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Oh, non mi torturare! Soffro.
COSIMO DALBO.
Ma che cosa dunque ti turba?
=Una pausa.=
LUCIO SETTALA.
Ogni giorno, all'ora ch'io so, ella m'attende l, a pi della statua,
sola.
=Un'altra pausa. I due uomini sembra che considerino davanti a loro
qualche cosa di vivente e di forte, una Volont, evocata da quelle
parole brevi.=
COSIMO DALBO.
Ella ti attende! Dove? Nel tuo studio! Come pu entrarvi?
LUCIO SETTALA.
Ha una chiave: quella di allora.
COSIMO DALBO.
Ti attende! Crede, vuole dunque che tu le appartenga ancora.
LUCIO SETTALA.
Tu lo dici.
COSIMO DALBO.
E che farai?
LUCIO SETTALA.
Che far?
=Una pausa.=
COSIMO DALBO.
Tu vibri come una fiamma.
LUCIO SETTALA.
Soffro.
COSIMO DALBO.
Ardi.
LUCIO SETTALA, =con veemenza.=
No.
COSIMO DALBO.
Ascolta. Ella terribile. Non si lotta contro di lei se non da
lontano. Per ci io volevo trascinarti meco, oltremare. Tu preferisti
al mare la morte. Un'altra (tu sai chi, e il cuore ti si fende) un'altra
ti ha strappato alla morte. E tu non puoi vivere omai se non per questa.
LUCIO SETTALA.
vero.
COSIMO DALBO.
Bisogna partire, fuggire.
LUCIO SETTALA.
Per sempre?
COSIMO DALBO.
Per qualche tempo.
LUCIO SETTALA.
Ella mi aspetter.
COSIMO DALBO.
Tu sarai pi forte.
LUCIO SETTALA.
Il suo potere sar cresciuto. Ella avr pi profondamente impregnato di
s il luogo che m' caro per l'opera che vi fu compita. Io la vedr di
lontano come la custode di una statua ove pass il pi vivo baleno
dell'anima mia.
COSIMO DALBO.
Tu l'ami!