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Non dire, non dir pi! Il cuore non regge.... Tu mi soffochi di |
gioia.... Una sola parola io attendeva da te, una sola, null'altro; e a |
un tratto tu m'inondi d'amore, tu mi riempii tutte le vene, tu mi |
sollevi oltre la speranza, tu trapassi il mio sogno, tu mi di la |
felicit che sopra ogni attesa.... Ah che dicevi tu delle mie pene? |
Che mai il dolore patito, che mai il silenzio costretto, e che una |
lacrima, e che un sorriso, al confronto di questa piena che mi |
trasporta? Sento che pi tardi, per te, per te, mi rammaricher di non |
avere a bastanza sofferto.... Forse non ho toccato il fondo del dolore, |
ma so che ho toccato ora la cima della felicit. |
=Ella accarezza perdutamente il capo di lui che abbandonato su le sue |
ginocchia.= |
lzati! lzati! Vieni pi vicino al mio cuore, ripsati sopra di me, |
abbandnati alla mia tenerezza, premi le mie mani su le tue palpebre, |
taci, sogna, raccogli le forze profonde della tua vita. Ah non me |
soltanto tu dovresti amare, non me soltanto, ma l'amore che io ho per |
te: amare questo mio amore! Io non sono bella, non sono degna dei tuoi |
occhi, sono una umile creatura nell'ombra; ma il mio amore |
meraviglioso, in alto in alto, solo, sicuro come il giorno, pi |
forte della morte, capace d'un prodigio: ti dar quel che gli |
chiederai. Tu potrai chiedergli anche quel che non fu sperato mai. |
=Ella lo attira verso il suo cuore sollevandogli il capo. Egli tiene gli |
occhi chiusi e le labbra strette, pallidissimo, inebriato, estenuato.= |
lzati! lzati! Vieni pi vicino al mio cuore; riposati sopra di me. Non |
senti che puoi abbandonarti? che nulla al mondo pi sicuro del mio |
petto? che sempre lo troverai? Ah, io ho pensato qualche volta che |
questa certezza potesse inebriarti come la gloria.... |
=Standole egli dinanzi col volto levato, ella con ambe le mani gli solca |
i capelli per discoprirgli la fronte intiera.= |
Bella fronte possente, segnata, benedetta! Che tutti i germi della |
Primavera s'aprano nei tuoi pensieri nuovi! |
=Tremante ella vi preme le labbra. Muto egli tende le braccia verso |
l'invocatrice. Il tramonto sembra un'aurora.= |
ATTO SECONDO. |
=La medesima stanza, la medesima ora. Appare per le finestre un cielo |
ingombro e mutevole.= |
SCENA PRIMA. |
=COSIMO DALBO seduto presso una tavola su cui poggia il gomito |
sostenendo con la palma la tempia, grave e pensieroso. LUCIO SETTALA |
in piedi, irrequieto, sconvolto: si muove incertamente per la stanza, |
cedendo all'angoscia che lo preme.= |
LUCIO SETTALA. |
S, voglio dirtelo.... Perch dovrei nascondere la verit? A te! M' |
giunta una lettera, l'ho aperta, l'ho letta.... |
COSIMO DALBO. |
Della Gioconda? |
LUCIO SETTALA. |
Di lei. |
COSIMO DALBO. |
D'amore? |
LUCIO SETTALA. |
Mi bruciava le dita.... |
COSIMO DALBO. |
Ebbene? |
=Esita. L'emozione gli altera la voce.= |
Tu l'ami ancora? |
LUCIO SETTALA, =con un sussulto di paura.= |
No, no, no.... |
COSIMO DALBO, =guardandolo in fondo agli occhi.= |
Non l'ami pi? |
LUCIO SETTALA, =supplichevole.= |