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Fino al 22 marzo Palazzo Braschi a Roma ospita I vestiti dei sogni, una mostra dedicata ai costumi per il cinema con più di cento abiti originali indossati dagli attori in scena e con decine di bozzetti di vestiti: dagli abiti creati dalla quattro volte premio Oscar Milena Canonero per il film di Sofia Coppola Marie Antoinette, ai bozzetti di Daniela Ciancio per i costumi del film La grande bellezza, al bozzetto di Maria De Matteis per l’abito di Audrey Hepburn nel film Guerra e pace. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
I vestiti dei film. Una mostra a Roma espone più di cento abiti e bozzetti utilizzati in film come Marie Antoniette o La grande bellezza.
Alle 10.30 circa di oggi, mercoledì 28 maggio, è atterrato a Ciampino l’aereo del governo italiano partito da Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo, con a bordo i 31 bambini congolesi già da tempo regolarmente adottati da 24 famiglie italiane e la cui partenza dal loro paese di origine era stata bloccata dallo scorso novembre. Ad accompagnarli, c’erano il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, il presidente della commissione adozioni internazionali Silvia Della Monica e due alti funzionari del ministero degli Esteri italiano. Nel settembre del 2013, il Dipartimento per l’Emigrazione congolese (DGM) aveva comunicato che tutti i permessi di uscita ai bambini adottati erano stati temporaneamente sospesi, a causa di presunte irregolarità riscontrate nelle procedure di adozione da parte di alcuni paesi, tra i quali non compariva però l’Italia. Per questo l’ente aveva comunque autorizzato la partenza delle famiglie italiane arrivate in Congo a novembre e aveva compilato una lista con i nomi delle coppie autorizzate a portare con sé in Italia i figli adottivi. Le famiglie italiane erano partite, avevano incontrato i bambini e avevano consegnato alla DGM la documentazione necessaria per ottenere il visto di uscita, che però era stato loro negato ed erano rimaste a Kinshasa per più di un mese in attesa di un nulla osta dalle autorità congolesi.
I bambini adottati in Congo sono in Italia. Erano stati presi regolarmente in adozione da 24 famiglie, ma la loro partenza era stata bloccata da mesi: un aereo del governo li ha portati in Italia - foto.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui. Ho scoperto che agli Europei di calcio i tifosi inglesi cantavano Sweet Caroline, che è la canzone più cantata e più popolare nelle partite americane di baseball da decenni, e formidabile: lo ha scoperto anche il New York Times che ha indagato la scelta. Avevo raccontato l'anno scorso della creazione di una commissione parlamentare, nel Regno Unito, per valutare la correttezza dei compensi da parte delle piattaforme di musica in streaming: ora la commissione ha pubblicato il suo rapporto in cui dice che hanno salvato la musica dopo il tempo della pirateria ma se si continua così la affonderanno, ed è tutto da ridiscutere. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Un’altra canzone dei Pet Shop Boys. Cavarsela benissimo senza l’amore, o fare finta.
Mercoledì 18 aprile è iniziata la 17esima edizione del Tribeca Film Festival, il festival cinematografico di New York che si tiene dal 2002, quando è stato fondato da Robert De Niro. Il festival durerà fino al 29 aprile e come ogni anno verranno presentati sia film indipendenti che produzioni più importanti, corti e lungometraggi, documentari e opere di fiction, insieme a conferenze e feste. Nei giorni scorsi si sono già visti un po’ di attori famosi, tra cui Ethan Hawke, Lea Seydoux, Tina Fey, Jamie Foxx, Saoirse Ronan e Steve Buscemi. Il festival si è aperto con la proiezione del documentario Love, Gilda della regista Lisa Dapolito, dedicato all’attrice e comica statunitense Gilda Radner. Nel frattempo ci sono state anche una reunion per il 35esimo anniversario di Scarface – con Steven Bauer, Michelle Pfeiffer, Al Pacino e Brian De Palma – e la presentazione del documentario di Patti Smith (Horses: Patti Smith and Her Band) per la quale lei, Bruce Springsteen e Michael Stipe hanno cantato insieme sul palco. Queste sono anche le uniche eccezioni allo stile delle foto che trovate di seguito, che mostrano invece tutti gli altri che sono passati di lì fotografati allo stesso modo: ritratti in primo piano o a mezzo busto davanti ai cartelloni del festival, come fossero figurine.
Figurine dal Tribeca Film Festival. Quelli passati finora al festival del cinema a New York sono stati fotografati tutti allo stesso modo, a parte qualche notevole eccezione.
Fino al 4 febbraio 2018 alla reggia di Venaria Reale di Torino sarà possibile visitare la mostra Peter Lindbergh – A Different Vision on Fashion Photography, una retrospettiva su uno dei più famosi fotografi di moda contemporanei. La mostra è ideata e realizzata dal museo Kunsthal di Rotterdam, dove era già stata presentata l’anno scorso, ed espone 220 tra le foto più importanti della carriera del fotografo, scattate dal 1978 a oggi, con alcune immagini inedite e appunti personali, elementi di allestimenti scenografici, polaroid, provini, film e gigantografie, divisi in sezioni – come “Supermodels”, “Stilisti”, “Danza” o “Il grande schermo” – che ripercorrono lo stile e i temi di Lindbergh.
La mostra su Peter Lindbergh da vedere a Torino. Tutti conoscete almeno una delle sue famose foto in bianco e nero che fece a modelle come Naomi Campbell, Linda Evangelista e Kate Moss.
Nelle prime ore di sabato 28 settembre a Palermo è stata eseguita dalla polizia un’operazione antidroga che ha coinvolto 23 persone, accusate a vario titolo di partecipare alle attività di spaccio nella zona di Borgo Vegghio. L’operazione, chiamata “Push Away”, ha compreso 23 misure cautelari disposte dal giudice per le indagini preliminari, con l’arresto in carcere o ai domiciliari (a seconda dei casi) per 18 persone. Le indagini sullo spaccio erano iniziate nel 2017, tenendo sotto controllo spostamenti e attività di alcuni personaggi ritenuti sospetti, in seguito intercettati. Gli arresti sono stati realizzati con le accuse di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, produzione, traffico e detenzione di droga. Palermo operazione antidroga nel quartiere Borgo Vecchio. Agenti del Commissariato “Centro” e #Squadramobile stanno eseguendo numerose misure cautelari per associazione per delinquere finalizzata a traffico, produzione e detenzione di stupefacenti ?Indagini coordinate da #DDA pic.twitter.com/HNJqBevNZm
In un’estesa operazione antidroga a Palermo sono stati effettuati 18 arresti.
L’attrice Mariangela Melato è morta questa mattina intorno alle 5 in una clinica di Roma, dove era ricoverata per un tumore. Lo ha annunciato il sito del Secolo XIX, il giornale di Genova col cui Teatro Stabile Melato aveva un rapporto da molti anni. Aveva 71 anni e aveva recitato per la cinema, per il teatro e per la televisione, anche con registi di grande fama e importanza internazionale come Mario Monicelli, Giuseppe Bertolucci, Lina Wertmuller e Claude Chabrol. Mariangela Melato nacque a Milano il 19 settembre del 1940. Iniziò a recitare sia a teatro che nel cinema all’inizio degli anni Sessanta. Venne notata per la sua interpretazione in Settimo: ruba un po’ meno e La colpa è sempre del diavolo, commedie di Dario Fo, e nella Monaca di Monza di Luchino Visconti, del 1967. Nello stesso anno arrivò il primo grande successo teatrale con l’Orlando Furioso di Luca Ronconi, mentre quello cinematografico è del 1969 con Thomas e gli indemoniati di Pupi Avati. Successivamente lavorò con Nino Manfredi in Per grazia ricevuta, nel 1970, con Vittorio De Sica in Lo chiameremo Andrea, nel 1972, e nello stesso anno in La classe operaia va in paradiso di Elio Petri. Da allora Mariangela Melato ottenne ruoli di primo piano in film diretti da alcuni tra i più importanti registi italiani: Caro Michele di Mario Monicelli (1976), Oggetti smarriti (1979) e Segreti segreti (1985) di Giuseppe Bertolucci, Aiutami a sognare (1980) di Pupi Avati e La fine è nota (1993) di Cristina Comencini.
Le foto di Mariangela Melato. Aveva 71 anni, era bravissima, e le volevamo tutti bene.
Mercoledì mattina la Guardia di Finanza ha arrestato Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia (ASPI), e altri due dirigenti, Michele Donferri Mitelli, ex responsabile nazionale delle manutenzioni di Autostrade, e Paolo Berti, ex direttore centrale operativo. Per i tre sono stati disposti gli arresti domiciliari. Castellucci era stato amministratore delegato di Autostrade per l’Italia dal 2005, e si era dimesso nel dicembre del 2018. L’indagine che ha portato agli arresti è stata avviata un anno fa in seguito all’analisi di documenti acquisiti nel corso di un’altra inchiesta, quella sul crollo del ponte Morandi di Genova, avvenuto il 14 agosto del 2018 e in cui morirono 43 persone. L’indagine riguarda l’installazione sulla rete autostradale di pannelli fonoassorbenti, utilizzati per limitare il rumore provocato dal traffico, giudicati a rischio di distacco dal 2017, ma sostituiti soltanto nel febbraio del 2020.
Che cosa sappiamo degli arresti per la gestione di Autostrade per l’Italia. Secondo i magistrati la società e i suoi dirigenti avrebbero svolto «una politica imprenditoriale volta alla massimizzazione dei profitti» a scapito della sicurezza delle strade.
E di che segno sei? Questa domanda per abbordare qualcuno è un classico, ma non in Giappone. Da quelle parti va per la maggiore la più pratica domanda: che gruppo sanguigno hai? Molti giapponesi sono infatti convinti che il tipo di sangue sia un valido indicatore per comprendere personalità e indole del prossimo più dei segni zodiacali. In un recente reportage, la BBC si è occupata di questa particolare attenzione per i gruppi sanguigni che ha spesso implicazioni sociali e psicologiche non trascurabili. È sabato notte e uno speed date è in corso in un piccolo edificio in un vicolo di Tokyo. Uomini e donne attendono nervosamente ai tavoli di incontrare qualcuno di speciale. La stanza è dipinta di rosso e bianco, lo staff si mostra ottimista ed entusiasta, ma le conversazioni sono abbastanza artificiose. Le coppie hanno pochi minuti per prendere le misure prima che una campanella suoni e ci sia da spostarsi per incontrare un altro single. La scena si ripete in molte città di tutto il mondo, ma questo speed date in Giappone ha qualcosa in più. È dedicato allo donne in cerca di uomini con i gruppi sanguigni A o AB.
Di che sangue sei? niente segni zodiacali, per capire la personalità di qualcuno i giapponesi ricorrono al gruppo sanguigno.
Il parkour è una disciplina atletica metropolitana nata in Francia agli inizi degli anni Ottanta: consiste nel superare ostacoli, scalare muri, saltare da un palazzo all’altro in modo efficiente, acrobatico e spettacolare. Si tratta di un’attività bella anche da guardare, e negli ultimi anni ripresa e raccontata in contesti diversi. La praticavano, per esempio, alcuni ragazzi che comparivano nel videoclip della canzone Jump di Madonna, diffuso alcuni anni fa. Di recente il parkour ha raggiunto una certa popolarità grazie alla presenza di questa disciplina in film, documentari e video su YouTube. Il fotografo francese Alexandre Chamelat ha scattato una serie di fotografie in bianco e nero molto suggestive che ritraggono diversi professionisti del parkour mentre sono in volo o mentre si arrampicano sulle pareti, oppure mentre si danno la spinta. Un po’ di tempo fa circolò anche un bel video girato dal punto di vista di chi fa parkour.
Uomini che quasi volano. Nelle belle foto del francese Alexandre Chamelat, scattate a persone che fanno parkour (ovvero incredibili e spettacolari acrobazie urbane).
Spotify, la più popolare piattaforma di streaming musicale del mondo, ha inviato una mail a un numero imprecisato di suoi utenti che utilizzavano il servizio Premium illegalmente, senza pagare, per avvisarli che provvederà a sospendere o chiudere il loro account se non la smetteranno. Spotify ha una versione gratuita, che prevede una qualità di ascolto più bassa e delle pubblicità tra una canzone e l’altra, e una versione a pagamento, chiamata Premium, che costa 9,99 euro al mese. Esistono poi degli sconti per gli studenti, che pagano 4,99 euro al mese, e per chi sottoscrive un account Family: 14,99 euro al mese per sei account. Ci sono però delle app illegali che se scaricate permettono di accedere al servizio Premium con un account gratuito. L’annuncio di Spotify è diretto proprio agli utenti che usano questo tipo di app illegali: la mail invita a disinstallare l’app piratata, e a usare quella ufficiale.
Spotify bloccherà gli account di chi usa app illegali per usare il servizio Premium senza pagare.
Molte specie di mammiferi hanno cambiato il loro stile di vita diventando più notturne a causa delle attività umane. È il caso ad esempio degli elefanti del Mozambico, che di notte si spostano sulle strade e di giorno stanno nascosti nella foresta; o delle tigri del Nepal, che si muovono solo di notte nelle zone in cui ci sono fattorie e allevamenti; o ancora dei cinghiali che vivono vicino alle città e dei coyote della California. Secondo uno studio pubblicato a giugno sulla rivista Science, le attività quotidiane di 62 specie di mammiferi – cacciare, mangiare e interagire tra loro – avvengono di notte per un venti per cento in più di media. Dove gli animali non riescono a evitare la presenza delle persone spostandosi, perché vivono circondati da centri abitati, “si nascondono” nel buio, quando ci sono meno umani in giro. Il primo a domandarsi se i mammiferi in generale stessero diventando più notturni è stato il biologo dell’Università di Berkeley Justin Brashares. Nel 2011, mentre stavano studiando gli effetti delle attività umane sui cicli di riproduzione delle antilopi che vivono all’interno e attorno al Parco nazionale di Ruaha, nel sud della Tanzania, Brashares e i suoi studenti si accorsero che le abitudini degli animali che vivevano dentro il parco erano molto diverse da quelle degli animali che invece ne restavano fuori. Le antilopi del parco erano più attive di giorno, quelle che vivevano più vicino ai centri abitati invece erano attive soprattutto di notte, nonostante i loro predatori, i leoni, caccino soprattutto nelle ore notturne. Insomma, sembravano avere più paura delle persone che dei leoni.
Per colpa nostra molti animali stanno diventando più notturni. Secondo un nuovo studio i mammiferi di tutti i continenti cercano in questo modo di evitare gli umani, cambiando le proprie abitudini.
Lunedì pomeriggio l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha sospeso in via precauzionale la somministrazione del vaccino contro il coronavirus sviluppato da AstraZeneca per via di alcuni timori legati a possibili effetti avversi. L’annuncio è arrivato piuttosto a sorpresa perché meno di 24 ore prima l’AIFA aveva definito «ingiustificato» l’allarme nei confronti del vaccino. In realtà, come emerso nelle ultime ore, la decisione di sospendere l’uso di AstraZeneca non è arrivata dall’AIFA ma dal governo di Mario Draghi. A confermarlo è stato Nicola Magrini, direttore dell’AIFA, che in un’intervista pubblicata oggi su Repubblica ha detto che la decisione è stata di tipo «politico», senza però aggiungere ulteriori dettagli. L’indicazione di sospendere la somministrazione del vaccino AstraZeneca è stata decisa dal governo lunedì 15 marzo dopo quello che una fonte governativa sentita dal Post ha definito «un coordinamento» con i principali paesi dell’Unione Europea.
Come siamo arrivati alla sospensione di AstraZeneca. L'ha decisa il governo Draghi, anche per alcune valutazioni dell'agenzia tedesca che si occupa di sicurezza dei medicinali.
Sono appena usciti in libreria i primi quattro titoli dei Classici Salani, la nuova collana della casa editrice specializzata in letteratura per bambini e ragazzi. Nel corso dell’anno diventeranno dieci e saranno tutti titoli originali che non fanno già parte del catalogo di Salani; ognuno è introdotto da uno scrittore italiano, che in molti casi lo ha anche scelto in quanto suo classico per l’infanzia preferito. Le copertine sono disegnate da Gray318, un graphic designer britannico che ha lavorato con autori come Jonathan Safran Foer, David Foster Wallace, Roald Dahl e Zadie Smith. I primi quattro titoli sono Grandi speranze di Charles Dickens, con una prefazione di Stefania Bertola; Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson con una prefazione di Pierdomenico Baccalario; In famiglia di Hector Malot, introdotto da Bianca Pitzorno; e Zanna Bianca di Jack London, introdotto da Giuseppe Festa.
I nuovi Classici Salani, belli da vedere. È appena uscita la collana della casa editrice specializzata in libri per ragazzi, con copertine disegnate da un bravo illustratore britannico.
Sul suo sito “Astronomy Picture of the Day“, la NASA ha di recente proposto un’immagine studiata lo scorso anno dal gruppo di ricercatori che si occupa delle rilevazioni effettuate da CTX (Context Camera), una delle fotocamere montate sulla sonda spaziale MRO (Mars Reconnaissance Orbiter) per le osservazioni di Marte. Il team di ricerca notò la presenza di un cratere contenente una macchia molto scura sui pendii del vulcano Pavonis Mons. Si tratta di una specie di buco, ampio diversi metri, che si trova su uno dei vulcani più grandi del pianeta. Il Pavonis Mons si sviluppa infatti per un’altezza di 14 chilometri rispetto alle terre che ha intorno e la sua caldera ha un’estensione di 20 chilometri di diametro. Si trova nella regione equatoriale di Tharsis e insieme con l’Ascraeus Mons e l’Arsia Mons, forma il complesso vulcanico dei Tharsis Montes. clicca per ingrandire
Il buco su Marte. Ha un diametro di 35 metri e si trova sul pendio di un enorme vulcano, ma alcune sue caratteristiche restano ignote.
Dapprima lo scenario è esattamente quello che ti aspetti da Venezia: chiese medievali, cupole e campanili, e l’acqua nel canale che hai di fronte. Ma all’improvviso, questo panorama può essere trasformato in modo drammatico e controverso. Una colossale e splendente nave bianca da crociera appare nel quadro. Dall’alto delle sue balaustre, alcuni tra le sue migliaia di passeggeri guardano giù su palazzi e piazze. E mentre passa lentamente attraverso il canale, questo moderno resort galleggiante domina completamente la scena, schiacciando la città antica. Oggi anche in un articolo di oggi della BBC si parla del discusso passaggio delle navi da crociera nella laguna di Venezia: ogni giorno gigantesche imbarcazioni entrano nel bacino di San Marco e sfilano davanti ai palazzi storici della città, portando tra le calli fino a 30mila visitatori al giorno. Nei mesi scorsi un gruppo di cittadini veneziani aveva protestato di nuovo per interrompere questa consuetudine e proteggere la laguna e il patrimonio storico della città.
Critiche dal mondo alle grandi navi a Venezia. Anche la BBC è scandalizzata dalla pericolosa invadenza, già contestata in città, e di cui il ministero si occupa poco.
Il 7 agosto è iniziato a Blackpool, una città costiera dell’Inghilterra centrale, il Rebellion Punk Rock Festival, uno dei più importanti festival inglesi di musica punk. Il festival si concluderà il 10 agosto, quando suoneranno sul palco principale i NOFX, una famosa punk band americana. Il festival si tiene in alcuni ambienti al chiuso vicino alla costa. Il biglietto costa 145 sterline per tutti e quattro i giorni (circa 181 euro), mentre per il singolo giorno costa 60 sterline, cioè 75 euro (tranne giovedì, quando costava 35 sterline). È stata insomma una bella occasione per fotografare gente con capigliature a punta piuttosto elaborate, tatuaggi e borchie. Molte borchie. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto del Rebellion Punk Rock Festival. Molte creste e borchie, fotografate durante uno dei più importanti festival inglesi di musica punk, dove ci saranno anche i NOFX.
Già la sera dei risultati elettorali, e anche nei commenti dei giorni dopo, diversi esponenti del Partito Democratico hanno attribuito al sistema elettorale il deludente risultato del loro partito e le difficoltà di formare un governo pur avendo il centrosinistra ottenuto la maggioranza relativa dei voti. Sul sito Lavoce.info Vincenzo Galasso e Salvatore Nunnari fanno un po’ di conti e ipotizzano che i seggi siano assegnati con altri sistemi, per concludere che il problema della governabilità è oggi politico-matematico e non tecnico. Durante la conferenza stampa post-elettorale, Pier Luigi Bersani ha mestamente constatato che, pur senza vincere, la sua coalizione è arrivata prima, e ha prontamente accusato il sistema elettoraleper l’ingovernabilità del paese. Il Porcellum ha sicuramente molti difetti, ma siamo sicuri che lo stallo in cui versa la situazione politica italiana sia da attribuire a questo (seppur pessimo) sistema elettorale? È vero che un sistema maggioritario avrebbe regalato maggioranze più stabili alla Camera e al Senato? Evidentemente il premio di maggioranza su base nazionale previsto dal Porcellum per la Camera premia la governabilità, poiché consente alla coalizione che ha ottenuto la maggioranza relativa dei voti di godere della maggioranza assoluta dei seggi. In queste elezioni, uno scarto di soli 124mila voti favorisce il centrosinistra, che si vede assegnare ben 216 seggi più del centro destra (340 a 124 nel collegio unico nazionale che non comprende la Valle D’Aosta e la circoscrizione Estero). Questo forte elemento di dis-proporzionalità, che consente di ottenere la governabilità alla Camera, è tuttavia discutibile, perché da un lato non garantisce la rappresentatività tipica dei sistemi proporzionali, e dall’altro non introduce quell’elemento di concorrenza elettorale che può spingere i partiti a competere sulla qualità dei politici, selezionando i candidati migliori. Dunque Bersani si riferiva al sistema elettorale in vigore al Senato, con il premio di maggioranza attributo a livello regionale, che ci ha consegnato un’assemblea divisa in quattro partiti (o coalizioni), nessuno dei quali gode della maggioranza assoluta, e con difficili coalizioni all’orizzonte. Ma siamo sicuri che altri sistemi elettorali – al di là ovviamente del sistema già in vigore alla Camera – avrebbero consentito una maggiore governabilità al Senato?
Non è il sistema elettorale. Lavoce.info spiega che se hai tre partiti col 25% che non si alleano tra di loro, le cose sono complicate con qualunque modo di attribuire i seggi.
Secondo un’analisi pubblicata recentemente dalla rivista Genome Biology, un numero sorprendentemente alto di studi scientifici nel campo della genetica contiene errori dovuti a Microsoft Excel. Un gruppo di ricercatori australiani ha esaminato quasi 3.600 studi genetici pubblicati su una serie di importanti riviste scientifiche come Nature, Science e PLoS One. Come succede comunemente in questo campo, tutti gli studi erano accompagnati da file complementari che contenevano elenchi di geni usati nelle ricerche. I ricercatori australiani hanno scoperto che in circa un caso su cinque gli elenchi dei geni di questi studi contenevano errori, dovuti al fatto che Excel converte automaticamente i nomi di geni in cose come date di calendario o numeri a caso. Spesso nella letteratura scientifica i geni sono indicati con dei simboli, che in sostanza sono delle versioni abbreviate dei loro nomi completi. Il gene “Septina 2” viene abbreviato di solito in SEPT2, mentre il gene “Membrane-Associated Ring Finger (C3HC4) 1, E3 Ubiquitin Protein Ligase” viene indicato come MARCH1. Quando le abbreviazioni dei nomi di questi geni vengono inserite nella versione in inglese di Excel, il programma dà per scontato che siano riferimenti a delle date, rispettivamente il 2 settembre e il primo marzo. Una volta digitato in una cella di Excel, il gene SEPT2 magicamente diventa “2-Sep.”, e il programma lo registra come se fosse il 2 settembre 2016. Quel che è peggio è che non esiste un modo semplice per annullare la formattazione automatica una volta avvenuta: facendo “Modifica” e “Annulla” ci si limita a cancellare tutto il contenuto della cella, mentre provando a convertire la formattazione da “Generale” – l’impostazione predefinita – a “Testo”, invece di tornare ai caratteri inseriti originariamente il contenuto delle cella viene visualizzato come 42615, il codice generico di Excel per la data 2 settembre 2016.
Un sacco di studi scientifici contiene errori di Excel. È colpa di un problema con la formattazione automatica del programma di Microsoft.
Il 2 febbraio 1922 venne pubblicato a Parigi l’Ulisse, uno dei romanzi più importanti del Novecento e capolavoro del modernismo, scritto dall’irlandese James Joyce tra il 1914 e il 1921. Dal marzo 1919 al dicembre 1920 l’Ulisse uscì a puntate sulla rivista letteraria americana The Little Review, dedicata all’arte e alla letteratura sperimentale internazionale. Alcuni episodi vennero accusati di oscenità e indecenza, tanto che il romanzo fu bandito in Regno Unito fino agli anni Trenta e nel 1921 fu vietato anche negli Stati Uniti, finché nel 1933 un tribunale stabilì che il libro non era pornografico né osceno. La prima edizione venne stampata a Parigi da Sylvia Beach, la fondatrice della leggendaria libreria Shakespeare and Company, uno dei principali centri della vita culturale parigina degli anni Venti, frequentato da artisti e romanzieri come Ernest Hemingway e Francis Scott Fitzgerald. In Italia fu pubblicato per la prima volta nel 1960 da Mondadori nella collana della Medusa, diretta da Elio Vittorini. Il libro è ambientato a Dublino, in Irlanda, e racconta le vicende e il girovagare nella città di Leopold Bloom – una sorta di eroe moderno – in un’unica giornata, il 16 giugno del 1904. In quella data Joyce conobbe Nora Barnacle, che poi divenne sua moglie. In seguito il 16 giugno è stato ribattezzato Bloomsday dai fan di Joyce e dell’Ulisse: dal 1950 vengono organizzate ogni anno mostre e letture pubbliche del romanzo.
L’Ulisse di Joyce ha 90 anni. È un caposaldo della letteratura del Novecento, fu pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1922 e da allora ha avuto un sacco di copertine.
Almeno 500 milioni di account di utenti di Yahoo sono stati violati da un attacco informatico subito nel 2014. La notizia era stata anticipata dal sito di informazione Recode nel pomeriggio del 22 settembre, sulla base di alcune fonti interne all’azienda, ed è stata in seguito confermata da Yahoo con un comunicato stampa, probabilmente proprio in seguito alle anticipazioni di Recode e alla necessità di chiarire lo stato della società in vista della vendita di buona parte delle sue attività all’operatore telefonico statunitense Verizon. Yahoo ha spiegato che il furto è avvenuto nel 2014 e ha riguardato informazioni personali degli account come numeri di telefono, date di nascita e in alcuni casi risposte alle domande di sicurezza per sbloccare gli account. Nel comunicato si dice che il furto non ha riguardato dati come coordinate bancarie o numeri di carte di credito. Yahoo sta avvisando gli utenti il cui account è stato violato, e ha disattivato le domande di sicurezza per accedere agli account interessati; ha inoltre suggerito di cambiare la password ai suoi utenti che non l’hanno modificata negli ultimi due anni. Oltre al cambio della password, ci sono anche altre cose che è utile fare subito, senza aspettare gli avvisi che Yahoo ha detto invierà nei prossimi giorni agli utenti coinvolti.
500 milioni di account Yahoo sono stati violati. Il furto è avvenuto nel 2014, Yahoo dice che sta avvisando gli utenti coinvolti e che non sono state sottratte informazioni su conti correnti e carte di credito.
Da qualche giorno molti utenti stanno pubblicando sui loro diari di Facebook un messaggio che, citando diverse fantomatiche leggi, dovrebbe servire a tutelare la privacy di chi lo pubblica ed evitare che il social network utilizzi le informazioni personali dei suoi iscritti. Il testo che sta comparendo su migliaia di profili è questo: A causa del fatto che Facebook ha scelto di includere un software che permette il furto di informazioni personali, dichiaro quanto segue: oggi, giorno 25 novembre 2014, in risposta alle nuove linee guida di Facebook e articoli l. 111, 112 e 113 del Codice della proprietà intellettuale, dichiaro che, i miei diritti sono associati a tutte le mie informazioni personali, dipinti, disegni, fotografie, testi, ecc… postati sul mio profilo. Per l’uso commerciale di quanto sopra, è necessario il mio consenso per iscritto in qualsiasi momento. Chi legge questo testo può copiarlo e incollarlo nella propria bacheca di Facebook. Ciò consentirà di porsi sotto la protezione del diritto d’autore. Informo Facebook, che è severamente vietato divulgare, copiare, distribuire, diffondere o fare qualsiasi altra azione contro di me, sulla base di questo profilo e / o dei suoi contenuti. Le misure di cui sopra si applicano anche ai dipendenti, studenti, agenti e / o dipendenti, sotto la direzione di Facebook. Le informazioni riservate sono incluse nel contenuto del profilo. La violazione della mia privacy è punibile dalla legge (UCC 1 1 1 1-308-308-308-103 e Lo Statuto di Roma). Tutti i membri sono invitati a pubblicare un annuncio di questo tipo, o se si preferisce, questo testo può essere copiato e incollato. Se non si pubblica questa dichiarazione almeno una volta, tacitamente si consente l’utilizzo di elementi quali foto, così come le informazioni contenute nell’aggiornamento del proprio profilo.
Il messaggio bufala per la privacy su Facebook. Chi lo pubblica pensa di tutelarsi dalle nuove regole che sta per introdurre il social network, ma è solo una catena di sant'Antonio che non serve a niente.
Il Washington Post ha ospitato questa proposta – raro caso in cui la abusata definizione di “provocazione” ha davvero senso – di David Harsanyi, condirettore della rivista online The Federalist e autore di frequenti posizioni originali, con attenzioni particolari alla crisi dei sistemi democratici. Il suo articolo ha ricevuto molte reazioni di protesta dai lettori, ma tratta un tema che è diventato molto presente nei paesi occidentali negli ultimi anni, quello del calo di corrispondenza tra i principi democratici e la qualità dei governi eletti. Mai come oggi tantissime persone assai poco informate prendono decisioni che hanno ripercussioni su tutti quanti. Basta studiare la pochezza dell’attuale campagna presidenziale americana per capire come il problema più urgente nella politica degli Stati Uniti non sia l’influenza delle grandi aziende, dei sindacati, dei media e nemmeno quella dei soldi. Il problema principale siete voi, gli elettori americani. Eliminando i milioni di elettori irresponsabili che non si prendono il disturbo di imparare i meccanismi più basilari della Costituzione, o le proposte e la storia del loro candidato preferito, forse potremmo riuscire ad attenuare le conseguenze della sconsideratezza del loro voto.
Devono votare anche gli ignoranti? un giornalista americano propone un esame di educazione civica per gli elettori, perché una democrazia non informata è "il preludio a una farsa o a una tragedia".
Stamattina nel carcere di San Vittore, nei pressi del centro di Milano, una quindicina di detenuti sono riusciti a salire sul tetto dove hanno urlato cori come «libertà», mentre nella strada vicina al carcere «si vedono carta e stracci a cui è stato dato fuoco», ha scritto Repubblica. La protesta è stata sospesa dopo alcune ore di trattativa con i magistrati Alberto Nobili e Gaetano Ruta. A differenza di quanto avvenuto nel carcere di Modena, la protesta dei detenuti di San Vittore non aveva a che fare con le misure restrittive decise dalle autorità carcerarie per contenere il diffondersi del coronavirus (SARS-CoV-2): in questo caso, scrive il Corriere, i detenuti «hanno chiesto la riduzione dell’affollamento nel carcere milanese, che dovrebbe ospitare, secondo loro, non più di 600/700 persone, il miglioramento dell’accesso al lavoro esterno, all’affidamento in prova e agli arresti domiciliari». I detenuti coinvolti alla protesta apparterrebbero a un reparto del carcere detto “La Nave” riservato a chi soffre di forme di dipendenza.
Alcuni detenuti sono saliti sul tetto del carcere San Vittore di Milano.
I ricavi di Amazon sono aumentati del 43 per cento nei primi tre mesi del 2018, le vendite sono arrivate a un valore complessivo di 51 miliardi di dollari (circa 42 miliardi di euro) e i profitti sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2017, passando da 724 milioni di dollari a 1,6 miliardi di dollari. Gli ottimi risultati – che hanno ecceduto le previsioni degli analisti – sono stati condizionati in larga parte dalla crescita delle vendite online negli Stati Uniti. Le azioni di Amazon sono cresciute del 7 per cento dopo la pubblicazione dei dati sull’andamento della società. Si stima che Jeff Bezos, fondatore e CEO di Amazon, abbia guadagnato circa 8 miliardi di dollari solo grazie all’aumento di valore delle sue azioni.
I ricavi di Amazon sono aumentati del 43 per cento nei primi tre mesi del 2018. E sono raddoppiati anche i guadagni, facendo crescere notevolmente il valore delle azioni della società.
La tv statunitense HBO ha diffuso online due scene e otto fotografie della quinta stagione di Game of Thrones, (Trono di Spade in Italia), la popolare serie tv ispirata alla saga fantasy scritta da George R.R. Martin. Le scene mostrano rispettivamente Tyrion Lannister e Varys, che lo ha liberato nel finale della quarta stagione, e Jon Snow con Mance Rayder. La quinta stagione della serie sarà trasmessa negli Stati Uniti dal 12 aprile; in Italia la si potrà seguire in contemporanea su Sky Atlantic HD.
Nuovi video e foto della quinta stagione di Game of Thrones. Ci sono Tyrion Lannister, Varys e Jon Snow, e le immagini di molti nuovi personaggi.
Il discorso di Matteo Renzi ha concluso il “Big Bang 2011”, l’iniziativa della stazione Leopolda di Firenze. Prima di Renzi avevano parlato, tra gli altri Giorgio Gori, Matteo Richetti e Luigi Zingales. Renzi ha parlato a braccio, descrivendo tra l’altro le prossime tappe di quanto cominciato oggi: il lancio di cento proposte per l’Italia, su un sito chiamato “Wiki PD”, su cui fare campagna e iniziative per i prossimi tre mesi.
Il discorso di Renzi alla Leopolda. Il video dell'intervento che ha concluso l'iniziativa di Firenze, con l'annuncio del "Wiki PD" e delle cento proposte per i prossimi tre mesi.
Tunué-Editori dell’Immaginario ha pubblicato il libro Schulz e i Peanuts: la vita e l’arte del creatore di Snoopy, Charlie Brown & Co., di David Michaelis, nella traduzione di Alessandro Bottero. Il libro, uscito nel 2007 negli Stati Uniti, è una biografia molto dettagliata di Charles M. Schulz, l’autore che per oltre cinquant’anni ha disegnato quotidianamente le strisce dei Peanuts, pubblicate ogni giorno dal Post. ***
Vita di Schulz. L’introduzione alla biografia dell’autore dei Peanuts, scritta da David Michaelis e appena uscita in Italia.
Le fiabe che raccontiamo oggi – comprese quelle dei cartoni animati – sono molto più antiche di quanto fino a oggi si è creduto. Alcune, anche di quelle famosissime, sono narrate da migliaia e migliaia di anni, molto prima che la scrittura potesse tramandarle. Altre risalgono a tempi in cui le lingue che usiamo oggi non si erano ancora formate. Una ricerca accademica – pubblicata sul Royal Society Open Journal e firmata dall’antropologo Jamshid Tehrani dell’università di Durham, nel Regno Unito, e dalla studiosa di folklore Sara Graça da Silva, dell’Università di Lisbona – ha messo a confronto 275 fiabe provenienti da tutto il mondo e ne ha tracciato gli schemi ricorrenti nelle varie lingue e culture. Scrivono gli autori: «Abbiamo mostrato che queste tradizioni orali probabilmente ebbero origine molto prima della scrittura, e abbiamo provato che una fiaba (“Il fabbro e il diavolo”) può essere rintracciata fino all’Età del Bronzo», che si situa tra il 3500 e il 1200 a.C. Tehrani e da Silva hanno utilizzato il metodo filogenetico, normalmente utilizzato in biologia, hanno cioè seguito il ramificarsi nelle lingue dei vari tipi di fiaba, così come sono elencati e categorizzati nell’indice di Aarne-Thompson-Uther, il sistema di classificazione delle fiabe pubblicato per la prima volta nel 1910 e aggiornato nel 2004.
Le fiabe sono più antiche di quanto pensiamo. Uno studio mostra che storie come "La bella e la bestia" o "Raperonzolo" risalgono a epoche che precedono la scrittura e la nascita delle lingue europee.
Ieri sera, Matteo Renzi ha scritto un post sul suo nuovo blog in cui accusa la Germania di violare le regole europee in materia di surplus commerciale. La Germania, scrive Renzi, esporta troppo e questo è un problema per tutta l’Unione: «Le regole dicono che il surplus commerciale della Germania non può essere superiore al 6%, oggi è intorno al 9%. Si tratta di una violazione delle regole che fa male a tutta l’Europa. Se vogliamo essere seri fino in fondo dobbiamo chiedere con ancora più decisione che le regole le rispettino tutti, anche gli amici tedeschi». In genere chi utilizza questa argomentazione vuole sottolineare il fatto che la Commissione e le altre istituzioni europee utilizzano due pesi e due misure: ai paesi del Mediterraneo, come l’Italia, viene imposto con durezza il rispetto delle regole europee, mentre la Germania può violarle impunemente. In realtà le regole non rispettate da Italia e Germania sono profondamente diverse, l’Italia ne viola in ogni caso molte di più e si trova in una situazione economica molto più preoccupante per la saluta economica dell’intera Unione. Che regola viola la Germania? Tecnicamente, nessuna. Non esiste nei trattati europei un articolo o un protocollo in cui si impone agli stati membri di non avere esportazioni superiori al 6 per cento del PIL (come invece esiste per le regole su deficit e debito pubblico). Quello a cui si riferisce Renzi è uno degli indicatori che la Commissione usa per identificare “possibili squilibri macroeconomici”. Questi indicatori – sono 14 in tutto – servono, semplificando, a decidere quando e nei confronti di quali stati membri la Commissione deve procedere a una “In Depth Review“, cioè un’analisi approfondita, per stabilire se il paese in questione ha o meno degli squilibri che potrebbero essere pericolosi per sé stesso e per il resto dell’Unione. Per queste ragioni, più che “regola”, il 6 per cento di surplus commerciale viene definito spesso una “soglia raccomandata“.
Anche la Germania non rispetta le regole europee? lo ha scritto Renzi, dicendo che le regole "devono rispettarle tutti", ma le cose non stanno proprio così.
L’idea che le sedi delle più grandi società web al mondo – Google, Facebook, Twitter – siano innanzitutto dei gran bei posti in cui finire a lavorare può già avvalersi di una serie di prove fotografiche significative. Poi va’ a sapere come si lavora veramente, in quei posti lì, se è tutto così bello come visto da fuori, o se il lavoro è massacrante, noioso e mal retribuito. Certo che se anche fosse un brutto lavoro, meglio un brutto lavoro in un posto fantastico – accogliente, confortevole, pieno di colori – che un brutto lavoro in un brutto posto. Per esempio, la nuova sede di Twitter a San Francisco – all’undicesimo piano del complesso Market Square – ha una stanza per fare yoga, una sala fitness, sale giochi, bar e caffetteria, e un giardino di 2 mila metri quadrati sul tetto dell’edificio. La sede è stata interamente progettata da due società di design, la IA Interior Architects e la Lundberg Design: l’arredamento è principalmente in legno naturale, e il colore prevalente è l’azzurro, come il logo della società. Se qualcuno si perde dentro, c’è un cartello in ogni sala (“#comfort”, con l’hashtag).
Le foto degli uffici di Twitter a San Francisco. Fosse anche un lavoro noioso, ci sono pur sempre sale giochi, sala fitness, un'enorme caffetteria e un giardino di 2 mila metri quadrati sul tetto dell'edificio.
Aggiornamento delle 10:30: il numero di Charlie Hebdo in edicola da oggi (il primo dopo l’attentato) sarà stampato in 5 milioni di copie invece che 3 perché è già esaurito in molte zone della Francia. Lo ha dichiarato Veronique Faujour, a capo della società di distribuzione MLP. Qualche pagina del numero di oggi, che uscirà in ristampa col Fatto anche giovedì:
Cosa c’è nel nuovo numero di Charlie Hebdo. Durante una conferenza stampa, il nuovo direttore e il disegnatore Luz hanno raccontato la copertina e i contenuti della prima edizione del giornale dopo l'attentato.
Dopo i risultati delle elezioni di ieri, che in parte hanno mostrato risultati inattesi e per alcuni aspetti non previsti, si è aperta una discussione sulle previsioni fatte dai vari istituti di sondaggi nelle scorse settimane: sul risultato del Partito Democratico, inferiore a quanto previsto, sul risultato del Movimento 5 Stelle, superiore a quanto previsto e sulla rimonta del centrodestra. Oggi Repubblica ha intervistato Nicola Piepoli, direttore dell’Istituto Piepoli, uno dei più importanti istituti di sondaggi in Italia, che ha cercato di spiegare questo margine di differenza che si è verificato dopo lo scrutinio e l’assegnazione dei seggi parlamentari. «Non c’è stata una rimonta di Berlusconi, lo avevamo dato al 22 per cento e così è stato. Il vero fenomeno inatteso è stato Grillo, più del 10 per cento della popolazione è entrato al seggio senza sapere cosa votare. E ha scelto lui. Era impossibile diagnosticare la grande emorragia di cinque punti della coalizione di centrosinistra». A parlare è Nicola Piepoli, direttore e fondatore dell’omonimo istituto di rilevazioni.
I sondaggi e il risultato delle elezioni. Nicola Piepoli, direttore dell'Istituto di sondaggi Piepoli, ha cercato di spiegare a Repubblica le differenze che ci sono state tra le previsioni e i risultati elettorali.
Nei mesi peggiori della prima ondata dell’epidemia, uno dei tanti problemi a cui non eravamo preparati erano i posti in cui isolare le persone positive al coronavirus che non potevano applicare il distanziamento a casa, per esempio perché condividevano appartamenti con un solo bagno, o perché convivevano con un anziano. Lo stesso problema si presentò anche per i pazienti ancora contagiosi che dovevano essere dimessi dagli ospedali perché non avevano più bisogno di assistenza, e i posti letto nei reparti scarseggiavano. E per le migliaia di operatori sanitari esposti al rischio di contagio che dovevano condividere casa con familiari, conviventi o coinquilini. Durante la prima ondata di contagi qualcuna di queste strutture fu organizzata nel giro di poche settimane, ma diverse rimasero comunque mezze vuote e furono usate principalmente per i dimessi degli ospedali, perché in molti casi non fu mai chiaro a chi spettasse scegliere i casi positivi da mandarci.
Siamo in ritardo anche con gli alberghi per isolare i positivi. Il compito di organizzarli è passato alle regioni e alle ASL: qualcuno si è mosso per tempo, altri li stanno ancora cercando, ma si parla comunque di pochi posti.
Facebook sta lavorando a “Facebook at Work”, un nuovo servizio che potrà essere utilizzato dai dipendenti delle aziende per rimanere in contatto più facilmente, collaborare alla produzione di documenti e stringere nuovi rapporti di lavoro. La notizia è stata data dal Financial Times (FT) e per ora non è ufficiale: il sistema è ancora in fase di sperimentazione e per questo motivo Facebook non ha smentito né confermato le informazioni contenute nell’articolo del giornale. Facebook at Work, ammesso si chiami così nella sua versione definitiva, potrebbe fare diretta concorrenza a Microsoft e Google, che negli ultimi anni si sono date da fare per realizzare servizi per gestire e condividere documenti online all’interno delle aziende. Stando alle notizie fornite dal FT, Facebook at Work sarà un servizio separato dal classico Facebook, ma avrà un design e funzionalità molto simili a quelle classiche del social network, in modo da rendere più semplice il suo utilizzo da parte di chi ha già un profilo. Le proprie identità private potranno essere tenute separate da quelle create per il lavoro, in modo da potere continuare a condividere cose personali come foto, video e aggiornamenti di stato con i propri amici, che non saranno invece visibili ai colleghi di lavoro (salvo questi non siano anche amici su Facebook).
Arriva “Facebook at Work”? cioè una versione del social network per le aziende, con sistemi per chattare, creare, modificare e condividere documenti con i colleghi.
Apple ha fissato un evento speciale per martedì 15 settembre, per presentare alcuni nuovi prodotti. La presentazione avverrà presso l’Apple Park, il grande campus che l’azienda ha costruito negli ultimi anni a Cupertino, in California (Stati Uniti), ma senza la presenza di pubblico, a causa della pandemia da coronavirus. L’evento potrà essere seguito in streaming dalle 19 italiane. Non si sa quali prodotti presenterà Apple nel corso dell’evento, ma i giornali che si occupano di tecnologia escludono che verranno mostrati i quattro nuovi modelli di iPhone di cui si parla da qualche tempo: è possibile che saranno presentati a ottobre. Si pensa che il 15 settembre saranno presentati un nuovo Apple Watch – perché l’evento è stato annunciato con lo slogan «Time Flies», cioè “Il tempo vola” – e un nuovo modello di iPad.
Apple presenterà alcuni nuovi prodotti il 15 settembre.
Microsoft ha annunciato che tra un anno smetterà di fornire aggiornamenti per Windows 7, il suo sistema operativo disponibile dal 2009 e che si stima sia ancora utilizzato su circa un terzo dei computer Windows in giro per il mondo. Il supporto tecnico per Windows 7 sarà interrotto il 14 gennaio del 2020: i singoli clienti privati non riceveranno più aggiornamenti, mentre quelli aziendali potranno accedere a un servizio aggiuntivo a pagamento per gli aggiornamenti critici, soprattutto legati alla sicurezza. Microsoft confida in questo modo di incentivare ulteriormente il passaggio a Windows 10, il suo attuale sistema operativo che alla fine del 2018 ha superato per la prima volta Windows 7 per numero di computer su cui è installato.
Microsoft smetterà di aggiornare Windows 7 dal 2020.
Dal 7 novembre in Toscana ci sarà il cosiddetto switch off: le trasmissioni televisive passeranno dal sistema analogico a quello digitale terrestre. La fase di transizione si preannuncia particolarmente complessa. Le frequenze da assegnare sono inferiori al numero di emittenti interessate: appena 18. Per questa ragione il 23 agosto scorso il ministero dello Sviluppo Economico (Dipartimento per le Comunicazioni) ha bandito una gara. I criteri sono stati i seguenti: 45 punti per la copertura territoriale, 30 punti per il capitale sociale, 20 punti per il numero di dipendenti a tempo indeterminato, 5 punti per la storicità. I punteggi sono stati assegnati alle varie emittenti rapportandoli a quelli della prima in ogni categoria. Quindi, per esempio, se l’emittente che ha più dipendenti ne ha 23, a essa si conferiscono 20 punti e alle altre in proporzione (13,04 per chi ne ha 15, 8,69 per chi ne ha 10, e così via).
L’incasinato switch off in Toscana. Dal 7 novembre si passa dal sistema analogico al digitale terrestre, tra errori, polemiche, frequenze non assegnate, graduatorie pubblicate e poi ritirate.
Martedì alla Camera è stata approvata una proposta di legge su bullismo e cyberbullismo con 242 sì, 73 no e 48 astenuti. La proposta di legge, che dovrà ritornare al Senato prima di diventare legge, è stata molto criticata da diversi giornalisti ed esperti: Massimo Mantellini l’ha definita sul suo blog «una palese dichiarazione di superbia e incompetenza» con degli effetti censori, animata da un costante «desiderio di rivalsa» che i parlamentari italiani mostrano verso Internet. Anche Guido Scorza – avvocato, docente di diritto delle nuove tecnologie e giornalista – ha dato oggi su Repubblica un giudizio molto negativo. Ha scritto che è «un pessimo esempio di come dovrebbe essere scritta una legge» e che è «inutile nel migliore dei casi, perniciosa nel peggiore». La stessa Elena Ferrara, la senatrice del PD che ha presentato per la prima volta in Senato la proposta di legge, nel 2014, ha detto che «la legge è stata compromessa nella sua efficenza» e che è stata «annacquata» da tutte le modifiche che le sono state apportate durante l’iter parlamentare. Non sarà “la più stupida legge censorea nella storia europea” come l’ha definita, nei giorni scorsi, Cory Efram Doctorow, giornalista, scrittore e blogger canadese, ma è difficile negare che la proposta di legge intitolata “Disposizioni per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo” ed approvata martedì dalla Camera dei Deputati rappresenta un pessimo esempio di come dovrebbe essere scritta una legge o, se si preferisce, un ottimo esempio di cosa una legge non dovrebbe mai prevedere.
La legge sul “cyberbullismo” che non serve a niente. Solo a raccontare di averla approvata, spiega Guido Scorza.
Una settimana fa ci fu una grande agitazione politica e giornalistica intorno alla notizia che una nuova legge approvata dal governo riducesse i poteri dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione diretta al magistrato Raffaele Cantone: la scelta fu attribuita da molti a un’intenzione di limitare il lavoro contro la corruzione dell’Autorità, e ci furono estese polemiche su responsabilità e secondi fini. Tutto passò nel volgere di una mezza giornata, sia perché il presidente del Consiglio Gentiloni annunciò subito che si sarebbe rimediato – annuncio un po’ strano, immediatamente dopo che la decisione era stata studiata e approvata in successive fasi -, sia perché alcuni esperti e commentatori fecero notare che la questione degli eccessivi poteri dell’Autorità esiste da tempo ed era stata messa in discussione anche dal Consiglio di Stato. Su questo e altri temi che riguardano il ruolo prezioso, ma dalle delicate implicazioni di diritto, dell’Autorità ha scritto un riassunto Giulio Napolitano, giurista e professore di Diritto Amministrativo a Roma, sul Corriere della Sera di venerdì. Quando, nel 2014, fu affidato a Raffaele Cantone il compito di assorbire la vecchia Autorità dei lavori e dei contratti pubblici, paralizzata da conflitti interni e scandali, nella neo-istituita Anac, giustamente furono in pochi a stracciarsi le vesti. Da allora, l’Anac è diventata, nella pulp fiction della vita pubblica italiana, «il signor Wolf» che «risolve problemi», se necessario anche con mezzi un po’ sbrigativi: un ruolo svolto in modo spesso efficace (si pensi alla capacità di sbrogliare la delicata matassa dell’Expo di Milano), nonostante qualche “fuoco amico” (non bisogna dimenticare che l’Anac ha sottratto il monopolio della lotta alla corruzione a quella parte della magistratura che ha costruito la sua fortuna anche mediatica sulle tesi di una irriducibile commistione tra politica e criminalità organizzata). L’Anac, però, si è così trasformata in un “jolly istituzionale”: una carta che il legislatore ha giocato in circa una ventina di provvedimenti legislativi in meno di tre anni. Ma fino a che punto anche l’Autorità è in grado di reggere la varietà di compiti che le sono stati attribuiti, per di più in un arco di tempo così breve, senza un previo lavoro sul campo? E, soprattutto, fino a che punto il sistema amministrativo e quello economico possono sostenere questo stato di allarme permanente, in cui ogni controllo pubblico è esercitato nel sacro nome della lotta alla corruzione da un’autorità che si presenta come portatrice di una moralità superiore? L’apice del problema lo si è raggiunto l’anno scorso con il recepimento delle direttive in materia di appalti e concessioni e l’adozione del nuovo codice dei contratti pubblici. Il legislatore, infatti, ha assegnato all’Anac il ruolo di vero e proprio dominus della disciplina, delegandole il potere di adottare la normativa secondaria (prima riservato al Governo) e conferendole una congerie di funzioni di regolazione, vigilanza e giudizio, da esercitare con poteri anche atipici, non sempre accompagnati da adeguate garanzie procedimentali.
Il problema con l’anticorruzione di Cantone. La revisione di alcuni suoi poteri ed effetti non ha niente di assurdo o malintenzionato, anzi, spiega Giulio Napolitano sul Corriere.
Amazon ha presentato Fire Phone, il suo primo smartphone, nel corso di un atteso evento organizzato a Seattle – sede della società – e condotto da Jeff Bezos, il CEO e fondatore. Di un telefono fatto da Amazon si era iniziato a parlare con una certa insistenza lo scorso anno, ma fino a ora le voci che circolavano online avevano ricevuto solo conferme parziali e ufficiose. L’ingresso nel settore molto competitivo degli smartphone aveva comunque senso per la società, che produce da tempo i lettori ebook Kindle, tra i più diffusi al mondo, e una serie di tablet molto economici che si chiama Kindle Fire e che ha ottenuto un discreto successo. Fire Phone è prima di tutto una nuova grande opportunità per ridurre ulteriormente la distanza tra i suoi clienti e l’immenso negozio online di Amazon: c’è una funzione apposta per puntare la fotocamera del telefono verso un oggetto, farglielo riconoscere e comprarne una copia sul sito. Come anticipato, Fire Phone ha anche un sistema 3D, per creare una maggiore e più realistica profondità di campo sul suo schermo. Prospettiva dinamica In prossimità di ogni angolo della parte frontale del telefono c’è una videocamera a basso consumo che riprende costantemente ciò che ha davanti. Fire Phone cerca all’interno dell’inquadratura la testa della persona che lo sta usando, in modo da sapere con quale inclinazione sta osservando il telefono e aggiustare di conseguenza la prospettiva delle immagini mostrate sullo schermo. Ogni videocamera ha un angolo di visione di 120 gradi e ne bastano due per tenere traccia dei movimenti della testa, ma siccome quando si tiene in mano il telefono almeno un angolo è quasi sempre impallato dalle dita o da parte del palmo della mano, quelli di Amazon hanno dovuto inserirne quattro, di videocamere, in modo che il telefono possa sempre scegliere la visuale migliore. Il sistema funziona anche al buio perché le videocamere possono lavorare anche in modalità infrarossi.
Fire Phone, lo smartphone di Amazon. Come è fatto e che cosa fa il nuovo telefono presentato oggi: ha quattro videocamere sempre puntate sulla faccia di chi lo usa, tanto per cominciare.
Domenica 8 gennaio il leader del M5S Beppe Grillo ha pubblicato sul suo sito un post per annunciare una votazione online riservata agli iscritti, per decidere il futuro della delegazione del M5S al Parlamento Europeo: ai votanti è chiesto se gli europarlamentari del Movimento debbano aderire all’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (ALDE), confluire nel gruppo dei Non Iscritti o rimanere in Europa della Libertà e della Democrazia Diretta (EFDD), il gruppo che formano ora con l’UKIP, il partito di estrema destra britannico. Grillo ha spiegato nel post che con Brexit, l’UKIP ha raggiunto il suo obiettivo politico principale, e rimanere in EFDD per il M5S non sarebbe vantaggioso, perché non riuscirebbe a portare avanti il programma prefissato. I recenti avvenimenti europei, come la Brexit, ci portano a ripensare alla natura del gruppo EFDD. Con lo straordinario successo del Leave, Ukip ha raggiunto il suo obiettivo politico: uscire dall’Unione europea. Parliamo di fatti concreti: Farage ha già abbandonato la leadership del suo partito e gli eurodeputati inglesi abbandoneranno il Parlamento europeo nella prossima legislatura. Fino ad allora, i colleghi inglesi saranno impegnati a valorizzare le scelte che determineranno il futuro politico del Regno Unito.
Grillo vuole cambiare gruppo al Parlamento Europeo. L'alleanza con l'UKIP non funziona più, ha spiegato, e ha proposto di confluire nel gruppo liberale ALDE: con voto online.
La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, intervistata dal Foglio, ha criticato l’atteggiamento dei sindacati degli insegnanti durante l’emergenza coronavirus, in particolare durante il lockdown, relativamente alla didattica a distanza e alla mobilità degli insegnanti e del personale non docente. Al direttore del Foglio Claudio Cerasa, che le chiedeva se si possa dire che in questi mesi gli insegnanti italiani abbiano dimostrato di essere migliori dei loro sindacati, Azzolina ha risposto: «Glielo dico con franchezza, mi sarei aspettata in questi mesi più collaborazione da parte dei sindacati. Ci siamo ritrovati di fronte a una sfida epocale. Ci siamo ritrovati di fronte alla possibilità di modernizzare la scuola. Ci siamo ritrovati di fronte alla possibilità di stimolare la creatività degli insegnanti. Mi sarei aspettata da parte dei sindacati meno lettere di diffida e più collaborazione, per guardare verso il futuro. Mi sarei aspettata passi in avanti per esempio nel tentativo di intercettare l’intero personale scolastico e non soltanto quella porzione rappresentata dalle sigle sindacali. Chi ha a cuore la scuola non deve frenare, ma deve impegnarsi a innovare. E innovare oggi significa anche non avere paura di pronunciare una parola spesso tabù: meritocrazia»
La ministra Azzolina ha criticato i sindacati della scuola. «Mi sarei aspettata da parte dei sindacati meno lettere di diffida e più collaborazione».
Un giorno di ottobre del 2005 il neuroscienziato statunitense James Fallon, docente di psichiatria e neurobiologia alla School of Medicine dell’Università della California (UCI), stava osservando una serie di scansioni del cervello di alcuni pazienti ottenute mediante PET (tomografia a emissioni di positroni, un esame molto usato in neurologia e nella diagnostica oncologica). Fallon stava lavorando a uno studio il cui obiettivo era quello di rintracciare eventuali tratti anatomici comuni o particolari alterazioni nel cervello di un gruppo di assassini seriali con comprovate tendenze psicopatiche. Tra le numerose immagini diagnostiche sparse sulla scrivania, per altre ricerche a cui stava lavorando, Fallon aveva anche le scansioni del suo cervello e di quello dei suoi familiari. In una di quelle immagini notò evidenti caratteristiche comuni alle scansioni del cervello di molti assassini che stava studiando: una ridottissima attività cerebrale in alcune aree del lobo frontale e temporale, aree che numerosi studi di neuroscienze associano all’empatia, all’autocontrollo e all’inibizione dell’impulsività. Considerando che si trattava della sua famiglia, Fallon violò il metodo di lavoro “in cieco” e scoprì subito l’etichetta che nascondeva il codice identificativo della persona a cui apparteneva quella scansione: il cervello era il suo. Non solo: cercando informazioni sulla propria storia familiare, Fallon scoprì di essere un lontano discendente di Lizzie Borden – protagonista di un noto e controverso processo per parricidio nel 1892 – e di avere sette assassini noti tra i suoi antenati da parte di padre. «Questo creerà qualche problema alla prossima festa che diamo», disse a sua moglie revisionando i dati della ricerca.
Quanto è libero il libero arbitrio? l'Atlantic ha ripreso un esteso dibattito in corso da decenni tra neuroscienziati e filosofi: esiste un "libero arbitrio", o le nostre scelte sono determinate da fattori genetici e ambientali?.
Come ogni anno, il settimanale statunitense Time ha pubblicato la lista delle 25 migliori invenzioni dell’ultimo anno. La lista è finita anche sulla copertina dell’edizione del settimanale in edicola dal 27 novembre, e dentro ci sono cose tra loro molto diverse. Alcuni oggetti possono essere comprati e già ne avete sentito parlare (per esempio l’iPhone X), altre invenzioni sono state pensate ma saranno messe in vendita, o sviluppate, nei prossimi mesi o anni. Ci sono cose che costano poco (un gelato con pochissime calorie), cose che vanno benissimo come regali di Natale e cose che invece proprio no: come gli ascensori orizzontali o un nuovo lander che la NASA manderà su Marte.
Le 25 migliori invenzioni del 2017. Le ha scelte "Time", come ogni anno: ci sono cose che potete regalare a Natale, lander della NASA e ascensori orizzontali.
Oggi il governo rumeno è caduto dopo solo due mesi e mezzo a causa di un voto di sfiducia del parlamento del paese: la causa principale sono le proteste popolari e dell’opposizione per le misure di austerità che sono state approvate negli ultimi mesi per cercare di uscire dalla crisi economica. I governi cambiano sempre e comunque, naturalmente, ma negli ultimi due anni le normali alternanze elettorali sono state meno normali del solito, con risultati a volte sorprendenti, e diversi governi sono caduti prima della fine naturale del loro incarico. Questa è la lista aggiornata dei dieci paesi dell’Unione Europea in cui c’è stato un cambio di governo causato dalla crisi economica (almeno uno, diciamo: in Romania ce ne sono stati due). In Olanda e in Romania la crisi politica è ancora in corso.
I 10 governi eliminati dalla crisi. La lista aggiornata delle crisi politiche, dei cambi di governo e delle elezioni dall'esito inatteso causate dalla crisi economica europea.
Un gruppo di ricercatori è riuscito a coltivare insalata e altri vegetali senza usare terriccio e luce solare in un container piuttosto angusto, quasi completamente separato dal gelido clima antartico. Il risultato è molto incoraggiante e rientra in un progetto per produrre cibi freschi in condizioni estreme, con sistemi che un giorno potranno rendere più autonomi gli astronauti impegnati nelle esplorazioni spaziali. La vita per chi fa ricerca in Antartide non è molto diversa da quella degli astronauti che vivono sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). L’ambiente esterno è ostile per buona parte dell’anno, con temperature al di sotto dei -20 °C, e i ricercatori vivono per mesi all’interno di basi prefabbricate che ricordano molto i moduli della ISS. Non è quindi un caso che molte delle ricerche svolte in Antartide siano organizzate proprio per studiare nuove soluzioni per la vita nello Spazio, per migliorare la vita degli astronauti e soprattutto rendere possibili missioni di lunga durata lontani dalla Terra, in vista di futuri viaggi verso Marte.
Questa insalata è stata coltivata in Antartide. Senza terra e senza luce solare, in una serra avveniristica con sistemi che un giorno potranno usare gli astronauti nello Spazio.
Da due anni Namie-machi è una città deserta. Il piccolo centro urbano si trova nella prefettura di Fukushima (distretto di Futaba) in Giappone e i suoi 21mila abitanti hanno dovuto abbandonare da un giorno all’altro le loro case in seguito al grave incidente nucleare di Fukushima Daichi, causato dal forte terremoto del marzo 2011 e dal conseguente tsunami che ne danneggiò i sistemi di raffreddamento. Namie-machi si trova nell’area potenzialmente contaminata dalle radiazioni e per questo motivo è stata completamente evacuata. I cittadini di Namie-machi non sono autorizzati, salvo rarissime eccezioni, a rientrare in città. In molti hanno chiesto alle autorità di potere vedere le condizioni delle loro case ma ottenere permessi per visitare la zona è ancora molto difficile, nonostante siano passati due anni dall’incidente nucleare. Per mostrare agli ex abitanti di Namie-machi, e al mondo, come si presenta una delle città più duramente interessate dalle ondate dello tsunami e rimasta isolata dal 2011, Google ha inviato nella zona alcune proprie Google Cars, le automobili che scattano immagini panoramiche a livello stradale per il servizio Street View di Google Maps. Le fotografie sono state da poco pubblicate da Google e consentono di vedere come è Namie-machi oggi, il suo stato di abbandono e l’assenza quasi totale di attività umane.
La città deserta dopo Fukushima. Google ha scattato una serie di foto panoramiche di Namie-machi, abbandonata a sé stessa da due anni per via delle radiazioni.
Il sindaco di Roma Ignazio Marino ha annunciato la composizione della sua nuova giunta: in seguito alle dimissioni degli ultimi giorni (dovute all’inchiesta “Mafia Capitale” e alle critiche sul degrado della città) ha dovuto sostituire il vicesindaco Luigi Nieri, l’assessore ai Trasporti Guido Improta e l’assessora al Bilancio Silvia Scozzese. Dall’assessorato alla Cultura è stato scorporato quello al Turismo, che è stato assegnato a Luigina Di Liegro. Marino ha nominato come nuovo vicesindaco Marco Causi, deputato del PD, assegnandogli anche la delega al Bilancio, compito che ha già svolto sotto la giunta Veltroni. Si occuperà di trasporti Stefano Esposito, senatore PD piemontese e vicepresidente della commissione Lavori pubblici e comunicazioni e membro della commissione antimafia, che era stato nominato commissario del partito sul territorio di Ostia lo scorso febbraio in seguito allo scandalo di “Mafia Capitale”. Esposito in Piemonte è da sempre molto attivo contro i movimenti No Tav. La delega alla Periferie (che finora era del vicesindaco Nieri) è stata infine assegnata a Marco Rossi Doria, già sottosegretario all’Istruzione con i governi Monti e Letta, esperto di istruzione, dispersione scolastica, disagio ed esclusione precoce dei giovani, già “maestro di strada” nei Quartieri Spagnoli a Napoli.
La nuova giunta di Roma. È la terza dall'inizio del mandato di Ignazio Marino: ci sono quattro nuovi assessori.
La sera del primo luglio c’è stato il super-concerto di Vasco Rossi a Modena a cui hanno assistito le 220mila persone che avevano comprato il biglietto e le moltissime altre che hanno seguito la diretta su Rai 1 condotta da Paolo Bonolis. La diretta è stata criticata parecchio sui social network per le continue interruzioni di Bonolis tra una canzone e l’altra. In realtà la Rai non ha potuto trasmettere il concerto per intero perché l’evento era stato venduto ad altri; ma per qualche ragione ha deciso di non dare informazioni precise al riguardo, creando delle aspettative che non sono state mantenute, ha spiegato Antonio Dipollina su Repubblica. La tempesta non perfetta è quella in tv. E con numeri grandiosi, su Rai1 nel sabato sera migliore dell’anno. Cinque milioni e 600 mila spettatori in media, share del 36 %, numeri che fanno sembrare piccoli i 230mila sul posto, ma è stata tutta un’altra storia. Ovvero la storia di una serata partita con grandi chiacchiere e poche canzoni, con Paolo Bonolis a riempire spazi in qualche modo, con i social a dare in escandescenze da subito per la musica negata, a insultare Bonolis e la Rai, a reclamare i soldi del canone e così via. Un bailamme incontrollabile che solo a mezza sera, quando si è capito che il gruppo di canzoni in onda era invece piuttosto robusto è calato d’intensità. Ma nemmeno tanto. Il senso, da trovare, era che l’evento è stato venduto, dagli organizzatori, a pacchetti: l’intero concerto senza interruzioni era riservato ai cinema e inoltre andava salvaguardato il futuro dvd. Ovvero, la Rai non poteva dare tutto il concerto. Che la soluzione sia stata quella di dare in mano a Bonolis gli spazi vuoti è altra scelta non-Rai, ma soprattutto ha messo Bonolis stesso e gli altri nella situazione più difficile del mondo.
Gli sbagli della diretta Rai su Vasco Rossi. Antonio Dipollina spiega su Repubblica che si sapeva che il concerto non sarebbe stato integrale, e lo si è spiegato male.
Il 12 febbraio del 1980, all’Università La Sapienza di Roma due militanti delle Brigate Rosse uccisero sulle scale della facoltà di Scienze politiche il professor Vittorio Bachelet. Era stato presidente dell’Azione Cattolica italiana negli anni del Concilio Vaticano II, docente universitario e, al momento dalla morte, era vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura. All’epoca, sulla prima pagina del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella e Bruno Tucci raccontarono così, quel che era accaduto:
L’omicidio di Vittorio Bachelet, 40 anni fa. Era vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura: fu ucciso dalle Brigate Rosse.
La Camera dei Deputati ha votato oggi contro la richiesta di arresto dell’onorevole Cosentino presentata dai magistrati di Napoli: Cosentino è accusato di attività camorristiche, ma i deputati hanno ritenuto che le motivazioni per l’arresto non fossero fondate e obiettive con una maggioranza di 309 contro 298. O più probabilmente hanno ritrovato un’occasione di scontro politico fazioso a prescindere dal merito, ora che il governo Monti ha rarefatto questi momenti. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto di oggi alla Camera. C'erano ben tre deputati di cui si è votata l'autorizzazione all'arresto nei mesi scorsi (e uno è andato in carcere): tensione, abbracci e risultato finale.
Ieri presso il Moscone Center di San Francisco (California) è iniziato il Google I/O 2012, la serie di conferenze organizzata dalla società per incontrare gli sviluppatori e mostrare loro le ultime novità per quanto riguarda i propri servizi e la programmazione informatica. Come avviene già da qualche anno, l’evento è anche l’occasione per Google per rivolgersi direttamente agli utenti e illustrare i suoi nuovi prodotti. Nel corso della presentazione di apertura di ieri e degli eventi successivi, la società ha mostrato un sacco di cose nuove come il Nexus 7, il suo primo tablet, un nuovo sistema per l’intrattenimento domestico, l’ultima edizione di Android e i suoi futuristici occhialini per vedere dati e informazioni direttamente sulle lenti. L’impegno di Google è su molti fronti diversi ed è principalmente teso a non perdere terreno nel mercato dei motori di ricerca e a trovare nuovi spazi in settori molto redditizi, come quelli dei tablet e degli smartphone. Proviamo a mettere un po’ di ordine tra le tante cose dette e presentate nelle ultime ore. Google Nexus 7 È il primo tablet che porta il marchio di Google ed è prodotto da ASUS, uno dei più grandi produttori di computer e dispositivi elettronici al mondo. È più piccolo di un iPad (Apple) o di un Surface (Microsoft) e ha uno schermo da 7 pollici con definizione di 1280 x 800 pixel. Grazie alle sue dimensioni ridotte pesa anche poco, circa 340 grammi (un iPad pesa circa il doppio), e può essere dotato di una memoria interna da 8 o da 16 GB. Funziona con un processore di tipo Quad-core Tegra 3, che dovrebbe garantire una buona rapidità nell’esecuzione delle applicazioni, giochi compresi. Si collega a Internet solamente tramite WiFi, ha una antenna GPS, una fotocamera frontale da 1.2 megapixel per le videochat e utilizza il sistema NFC (Near Field Communication) per il trasferimento di dati tra dispositivi a corto raggio (basta appoggiare il tablet su un dispositivo compatibile per far partire la condivisione).
Il tablet di Google e tutto il resto. Oltre a Nexus 7, la società ha presentato un sacco di novità come un sistema per la tv, i suoi occhiali avveniristici e una caramella gommosa per Android.
Negli ultimi giorni in Italia si è tornato a parlare molto di Uber, il servizio alternativo ai tradizionali taxi per spostarsi da un posto all’altro in città utilizzando automobili con autista, prenotate attraverso un’applicazione che gestisce anche le transazioni con la carta di credito senza la necessità di usare contanti. A Roma e Milano, le uniche due città italiane dove Uber è attivo, ci sono state grandi proteste – talvolta anche violente – da parte dei taxisti, che chiedono alle amministrazioni locali di bloccare il servizio, perché non viene gestito con licenze paragonabili alle loro. Alessandro De Nicola ha messo per ordine la storia di Uber e le varie posizioni, tra ragioni e torti, di chi si sta occupando del tema in Italia. Nella ormai famosa vicenda Uber torti e ragioni, privilegi e diritti, si intersecano in un modo che rende problematica qualsiasi soluzione. I fatti principali sono noti: Uber, azienda multinazionale partecipata anche da Google, ha sviluppato una applicazione che permette di prenotare un’ auto a noleggio anche con scarso preavviso. La centrale operativa riceve la richiesta dal cliente, la diffonde agli autisti in circolazione e chi è in grado di meglio soddisfarla lo segnala. Le auto sono tutte di ottima qualità, si paga direttamente con addebito sulla carta di credito che si registra sul sito, il prezzo è in media superiore del 20% a quello dei taxi ma i consumatori sembrano non curarsene e aumentano costantemente. Soprattutto per i viaggiatori internazionali, avere un’unica compagnia che assicura il servizio in diverse città con gli stessi standard e modalità risulta molto attraente.
Uber, come stanno le cose. Alessandro De Nicola riassume su Repubblica posizioni, ragioni, torti e prospettive.
Alphabet, Microsoft e Amazon hanno presentato i risultati finanziari del loro ultimo trimestre, confermando sostanzialmente le aspettative degli analisti. Alphabet, la holding che ha la proprietà di Google, ha prodotto ricavi pari a 27,8 miliardi di dollari, contro i 27,2 miliardi delle previsioni: gli utili sono stati pari a 6,73 miliardi di dollari, con una notevole crescita rispetto ai 5,06 miliardi dello stesso periodo nel 2016.
Alphabet, Microsoft e Amazon continuano a fare grandi affari.
Il governo guidato da Matteo Renzi si è presentato oggi al Senato per chiedere la fiducia (qui il liveblog del Post). Renzi ha parlato per circa un’ora e dieci minuti, presentando ai Senatori i principi che guideranno l’azione del suo governo e alcuni punti di programma. Renzi ha parlato a braccio e il testo del discorso è dunque tratto dal resoconto stenografico del Senato. Per questa ragione sono inclusi nel discorso, e sono stati lasciati dove sono necessari per capirlo, alcuni scambi di battute con i senatori (quelli del M5S hanno interrotto più volte il discorso di Renzi) e le reazioni dell’aula (applausi e commenti). Signor Presidente del Senato, gentili senatrici, onorevoli senatori, ci avviciniamo a voi in punta di piedi, con il rispetto profondo, non formale, che si deve a quest’Aula, che si deve alla storia di un Paese che trova in alcuni dei suoi luoghi non soltanto un simbolo – cioè qualcosa che tiene insieme – ma anche un elemento di unità profondo.
Il testo del discorso di Renzi. O meglio la trascrizione stenografica, dato che ha parlato a braccio: "vorrei essere l'ultimo presidente del Consiglio a chiedere la fiducia a quest'aula".
Il pubblico ministero ha chiesto oggi che sia condannato il promoter del concerto del 2008 (il 25 giugno) a San Siro di Bruce Springsteen, che non rispettò la scadenza delle 23,30 imposta dai regolamenti comunali in rispetto della tranquillità degli abitanti della zona. Il concerto terminò alle 23,52. Le parole di accusa e difesa sul valore giuridico dei bis sono molto interessanti. Dice l’accusa: “si potevano tollerare cinque o dieci minuti in più, ma 22 minuti, con tre bis da parte del cantante, sono troppi anche per la tipica tolleranza italiana”
Quanto deve durare un bis. Il pubblico ministero chiede la condanna per il promoter di Springsteen che non staccò la corrente durante "Bobby Jean" a San Siro.
Aggiornamento del 22 gennaio 2015 Il Sun ha pubblicato un tweet nel quale mostra pagina 3 della sua nuova edizione, in cui è regolarmente presente la fotografia di una donna seminuda. La fotografia è accompagnata da una didascalia che dice: In seguito alle recenti notizie su tutti i media, desideriamo chiarire che questa è pagina 3 e che questa è una foto di Nicole, 22 anni, di Bournemouth. Desideriamo scusarci a nome dei giornalisti della carta stampata e della televisione che hanno passato gli ultimi due giorni a occuparsi e a scrivere di noi.
Il “Sun” non elimina la pagina con le donne nude. Il famoso tabloid britannico ha smentito su Twitter di avere deciso di abbandonare la contestata tradizione di "pagina 3", dopo quasi 45 anni.
IKEA, la celebre azienda svedese di mobili, venderà dal prossimo settembre una nuova linea da biancheria da tavola in edizione limitata chiamata Sittning di cui fanno parte delle tovagliette con una tasca cucita per metterci il cellulare. Sembra una soluzione piuttosto ragionevole per risolvere un problema piuttosto attuale e diffuso: il desiderio costante di tirare fuori i propri telefoni anche durante una cena e impedire allo stesso tempo che il telefono rischi di sporcarsi. Lo Huffington Post scrive che una singola tovaglietta costerà 1 euro e 80. L’iniziativa – che non è la prima di IKEA per adattare i propri prodotti alla diffusione della tecnologia – ha però ricevuto molte critiche. Huffington Post l’ha definita «abbastanza inutile» perché il tessuto della tovaglietta lascia intravvedere lo schermo del cellulare che si illumina, e rappresenta un’enorme distrazione. È anche vero che la tasca impone a chi non riesce a evitare di deporre lo smartphone sulla tavola almeno di occultarlo con qualche eleganza. Slate aggiunge però che non essendo possibile effettivamente vedere perché lo schermo si è illuminato non sarà nemmeno possibile decidere se la notifica è sufficientemente importante per decidere di tirare fuori dalla tasca il telefono e interrompere la conversazione. E aggiunge: «Credo che potrete anche mettere il vostro telefono con lo schermo sul tavolo, per proteggerlo». La critica di fondo è che se abbiamo bisogno che anche le nostre tovaglie diventino funzionali per i nostri apparecchi elettronici «forse siamo ufficialmente troppo ossessionati».
Le tovaglie IKEA per cellulari. Il design si adegua alla tecnologia (e alla psicologia), ma con qualche controindicazione.
Questa sera, la Decima commissione industria, commercio e turismo del Senato discuterà un emendamento presentato da Filippo Bubbico (Partito democratico) e da Simona Vicari (Popolo della libertà) sull’istituzione di un’Autorità dei trasporti e sulla liberalizzazione del settore taxi. Filippo Bubbico ha anticipato: «Abbiamo risolto la questione-taxi con un emendamento condiviso con il Governo attraverso cui i Comuni potranno intervenire direttamente gestendo un processo di modernizzazione che va fatto. L’emendamento istituisce da subito l’Autorità dei trasporti che avrà anche il compito di valutare le ipotesi di riorganizzazione del settore taxi». Cosa cambierà Se l’emendamento avrà il via libera saranno i comuni e le regioni a decidere un eventuale incremento delle licenze dei taxi «previa acquisizione di preventivo parere obbligatorio e non vincolante da parte dell’Autorità dei trasporti» che dovrebbe essere costituita entro il 31 maggio 2012.
Cosa succede coi taxi. Un emendamento di Pd e Pdl (ora "condiviso dal governo") restituirà ai comuni il potere di regolare le licenze, che la bozza del governo aveva affidato a un'Autorità.
La Pan-American Airlines non è mai stata la compagnia di bandiera degli Stati Uniti ma negli anni della sua esistenza, tra il 1930 e il 1991, di sicuro è stata a lungo percepita come tale. La Pan Am era, almeno fino agli anni Settanta, la più ricca, la più sofisticata, la più moderna compagnia aerea al mondo: copriva tutto il pianeta meno che l’Antartide ed era rinomata per la professionalità e l’esperienza del suo personale, che parlava più lingue e vantava una formazione infermieristica. Ispirata da quello che è stato uno dei simboli del potere economico statunitense, la ABC, network televisivo che ha trasmesso, tra le altre, serie di successo come Lost, Grey’s Anatomy e Desperate Housewives, domenica ha mandato in onda il primo episodio di Pan Am, serie tv focalizzata sulle storie del personale di bordo, tra hostess e piloti, mescolate a qualche complotto internazionale.
Pan Am, la serie tv. È iniziata domenica, è ambientata negli anni Sessanta e racconta il successo di quella che per decenni è stata la compagnia aerea più importante del mondo.
Nella seconda metà del secolo scorso, furono costruiti più di 60 laboratori sottomarini per studiare gli oceani: strutture ancorate al fondale dove un ridotto numero di scienziati potesse vivere per un periodo di tempo limitato, per portare avanti alcune ricerche. Di tutti questi laboratori, uno solo esiste ancora: l’Aquarius Reef Base della Florida International University, che si trova a circa 10 chilometri dalla terraferma all’interno del parco marino delle isole Keys, a 19 metri di profondità su uno spazio sabbioso vicino a una barriera corallina. Il laboratorio sottomarino Aquarius nel 2014 (La Presse/AP Photo/Wilfredo Lee, File)
L’unico laboratorio sottomarino al mondo. Si trova al largo della Florida, a 18 metri di profondità, ed è usato per studiare la barriera corallina ma anche per l'addestramento degli astronauti.
Il prossimo 4 marzo si voterà per le elezioni politiche e per la prima volta da più di dieci anni un terzo dei seggi sarà assegnato tramite collegi uninominali maggioritari: significa che ci saranno moltissimi seggi in cui i candidati dei vari partiti si affronteranno in scontri diretti nei quali vincerà chi riuscirà a prendere anche un solo voto più degli altri (i restanti due terzi saranno eletti invece in collegi proporzionali: qui abbiamo spiegato per bene come funziona la legge elettorale). Per arrivare preparati alle elezioni abbiamo raccolto le dieci sfide più interessanti (più una bonus). Paolo Gentiloni (PD), Angiolino Cirulli (Movimento 5 Stelle) Una sfida interessante, soprattutto perché probabilmente è una delle più impari della storia del sistema uninominale. Il presidente del Consiglio in carica Paolo Gentiloni si candiderà alla Camera nel collegio di Roma 1, che comprende il centro storico, dove il centrosinistra è sempre andato bene alle ultime elezioni. La sua vittoria è data così per scontata che contro di lui il Movimento 5 Stelle ha candidato Angiolino Cirulli, che non ha nessuna esperienza politica ed è un piccolo imprenditore di Roma che sostiene di aver perso tutti i suoi risparmi nel fallimento di Banca Etruria. Cirulli non ha un profilo Facebook, Twitter o Instagram. Il Post ha provato a contattarlo per avere ulteriori chiarimenti sulla sua candidatura, ma finora senza successo.
I 10 collegi da tenere d’occhio il 4 marzo. Con il sistema uninominale con cui voteremo alle prossime elezioni ci saranno parecchi scontri diretti interessanti: ecco quelli che è meglio prepararsi a seguire.
L’Istituto Superiore di Sanità ha diffuso un nuovo rapporto sulle caratteristiche dei pazienti morti a causa del coronavirus in Italia, basata su un campione di 32.938 decessi. È il rapporto più completo realizzato finora, considerato che secondo i dati più recenti della Protezione Civile i morti dall’inizio dell’epidemia sono stati 34.371. Come suggeriscono da tempo vari indicatori e statistiche, il numero reale di decessi è sicuramente più alto, ma rintracciare e censire tutti i casi di COVID-19 è difficile soprattutto in assenza di efficaci sistemi per ricostruire le catene dei contagi.
Cosa dice l’ultimo rapporto sui morti per COVID-19 in Italia. È il più completo realizzato finora: mostra i sintomi e le complicanze più ricorrenti e il tempo che passa dai sintomi al ricovero alla morte.
Conosciuta con il soprannome di “Squalo”, o con quello meno lusinghiero di “Ferro da stiro”, la Citroën DS fu presentata dalla casa automobilistica francese Citroën al Salone dell’Automobile di Parigi il 6 ottobre 1955 – circa sessant’anni fa – e rimase in vendita fino al 1975, diventando in breve tempo uno dei modelli più apprezzati e ammirati della storia automobilistica, grazie al suo design e alle soluzioni tecniche innovative. L’accoglienza da parte del pubblico nei confronti della DS – il cui nome in francese déesse suona come la parola “dea” – fu entusiasta sin dal lancio, tanto che nei soli giorni del Salone di Parigi venne ordinata da circa 80.000 clienti, nonostante il prezzo elevato per l’epoca. La Citroën DS nacque in un periodo molto particolare per l’automobile, così come per ogni altra cosa in Europa: la sua progettazione era iniziata già nel 1938, ma la Seconda guerra mondiale ne rallentò fortemente lo sviluppo, che riprese regolarmente solo a guerra finita. Inizialmente la DS avrebbe dovuto essere un’evoluzione aerodinamica della Traction Avant, un modello Citroën di grande successo che nel 1934 aveva introdotto una serie di tecnologie all’avanguardia per l’epoca, come il telaio monoscocca – in cui la struttura dell’auto svolge sia la funzione di sostenere le parti meccaniche come motore e cambio, sia quella estetica – la carrozzeria in acciaio anziché in legno e la trazione anteriore, da cui il nome dell’auto derivava. Quest’ultima soluzione meccanica, in cui il moto generato dal motore viene trasmesso alle ruote davanti, rimase una delle caratteristiche di base del nuovo modello, ma nel 1945 la carrozzeria della DS (nome in codice VGD, Vehicule à Grande Diffusion) fu completamente rivista e i responsabili del progetto – il tecnico francese André Lefèbvre e lo scultore e designer italiano Flaminio Bertoni – crearono una sagoma dalla forma appuntita, priva della tipica griglia anteriore che tutte le auto di quegli anni adottavano per raffreddare la meccanica.
I 60 anni della Citroën DS. Storia di una delle auto più innovative e belle di sempre, le cui complicate sospensioni salvarono la vita al presidente francese de Gaulle.
Dopo avere girato intorno alla cometa 67P per 786 giorni, oggi la sonda Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea ha compiuto l’ultima manovra per l’evento definitivo della sua missione: posarsi sulla superficie della sua compagna di viaggio. Il contatto è avvenuto alle 12:39 (ora italiana, confermato alle 13:19) a quasi 720 milioni di chilometri dalla Terra, dopo un viaggio interplanetario che ha tenuto impegnata Rosetta per 12 anni, 6 mesi e 28 giorni con una distanza percorsa di oltre 7,9 miliardi di chilometri. Ora che è finita, possiamo dire che la missione dell’ESA è stata un successo: ha permesso di raccogliere informazioni sulle caratteristiche delle comete e sul modo in cui cambiano quando si avvicinano al Sole, senza contare l’impresa senza precedenti di fare atterrare il lander Philae sulla sua superficie, una cosa mai provata prima nella storia delle esplorazioni spaziali con un atterraggio controllato. I dati raccolti da Rosetta terranno impegnati per molti anni i ricercatori, che studiano le comete per comprendere meglio come si è formato ed evoluto il nostro Sistema solare, cercando anche indizi su come si svilupparono le prime forme di vita sulla Terra. Fine La decisione di terminare la missione è stata presa dai ricercatori dell’ESA dopo lunghe considerazioni sui costi e i benefici di estendere a oltranza le attività della sonda. Nel suo viaggio intorno alla cometa 67P, Rosetta stava continuando ad allontanarsi dal Sole attraverso l’orbita di Giove, a una distanza tale da non avere la possibilità di raccogliere luce a sufficienza con i suoi pannelli solari per alimentare i suoi sistemi di bordo. Le cose si sarebbero complicate ulteriormente a ottobre, quando a causa di una congiunzione solare il Sole si sarebbe trovato in mezzo tra la Terra e Rosetta con la sua cometa, riducendo notevolmente le possibilità di comunicare con la sonda e di ricevere nuovi dati. Rosetta aveva inoltre viaggiato nello Spazio per più di 12 anni, trascorrendone due intorno a una cometa che emette di continuo frammenti di ghiaccio, polveri e gas che hanno messo a dura prova i suoi sistemi. Un tempo così lungo nello Spazio interplanetario fa invecchiare rapidamente le sonde e l’ESA ha ritenuto che a breve Rosetta non avrebbe più potuto fornire dati e informazioni utili per proseguire lo studio delle comete.
La missione di Rosetta è compiuta. Dopo 12 anni di viaggio e 7,9 miliardi di chilometri percorsi, la sonda dell'ESA si è posata sulla cometa 67P: non si farà mai più sentire.
Entro tre anni, le principali società farmaceutiche del mondo perderanno circa 50 miliardi di dollari di ricavi a causa della scadenza di numerosi brevetti, che non consentono alla concorrenza di produrre farmaci con gli stessi principi attivi. Per compensare questa significativa perdita di denaro, le società farmaceutiche stanno puntando molto sulla ricerca di nuovi medicinali per curare il cancro. Gli attuali trattamenti si rivelano spesso inadeguati e ci sono quindi grandi possibilità per realizzare farmaci più efficaci, meno invasivi e protetti per anni da brevetti che consentano di incrementare i ricavi. Nel 2010, segnala l’Economist, negli Stati Uniti sono stati spesi circa 125 miliardi di dollari per le terapie legate alla lotta contro il cancro e si stima che nel 2020 la cifra spesa possa arrivare a 207 miliardi di dollari. Le società farmaceutiche fanno quindi a gara per ricercare e mettere sul mercato nuovi farmaci contro il cancro, come dimostra il grafico qui sotto. I medicinali in via di sperimentazione o approvazione per il cancro sono tre volte tanto rispetto a quelli per la cura dei disturbi che interessano il sistema nervoso centrale. Roche, una delle più grandi società farmaceutiche, è in attesa di ricevere dalla Food and Drug Administration il via libera per il vemurafenib, un nuovo principio attivo contro il melanoma. Pfizer attende la revisione di un nuovo farmaco per curare alcuni tipi di cancro al polmone.
La gara delle case farmaceutiche sul cancro. Negli ultimi anni sono state investite enormi quantità di denaro per i farmaci contro i tumori, anche per compensare i minori ricavi dovuti alla scadenza dei brevetti.
Mercoledì 13 novembre ha aperto Paris Photo, una delle fiere dedicate alla fotografia più importanti del mondo. Nata nel 1996, coinvolge alcuni dei più famosi musei, editori, collezionisti e gallerie d’arte: quest’anno partecipano 136 gallerie e 28 editori francesi. Oltre che alle opere delle gallerie, verranno esposti in mostra i lavori acquisiti di recente da alcuni musei pubblici, e sarà possibile vedere le opere di proprietà di uno dei massimi collezionisti privati di arte contemporanea, Herald Falcherberg. Le fotografie, i progetti e le opere esposte sono piuttosto vari: alcune gallerie hanno scelto di dedicare il proprio spazio ad autori specifici, mentre altre ad un tema generale, costruendo vere e proprie mini-collettive di artisti diversi. Saranno poi esposte fotografie d’epoca e fotografie contemporanee di diversi stili e generi, dal racconto di storie e di luoghi, alla registrazione di momenti personali, alla riflessione sull’arte e la fotografia stessa, tutte idee riconducibili in qualche modo a quello che viene chiamato “contemporaneo” e che in qualche misura ha un “mercato”.
La grande fiera “Paris Photo”. 35 opere da uno degli eventi dedicati alla fotografia contemporanea più importanti al mondo, che ha aperto mercoledì 13 novembre.
Logan – The Wolverine è nei cinema dal primo marzo, dura 135 minuti e parla di James “Logan” Howlett: il personaggio mutante della saga degli X-Men altrimenti noto come Wolverine. È ispirato – con molte libertà – alla serie di fumetti Vecchio Logan (di Mark Millar e Steve McNiven) ed è il decimo film sugli X-Men (di cui fa parte anche Deadpool) e il terzo con protagonista Wolverine, interpretato come al solito da Hugh Jackman (ha detto che ora basta però). Lo stesso discorso sembra varrà anche per Patrick Stewart, che nel film interpreta Professor X e che come Jackman c’era già nel primo X-Men, uscito nel 2000. Nel cast del film ci sono anche Donald Pierce e Dafne Keen, un’attrice nata nel 2005. Logan – The Wolverine è costato 137 milioni di dollari ed è diretto da James Mangold – regista di Ragazze interrotte, Quando l’amore brucia l’anima (il film su Johnny Cash) e Wolverine – L’immortale – ed è ambientato nel 2029, in un momento in cui i mutanti se la passano male: Professor X è malato e lui e Logan si nascondono vicino al confine tra Stati Uniti e Messico. Arriva una donna che chiede a Logan di scortare una ragazzina che sembra avere grandi poteri: lui accetta, sapendo che dovrà di nuovo sfoderare gli artigli (in senso letterale, ovviamente).
Esce “Logan – The Wolverine” e la notizia è che pare sia bello. L'ennesimo film in cui Hugh Jackman interpreta il famoso mutante è una specie di western introspettivo, non la solita cosa di supereroi.
Le ultime previsioni di Autostrade per l’Italia e del CCISS indicano una situazione “critica” per il traffico autostradale di questo fine settimana e del prossimo, specialmente in direzione delle mete vacanziere. L’intensità del traffico sarà maggiore nella giornata di oggi e nella mattinata di domani. Lo stesso varrà per il pomeriggio di venerdì 5 agosto, mentre per sabato 6 agosto è previsto il picco del traffico, con traffico molto intenso sia al mattino che al pomeriggio, e traffico intenso in serata. In tutti i weekend di luglio e agosto, e anche venerdì 5 e lunedì 15 agosto, sulle autostrade italiane non circoleranno i mezzi pesanti oltre le 7,5 tonnellate. Le autostrade più interessate dal traffico saranno quelle in direzione Sud verso le regioni meridionali, quelle verso le località di mare come la Liguria e la costiera romagnola e quella in direzione Est verso il confine e le coste della Croazia. Oggi un tratto dell’autostrada verso la Croazia sarà chiuso in occasione della visita del presidente russo Vladimir Putin nel paese, e questo potrebbe complicare ulteriormente le cose.
Le previsioni sul traffico autostradale nelle vacanze estive. I weekend del 30-31 luglio e 6-7 agosto saranno quelli che daranno più problemi: dove trovare le informazioni utili.
La sera del 24 luglio il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha fatto sapere che sarà avviato un procedimento amministrativo per decidere l’eventuale annullamento di aggiudicazione della gara per l’acciaieria ILVA di Taranto, vinta un anno fa dalla società Am Investco Italy, guidata da ArcelorMittal. La decisione è stata presa dopo una serie di verifiche interne e dopo una lettera dell’ANAC, l’Autorità Nazionale Anti Corruzione, in cui si rilevavano alcune criticità nella procedura di gara. Di Maio ha fatto sapere che il procedimento amministrativo è «disciplinato per legge» e che durerà trenta giorni: «Un atto dovuto per accertare i fatti a seguito delle importanti criticità emerse». Nel frattempo Di Maio ha fatto sapere che proseguirà le trattative con ArcelorMittal per valutare una loro nuova proposta, arrivata dopo che lo stesso ministro aveva fatto al gruppo delle richieste aggiuntive nell’ambito del contratto per l’acquisizione di ILVA.
Le novità sull’ILVA, spiegate. Luigi Di Maio ha detto che vuole negoziare con ArcelorMittal, che ha vinto la gara per comprare l'acciaieria di Taranto, ma ha anche avviato l’iter per l’eventuale cancellazione di quella stessa gara.
ShortList ha messo insieme un elenco di dieci dischi, dagli anni Sessanta a oggi, in base all’abbigliamento dei musicisti sulle copertine: è di buon gusto, ancora di moda, o diventato un classico, e può essere ancora uno spunto su come vestirsi. Anche se in alcuni casi è passato molto tempo, lo stile dei cantanti e rapper scelti da ShortList è spesso ancora attuale e affascinante: ci sono Patty Smith, sobria ed elegante in camicia e pantaloni con bretelle sulla copertina di Horses, e il rapper Wiz Khalifa con una vistosa pelliccia maculata portata sul petto nudo e tatuato su o.n.i.f.c.; c’è lo street style dei Beastie Boys su Check Your Head e la celebre copertina di Freewheelin’, con Bob Dylan in jeans e giacca scamosciata. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Come ci si veste sulle copertine dei dischi? con un giubbotto di pelle, come fa Bruce Springsteen, o una pelliccia maculata come Wiz Khalifa.
La versione originale di questo articolo è stata pubblicata su Slate, nel 2014. A seguire, la traduzione. Se qualcuno vi dice che ci sono dei criteri oggettivi per distinguere un bravo attore da uno scarso, sta dicendo una stronzata. È sempre questione di gusti personali. Ci sono anche delle mode. C’è un sacco di gente che apprezzava molto il modo in cui recitava Philip Seymour Hoffman. Se non siete fra questi, non avete torto: alla peggio siete un po’ “eccentrici”, lontani dal pensiero comune.
Da cosa si riconosce un bravo attore? in ultima istanza dipende da voi, spiega uno che se ne intende, ma in generale ci sono cinque cose da tenere d'occhio (e Philip Seymour Hoffman ce le aveva tutte, per dire).
Oggi tutti i principali quotidiani italiani riportano in prima pagina la notizia che l’Unione Europea avrebbe fatto alcuni rilievi critici sulla nuova imposta sugli immobili reintrodotta dal 2012, la famosa IMU. Repubblica, per esempio, gli dedica il sommario del titolo principale, “UE: la tassa sia più equa”, mentre La Stampa titola “L’Europa: l’Imu diventi più equa”. Il Giornale è più duro: “L’Europa: Monti vi ha rovinato”. A fianco dei titoli si trovano in diversi giornali editoriali che commentano la notizia e parlano dell’ormai celebre imposta sugli immobili. Vale la pena di andare a verificare quanto quei titoli e quei giudizi siano veramente giustificati. Davvero qualche autorità dell’Unione Europea ha dubbi sull’imposta e vuole che sia più equa, o addirittura “boccia”, come dice tra gli altri il Messaggero, la nuova imposta sulla casa? La risposta è no, ma per capirlo bisogna capire in quale contesto sono state fatte alcune osservazioni sull’IMU e sull’ICI, e soprattutto chi le ha fatte e con quale fine.
UE, ICI, IMU e parlare di niente. Davvero l'Europa ha "bocciato" l'imposta sugli immobili? La risposta è no.
La notizia principale intorno ai risultati delle elezioni regionali che si sono tenute domenica in Emilia-Romagna e in Calabria è l’altissima quota di elettori che non sono andati a votare. Dato che è già diventato argomento di polemica politica con tesi sbrigative di varia natura e accuse opposte, soprattutto tra la sinistra: sulla Stampa invece Elisabetta Gualmini prova a mettere in ordine i dati di contesto che sembrano spiegare questo risultato. Tutto ha remato contro le elezioni in solitaria di Calabria ed Emilia Romagna. L’assenza di qualsiasi traino nazionale o locale, perché non votavano le altre regioni e non c’erano altre consultazioni: né quelle per il sindaco, di cui si parla nei bar, né quelle per il governo nazionale, di cui si parla in televisione. Le indagini sulle «spese pazze» dei consiglieri regionali e le dimissioni dei governatori, non hanno certamente creato entusiasmo, anzi hanno demoralizzato parecchi elettori solitamente ligi. A differenza delle ultime regionali, si poteva votare solo in un giorno, non anche il lunedì.
Come mai hanno votato in pochi. Elisabetta Gualmini spiega sulla Stampa i fattori (piuttosto chiari e prevedibili) delle basse percentuali di elettori in Emilia-Romagna e Calabria.
Sky e Netflix hanno fatto un accordo in base al quale le piattaforme Sky Q – le più recenti – permetteranno di accedere anche ai contenuti Netflix. È il primo accordo di questo tipo tra Sky e Netflix. L’offerta riguarderà sia chi è già abbonato a Netflix sia chi non avrà un abbonamento: – Gli abbonati Netflix in possesso di una piattaforma Sky Q di vedere direttamente dallo stesso posto i contenuti di Sky e di Netflix. – Chi non è abbonato a Netflix potrà fare un abbonamento a Sky che permetterà, tra le altre offerte già proposte da Sky (per esempio lo Sport), di inserire anche Netflix. Netflix sarà quindi equiparato a tutti gli altri pacchetti che si possono già scegliere facendo un abbonamento a Sky: si potrà decidere se aggiungerlo o no. La nuova offerta riguarda tutta l’Europa e dovrebbe essere disponibile dal 2019; l’offerta partirà nel Regno Unito e in Irlanda, per poi arrivare (non si sa bene quando) in Italia. L’accordo tra Sky e Netflix riguarderà anche i servizi di streaming di Sky senza abbonamento: sarà quindi possibile vedere i contenuti di Netflix anche attraverso NOW TV.
Sky e Netflix si alleano. A partire dal 2019 le piattaforme Sky Q permetteranno di vedere i contenuti di Netflix.
Giuseppe Salvaggiulo ha spiegato lunedì sulla Stampa l’avvio del progetto “Italia Nostra” dell’Agenzia del demanio, che prevede la concessione a privati, per un periodo fino a cinquant’anni, di immobili storici di proprietà dello Stato, in cambio della ristrutturazione e valorizzazione degli edifici. La procedura è stata avviata per 69 edifici, otto dei quali verranno messi sul mercato entro la fine del 2013. Fra gli immobili in lista, fra gli altri, ci sono il convento di San Domenico a Taranto, i caselli daziari all’Arco della Pace di Milano e l’intera isola di Poveglia, nella laguna di Venezia. Dal quattrocentesco castello di Gradisca al Real Polverificio borbonico di Scafati. Dalla gotica certosa di Pavia voluta da Gian Galeazzo Visconti come mausoleo di famiglia al liberty albergo Verbania sul lago Maggiore. Dal castello ducale di Agliè in Piemonte, il cui primo nucleo fortificato risale al XII secolo, alla caserma Vittorio Emanuele a Gaeta, con una chiesa di età angioina, a strapiombo sul mare. Dalle saline di Tarquinia al faro Colle dei Cappuccini di Ancona, edificato da Pio IX. Dalla colonia Umberto di Savoia sul lungomare di Senigallia al faro di San Domino alle Tremiti. Dopo anni di annunci e ritirate, l’idea di rivitalizzare in chiave turistica una parte del patrimonio storico-artistico italiano abbandonato prende forma. E la lettura del catalogo degli immobili redatto dall’Agenzia del demanio suscita due sentimenti: emozione perché è un racconto di storia patria, rabbia perché si tratta di gioielli abbandonati.
Il demanio affitterà 69 edifici storici ai privati. Ci sono palazzi, fari, dogane, e un'isola: una villa fiorentina è stata già ristrutturata e trasformata in un albergo.
Da tre giorni la Lega Nord è al centro di una serie di indagini giudiziarie che riguardano, tra le altre cose, la gestione dei rimborsi elettorali del partito da parte del suo ex tesoriere Francesco Belsito. Tra le ipotesi di reato ci sono l’appropriazione indebita per milioni di euro, la truffa ai danni dello Stato e il riciclaggio di denaro. Il caso è seguito dalle procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria, che stanno indagando sui movimenti di denaro effettuati negli anni da Belsito e su possibili legami dello stesso con ambienti della criminalità organizzata. In questi giorni le agenzie di stampa e i giornali stanno diffondendo stralci degli atti e delle intercettazioni telefoniche, che sembrano confermare i sospetti degli inquirenti sull’utilizzo dei fondi dati al partito per finanziare alcune spese della famiglia di Umberto Bossi. Il leader della Lega Nord e gli altri esponenti del partito non risultano essere indagati. Tanzania Il Corriere della Sera di oggi pubblica diversi estratti delle intercettazioni eseguite dai carabinieri per la Procura di Napoli nel mese di febbraio. L’ex tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito, è al telefono con Nadia Dagrada, un’impiegata amministrativa del partito, e si sfoga per come stanno andando le cose. All’epoca Belsito aveva da poco ricevuto una convocazione da Umberto Bossi a Roma per discutere degli investimenti della Lega Nord in Tanzania molto discussi sui giornali di quei giorni. Belsito temeva di perdere il proprio incarico. In quell’occasione, scrivono sul Corriere Luigi Ferrarella e Giuseppe Castella, Dagrada consigliò all’allora tesoriere come comportarsi:
11 nuove cose sul caso Belsito. Le intercettazioni dell'ex tesoriere della Lega, i trasferimenti di denaro "illogici" e il presunto uso dei fondi pubblici per diplomi, lauree, macchine e case.
Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha annunciato tramite un video pubblicato su Facebook che l’azienda Whirlpool ritirerà la procedura di cessione per lo stabilimento di Napoli. Whirlpool, multinazionale specializzata nella produzione di elettrodomestici, ha confermato che la produzione di lavatrici non smetterà e che non si procederà con il licenziamento collettivo dei dipendenti di Napoli. Patuanelli ha detto che ora «ci sono le condizioni per sederci a un tavolo con le parti sociali per provare a trovare una soluzione industriale, anche con un impegno del governo per lo stabilimento».
Whirlpool ritirerà la procedura di cessione per lo stabilimento di Napoli.
Tra le foto di animali più belle della settimana ce n’è una molto bella scattata in uno zoo a un animale che sarebbe molto più complicato riuscire a fotografare in natura: è un leopardo delle nevi allo zoo Chapultepec di Città del Messico. Il leopardo delle nevi è una specie protetta fin dal 1972: si ritiene che al mondo ne esistano meno di 7mila esemplari allo stato brado. Un’altra foto di felini proviene dal Safari Lion Zoo di Rancagua, in Cile, che è l’unico parco dell’America Latina in cui ai turisti – grazie alla protezione di una gabbia montata sulle jeep – viene permesso di vedere i leoni a distanza molto ravvicinata. Tra le foto buffe, oltre che belle, c’è poi un Golden Retriever vestito da agente della SWAT in occasione di una parata per Halloween a Pasadena, in California. E anche il profilo ravvicinato della testa – non molto pulita – di una statua di San Pietro in Piazza San Pietro, in Vaticano.
Weekly Beasts. Dromedari in giro per New York, un cane vestito da agente SWAT e un raro esemplare di una specie protetta, tra le foto di animali più belle della settimana.
Un’organizzazione umanitaria in Malawi (Africa) ha iniziato a sperimentare una nuova sirena che, a differenza di quelle classiche, sfrutta suoni che stimolano i centri che gestiscono le emozioni nel nostro cervello, attirando molto di più l’attenzione di chi le sente passare. La Elizabeth Taylor Aids Foundation (ETAF), che è stata fondata nel 1991 dall’attrice Elizabeth Taylor e si occupa soprattutto di prevenzione dell’AIDS, ha montato le nuove sirene su un suo veicolo con il quale passa nei villaggi, ricordando alla popolazione l’importanza dei test e dei controlli sanitari per limitare la diffusione dell’HIV, il virus che causa l’AIDS. Nella sola area di Mulanje si stima che il 17 per cento della popolazione abbia contratto il virus dell’HIV (non tutti sono malati, alcuni sono portatori sani). L’ETAF si occupa di loro e cerca di contenere la diffusione del virus, con soluzioni creative come quelle del nuovo sistema di allarme.
Un’altra sirena è possibile. In Malawi ne stanno sperimentando una diversa da quella classica, basata su una cosa che proprio non riusciamo a ignorare: le urla.
Martedì 26 agosto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato 19 nuovi provvedimenti per migliorare i programmi di tutela e cura della salute mentale dei soldati e dei veterani dell’esercito americano. Tra i diversi punti, che prevedono tra le altre cose l’estensione degli investimenti per la prevenzione dei suicidi tra i militari, è stato presentato un programma di ricerca che durerà cinque anni – e per cui sono stati stanziati fondi per 78,9 milioni di dollari – per «sviluppare nuove neurotecnologie mini-invasive che aumenteranno la capacità del corpo umano e del cervello di indurre la guarigione». Il progetto si chiama ElectRx, ed è condotto dalla Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), un’agenzia del Pentagono che si occupa di sviluppare tecnologie all’avanguardia per l’esercito americano. Il Washington Post ha spiegato che gli Stati Uniti stanno cercando di produrre dei chip che intervengano sul sistema nervoso, per aiutare i soldati a guarire più velocemente da diversi tipi di malattie, dall’artrite al disturbo post-traumatico da stress (PTSD), sfruttando biosensori e componenti elettromagnetici che controllino gli organi. Una delle principali difficoltà nello sviluppo di questo tipo di chip è che, dovendo essere impiantati nel corpo di una persona, devono essere di dimensioni molto piccole. Tecnologie del genere sono già utilizzate in medicina per curare diversi tipi di malattie, ma normalmente i dispositivi hanno le dimensioni di un mazzo di carte, e provocano spesso effetti collaterali quando vengono inseriti chirurgicamente. Alcuni ricercatori del DARPA hanno detto che questi nuovi chip saranno “ultraminiaturizzati”, e progettati per essere impiantati con un ago o con altri metodi meno invasivi.
I soldati americani saranno curati con dei microchip sottopelle. E anche nel cervello: il progetto è stato rilanciato con nuovi stanziamenti annunciati dall'amministrazione Obama.
Il 6 giugno ha riaperto l’Hotel Ritz di Parigi, uno dei più famosi alberghi del mondo. Era chiuso dal 2012 per un importante piano di ristrutturazione: dalla sua fondazione nel 1898 era la prima volta che veniva chiuso, dato che rimase aperto anche durante la Seconda guerra mondiale, quando l’aviazione tedesca ne occupò una parte. Si trova al numero 15 di Place Vendôme, la piazza dove ha sede anche il ministero della giustizia francese. Furono ospiti del Ritz molti personaggi famosi, tra cui la stilista Coco Chanel che ci abitò dal 1931 a quando morì, nel 1971: si racconta che la forma ottagonale della sua suite ispirò la bottiglia del profumo Chanel nº 5. Diana Spencer passò al Ritz le ultime ore della sua vita, prima di morire in un incidente stradale il 31 agosto 1997. Il Ritz è anche citato in numerose opere letterarie (forse più di ogni altro albergo famoso) perché molti scrittori furono ospiti o vi ambientarono alcune scene dei loro romanzi. L’Hotel Ritz nel 2005 (Flickr/Gary Socrates) Marcel Proust Alcune suite del Ritz sono intitolate a personaggi famosi legati in qualche modo alla sua storia. Uno di questi è lo scrittore francese Marcel Proust (1871-1922), autore di Alla ricerca del tempo perduto. Negli ultimi anni della sua vita, Proust cenava spesso al Ritz. A quel tempo viveva a Parigi anche la scrittrice americana Edith Wharton (1867-1937), che invece non apprezzava particolarmente l’hotel: una sua conoscente diceva sempre che le signore di Parigi si dividevano in due categorie, le “Ritz” e le “anti-Ritz”; in quest’ultima c’era soltanto Wharton. La suite Marcel Proust si trova al primo piano, ha la vista sul giardino dell’hotel ed è disponibile da 4.000 euro a notte. L’Hotel Ritz nel 1904 (Keystone/Getty Images)
Storie dal Ritz di Parigi. L'hotel in cui morì Coco Chanel e in cui passarono molte serate Hemingway e Fitzgerald ha riaperto a giugno, dopo 4 anni di ristrutturazione.
Il New York Times ha raccontato la storia di Imperfect Produce, un’azienda californiana che vende pacchi di verdura nelle città della regione di San Francisco. La particolarità di Imperfect Produce è che vende verdure “brutte”: cioè tutti quegli ortaggi che i supermercati scelgono di non comprare o scartano perché esteticamente imperfetti, e quindi – nella loro ottica – poco attraenti per i clienti. Imperfect Produce ha aperto questa estate dopo una raccolta fondi online grazie alla quale ha ottenuto più di 38mila dollari, ha una decina di dipendenti e progetta di collaborare in futuro con varie catene di supermercati. Di Imperfect Produce hanno parlato diversi giornali americani – anche grazie a una campagna sui social network che abbinava efficacemente frasi comuni a verdure dalla forma strana – ma progetti simili sono attivi già da anni in Europa. Spread the word! We want to #EndFoodWaste! Join us on #Facebook! https://t.co/KtTTgN3i6f pic.twitter.com/FHnbVycOg8
Il problema delle verdure brutte. I supermercati non vogliono saperne di frutta o ortaggi sani ma dalla forma strana: in Europa e negli Stati Uniti ci sono aziende che le vendono scherzandoci sopra.
Nell’ultima settimana diversi giornali hanno ripreso uno studio realizzato negli Stati Uniti, sostenendo che abbia portato alla scoperta di un “nuovo ceppo” del coronavirus, più diffuso di quello originario e tale da avere reso il virus più contagioso. In realtà la ricerca citata – realizzata preso il Los Alamos National Laboratory (New Mexico) – utilizza toni cauti e non parla di un nuovo ceppo in quei termini, ma di una mutazione del coronavirus che ha iniziato a diffondersi in Europa all’inizio di febbraio e che si è poi probabilmente diffusa negli Stati Uniti, e che per questo non deve essere sottovalutata. Lo studio statunitense è stato diffuso nella sua forma preliminare, e non è stato quindi ancora sottoposto a una revisione alla pari da altri scienziati né è stato pubblicato su una rivista scientifica, quindi dovrebbe essere preso in considerazione con qualche cautela aggiuntiva rispetto a quelle già necessarie per le normali ricerche. Secondo diversi ricercatori, che non hanno partecipato allo studio, le conclusioni prospettate sono plausibili ma non rappresentano comunque ciò che è avvenuto finora con la diffusione dell’epidemia.
Le mutazioni del coronavirus. È vero che cambia – ed è normale – ma non ci sono ancora elementi per dire che stia diventando più pericoloso, o che possa succedere.
La scorsa notte la luna è apparsa molto più grande del solito, creando il fenomeno astronomico della “superluna”. La superluna si verifica quando la luna piena coincide con il momento in cui il satellite si trova più vicino alla Terra sulla sua orbita ellittica (perigeo). La distanza del nostro satellite naturale varia ogni mese tra un minimo intorno ai 357 mila chilometri e un massimo di 406 mila chilometri, proprio perché l’orbita che compie intorno alla Terra ha una forma ellittica. Il perigeo di questo mese è il più vicino del 2012 e la scorsa notte ha fatto sì che la Luna fosse grande del 16 per cento rispetto ai normali pleniluni. Il satellite è apparso inoltre più luminoso del solito. È stata anche l’occasione per fare un sacco di belle foto, un po’ da tutto il mondo. nella foto: Palm Springs, California, Stati Uniti (David McNew/Getty Images)
Le foto della superluna. La scorsa notte la Luna era più grande del solito, con risultati molto scenografici in tutto il mondo.
Sono in due, e sembrano girare in coppia da una vita. Il primo è piccolo, porta grandi occhiali da vista, in finta tartaruga, e indossa un gilet da lavoro ‘Orgoglio Padano’. L’altro è uno spilungone, magrissimo. Indossa una polo verde e un marsupio legato in vita. Sono le nove del mattino, stazione ferroviaria di Bergamo, e i due stanno cercando, senza successo, di acquistare un biglietto per Pontida, infilando un pezzo da dieci dentro la fessura della biglietteria automatica. Dalla macchina esce una voce metallica e loro rispondono con qualche protesta punteggiata da profonde ümlaut. Dopo due, tre tentativi, decidono di mollare il colpo. Sembra davvero uno sketch dei Fichi d’India e per me, che vado a Pontida per la primissima volta, è un episodio che conferma i sarcasmi di sempre sull’antropologia leghista. In realtà, non appena salgo sul treno e mi siedo tra i militanti che discutono con vera passione, ironia, intelligenza semplice e pratica, delle questioni politiche che riguardano il loro partito, mi riapproprio della lezione banale, quanto spesso dimenticata, che consiglierebbe di conoscere sempre da vicino, e toccare con mano, i cosiddetti fenomeni sociali. È una lezione banale che si rafforza guardando, dal finestrino del treno, il corteo di macchine e ciclisti che sotto il sole della Alpi marcia verso Pontida. Una scena grande, che meriterebbe un commento di Giuseppe Verdi. Pontida – Püntìda, come si legge nella segnaletica doppia all’ingresso del paese – è una minuscola frazione pedemontana. Il famoso ‘pratone’, dove dall’inizio degli anni ’90 si svolge il raduno della Lega, è una conca verde piazzata tra la strada e un pezzo di montagna. Intorno alle dieci del mattino il pratone è già pieno di militanti, vessilli bianchi e verdi –“Lo spettacolo del ’91, in pratica”, dice un signore al cellulare, con una bandiera della Lega legata a mo’ di pareo intorno alla vita- mentre a lato, nei pressi di un Penny Market, si alternano decine di gazebo che ospitano associazioni culturali, gastronomie, famiglie di artigiani e commercianti. Si vendono radiosveglie con l’immagine di Umberto Bossi, salami, finte banconote con l’immagine di Roberto Cota, la biografia ‘Bruno Ravera, il leghista attacchino’, penne a sfera padane, calendari con gli Indiani d’America, testi revisionisti sul Risorgimento, giochi da tavolo ispirati a Matilde di Canossa. È una sorta di controcampo rurale al Salone del Mobile di Milano. Gli altoparlanti, intanto, trasmettono a ciclo continuo uno spezzone di ‘Braveheart’: “E se ora fosse qui distruggerebbe gli inglesi con palle di fuoco dagli occhi e fulmini tonanti dal culo!”. I subwoofer scuotono le zolle del prato. Tra il profumo di carne grigliata, un tale distribuisce il foglio ‘Il cisalpino’, con un’intervista a Renato Pozzetto. La gigantesca scritta ‘Verso la libertà’, montata sopra il palco, ripropone l’escatologia leghista. Quanto bisognerà ancora aspettare, mi chiedo, perché si concluda questo lungo viaggio, accanto al PdL, ‘verso la libertà’? E quanto è politicamente decisivo e strategico, per la sopravvivenza di un ceto politico, l’eterna e dilazionante riproposizione del faticoso moto a luogo espresso nella locuzione ‘verso la’?
Pensando a Pontida. Sarcasmo o dialogo col pratone?, si chiede l'inviato del Post sul suddetto.
Da anni studi scientifici ed esperti di cambiamento climatico sostengono che eliminare la carne e i latticini dalla propria dieta sia il singolo comportamento individuale più efficace per ridurre il proprio impatto ambientale. L’ultimo libro di Jonathan Safran Foer, scrittore statunitense da anni impegnato sul tema, sostiene che la soluzione più percorribile per evitare la catastrofe climatica sarebbe mangiare vegano anche solo a colazione e a pranzo. Ma la carne è parte della dieta umana da decine di migliaia di anni, e per la maggior parte delle persone non è nemmeno in discussione l’idea di smettere di mangiarla: per questo da alcuni anni uno dei settori delle innovazioni tecnologiche applicate alla sostenibilità ambientale che hanno attirato le maggiori attenzioni sono quelli dedicati alla cosiddetta “carne impossibile”, quella cioè di origine vegetale ma dal sapore molto simile all’originale, a cui il New Yorker ha recentemente dedicato un’ampia panoramica.
A che punto siamo con gli hamburger senza carne. Come vanno le due principali aziende che li producono, in cosa si distinguono e come sta andando la distribuzione.
I The Jackal sono un gruppo di videomaker e attori napoletani diventati famosi grazie ai loro brevi video caricati su YouTube. Esistono dal 2005 e negli ultimi anni hanno anche realizzato web serie e collaborato con alcune reti tv. Da alcune ore è online un loro nuovo video, dal formato un po’ diverso dal solito: è un cortometraggio, dura poco più di un quarto d’ora e racconta cosa significa avere trent’anni oggi. Il corto inizia con i protagonisti impegnati in una discussione che ricorda quella di Le Iene di Tarantino. La questione dibattuta è: chi tra Baglioni, Morandi, Pezzali e Peter Pan “scopava di più”. La discussione prosegue e i protagonisti si preoccupano della loro età: hanno trent’anni, troppi. Decidono quindi di fare una cosa molto da giovani: uscire il sabato sera. Non va benissimo, ma arriva un inatteso mentore (sembra Gigi D’Alessio, ma è un altro cantante) che ricorda che bisogna essere orgogliosi di avere trent’anni. «Ricordi anche tu il rumore che faceva il modem 56k? Eri fan di Bim Bum Bam? Ti eccitava giocare con Lara Croft nel primo Tomb Raider?».
Avere 30 anni, secondo i The JackaL. È un cortometraggio, dovrebbe guardarlo soprattutto chi "si ricorda il rumore del modem 56k".
Il 6 ottobre Google ha presentato un nuovo font, cioè uno stile di caratteri tipografici, su cui ha lavorato con la società di design Monotype negli ultimi cinque anni: il font si chiama Noto e ha la particolarità di potere essere usato per la maggior parte delle lingue del mondo, più di 800, e degli alfabeti, più di 100. La maggior parte dei font esistenti non possono essere usati in qualsiasi lingua: spesso alcuni caratteri particolari creano quei fastidiosi rettangoli (tipo questi: ). Con Noto invece si possono usare centinaia di migliaia di caratteri in tutte le lingue, tra cui lingue morte e scritture come quella cuneiforme usata dai Sumeri nell’antica Mesopotamia. Il font è stato pensato per permettere a chiunque in tutto il mondo di creare testi digitali senza avere problemi legati ai caratteri usati. Lo stesso nome Noto è un riferimento allo scopo del progetto: è un’abbreviazione di «No More Tofu», cioè “Niente più Tofu”, dove con “Tofu” si intendono appunto quei fastidiosi rettangoli di prima, dato che ricordano dei pezzetti di formaggio di soia. Fu con questa frase che Google presentò a Monotype l’idea di disegnare un font con cui poter scrivere in tutte le 800 lingue riconosciute dall’Unicode Consortium, l’organizzazione senza scopo di lucro che si occupa di mantenere un sistema comune standard per la scrittura dei caratteri sui sistemi informatici.
Il font di Google per scrivere in tutti gli alfabeti. Si chiama Noto, è gratis e funziona per 800 lingue, dal fenicio al tibetano: serve a evitare quei fastidiosi rettangoli sui programmi di scrittura.
Domenica Nexi e Sia, due grandi società italiane attive nel settore dei pagamenti digitali, hanno approvato un accordo per fondersi e creare un nuovo gruppo che avrà una capitalizzazione stimata superiore ai 15 miliardi di euro. La nuova società sarà una delle dieci aziende di maggior valore tra quelle quotate alla borsa di Milano. Le due aziende hanno firmato un “protocollo d’intesa”, cioè un documento in cui entrambe acconsentono all’integrazione (Nexi, la società più grande, incorporerà Sia). La fusione non è ancora definitiva: servono l’assenso finale degli organi decisionali delle due aziende e quello delle autorithy, come per esempio l’Antitrust. La società che nasce dalla fusione sarà una delle più grandi in Europa nel settore dei pagamenti digitali, e secondo alcuni analisti potrebbe creare le condizioni adatte ad aumentare l’utilizzo in Italia di metodi di pagamento elettronico come carte di credito e bancomat, un obiettivo che tra l’altro è condiviso dal governo, che vuole scoraggiare l’utilizzo del contante per contrastare l’evasione fiscale.
La fusione di Nexi e SIA è una cosa grossa. Farà nascere una delle più importanti società del settore dei pagamenti digitali e c’è chi spera che aiuti ad aumentare l’utilizzo di carte di credito e bancomat in Italia.
La settimana della moda di Parigi (l’ultima, che chiuderà il mese di sfilate per la presentazione delle collezioni femminili primavera/estate 2016) è iniziata ieri, martedì 29 settembre. Il primo giorno di Parigi e l’ultimo di Milano hanno sempre un calendario meno intenso – sono chiamati travel days – per consentire agli addetti ai lavori di respirare dopo le sfilate New York, Londra e Milano e disfare le valigie. Ma mercoledì è stata presentata la collezione della linea prêt-à-porter di Margiela, attesa soprattutto per verificare l’influenza dello stilista John Galliano. Ieri invece si è parlato soprattutto delle sfilate di The Row, di Anthony Vaccarello e di Jacquemus. La casa di moda aveva già presentato durante la settimana della moda a Londra la sua seconda linea, MM6, ma a Parigi c’era la prima linea Maison Margiela. Dall’ottobre 2014 il direttore creativo di casa Margiela è John Galliano (prima direttore creativo di Dior per 15 anni): all’inizio il suo incarico aveva generato delle perplessità da parte di chi temeva che il suo stile eccentrico non si sposasse con quello – più sobrio – di Margiela. Per questo motivo le sue sfilate sono ancora molto attese. A fine sfilata Galliano non è uscito a salutare in passerella, in omaggio al defunto fondatore della casa di moda, Martin Margiela, che non appariva mai personalmente.
I primi giorni della moda a Parigi. Sono i meno intensi, per respirare, ma hanno già sfilato Maison Margiela, The Row, Anthony Vaccarello e Jacquemus (con un cavallo).
La Magna Carta è un documento scritto in latino in cui furono sanciti otto secoli fa una serie di limiti al potere del sovrano inglese: il 15 giugno del 1215 un gruppo di potenti baroni del Regno d’Inghilterra obbligò re Giovanni a concederla. Tra le altre cose, da quel momento il re non avrebbe più potuto imprigionare gli aristocratici senza prima un processo con una giuria di loro pari. Da allora è cresciuto un vero e proprio “mito” della Magna Carta Libertatum che ne ha fatto, nei secoli, un elemento fondante del moderno stato di diritto e, addirittura, della stessa democrazia. L’ottocentesimo anniversario della sua concessione è festeggiato in tutto il mondo anglosassone con esibizioni delle copie del documento e rievocazioni storiche: per l’occasione è stato anche aperto su Twitter l’account @MagnaCarta800th. L’importanza della Magna Carta, come ha scritto Jill Lepore sul New Yorker, è stata probabilmente esagerata. Quasi tutti ricordano le norme che tutelavano i baroni dallo strapotere del re, ma in pochi ricordano che gran parte del documento era dedicato a più complesse questioni di diritti feudali e a numerosi e spesso bizzarri dettagli di legislazione medievale. Fu anche un documento dalla storia particolarmente tribolata, più volte annullato, ristabilito, dimenticato e poi riscoperto. Ad esempio, poche settimane dopo l’approvazione della Magna Carta, re Giovanni (che è lo stesso della storia di Robin Hood, per intendersi), scrisse una lettera al papa implorandolo di annullare il documento che, disse, gli era stato estorto con le minacce. Il papa lo accontentò, i baroni si ribellarono e scoppiò una guerra civile. Giovanni morì poco dopo di dissenteria e per risparmiarsi problemi con i baroni riottosi il suo successore dichiarò la Magna Carta di nuovo valida.
Cos’è la Magna Carta Libertatum. Il documento considerato fondativo dello stato di diritto (firmato da re Giovanni d'Inghilterra) ha 800 anni.
Malgrado non ci siano comunicati ufficiali da parte delle aziende coinvolte – e la Panini ha deciso di non voler per ora commentare le notizie diffuse – un comunicato preoccupato della rappresentanza sindacale del settimanale Topolino ha di fatto confermato la voce che circolava da due mesi (ma era stata anche smentita) sulla cessione di Topolino a un nuovo editore, appunto Panini di Modena. Dice il comunicato del CdR di Topolino:
Topolino passa alla Panini. La notizia non è ufficiale, ma l'hanno data i dipendenti che protestano contro il rischio di perdere il lavoro.
Negli ultimi anni, tra i parametri della progettazione urbanistica, si è cominciato a tenere sempre più concretamente in considerazione anche la differenza di genere: per modificare la mobilità e i trasporti di alcune città, ad esempio, ma non solo. Un aspetto preso in considerazione ha a che fare con i bagni, quelli pubblici e quelli a disposizione negli uffici, nei teatri e così via. Spesso, i servizi igienici riservati alle donne sono lontani, scomodi e, soprattutto, c’è sempre la fila. Perché? La risposta veloce è che le città, gli spazi pubblici e gli spazi in generale sono stati costruiti a misura d’uomo, compresi i bagni. E quando si è tentato di intervenire per rimediare alle code fuori dai bagni delle donne (sulle quali c’è una specifica rivendicazione, che ha una sua storia), si è assunto come principio quello della quantità e non un principio basato sul riconoscimento della differenza, unica strategia che – come dimostrano i bagni – risulta efficace per arrivare, nella sostanza e non solo nella forma, a una reale situazione di equilibrio tra i generi.
Il problema della fila nei bagni per le donne. È il risultato di città ed edifici progettati prima a misura d'uomo, e poi in base a una parità puramente quantitativa: come si risolve?.
Il capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera che forse il suo partito ha esagerato con le critiche al Partito Democratico per il caso dei presunti abusi su minori a Bibbiano, di cui si parlò molto nell’estate del 2019. Insieme a psicologi e dipendenti di cooperative locali, anche il sindaco di Bibbiano – una cittadina in provincia di Reggio Emilia – fu coinvolto in un’indagine della magistratura su presunte irregolarità e abusi nella gestione degli affidi di minori. I giornali dettero molto risalto alle prime notizie legate all’indagine, che furono usate in modo propagandistico anche dagli allora alleati della Lega e dal Movimento 5 Stelle. Proprio il M5S accusò il Partito Democratico di complicità con gli abusi definendolo il “partito di Bibbiano” e Luigi Di Maio, allora capo del partito, disse che «io con il partito che in Emilia-Romagna toglieva alle famiglie i bambini con l’elettroshock per venderseli, io non voglio avere nulla a che fare».
Vito Crimi dice che forse su Bibbiano il M5S ha «esagerato». «Forse abbiamo esagerato nel generalizzare fatti specifici attribuendoli a tutto il PD».
«Le varianti nascono come reazione al vaccino» è una bufala che circola molto tra i “no vax” Diversi militanti dell'organizzazione neofascista si sono presentati appoggiando il candidato del centrodestra, perlopiù con la Lega
Il PD non ha già vinto. Dario Di Vico scrive sul Corriere che il Partito Democratico farebbe bene a non sottovalutare Berlusconi e a cercare di incidere davvero sulla campagna elettorale.
All’apertura della borsa di New York di mercoledì 27 luglio, Twitter ha subito un crollo notevole del valore delle sue azioni, che hanno perso il 13 per cento passando da 18,45 a 16,34 dollari. Look at what's happened to Twitter shares today https://t.co/lHDJ3mJx5t pic.twitter.com/k3Vg6srlot
La pessima giornata di Twitter in borsa. Le sue azioni hanno perso il 13 per cento, dopo la pubblicazione dei dati del secondo trimestre che mostrano i soliti problemi del social network.
L’1 giugno del 1969 John Lennon e Yoko Ono registrarono per la prima volta Give Peace a Chance, una delle canzoni pacifiste più famose della storia della musica. La canzone venne registrata dal vivo durante quello che è conosciuto come il secondo “bed-in” della coppia, una forma di protesta non violenta in cui i due rimanevano per giorni interi a letto a parlare della pace nel mondo. Lennon e Ono, che si frequentavano dalla fine del 1966 e si erano sposati il 20 marzo del 1969 sulla rocca di Gibilterra, per festeggiare la loro luna di miele decisero infatti di sfruttare la copertura mediatica che questa avrebbe avuto organizzando dei sit-in per la pace e la fine delle guerre. Il primo di questi eventi avvenne all’Amsterdam Hilton Hotel di Amsterdam, nei Paesi Bassi, dove tra il 25 e il 31 marzo Lennon e Ono rimasero nel letto della loro stanza a parlare di pace e amore con i giornalisti che li andavano a trovare. Dopo Amsterdam, nelle settimane successive, la loro protesta pacifica continuò con una conferenza stampa a Vienna, in Austria, e poi inviando ghiande ai capi di Stato di diversi paesi, con l’augurio che questi potessero piantarle come segno di pace. Dell’esperienza di quelle settimane di protesta nacque la canzone The Ballad of John and Yoko, in cui si parla proprio del matrimonio tra Lennon e Ono e della successiva luna di miele. La canzone venne registrata insieme a Paul McCartney il 14 aprile e pubblicata come singolo dei Beatles (nonostante né Ringo Starr né George Harrison avessero partecipato alla registrazione).
I 50 anni di “Give Peace a Chance”. La registrarono John Lennon e Yoko Ono l'1 giugno del 1969 nel letto di un hotel di Montréal, durante il loro secondo "bed-in" per la pace nel mondo.
Da circa due settimane Netflix ha diffuso la seconda stagione di Master of None, la serie tv scritta, diretta e interpretata dal comico statunitense Aziz Ansari. Per chi non la conoscesse è una serie ricca di scenette comiche che racconta la vita di un gruppo di trentenni di New York – in particolare il protagonista Dev – in situazioni quotidiane, che spesso riguardano le relazioni sentimentali e sessuali, la ricerca di lavoro e i conflitti culturali e generazionali (un breve riassunto lo trovate qui). Una delle cose notevoli della seconda stagione è che le prime due puntate sono ambientate in Italia, in particolare a Modena, la città scelta dal protagonista (e da Ansari stesso) per imparare a fare la pasta fresca. Ovviamente ci sono un po’ di stereotipi sull’Italia – un’esagerata ripetizione di «mamma mia!», ad esempio– e alcuni stridono particolarmente con l’ambientazione, ma la città è mostrata in modo fedele per quanto riguarda i bar, i ristoranti e i locali. Per chi non la conoscesse, Modena è una città emiliana lontana dal mare e completamente piatta. Ha 185mila abitanti: abbastanza grande, per essere una città di provincia italiana. In Master of None si vedono solo edifici e strade del centro della città, che però ha anche una parte moderna e una periferia industriale. Le cose per cui è nota storicamente sono il tenore Luciano Pavarotti, la Ferrari e l’aceto balsamico. Ultimamente però Modena è comparsa spesso sulle pagine dei giornali internazionali grazie a Massimo Bottura, lo chef dell’Osteria Francescana, che ha tre stelle Michelin e nel 2016 è stata al primo posto nella classifica dei 50 migliori ristoranti al mondo selezionati dalla World’s 50 Best Restaurants Academy.
Com’è in realtà la Modena che si vede in “Master of None”. Guida alle strade, le piazze e i locali che si vedono nella seconda stagione di "Master of None" (e non solo l'Osteria Francescana di Bottura).