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SILVIA SETTALA.
Queste le ha colte Beata....
LUCIO SETTALA.
L'ho sentita ridere dianzi, gi nel giardino.
SILVIA SETTALA.
Com' felice d'essere ritornata nella sua casa!
LUCIO SETTALA.
Fu bene allontanarla allora....
SILVIA SETTALA.
S' fatta pi bella e pi forte, per aver respirato l'odore dei pini.
Come dev'esser buona la primavera a Bocca d'Arno! Non vorresti andare
l, un poco?
LUCIO SETTALA.
L, al mare.... Ti piacerebbe?
=La voce d'entrambi alterata da un lieve tremito.=
SILVIA SETTALA.
Passare l una primavera, stato sempre il mio sogno.
LUCIO SETTALA, =soffocato dalla commozione.=
Il tuo sogno il mio, Silvia.
=L'amuleto gli cade dalle mani.=
SILVIA SETTALA, =chinandosi vivamente a raccoglierlo.=
Ah, l'hai lasciato cadere! Si direbbe un cattivo presagio.... Guarda. Lo
metto sul capo di Beata. "Piccolo come una gemma, grande come un
destino!"
=Ella depone l'amuleto sul mazzo di rose, delicatamente.=
LUCIO SETTALA, =tendendo le mani verso di lei, come ad implorare.=
Silvia! Silvia!
SILVIA SETTALA, =accorrendo.=
Ti senti male? Diventi pi pallido.... Ah, ti sei troppo affaticato
oggi, sei troppo stanco. Siedi qui, siedi. Vuoi un sorso di
quell'elisire? Ti senti venir meno? Di'!
LUCIO SETTALA, =prendendole le mani, con un impeto di amore.=
No, no, Silvia; non mi sono mai sentito cos bene.... Tu, tu siedi,
siedi qui; e io ai tuoi piedi, finalmente, con tutta l'anima mia, per
adorarti, per adorarti!
=Ella si lascia cadere sul divano ed egli in ginocchio dinanzi a lei.
Ella tutta sconvolta e tremante, e pone le mani su le labbra di lui
come per impedirgli di parlare. Le passano cos tra le dita l'alito e le
parole.=
Finalmente! Era come una piena che veniva di lontano, una piena di tutte
le cose belle e di tutte le cose buone che tu hai versate su la mia vita
da che mi ami; e n'avevo il cuore gonfio, ah cos gonfio che dianzi
vacillavo sotto il peso e mancavo e morivo d'ambascia e di dolcezza,
perch non osavo dire....
SILVIA SETTALA, =bianca in viso, con la voce spenta.=
Non dire, non dir pi!
LUCIO SETTALA.
Ascoltami, ascoltami. Tutte le pene che hai sofferte, le ferite che hai
ricevute senza un grido, le lacrime che nascondesti perch io non avessi
onta e rimorso, i sorrisi di cui velavi le tue agonie, l'infinita piet
pel mio errore, il coraggio invincibile dinanzi alla morte, la lotta
affannosa per la mia vita, la speranza tenuta sempre accesa al mio
capezzale, le veglie, le cure, l'incessante palpito, l'attesa, il
silenzio, la gioia, tutto quel che v' di profondo, tutto quel che v'
di dolce e d'eroico in te, tutto io conosco, tutto io so, cara, cara
anima; e, se la violenza valsa a spezzare un giogo, se il sangue
valso a riscattarmi, (oh, lasciami dire!) io benedico la sera e l'ora
che mi portarono moribondo in questa casa del tuo martirio e della tua
fede per ricevere un'altra volta dalle tue mani,--da queste divine mani
che tremano,--il dono della vita.
=Egli preme la sua bocca convulsa nelle palme di lei; ed ella lo guarda a
traverso il pianto che le impregna le ciglia, trasfigurata dalla
felicit improvvisa.=
SILVIA SETTALA, =con la voce spenta e rotta.=