresciuto sempre più, fino ad arrivare agli inizi del ventunesimo secolo che hanno segnato un rinnovamento del patrimonio culturale africano dell'eccellenza astronomica.
>>>>
>>>> Dal 2008 lau ha tenuto conferenze regionali sia in Africa che in Medio Oriente. Una tappa importante per questo rinnovamento culturale è stata nel 2013, quando l'[Osservatorio di Entoto](<https://www.media.inaf.it/2015/09/10/letiopia-alla-scoperta-delluniverso/>), in Etiopia, è diventato operativo come centro indipendente di ricerca. Da quando è stato creato l'[Office of Astronomy for Development](<https://www.iau.org/development/>) dello Iau, nel 2011, l'Africa è diventata patria di tre di questi uffici regionali di coordinamento delle attività per un'area che si estende dall'Etiopia, alla Nigeria, allo Zambia. Un'altra tappa significativa è stata raggiunta lo scorso anno, nel 2017, con l'installazione da parte dell'[Università di Ouagadougou](<http://www.univ-ouaga.bf/>) del [telescopio Marly](<https://www.eso.org/public/italy/teles-instr/lasilla/marly/>) da un metro in Burkina Faso. Sempre in territorio africano, in Namibia, si trova l'[Osservatorio Hess](<https://www.media.inaf.it/2018/04/11/hess-andrea-santangelo/>), con i suoi telescopi per luce Cherenkov. Per non parlare del Sud Africa, oggi casa del più grande telescopio ottico dell'emisfero australe, [Salt](<https://www.salt.ac.za/>), e sede designata – insieme all'Australia – dei radiotelescopi Ska, lo Square Kilometre Array.
>>>>
>>>> «Aver scelto Città del Capo come sede della Iau 2024 è un esplicito riconoscimento dell’impegno che il Sudafrica sta mettendo nello sviluppo dell’astronomia a livello globale. Progetti come MeerKAT, la cui inaugurazione è avvenuta a luglio 2018 con la grandissima risonanza mediatica internazionale, lo Square Kilometre Array, l’African Very Long Baseline Interferometry Network, Il Southern African Large Telescope e Hirax fanno del Sudafrica un hub astronomico internazionale di primaria importanza», dice a _Media Inaf_ **Pierguido Sarti** , addetto scientifico all'ambasciata italiana in Sudafrica. «Attorno a questi strumenti si concretizzano partnership sul continente che, nelle intenzioni dei governi africani coinvolti, saranno occasione di crescita scientifica, infrastrutturale e sociale per tutto il continente africano. In questo processo l’Italia può giocare un ruolo sempre più importante, rafforzando la collaborazione nel continente condividendo le sue strutture, mettendo a disposizione capacità scientifiche e tecnologiche e contribuendo alla formazione dei giovani scienziati africani».
>>>>
>>>> «Il sostegno alla candidatura non è venuto solo dagli astronomi», aggiunge **Shazrene Mohamed** , astronoma del Saao e dell’Università di Città del Capo, «ma anche da parte dell’industria. Le istituzioni accademiche e il governo sono state fenomenali, e il successo è testimone di quanto si possa raggiungere attraverso l’unione degli sforzi. Per gli astronomi è stato come vincere la gara per ospitare la coppa del mondo di calcio o le olimpiadi. È la prima volta per l’Africa! Siamo molto emozionati e non vediamo l’ora di dare il benvenuto ai nostri colleghi di tutto il mondo alla prima delle molte assemblee generali Iau sul suolo africano».
*[55 minuti fa]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.28
*[1 h]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.05
*[33 minuti fa]: 10.50
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*[HTML]: HyperText Markup Language
*[P:]: Phone
| Iau, nel 2024 per la prima volta in Africa | L'Etiopia alla scoperta dell'universo | 0.855907 | https://www.media.inaf.it/2018/09/04/iau-cape-town/ | https://www.media.inaf.it/2015/09/10/letiopia-alla-scoperta-delluniverso/ |
Porrò alcune domande e darò una risposta: la mia. È molto importante che, giunti a questo punto, ci si cominci veramente ad interrogare intorno al nostro sistema politico-costituzionale, che dà forma (e anche sostanza) al potere pubblico qui, da noi, in Italia. Le domande sarebbero tante; mi limiterò a proporne qualcuna in connessione con la vicenda, recentissima, dei referendum.
Domandiamoci innanzi tutto se sia stato corretto che Giuliano Amato abbia indetto una conferenza stampa per comunicare – al popolo, penso – le ragioni delle decisioni assunte dalla Corte. La (mia) risposta è no. Al di là delle super-affettazioni giuridiche e da giuristi, anche la Corte Costituzionale agisce secondo il modulo della giurisdizione: essa esprime un giudizio su una certa pretesa e così la sua attività (in merito all’ammissibilità di un referendum abrogativo) è percepita dai cittadini. Ora, quel modulo esige che il giudicante (o il presidente di un collegio giudicante) non si presenti pubblicamente ad illustrare – con tono didascalico e persuasivo, anche un poco irritante – il perché di una decisione. D’altra parte, non vi è alcuna lacuna da colmare in quanto è previsto che l’ordinanza decisoria enunci i motivi della decisione.
Ricercare l’obiettivo che Amato avesse inteso perseguire con la conferenza stampa è irrilevante: la sua iniziativa ha la cifra non solo dell’irritualità, ma anche dell’inopportunità perché egli ha parlato quasi fosse un politico e, almeno nel ruolo che attualmente ricopre, non lo è: il suo dire è, ed è apparso, incongruo.
Seconda domanda: a proposito di congruenza, è congrua la disciplina vigente in tema di referendum popolare? Rispondo di no. Il referendum ha una sua
ratio
, una sua ontologia: è un dispositivo volto a rafforzare, e anche a non occultare o far obliare, la sovranità popolare pur quando (anzi, soprattutto) la
res publica
non sia a democrazia diretta, ma (caso nostro) rappresentativa.
Ergo
, il sistema politico-costituzionale di una repubblica deve congruamente favorire l’uso del referendum popolare. Ma la nostra Costituzione fa esattamente il contrario: non prevede il referendum propositivo (il popolo vincola il legislatore a emanare una certa legge); contempla il referendum confermativo (il popolo conferma una legge adottata dal parlamento) ma lo riserva esclusivamente alle leggi di riforma costituzionale che non siano state approvate con la maggioranza dei due terzi; e contempla il referendum abrogativo (il popolo abroga una legge vigente), però restringendone parecchio l’ambito applicativo (leggere l’art. 75, co. 2 Cost.).
L’esito è che, da noi, esiste praticamente il solo referendum abrogativo al quale è tuttavia espressamente interdetto di abrogare le leggi più importanti. Ma vi sono altri, e non irrilevanti, limiti. La proposta di referendum deve essere vagliata prima dalla Corte di Cassazione e poi dalla Corte Costituzionale. Il giudizio di ammissibilità riservato a quest’ultima è alquanto penetrante, alquanto esteso (e la Corte si è assunta
in itinere
anche il potere di stabilire il confine oltre il quale essa non andrà). Infine, non dimentichiamoci, il referendum abrogativo, se ammesso, riuscirà ad abrogare la legge solo se abbia votato la maggioranza degli aventi diritto
Ultima domanda. È congrua la composizione della Corte? La risposta è no. I giudici sono quindici e durano in carica nove anni (il che ne potrebbe inficiare l’indipendenza: negli USA sono nominati a vita). Un terzo è nominato dal Presidente della Repubblica, un altro terzo dal Parlamento in seduta comune, l’ulteriore terzo dalle supreme magistrature. Accade però (vi è una convenzione
ad hoc
che lo stabilisce, peraltro ignota ai più) che queste ultime eleggano solo magistrati. Doppia incongruenza: la prima è che un terzo dei giudici è creato da soggetti che non hanno alcuna investitura popolare; la seconda, più grave, è che questi soggetti eleggono chi appartenga al loro ordine, il che favorisce un certo corporativismo (che poi potrà vedersi quando dovranno assumersi certe decisioni). Allora, andando oltre le discipline in atto e i formalismi, e le finzioni, giuridiche, la conclusione è che quel terzo era in conflitto d’interessi nel giudizio di ammissibilità del quesito referendario in tema di responsabilità civile dei magistrati: quesito che poi, come sappiamo, la Corte non ha ammesso. A tutto ciò, mi pare, il Presidente Amato non ha naturalmente accennato; ma qualcosa del genere avranno pensato non pochi italiani.
Esulando ancora dalle strettoie (e dai trabocchetti) del diritto formale, si propone incidentalmente, pensando ad Amato, un’altra domanda: è congruo rispetto al modello repubblicano che, in una
res publica
, si possano continuare a occupare posizioni di (elevato) potere da un quarantennio? La risposta è sempre no: violazione – sostanziale – del fondamentale, e fondante, principio di alternanza.
La nostra Costituzione reca nel suo
corpus
incongruenze determinanti, divenute perfettamente strumentali alla conservazione di un assetto di potere e poteri tendenzialmente oligarchico. È tempo di avvedersene. Se questa Rivista è poco propensa al vincolo esterno (condivido senza riserve), è bene ricordare che un referendum ben lo potrebbe espungere o attenuare. Ma un referendum del genere è interdetto dalla Carta; e non vi è altra possibilità che riformare l’art. 75 (e altro ancora …). | Amato, i referendum, la Costituzione | Onida: la "riforma" costituzionale è dettata dalla demagogia | 0.874492 | https://www.lafionda.org/2022/02/23/amato-i-referendum-la-costituzione/ | https://altreconomia.it/onida-la-riforma-costituzionale-dettata-dalla-demagogia/ |
È stata chiusa l'inchiesta sulla "vecchia" gestione della Banca Popolare di Bari. I finanzieri del Comando provinciale di Bari hanno notificato **avvisi di conclusione delle indagini preliminari** , emessi dalla Procura nei confronti di **88 persone per truffa aggravata**. Si tratta dei vertici della vecchia gestione della BpB e dei responsabili delle filiali dell’istituto di credito. Tra questi Marco Jacobini, presidente del Cda, suo figlio Gianluca, dg assieme a Vincenzo De Bustis Figarola, l’Ad Giorgio Papa e il funzionario Gianluca Bonerba. I primi tre sono definiti negli atti "determinatori del disegno criminoso" messo in atto con direttive e delibere che risalgono anche a 10 anni fa. Sono indagati in concorso tra loro, in relazione alle loro rispettive funzioni, **per truffa** , per un importo complessivo di oltre **8 milioni** di euro per avere indotto clienti della banca, raggirandoli, ad acquistare **prodotti finanziari illiquidi** e a elevata rischiosità emessi dallo stesso istituto di credito.
[ ](<https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/18/il-nuovo-presidente-orsini-presenta-la-nuova-squadra-di-confindustria-20-incarichi-4-donne-eta-media-607-anni/7518198/>)
###### Leggi Anche
### [Il nuovo presidente Orsini presenta la nuova squadra di Confindustria. 20 incarichi, 4 donne, età media 60,7 anni](<https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/18/il-nuovo-presidente-orsini-presenta-la-nuova-squadra-di-confindustria-20-incarichi-4-donne-eta-media-607-anni/7518198/>)
L'operazione costituisce l’epilogo dell’attività di indagine scaturita dalle **querele presentate nel tempo da 176 persone** che, stando a quanto contestato, sarebbero state "indotte, mediante **artifizi e raggiri** , nonché approfittando della particolare **situazione di vulnerabilità** , all’acquisto di prodotti finanziari **cosiddetti illiquidi** e ad elevata rischiosità emessi dall’istituto bancario". Le investigazioni hanno permesso di accertare che gli indagati non avrebbero fornito agli investitori notizie appropriate per effettuare **consapevolmente le proprie scelte** di investimento, violando altresì i **regolamenti Consob.** Tra le contestazioni agli indagati vi sono la **manipolazione del questionario di profilatura** del rischio al fine di collocare strumenti finanziari inadeguati alle caratteristiche e agli obiettivi dei clienti; l’omissione della raccolta di tutte le informazioni necessarie per valutare gli obiettivi di investimento della clientela.
Secondo il procuratore Roberto Rossi, gli indagati hanno indotto i clienti, raggirandoli, ad acquistare **prodotti finanziari illiquidi e ad elevata rischiosità** emessi dalla banca facendo credere loro che stavano acquistando titoli a basso rischio e facilmente liquidabili. La BpB, dopo il crac provocato dalla gestione di Marco Jacobini, che è al centro di numerose indagini, è stata rilevata da Mediocredito centrale, si chiama Banca del Mezzogiorno (Bdm) ed è estranea ai fatti.
Gli accertamenti hanno permesso di stabilire che gli indagati non avrebbero fornito agli investitori notizie corrette per consentire loro di fare consapevolmente le proprie scelte di investimento. In particolare, avrebbero violato le disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, anche di natura regolamentare emanate dalla Consob. Tra le contestazioni mosse agli indagati la **manipolazione del questionario di profilatura del rischio** e l’omissione della raccolta di tutte le informazioni necessarie per valutare gli obiettivi di investimento della clientela. Ma c'è di più. Gli indagati non avrebbero consegnato ai clienti tutta la documentazione prevista dalla legge; non avrebbero comunicato nulla sulla natura illiquida e particolarmente rischiosa del titolo, non negoziato su mercati regolamentati; e avrebbero predisposto un questionario di profilatura che agevolava l’attribuzione all’investitore di un profilo di rischio sintetico medio/medio-alto, adeguato al collocamento di azioni proprie della BpB. Infine avrebbero trattato gli ordini di vendita dei titoli in palese violazione della parità dei soci con conseguente impossibilità di vendere le azioni.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
| Popolare di Bari, 88 persone indagate per truffa. "Raggiri a risparmiatori in situazione di vulnerabilità" | Infiltrazioni della 'ndrangheta al Nord, arresti e sequestro di quattro locali nella zona della movida milanese | 0.830427 | https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/19/popolare-di-bari-88-persone-indagate-per-truffa-raggiri-a-risparmiatori-in-situazione-di-vulnerabilita/7519415/ | https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/15/infiltrazioni-della-ndrangheta-a-milano-arresti-e-sequestro-di-quattro-locali-nella-zona-della-movida/7513823/ |
>>
>> Almeno 11 persone sono morte e più di 250 sono in osservazione in ospedale a causa dell'intossicazione provocata da una [fuga di cloro gassoso](<https://www.bbc.com/news/world-middle-east-61950965>) nel porto di Aqaba, in Giordania, sul mar Rosso. La fuga è stata provocata dalla perdita di un contenitore contenente 25 tonnellate di cloro gassoso, che è caduto mentre veniva trasportato con una gru da un camion a una nave attraccata in porto. I video della scena trasmessi dalle tv locali mostrano una nuvola di una sostanza giallo acceso che si libera dal contenitore dopo la caduta e alcune persone che si allontanano correndo. Le autorità sono intervenute sul luogo per gestire l'emergenza e hanno raccomandato agli abitanti della città di Aqaba di non stare all'aperto e chiudere le finestre, mentre la località turistica che si trova a sud del porto è stata evacuata.
>>
>>> وفيات وعشرات الإصابات جراء تسرب لغاز سام نتجية لانفجار صهريج في [#العقبة](<https://twitter.com/hashtag/%D8%A7%D9%84%D8%B9%D9%82%D8%A8%D8%A9?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>)[#ميناء_العقبة](<https://twitter.com/hashtag/%D9%85%D9%8A%D9%86%D8%A7%D8%A1_%D8%A7%D9%84%D8%B9%D9%82%D8%A8%D8%A9?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>) [#الأردن](<https://twitter.com/hashtag/%D8%A7%D9%84%D8%A3%D8%B1%D8%AF%D9%86?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>) [#هنا_المملكة](<https://twitter.com/hashtag/%D9%87%D9%86%D8%A7_%D8%A7%D9%84%D9%85%D9%85%D9%84%D9%83%D8%A9?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>) [pic.twitter.com/3l4oWfyob5](<https://t.co/3l4oWfyob5>)
>>>
>>> -- قناة المملكة (@AlMamlakaTV) [June 27, 2022](<https://twitter.com/AlMamlakaTV/status/1541467013171798018?ref_src=twsrc%5Etfw>)
>>
>>
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| 11 persone sono morte per una fuga di gas tossico nel porto di Aqaba, in Giordania | Un capodoglio spiaggiato in Spagna è morto perché aveva mangiato troppa plastica | 0.78811 | https://www.ilpost.it/2022/06/27/fuga-gas-cloro-porto-aqaba/ | https://www.ilpost.it/2018/04/13/balena-morta-plastica/ |
[Crediti: NASA/JPL/University of Arizona/Brown University](<https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2015/12/argi.jpg>)
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>>>> Depositi d'argilla all'interno del Ritchey Crater, situato vicino all'equatore marziano. Crediti: NASA/JPL/University of Arizona/Brown University
>>>>
>>>> La presenza di [argilla](<https://it.wikipedia.org/wiki/Argilla>) sul suolo di Marte, così come di altri [minerali idrati](<https://en.wikipedia.org/wiki/Mineral_hydration>), è ampiamete dimostrata dalle recenti missioni con _orbiter_ e _rover_. Si tratta di minerali alterati dalla presenza di acqua, un’alterazione risalente per lo più al [Noachiano](<https://it.wikipedia.org/wiki/Scala_dei_tempi_geologici_di_Marte#Noachiano>), l’epoca più antica della storia marziana, dunque a oltre 3.7 miliardi di anni fa. Ora però uno studio in uscita sul [_Journal of Geophysical Research: Planets_](<http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/2015JE004918/full>), firmato dai geologi Ralph Milliken e Vivian Sun della Brown University, mostra come questo processo d’alterazione sia stato più comune di quanto non si pensasse anche in tempi più recenti, ovvero nell’arco degli ultimi due miliardi di anni.
>>>>
>>>> Fra i depositi d’argilla rinvenuti fino a oggi su Marte, la parte del leone spetta a terreni che risalgono, appunto, al periodo noachiano. I siti di ritrovamento delle argille, inoltre, tendono a essere collocati attorno e all’interno dei grandi crateri da impatto, dove il materiale è stato scavato in profondità.
>>>>
>>>> L’ipotesi degli scienziati è che le argille presenti nei siti d’impatto si siano formate in epoca noachiana, per poi rimanere sepolte nel corso del tempo, fino a quando l’impatto non le ha riportate in superficie. Una ricostruzione particolarmente appropriata per i depositi d’argilla situati nei picchi centrali dei crateri. I picchi centrali si formano infatti quando, a seguito di un impatto, le rocce che si trovano al di sotto della crosta rimbalzano verso la superficie, facendo affiorare strati sepolti anche a parecchi chilometri di profondità.
>>>>
>>>> Per verificare questa ipotesi, Milliken e Sun hanno analizzato 633 picchi centrali di crateri distribuiti su tutta la superficie di Marte, utilizzando i dati raccolti da due strumenti a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter della NASA: CRISM ( _Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer for Mars_ ) e la camera stereo ad alta risoluzione HiRISE. Minerali idrati, la maggior parte dei quali compatibili con le argille, sono risultati presenti in 265 dei 633 picchi. Si tratta di minerali il cui contesto geologico, ricostruito grazie a HiRISE, nel 65 percento dei casi è in effetti compatibile con un substrato roccioso affiorato in superficie.
>>>>
>>>> È però il restante 35 percento – una minoranza piuttosto cospicua – ad aver suscitato l’interesse degli scienziati. Si tratta, hanno riscontrato Milliken e Sun, d’argille presenti in dune, su terreni non consolidati e in altre formazioni geologiche non associate a substrati rocciosi. In altri casi, le argille sono state rinvenute in depositi di roccia fusa dal calore dell’impatto e quindi solidificata di nuovo mano a mano che si raffreddava.
>>>>
>>>> Entrambi questi scenari rimandano a processi di [autigenesi](<https://it.wikipedia.org/wiki/Autigenesi>), ovvero di formazione sul posto qualche tempo dopo che l’impatto si è verificato, e non di affioramento dal sottosuolo. In alcuni casi, poi, queste argille autigenetiche sono state rinvenute in crateri piuttosto recenti, risalenti agli ultimi due miliardi di anni.
>>>>
>>>> «Questo suggerisce che il processo di formazione delle argille», spiega Milliken, «non sia confinato all’epoca più antica della storia di Marte. Pare che ci siano molti ambienti locali, in questi crateri, dove le argille possono ancora formarsi. E questo potrebbe essere accaduto più spesso di quanto molti di noi immaginassero».
>>>>
>>>> Un meccanismo per la formazione di queste argille potrebbe essere legato al processo d’impatto in sé, dicono i ricercatori. Gli impatti generano calore, e dunque possono portare alla fusione il ghiaccio o i minerali idrati presenti nella crosta circostante. L’acqua liberata potrebbe così filtrare attraverso le rocce e formare le argille. Alcune simulazioni d’impatto suggeriscono che condizioni idrotermali di questo tipo potrebbero persistere anche per migliaia di anni, dando così origine a condizioni di potenziale abitabilità. E questo potrebbe avere implicazioni per la ricerca di prove di vita passata su Marte.
>>>>
>>>> **Per saperne di più:**
>>>>
>>>> * Leggi su _Journal of Geophysical Research: Planets_ l'articolo "[Ancient and recent clay formation on Mars as revealed from a global survey of hydrous minerals in crater central peaks](<http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/2015JE004918/full>)", di Vivian Z. Sun e Ralph E. Milliken
*[55 minuti fa]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.28
*[1 h]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.05
*[33 minuti fa]: 10.50
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*[HTML]: HyperText Markup Language
*[P:]: Phone
| Argilla dal passato recente di Marte | Marte: niente ruggine, niente acqua | 0.914707 | https://www.media.inaf.it/2015/12/15/argilla-marziana/ | https://www.media.inaf.it/2016/11/14/meteoriti-ruggine-acqua-marte/ |
copertina del libro Colonia Basilicata
[di Luca Manes]
La Basilicata è la fotografia perfetta dell'estrattivismo italiano. Non solo perché dalla viscere del suo sottosuolo le multinazionali petrolifere – il campione nazionale Eni in primis – estraggono oro nero e gas in abbondanza, ma anche per come sono sfruttati, e spesso violentati, i territori a causa di tutto il corollario di nefandezze che quelle attività portano con sé. Questo ultimo aspetto ce lo racconta con una mole impressionante di dati, fatti ed evidenze fotografiche il giornalista e attivista Giorgio Santoriello nel suo Colonia Basilicata, cronache di un ambientalista pericoloso, edito dall'associazione [Cova Contro](<http://analizebasilicata.altervista.org/blog/?doing_wp_cron=1579689392.1339330673217773437500>), fondata dallo stesso Santoriello.
Nel volume non si fanno sconti alle diverse categorie di attori coinvolti in una vicenda ormai ultra-decennale: dai petrolieri alle istituzioni pubbliche, ai giornalisti alle autorità giudiziarie, sono in tanti a finire sul banco degli imputati e a essere indicati come responsabili del male che sta fiaccando giorno dopo giorno una regione ricca di bellezze naturalistiche, splendidi borghi e di terre un tempo fertilissime. Lo sfruttamento petrolifero ha inquinato, e parecchio, le menti. Così, come racconta Santoriello, la classe imprenditoriale non si è fatta scrupoli a puntare forte sul business dei rifiuti, in buona parte legati all'estrazione del petrolio. Così, alle discariche “legali” ma spesso controverse, si aggiungono quelle “illegittime”, sparse un po' ovunque. Tante piccole terre dei fuochi, che possono spuntar fuori nei posti più improbabili. Nel libro si documenta come sotto la stessa cosiddetta “pista Mattei”, sita nei pressi di Ferrandina e usata per far atterrare i velivoli su cui viaggiava il fondatore dell'Eni, siano custodite schifezze di ogni risma.
Leggendo Colonia Basilicata si rischia di perdere il conto delle bonifiche da fare, ma che sembrano “osteggiate” dalle autorità preposte ai controlli, segnatamente ARPAB ed affini. Altra annosa questione, quella dei controlli. A Potenza sono in corso processi in cui sono coinvolti esponenti di enti pubblici che avrebbero “scordato” di compiere il loro dovere. E così anche l'invaso creato dalla diga del Pertusillo, che fornisce acqua a mezzo Sud Italia, sembra essere a fortissimo rischio, causa prossimità con il Centro Olio Val d'Agri a Viggiano. Le analisi eseguite a proprie spese da Santoriello e pochi altri coraggiosi dipingono un quadro sconcertante della situazione, ma nulla si muove. Perché nessuno deve disturbare i colonizzatori.
*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| Il libro del mese: Colonia Basilicata | Traffico illecito di rifiuti, Eni condannata al processo a Potenza | 0.840443 | https://www.recommon.org/il-libro-del-mese-colonia-basilicata/ | https://www.recommon.org/traffico-illecito-di-rifiuti-eni-condannata-al-processo-a-potenza/ |
Un dettaglio della copertina della prima edizione di "Alessandra", di Stefano Terra
Una toccante recensione di "Alessandra" romanzo con cui Stefano Terra vinse nel 1974 il Premio Campiello ed ora ripubblicato dall'editore Gammarò
27/04/2023 -
Diego Zandel
L’editore Gammarò, della Oltre Edizioni, torna a pubblicare “Alessandra”, il romanzo dello scrittore Stefano Terra. Nato a Torino nel 1917 e morto a Roma nel 1986, Stefano Terra – il cui vero nome era Giulio Tavernari - è oggi uno scrittore ingiustamente dimenticato. Ingiustamente perché è stato un grande scrittore.
Lo scoprii tale proprio grazie alla lettura di “Alessandra”, romanzo con il quale vinse il Premio Campiello nel 1974. Non era quello il suo primo romanzo, ma, confesso, nei miei allora primi 26 anni di vita, era la prima volta che lo sentivo nominare. Acquistai il libro perché, avevo letto sui giornali, era ambientato in Grecia, a Rodi - ed io avevo una moglie di origine greca, di un’isola, Kos, appartenente allo stesso arcipelago di Rodi, il Dodecanneso - e alla stessa storia degli ultimi secoli.
"Alessandra", Stefano Terra
Gammarò editore, 2023
Presi a leggerlo e ne restai folgorato. Lo lessi, tra l’altro, in Grecia, a Kos, tanto da ritrovare, tornato a Roma, in successive aperture di quelle pagine, qualche granello di sabbia della spiaggia di Tigaki dove lo portavo con me, granelli di sabbia che accolsi come reliquie di un mondo che ormai avevo preso ad amare fin dalla prima volta che vi misi piede. Colto dalla nostalgia di tornarci, la alleviavo rileggendo qualche pagina di “Alessandra”, che la prosa di Stefano Terra riusciva a far lievitare tanto da rimandarmi l’eco di quel mondo, di quei cieli azzurri sui quali si rispecchiava il mare Egeo. Ci penso soltanto adesso, parlando di quel tempo, adesso che sono anziano, che allora ero giovane, poco meno che trentenne, eppure rimasi incantato da quella storia d’amore tra due anziani: Alessandra malata e lui, il protagonista in cui si rispecchia lo stesso Stefano Terra, l’inviato speciale, il corrispondente dai Balcani e dal Levante, come amava chiamare lui il Medio Oriente, il console onorario a Rodi con alle spalle una vita di avventuriero (“L’avventuriero timido” sarà il titolo di un suo libro di poesie, edito da Guanda) che l’accudisce tra i fantasmi della loro vita di lotte libertarie, tra anarchici e trotzkisti.
Cosa affascinava in quel giovane lettore dell’amore tra due anziani, due persone lontane dall’età, dai sentimenti che poteva provare lui? Credo che lo affascinasse il sogno di avere una vita piena come la loro, un’esistenza non comune, avventurosa, romanzesca, verrebbe da dire. Solo che quella esistenza, e il romanzo che la raccontava, a leggerlo, aveva un dono in più: l’afflato di una scrittura che afferrava il lettore alle viscere per trascinarlo dritto al cuore dalla prima all’ultima pagina.
“L’aeroporto dell’isola si chiama Maritza come il fiume della Tracia. La pista è in salita su uno sperone di argilla che si spinge alto sulla piana dei mulini a vento. Quella notte passai fra ulivi e oleandri illuminati dai fari…”
Sta di fatto che dopo la lettura di “Alessandra” andai in cerca degli altri suoi libri. Trovai con difficoltà altri due romanzi scritti in precedenza “La fortezza del Kalimegdan”, edito da Bompiani nel 1956 e “Calda come la colomba” del 1971 per lo stesso editore, al quale Terra sarebbe rimasto sempre fedele, tranne che per un breve periodo quando, convinto dal suo agente letterario Erich Linder, pubblicò un paio di romanzi tra il 1979 (“Le porte di ferro”) e i 1982 (“Albergo Minerva”).
E quei due romanzi, “La fortezza del Kalimegdan” e “Calda come la colomba”, furono non meno folgoranti di “Alessandra”. Non avrei trovato nessuno degli altri suoi precedenti libri: “Morte di italiani”, “Il ritorno del prigioniero”, “Sul ponte di Dragoti”, i libri di poesia, ma anche di reportage come “Il sorriso dell’imperatrice” con la bellissima Soraya in copertina e il sottotitolo “Viaggio in Grecia e nel Medio Oriente”, alcuni dei quali avrei recuperato negli anni sulle bancarelle o, più recentemente, su internet.
Certo, su un lettore come me, nato in un campo profughi, figlio di esuli fiumani, vittime della Jugoslavia titina, e poi sposato a una ragazza di madre greca, perciò legato a filo doppio ai Balcani, i romanzi di Stefano Terra, interamente proiettati verso quel mondo, potevano avere facile presa se non altro per motivi ambientali e culturali. In realtà ciò che più mi avvinceva di essi era la pagina, la scrittura, quelle frasi brevi, come sospirate, venate di poesia, che schiudevano immagini che avevano la forza di un grande fotoreporter, di un Robert Capa, di uno Steve McCurry.
I romanzi, intessuti di memoria, investigavano la coscienza inquieta di personaggi solitari, sullo sfondo di quegli scenari in storie che si dipanavano tra personaggi che avevano il portato esistenziale dello stesso Stefano Terra e che ben presto si sarebbe ritrovato a frequentare un gruppo di giovani antifascisti torinesi. Da qui, dopo aver fatto esplodere una bomba carta durante una manifestazione fascista ed essere stato richiamato in Albania, prenderà le mosse la sua vita raminga.
Nel 1941 ripara al Cairo e ad Alessandria d’Egitto, prendendo a frequentare gli esuli di Giustizia e libertà, Aldo Garosci, Umberto Calosso, Paolo Vittorelli, la scrittrice Fausta Cialente, una storia che Terra racconterà in “La generazione che non perdona”, che avrebbe pubblicato al Cairo nel 1942 “quando Rommel arrivava a El Alamein e si bruciavano gli archivi nel cortile dell’ambasciata britannica”. Un libro che poi, nel 1945, Einaudi avrebbe ripubblicato con il titolo “Rancore”, per scelta di Franco Fortini, ma che poi tornò ad essere “La generazione che non perdona”, molti anni dopo, nel 1979, riproposto da Bompiani con in apertura un dialogo tra Terra e Franco Calamandrei, senatore della Repubblica, figlio del grande Piero Calamandrei, dialogo che io ebbi l’onore di redigere per desiderio dello stesso Terra. E poi, via via, altri libri: di racconti, romanzi, poesie, reportage, mentre si guadagnava la vita facendo il giornalista, ma non il topo di redazione, come si vantava, ma sempre in giro per il mondo, da inviato speciale – per l’Ansa, La stampa, la RAI - corrispondente prima da Parigi poi da Belgrado e i Balcani tutti, quindi Gerusalemme e infine da Atene e il Medio Oriente.
Già nell’immediato dopo guerra era a Belgrado dov’era rimasto tre anni (raccontati in “Tre anni con Tito”, nel 1953), libro che fu fatto sparire dalla circolazione dal Maresciallo che Terra aveva attaccato per Trieste. Sua moglie Emilia Srnić, una serba che lui conobbe a Belgrado, raccontava che l’ordine era quello di comprare tutte le copie in vendita nelle librerie italiane, operazione a cui si prestarono, oltre agli emissari di Tito, anche funzionari di Palazzo Chigi, per ragioni meramente diplomatiche, visto che c’era ancora in ballo, appunto, il futuro di Trieste.
Fu questo amore per i suoi libri, per il mondo che raccontava, a farmi avvicinare a lui per la voglia di conoscerlo di persona. Tante volte si dice che è meglio non conoscere gli scrittori dei libri che ami perché potresti restare deluso al punto da condizionare così il giudizio sulle sue stesse opere. Ma a me non è accaduto. Dal giorno in cui nei lontani anni Settanta l’ho conosciuto fino al 5 ottobre del 1986, il giorno in cui morì, non mi ha mai deluso (tra l’altro la moglie Emilia chiamò me all’alba, tanto eravamo legati, subito dopo aver avvertito la figlia Susanna, che Terra era appena deceduto).
Al funerale, avvenuto nella sala mortuaria dell’ospedale romano di Santo Spirito, con la moglie ed io c’erano solo altre due persone, due vecchi colleghi di Terra: Demetrio Volcic e Giulio Cattaneo. Nessun altro, per discrezione di Emilia, che non voleva dare eco alla morte del marito che nei giorni della malattia, già un po’ orso com’era di carattere, si era chiuso in se stesso, anche nei miei confronti, restio com’era nel farsi vedere sofferente. Ora, per suo espresso desiderio le sue ceneri riposano nella sua casa nell’Attica, sotto un ulivo e “con eucalipti, vigna adagiata sull’argilla, gatti dalla testa piccola e le volpi all’imbrunire”.
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12 settembre 2019 10:17
È uno di quei libri che ci spingono a fermare tutto, perché ci fanno attraversare lo specchio introducendoci in un universo di cui non possiamo immaginare la realtà. Ahmet Altan ha scritto un libro intitolato
Non rivedrò più il mondo
, appena tradotto in francese e pubblicato in Italia un anno fa.
Come avrete indovinato dal titolo, Altan si trova attualmente in prigione, in Turchia,
condannato all’ergastolo
durante l’ondata repressiva seguita al tentativo di
colpo di stato del luglio 2016
.
Altan ha 69 anni ed è un famoso scrittore e giornalista, due professioni a rischio nella Turchia della deriva autoritaria del presidente Recep Tayyip Erdoğan. Arrestato insieme a suo fratello Mehmet, Altan è stato inizialmente accusato di aver inviato un messaggio subliminale durante una trasmissione televisiva.
Una parodia della giustizia
Davanti all’assurdità dell’imputazione, Altan è stato successivamente condannato per sovversione. La sentenza è stata rovesciata dalla corte suprema, ma lo scrittore resta in carcere in attesa di un nuovo processo. Nel 2017 ho assistito a un’udienza del processo contro Altan, una parodia della giustizia che
avevo raccontato qui
.
Nel suo libro, Altan presenta una descrizione dell’ingranaggio oppressivo del sistema turco.
Tutto comincia con l’arresto all’alba, atteso dallo scrittore che aveva già preparato i suoi effetti personali. Una scena che Altan aveva già vissuto quando suo padre era stato arrestato dalla dittatura militare, 45 anni prima. Altan ha mostrato nei confronti dei poliziotti la stessa gentilezza riservata da suo padre ai militari.
Incontra detenuti che non sanno nemmeno perché si trovano in carcere, compresi alcuni magistrati
“Questo paese si muove molto lentamente lungo il corso della propria storia”, scrive Altan.
Lo scrittore descrive da una prospettiva distaccata la vita in prigione, a cominciare dalla scomparsa degli specchi e dunque dall’impossibilità di vedere il proprio viso. “Lo specchio ti guarda, dimostra che esisti”, scrive. L’assenza di un’immagine riflessa, di contro, mina la fiducia in sé e fiacca la resistenza durante gli interrogatori.
Altan racconta tutta l’assurdità della sua esperienza. Incontra detenuti che non sanno nemmeno perché si trovano in carcere, compresi alcuni magistrati che pochi mesi prima avevano mandato in galera altre persone prima di essere denunciati da colleghi che volevano salvare la pelle.
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Lo scrittore descrive la crudeltà di alcuni (una dottoressa che lo costringe a tenere le manette anche durante una visita medica) e la bontà di altri, capaci di gesti umani.
Ad Altan resta una risorsa: la sua immaginazione. “Fino a oggi non c’è stata una sola mattina in cui mi sono svegliato in prigione”, scrive. Immagina di trovarsi in un hotel parigino, o sulla rive del Danubio, aggrappandosi a ricordi di viaggio e letture.
Le ultime parole di Altan suonano come una sfida: “Non potrete mai incarcerarmi, non mi rinchiuderete mai. Come tutti gli scrittori, ho un potere magico: passo attraverso i muri”. Ahmet Altan è un grande scrittore, e sta marcendo in prigione.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
Leggi anche:
Una condanna a vita per Ahmet Altan
Turchia
Giornalisti
| Il carcere non spegne la voce dello scrittore turco Ahmet Altan | Turchia: i 2000 giorni in carcere di Nedim Türfent | 0.820715 | https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2019/09/12/carcere-ahmet-altan | https://www.balcanicaucaso.org/aree/Turchia/Turchia-i-2000-giorni-in-carcere-di-Nedim-Tuerfent-213722 |
>>
>> Nelle edizioni di domenica e lunedì il _Fatto Quotidiano_ ha messo in grande evidenza in prima pagina una [notizia](<https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/03/19/sabaudia-soldati-ucraini-a-scuola-per-sparare-missili-franco-italiani/7101764/amp/>) su un gruppo di circa venti soldati ucraini addestrati in Italia, in particolare a Sabaudia, in provincia di Latina. Il fatto che fosse in corso questo addestramento non era noto, ma si sapeva invece che lo scorso ottobre l'Unione Europea aveva approvato la missione di cui l'addestramento fa parte. La notizia data dal _Fatto Quotidiano_ è stata poi [confermata](<https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/03/19/ucrainaaliquota-militari-ucraini-si-e-addestrata-in-italia_bd5c8d7f-dee5-44bc-a35b-328df057818b.html>) da fonti militari all'agenzia _Ansa_ , secondo cui l'addestramento si è concluso.
>>
>> L'addestramento di Sabaudia avrebbe riguardato l'uso di un sistema missilistico difensivo terra-aria, che Italia e Francia forniranno all'esercito ucraino nei prossimi mesi e che verrà utilizzato per abbattere i missili nemici durante i bombardamenti. Gli addestramenti di soldati ucraini non stanno avvenendo solo in Italia: sono in corso o programmati in molti altri stati dell'Unione, fra cui Germania e Spagna, oltre che nel Regno Unito e negli Stati Uniti, spesso con un maggiore impiego di soldati rispetto a quello avvenuto in Italia.
>>
>> Tuttavia le prime pagine del _Fatto Quotidiano_ e il modo in cui è stata raccontata la notizia hanno scatenato una polemica politica alimentata soprattutto dal Movimento 5 Stelle, da Alleanza Verdi e Sinistra e da Forza Italia, partiti che in questi mesi avevano già dimostrato di preferire un approccio diplomatico alla risoluzione della guerra in Ucraina, criticando invece l'invio di armi e attrezzature militari.
>>
>> I soldati ucraini, scrive il _Fatto_ , sarebbero arrivati a inizio marzo con un volo speciale all'aeroporto militare di Pratica di Mare e sarebbero stati ospitati nella caserma Santa Barbara di Sabaudia, una struttura in cui normalmente opera circa un migliaio di soldati italiani. Fonti del ministero della Difesa hanno poi comunicato che altri militari ucraini avrebbero partecipato a prove su mezzi blindati alla Scuola di Fanteria di Cesano, in provincia di Roma, mentre una successiva sessione di addestramento in Sardegna di cui ha parlato il _Fatto_ non è stata confermata da fonti ufficiali.
>>
>> I militari ucraini si sarebbero addestrati a usare il sistema difensivo Samp-T con alcuni simulatori: è un progetto italo-francese sviluppato sin dai primi anni 2000 e utilizzato in varie situazioni, fra cui la protezione della città di Roma durante il Giubileo straordinario della misericordia del 2015. Di fatto i sistemi Samp-T sono costituiti da batterie di missili terra-aria trasportabili anche su camion che possono tracciare 100 missili o aerei in volo, colpendone [contemporaneamente](<https://www.esercito.difesa.it/equipaggiamenti/Artiglieria/Artiglieria-Controaerei/Pagine/SAMP-T.aspx>) 8 da una distanza massima di 120 chilometri. L'Italia ha in dotazione cinque batterie, per un valore complessivo di circa due miliardi di euro.
>>
>> A livello militare, i sistemi Samp-T sono il principale contributo italiano ai combattimenti in Ucraina e sono attrezzature complesse, per cui è necessario un addestramento specifico. L'accordo per la fornitura era stato trovato a fine gennaio.
>>
>> La missione europea di assistenza e addestramento militare all'esercito ucraino era stata invece approvata dall'Italia a ottobre del 2022: i dettagli dell'operazione [erano stati spiegati a metà novembre](<https://www.aljazeera.com/news/2022/11/15/eu-launches-military-training-mission-for-ukraines-armed-forces>) dall’Alto rappresentante per gli Affari esteri europei, Josep Borrell. La missione prevede che per due anni circa 15.000 soldati ucraini vengano addestrati in alcuni paesi europei, di cui 5.000 in Germania e 2.000 in Francia, con uno stanziamento complessivo di 16 milioni di euro per 24 mesi. L'Ungheria di Viktor Orbán era stato l'unico paese a non approvare la missione, astenendosi, mentre l'Austria ha ritenuto di non partecipare all'addestramento in virtù della sua lunga tradizione di neutralità militare.
>>
>> Da metà gennaio in varie basi militari tedesche sono [in corso addestramenti di soldati ucraini](<https://www.npr.org/2023/01/16/1149372572/expanded-us-training-for-ukraine-forces-begins-in-germany>), con la collaborazione dell'esercito statunitense. In Spagna circa 40 militari ucraini si stanno addestrando a usare i [carri armati Leopard 2A4](<https://www.reuters.com/world/europe/ukrainian-soldiers-wrap-up-leopard-2a4-tank-training-spain-2023-03-13/>), mentre nel Regno Unito sono in corso operazioni simili ma molto più corpose e lunghe, di circa 5 settimane: gli ucraini ospiti delle basi britanniche sono circa 20.000 e hanno anche [ricevuto la visita di re Carlo III](<https://www.bbc.com/news/uk-england-wiltshire-64709125>).
>>
>> L'addestramento di militari ucraini nel nord dell'Inghilterra (AP Photo/Scott Heppell)
>>
>> In Italia l'addestramento ha suscitato un dibattito politico alimentato in parte dallo stesso _Fatto Quotidiano_ che per primo aveva dato la notizia. Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha definito l'addestramento «un’ulteriore escalation militare del conflitto e segno di una partecipazione sempre più attiva» dell'Italia. Anche Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra ha criticato l'addestramento, parlando di un «coinvolgimento di fatto dell'Italia nella guerra».
>>
>> Sulla questione è intervenuto anche Maurizio Gasparri, di Forza Italia, partito che fa parte della coalizione di governo ma il cui leader, Silvio Berlusconi, ha più volte [criticato il presidente ucraino](<https://www.ilpost.it/2023/02/12/berlusconi-dichiarazioni-ucraina/>), Volodymyr Zelensky, giustificando in parte l'invasione russa con argomentazioni false o infondate. Gasparri ha detto: «Che sia in corso un’escalation non lo scopriamo ora, sposo totalmente la posizione di Silvio Berlusconi: sarebbe meglio concentrarsi di più sul dialogo».
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| L'addestramento dei soldati ucraini in Italia | L'Ucraina ha ricevuto i primi carri armati Abrams dagli Stati Uniti | 0.827656 | https://www.ilpost.it/2023/03/20/addestramento-soldati-ucraini-italia/ | https://www.ilpost.it/2023/09/25/ucraina-carri-armati-abrams-stati-uniti/ |
>
> Il velocista italiano Filippo Tortu, che a 20 anni [è già l'atleta di punta](<https://www.ilpost.it/2018/06/22/filippo-tortu-pietro-mennea-atletica-leggera/>) della nazionale di atletica leggera, esordirà oggi agli European Championships, la nuova formula adottata dai campionati europei che unisce nella stessa manifestazione sette diversi sport. All'Olympiastadion di Berlino, la città che ospita le gare di atletica (tutte le altre sono a Glasgow e in altre aree della Scozia), Tortu gareggerà nelle semifinali dei 100 metri, la sua specialità, insieme ad altri due italiani, Marcell Jacobs e Federico Cattaneo. I primi due hanno ottime possibilità di qualificarsi alla finale: Tortu è dato praticamente per certo tra i finalisti, e per lui questa sarà la gara più importante di tutta la stagione.
>
> La semifinale è in programma tra le 19.30 e le 19.40 mentre la finale inizia alle 21.50. Le gare saranno trasmesse in chiaro sui canali Rai e poi su Eurosport, che però è visibile solo con un abbonamento a Sky o a Mediaset Premium. In streaming la gara si potrà vedere tramite la piattaforma Rai Play e su Eurosport Player, altro servizio a pagamento ma indipendente da Sky e Premium.
>
> Il 22 giugno scorso, al Meeting di Madrid di atletica leggera, Tortu aveva corso la finale dei 100 metri in 9.99 secondi (con vento a +0,2 m/s) e aveva battuto il record italiano di Pietro Mennea del 1979. Tortu è così diventato il primo italiano e il terzo atleta bianco di sempre ad aver corso i 100 metri sotto i 10 secondi, dopo il francese Christophe Lemaitre e il turco Ramil Guliyev.
>
> Un mese prima di Madrid aveva stabilito il secondo miglior tempo italiano di sempre nei 100 metri correndo in 10 secondi e 3 centesimi la finale del Meeting di Savona. Nella stessa finale, l’altro italiano in gara stasera, Marcell Jacobs, aveva corso in 10 secondi e 8 centesimi, registrando il quarto miglior tempo italiano nei 100 metri. Due settimane dopo, al Golden Gala di Roma, il più importante meeting annuale di atletica leggera in Italia, Tortu aveva corso i 100 metri in 10 secondi e 4 centesimi, [registrando il terzo miglior tempo](<https://www.ilpost.it/2018/06/02/filippo-tortu-golden-gala/>) della gara davanti allo statunitense Christian Coleman, vice campione del mondo. Jacobs invece non era andato oltre i 10 secondi e 19 centesimi, restando molto lontano da Tortu. Jacobs però ha 23 anni e si sta dedicando alla velocità in una pausa dalla sua specialità, il salto in lungo, ed è ancora presto per capire se anche in futuro possa competere a questi livelli.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Agli Europei è il giorno di Filippo Tortu | Filippo Tortu ha corso i 100 metri in meno di 10 secondi | 0.906844 | https://www.ilpost.it/2018/08/07/europei-filippo-tortu/ | https://www.ilpost.it/2018/06/22/filippo-tortu-pietro-mennea-atletica-leggera/ |
Nella splendida pagina che chiude questo numero di Altreconomia, [Roberto Mancini](<http://docenti.unimc.it/docenti/roberto-mancini>) svela i meccanismi che ci rendono da un lato insensibili, **dall 'altro tolleranti verso qualsiasi ingiustizia o sopruso, anche verso noi stessi**.
Di fronte a questo **odierno e capillare processo di "banalizzazione del male"** - come Mancini lo definisce -; di fronte alle macerie - sociali, politiche, economiche - cui assistiamo un po' sbigottiti, siamo tutti chiamati a una serena e incosciente assunzione di responsabilita.
La serenita sta nel capire che, per sua stessa natura, **l 'assunzione di responsabilita comprende l'accettazione del fatto che non tutti risponderanno a questa chiamata. **Serenamente, dobbiamo infatti abituarci all'idea che **la responsabilit a non e equa**: non tutti, sia pur chiamati, la faranno propria. E il peso di questa quindi - la pazienza, in senso etimologico - gravera su pochi. (Eppure, la pazienza non puo essere sacrificio, il quale di solito pretende qualcosa in cambio, un compenso, un regolamento di conti).
**L 'incoscienza sta invece nel fatto che palese e il fallimento delle persone ragionevoli**, le quali, animate dalle migliori intenzioni e misconoscendo ingenuamente la realta, credono di poter rimettere in piedi l'impalcatura crollata usando un po' la ragione. Sessantacinque anni fa, il 9 aprile 1945, moriva impiccato nel carcere di Flossemburg il teologo tedesco [Dietrich Bonhoeffer](<http://http://it.wikipedia.org/wiki/Dietrich_Bonhoeffer>), a soli 39 anni. Era stato arrestato due anni prima per aver cospirato per l'assassinio di Hitler, in un attentato poi fallito (la figura di Bonhoeffer meriterebbe ben piu memoria di quella di cui siamo capaci).
Del periodo trascorso in carcere ci resta la straordinaria corrispondenza raccolta **nel celebre volume Resistenza e resa (in Italia pubblicato da San Paolo)** : una lezione che tutti dovrebbero ascoltare. _" Abbiamo vissuto e pensato troppo nella convizione che sia possibile garantire in precedenza ogni azione vagliando le possibilita, in modo tale che essa poi si compia completamente da sola"_ scrive nel 1944. _" Abbiamo imparato un po' troppo tardi che l'origine dell'azione non e il pensiero ma la disponibilita alla responsabilita"_.
Neanche il nostro e il tempo della teleologia o dell'accettazione. **È semmai l'epoca del dubbio, della speranza**, della fiducia. **E della resistenza**. _" Mi sono chiesto spesso dove passi il confine tra la necessaria resistenza e l'altrettanto necessaria resa davanti al destino"_, scrive ancora nel 1944. _" Credo che dobbiamo effettivamente por mano a cose grandi e particolari, e fare pero contemporaneamente cio che e ovvio e necessario in generale; dobbiamo affrontare decisamente il destino e al momento opportuno sottometterci ad esso. (…) I limiti tra resistenza e resa non si possono determinare dunque sul piano dei principi: l'una e l'altra devono essere presenti e assunte con decisione"._
Solo chiedendo responsabilita, solo educando alla responsabilita possiamo guardare - sereni, incoscienti e consapevoli dei rischi - al futuro.
| Della resistenza e della resa | Cosa facciamo se entriamo davvero in guerra | 0.792953 | https://altreconomia.it/della-resistenza-e-della-resa/ | https://www.ilpost.it/2015/12/11/italiani-guerra/ |
Da circa tre anni molte zone di Haiti [sono colpite da un’intensa siccità](<http://bigstory.ap.org/article/997f401c022746a388f5d4ee3bdc1a24/drought-hammers-countryside-many-haiti-go-hungry>), che ha peggiorato ulteriormente le condizioni della popolazione locale, già prima una delle più povere al mondo. Negli ultimi mesi la situazione è peggiorata ulteriormente a causa di “[El Niño](<https://www.ilpost.it/2015/08/26/el-nino/>)”, una serie di fenomeni atmosferici che si verificano nell’Oceano Pacifico – di solito con un picco nei mesi di dicembre e gennaio – in media ogni cinque anni. El Niño ha reso ancora più secchi i terreni dedicati all’agricoltura, che ad Haiti sono parecchi: _AP_ scrive che due terzi della popolazione haitiana sopravvive grazie ad attività legate all’agricoltura. Le Nazioni Unite hanno parlato di “un’insicurezza alimentare senza precedenti”, con conseguenze legate anche alla diffusione di una serie di malattie. Secondo alcune stime, circa 1,5 milioni di persone ad Haiti vivono in condizioni di grave malnutrizione (su una popolazione di poco superiore ai 10 milioni di abitanti).
Dieu Nalio Chery, fotografo di _AP_ , ha scattato delle fotografie per raccontare quello che sta succedendo ad Haiti.
[ ](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-7/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-8/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-9/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-10/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-11/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-12/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-13/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-14/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/siccita-haiti-15/>)
Haiti è uno dei paesi più poveri al mondo e ha l’indice di sviluppo umano (ISU) più basso di tutte le Americhe (l’ISU è calcolato tenendo conto di variabili come aspettativa di vita, istruzione e reddito nazionale lordo procapite). Negli ultimi cinque anni ad Haiti è successo un po’ di tutto: nel 2010 c’è stato un terremoto devastante che ha ucciso almeno 230mila persone e distrutto Port-au-Prince, la capitale dello stato: al terremoto è seguita un’epidemia di colera, poi l’isola [è stata coinvolta dall’uragano Sandy](<https://www.ilpost.it/2012/11/04/tutti-i-guai-di-haiti/>) e più di recente sono state organizzate [proteste violente](<https://www.ilpost.it/2015/02/10/proteste-haiti-carburante-martelly/>) per chiedere le dimissioni dell'allora presidente Michel Martelly, che si è dimesso dal suo incarico il 10 febbraio di quest'anno.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| L'incredibile siccità ad Haiti | Ad Haiti le cose non migliorano | 0.899682 | https://www.ilpost.it/2016/02/25/lincredibile-siccita-ad-haiti/ | https://www.ilpost.it/2016/10/11/ad-haiti-le-cose-non-migliorano/ |
Oggi, in Francia, all'Assemblea Nazionale, al posto del tradizionale _question time_ è stato osservato un minuto di silenzio per le vittime degli attentati alla sede di _Charlie Hebdo_ , a Montrouge e al supermercato kosher di Porte de Vincennes della scorsa settimana. I deputati hanno cantato la Marsigliese e il primo ministro Manuel Valls ha fatto un discorso molto apprezzato e applaudito più volte da tutti gli esponenti dei diversi partiti politici, di destra e di sinistra. _Le Monde_ [ha scritto](<http://www.lemonde.fr/politique/article/2015/01/13/le-discours-de-valls-a-l-assemblee-salue-par-la-classe-politique_4555545_823448.html>) che dopo la marcia repubblicana di domenica 11 gennaio sono stati i deputati dell'Assemblea «a incarnare l'unità nazionale».
**«La Francia è in piedi»**
Valls ha parlato delle vittime degli attentati, dei poliziotti e della reazione e della solidarietà dimostrata dal popolo francese e dai governi stranieri: «Il sostegno e la solidarietà dimostrata da tutto il mondo non sono stati mal riposti: è lo spirito della Francia, la sua luce, il suo messaggio universale che volevano abbattere. Ma la Francia è in piedi». Valls, in un passaggio molto applaudito ha detto: «Sì, la Francia è in guerra contro il terrorismo, il jihadismo e l'islamismo radicale. La Francia non è in guerra contro l'islam e i musulmani. La Francia proteggerà tutti i suoi cittadini, quelli che credono e quelli che non credono, con determinazione e sangue freddo».
**«Misure eccezionali, non d 'eccezione»**
Il primo ministro ha anche spiegato che cosa farà ora il governo: «A una situazione eccezionale devono corrispondere misure eccezionali. Ma lo dico con la stessa forza: mai delle misure di eccezione in contrasto con il principio dei diritti e dei valori». Valls ha detto che il ministro degli Interni farà entro i prossimi otto giorni delle proposte «di rafforzamento» della sicurezza contro il terrorismo e che tra queste ne saranno comprese alcune che riguarderanno Internet e i social network «più che mai utilizzati per il reclutamento». Valls ha spiegato che «i fenomeni di radicalizzazione si sviluppano in carcere, questa non è una novità». Facendo riferimento a una misura attualmente in fase di sperimentazione a Fleury-Mérogis, struttura detentiva nell'Île-de-France, il primo ministro ha spiegato che «prima della fine dell'anno la sorveglianza dei detenuti considerati come radicali sarà organizzata in luoghi specifici creati all'interno delle carceri». Ha parlato di una minaccia grave, a livello internazionale, e ha detto che «non bisogna abbassare la guardia».
**«Un avanzamento insopportabile»**
Valls, ha detto: «Non voglio che ci siano ebrei che possano avere paura, non voglio che ci siano dei musulmani che si vergognano, la Repubblica è fraterna, generosa ed è qui per accogliere tutti. La storia ci ha mostrato che la rinascita dell'antisemitismo è il sintomo di una crisi della democrazia, di una crisi della Repubblica. Gli atti di antisemitismo in Francia stanno vivendo un avanzamento insopportabile. Ci sono le parole, gli insulti, i gesti. Gli attacchi ignobili, come a Créteil qualche settimana fa, non hanno sollevato l'indignazione che ci si aspettava per i nostri compagni ebrei». Il riferimento di Valls è a quanto accaduto all'inizio di dicembre a Créteil dove nella casa di due ragazzi, Jonathan e Maria, sono entrati con la forza tre uomini incappucciati e armati: «Sappiamo che tuo padre è ebreo, che ha qualcosa sulla testa (cioè la kippah, ndr) e che avete i soldi. Siete ebrei, i soldi li avete in casa, non li mettete in banca» hanno detto i rapinatori. Il ragazzo è stato legato a terra e lei è stata violentata. Valls ha parlato anche di un'altra emergenza per la Francia: la violenza contro i musulmani, precisando che «l'Islam è la seconda religione del paese».
**«L 'orgoglio di essere francesi»**
Valls ha concluso il suo discorso dicendo: «La Francia deve restare fedele allo spirito dell'11 gennaio, deve essere abitata da questi valori, fornire risposte alle domande dei francesi, comprendere che il mondo è cambiato, che ci sarà un prima e un dopo. C'è qualcosa che ha reso tutti noi più forti, dopo questi eventi e la manifestazione di questo fine settimana. Lo sentiamo tutti: è l'orgoglio di essere francesi, non dimentichiamolo mai».
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| L'applaudito discorso di Manuel Valls | La vittoria della destra in Francia | 0.8236 | https://www.ilpost.it/2015/01/13/applaudito-discorso-manuel-valls-charlie-hebdo/ | https://www.ilpost.it/2014/03/24/elezioni-amministrative-francia/ |
Una casa qualunque, nella più scialba delle località di mare. Vi abitano da anni quattro sacerdoti anziani e una suora che apparentemente svolge la funzione di domestica, ma in realtà li controlla. I preti vi risiedono per volere della Chiesa, sono in punizione: devono riconoscere ed espiare i loro «peccati» - che vanno dalla cleptomania fino al vizio del gioco e all’omosessualità - il più lontano possibile da occhi indiscreti. Il tempo scorre lento in questo ambiente anonimo, i sacerdoti pregano a orari fissi, si scambiano qualche parola, guardano la tv: una vita normale, come se nulla fosse. Uno dei quattro sembra in stato catatonico, in realtà ascolta tutto ciò che viene detto tra quelle mura ingiallite. Siamo in Cile e questo è il set del film Il club, diretto da Pablo Larraín e vincitore nel 2015 del Gran premio della giuria alla Berlinale. In Italia, dopo la proiezione alla Festa del cinema di Roma, la pellicola è passata in poche minuscole sale, giusto il tempo di un respiro. Improvvisamente, nel film, la routine quotidiana è incrinata dall’arrivo di un quinto ospite, che si porta dietro una storia di abusi. Una delle sue vittime, ridotta a vagabondare e a delirare, lo ha seguito e si è accampata nei pressi della casa per tenerlo sotto controllo. Urlando da dietro una bassa palizzata, ricorda al suo aguzzino le violenze subite e lo fa nel linguaggio più volgare e con tutti i più crudi particolari, guardandolo negli occhi: il prete pedofilo, schiacciato dal senso di colpa, si toglie la vita. A quel punto compare padre García, un aitante religioso di nuova generazione, deciso, risoluto, inflessibile, dall’eloquio ipnotico. Un gesuita. Ha il compito di chiudere quel luogo ed evitare lo scandalo, ma la tragedia che si è appena consumata sembra solo un pretesto. García di questi siti ne ha già dismessi parecchi perché la «Casa madre» li considera fuori dal suo controllo. Questo è ciò che accade al cinema. Nella realtà, i siti di controllo, cura ed espiazione per sacerdoti problematici sono tenuti in grande considerazione dalla Chiesa cattolica, pur non essendo mai menzionati nei discorsi ufficiali delle sue gerarchie. È lo stesso diritto ecclesiastico a prevedere l’esistenza di «case destinate alla penitenza e alla correzione dei chierici anche extradiocesani» (can. 1337, §2). Ve ne sono ovunque nel mondo e, come abbiamo scoperto, anche in Italia, disseminate come piccole enclave vaticane lungo tutto lo Stivale, dal Trentino fino alla Sicilia. Siamo andati a scovarle, a visitarle e a parlare con chi ci vive, le gestisce e coordina. Nessuno lo aveva mai fatto prima. Qualche volta ci hanno aperto le porte, molto più spesso non ci hanno nemmeno risposto. Ne abbiamo censite diciotto, nel corso di un’inchiesta fatta di sopralluoghi, interviste, centinaia di mail e telefonate, e ancora incrociando e verificando dati e notizie estrapolati dagli annuari delle diocesi italiane, oltre che da articoli di giornale quasi sempre relegati in cronaca locale. Forse la mappa non è neppure completa, perché la discrezione che avvolge queste strutture spesso sfocia in segretezza, a causa dell’atavico timore del Vaticano verso lo scandalo pubblico. Il motivo è semplice: in genere questi centri sono una via di mezzo tra una clinica psichiatrica per sacerdoti in profonda crisi e un luogo di reclusione, poiché è tra queste mura che i preti che hanno guai con la giustizia italiana spesso chiedono di scontare le misure cautelari e gli arresti domiciliari. Ma c’è di più. Sono queste le strutture che la Chiesa utilizza per curare e tenere sotto controllo i sacerdoti riconosciuti colpevoli di abusi su minori dalla Congregazione per la dottrina della fede, e che la Santa sede non ha voluto segnalare all’Onu (a due diverse Commissioni delle nazioni unite che nel 2014 indagavano sul rispetto della Convenzione per la tutela dei minori e di quella contro la tortura, ndr) e quelli che spontaneamente chiedono aiuto a «colleghi» specialisti dopo aver scoperto di essere «attratti» dai bambini. Si tratterebbe in pratica di luoghi di reclusione - ma senza sbarre e carcerieri - paralleli a quelli dello Stato, dove sono trattenuti i presunti responsabili di reati compiuti in territorio italiano ma che non vengono denunciati alla giustizia civile dai loro superiori. Perché secondo la legge vaticana costoro sono prima di tutto dei peccatori, e come tali devono essere puniti ed espiare secondo i canoni della giustizia divina. Queste dimore costituiscono solo la punta di un gigantesco iceberg. Durante un colloquio con un sacerdote psicoterapeuta abbiamo scoperto che da almeno trent’anni esiste nel nostro Paese una rete ben organizzata di assistenza per preti in crisi, avvolta nella totale riservatezza, che attraversa la penisola come un fiume carsico. Una rete composta da centinaia di case parrocchiali, comunità di religiosi e abitazioni di famiglie laiche pronte ad accogliere, per periodi più o meno lunghi, quegli ecclesiastici che secondo i loro superiori hanno bisogno di «staccare la spina» a causa dei motivi più disparati, dai disagi interiori più o meno marcati alle crisi vocazionali. In ciascuna delle oltre duecentoventi diocesi italiane è presente almeno una struttura in grado di isolare dal mondo i «figli della Chiesa» che vogliono intraprendere un cammino di recupero, espiazione e penitenza. Da questa rete di assistenza residenziale sono invece escluse le suore, che hanno a disposizione solo servizi ambulatoriali e l’aiuto esterno da parte di equipe di psicoterapeuti. In alternativa c’è la «cura» da parte delle consorelle in convento.
*
**In libreria** L’ex numeraria dell’Opus Dei Emanuela Provera e il giornalista di Left Federico Tulli hanno attraversato l’Italia visitando e raccontando in Giustizia divina, in libreria per [Chiarelettere](<http://www.chiarelettere.it/>) dal 9 novembre, i cosiddetti centri di cura per sacerdoti e suore “in difficoltà”. Come funzionano? Chi li finanzia? Da nord a sud, operano nella più assoluta discrezione e riservatezza. Ospitano sacerdoti e suore con le storie più diverse, alcuni dei quali sottratti alla giustizia. Di loro si occupa la Chiesa, come una “madre amorevole”. La violenza sui minori non è l’unico reato commesso da ecclesiastici. C’è la suora stalker, il sacerdote omicida, c’è l’omosessualità, che per la Chiesa resta un peccato da espiare lontano da occhi indiscreti. C’è il prete affetto da ludopatia e quello ossessionato dai siti porno. Una minoranza, certo. Ma molto numerosa. Tutta colpa del diavolo, dice la Chiesa, come documenta l’ultima parte di questa inchiesta, dedicata alle scuole di esorcismo in Italia e alle cerimonie di liberazione dal “maligno” a cui gli autori hanno partecipato di persona. Se questa è la realtà dietro agli appelli e alle battaglie di papa Francesco, se questo è il Vaticano, difficile che qualcosa possa davvero cambiare.
*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| Ecco dove e come la Chiesa nasconde i preti pedofili | Fr. Rogério Soares (vicario episcopale) e i detenuti accusati di terrorismo: "Persone sprovvedute, dentro un gioco più grande di loro | 0.782696 | https://left.it/2018/11/16/ecco-dove-e-come-la-chiesa-nasconde-i-preti-pedofili/ | https://www.agensir.it/mondo/2023/01/13/fr-rogerio-soares-vicario-episcopale-e-i-detenuti-accusati-di-terrorismo-persone-sprovvedute-dentro-un-gioco-piu-grande-di-loro/ |
[](<https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2018/04/TiangongStoryboard.png>)
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>>>> I dati orbitali e le possibili ultime traiettorie della Tiangong-1 a qualche ora dal suo rientro in atmosfera. Crediti: The Aerospace Corporation
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>>>> C’era da aspettarselo: **Tiangong-1** è caduta nelle vaste immensità di un oceano grande mezzo globo, ovvero il posto più probabile dove avrebbe potuto farlo. D’altra parte, il mondo, che diciamo sempre essere “piccolo” quando troviamo nostra zia al supermercato, evidentemente tanto piccolo non è per un oggetto lungo dieci metri che deve scegliere dove atterrare in cinquecento milioni di chilometri quadrati. Era Tiangong, semmai, ad essere piccola, uno spillo solo un po’ più tozzo in un pagliaio chiamato Terra. Eppure ci ha tenuto col fiato sospeso più di [Cassini](<https://www.media.inaf.it/2017/09/15/tuffo-nuvole-saturno/>) quando è ruzzolata su Saturno e il motivo è semplice: stavolta si trattava di noi. Erano in ballo possibili conseguenze, seppur minime, sulle nostre vite. E Tiangong ci ha forse deluso in questo? No, possiamo dire tranquillamente che delle conseguenze le ha avute, eccome, ma tutt’altro che catastrofiche.
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>>>> Pur in questo finale così anonimo, dove i principali siti di tracciamento satellitare davano ognuno la sua versione dei fatti e per un paio d’ore non se ne è saputo nulla, Tiangong-1 ha rappresentato un goffo ed inoffensivo nemico dell’umanità. Una simbolica zanzara che tutto il castello, dal re ai maggiordomi, si è ingegnosamente attrezzato per inseguire e neutralizzare. In quel momento sono cadute le barriere sociali e c’è stato spazio solo per l’obiettivo dell’abbattimento di questa risibile ma fastidiosa minaccia.
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>>>> Nel suo piccolo, Tiangong ha quindi rappresentato un banco di prova e di collaborazione tra **15 agenzie spaziali** e un’altra infinità di enti che di solito si occupano di produrre, gestire ed affilare le armi. E se al mondo esiste un nobile motivo ed una giustificazione per il proliferare di tanta industria bellica è proprio il fatto che un giorno tutta questa potenza potrebbe servirci all’improvviso e tutta insieme.
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>>>> Mai riusciremo a deviare un pianeta impazzito che ci viene addosso, o un asteroide di cinquanta chilometri di diametro, ma magari con un astro non troppo immenso potremmo riuscirci. Ebbene, in quel momento - che speriamo inutilmente non arrivi mai - servirà tutta la collaborazione che il mondo ha messo su Tiangong-1. Anzi, molta di più. Non parliamo poi di tutti gli errori e le mancanze tecniche e tecnologiche che sono emerse e la cui correzione appare inderogabile come ad esempio la probabile insufficienza di stazioni radar a terra in grado di tracciare l’oggetto istante per istante, perché pare lo abbiano fatto i satelliti ma con molte zone d’ombra e di incertezza. È probabilmente ora di fare pulizia non solo in casa ma anche in cortile togliendo di mezzo, ad esempio, un po’ di spazzatura spaziale.
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>>>> Comunque, ora che è tutto finito e la paura è alle spalle, diciamoci la verità: abbiamo sperato che Tiangong, senza farci del male, decidesse di cadere proprio sull’Italia. Solo per mostrarsi e farci godere lo spettacolo del fuoco nel cielo, per fotografarlo, filmarlo, legarlo come ricordo ad una particolare fase della nostra vita, sia personale che di “genere umano”. Ora che, come ogni anno, abbiamo scoperto che il biglietto vincente della Lotteria di Capodanno l’ha vinto qualcun altro - ed anzi, fortunatamente stavolta non l’ha vinto proprio nessuno - finalmente possiamo buttarci in poltrona e ripercorrere, come un romanzo, la storia di Tiangong 1. Praticamente nessuno sapeva della sua esistenza fino al 2013, anno di uscita di Gravity, film – come ci ha raccontato Luca Perri in [questo articolo](<https://www.media.inaf.it/2016/09/23/tiangong-1-non-ce-gravity-che-tenga/>) su Mediainaf - in cui Sandra Bullock sale sulla Tiangong e la riporta rocambolescamente sulla Terra. Ma non era semplice fiction, perché la Tiangong-1 era realmente stata lanciata due anni prima, nel settembre 2011, a dimostrare che la Cina poteva competere con le grandi potenze per la conquista dello spazio. Nei media la cosa non ebbe molto risalto ma per gli addetti ai lavori fu una notizia piuttosto seguita.
>>>>
>>>> Si trattava di una “stazione spaziale orbitante” come la ben più famosa Stazione Spaziale Internazionale, ma Tiangong 1 era ancora ad un livello sperimentale e, si sa, quando si contraddistingue con questa sigla un progetto, tutto può succedere e nessuno può dire o fare più di tanto in caso di problemi. Che infatti sono arrivati puntualissimi.
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>>>> Nella primavera del 2016, a maggio, dopo che un astrofilo amatore americano l’aveva largamente osservato e previsto, l’annuncio ufficiale dei cinesi: la stazione spaziale Tiangong 1 è fuori controllo. Altrimenti detto: cadrà sulla Terra ma non sappiamo né quando né dove perché non risponde ai comandi. In quelle settimane il “range” previsto per il rientro in atmosfera era la seconda metà del 2017. Tutti pensavano già ad un Natale sotto la minaccia di Tiangong e, per la verità, i media generalisti se ne sono totalmente disinteressati per molti mesi.
>>>>
>>>> Ma il mondo militare, scientifico e tecnologico non ha mai smesso di metterle gli occhi addosso fino alla grande attesa di queste settimane e all’epilogo di poche ore fa.
*[55 minuti fa]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.28
*[1 h]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.05
*[33 minuti fa]: 10.50
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| Tiangong-1, l'insuccesso che ha unito il mondo | Un'altra prima per l'Europa e per l'Italia | 0.828662 | https://www.media.inaf.it/2018/04/02/tiangong-1-linsuccesso-che-ha-unito-il-mondo/ | https://www.media.inaf.it/2014/11/13/unaltra-prima-per-leuropa-e-per-litalia/ |
Che il Cristianesimo sia stato un grande “aggregatore” di riti e culture preesistenti è ormai un fatto incontrovertibile. Il culto del dio Mitra, inglobato in quello di Gesù, o la resurrezione di Cristo che era in origine la rinascita della natura per i popoli pagani, sono solo alcuni esempi. E non ci si è limitati ad assumere alcuni principi cardine da altre culture - copiando un po’ il modus operandi dell’Impero Romano. La Chiesa cattolica furbescamente nel corso dei secoli ha anche tentato di “assorbire” personaggi che nulla avevano a che fare con la religione. L’ultimo, in ordine di tempo, è Antonio Gramsci.
Nell’ottantesimo anniversario della morte (27 aprile 1937) _L’Osservatore Romano_ ha dedicato un articolo a firma di Franco Lo Piparo proprio all’autore dei _Quaderni dal carcere_. Con un titolo ad effetto: “Per Gramsci la religione è necessaria”.
Lo Piparo conosce bene l’opera gramsciana. Come linguista, ha scritto nel 1979 _Lingua, intellettuali egemonia in Gramsci_ (Laterza) e _Il professor Gramsci e Wittgenstein: il linguaggio e il potere_ (Donzelli, 2014) mentre avevano sollevato molte polemiche i due libri scritti sempre per Donzelli _I due carceri di Antonio Gramsci, la prigione fascista e il labirinto comunista_ (2012) e _L’ enigma del quaderno: la caccia ai manoscritti dopo la morte di Gramsci_ (2013) in cui accennava all’ipotesi di un quaderno fatto sparire da Togliatti perché Gramsci vi avrebbe esposto tesi eretiche sul comunismo. Com’è possibile che uno studioso che conosce a fondo gli scritti gramsciani si sia prestato ad un’analisi così parziale come quella su _L’Osservatore Romano_? Parziale o strumentale? Anche Lo Piparo, secondo la “moda” sottolineata in questi giorni di celebrazioni gramsciane, sembra che abbia preso un “pezzetto” di Gramsci, quello che gli faceva comodo per sostenere la sua tesi, ovvero che per Gramsci «la religione è un bisogno dello spirito» e quindi, essendo “necessaria”, la conclusione non può essere che una: anche Gramsci è religioso. O al più, accondiscendente nei confronti delle religioni, come accade a tanti laici devoti dei nostri giorni.
Ma andiamo per ordine. Nell’incipit del pezzo su _L’Osservatore romano_ si riportano alcune frasi di un articolo che il 25enne giornalista aveva scritto il 4 marzo 1916 su _l’Avanti_ nella sua rubrica Sotto la mole. «La religione è un bisogno dello spirito. Gli uomini si sentono spesso così sperduti nella vastità del mondo, si sentono così spesso sballottati da forze che non conoscono, il complesso delle energie storiche così raffinato e sottile sfugge talmente al senso comune, che nei momenti supremi solo chi ha sostituito alla religione qualche altra forza morale riesce a salvarsi dallo sfacelo». Lo Piparo, estrapolando queste frasi dal testo di Gramsci e su cui costruisce il suo articolo, cancella in un colpo solo tutto l’impianto teorico gramsciano, teso a fondare quell’egemonia culturale che avrebbe dovuto portare all’emancipazione delle classi subalterne. Questa, come ha detto su _Left_ n.16 lo storico Angelo d’Orsi, è stata la stella polare per Gramsci mai abbandonata nemmeno nei dieci anni trascorsi in carcere. E in quel lungo e tormentato periodo non è certo diventato religioso. Logico invece che nella sua ricerca filosofico-politica, vi fosse la necessità di studiare la religione, che non a caso nei _Quaderni_ lega spesso alla cultura popolare e al senso comune. Gramsci si rende perfettamente conto che è un “bisogno” delle persone “semplici” ma è un dato di fatto, da superare. A questo bisogno religioso delle masse non emancipate contrappone invece il senso della storia e della possibilità di trasformazione del mondo. Per questo motivo tutto ciò che ostacola il libero arbitrio e l’emancipazione dell’uomo va analizzato per essere contrastato: è questo il fil rouge che sta dietro alle sue note sulla cultura e il mondo dei _Quaderni_. La religione, il Vaticano, la cultura cattolica e l’organizzazione cattolica: tutto va studiato. Non a caso quando nel _Q.14_ analizza il compito dei giornali nel mappare i movimenti intellettuali, sostiene che devono seguire attentamente tutti i centri e gruppi culturali che operano in Italia, soprattutto quelli cattolici.
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*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| Per Gramsci la religione è necessaria»: le falsità del Vaticano | Roberto Calasso: contro le mode e i conformismi culturali | 0.854763 | https://left.it/2017/05/07/per-gramsci-la-religione-e-necessaria-le-falsita-del-vaticano/ | https://www.agensir.it/italia/2021/07/29/roberto-calasso-contro-le-mode-e-i-conformismi-culturali/ |
>
> La band hard rock americana dei Guns N' Roses farà un concerto in Italia nel 2018: suonerà al Parco delle Cascine di Firenze il 15 giugno, nell'ambito del festival Firenze Rocks. Le informazioni riguardo alle modalità di vendita dei biglietti saranno comunicate lunedì 13 novembre alle 14 sul sito di Firenze Rocks e sui canali social del festival. I Guns N' Roses si sono esibiti in Italia la scorsa estate a Imola, in un concerto molto apprezzato dai fan, in occasione della reunion del gruppo arrivata dopo molti anni di inattività. Nella formazione attuale dei Guns N' Roses ci sono sia lo storico cantante Axel Rose sia il chitarrista Slash.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| I Guns N' Roses faranno un concerto a Firenze nel 2018 | “What Are the Chances”, la nuova canzone dei Duran Duran | 0.765226 | https://www.ilpost.it/2017/11/10/guns-n-roses-un-concerto-firenze-nel-2018/ | https://www.ilpost.it/2015/08/22/what-are-the-chances-duran-duran/ |
>>
>> I cartelloni pubblicitari delle mutande assorbenti dell'azienda americana Thinx comparvero per la prima volta nella metropolitana di New York nel 2015. Attirarono molta attenzione e, sia perché evocavano immagini di genitali e fluidi corporei femminili, sia perché contenevano la parola «[mestruazioni](<https://www.ilpost.it/2016/01/22/mestruazioni-assorbenti/>)», furono inizialmente[ giudicati «inappropriati»](<https://slate.com/human-interest/2015/10/ads-for-thinx-period-underwear-might-be-too-lewd-for-the-nyc-subway.html>) dalla società responsabile delle affissioni nella metropolitana. Quelle di Thinx furono le prime mutande mestruali (o slip per il ciclo, o _period panties_ , in inglese) a far parlare di sé e a raggiungere un largo numero di persone. Sempre nel 2015, la rivista _Time_ le inserì nella lista delle migliori invenzioni dell'anno.
>>
>> Da allora il settore dei prodotti per le mestruazioni è cresciuto e cambiato velocemente, proponendo soluzioni nuove e diverse per chi vuole ridurne l'[impatto ambientale](<https://www.ilpost.it/2019/05/24/impatto-ambientale-assorbenti-mestruazioni/>) o per chi cerca qualcosa di più comodo e adatto alle proprie necessità. Per fare qualche esempio si sono diffuse molto [le coppette in silicone](<https://www.ilpost.it/2018/06/13/migliori-coppette-mestruali/>) e (un po' meno) [gli assorbenti lavabili](<https://tidd.ly/2ZoqtQo>); sono comparsi [assorbenti interni alla CBD](<https://thesubmarine.it/2019/07/03/una-soluzione-al-dolore-mestruale-forse-questi-assorbenti-interni-alla-cannabis/>) per alleviare i dolori e Adidas ha iniziato a vendere [pantaloni sportivi assorbenti](<https://tidd.ly/3njWocU>) per chi vuole allenarsi quando ha le mestruazioni. Dopo Thinx molte altre aziende hanno deciso di investire nella produzione e nella vendita di mutande assorbenti e ci sono sempre più persone incuriosite da questi prodotti. In Italia se ne trovano di diversi marchi sia online che nei negozi: abbiamo provato tre modelli per vedere come funzionano e a quali esigenze rispondono.
>>
>> **Come sono fatte le mutande mestruali?
> **Le mutande assorbenti per le mestruazioni che si trovano in commercio sono fatte tutte in modo piuttosto simile. Alla vista si presentano come normali mutande, fatte quasi sempre di cotone e in colori scuri. La caratteristica che le distingue dalle normali mutande è un "rinforzo" nella zona a contatto con la vulva, quella che si sporca quando si hanno perdite di sangue e dove solitamente si posizionano gli assorbenti esterni. Il rinforzo è fatto da tre strati di materiali con funzioni diverse, che insieme fanno in modo che il sangue venga assorbito e non trapassi.
>>
>> Lo strato superiore e a contatto col corpo è solitamente di un tessuto con una buona percentuale di cotone e ha la funzione di assorbire il sangue velocemente e dare una sensazione di asciutto. Lo strato più interno è quello veramente assorbente, che trattiene i liquidi, e l'ultimo strato è quello più idrorepellente, che serve a evitare che le gocce che non vengono trattenute dallo strato intermedio possano trapassare e macchiare i pantaloni, o qualsiasi cosa ci sia oltre l'intimo. Oltre a quest'ultimo strato poi c'è nuovamente il tessuto di cui è fatta la mutanda. Per darvi un'idea della quantità di sangue che riescono ad assorbire, secondo i produttori si va da due assorbenti interni (circa 20 millilitri) per le mutande con assorbenza media, a quattro assorbenti interni (circa 40 ml) per le mutande per flussi abbondanti.
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>> -AMAZONPOLLY-ONLYWORDS-START-
>>
>> **– Leggi anche:** [Si può anche scegliere di non avere le mestruazioni](<https://www.ilpost.it/2016/10/21/si-possono-per-scelta-eliminare-le-mestruazioni/>)
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>>
>> **I nostri test
> **Abbiamo provato tre mutande mestruali: [una del marchio italiano Lovable](<https://amzn.to/2ZiBOSl>), che ha presentato la sua linea di intimo assorbente a luglio (un pacco da due costa 43 euro), una [dello spagnolo Cocoro](<https://amzn.to/3jqeCYW>) (al costo di 30 euro o [50 per due paia](<https://amzn.to/3b7mNVz>)) e una [del francese NoBlood](<https://amzn.to/3b0ALbI>) (al costo di 28 euro). Hanno forme leggermente diverse: quelle di Lovable sono a vita bassa, quelle di Cocoro a vita media e quelle di NoBlood a vita alta con rinforzo assorbente esteso dall'ombelico fino alla schiena, cosa che le rende particolarmente adatte all'uso nelle ore di sonno.
>>
>> La redattrice che ha provato le mutande ha un flusso mestruale non eccessivamente abbondante, quello che i produttori definiscono "moderato", e ha tenuto le mutande addosso dalla mattina alla sera senza doverle cambiare e senza notare macchie sui vestiti, in nessuno dei tre casi. Per provare il primo modello è rimasta a casa tutto il giorno, per il timore di macchiarsi e dover correre a cambiarsi da un momento all'altro, ma già dal secondo ha capito che poteva uscire serenamente e l'ha fatto.
>>
>> La cosa che l'ha stupita di più è che sia alla vista che al tatto le mutande sono quasi sempre asciutte e non si ha mai la sensazione di avere addosso qualcosa di umido, come succede a volte con gli assorbenti esterni, o di plasticoso e non traspirante. I produttori insistono molto sul fatto che sono inodori: la redattrice dice che trattengono bene gli odori, ma niente di miracoloso. Dovendo valutare l'assorbenza, ha detto che per lei tutti e tre i test hanno dato risultati molto soddisfacenti.
>>
>> Secondo la redattrice, il maggior limite di queste mutande è che ad alcune persone potrebbe dare fastidio che lo spessore della parte assorbente si veda sul sedere quando si indossano indumenti di tessuti leggeri, o pantaloni particolarmente aderenti. Inoltre, quando le si indossa, il rinforzo si sente e non è esattamente come indossare delle mutande normali, anche se ci si abitua abbastanza velocemente.
>>
>> **Lovable
> **Secondo la redattrice che le ha provate sono le più comode da indossare: sono nere, in cotone e hanno un sottile elastico con il marchio del produttore sull'orlo superiore. La parte rinforzata è limitata alla zona che coprirebbe un assorbente esterno, quindi non sono proprio adatte per dormire (rischiano di sporcarsi in zone non assorbenti) o per fare sport particolarmente acrobatici. Hanno solo quattro taglie: la prima corrisponde alla S e la quarta alla XL e, a giudicare dall'esperienza della redattrice e da alcune recensioni online, vestono giuste. Sono le più economiche delle tre: su Amazon un pacco da due mutande per flusso moderato [costa 43 euro](<https://amzn.to/2ZiBOSl>) e un pacco sempre da due per flusso abbondante ne [costa 46](<https://amzn.to/30SnhNr>). Oltre agli slip, [ci sono anche le culotte](<https://amzn.to/3jyfdrT>) agli stessi prezzi. Si possono comprare [su Amazon](<https://amzn.to/3jyfdrT>) (dove si trovano solo i pacchi da due) o [sul sito di Lovable](<https://www.lovable.it/c/slip-da-ciclo-10207/>) (dove si comprano singole). Un difetto che hanno rivelato è che dopo il primo lavaggio gli strati assorbenti della parte rinforzata si sono come stropicciati: le mutande sono comunque utilizzabili ma forse un po' più scomode; con gli altri due modelli di mutande questo problema non c'è stato.
>>
>> [](<https://amzn.to/2ZiBOSl>)
>>
>> (il Post)
>>
>> **Cocoro
> **Le mutande di Cocoro dei nostri test sono quelle del modello Moeri per flusso moderato, di cotone nero e con una fascia decorata sulla parte alta che le rende particolarmente gradevoli da vedere. Vale lo stesso discorso fatto per le mutande di Lovable: non sono l'ideale per essere usate di notte o per sport che potrebbero farle sporcare in zone non assorbenti. Sia [su Amazon](<https://amzn.to/30ZBmJ9>) che [sul sito di Cocoro](<https://cocoro-intim.com/en/3-cocoro-menstrual-panties>) ci sono anche altri modelli, dai tanga alle culotte. Su Amazon ci sono 8 taglie, dalla XXS alla XXXL, mentre sul sito ci sono anche taglie intermedie e mutande per ragazze dai 10 ai 12 anni. Per l'esperienza della redattrice vestono leggermente piccole, quindi è meglio prendere una taglia in più che una in meno. Sul sito si distinguono molto chiaramente quelle per flusso scarso, moderato e intenso, mentre su Amazon è più difficile capire il livello di assorbenza.
>>
>> Sul sito di Cocoro le Moeri costano 28 euro l'una, con piccoli sconti se se ne prendono di più (e con le spese di spedizione dalla Spagna), su Amazon la confezione da un paio [costa 30 euro](<https://amzn.to/3b7kcuR>), quella [da due 50](<https://amzn.to/3b7mNVz>).
>>
>> [](<https://amzn.to/3b7kcuR>)
>>
>> **NoBlood**
> Il modello dei nostri test è quello a vita alta, con la fascia assorbente che va dall'ombelico alla schiena e con assorbenza massima (super +), ma sia [su Amazon](<https://amzn.to/3b463P8>) che [sul sito di NoBlood](<https://noblood.fr/>) ci sono anche altri modelli. La redattrice l'ha provato sia di giorno che di notte con ottimi risultati. Sono in particolare molto adatte a dormirci o per quelle situazioni in cui ci si vuole muovere liberamente avendo la sicurezza che ogni goccia di sangue verrà intercettata e assorbita, per esempio per fare la ruota come nelle pubblicità degli assorbenti. Di giorno sono eccessive per chi ha un flusso mestruale moderato, ma sono adatte a chi ha un flusso abbondante.
>>
>> Sono anche piuttosto belle da vedere e per essere delle mutande così coprenti non ricordano i temuti (ma anche comodi, diciamolo) "mutandoni della nonna". Nella confezione è inclusa una bustina sigillabile per quando le si porta in giro. Il tessuto di cui sono fatte per la maggior parte è sintetico, ma la parte assorbente a contatto con la pelle è in cotone. Si può scegliere tra 9 taglie, dalla XXS alla 5XL: possono essere leggermente strette attorno alle cosce e a chi è indecisa conviene prendere una taglia in più, come dicono anche molte recensioni di Amazon.
>>
>> [](<https://amzn.to/3b463P8>)
>>
>> (il Post)
>>
>> **Considerazioni generali (molte)**
> La redattrice che ha testato le tre mutande ha provato per lunghi periodi della sua vita anche gli altri principali prodotti che esistono per la gestione del sangue mestruale: assorbenti esterni, assorbenti interni e coppetta mestruale. In particolare è un'entusiasta sostenitrice di quest'ultima, che ritiene essere la soluzione migliore per quanto riguarda il risparmio economico (la sua [costa 24 euro](<https://amzn.to/3niOf8m>) e dura due o tre anni), l'impatto ambientale e la comodità di utilizzo. Secondo la redattrice, a chi si trova già molto bene con la coppetta, le mutande mestruali potrebbero non interessare granché e infatti lei ha deciso che, dopo questo breve intervallo di prova, tornerà al suo metodo precedente.
>>
>> Tuttavia, per le persone che per qualche motivo non si trovano bene con la coppetta e che vorrebbero smettere di usare assorbenti interni o esterni per motivi ambientali, le mutande assorbenti possono essere una soluzione valida, essendo riutilizzabili e non usa e getta.
>>
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>>
>> **– Leggi anche:** [Cosa sappiamo sull'impatto ambientale degli assorbenti](<https://www.ilpost.it/2019/05/24/impatto-ambientale-assorbenti-mestruazioni/>)
>>
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>>
>> Dal punto di vista economico, la coppetta rimane la soluzione migliore perché le mutande mestruali non sono tanto più convenienti degli assorbenti usa e getta, anche se dipende molto dal tipo e dalla quantità che se ne usa. I prezzi di un paio di mutande mestruali vanno dai 20 ai 30 euro quindi a una persona che ha le mestruazioni per 5 giorni con flusso moderato e che vuole eliminare completamente gli assorbenti ne serviranno almeno 9 o 10 (una per il giorno e una per la notte). Se si lavano subito dopo averle usate, si può ridurre il numero a 5 o 6, ma bisogna tenere in conto che avendo tanti strati non si asciugano molto velocemente e che non vanno messe nell'asciugatrice. Quelle che abbiamo provato hanno una vita di almeno due anni, quindi, per fare una stima approssimativa, una donna con 12 mestruazioni all'anno spenderà tra i 75 e i 120 euro, quindi dai 6 ai 10 euro al mese.
>>
>> Un altro svantaggio delle mutande mestruali è che non sono molto adatte agli imprevisti o a certe situazioni precarie. Per indossarle infatti bisogna svestirsi e rivestirsi, cosa che se si è fuori casa può rivelarsi più impegnativa che non mettere un assorbente o la coppetta. Inoltre sono più ingombranti da trasportare e se le si cambia mentre si è in giro è bene avere un sacchetto dove mettere quelle usate per non tenerle sparse nella borsa o nello zaino.
>>
>> Le mutande mestruali sono adatte anche a chi usa gli assorbenti interni o la coppetta, ma ha un flusso abbondante e macchia spesso la biancheria, per avere una protezione ulteriore sia di notte che di giorno. Si possono usare anche per intervallare gli assorbenti interni nel caso in cui a lungo andare diano fastidio: per esempio decidendo di usare le mutande mestruali di notte e gli assorbenti interni di giorno, o viceversa. Sono molto adatte anche per quei giorni in cui ci si aspetta l'inizio delle mestruazioni, visto che in quei casi è sconsigliato usare gli assorbenti interni in modo "preventivo" (la coppetta invece si può mettere anche prima di cominciare a sanguinare).
>>
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>>
>> **– Leggi anche:** [Le migliori coppette mestruali](<https://www.ilpost.it/2018/06/13/migliori-coppette-mestruali/>)
>>
>> -AMAZONPOLLY-ONLYWORDS-END-
>>
>> **Come si lavano?
> **I produttori di tutti e tre i modelli che abbiamo provato consigliano di sciacquare con acqua fredda le mutande nel lavandino finché l'acqua non diventa trasparente e poi di lavarle in lavatrice a non più di 30 gradi e senza usare l'ammorbidente. Non vanno asciugate con l'asciugatrice e non vanno stirate.
>>
>> **Le mutande che non abbiamo provato
> **Come dicevamo esistono molte aziende che vendono mutande mestruali e facendo una rapida ricerca online si trovano soluzioni per quasi tutti i gusti. [Questo modello](<https://tidd.ly/3jp6nwf>) della famosa azienda americana che citavamo all'inizio, Thinx, è risultato [il migliore dai test di _Wirecutter_](<https://www.nytimes.com/wirecutter/reviews/thinx-period-panties/>), il sito di recensioni del _New York_ _Times_ di cui tendiamo a fidarci. Alla vista è molto simile a [quello che abbiamo provato di NoBlood](<https://amzn.to/3BbwDQX>) e in Italia si può comprare su Asos a 42 euro, insieme ad [altri modelli di Thinx](<https://tidd.ly/3vJ0EWY>).
>>
>> Un altro marchio che si occupa di intimo assorbente da diversi anni è lo scozzese [Modibodi](<https://eu.modibodi.com/>), che vende mutande riutilizzabili per le mestruazioni, per l'incontinenza, per maternità e post parto, pannolini per bambini e anche costumi da bagno assorbenti. La catena di negozi giapponese Uniqlo ha una sua [linea di mutande mestruali](<https://www.awin1.com/awclick.php?gid=397526&mid=18831&awinaffid=453335&linkid=2972753&clickref=>) che costano 20 euro l'una: il modello è uno solo ma esiste in quattro colori e le taglie vanno dalla XS alla XXL. Le più economiche sul mercato sono quelle della [catena di abbigliamento fast fashion Primark](<https://www.primark.com/it/intimo-per-il-ciclo-mestruale>) che però si possono acquistare solo in negozio: un paio costa 7 euro.
>>
>> ***
>>
>> _Disclaimer: con alcuni dei siti linkati nella sezione[Consumismi](<https://www.ilpost.it/consumismi/>) _il Post _ha un’affiliazione e ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi. Ma potete anche cercare le stesse cose su Google. Se invece volete saperne di più di questi link,[qui c’è una spiegazione lunga](<https://www.ilpost.it/2020/02/05/affiliate-marketing-giornali/>)._
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Abbiamo provato tre mutande assorbenti | Le macchie rosse sul corpo di Michael Phelps | 0.730674 | https://www.ilpost.it/2021/10/25/mutande-assorbenti-mestruazioni/ | https://www.ilpost.it/2016/08/09/macchie-rossastre-phelps-cupping/ |
Umanità Nova - Archivio 2003 - art2587
Da "Umanità Nova"
n. 7 del 23 febbraio 2003
Sulla pelle dei migranti
Bossi-Fini e sanatoria: un primo bilancio
Sono passati ormai diversi mesi da quando la famigerata legge "Bossi-Fini"
sull'immigrazione è stata approvata dal parlamento. Sono anche
passati tre mesi da quando la sanatoria collegata alla legge stessa si
è chiusa.
Adesso si possono iniziare a tirare le somme dei primi effetti che questa
legge dichiaratamente razzista ha causato, e immaginare quali potrebbero
essere gli scenari nel prossimo futuro.
Iniziamo con alcuni dati sulla sanatoria: le domande presentate sono
state 697.759, divise quasi a metà fra domande per la regolarizzazione
di lavoratori dipendenti e quelle per badanti/colf, sebbene con notevoli
differenze da regione e regione. Da solo, questo provvedimento dovrebbe,
e sottolineiamo il dovrebbe, "regolarizzare" un numero di immigrati quasi
equivalente a quello di tutte le precedenti sanatorie messe assieme.
Nel suo complesso la "Bossi-Fini" è come al solito frutto di
un compromesso fra esigenze diverse in seno alla maggioranza di governo:
da un lato la pressante richiesta di manodopera flessibile e a buon mercato
da parte del padronato, in particolare degli impreditori del nord-est
(di cui si fanno portavoce Forza Italia, i centristi e una minoranza di
AN), dall'altro le pulsioni xenofobe e razziste di parte dell'opinione
pubblica, rappresentate e alimentate dalla maggioranza di AN e dalla Lega
(da tempo ormai la formazione più dichiaratamente razzista presente
nel panorama politico, al pari dei gruppi di estrema destra come Forza
Nuova, con cui non a caso i contatti e le collaborazioni vanno rafforzandosi).
La legge è riuscita - per il momento - a tenere assieme queste
esigenze. La sanatoria ed una rinnovata politica dei flussi annuali (ma
non si sa bene come e se questa sarà effettivamente fatta funzionare)
ha accontentato le prime istanze, la famosa promessa di "tolleranza zero"
(espulsioni di massa, nuovi CPT...) le seconde.
La realtà è però più complessa.
La sanatoria (che ha assunto dimensioni inaspettate anche per il governo)
è in verità appena agli inizi. Delle centinaia di migliaia
di domande presentate solo poche migliaia sono già arrivate a buon
fine, giungendo al colloquio in prefettura e al conseguente rilascio del
permesso di soggiorno. Le altre giacciono ancora al Ministero dell'Interno
e secondo stime realistiche saranno necessari da 3 a 4 anni per evaderle
tutte.
Nel frattempo gli immigrati restano in uno stato di precarietà
che paralizza le loro vite: non possono cambiare lavoro, andare a trovare
le famiglie nei paesi di origine e così via. Devono attaccarsi
a quella ricevuta che attesta la domanda di regolarizzazione, aspettare
e sperare.
Altro aspetto della sanatoria è la sua voluta ambiguità
rispetto ad alcune delle condizioni richieste per la regolarizzazione,
in particolare quella dell'abitazione. Il testo recita infatti che i datori
di lavoro devono "garantire un alloggio dignitoso" senza specificare cosa
questo voglia dire.
Il sospetto è che per questo ed altri aspetti molto sarà
come al solito lasciato alla discrezionalità delle singole prefetture/questure:
un appartamento di 60 mq in cui risiedono 5 persone potrebbe essere ritenuto
idoneo ad Ancona ma inidoneo a Milano, causando il rigetto della domanda
e la conseguente espulsione.
Nonostante le numerosissime ambiguità e i rischi (una domanda
di regolarizzazione costituisce nei fatti anche una autodenuncia di clandestinità
e perciò la certezza di essere espulsi in caso di respingimento
della stessa) la sanatoria è stata comunque vista dagli immigrati
come una possibilità, forse l'ultima, di riuscire ad uscire dalla
clandestinità e poter perciò aspirare ad una vita più
dignitosa.
Come è ovvio su queste speranze hanno speculato affaristi e mafiosi
di ogni risma: si è creato un fiorente mercato di documenti per
false assunzioni, dove gli immigrati sono stati costretti a sborsare,
oltre alle spese per la domanda già di per sé alte, persino
7.000 euro. In altri casi invece sono stati gli stessi imprenditori a
pretendere che gli immigrati si pagassero le spese e i contributi per
essere regolarizzati, pena il licenziamento immediato.
Per fortuna oltre a questi innumerevoli esempi di sciacallaggio si è
anche creato un forte, seppur sotterraneo, movimento di solidarietà.
In moltissime città, spesso per opera della associazioni antirazziste
ma anche per iniziativa dei singoli, si sono creati gruppi più
o meno informali, che hanno aiutato gli immigrati in mille modi nella
regolarizzazione: dando loro una mano per compilare i documenti, facendo
pressioni sui datori di lavoro e sulle famiglie, fornendo informazioni
e anche "adottando" in prima persona un immigrato/a.
Adesso la situazione, come detto prima, è di stallo e tutti,
immigrati e associazioni antirazziste in primis, aspettano di vedere cosa
accadrà nel momento in cui le domande per le regolarizzazioni inizieranno
a essere massicciamente vagliate.
Sanatoria a parte, andiamo a vedere come procede l'attuazione della
legge vera e propria.
Nelle intenzioni del Governo i "centri di permanenza temporanea" (CPT)
svolgono una funzione importante in questo senso. Innanzitutto il Governo
ha ben pensato di raddoppiare il tempo di permanenza da 30 a 60 giorni
per evitare che qualche prigioniero possa uscire per decorrenza dei termini.
Inoltre prosegue l'opera di potenziamento. Dopo l'apertura del CPT di
Modena, ora pare la volta del Veneto, dove la costruzione dell'ennesimo
lager (probabilmente di grandi dimensioni) è ormai certa sebbene
non ne sia ancora stata decisa l'ubicazione. Ma questo è solo l'inizio.
Nelle intenzioni dei gerarchi governativi i CPT dovrebbero spuntare come
funghi un po' dappertutto.
Di pari passo prosegue la militarizzazione del territorio.
I tanto sbandierati poliziotti e carabinieri di quartiere sono un tassello
importante di questo progetto, avendo come funzione primaria il controllo
costante delle città contro la "microcriminalità". È
ovvio, sebbene non venga detto esplicitamente, che il controllo degli
immigrati è fra le priorità di questa nuova figura repressiva
che mieterà vittime soprattutto fra gli ambulanti e i senza fissa
dimora, cioè l'anello più debole della società.
Vengono inoltre perfezionati gli accordi con altri paesi per la creazione
di pattuglie miste di polizia di frontiera (in particolare nel Mediterraneo)
e per facilitare le procedure di espulsione immediata dei clandestini,
anche verso paesi terzi.
Per completare questo rassicurante quadro occorrono due parole sulla
questione dei richiedenti asilo politico. La Bossi-Fini non è entrata
nell'argomento, ma in ogni caso ormai da mesi le richieste di asilo vengono
in gran parte rigettate senza alcun motivo, causando disperazione fra
i rifugiati, molti dei quali rischiano la vita in caso di rimpatrio. In
materia si stanno poi perfezionando gli strumenti repressivi in campo
europeo. A partire da metà gennaio infatti è entrato in
funzione il sistema Eurodac che raccoglierà le impronte e le informazioni
sui rifugiati e sui richiedenti asilo di tutta l'Unione Europea, così
da impedire che qualcuno possa fare domanda in più paesi.
Come si vede la situazione è a dir poco preoccupante. Pian piano
e senza clamori il quadro repressivo nei confronti degli immigrati si
sta delineando e consolidando. La nostra impressione, condivisa da molti,
è che i tempi duri debbano ancora arrivare. È molto probabile
che man mano che le pratiche della sanatoria verranno chiuse le azioni
repressive si moltiplicheranno e azioni di rastrellamento nei quartieri
e nelle città (ultima quella a Brescia) diventeranno norma quotidiana,
così come gli internamenti di massa nei CPT.
Si aggiunga un ulteriore rafforzamento dei controlli sui mari e alle
frontiere, con le ovvie conseguenze del moltiplicarsi delle stragi di
Stato sui mari e nei container, assieme al proliferare di mafie pronte
a sfruttare le disgrazie altrui, chiedendo sempre più soldi per
l'entrata clandestina in Italia.
La condizione degli immigrati sarà realmente quella di soggetti
in libertà vigilata. Infatti, oltre alle sopracitate misure repressive
bisogna tener conto dell'aspetto forse più importante della nuova
legge: il permesso di soggiorno è legato al possesso di un lavoro
regolare. Ciò significa nella pratica (e troppo poco lo si è
detto e spiegato) che gli immigrati saranno legati mani e piedi al proprio
lavoro e ai propri padroni: qualsiasi lamentela, tentativo di organizzazione
sindacale, reazione ai soprusi e allo sfruttamento può portare
al licenziamento e perciò all'espulsione, se, tempo sei mesi, non
si è trovato un altro lavoro. Si capisce perciò come questa
legge - ancor più della precedente - abbia reso realtà il
sogno del padronato: lavoratori supini e ricattabili, senza difese, pronti
ad accettare qualsiasi condizione lavorativa.
Di fronte a questa barbarie di Stato, grande è il compito che
attende le comunità di immigrati, gli antirazzisti e tutte le persone
solidali. Bisogna costruire reti di resistenza che nel quotidiano sappiano
contrastare gli effetti della legislazione razzista. In questo percorso
primaria è la creazione e il consolidamento delle relazioni fra
immigrati e autoctoni a partire dalle comuni condizioni di sfruttamento,
in primo luogo sui luoghi di lavoro.
Solo con un lavoro comune sui territori che faccia della solidarietà
di classe l'elemento fondante sarà possibile lottare in modo efficace
contro le leggi razziste.
Commissione Antirazzista della FAI
fai-antiracism@libero.it
www.federazioneanarchica.org/antirazzista
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| Sulla pelle dei migranti | 0.826656 | archivio/archivio2003/un07/art2587.html | archivio/archivio2008/un28/art5412.html |
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Il primo settembre in Russia segna il ritorno in aula di alunni, studenti e insegnanti. Di solito la giornata si apre in modo festoso, nei cortili delle scuole le classi si mettono in fila dietro le docenti (in stragrande maggioranza sono donne), sempre sommerse da fiori e regali, e il posto d’onore è riservato agli alunni delle prime, perché per loro è l’inizio di una nuova fase della vita che durerà per undici anni. Anche nelle università si fa festa, con concerti e altre iniziative per accogliere le matricole, di solito accompagnate dai “curatori”, ragazze e ragazzi dal secondo al quarto anno che fanno da guida.
Nelle città grandi e piccole è una giornata particolare, tra code dai fiorai, traffico in tilt, mezzi pubblici affollati, ma in generale l’atmosfera è positiva, anche se l’amore per la battuta e i meme che contraddistingue i russi rileva di quel giorno anche gli aspetti più difficili e persino tristi. Famoso in questo senso è il video in cui Sofia Rotaru, leggenda del pop sovietico, canta i versi del poeta Arsenij Tarkovskij sulla malinconia della bella stagione appena terminata, “come se non ci fosse stata”, e un castoro urla, simbolo delle settimane che verranno, piovose, fredde, piene di lavoro.
Anche perché il primo settembre è l’inizio dell’autunno, in una concezione del tempo dove le stagioni iniziano, fisse, all’inizio di ogni trimestre, spesso spiazzando anche chi da anni vive in Russia e non si capacita di come sia possibile ritenere iniziata la primavera a marzo, quando spesso la neve ancora la fa da padrona in gran parte del paese, o l’inverno fissato a dicembre, quando a metà novembre qualche volta già le strade sono imbiancate. Quest’anno, poi, sembra di vivere da sei mesi in uno stato di sospensione della realtà, dove si mescolano direzioni diverse: chi vuol far finta che tutto sia come era prima del 24 febbraio, e chi spinge perché si ottenga l’assenso di un popolo spettatore alla cosiddetta operazione speciale, entrando non solo dal tubo catodico nella quotidianità.
L’estate è stata scandita da post di reclutamento per “l’orchestra” (come viene chiamata la compagnia Wagner) apparsi sui social, campagna estesa ai detenuti con la promessa di una libertà da ottenere se tornati vivi dal fronte, dai preparativi (ancora in corso) dei referendum nei territori controllati dalle forze armate di Mosca, e dall’annuncio di nuove modifiche all’insegnamento a scuola, con l’introduzione dell’alzabandiera ogni lunedì, del canto dell’inno, di nuovi elementi nelle ore dedicate alla storia e di un nuovo formato per l’ora di attualità, chiamata “Chiacchiere sulle cose importanti”.
Come sarà quest’ora lo ha fatto capire Vladimir Putin a Kaliningrad il primo settembre, dove ha tenuto una lezione ai ragazzi vincitori delle olimpiadi di varie discipline, provenienti da tutta la Russia. Il presidente ha parlato dell’operazione speciale, della necessità di difendere il paese dalla minaccia costituita dall’Ucraina, dove secondo le parole di Putin vi sarebbe stata un’enclave antirussa, e dove l’insegnamento della storia avrebbe omesso il passato comune dei due stati.
Nulla di nuovo, Putin ama questi momenti altamente selezionati (i partecipanti, come già avvenuto per altri incontri pubblici, hanno dovuto trascorrere un periodo di quarantena per prevenire possibili contagi da coronavirus), dove ogni tanto tira fuori qualche espressione particolare, ad esempio in quest’occasione in un passaggio ha detto che “l’amore per il lavoro non è avere un culo di plastica”, sostenendo si tratti di talento e non di applicazione. Forse quei ragazzi a Kaliningrad avranno invidiato i propri coetanei bielorussi, che in occasione dell’analoga lezione di Lukashenko per il 1° settembre hanno espresso il proprio disagio scrivendo su un foglietto “salvateci”, subito diventato oggetto di scherzi e meme nel web in lingua russa e bielorussa.
Si apre un anno scolastico dove sarà molto difficile resistere ai tentativi di irregimentare docenti e studenti, di catechizzare gli alunni e di voler diffondere, sotto l’etichetta della “verità”, ricostruzioni volte a legittimare la guerra e a costruire una realtà in cui credere senza farsi troppe domande, e forse la speranza è da riporre nella noia suscitata dalle liturgie scolastiche (e anche universitarie), antidoto in grado di sconfiggere qualsiasi cosa. Ragazzi, annoiatevi.
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Una nuova gallina dalle uova d’oro è rimasta spennata. Si tratta della ormai celeberrima [Silicon Valley Bank](<https://www.svb.com/>), fallita pochi giorni fa per una maldestra gestione finanziaria. Vediamo storia, modello di _business_ , buone e cattive notizie collegate a questa vicenda.
La storia: nata a fine anni 80, la Svb è una banca che ha registrato la sua crescita esplosiva negli ultimi tre anni (a fine 2022 i depositi totali ammontavano a circa 200 miliardi, saliti del 233% dai circa 60 di fine 2020), e la cui parabola ha affiancato quella delle _start-up_ , dei fantomatici “unicorni” (società che dopo pochi anni dall’avvio promettono rendimenti 10-20-30 volte il capitale investito) e, per dirla tutta, del mito dei soldi facili che tanto piace a Wall Street. L’amministratore delegato Greg Becker, in [questa intervista](<https://ritholtz.com/2021/08/transcript-greg-becker/>) di due anni fa, la presentava come “l’unica banca globale dell’innovazione”, da cui il richiamo -nel nome- all’area geografica che più l’immaginario di questo ventennio associa alle _start-up_ tecnologiche, appunto la Silicon Valley, situata a Sud di San Francisco.
Il modello di _business_ : la Svb aveva molte delle caratteristiche peggiori dell’economia delle _start-up_ che dichiarava di voler finanziare. Viveva di _marketing_ , di aspettative visionarie generate nei clienti, ma poi usava fragili schemi finanziari alla Ponzi (o alla Madoff, se preferite un caso più recente). Raccoglieva a vista o a breve termine soldi da clienti attratti dal mito delle _start-up_ e li investiva in titoli in grado di dare un rendimento adeguato per sé e per i propri depositanti, perché a lungo termine. Un gioco pericoloso per qualunque banca, basato sul disallineamento tra durata media della raccolta e durata media degli investimenti, e che ha potuto funzionare bene negli anni recenti, con i rendimenti dei mercati che viaggiavano col segno più a due cifre, e con tanta liquidità a costo zero o quasi sui conti correnti. Ma quando il mercato ha girato, nel 2022, causa inflazione, fine del _quantitative easing_ , guerra e connessi spettri di recessione, tutta la pericolosità del gioco è emersa e la Svb ha cominciato a dover registrare perdite su quelle parti di attivo collegate al prezzo dei titoli obbligazionari o governativi su cui aveva investito gran parte del proprio portafoglio. Roba da manuale di Economia 1.
L'annuncio pubblicato sul sito della Silicon Valley Bank il 13 marzo 2023
Le buone notizie: il governo degli Stati Uniti è intervenuto prontamente a garanzia dei depositi, la dimostrazione che la crisi Lehman del 2008 è servita a qualcosa (quindici anni fa l’amministrazione Bush scelse la strada del fallimento della storica banca dei fratelli Lehman, in crisi per lo scoppio della bolla dei _subprime_ , sottovalutando gravemente gli effetti sistemici che da lì si sarebbero innescati). Inoltre, Svb è parecchio più piccola, con un attivo di circa 212 miliardi di dollari, meno del 25 per cento a valori correnti di quanto fosse Lehman (l’attivo di Lehman era 640 miliardi di dollari nel 2008, equivalenti a circa 864 miliardi odierni).
Va anche sottolineato che la Svb è andata in crisi perché i propri depositi sono più _corporate_ -di imprese o intermediari che investono in imprese- che _retail_ , di persone. Dunque, sono significativamente più grandi della media. Una maggiore frammentazione della raccolta avrebbe reso meno impattante la corsa allo sportello che si è scatenata la scorsa settimana. Questa non è propriamente una buona notizia, ma rende meno minacciosa la possibilità di estensione della crisi al sistema bancario più tipicamente rivolto alle famiglie e alle piccole imprese.
Le cattive notizie: non sono del tutto scongiurati i rischi di crisi sistemica, perché sempre più fitte sono ormai le connessioni globali tra i mercati, e grande è la bolla della finanza -soprattutto di fondi e operatori speculativi- che negli ultimi anni ha alimentato le ipertrofiche valutazioni delle _start-up_. Il mondo di queste ultime già sta soffrendo: [è stato calcolato](<https://www.independent.co.uk/news/uk/politics/silicon-valley-bank-collapse-jeremy-hunt-b2299028.html>), ad esempio, che il 34 per cento delle imprese tecnologiche innovative nel Regno Unito, tra quelle investite da fondi di _venture capital_ , ha un deposito presso la Svb e oggi rischia un congelamento o comunque difficoltà nell’accesso alle proprie risorse finanziarie.
Non è tutto. In fondo a questo nuovo _crac_ americano c’è una pessima notizia: il dover constatare che a quindici anni dalla “Grande crisi finanziaria”, appunto scatenatasi con il fallimento Lehman, tutto nella finanza mondiale è cambiato perché nulla cambiasse. Le stesse illusioni ottiche del mercato e dei suoi _opinion leader_ , la medesima avidità e disonestà (almeno professionale) di alcuni _manager_ , l’identica scempiaggine del parco buoi di aspiranti Gordon Gekko, la sconcertante debolezza dei sistemi di supervisione e vigilanza.
E ciò si è ripresentato nonostante siano state nel frattempo scritte migliaia di nuove pagine di regole, imposte decine di nuove funzioni organizzative, affermate sofisticate modalità di automazione nei controlli dei dati e delle procedure a tutte le banche nel mondo, o quasi.
Tra pochi giorni uscirà, edito da _Altreconomia_ , [“Money for Nothing”](<https://altreconomia.it/prodotto/money-for-nothing/>), un volumetto curato insieme a Dario Carrera, frutto dell’omonimo ciclo di incontri svoltisi nel corso del 2022. Costruito per evidenziare come la finanza, dopo tanto parlare, è tornata a inseguire i soldi per i soldi, senza preoccuparsi affatto di usarli al meglio per l’economia reale, le persone e l’ambiente, è stato pensato soprattutto per alfabetizzare, per spiegare ai non esperti perché occuparsi di finanza sia importante, e motivare a farlo.
Ci è capitato di pensare nelle settimane passate, rileggendo le bozze, che i toni degli interventi siano marcati di un eccessivo pessimismo. Che non è vero che la finanza non ha fatto progressi.
I fatti della Silicon Valley Bank ci aprono (nuovamente) gli occhi. E fanno sospettare che il pubblico di “Money for Nothing” non debba essere solo quello dei non addetti ai lavori.
_Alessandro Messina è nato a Roma nel 1969. Di formazione economico-finanziaria, si occupa da 25 anni di banche, terzo settore e politiche pubbliche per lo sviluppo,[alemessina.blogspot.com](<http://alemessina.blogspot.com/>)_
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| La pessima notizia in fondo al nuovo crac americano della Silicon Valley Bank | Silicon Valley Bank, Credit Suisse: è in arrivo una nuova crisi finanziaria globale? | 0.853652 | https://altreconomia.it/la-pessima-notizia-in-fondo-al-nuovo-crac-americano-della-silicon-valley-bank/ | https://www.micromega.net/crisi-banche-usa-credit-suisse-e-in-arrivo-una-nuova-crisi-finanziaria-globale/ |
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>>>> [](<https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2011/03/starquake.jpg>)Kepler, la sonda spaziale della NASA, ci ha finora “inondato” di una raffica senza precedenti di scoperte su pianeti al di fuori del Sistema solare. Stavolta però l’osservatorio spaziale sale alla ribalta per un altro importante risultato scientifico, tanto da meritare un articolo sulla rivista Nature. Gli “occhi” super sensibili di Kepler, progettati per individuare le minuscole variazioni di luminosità delle stelle quando davanti ad esse transita un pianeta nella loro orbita, sono riusciti a individuare le oscillazioni nell’intensità della luce di alcune centinaia di “giganti rosse” prodotte invece da veri e propri sismi che avvengono nel loro interno.
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>>>> Le stelle osservate da _Kepler_ sono molto luminose ma con una bassa temperatura superficiale e rappresentano uno degli stadi evolutivi stellari in cui si troverà anche il nostro Sole tra qualche miliardo di anni. E così come il Sole, sono pervase da vere e proprie onde sismiche, che viaggiano all'interno della stella. Come i terremoti sulla Terra ci portano informazioni su ciò che avviene sotto la crosta terrestre, così le oscillazioni nelle stelle ci svelano i segreti dell'interno di un astro, a cui altrimenti non avremmo mai accesso. _Kepler_ , utilizzato in questo ambito come un “sismografo stellare”, è in grado di registrare queste onde che, espandendo e contraendo la struttura dei corpi celesti, producono le variazioni della luminosità misurate dai sensibilissimi strumenti di cui è equipaggiato. Questi veri e propri “stellamoti” hanno caratteristiche di durata e periodicità uniche, attraverso le quali è stato possibile risalire addirittura alla composizione dell’interno delle stelle e ai processi di produzione e trasporto di energia che avvengono in esse, distinguendo tra quelle che bruciano idrogeno da quelle che bruciano l’elio. Questa conoscenza ha permesso così di identificare in modo inequivocabile la loro vera “età”.
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>>>> “Lo studio sismologico delle stelle, noto con il nome di Asterosismologia, rappresenta l'unico metodo per sondare direttamente l'interno di una stella misurando le piccole oscillazioni della Fotosfera” dice **Maria Pia Di Mauro, dell’INAF-IASF di Roma** , che insieme a **Paolo Ventura, dell’Osservatorio Astronomico di Roma** è uno degli autori dell’articolo su Nature. “Le oscillazioni, infatti, dipendono proprio dallo stato evolutivo e dalle caratteristiche strutturali della stella. Questo metodo, benché ben noto da anni, è stato limitatamente utilizzato per l' impossibilità di riuscire ad identificare adeguatamente le piccole oscillazioni con i telescopi da Terra. Oggi, grazie alle osservazioni spaziali di Kepler, siamo in grado di comprendere meglio l'evoluzione stellare e a determinare età, massa e raggio delle stelle nella nostra Galassia e comprendere con maggiore precisione quello che sarà il destino del nostro Sole”.
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>>>> **Per saperne di più:**
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>>>> **[Leggi il comunicato stampa INAF](<https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2011/03/Le-scosse-che-rivelano-il-cuore-delle-giganti-rosse.pdf>)**
*[55 minuti fa]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.28
*[1 h]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.05
*[33 minuti fa]: 10.50
*[attr]: attribute
*[HTML]: HyperText Markup Language
*[P:]: Phone
| Le scosse rivelatrici | Anche le stelle tremano | 0.952852 | https://www.media.inaf.it/2011/03/30/le-scosse-rivelatric/ | https://www.media.inaf.it/2011/01/27/anche-le-stelle-tremano/ |
>>
>> Nelle ultime 24 ore in Italia [sono stati registrati](<https://github.com/pcm-dpc/COVID-19/blob/master/schede-riepilogative/regioni/dpc-covid19-ita-scheda-regioni-20200917.pdf>) 1.585 nuovi casi di contagio da coronavirus e 13 decessi, per un totale di 293.025 casi e 35.658 morti dall’inizio della pandemia. Le persone attualmente ricoverate sono 2.560 (68 in più di ieri), di cui 212 nei reparti di terapia intensiva (5 in più di ieri). Sono state inoltre testate 62.451 persone, per un totale di 6.127.243 casi testati e 10.146.324 tamponi effettuati.
>>
>> Il maggior numero di contagi è stato registrato in Lombardia (281). Seguono Campania (195), Lazio (181), Toscana (119), Emilia-Romagna (110) e Veneto (109). [Le province in cui è stato accertato il numero maggiore di casi](<https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/>) sono Roma (152), Napoli (105), Milano (87), Trento (76), Caserta (56), Pavia (42), Torino (38), Udine (38) e Treviso (37).
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| I dati sul coronavirus di oggi, giovedì 17 settembre | I dati sul coronavirus di oggi, mercoledì 23 settembre | 0.97537 | https://www.ilpost.it/2020/09/17/coronavirus-contagi-dati-giovedi-17-settembre/ | https://www.ilpost.it/2020/09/23/coronavirus-contagi-italia-23-settembre/ |
>
> Il tribunale di Verona [ha approvato](<http://www.larena.it/home/economia/economia-veronese/melegatti-da-luned%C3%AC-si-lavora-pandori-presto-sugli-scaffali-1.6107954>) il concordato preventivo proposto dai nuovi finanziatori di Melegatti, una nota azienda di dolciumi che produce soprattutto pandori e panettoni. L'azienda era chiusa da due mesi per debiti: ne aveva accumulati per 30 milioni di euro, e i dipendenti non venivano pagati da settembre.
>
> La situazione si è risolta qualche settimana fa con l'arrivo del fondo maltese Abalone, che ha messo subito 6 milioni di euro per far ripartire la produzione promettendone altri dieci per i primi mesi del 2018. I dipendenti di Melegatti torneranno al lavoro lunedì 20: dovranno produrre 1,75 milioni di dolci in tempo per il periodo di Natale.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Melegatti, l'azienda produttrice di pandori e panettoni, riprenderà a lavorare lunedì dopo mesi di difficoltà finanziarie | Alla Melegatti potrebbe riprendere la cassa integrazione per alcuni dipendenti | 0.876281 | https://www.ilpost.it/2017/11/18/melegatti-ripresa-lavori/ | https://www.ilpost.it/2017/12/10/melegatti-cassa-integrazione/ |
Yuri Guaiana, membro del direttivo dell’associazione Radicale “ Certi Diritti”, è stato **arrestato oggi a Mosca** mentre cercava di **consegnare per conto della Ong AllOut circa 2 milioni di firme** raccolte in vari paesi europei contro i campi di concentramento per omosessuali in Cecenia.
La situazione di repressione per le persone LGBT in Cecenia era stata denunciata da Novaya Gazeta ad aprile. Uomini omosessuali vengono da mesi rapiti, detenuti illegalmente, torturati e in alcuni casi uccisi. Le persone che hanno subito negli ultimi 3 mesi questo trattamento sono più di 100. Le testimonianze che si trovano in rete sono agghiaccianti. Le posizioni ufficiali della vicenda sono altrettanto agghiaccianti.
**Il premier ceceno Kadyrov ha dichiarato che nel suo Paese «i gay non esistono»** e che quindi le rivelazioni di Novaya Gazeta sono false, inoltre aggiunge Kadirov: «se tali persone esistessero, le forze dell'ordine non dovrebbero preoccuparsi di loro dal momento che ci penserebbero gli stessi familiari a spedirli da dove non possono più tornare» alludendo al fatto che in Cecenia esiste il delitto d’onore per cui uccidere un famigliare omosessuale non è reato.
**Altrettanto sconvolgenti sono le dichiarazioni della Russia** chiamata in causa dalle organizzazioni internazionali visto l’influenza sul Paese (la Cecenia fa parte della federazione russa). Per il Cremlino: «Non ci sono prove delle torture». La Russia formalmente non ha il potere di agire a livello legislativo, quello spetta solo al presidente Kadyrov, ma più che altro non ha alcun interesse a fermare le torture. L’arresto di Yuri, che per ora sappiamo essere in stato di fermo ma in salute, si somma alle testimonianze di chi dalla Cecenia è riuscito a fuggire ed è una prova tangibile del clima di ostilità nei confronti delle persone LGBT.
### **La testimonianza di Yuri Guaiana da Mosca**
> [#lgbt](<https://twitter.com/hashtag/lgbt?src=hash>) [#russia](<https://twitter.com/hashtag/russia?src=hash>) [#cecenia](<https://twitter.com/hashtag/cecenia?src=hash>) intervista di [@soniamartina1](<https://twitter.com/soniamartina1>) a [@yurigu](<https://twitter.com/yurigu>) dopo il suo arresto [@CertiDiritti](<https://twitter.com/CertiDiritti>) <https://t.co/YoLk7Kui6K>
>
> — Radio Radicale (@RadioRadicale) [11 maggio 2017](<https://twitter.com/RadioRadicale/status/862602918234652672>)
### **Aggiornamento. Yuri è libero**
> Yuri è libero! Lo aspettiamo con ansia, grazie a [@bendellavedova](<https://twitter.com/bendellavedova>) e [@ItalyMFA](<https://twitter.com/ItalyMFA>). La battaglia x diritti umani in russia e in cecenia non finirà
>
> -- Certi Diritti (@CertiDiritti) [11 maggio 2017](<https://twitter.com/CertiDiritti/status/862664171384696832>)
«Siamo contenti che Yuri sia sano e salvo. Siamo contenti che questa azione abbia riportato al centro del dibattito gli orrori che si stanno consumando in Russia e in Cecenia. Vogliamo che quello che sta accadendo lì sia al centro dell'agenda. Ci appelleremo sempre più a osservatori e organizzazioni internazionali perché vengano rispettati anche lì i diritti umani. Il dibattito non può finire adesso, è il silenzio della comunità internazionale ad aver fatto sì che la violazione dei diritti umani diventasse nella Federazione Russa la normalità, purtroppo» hanno dichiarato dall'associazione Radicale Certi Diritti dando la notizia del rilascio di Guaiana.
*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| Yuri Guaiana e i gay torturati in Cecenia sotto lo sguardo connivente della Russia | La persecuzione degli omosessuali in Cecenia | 0.850337 | https://left.it/2017/05/11/yuri-guaiana-e-i-gay-torturati-in-cecenia-sotto-lo-sguardo-connivente-della-russia/ | https://www.ilpost.it/2017/04/12/la-persecuzione-degli-omosessuali-in-cecenia/ |
“Nel nostro Paese c'è **un problema con il dissenso** da molti anni, non è di adesso ed è andato sempre peggiorando". È parte del ragionamento che il fumettista e autore **Zerocalcare** , da sempre vicino all'attivismo e ai movimenti di protesta, ha fatto nel corso dell'intervista a Che tempo che, la trasmissione condotta da **Fabio Fazio** e in onda su la Nove. "Il problema è che oggi il dissenso è così poco ed è così tanto malvisto che ormai basta un **ragazzino di 16 anni** che lancia una latta di vernice sul muro che viene denunciato per associazione a delinquere. Penso che bisognerebbe riportare tutto a un pochino una normalità. E questo succede perché siamo **disabituati alla critica** , al metter in discussione quello che arriva dall’alto e fa sì che quando qualcuno lo fa sembra un rompiscatole o un bandito in qualche modo. Invece dovrebbe essere proprio **il motore del progresso** ”.
| Zerocalcare: "In Italia il dissenso è malvisto, siamo disabituati alla critica e a mettere in discussione quello che arriva dall'alto". Sul Nove | Junior reporter, educazione a scuola contro bullismo e cyberbullismo | 0.775206 | https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/06/zerocalcare-in-italia-il-dissenso-e-malvisto-siamo-disabituati-alla-critica-e-a-mettere-in-discussione-quello-che-arriva-dallalto/7537025/ | https://www.focusjunior.it/junior-reporter-news/junior-reporter-educazione-a-scuola-contro-bullismo-e-cyberbullismo/ |
Tra la fine di dicembre e i primi di gennaio l'Agenzia delle Entrate ha calcolato che ci saranno circa 200 scadenze fiscali per diverse categorie di contribuenti. La maggior parte di queste riguarderanno imprese, artigiani e professionisti. A dicembre saranno fondamentalmente [tre le date importanti](<http://www.cgiamestre.com/2014/09/dicembre-2014-ecco-le-principali-scadenze-fiscali/>).
[**Scadenze 16 dicembre**](<http://www1.agenziaentrate.gov.it/strumenti/scadenzario/main.php?entroil=16-12-2014&op=2>)
– Versamento [IVA mese di novembre](<http://www1.agenziaentrate.gov.it/strumenti/scadenzario/main.php?op=4&chi=10&cosa=26&come=3&entroil=16-12-2014>) – contribuenti mensili
– Versamento seconda rata [IMU](<http://www.quotidianofisco.ilsole24ore.com/art/dichiarazioni-e-adempimenti/2014-12-10/l-imu-imbarca-novita-2014-164111.php?uuid=AB39GoOC>) sugli immobili diversi dall’abitazione principale (per i calcoli vanno verificate le delibere del Comune in cui si trova l'immobile)
– Versamento seconda rata [TASI](<http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2014-12-14/tasi-e-imul-utilizzo-f24-o-bollettino-postale-132219.shtml?uuid=ABwgoeQC&nmll=2707#navigation>), la nuova imposta comunale che ha sostituito l’IMU sull’abitazione principale (per i calcoli vanno verificate le delibere del Comune in cui si trova l'immobile)
[**Scadenze 29 dicembre**](<http://www1.agenziaentrate.gov.it/strumenti/scadenzario/main.php?entroil=29-12-2014&op=2>)
– Versamento acconto IVA (i titolari di partita Iva dovranno calcolare e versare l’acconto sul saldo dovuto per l’anno 2014)
[**Scadenze 31 dicembre**](<http://www1.agenziaentrate.gov.it/strumenti/scadenzario/main.php?entroil=31-12-2014&op=2>)
– Imposta di registro annuale sulle locazioni dovuta da conduttore e proprietario
– TARI, imposta sui rifiuti
[Spiega](<http://www.corriere.it/economia/14_dicembre_14/tasse-200-scadenze-fine-anno-carica-cc3c0962-835e-11e4-a2cc-02f7f9acc66f.shtml>) poi il _Corriere della Sera_ : «Oltre ai versamenti, a dicembre scadranno anche i termini per la presentazione delle dichiarazioni fiscali tardive. Invece, 18 dicembre e 29 dicembre sono le due date per la dichiarazione dei sostituti d’imposta e modello Unico».
L'acronimo TASI sta per “Tassa sui Servizi Indivisibili” e serve a finanziare i servizi comunali come ad esempio la manutenzione stradale o l’illuminazione comunale. La TASI è una delle tre parti in cui è divisa la cosiddetta IUC, l’Imposta Unica Comunale: le altre due sono la TARI (la tassa sui rifiuti) e l’eventuale IMU su immobili diversi dall’abitazione prima casa di proprietà che resta in vigore (uffici, negozi, capannoni e così via). La TASI la devono quindi pagare i proprietari di prima casa. I proprietari di seconda casa aggiungono alla TASI anche l’IMU.
Come l’IMU, la TASI si calcola sulla base imponibile della rendita catastale della prima casa di proprietà: il prodotto fra l’ampiezza della casa e una tariffa calcolata dall’Agenzia del Territorio che varia da comune a comune, il tutto moltiplicato per un fattore relativo alla categoria catastale della propria casa. Di conseguenza non viene considerato il valore di mercato degli immobili al momento del pagamento: contano solo l’estensione della casa, il territorio dove è costruita e la sua “categoria catastale”.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Le tasse da pagare entro dicembre | Come funziona la sanatoria di Equitalia | 0.850293 | https://www.ilpost.it/2014/12/15/scadenze-fiscali-dicembre-tasse-da-pagare/ | https://www.ilpost.it/2014/01/24/sanatoria-equitalia/ |
Aleksandar Vučić (wikimedia)
Mentre Mosca sfrutta il malcontento serbo suscitato dal veto posto dalla Croazia su uno dei capitoli negoziali con l'UE, il premier serbo Vučić cerca di mantenere l’equilibrio e se la prende con Zagabria
15/12/2016 -
Dragan Janjić
Belgrado
Nello stesso momento in cui la Serbia a Bruxelles, con un mezzo successo, apriva nuovi capitoli negoziali con l’Unione europea, a Belgrado arrivava il capo della diplomazia russa Sergej Lavrov.
La sovrapposizione temporale di questi due eventi illustra bene la complicata posizione internazionale della Serbia, schiacciata tra Mosca da un lato e Bruxelles e Washington dall’altro.
Il governo di Belgrado si aspettava l’apertura dei capitoli 5, 25 e 26, ma la Croazia ha bloccato il capitolo 26, sostenendo che la Serbia non ha colmato gli impegni rispetto all’istruzione nelle lingue delle minoranze. Il blocco del capitolo 26 ha suscitato ira e malcontento a Belgrado, ma per Lavrov è stata una buona notizia, sapendo che Mosca continua ad aumentare la sua influenza nella regione, e che la Serbia è il più importante partner russo nei Balcani.
Durante la sua visita Lavrov ha insistito sul fatto che la Russia non ricatta la Serbia, mentre l’UE richiede a Belgrado di chiudere il centro umanitario russo-serbo di Niš. Bruxelles non è soddisfatta di questa struttura, utilizzata dall’aviazione russa, ma non esistono indicazioni evidenti che sia stato chiesto davvero alla Serbia di chiuderlo completamente. Il premier Aleksandar Vučić a seguito delle dichiarazioni di Lavorv ha precisato che dall’UE non ha ricevuto richieste di chiusura del centro di Niš, cosa che a Mosca non piacerà affatto.
Piazzando l’informazione su ipotetiche richieste di chiusura del centro di Niš, il capo della diplomazia russa ha evidentemente voluto suggerire all’opinione pubblica serba che la Russia nei confronti della Serbia si comporta diversamente dall’Occidente e non utilizza ricatti e ultimatum. Dal canto suo Vučić, dichiarando che dall’UE non è arrivato alcun ricatto, ha dimostrato di non voler sfruttare i recenti avvenimenti per avvicinarsi ancora di più alla Russia.
Russia
Nell’attuale situazione, il tentativo russo di imporsi con più forza nella regione è comprensibile e non comporta praticamente alcun rischio per Mosca. Tanto meglio se riesce a sfruttare politicamente il malcontento dei cittadini serbi e del governo di Belgrado rispetto al sostegno all’euro-integrazione ricevuto da Bruxelles, ritenuto insufficiente. Anche in caso di insuccesso Mosca non rischia nulla, visto che si è già garantita i propri interessi economici e politici in Serbia.
Vučić, senza dubbio la figura politica più influente del paese, cerca di mantenere l’equilibrio e per ora non sembra aver voglia di trasformare l’insoddisfazione sul sostegno che riceve da Bruxelles in un ulteriore avvicinamento alla Russia. In segno di protesta per il veto della Croazia sul capitolo 26, il premier serbo ha abbandonato Bruxelles dove avrebbe dovuto presenziare all’apertura dei capitoli negoziali, e ha puntato il fuoco delle critiche sulla Croazia, evitando di giudicare o attaccare gli altri membri dell’UE.
I partner di coalizione di Vučić hanno però mostrato un diverso atteggiamento. Il ministro degli Esteri e leader del Partito socialista serbo (SPS) Ivica Dačić, che ha fama di essere incline al rafforzamento delle relazioni con Mosca, non ha nascosto la propria soddisfazione e un largo sorriso durante l’incontro con Lavrov, sottolineando che la Russia non ha mai ricattato la Serbia. Ribadendo che la Serbia, per quanto riguarda l’apertura dei capitoli negoziali, non ha ottenuto quanto si aspettasse, Dačić ha sostenuto che la Croazia non riuscirebbe ad ostacolare da sola il percorso di avvicinamento di Belgrado all'UE.
La dichiarazione del capo della diplomazia serba suggerisce quindi che dietro il blocco ci siano paesi più potenti e più importanti della Croazia, il che significa che la decisione di bloccare il capitolo 26 non è casuale, né frutto del momentaneo capriccio di un piccolo paese ostile. In sostanza Dačić ha suggerito al pubblico serbo che è in atto un vero e proprio sabotaggio del percorso europeo della Serbia, cosa che influirà negativamente sul già debole euro-ottimismo del paese. Ciò non significa automaticamente l’aumento dell’influenza della Russia, ma apre comunque spazi per eventuali sviluppi in questa direzione.
Vučić
Al momento il premier serbo cerca di sviluppare le relazioni con la Russia, ma senza superare il punto in cui queste rischiano di danneggiare la posizione serba agli occhi dell’Occidente. Atteggiamento comprensibile, visto che l'equilibrio del governo, così come la stessa posizione internazionale della Serbia, dipendono profondamente dall’UE, suo principale partner economico. Per la Serbia è però importante mantenere buone relazioni anche con la NATO, e quindi ogni avvicinamento alla Russia va portato avanti con estrema cautela.
La mancanza di un pieno successo sull’apertura dei capitoli negoziali con Bruxelles nel momento in cui Lavrov si trovava in vista a Belgrado non gioca certo a favore di tali equilibrismi, motivo per cui Vučić ha motivi solidi per essere arrabbiato e nervoso. Il suo partner di coalizione Dačić al momento ha meno responsabilità da portare, e quindi può parlare più liberamente toccando le corde gradite alla maggioranza dell’elettorato nazionalista.
Vučić ha risolto la difficile situazione in cui si è trovato indirizzando la rabbia e il malcontento verso la vicina Croazia. Dopo che la ministra per l’Integrazione europea Jadranka Joksimović a Bruxelles aveva firmato i due capitoli accolti, Vučić ha tenuto a Belgrado una conferenza stampa dedicata interamente ad un duro attacco contro Zagabria.
Il premier ha confutato le accuse alla Serbia di non aver adempiuto agli obblighi sull’istruzione in lingua materna per la minoranza croata, facendo allo stesso tempo riferimento all’esodo di centinaia di migliaia di serbi dalla Croazia durante il conflitto degli anni Novanta e alla difficile condizione dei cittadini serbi che vivono oggi nel paese vicino. Allo stesso tempo Vučić ha detto che, nonostante tutto, la Serbia resta saldamente sul cammino europeo.
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| Serbia, il blocco della Croazia e la visita di Lavrov | L’agenda russa per la Serbia | 0.873957 | https://www.balcanicaucaso.org/aree/Serbia/Serbia-il-blocco-della-Croazia-e-la-visita-di-Lavrov-176395 | https://www.balcanicaucaso.org/aree/Serbia/L-agenda-russa-per-la-Serbia-175427 |
Umanità Nova - Archivio 2008 - art6001
Umanità Nova, n.26
del 5 luglio 2009,
anno 89
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Come in un romanzo d'appendice
Vent'anni di lotte, vent'anni di urla, vent'anni di accuse. E dopo
vent'anni, finalmente, si scopre che noi anarchici avevamo ragione.
Dopo essere passati per visionari, allarmisti, terroristi e chi
più ne ha più ne metta, siamo giunti al punto che
è vero: quel palazzo sta crollando a causa della speculazione
selvaggia.
Molti di voi lettori si ricorderanno l'antefatto: il 23 giugno dello
scorso anno, a tiro di Congresso IFA, ci fu il cedimento di uno dei
pilastri dell'ingresso del teatro, sottostante al salone del Germinal.
L'intero edificio venne evacuato e fummo costretti a rimediare
all'ultimo momento una diversa sede per permettere il regolare
svolgimento del congresso.
L'evacuazione del palazzo metteva, nuovamente, a rischio la permanenza
del gruppo Germinal all'interno della sua sede storica. Ci fu una
settimana di presidio ininterrotto, giorno e notte, di fronte
all'edificio durante la quale venne fatta una ulteriore intensa
campagna di informazione.
A quel punto, nessuno poteva più negare che quel fabbricato era
a rischio di crollo. Obbligato dagli eventi, il comune di Carrara emise
qualche timida ordinanza, badando più a non rompere il velo con
il quale ha da sempre, giunta dopo giunta, impacchettato, avvolgendo di
silenzio, chi sa se per incapacità o complicità, tutta la
devastazione che stava subendo il palazzo.
Nei giorni immediatamente successivi, viene fatto un primo intervento
provvisorio e d'urgenza per la messa in sicurezza del pilastro
collassato e vengono rafforzati i pilastri adiacenti, anch'essi
lesionati.
Dopo aver mal recepito l'ordinanza emessa dai vigili del fuoco, che
recita testualmente: "l'inagibilità deve essere mantenuta fino
alla realizzazione di una definitiva opera di consolidamento," il
comune riconcede l'agibilità.
Passa l'estate e, dopo aver colpevolmente sospeso il monitoraggio dei
pilastri, incarica un professore dell'università di Pisa di
redigere una perizia che viene consegnata il 25 febbraio di quest'anno,
ben otto mesi dopo. Da subito ci si rende conto del gioco sporco che si
vuole portare avanti. Il professor Bartelletti, l'emerito
dell'università di Pisa incaricato della valutazione, affibbia
la colpa ai mattoni: sono vecchi e malfatti. Incaricato dal Comune e
dalla Nuova Caprice, la società subentrata alla Caprice
originaria e responsabile degli abusi edilizi, non poteva fare miglior
lavoro per tentare di assolvere i veri colpevoli e addossare le
responsabilità a qualcosa di così lontano e astratto. Il
lavoro, poi, non è fatto neanche così bene; nel Comitato
cittadino che da anni lotta per la difesa del palazzo, e del quale
siamo promotori, sono attivi anche alcuni architetti e ingegneri che in
men che non si dica, smontano pezzetto per pezzetto la perizia. E'
incompleta, non suffragata da esami approfonditi e, soprattutto, non
tiene in minima considerazione i sovraccarichi del sottotetto,
responsabili dello schiacciamento dei pilastri. Da subito i vigili del
fuoco parlano, nei loro rapporti, di "cedimento da schiacciamento" e,
in italiano, questo significa una cosa: c'è qualcosa sopra che
pesa.
Noi continuiamo la nostra lotta di controinformazione al messaggio
che amministrazione comunale e proprietà vogliono far
passare: la colpa non è degli abusi edilizi, ma dei mattoni che
sono vecchi. E arriviamo a oggi.
La procura ha aperto un'indagine e incaricato dei periti â delle
Università di Genova e Parma â di effettuare le valutazioni
necessarie. Abbiamo avuto modo di seguire i sopralluoghi dei tecnici,
avvenuti anche nei locali del Gruppo Germinal-FAI, nel salone e in
quelli dell'Archivio Germinal. Quello che viene fuori è
sconcertante: nessuna opera di messa in sicurezza è stata fatta
(e questo lo sapevamo); i pilastri stanno continuando a cedere; a
quelli già lesionati se ne sono aggiunti altri; le crepe che si
vedono nei mattoni sono tutte da schiacciamento; il monitoraggio
è stato sospeso il 30 ottobre dello scorso anno e ripreso in
fretta e furia solo dopo un fax allarmante inviato dai vigili del fuoco
al comune a seguito del primo sopralluogo effettuato; anche i mattoni
nuovi stanno cominciando a cedere; le planimetrie â sulle quali
dovrebbe aver lavorato Bartelletti â consegnate dal comune ai periti
non corrispondono assolutamente allo stato attuale dell'edificio,
modificato dagli interventi fatti per creare appartamenti laddove prima
non c'erano, e i periti devono lavorare su planimetrie fatte da un
ingegnere del comitato; sempre sulle planimetrie, al genio civile non
esiste alcuna documentazione dei lavori di ristrutturazione eseguiti;
non esiste una perizia sismica, obbligatoria in caso di
ristrutturazione di un edificio vecchio (e noi siamo in zona 2).
Insomma, una situazione quasi tragica. Sicurezza a livello zero per un
palazzo di enorme cubatura situato nella zona centrale della
città, densamente frequentata. E tutto questo grazie
all'ingordigia degli avvoltoi dell'edilizia e al colpevole silenzio e
all'inettitudine delle amministrazioni comunali che fino a oggi non
sono intervenute per porre un limite a queste speculazioni.
E, finalmente, oggi anche i giornali locali, da sempre a fianco di
amministrazione e proprietà, sono obbligati dagli eventi a dire
le cose come stanno: le accuse della procura sono per abuso edilizio e
procurato crollo.
Dovremmo essere felici per questo, ci sono voluti vent'anni, ma alla
fine ci hanno dato ragione. Invece, purtroppo, non è
così. Lo scenario che si apre ora è preoccupante. Se
tutto avviene come deve avvenire, lo stabile verrà nuovamente
sgomberato. E non si sa per quanto. Il gruppo Germinal-FAI e l'Archivio
Germinal, saranno di nuovo messi fuori dalla loro sede. E questo non
per un evento naturale imprevedibile, ma a causa della colpevole
condotta delle amministrazioni che hanno da sempre omesso controlli e
verifiche, ignorando le nostre contestazioni, mettendo a rischio
l'incolumità di chi, nei dintorni del palazzo, ci vive, ci
lavora e ci si muove. Se non ci sarà una risposta decisa e seria
da parte dell'attuale amministrazione comunale che preveda una
soluzione definitiva e veloce al problema, colpendo i colpevoli,
sarà di nuovo lotta. Una lotta non solo per la propria sede, ma
contro questo sistema di sciacallaggio delle città, contro la
violenta appropriazione di spazi collettivi da parte di gruppi
affaristici e contro la convivenza politica/affari caratterizzante la
nostra vita sociale.
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>>>
>>> Un [articolo](<http://www.nytimes.com/2011/05/05/us/politics/05binladen.html>) pubblicato oggi sul New York Times fornisce qualche nuovo dettaglio riguardo il blitz dei Navy Seals che ha portato alla morte di Osama bin Laden ad Abbottabad, in Pakistan. Secondo la nuova ricostruzione l'assalto delle forze speciali, per quanto caotico e sanguinoso, è stato piuttosto unilaterale: oltre venti soldati americani si sono sbarazzati velocemente della manciata di uomini che proteggeva Osama bin Laden.
>>>
>>>> Funzionari dell'amministrazione hanno detto che soltanto all'inizio dell'operazione le forze speciali sono state attaccate, quando il corriere di Osama bin Laden, Abu Ahmed al-Kuwaiti, ha aperto il fuoco da dietro la porta di una dependance adiacente alla casa dove si nascondeva il leader di Al Qaida. I Navy Seals hanno ucciso allora Kuwaiti e una donna che si trovava con lui, e da quel momento non sono più stati oggetto di colpi di arma da fuoco.
>>>
>>> Questo resoconto, fornito al New York Times da alcuni funzionari dell'amministrazione, diverge da quanto fornito martedì dal portavoce della Casa Bianca, secondo cui i Navy Seals "sono stati coinvolti in una sparatoria durante l'operazione". Leon Panetta, il direttore della CIA, in un'intervista alla PBS ha detto che "c'è stata qualche sparatoria durante l'operazione all'interno dell'edificio".
>>>
>>> Le fonti del New York Times hanno detto che, dal momento che le forze speciali sono state sotto attacco appena arrivate nell'edificio, hanno dato per scontato che ogni altra persona sul posto fosse armata o comunque da considerarsi ostile e pericolosa.
>>>
>>>> Una volta entrato nell'edificio, il commando ha visto il fratello del corriere che si stava preparando a usare un'arma. Gli hanno sparato e lo hanno ucciso. Successivamente, mentre si aprivano la strada verso i piani superiori dell'edificio, hanno ucciso un figlio di bin Laden, Khalid, che si stava lanciando addosso ai membri delle forze speciali americane. Al piano più alto i Navy Seals sono entrati in una stanza: lì hanno visto Osama bin Laden con un fucile AK-47 e una pistola Makarov a portata di mano. Gli hanno sparato e lo hanno ucciso, ferendo una donna che era con lui.
>>>
>>> Con la sparatoria conclusa e bin Laden morto, le forze speciali hanno raccolto vario materiale, sequestrando circa un centinaio tra penne USB e DVD, dieci hard disk e cinque computer, nonché alcune pile di documenti in formato cartaceo. La Casa Bianca ha deciso di non fornire ulteriori dettagli riguardo l'operazione, dicendo che ogni informazione in più rispetto a quelle già date potrebbe compromettere la possibilità dei militari di portare avanti simili operazioni in futuro.
>>>
>>> foto: AAMIR QURESHI/AFP/Getty Images
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Il nuovo racconto dell'attacco contro bin Laden | Il capo dell'ISIS è morto durante un raid mirato degli Stati Uniti | 0.871294 | https://www.ilpost.it/2011/05/05/il-nuovo-racconto-dellattacco-contro-bin-laden/ | https://www.ilpost.it/2022/02/03/biden-ucciso-isis/ |
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