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# Londra di notte nelle foto di Holly-Marie Cato
Utilizzando il nuovo smartphone Xiaomi 14T, la fotografa Leica Holly-Marie Cato ha esplorato la sua città natale, Londra, dopo il tramonto, catturando gli eroi che fanno vivere la città di notte.
*Di Alessandro Scarano*
Immagini: [Foto Masterclass Xiaomi Berlino](https://eur03.safelinks.protection.outlook.com/?url=https%3A%2F%2Fwe.tl%2Ft-su8ui4Pc95&data=05%7C02%7Calessandro.scarano%40domusweb.it%7Ce10a5710db45490e6b2b08dcde05db1c%7C9ed50004c543451b86f3c3671fb71c6c%7C1%7C0%7C638629364010566356%7CUnknown%7CTWFpbGZsb3d8eyJWIjoiMC4wLjAwMDAiLCJQIjoiV2luMzIiLCJBTiI6Ik1haWwiLCJXVCI6Mn0%3D%7C0%7C%7C%7C&sdata=4aqHaRFAW1goeQ5e7A7Vm2e8v9mETRO9K4IBT%2BCaq6w%3D&reserved=0)
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Nel 1959, Leica cambiò la fotografia lanciando il primo obiettivo Summilux, il più luminoso mai sviluppato dall'azienda tedesca. La sua capacità di catturare una maggiore quantità di luce in immagini ricche di dettagli rivoluzionò la fotografia in condizioni di scarsa illuminazione, permettendo ai fotografi di scattare in ambienti più bui con una resa senza precedenti. Leica divenne sinonimo di fotografia in qualsiasi condizione di luce, specialmente di notte, grazie a fotocamere leggere e compatte che eccellevano in ogni situazione di luminosità.
La nuova serie di smartphone Xiaomi 14T si pone nel solco questa tradizione, grazie al suo modulo fotocamera co-ingegnerizzato con Leica. Per celebrarne il lancio sul mercato globale, Leica e Xiaomi hanno introdotto il progetto "Night Heroes", un'iniziativa globale in cui fotografi Leica in città come Vienna, Parigi e Londra sono stati invitati a catturare l'essenza della vita urbana dopo il tramonto.
### Holly-Marie Cato e gli eroi notturni di Londra
Holly-Marie Cato, fotografa Leica nata e cresciuta a Londra, ha scelto la sua città natale come soggetto del progetto "Night Heroes". Nota per il suo lavoro documentaristico incentrato sugli esseri umani, Cato ha presentato le sue fotografie al Fotografiska, museo progettato da Herzog & de Meuron e costruito sul sito del celebre centro artistico occupato Tacheles, a Berlino. Cato ha condiviso il palco con i colleghi fotografi Fabien Ecochard (Parigi) e Tabea Martin (Vienna) durante una Masterclass Xiaomi supportata da Leica.
"La notte è il momento in cui avvengono le storie," ha spiegato Xiaomi, presentando l'iniziativa "Night Heroes", mirata a catturare "coloro che vivono, lavorano e si divertono di notte" utilizzando il nuovo smartphone Xiaomi 14T Pro.
### L’empatia di una fotografa
“Cantare gli eroi” è un tema ricorrente nel lavoro di Cato, come ha rivelato in un'intervista esclusiva con *Domus*. La fotografa proviene da un background architettonico, afferma che questa formazione è ancora presente nella sua pratica, che in nuce riguarda "documentare come le persone occupano lo spazio".
La fotografia notturna, spiega Cato, è un atto di esplorazione e superamento dei limiti. Tuttavia, nonostante i potenziali rischi, non ha mai avuto problemi con i suoi soggetti. "Forse è perché non sembro una fotografa di strada tipica," ha riflettuto. "Perché sono nera e ho i capelli biondi," ha detto, riferendosi ai suoi dreadlock legati in cima alla nuca.
Cato ha un dono raro, inestimabile per un fotografo documentarista: una naturale capacità di connettersi con gli altri esseri umani. Dopo pochi minuti di chiacchierata con lei, sembra di conoscerla da sempre. C’è qualcosa di particolare nel suo sorriso, nel suo sguardo e nel modo in cui si muove intorno a te. È profondamente empatica. Spiega a domus quanto sia importante per lei lasciare un impatto positivo su tutti quelli che incontra. "Le mie immagini dovrebbero sempre elevare le persone, mostrando il loro meglio," ha spiegato. Tratta spesso i suoi soggetti “come parenti” e ha l'abitudine di regalare foto stampate a chi fotografa.
### Gli eroi notturni di Londra
L'approccio di Cato alla fotografia di strada è sia metodico che intuitivo. Spesso inizia fotografando da lontano per catturare l'intera scena, prima di avvicinarsi ai suoi soggetti. Il suo progetto "Night Heroes" presenta una gamma di individui che incarnano lo spirito notturno della città di Londra Dai lavoratori dei ristoranti e del personale della metropolitana, agli attori che riposano dopo una performance notturna, i suoi soggetti riflettono il tessuto diversificato della cultura notturna londinese. Un'immagine sorprendente raffigura un autista di tuk-tuk il cui volto è parzialmente riflesso nello specchietto scintillante del veicolo, con un caratteristico autobus rosso di Londra sullo sfondo. Un’altra potente fotografia ritrae una donna che lavora su un'ambulanza, mentre fa una pausa per fumare – una delle immagini più evocative della serie. "Anche quando faccio fotografia di strada, per me si tratta sempre di un progetto documentaristico," spiega Cato. Per lei è importante l'interazione che si accende con i soggetti fotografati.
Pur credendo che ogni osservatore porti la propria interpretazione a una fotografia, il racconto di Cato svela un vero e proprio universo nascosto che c’è dietro alle immagini della, aggiungendo profondità e contesto, ed elevando la narrazione. "Alcuni grandi amici mi hanno incoraggiato a scrivere," ha confidato, aggiungendo che "l'arte della scrittura come fotografo è importante". Cita *Nothing Personal*, la collaborazione del 1964 tra il romanziere e attivista James Baldwin e Richard Avedon, come perfetto esempio di fotografia e scrittura che si mescolano.
### Il vantaggio dello smartphone
Strumento chiave nel lavoro di Cato per questo progetto non è stata una fotocamera tradizionale, ma lo smartphone Xiaomi 14T Pro. "Usare uno smartphone è un vantaggio perché ti permette di avvicinarti. È meno intimidatorio e mette le persone a proprio agio,” spiega. C'è un elemento democratico nell'uso di un telefono per la fotografia, spiega, e questo è apprezzato da chi incontri per strada. Nonostante le condizioni di luce limitata in cui sono state scattate molte delle foto, Cato elogia le prestazioni dello Xiaomi 14T Pro, anche a livelli ISO elevati, notando i dettagli straordinari, la consistenza e la gamma dinamica nelle sue immagini. "A Berlino, non ho nemmeno portato la mia fotocamera – solo lo smartphone."
### Riscoprire Londra attraverso l’obiettivo
Per Cato, usare uno smartphone ha offerto una nuova prospettiva e l'opportunità di riscoprire la sua città. "Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita," dice citando Samuel Johnson, sorridendo: difficilmente potrebbe trovare Londra noioso. Questo progetto ha rappresentato una sorta di ritorno a casa, rivelando una città leggermente diversa da quella che ricordava – e non solo perché "le vies di notte sono diverse."
Tra tutte le immagini della serie "Night Heroes", alcune hanno un significato particolare, come quelle scattate al mercato del pesce di Billingsgate nel distretto di Poplar, nell'East London. Il mercato è una parte chiave della vita nell'East End, fornendo frutti di mare a tutta la città e oltre. Fondato nel 1698, è il più grande mercato ittico interno del Regno Unito, ma i suoi giorni in questa sede sono contati, con piani di trasferimento a causa del boom immobiliare nella vicina Canary Wharf. "Quella foto potrebbe essere un ricordo di qualcosa che presto scomparirà," ha detto Cato, riferendosi in particolare alla foto dei lavoratori del mercato, un luogo fondamentale nell’aggregazione del quartiere. “Senza questo progetto, forse non avrei mai pensato a Billingsgate."
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> *"Questo progetto consisteva nell'allenare l'occhio a vedere qualcosa di notevole, anche nella quotidianità – a non lasciar diventare le cose monotone."*
> *"Potresti non avere una fotocamera professionale, ma hai sempre uno smartphone."*
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# London at night, in the pictures by Holly-Marie Cato
Using the new Xiaomi 14T smartphone, the Leica photographer explored the city where she was born after sunset, looking for its night heroes.
by Alessandro Scarano
Pictures: [Foto Masterclass Xiaomi Berlino](https://eur03.safelinks.protection.outlook.com/?url=https%3A%2F%2Fwe.tl%2Ft-su8ui4Pc95&data=05%7C02%7Calessandro.scarano%40domusweb.it%7Ce10a5710db45490e6b2b08dcde05db1c%7C9ed50004c543451b86f3c3671fb71c6c%7C1%7C0%7C638629364010566356%7CUnknown%7CTWFpbGZsb3d8eyJWIjoiMC4wLjAwMDAiLCJQIjoiV2luMzIiLCJBTiI6Ik1haWwiLCJXVCI6Mn0%3D%7C0%7C%7C%7C&sdata=4aqHaRFAW1goeQ5e7A7Vm2e8v9mETRO9K4IBT%2BCaq6w%3D&reserved=0)
Leica launched the first Summilux lens back in 1959. It was the fastest lens the German company had ever designed: this means that it could capture more light than ever, giving photographers a better chance to shoot good pictures in dark environments. That obviously means one thing: to shoot better pictures at night – something that Leica has then been associated to, the idea of a lightweight, sleight and pocketable camera that takes great pictures almost in every possible condition.
The new Xiaomi 14T smartphone lineup, powered by a camera module that brings the Leica brands on it, follows this path. To celebrate the launch of the new series, Leica and Xiaomi launched “Night Heroes”, a call to shoot that gathered Leica photographers major in cities like Vienna, Paris, and others.
Leica photographer Holly-Marie Cato chose to shoot in the city she was born and raised, London. A documentary photographer with a strong commitment to humanity, Cato stepped on the stage of the Herzog & De Meuron-designed museum Fotografiska, [which raises on the remains of the glorious Tascheles art center](https://www.domusweb.it/en/architecture/2024/02/27/herzog-and-de-meurons-project-for-tacheles-in-berlin.html), to present her project, among with fellow colleagues Fabien Ecochard (Paris) and Tabea Martin (Vienna), to a selected public of media representatives from all over the world, part of the program of a Xiaomi Master Class supported by Leica. “Night is the time when human stories unfold”, Xiaomi explained, introducing the “Night Heroes” as an initiative to capture “those who live, work, and thrive at night” using the new flagship smartphone Xiaomi 14T Pro.
To “champion the heroes” has been a red thread sneaking through all of her work, the photographer explained in an exclusive interview to *Domus*. Cato comes from an architectural background and, as she points out, this blueprint is still relevant in her work, that at its core is “documenting how people occupy space”.
Night means exploring, discovering, pushing boundaries. But sometimes bad adventures just happen. But not to Cato. The Leica photographer explains she never had a fight or a bad adventure with the people we see in her pictures. “Maybe it’s because I don’t look like a street photographer”, she observes. “Because I’m black, and I’ve got blonde hair”, she argues, referring to the cloud of bright tied dreadlocks that surmount her head. Cato has got a unique quality, that’s really precious for documentary photographers: she just connects to people. We’ve been talking for a few minutes, and I feel like we’ve known each other since forever. That’s something she has in her smile, in the depth of her eyes, in the way she moves around you. She’s an empathetic human and she’s committed to have a positive impact on the people she meets. “My images should always be uplifting to show people at their best”, explaining that she treats everyone she meets “as I’m photographing my family” and that it’s a common practice for her to gift printed pictures after portraying people.
Usually, she explains, she begins taking a picture from a distance, to capture a whole scene. This is the first step of her approach. Then she moves nearer to her subjects. In her pictures we see different kinds of night heroes: there are those who serve in restaurants or tube workers, characters of London’s incredible pub culture, and an actor resting after an overnight theatre show:; A rider, part of his face reflected in the motorbike’s mirror, a red bus on the background. The picture of a woman who works on an ambulance and is smoking a cigarette during a break, one of the strongest images of the series. “Even if I’m doing street photography, I think about it as a documentary project”, Cato explains. “People notice me and it’s an opportunity to have an interaction with them”. And while she thinks that it’s important that everyone gets their personal impression of a photograph, the storytelling she’s capable of about the pictures she took really augments their whole narrative, bringing them to another level. “Some great friends have encouaged me to write”, she confides, and she also says that “the art of writing as a photographer is important”, but also refers to the 1964 book *Nothing personal*, the collaborative exploration of American identity by writer James Baldwin and fashion photographer Richard Avedon.
Using a smartphone, and not a professional camera, is an advantage, she explains, because “it lets you get closer”, and “it’s less intimidating” and “puts people at ease”, because there’s a sense of democracy with seeing someone taking a picture on a mobile phone”. At the same time, using the new Xiaomi 14T Pro contributed to have excellent images “even if sometimes there was barely any light”, and even pushing ISO to high levels (5-600), Cato says that she got “images that have detail and texture and dynamic range”. Here in Berlin, she tells me, she didn’t even bring her camera, “just the smartphone”.
But using a smartphone and not a professional camera was also useful for a change of perspective. And to rediscover her city, London - “When a man is tired of London, he is tired of life”, she recites, quoting the famous line written by the great English writer Samuel Johnson. This photo project was like coming back home, and finding that home is a little bit different from the one you remembered - and not just because “the vibes at night feel different”. This is why out of the whole “Night Heroes” series, there’s one picture that brings a particular significance. It was shot at the Billingsgate Fish Market, which is located in East London and more precisely in Poplar. “It’s actually really near to where I grew up, in Limehouse”, Cato explains. The picture is a portrait of the market workers, and the photographer recalls that they gave her some mackerel as a gift, “have this for breakfast today”. Cato stresses out that the market is a real sort of community, “part of the East End Life” and crucial to all of London’s economy and food culture, being the UK’s biggest inland fish market and providing seafood to all of the city – and beyond. Established in 1698, the market should move out of London soon, because of its proximity to Canary Wharf, an area whose real estate market has been booming in the last few years. So, that picture taken by Cato could be a memory of something soon to disappear. “And if this project never happened, I would never have thought about Billingsgate”.
BLOCKQUOTES
1. “This project was about training your eye to see something noteworthy, even in the everyday, even, like, don't get monotonous about it”.
2. “You might not have a professional photo camera, but you always have a smartphone”# MMNT
L’ingresso è una anonima porta a vetri a pochi passi dal ponte della fermata S-Bahn di Hackescher Markt. Dietro i palazzi spunta la cima della torre di Alexanderplatz. Alexanderplatz, Berlino Est. Quanto tempo è passato dalla caduta del Muro? 35 anni e milioni di anni luce, ormai. Berlino è un’altra cosa e forse non è più neanche Berlino.
Si entra con una app. Il link arriva via whatsapp, la mattina del check-in. Oltre una tenda, si svela l’ingresso. Un divano, un grande tavolo ovale blu scuro con una quantità di prese da sogno per qualsiasi digital nomad; un bancone lungo, con le capsule del caffè – però la macchinetta non è qui – e i tappi per le orecchie – in realtà il luogo è silenzioso. Dietro c’è un lavandino dove scorre acqua filtrata, i bicchieri in ordine sulle mensole. C’è una avveniristica macchinetta che mesce vino o birra, a pagamento. Poi infilerai il bicchiere direttamente nella lavastoviglie. Non c’è nessuno in questo spazio, dominato da colori pastello, accoglienti, che smorzano la durezza di Berlino fuori, i suoi cieli grigi d’inverno, il buio che arriva prestissimo o mai, le estati che stanno diventando caldissime anche qui.
Probabilmente non incontrerai anima viva, entrando qui. Solo le piante a tenerti compagnia. Sembra un allestimento di uno showroom o uno di quei laboratori dove i brand tecnologici allenano il machine learning delle fotocamere degli smartphone. Tutto è automatizzato. Le camere sono poche, c’è una macchina che stampa una chiave-tessera se non vuoi usare lo smartphone per aprirle. Ci sono qr code disseminati un po’ ovunque, portano a pagine e pagine di istruzioni su un sito dedicato. C’è un qr code anche per le regole in caso d’emergenza. Tutto l’hotel si sviluppa al piano terra, le stanze non hanno finestre, il tocco del design è ovunque. È la chiave e la salvezza di questo posto: la progettazione, la scelta dei materiali, l’inserimento di una interfaccia tecnologica che elimina la presenza di personale umano e conferisce al tutto una vibe post-fallout.
Questo spazio poteva essere un qualsiasi negozio in questa zona che è uno dei tanti centri di una città senza un vero centro. Da queste parti sembra di stare un po’ a Williamsburg, o a Soho. O forse in Brera. Ci sono tutti i flagship store dei marchi che piacciono ai millennial che ce l’hanno fatta, o che vogliono ancora crederci, e non solo a loro. Da Apple a Muji. Camper. And Other Stories. H&M, ma in versione studio. Camper, che qui ha anche il suo hotel. Ovviamente Nike e Adidas, come Patagonia e North Face. Ci sono brand avveniristici come Lynk & co. e Cowboy. Un bubble tea intasatissimo e la pizzeria al trancio Milano Vice. Ma c’è anche il mercatino in piazza e gli scenari para-gigeriani dell’Eschloschloraque, il bar che sigilla uno dei budelli graffitati più celebri della ex città underground per eccellenza d’Europa. Il bunker della fondazione Boros e l’attivissimo museo di arte contemporanea KW non sono lontani.
Alloggiare in uno spazio simile ha una sfida soprattutto. La luce. Molte delle stanze dell’MM:NT sono cieche, non hanno una finestra. Non sono neanche grandissime. È tutto bellissimo, in una scala da stanza a Singapore o Hong Kong: quel poco spazio che c’è è sfruttato al meglio, come se questo fosse davvero la risposta di lusso ai capsule hotel. Le boiserie di legno, i pavimenti sofisticati, i lavandini, il comparto doccia-toilet con i loro colori tenui, gli arredi customizzati, gli interruttori sempre nel punto perfetto, il comodino con il piano per la ricarica wireless per il telefono, l’ampio cassettone sotto il letto della stanza small.
Erich Bernard di Bwm, che ha progettato l’MM:NT insieme ad Acme. “The challenge was to ensure that guests wouldn’t feel confined or trapped despite the absence of natural light. To address this, we designed a wall next to the bed with curtains that gave the illusion of a window”. Nelle stanze dove le finestre sono presenti, invece, “~we focused on creating a sense of openness through thoughtful lighting”. Nella creazione di uno spazio di benessere, è stato importante l’impiego dei materiali, che sono tutti naturali o riciclati.
Come tanti progetti di ospitalità che realizzati recentemente, anche questo è stato direttamente influenzato dall’esperienza della pandemia, spiega Bernard: le persone cercano spazi che offrano confort e flessibilità e per questo lo spazio complessivo dell’hotel è stato disegnato “per incorporare tutte le funzioni chiave di una casa”, anche su piccola scala. Da qui la zona delle sedute all’ingresso, che si trasforma in uno spazio di lavoro, e le aree cucina.
L’MM:NT non è un esperimento di Adina Hotels (uno degli alberghi del gruppo è giusto di fianco), parte del gruppo australiano Tfe, un hotel-laboratorio per vocazione in una fase “beta”, fluida, sempre da ottimizzare. Nei suoi due primi mesi di vita, gli ospiti hanno soggiornato gratuitamente, in modo da raccogliere dei possibili feedback. In questo prototipo di ospitalità automatizzata non tutto funziona: la mancanza di personale umano si sente – io per esempio avrei avuto bisogno di ghiaccio per una botta che avevo preso e non c’era nessuno a cui chiedere – e non c’è un modo per lasciare il bagaglio in custodia dopo il check out (o meglio, lo puoi portare all’Adina di fianco). Gli ambienti sono sicuramente comodi e almeno all’inizio la sensazione è quella di avere una casa tutta per sé. Però non è detto che a un certo punto non scatti qualcosa di diverso, una certa inquietudine e quel qualcosa che rende un hotel unico e ce lo fa ancora preferire a un appartamento Airbnb: farsi spiegare un itinerario dal concierge, scendere a fare due chiacchiere al bancone del bar, osservare la fauna sempre stravagante che si presenta alla colazione. Insomma, manca il fattore umano. A cui forse non siamo ancora pronti a rinunciare, come alla vista sulla città. Soprattutto per un prezzo a notte dai 100 euro in su.
[il target chi è]
[c’è qualche quote da Acme]
[aspetta risp da philippa]