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  - source_sentence: "Sedicimila studenti italiani, quasi l’1%, hanno consumato eroina o cocaina almeno dieci volte nell’ultimo mese, diventandone praticamente schiavi. E’ quanto emerge dallo studio Espad-Italia (European school survey on alcohol and other drugs), realizzato dal Reparto di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa. Dall’indagine – che ha coinvolto 45mila studenti delle scuole superiori e 516 istituti scolastici di tutta la Penisola – si evince che\_sono circa 36mila gli studenti italiani che hanno provato eroina e/o altri oppiacei almeno una volta nella vita (l’1,5%) e di poco inferiore è il numero di chi l’ha utilizzata nell’ultimo anno (28mila), cioè l’1,2% degli studenti.\nAnalizzando le tabelle dell’indagine a livello regionale si nota che, relativamente all’eroina, l’Italia si spacca in due: le regioni del Nord con prevalenze intorno a 1,1-1,2%, e quelle del Sud, dove risulta che sono di più i ragazzi che l’hanno utilizzata, intorno al 1,5-1,7 per cento. In crescita anche il consumo di cocaina: nelle regioni del Nord si è passati da valori intorno al 2,2-2,3% rilevati nel 2012 al 2,5-2,6% del 2013. Ma anche in Umbria si osserva un incremento dei consumi, che dal 2,8% del 2012 passa al 3,7%, così come in Toscana: dal 2,5% al 2,9 per cento.\nLo studio\_Espad-Italia fornisce anche dati sul consumo di marijuana tra ragazzi: un vizio quotidiano per circa 75mila studenti italiani. D’altronde i numeri parlano chiaro: si stima che nel 2013 gli studenti che hanno utilizzato cannabis almeno una volta sono 580mila. Un significativo balzo in avanti, se si considera che nel 2012 – su 2,5 milioni di studenti – erano circa 500mila i ragazzi delle scuole medie superiori che (almeno una volta) avevano fatto uso di cannabis.\n“Il consumo di cannabis tra i giovani – spiega la responsabile della ricerca, Sabrina Molinaro dell’Ifc-Cnr – riprende a crescere. Questa tendenza – aggiunge – si conferma anche nei primi risultati preliminari del nostro studio Ipsad sulla popolazione generale (15-74 anni) che rileva un leggero incremento della prevalenza di consumatori occasionali (una o più volte l’anno) di cannabis a fronte di un sensibile aumento dei consumatori frequenti (20 o più volte al mese)”.\nUn capitolo a parte riguarda l’utilizzo di droghe sintetiche. E le cifre sono preoccupanti: nel 2013 sono circa 66mila i ragazzi che hanno fatto uso di stimolanti e 60mila quelli che hanno assunto allucinogeni, che corrispondono rispettivamente al 2,8% e 2,5% degli studenti italiani. Numeri in crescita rispetto a quanto rilevato negli anni scorsi. Ad esempio, per l’assunzione di stimolanti si è passati dal 2,4% del 2011 al 2,8% dell’ultima rilevazione, mentre per il consumo frequente di allucinogeni (dieci o più volte in un mese) il passaggio è stato dallo 0,6% del 2011 allo 0,8% del 2013.\n"
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        Droga, 16mila studenti schiavi di eroina o coca. Cannabis tutti i giorni
        per 75mila
      - >-
        Droghe, il trend tra i giovani è “consumo alla cieca”. E
        aumenta quello di cannabis
      - >-
        Scontri tra ultras, scarcerato anche il tifoso napoletano. Piantedosi a
        Figc e Lega Serie A: “Più trasferte vietate e coordinare
        calendario”
  - source_sentence: "Fu il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in persona, con un intervento “diretto”, a bloccare la nomina di Giancarlo Longo alla guida della procura di Gela. È questa la versione di\_Longo, che ha lasciato la magistratura a dicembre 2018, dopo aver patteggiato una pena di 5 anni\_e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici,\_in un interrogatorio reso alla procura di Messina e riportato nel decreto di perquisizione eseguito oggi, dalla procura di Perugia, nei confronti di Luca Palamara, ex segretario dell’Anm e consigliere del Csm, indagato dalla procura umbra per corruzione.\nTra le accuse mosse a Palamara c’è anche quella – in concorso con l’avvocato esterno dell’Eni Piero Amara e il suo collega Giuseppe Calafiore – di “aver ricevuto 40mila euro per compiere un atto contraio ai doveri d’ufficio, ovvero agevolare e favorire il medesimo Longo nell’ambito della procedura di nomina del procuratore di Gela alla quale aveva perso parte Longo, ciò in violazione dei criteri di nomina e di selezione come individuati dalle circolari e atti correlati (…) pur non venendo in concreto Longo nominato”.\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\nLeggi Anche\n\n\nProcura di Roma, le accuse a Palamara: “Quand’era al Csm prese 40mila euro da Amara per favorire una nomina”\n\n\n\n\nA spiegare la vicenda è lo stesso Longo nell’interrogatorio a Messina del 31 luglio 2018 riportato nel decreto di perquisizione. “Longo – si legge negli atti – riferiva di aver appreso da Calafiore che questi (Amara) sarebbe stato in grado di gestire i voti di Unicost (corrente del Csm, ndr) tramite Palamara, intimo amico di Centofanti (imprenditore indagato con Fabrizio Palamara, ndr)”. Poi Longo spiega che “Calafiore gli avrebbe riferito di aver dato unitamente ad Amara la somma di 40mila euro ‘a beneficio di Palamara’ per la sua (di Longo) nomina a procuratore di Gela, non avvenuta, a dire di Palamara, a causa di un intervento diretto del Presidente della Repubblica”. Infine Longo racconta di “aver incontrato personalmente Palamara nel novembre dicembre 2015 a Roma, in un centro sportivo, di aver parlato della sua possibile nomina a procuratore di Gela, verso la quale Palamara si dichiarava disponibile o in alternativa anche in relazione al posto di procuratore di un’altra procura, precisando che in quell’ocasione non parlarono di soldi”. Una ricostruzione tutta da dimostrare.\nMa qual era l’obiettivo di Amara? Negli atti si legge che Longo spiega “l’interesse di Amara rispetto alla nomina del procuratore di Gela in relazione ai procedimenti riguardanti Eni ivi pendenti, e in sostanza affermava che Calafiore lo aveva incoraggiato a presentare domande di trasferimento avendogli promesso specifici aiuti e possibilità di agganci al Csm”.\_\n    \n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\nLeggi Anche\n\n\nIl pm Palamara perquisito dalla Guardia di Finanza. Indagato anche il consigliere Csm Spina\n\n\n\n\nSmentisce questa versione Calafiore che, interrogato dalla procura di Perugia, nega di aver mai pagato qualcuno pur ammettendo di aver aiutato “l’amico” Longo nelle sue domande di trasferimento “facilitandolo ad avere un contatto con Palamara per il tramire di Centofanti”. Longo ha lasciato la magistratura a dicembre 2018, dopo aver patteggiato una pena di 5 anni\_per corruzione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Per la procura di Messina era stato corrotto nella sua funzione di magistrato. Tra i metodi usati da Longo e finiti in più filoni d’indagine c’è anche il “depistaggio” realizzato con un’inchiesta farlocca a Siracusa per un falso complotto ai danni dell’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi che avrebbe avuto lo scopo di intralciare l’inchiesta della procura di Milano sulla maxi tangente in Nigeria per acquisto del giacimento Opl 245.\n"
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        Dacia Jogger Hybrid 140, la prova de Il Fatto.it – Efficiente e
        parca nei consumi – FOTO
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        Procura di Roma, le accuse a Palamara: “Quand’era al Csm
        prese 40mila euro da Amara per favorire una nomina”
      - >-
        Le manovre al Csm bloccate dal Colle? L’ex pm corrotto Longo:
        “Palamara mi disse che Mattarella stoppò la mia nomina”
  - source_sentence: >+
      Il preside di una scuola elementare bergamasca, dove la percentuale di
      bambini immigrati varia, secondo le classi, dal 30 al 50 per cento, in un
      eccesso di zelo multiculturale chiede ai maestri di vedere loro, sempre
      secondo le classi, se fare o no il presepe, che potrebbe urtare la
      sensibilità degli acattolici: musulmani, induisti, buddisti, animisti,
      sampdoriani… La scuola, in effetti, si chiama De Amicis: ma la maldestra
      iniziativa del preside innesca un vicenda poco deamicisiana. Appena la
      notizia circola, infatti, la Lega, ancora scottata dalla storia della
      scuola di Adro, quella con i simboli celtici incorporati a spese dei
      contribuenti, decide di cavalcare la protesta di una parte dei genitori,
      dopo averne cavalcate tante altre in giro per la sua nuova patria: patria
      che, prendete nota, non è più la Padania, ma l’Italia.

      Detto fatto, il secondo Matteo più importante del paese, il macho che ha
      stregato Marine Le Pen con il suo nudo in cravatta verde, si presenta il
      sabato sera ai cancelli della scuola (chiusa, suppongo) e ci scarica un
      presepe, a mo’ di simbolo dell’identità bergamasca. Già che c’era, arringa
      i suoi fedeli prendendosela anche con don Mario: il parroco del quartiere
      che aveva preso le difese del preside, criticando “i politici che
      strumentalizzano questa vicenda” e aggiungendo che il presepe dev’essere
      un simbolo di pace e non un’imposizione. Ma l’astro nascente della destra
      italiana, ormai, è incontenibile. “Il preside  pare abbia detto  vuole
      togliere ai bambini la gioia del Natale. È incredibile come certa gente si
      vergogni delle nostre tradizioni, della nostra cultura, della nostra
      identità. Certa gente per me non dovrebbe mettere piede in una scuola”.

      Ora, a parte il fatto che il primo a essere fuori posto in una scuola
      pubblica è proprio lui, Salvini, resta la faccenda “delle nostre
      tradizioni, della nostra cultura, della nostra identità”. Ma nostra di
      chi? Il presepe l’ha inventato San Francesco, santo semi-meridionale e
      quasi-terzomondista. Come se non bastasse, la vera patria del presepe è
      Napoli: ma figurati se il macho, dopo aver passato la giovinezza con gente
      che cantava “Forza Vesuvio” nelle birrerie padane, ha mai visto una
      commedia di Eduardo. Insomma, dovrebbero essere i napoletani, semmai, non
      i bergamaschi, a scendere in campo a difesa del presepe. Ma i napoletani
      non lo faranno mai, e sapete perché? Perché hanno il senso dell’umorismo,
      loro: mica come Salvini. Non è stato il povero preside di Bergamo ma il
      grande Eduardo ad aver detto, una volta per tutte “Nun ce piace ‘o
      presepe”.


    sentences:
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        Veneto, il prete benedice le liste Pd e cerca candidati. Lega:
        “Vergogna”
      - 'Iraq, un ottobre nero: una strage di manifestanti lunga un mese'
      - Salvini, ‘nun ce piace ‘o presepe’
  - source_sentence: "Era il maggio 2017 e Taranto si preparava ad andare alle urne. Luigi Di Maio arrivò in città per sostenere il candidato pentastellato invitando i cittadini a “scegliere un sindaco Cinque Stelle, perché così il progetto di riconversione economica, che vada oltre l’Ilva, è l’unico che può rilanciare questa città, può affermarsi”. Ma il primo cittadino non sarebbe bastato, perché “i problemi di Taranto sono complessi” ma “noi sappiamo bene che tra meno di un anno ci sono le elezioni politiche e, quindi, dobbiamo impegnarci per un Governo Cinque Stelle affinché la riconversione di Taranto sia coadiuvata dal governo”. Un anno prima, stessa città,\_intervenendo all’inaugurazione della saletta cinema del reparto di Pediatria dell’ospedale Santissima Annunziata, aveva già spiegato che il M5s aveva “incontrato gli assessori di Bilbao, i tedeschi, abbiamo visto tante esperienze internazionali che, come Taranto, hanno dovuto sviluppare un nuovo futuro per il lavoro, per i propri concittadini”. E, specificava, “venire a dire qui che possono coesistere questo stabilimento così com’è e il diritto alla salute è una presa in giro”.\nIl contratto di governo: “Riconversione economica” – Da qui, si può iniziare a spiegare la rabbia di una fetta di popolazione di Taranto che dal momento della firma dell’intesa sindacale, bollinata dal vicepremier, è scesa in piazza gridando al “tradimento” e contestato i parlamentari pentastellati eletti nella città jonica. Perché quei concetti, ancora tre mesi fa, era stati scritti nero su bianco nel contratto di governo firmato con la Lega. Testuale: “Ci impegniamo, dopo più di trent’anni, a concretizzare i criteri di salvaguardia ambientale, secondo i migliori standard mondiali a tutela della salute dei cittadini del comprensorio di Taranto, proteggendo i livelli occupazionali e promuovendo lo sviluppo industriale del Sud, attraverso un programma di riconversione economica basato sulla chiusura delle fonti inquinanti”. Riconversione economica è la parola chiave nell’ammorbidimento del Movimento Cinque Stelle sulle acciaierie. Il punto di caduta tra il via libera ad Arcelor Mittal che non prevede alcun progetto di dismissione nemmeno nel lungo periodo e le dichiarazioni a tamburo battente nel corso degli anni.\nLa “pasionaria” no-Ilva, Rosa D’Amato – Rimanendo solo al 2018, ecco l’europarlamentare Rosa D’Amato, tra le più agguerrite no-Ilva nel Movimento. L’esponente M5s a Bruxelles, dopo aver depositato un esposto\_per chiedere alla Procura di Taranto di sollevare l’incostituzionalità dei decreti salva-Ilva che hanno riesaminato l’Autorizzazione integrata ambientale, spiegava che proprio partendo da lì si sarebbe andati “alla base del problema” per “sradicarlo completamente”. Il che vuol dire, scriveva, “stabilire finalmente che quello stabilimento è incompatibile con la vita e con le altre economie del territorio e che quindi chiudere, smantellare, bonificare, riqualificando i lavoratori dentro e fuori la fabbrica, vuol dire offrire un futuro diverso alla città di Taranto”.\nLe parole di Di Maio, la “correzione” dei candidati – Un mese più tardi, in piena campagna elettorale, un primissimo scricchiolio. Di Maio torna a Taranto e dice:\_“Per quanto mi riguarda e riguarda il Movimento, l’Ilva è una realtà che deve continuare a dare posti di lavoro e ne deve dare più di quelli che sta dando. È per questo che noi crediamo in un piano di riconversione industriale e di bonifiche”. Poi specifica: “Io ho parlato sempre di riconversione e di bonifiche per dare 13mila posti di lavoro, questo è il nostro piano ed è di questo che dobbiamo parlare, invece in questi anni si è tentato sempre di passare la patata bollente a qualcun altro”. La riconversione, spiegava, “si attua con un cronoprogramma, nessuno choc. Quindi i nostri interventi partono dal presupposto che se servono 5-10 anni per la riconversione e le bonifiche, pianifichiamo quel tempo, ma non si devono perdere posti di lavoro e non si deve attentare alla salute dei tarantini e degli italiani”. Ventiquattr’ore dopo, i candidati del M5s (poi tutti eletti), i consiglieri regionali e comunali parlano di “forzature” per “strumentalizzare” le parole di Di Maio “giocando con la salute” dei cittadini: “La posizione del Movimento Cinque Stelle è chiara su Ilva: la riconversione economica – scrivono in una nota congiunta – passa ovviamente dalla chiusura delle fonti inquinanti, senza le quali le bonifiche sarebbero inutili”. Riconversione e chiusura delle fonti inquinanti, nuovamente.\nL’eletto Turco e il sottosegretario Fioramonti – Intanto si vota. Il M5s prende quasi il 50 per cento\_a Taranto e fa l’en-plein degli eletti. Tra loro anche Mario Turco, che il 3 maggio che chiede al governo Gentiloni di non “condurre in porto la cessione del gruppo Ilva” affinché un governo legittimato dal voto possa “affrontare una profonda revisione degli atti sinora approvati per il bene delle collettività interessate” per “approdare ad un accordo di programma simile a quello stipulato a Genova, opportunamente adeguato avendo rispetto delle specificità della realtà territoriale ionica, che possa garantire i redditi della forza lavoro e condurre alla riconversione economica dell’area industriale di Taranto”. Il neo-senatore parla subito dopo aver scovato e reso pubblico il contratto con il quale Carlo Calenda ha fissato l’accordo con Mittal nel giugno 2017: tutto noto, tranne i dettagli. Anche Lorenzo Fioramonti, allora ministro dello Sviluppo Economico in pectore e ora sottosegretario all’Istruzione, chiede al governo Gentiloni di fermarsi: “Il nuovo esecutivo deve tenere tutte le opzioni sul tavolo,\_anche quella di ripensare nel lungo termine a una riconversione economica di tutto il complesso industriale”.\nIl post sul blog delle Stelle e il Fioramonti-bis – È il 19 maggio quando sul blog del Movimento compare un post sulle opere inutili e dannose, la loro sintesi nel contratto di governo in discussione in quei giorni e pure su Ilva: “Nel contratto c’è scritto chiaramente che si lavorerà per la chiusura dell’Ilva“. Due giorni dopo, è ancora Fioramonti a intervenire dopo il Tavolo sull’Ilva convocato a Taranto dal M5s per confrontarsi con i sindacati: “In questo momento ci muoviamo in una direzione chiara, cioè chiusura programmata e riconversione economica dell’Ilva. La chiusura programmata significa andare verso la chiusura. Questo va fatto in un periodo di tempo relativamente breve ma non brevissimo. Quindi non pensiamo ai 20 anni o ai 30 anni, non pensiamo nemmeno a un anno o sei mesi. È percorso che va intrapreso“.\nCosta, Grillo e il Di Maio di governo – Quando l’1 giugno il governo giura al Quirinale, il neo-ministro dell’Ambiente Sergio Costa parla di “valutazione” del dossier Ilva: “Nel contratto di governo c’è scritto i termini in cui si farà. Sicuramente daremo il massimo in questo senso, ci metterà la penna anche lì”. Non passa neanche una settimana e sul blog di Beppe Grillo compare un lungo post e un video nel quale si caldeggiano la trasformazione dell’area dell’Ilva di Taranto in una nuova Ruhr, dove il territorio è stato completamente trasformato dopo la chiusura delle acciaierie. Una spiegazione pratica di quella riconversione economica citata nel contratto. Il fondatore e garante sembra voler lanciare un’idea, ma poco dopo il vicepremier Di Maio frena: “Qualsiasi decisione sarà presa con responsabilità e attenzione, non davanti alle telecamere.\_Non faccio annunci prima di aver incontrato la proprietà e le parti sociali“. È la prima dichiarazione pubblica di Di Maio nella quale si intravede la realpolitik\_perché, come noto da un anno, ArcelorMittal ha un contratto firmato e stracciarlo potrebbe costare carissimo allo Stato.\nL’accertamento, il rush finale e il “giorno zero” – Inizia così la caccia a un interesse pubblico che permetta di annullare l’assegnazione. Ma né Anac né Avvocatura di Stato spianano la strada con i loro pareri. Per quanto “ci sia pochissimo di regolare” nella gara, dice Di Maio definendola un “delitto perfetto”, servono la mancanza dell’accordo sindacale o gravi irregolarità nella proroga dei tempi del piano ambientale perché il governo possa procedere. A questo punto, il ministro dello Sviluppo Economico prova – riuscendoci – a strappare le “migliori condizioni possibili nella peggior situazione possibile” agli acquirenti. Della riconversione economica, però, non c’è più traccia, accusano gli ambientalisti tarantini affascinati fino a pochi mesi fa dalle promesse del M5s messe nere su bianco anche nel contratto di governo. Tant’è che la capogruppo in Consiglio regionale, Antonella Laricchia, scrive un lungo post su Facebook per riportare quelle due parole al centro del dibattito: “Oggi è il giorno zero. Facciamoci forza, l’obiettivo del M5s rimane la riconversione economica e il delitto perfetto del Pd ha solo rallentato il processo”. In Puglia e a Taranto, sottolinea “non si può esultare”: “È il giorno della rabbia e della frustrazione ma deve essere anche quello della certezza che l’obiettivo del M5S al Governo di questo paese per Taranto rimane lo stesso: la chiusura delle fonti inquinanti e la riconversione economica del territorio”. Ma di questo nei documenti firmati da sindacati, governo, commissari dell’Ilva e ArcelorMittal non si parla più.\n"
    sentences:
      - >-
        Ilva, “nazionalizzarla per ambientalizzarla e creare una No Tax
        Area per Taranto: una città non vive di soli operai”
      - >-
        Ilva, da “chiusura e bonifica” al via libera ad
        ArcelorMittal: tutte le posizioni Cinque Stelle e la realpolitik di
        governo
      - nevearoma, è iniziata la campagna elettorale?
  - source_sentence: >
      Stop agli F35 americani, servono controlli dopo l’incendio avvenuto a
      bordo di uno dei velivoli in Florida lo scorso 23 giugno. Il Pentagono,
      nel giorno della Festa dell’Indipendenza celebrata il 4 luglio su tutto il
      territorio statunitense, ha deciso di lasciare a terra l’intera flotta
      fino al completamento di una serie di ispezioni aggiuntive sul motore
      costruito dalla Pratt & Whitney. Salta così anche anche la partecipazione
      dei velivoli al Farnborough Air Show, la fiera internazionale
      dell’industria aeronautica e spaziale che si tiene ogni due anni in Gran
      Bretagna.

      La direttiva, che riguarda sia gli aerei della Air Force sia quelli della
      Marina, è stata emessa dopo l’incidente avvenuto a Eglin, nella base
      dell’Air Force in Florida. Ancora sconosciute le cause dell’incendio,
      scoppiato durante le manovre per il decollo. “Le cause dell’episodio
      restano sotto osservazione  ha riferito un portavoce del Pentagono-. Sono
      state ordinate altre ispezioni ai motori ed il rientro in servizio è
      legato alle verifiche”. Il 23 giugno il pilota a Eglin era riuscito a
      bloccare il caccia ed è uscito incolume dal velivolo, mentre le squadre di
      soccorso hanno spento le fiamme che uscivano dal retro dell’aereo. Ma non
      è stato l’unico guasto a bordo: nelle ultime settimane era stata una
      perdita di olio, scoperta dal pilota in volo, a far scattare l’allarme ed
      il rientro del caccia alla base. Gli esperti sottolineano che si teme che
      nuovi, ennesimi problemi, possano determinare ulteriori ritardi nello
      sviluppo del programma degli F35 che, secondo la tabella di marcia,
      dovrebbero essere dichiarati dal Pentagono pronti al combattimento il
      prossimo anno.

      Sul temporaneo stop deciso dagli Stati Uniti, interviene dai microfoni di
      Radio Capital anche il ministro degli Esteri Federica Mogherini, nei
      giorni in cui la Difesa ha presentato il nuovo Documento programmatico
      pluriennale del dicastero, contenente le previsioni di spesa fino al 2016.
      Un documento che prevede un mini-taglio per i super-jet, ma che stanzia
      più fondi per Marina, Esercito e Aeronautica. “Non sta a me dare giudizi
      tecnici” sugli F35, ha detto Mogherini. “La strategia italiana” di difesa,
      ha aggiunto, “è sotto revisione“, c’è “una discussione anche su quali
      aerei comprare. Sicuramente anche noi avremo bisogno di riaggiornare i
      nostri strumenti militari, molti sono vecchi. Una discussione da fare
      anche con gli americani”.

      La decisione del Pentagono alimenta l’opposizione all’acquisto degli F35,
      contro cui proseguono sia la campagna ‘Taglia le ali alle armi’ guidata da
      Rete Disarmo, sia la raccolta firme di Avaaz giunta a quasi mezzo milione.
      “Questo incidente è l’ennesimo di una lunga serie  commenta Francesco
      Vignarca, coordinatore della Rete Disarmo  ma rappresenta un segnale
      molto più grave di tutti gli altri perché mai finora il Pentagono era
      arrivato al punto di mettere a terra l’intera flotta di F35. E’ una
      decisione clamorosa che testimonia come la Difesa americana prenda molto
      sul serio i problemi di affidabilità di questo programma”. “Non è così per
      l’Italia  prosegue Vignarca  dove il governo procede con gli ordini
      senza mostrare il minimo dubbio sull’opportunità di proseguire la nostra
      partecipazione a questo disastroso programma. Un’ assurdità, a meno che
      alla Difesa non considerino proprio i problemi tecnici degli F35 come una
      risorsa che garantirà lavoro e guadagni al centro di manutenzione di
      Cameri”.

      Proprio parlando dei rischi che correrebbe la fabbrica di Cameri in caso
      di uscita dal programma, nei giorni scorsi il ministro della Difesa
      Roberta Pinotti, intervenendo di fronte alle Commissioni Difesa riunite di
      Camera e Senato, ha dichiarato che per quanto riguarda gli F35 “i
      contratti già sottoscritti e operanti riguardano solo i lotti 6 e 7, per
      sei velivoli complessivi”. Un’affermazione passata inosservata, ma che è
      invece estremamente significativa poiché non fa cenno agli altri contratti
      firmati nel frattempo: quelli relativi alle prime fasi di acquisizione di
      altri quattro aerei dei lotti 8 e 9.

      Il 18 luglio dell’anno scorso la Difesa ha firmato negli Stati Uniti un
      contratto da 70,36 milioni di dollari (il numero 525-13) per l’acquisto
      dei componenti a lunga consegna degli F35 di questi due lotti (che
      inizialmente dovevano essere otto e poi ridotti a quattro). Più
      recentemente, il 25 marzo di quest’anno, è stato firmato un altro
      contratto da 24,49 milioni di dollari (il numero 054-14) per altri
      materiali e componenti dei due aerei del lotto 9. Quindi, i contratti già
      sottoscritti e operanti riguardano non sei, ma dieci velivoli complessivi.
      Stando così le cose, delle due l’una: o la Pinotti tace su questi
      ulteriori contratti sperando che essi passino sotto silenzio fino ad
      arrivare alla fase di acquisizione in cui diventano vincolanti e quindi
      non più cancellabili; oppure, ipotesi più auspicabile, lo fa perché la
      Difesa ha deciso, com’è in suo potere fare, di cancellare gli ordini di
      questi pezzi iniziali e di riallocare le cifre versate su futuri contratti
      relativi ai lotti successivi che riguarderanno aerei meno cari e, si
      spera, più affidabili.
    sentences:
      - >-
        F35, a terra tutta la flotta Usa: controlli del Pentagono dopo incendio
        in Florida
      - >-
        Premio Strega 2024, record di titoli proposti dalla giuria: sono 82.
        C’è anche un libro autopubblicato
      - >-
        F35, nuovo stop dei voli: “Trovata incrinatura su pala del
        motore”
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Flash-IT-HA-Classifier

This is a sentence-transformers model trained. It maps sentences & paragraphs to a 768-dimensional dense vector space and can be used for semantic textual similarity, semantic search, paraphrase mining, text classification, clustering, and more.

Model Details

Model Description

  • Model Type: Sentence Transformer
  • Maximum Sequence Length: 512 tokens
  • Output Dimensionality: 768 tokens
  • Similarity Function: Cosine Similarity
  • Language: it
  • License: mit

Model Sources

Full Model Architecture

SentenceTransformer(
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)

Usage

Direct Usage (Sentence Transformers)

First install the Sentence Transformers library:

pip install -U sentence-transformers

Then you can load this model and run inference.

from sentence_transformers import SentenceTransformer

# Download from the 🤗 Hub
model = SentenceTransformer("mrinaldi/flash-it-ha-classifier-cossim-ffpt")
# Run inference
sentences = [
    'Stop agli F35 americani, servono controlli dopo l’incendio avvenuto a bordo di uno dei velivoli in Florida lo scorso 23 giugno. Il Pentagono, nel giorno della Festa dell’Indipendenza celebrata il 4 luglio su tutto il territorio statunitense, ha deciso di lasciare a terra l’intera flotta fino al completamento di una serie di ispezioni aggiuntive sul motore costruito dalla Pratt & Whitney. Salta così anche anche la partecipazione dei velivoli al Farnborough Air Show, la fiera internazionale dell’industria aeronautica e spaziale che si tiene ogni due anni in Gran Bretagna.\nLa direttiva, che riguarda sia gli aerei della Air Force sia quelli della Marina, è stata emessa dopo l’incidente avvenuto a Eglin, nella base dell’Air Force in Florida. Ancora sconosciute le cause dell’incendio, scoppiato durante le manovre per il decollo. “Le cause dell’episodio restano sotto osservazione – ha riferito un portavoce del Pentagono-. Sono state ordinate altre ispezioni ai motori ed il rientro in servizio è legato alle verifiche”. Il 23 giugno il pilota a Eglin era riuscito a bloccare il caccia ed è uscito incolume dal velivolo, mentre le squadre di soccorso hanno spento le fiamme che uscivano dal retro dell’aereo. Ma non è stato l’unico guasto a bordo: nelle ultime settimane era stata una perdita di olio, scoperta dal pilota in volo, a far scattare l’allarme ed il rientro del caccia alla base. Gli esperti sottolineano che si teme che nuovi, ennesimi problemi, possano determinare ulteriori ritardi nello sviluppo del programma degli F35 che, secondo la tabella di marcia, dovrebbero essere dichiarati dal Pentagono pronti al combattimento il prossimo anno.\nSul temporaneo stop deciso dagli Stati Uniti, interviene dai microfoni di Radio Capital anche il ministro degli Esteri Federica Mogherini, nei giorni in cui la Difesa ha presentato il nuovo Documento programmatico pluriennale del dicastero, contenente le previsioni di spesa fino al 2016. Un documento che prevede un mini-taglio per i super-jet, ma che stanzia più fondi per Marina, Esercito e Aeronautica. “Non sta a me dare giudizi tecnici” sugli F35, ha detto Mogherini. “La strategia italiana” di difesa, ha aggiunto, “è sotto revisione“, c’è “una discussione anche su quali aerei comprare. Sicuramente anche noi avremo bisogno di riaggiornare i nostri strumenti militari, molti sono vecchi. Una discussione da fare anche con gli americani”.\nLa decisione del Pentagono alimenta l’opposizione all’acquisto degli F35, contro cui proseguono sia la campagna ‘Taglia le ali alle armi’ guidata da Rete Disarmo, sia la raccolta firme di Avaaz giunta a quasi mezzo milione. “Questo incidente è l’ennesimo di una lunga serie – commenta Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Disarmo – ma rappresenta un segnale molto più grave di tutti gli altri perché mai finora il Pentagono era arrivato al punto di mettere a terra l’intera flotta di F35. E’ una decisione clamorosa che testimonia come la Difesa americana prenda molto sul serio i problemi di affidabilità di questo programma”. “Non è così per l’Italia – prosegue Vignarca – dove il governo procede con gli ordini senza mostrare il minimo dubbio sull’opportunità di proseguire la nostra partecipazione a questo disastroso programma. Un’ assurdità, a meno che alla Difesa non considerino proprio i problemi tecnici degli F35 come una risorsa che garantirà lavoro e guadagni al centro di manutenzione di Cameri”.\nProprio parlando dei rischi che correrebbe la fabbrica di Cameri in caso di uscita dal programma, nei giorni scorsi il ministro della Difesa Roberta Pinotti, intervenendo di fronte alle Commissioni Difesa riunite di Camera e Senato, ha dichiarato che per quanto riguarda gli F35 “i contratti già sottoscritti e operanti riguardano solo i lotti 6 e 7, per sei velivoli complessivi”. Un’affermazione passata inosservata, ma che è invece estremamente significativa poiché non fa cenno agli altri contratti firmati nel frattempo: quelli relativi alle prime fasi di acquisizione di altri quattro aerei dei lotti 8 e 9.\nIl 18 luglio dell’anno scorso la Difesa ha firmato negli Stati Uniti un contratto da 70,36 milioni di dollari (il numero 525-13) per l’acquisto dei componenti a lunga consegna degli F35 di questi due lotti (che inizialmente dovevano essere otto e poi ridotti a quattro). Più recentemente, il 25 marzo di quest’anno, è stato firmato un altro contratto da 24,49 milioni di dollari (il numero 054-14) per altri materiali e componenti dei due aerei del lotto 9. Quindi, i contratti già sottoscritti e operanti riguardano non sei, ma dieci velivoli complessivi. Stando così le cose, delle due l’una: o la Pinotti tace su questi ulteriori contratti sperando che essi passino sotto silenzio fino ad arrivare alla fase di acquisizione in cui diventano vincolanti e quindi non più cancellabili; oppure, ipotesi più auspicabile, lo fa perché la Difesa ha deciso, com’è in suo potere fare, di cancellare gli ordini di questi pezzi iniziali e di riallocare le cifre versate su futuri contratti relativi ai lotti successivi che riguarderanno aerei meno cari e, si spera, più affidabili.\n',
    'F35, a terra tutta la flotta Usa: controlli del Pentagono dopo incendio in Florida',
    'F35, nuovo stop dei voli: “Trovata incrinatura su pala del motore”',
]
embeddings = model.encode(sentences)
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# [3, 768]

# Get the similarity scores for the embeddings
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print(similarities.shape)
# [3, 3]

Evaluation

Metrics

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Training Details

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    L’attore torna a esibirsi nella sua città natale dopo lo scandalo sugli abusi sessuali. Cosby è salito sul palco di un jazz club, intrattenendo il pubblico tra battute e musica




    Bill Cosby sul palco di un jazz club di Philadelphia: la prima volta dopo lo scandalo abusi Cannes, John Travolta in versione Pulp Fiction: si scatena e il red carpet diventa una pista da ballo
    La buffa camminata dei Monty Pyton definita in stile ‘Teabag’ o ‘bustina di tè’, se effettuata per qualche minuto al giorno, è utile per rimanere in forma. A dirlo, uno studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista The British Medical Journal. Un team di ricercatori statunitensi ha deciso di confrontare il dispendio energetico di questa camminata a bassa efficienza con una camminata ad alta efficienza. I loro risultati si basano sui dati di 13 adulti sani (sei donne, sette uomini) di età compresa tra 22 e 71 anni (età media 34 anni) senza storia di malattie cardiache o polmonari e nessun disturbo dell’andatura noto. Sono stati misurati l’altezza e il peso corporeo. Nella prima prova, i partecipanti hanno camminato nel loro stile abituale a un ritmo scelto liberamente. Per le due prove successive, ai partecipanti è stato chiesto di ricreare, al meglio delle loro capacità, le passeggiate di Mr Teabag e Mr Putey che avevano visto nel video. È stato dimostrato che gli stili di camminata di Mr Teabag e Mr Putey, interpretati da John Cleese e Michael Palin nello sketch Monty Python Ministry of Silly Walks del 1971, sono più variabili del solito camminare, ma il loro dispendio energetico non era mai stato misurato. La distanza percorsa durante le camminate di cinque minuti è stata utilizzata per calcolare la velocità media. Sono stati misurati anche l’assorbimento di ossigeno (mL/kg/min), il dispendio energetico (kcal/kg/min) e l’intensità dell’esercizio (MET) – la quantità di calorie consumate per minuto di attività fisica. I ricercatori hanno scoperto che solo la camminata della ‘bustina di tè’ comportava un dispendio energetico significativamente maggiore, circa 2,5 volte quello della normale camminata. Per uomini e donne combinati, l’assorbimento di ossigeno durante la camminata normale era di 11,3 ml/kg/min (o 3,2 MET), che era simile a quello della camminata di Putey (12,3 ml/kg/min, o 3,5 MET).
    Tuttavia, la camminata della bustina di tè ha provocato un consumo di ossigeno di 27,9 ml/kg/min, o 8 MET, che si qualifica come esercizio di intensità vigorosa. In termini di dispendio energetico, lo scambio di un solo minuto di camminata abituale con un minuto di camminata con bustine di tè è stato associato a un aumento del dispendio energetico di 8 kcal/min per gli uomini e di 5 kcal/min per le donne. I ricercatori stimano che gli adulti potrebbero raggiungere 75 minuti di attività fisica di intensità vigorosa a settimana camminando nello stile della ‘bustina di tè’, piuttosto che nel loro stile abituale, per circa 11 minuti al giorno. E sostituire i normali passi di stile con passi di stile bustina di tè per circa 12-19 minuti al giorno aumenterebbe il dispendio energetico giornaliero di circa 100 kcal. Questa quantità di camminare in stile bustina di tè probabilmente aumenterebbe la forma cardiorespiratoria, ridurrebbe il rischio di mortalità e non richiederebbe alcun impegno di tempo extra perché sostituisce il movimento che gli adulti già fanno con un’attività fisica più energetica, aggiungono. Questo è uno studio sperimentale basato su un piccolo campione e i ricercatori riconoscono che alcune persone, comprese quelle con disabilità, disturbi dell’andatura, malattie articolari o altre condizioni di salute potrebbero non essere in grado di eseguire le passeggiate Putey o Teabag. “Ma potrebbero essere in grado di aumentare altrimenti il dispendio energetico nei loro movimenti quotidiani, con l’inefficienza come obiettivo”, dicono. Notano anche che esplosioni di attività fisica di uno o due minuti, accumulate nel tempo, possono produrre benefici cardiovascolari, quindi le persone potrebbero impegnarsi in esplosioni regolari di camminata inefficiente, negli orari e nei luoghi più convenienti per loro, compresi gli ambienti chiusi.
    Imitare la buffa camminata ispirata ai Monty Python ogni giorno fa dimagrire. Ma non solo: tutti i benefici del “Teabag” “Allenarsi regolarmente con i pesi riduce il rischio di morte prematura per tutte le cause, tranne il tumore”: il nuovo studio
    Tutto confermato. La campagna vaccinale cambia priorità: si punta sui giovanissimi mentre passa in secondo piano la rincorsa agli over 50 che non hanno ricevuto neanche una dose. Lo scrive il generale Francesco Figliuolo in una lettera indirizzata alle Regioni con la quale chiede di “predisporre corsie preferenziali per l’ammissione alle somministrazioni dei cittadini” che hanno tra i 12 i 18 anni a partire dal 16 agosto, “anche senza preventiva prenotazione”. Al momento per gli under 18 è autorizzata la somministrazione solo di Pfizer o Moderna.
    Senza un’accelerazione nelle somministrazioni di prime dosi, infatti, l’obiettivo – fissato dallo stesso Figliuolo – di immunizzare l’80% della popolazione entro fine settembre non verrebbe raggiunto. E il generale lo sa. E infatti alle Regioni scrive che la campagna vaccinale “si sta sviluppando nei termini pianificati che vedono il progressivo raggiungimento degli obiettivi previsti per l’immunizzazione delle classi prioritarie, dei cittadini maggiormente vulnerabili e fragili”. Ma tra i fragili e i vulnerabili, però, ci sono soprattutto i 4,42 milioni di italiani con più di 50 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose: su questa categoria, il generale sembra aver gettato la spugna.
    Fino a metà luglio il commissario Figliuolo ha ripetuto che “andare sui 60enni è il nostro imperativo categorico“. La strategia messa in piedi con le Regioni, che prevede anche il coinvolgimento dei medici di base, non ha dato però i risultati sperati. Da qui la decisione di invertire le priorità. Non solo per una percentuale di prime dosi usate ma anche in vista della ripartenza della scuola, con annesse le attività sportive. “Tale predisposizione – si legge infatti nella lettera – avrà risvolti positivi anche per incentivare la ripresa in sicurezza sia delle attività sportive sia di quelle finalizzate a garantire il maggiore benessere psicofisico per i più giovani”.
    Figliuolo scrive alle Regioni: “Dal 16 agosto vaccini senza prenotazione a 12-18enni”. Così la rincorsa agli over 50 passa in secondo piano Vaccini tra rinunce e incognite sulla distribuzione: cosa cambia con lo stop di Astrazeneca agli under 60
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Evaluation Dataset

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    Una domenica che difficilmente dimenticheranno a Viale Mazzini. Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi a “Domenica In“, presente in studio con le figlie Alba ed Evelina, si è lasciato andare a una battuta triste e volgare: “Quelle del 2000 sono tutte tr**e”, tra l’altro anno di nascita di sua figlia. Scusandosi al rientro in studio, per provare a chiudere una brutta pagina televisiva. Poche ore dopo nello studio di “Da noi a ruota libera“, trasmissione condotta da Francesca Fialdini, è esploso un nuovo caso.
    Il conduttore Claudio Lippi, ospite nel giorno della festa del papà con sua figlia Federica, ha dato del primate a un ragazzo del pubblico. È italiano?”, ha chiesto rivolgendosi al ragazzo dalla capigliatura imponente. “Ah è per metà brasiliano, ecco perché. Diciamo che sta sempre dal lato umano, cioè è un essere umano. Non è un primate“, ha aggiunto Lippi sconfinando nell’insulto razzista.

    Ma che sta succedendo oggi? #danoiaruotalibera pic.twitter.com/EEBKra8cBn
    — Giuseppe Candela (@GiusCandela) March 19, 2023

    La padrona di casa Francesca Fialdini non è intervenuta in modo chiaro ma ha provato a cambiare discorso: “Claudio, volevo farti gli auguri per la festa del papà”. Poco dopo Lippi parlando della differenza tra maternità e paternità ha concesso il bis: “Perché sono nato uomo? Me lo sono sempre chiesto. Almeno nascevo Malgioglio! Ma niente, neanche quello”. Il conduttore e cantante in un’intervista a “La Repubblica“, in edicola proprio domenica, aveva protestato per la sua assenza dal video: “Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse perché non ho più lavorato. Ma non sto lì a rovinarmi la vita, lo stress fa male, ho quattro bypass bisogna salvaguardare la salute“.
    Claudio Lippi dà del primate a un ragazzo su RaiUno: “È italiano? Ah è per metà brasiliano, ecco perché” Fiorello: “La croce celtica? L’ho regalata io, siamo della Rai: ignoranza totale. Pensate che io sappia cosa vuol dire? Per me è come Dragon Ball”
    Siamo nel pieno dell’estate, un periodo in cui il gossip prolifera. Notizie senza impegno, da leggere sotto l’ombrellone o sorseggiando un caffè in montagna. O dove preferite. Cronaca rosa, dunque, che ha come protagonisti i Ferragnez, o almeno ciò che ne rimane dopo le recenti tempeste, prima legali e poi familiari.
    Nella serata di ieri, giovedì 25 luglio, a Forte dei Marmi si è svolta una sfilata di moda. Proprio qui si sono incontrate Valentina Ferragni (sorella minore della ben più nota Chiara) e Garance Authié (la modella, presunta nuova fiamma di Fedez, ex cognato di Valentina). L’occasione, come menzionato in precedenza, è stata la sfilata di moda per “Marciano by Guess”. Garance sfilava, mentre Valentina e Veronica Ferraro (una delle amiche più care di Chiara Ferragni) erano in prima fila a guardare. Pare che entrambe abbiano rivolto lo sguardo alla modella ma non è noto che espressione abbiano fatto né quali emozioni siano trapelate. Non finisce qui.
    Dopo la sfilata, gli ospiti si sono ritrovati a cena insieme. In spiaggia, in una tavolata stile matrimonio. Una lunga tovaglia bianca, con centrotavola floreale stile “esotico”. Per le sedute, invece, delle sedie-poltrone in rattan con comodi cuscini bianchi. Saranno state almeno 100 persone. Tra loro c’erano anche Cecilia Rodriguez e Giulia De Lellis. Presente, in passerella, anche Elisabetta Gregoraci, ma non si sa se abbia poi partecipato a quella stessa cena con gli altri volti noti dello spettacolo e della moda.
    Solo qualche giorno fa, Fedez ha pubblicato uno scatto con Johnny Depp, a St. Tropez. Poco dopo anche Garance ha postato un filmato in cui parlava con la star internazionale. “You look so amazing, wow”, dice qualcuno che registra il video. Si tratta, è evidente, proprio di Fedez, che si è improvvisato videomaker per influencer. Mancava solo un “Hey guys”. Garance Authiè, 20 anni, 83,3 mila follower su Instagram e altri 42 mila su TikTok, è una modella francese.
    Fin da quando aveva 9 anni si è dedicata alla moda, riuscendo così a fare carriera in quell’ambito. È seguita da diverse agenzie di moda, tra cui una spagnola e una francese. Come si evince dalla sua biografia su Instagram, alla carriera da modella affianca quella di studentessa. Nella fattispecie è iscritta alla IE University – Business School. Attualmente, stando ai numerosi gossip (mai confermati apertamente dai diretti interessati) è la nuova fidanzata di Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, ex marito di Chiara Ferragni. Dall’amore tra Fedez e Ferragni – ormai giunto al capolinea – sono nati due bambini: Leone (nato a Los Angeles nel 2018) e Vittoria (nata a Milano nel 2021).
    Valentina Ferragni faccia a faccia con la nuova fidanzata di Fedez Garance Authié: l’incontro inaspettato poi la cena insieme Isola dei Famosi, Chanel Totti in studio da mamma Ilary con il fidanzato Cristian Babalus: ecco chi è
    “Oggi abbiamo tanti fantasmi, tanti uomini e donne che lavorano nelle campagne in tutta Italia senza diritti. Da tempo denunciamo la presenza di questo esercito di schiavi, questa piazza chiede un cambiamento concreto. Noi siamo al fianco delle aziende sane che vivono sotto il ricatto dei caporali, che non possono assumere regolarmente chi è già qui”. Sono le parole di Hardeep Kaur, segretaria del Flai Cgil Frosinone-Latina, alla manifestazione a Latina per la morte di Satnam Singh, il bracciante abbandonato davanti a casa con un braccio amputato dopo un infortunio mentre tagliava il fieno e morto dopo il ricovero in ospedale. Il 31enne ha perso il braccio destro, amputato da un macchinario avvolgiplastica poi lasciato in una cassetta per gli ortaggi insieme al 31enne davanti casa invece di chiamare i soccorsi. Il titolare dell’azienda è indagato.
    La manifestazione – Alla manifestazione, organizzata dalla Cgil di Roma e Lazio, la Flai Cgil di Roma e Lazio, la Camera del Lavoro di Frosinone e Latina e la Flai Cgil di Frosinone e Latina, oltre a diversi esponenti sindacali e politici locali e nazionali sono presenti anche numerosi lavoratori e braccianti stranieri, per lo più indiani, scesi in piazza contro il caporalato dopo quanto accaduto al loro connazionale. Presenti la segretaria del Pd Elly Schlein e il segretario di Si e deputato di Avs Nicola Fratoianni, in mezzo alla piazza, l’una di fianco all’altro. Il piccolo palco è allestito davanti alla prefettura, dove sventolano bandiere di Cgil, Libera, Anpi, Pd, Avs… Oltre che di Avs e Pd ci sono delegazioni Iv, con Gerardo Stefanelli, presidente della provincia di Latina, di Azione, con Alessio D’Amato, della segreteria del partito, e del M5s, con Adriano Zuccalà, capogruppo in Regione.
    La sindaca – “Grazie al consiglio comunale che oggi è tutto qui vicino a me, maggioranza e opposizione. Avrei preferito un’occasione diversa, ma la difficoltà del momento ci impone di riunirci ora – ha detto la sindaca di Latina, Matilde Celentano che è stata fischiata -. Se vogliamo che quella di Satnam non sia un’altra morte sulla lista degli incidenti sul lavoro dobbiamo avere il coraggio di ammettere che siamo tutti responsabili dell’odioso fenomeno del caporalato, tanto le istituzioni quanto i cittadini che preferiscono non vedere. La patente di terra di caporali non ci appartiene. Non vogliamo essere additati per quello che non siamo. Questa è una terra di migranti, di gente che è venuta a cercare una condizione migliore, come accade oggi con nordafricani e indiani. Quella contro il caporalato è una guerra di civiltà da combattere tutti insieme. Latina non si sottrarrà dall’impegno di questa battaglia”.











    Vedi Anche


    Manifestazione per Satnam Sighn, fischiata e contestata la sindaca di Latina di FdI Matilde Celentano: “La vostra politica è complice”



    “Abolire la Bossi-Fini” – “Tutte le istituzioni e tutta la politica devono fare uno scatto in avanti contro questa piaga, perché Satnam Singh purtroppo non è un caso isolato. C’è un sistema strutturale di sfruttamento e di caporalato che va combattuto – ha dichiarato Schlein al margine – Nei prossimi giorni presenteremo la nostra proposta per abolire la Bossi-Fini e riscriverla integralmente, perché è una legge che provoca irregolarità. E l’irregolarità, come insegna questa tragedia e questo omicidio, causa precarietà, sfruttamento e ricattabilità sulla pelle delle persone come Sadnam Singh. C’è una legge, – ha aggiunto Schlein – la legge 199, ma bisogna mettere le risorse affinché sia pienamente attuata e applicata. Oggi non lo è, soprattutto nella parte di prevenzione. Bisogna insistere sull’attuazione di quella legge. E noi avevamo presentato nella scorsa legislatura una legge che chiede sistemi di protezione per chi denuncia e va protetto con strumenti e servizi e risorse: la porteremo avanti. Noi daremo il nostro contributo e faremo la nostra parte”. Stessa posizioni di Fratoianni che su X scrive: “Oggi a Latina una manifestazione straordinaria per dire basta alla stragi sui posti di lavoro, ma soprattutto basta ad una sistema che alimenta precarietà e ricatti. Basta con la Legge Bossi Fini. Bisogna garantire a tutti coloro che lavorano nei campi e nelle imprese di poter rivendicare pienamente i loro diritti, servono controlli, e serve soprattutto dignità”.
    I numeri – Nella provincia di Latina ci sono 9.54 1aziende agricole che impiegano quasi 19mila lavoratori agricoli regolari, a tempo determinato. Di questi 13.338 sono stranieri e 5.463 italiani. Quindi con un rapporto del 71% contro il 29%: gli stranieri incidono sul complessivo con una percentuale tra le più alte d’Italia. Di questi il 60% sono indiani, poi ci sono tutte le altre etnie. Fino a qualche tempo fa era fortemente presente anche la comunità romena, ma al momento i braccianti romeni si sono quasi tutti spostati sul settore edile. Nel frattempo sono cresciute altre comunità, come quella centro-africana, ma anche bengalese e pakistana come emerge dai dati dell’ufficio studi dell’Unione Italiana dei Lavori Agroalimentari (Uila), sulla base dei dati del 2022, derivati dagli elenchi anagrafici dell’Inps. È però difficile avere una fotografia esatta della realtà perché il numero complessivo dei lavoratori sarebbe molto più alto: per il sindacato gli irregolari sarebbero almeno quanto i regolari.
    “Per quanto riguarda i regolari con contratto a tempo determinato, si parla di lavoratori stagionali, che godono di una disciplina speciale, con un contratto a chiamata che si applica in agricoltura come previsto dal contratto nazionale di lavoro”, spiega Giorgio Carra, Segretario territoriale Uila per Latina e Frosinone. “Poi ci sono anche lavoratori a tempo indeterminato, che non sono più di un migliaio”. Ma il numero effettivo dei lavoratori sarebbe molto più alto se si considera il sommerso: “Gli irregolari – sottolinea Carra – sono almeno quanto i regolari e forse anche di più. Perché ogni anno il loro numero aumenta. Alla scadenza del loro contratto nessuno di loro può tornare al suo Paese. Non ne hanno la possibilità. Quello che bisogna fare è non incrementare ulteriormente i flussi stagionali. Fermarsi con i nuovi ingressi e passare alla conversione dei permessi di lavoro stagionale in permessi di soggiorno per lavoro subordinato“.











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    Singh morto a Latina, Lollobrigida: “Non criminalizzare le imprese”. Ma in agricoltura oltre 1/4 dei lavoratori (230mila) risulta irregolare



    Satnam Sighn, a Latina la manifestazione per il bracciante morto: “Basta fantasmi senza diritti nelle campagne italiane” Pd, M5s e Sinistra uniti al fianco di “Ci vuole un reddito”. Silvestri: “La piazza di Conte? Più ce ne sono, meglio è”. E la rete avverte: “Ora i fatti”
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  • local_rank: 0
  • ddp_backend: None
  • tpu_num_cores: None
  • tpu_metrics_debug: False
  • debug: []
  • dataloader_drop_last: False
  • dataloader_num_workers: 0
  • dataloader_prefetch_factor: None
  • past_index: -1
  • disable_tqdm: False
  • remove_unused_columns: True
  • label_names: None
  • load_best_model_at_end: False
  • ignore_data_skip: False
  • fsdp: []
  • fsdp_min_num_params: 0
  • fsdp_config: {'min_num_params': 0, 'xla': False, 'xla_fsdp_v2': False, 'xla_fsdp_grad_ckpt': False}
  • fsdp_transformer_layer_cls_to_wrap: None
  • accelerator_config: {'split_batches': False, 'dispatch_batches': None, 'even_batches': True, 'use_seedable_sampler': True, 'non_blocking': False, 'gradient_accumulation_kwargs': None}
  • deepspeed: None
  • label_smoothing_factor: 0.0
  • optim: adamw_torch
  • optim_args: None
  • adafactor: False
  • group_by_length: False
  • length_column_name: length
  • ddp_find_unused_parameters: None
  • ddp_bucket_cap_mb: None
  • ddp_broadcast_buffers: False
  • dataloader_pin_memory: True
  • dataloader_persistent_workers: False
  • skip_memory_metrics: True
  • use_legacy_prediction_loop: False
  • push_to_hub: False
  • resume_from_checkpoint: None
  • hub_model_id: None
  • hub_strategy: every_save
  • hub_private_repo: False
  • hub_always_push: False
  • gradient_checkpointing: False
  • gradient_checkpointing_kwargs: None
  • include_inputs_for_metrics: False
  • eval_do_concat_batches: True
  • fp16_backend: auto
  • push_to_hub_model_id: None
  • push_to_hub_organization: None
  • mp_parameters:
  • auto_find_batch_size: False
  • full_determinism: False
  • torchdynamo: None
  • ray_scope: last
  • ddp_timeout: 1800
  • torch_compile: False
  • torch_compile_backend: None
  • torch_compile_mode: None
  • dispatch_batches: None
  • split_batches: None
  • include_tokens_per_second: False
  • include_num_input_tokens_seen: False
  • neftune_noise_alpha: None
  • optim_target_modules: None
  • batch_eval_metrics: False
  • eval_on_start: False
  • use_liger_kernel: False
  • eval_use_gather_object: False
  • batch_sampler: batch_sampler
  • multi_dataset_batch_sampler: proportional

Training Logs

Epoch Step Training Loss Validation Loss ha-extended-validation_max_accuracy ha-extended-final_max_accuracy
0.5910 1000 1.2457 1.2229 0.9165 -
1.1820 2000 1.0035 1.1482 0.9216 -
1.7730 3000 0.7556 1.0997 0.9230 -
2.3641 4000 0.6188 1.0793 0.9261 -
2.9551 5000 0.5147 1.0728 0.9245 -
3.0 5076 - - - 0.9242

Framework Versions

  • Python: 3.12.2
  • Sentence Transformers: 3.2.1
  • Transformers: 4.45.2
  • PyTorch: 2.4.1+cu121
  • Accelerate: 1.0.1
  • Datasets: 3.0.1
  • Tokenizers: 0.20.1

Citation

BibTeX

Sentence Transformers

@inproceedings{reimers-2019-sentence-bert,
    title = "Sentence-BERT: Sentence Embeddings using Siamese BERT-Networks",
    author = "Reimers, Nils and Gurevych, Iryna",
    booktitle = "Proceedings of the 2019 Conference on Empirical Methods in Natural Language Processing",
    month = "11",
    year = "2019",
    publisher = "Association for Computational Linguistics",
    url = "https://arxiv.org/abs/1908.10084",
}

TripletLoss

@misc{hermans2017defense,
    title={In Defense of the Triplet Loss for Person Re-Identification},
    author={Alexander Hermans and Lucas Beyer and Bastian Leibe},
    year={2017},
    eprint={1703.07737},
    archivePrefix={arXiv},
    primaryClass={cs.CV}
}